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Autore: Sigridshieldmaiden    16/10/2015    2 recensioni
Cosa cambia una persona ? Un incontro? Un fatto?
Forse,ma se tutto ciò invece facesse parte di uno scherzo del destino? Dopotutto non possiamo saperlo,ma possiamo scegliere . O si accetta il flusso degli eventi o lo si cambia per noi stessi.
Ma una vendetta si può scegliere? Penso di si,almeno lo penso in questa storia.
Probabilmente sarà noiosa o no,questo sarà il lettore a sceglierlo,ma perlomeno sarà una storia diversa da tutte quelle che parlano di vendetta .Potrei anche sbagliare,ma se così non fosse..?
Genere: Drammatico, Mistero, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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 Stava per albeggiare e il bosco doveva ancora svegliarsi del tutto,gli uccelli notturni stavano facendo ritorno ai loro rifugi nei rami cavi degli abeti o in qualche anfratto di roccia,maledicendo il giorno con i loro striduli lamentii.Infatti quello era un giorno maledetto per la caccia  ; come maledetta era stata la notte per quei rapaci.
 Si erano destati un ora prima dell'alba ,appositamente per  raggiungere  il punto migliore per tendere un agguato  a un branco di cerve che da qualche tempo si aggirava per la vallata.I tre temerari avevano dovuto attraversare un bel pezzo di bosco per sbucare precisamente nel luogo dell'appostamento,disturbando civette e gufi che, infastiditi o spaventati dal passaggio dei tre umani avevano lasciato scappare le loro prede .
L'aria era fredda . Il respiro dei tre volenterosi disegnava nuvole di vapore nell'aria,e quando ogni tanto si fermavano lungo il cammino ..il vento che trasportava piccoli fiocchi di nevischio,serpeggiava   fra le felci argentate di brina e si insinuava tra le fessure delle pesanti vesti e pelliccie che li coprivano .Per quanto volessero,i due  giovani della combriccola sarebbero tornati indietro a spron battuto per infilarsi sotto le pelli nel materasso di paglia ,ma la loro guida in quella peripezzia non aveva voluto saperne . Sarebbero andati anche sul più lontano cucuzzolo di montagna per cacciare una cerva .
Era un rituale sacro,la caccia,come era importante farsi una buona fama in battaglia ,nei saccheggi e negli assalti ai monasteri.Dopotutto per i vichinghi ,così venivano chiamati da coloro che veneravano Cristo,erano demoni venuti dal nord ,oltre il mare ,e quindi abituati al freddo.Potevano essere considerati degni di andare in battaglia due che non riuscivano a sopportare il freddo?
< Suvvia ragazzi,per un po di vento state facendo un sacco di lagne ! >disse il capogruppo; un uomo alto ,sulla quarantina ,con lunghi capelli castani raccolti in una treccia e una barba che copriva a stento i linamenti aspri del mento; mentre riprendeva il sentiero sul piccolo tratturo che conduceva al luogo dove dovevano appostarsi.
< La  fa facile lui! dopotutto ci ha buttati giù dal letto con un boccale d'acqua.Come farà tua sorella a sopportarlo ancora dopo tutto questo tempo proprio non lo so! >.Nuvole di fiato seguirono quelle parole un po ironiche.Portavano alla bocca di un ragazzo giovane ,sui diciotto anni,con occhi verde acqua  e capelli biondi ,con il primo accenno di barba sul mento,alto ,anche se più basso di un braccio della loro guida .Se ne stava dritto ,appoggiato all'asta della lancia che aveva con se , e guardava divertito la sua compagna di viaggio,rimasta silenziosa per tutto quel tempo sotto la pelliccia che le faceva da cappuccio.
Lei si limitò ad un sorriso divertito.Il piccolo passaggio cominciava a farsi più stretto passo dopo passo,costringendo i tre ad appoggiarsi alla parete rocciosa ricoperta di muschi .Era appena sorto il sole  e nel   bosco già compariva  la nebbia mattutina ,che per scappare dal tepore dei primi fasci di luce, s'accavallava su se stessa in una fuga disperata giù per il pendio scosceso e sassoso.Ogni anfratto,ogni crepaccio oscuro, buio,freddo e profondo era per lei la salvezza dalla luce .Era quasi come un sogno.Negli cuori  i tre avvertivano come un richiamo...qualcosa proveniva da quella nebbia ,un suono dolce,familiare ..eppure sentivano dentro di loro come un senso di smarrimento,come se qualcosa di trasognato li chiamasse a se per condurli al nulla dove potevano annidarsi i peggiori incubi .
La nebbia ,paurosa ,si stava diradando fra gli arbusti e i tronchi degli alberi ,lasciando i tre davanti a una piccola radura che s'apriva rigogliosa davanti ai loro occhi.Ora il cielo era luminoso e riversava in essa i suoi fasci di luci ,tanto belli quanto deboli rispetto alle nuvole che spesso coprivano i cieli del nord.La luce rimbalzava sui fili d'erba, leggermente coperti di brina, creando non pochi problemi ai tre cacciatori ,che se ne stavano attenti con orecchie aperte nella speranza di udire le loro ambite prede,dietro un cespuglio di rovi .
< Abbiamo fatto un sacco di strada per niente!torniamo a casa Sven . >sbisbigliò il ragazzo.
< Chiudi quel buco e guarda attentamente laggiù Leif  > rispose l'omone abbastanza seccato indicando con il dito un punto in mezzo alla radura.In un primo momento,quando guardarono,non videro niente,ma poi ,quando i loro sguardi si abituarono a quella luce videro chiaramente la sagoma di una testa che si guardava intorno timorosa.
Gli occhi grigi  di Sven scintillavano per l'eccitazione.< Leif tu vieni con me,cerchiamo di attirarla da questa parte mettendole paura.Tu invece.. >disse rivolgendosi alla ragazza < Tieniti qui pronta con la lancia,quando la vedi arrivare cerca di colpirla così noi due possiamo prenderla da dietro. >.Cercando di essere più silenziosi possibili ,strisciarono nell'erba alta andando verso la cerva.
"Come al solito ci rimango sempre io qui,certo ,loro con la lancia fanno schifo ma per una volta potrei andare io al posto di Leif!".Come tutte le volte  rimaneva nascosta dietro ad un nascondiglio in attesa della povera bestia che finiva,la maggior parte delle volte,impalata dalla sua lancia.Era l'unica in tutto il villaggio che riusciva a centrare un cervo al primo tentativo,anche se non ne andava così fiera.Ogni volta che lo faceva vedeva negli occhi di quella povera bestia ,che soltanto un attimo prima aveva creduto di riuscire a fuggire dal  suo predatore; il suo riflesso.Era qualcosa di strano,perché,anche se era la preda ad essere uccisa era come se vedeva se stessa negli occhi di quel povero animale.Era qualcosa che odiava,eppure non poteva sottrarsi a ciò.Nessuno avrebbe riconosciuto in lei una persona valida,un buon guerriero  .
E  se non avesse cominciato a comportarsi da tale non sarebbe mai stata in grado di scendere in battaglia . Doveva dimostrare a tutti quelli del villaggio che ormai era degna di combattere al fianco degli uomini nelle terre dei cristiani.
Improvvisamente qualcosa la destò dai suoi pensieri,qualcosa di peloso e grosso.Se ne accorse perché il suo mantello non poteva passare inosservato in mezzo a quel bagno di sole .Era nero,grosso,peloso e molto pericoloso.Come aveva fatto a non vederlo prima?
Era a poco più di tre metri dalla cerva ,chino,silenzioso..quasi invisibile ai suoi occhi.Un grosso lupo ,tutto nero ,era appostato pronto per attaccare alla gola la cerva .Era quasi singolare come cosa ,una bestia come il lupo,che aveva fatto molte vittime tra le pecore di Sven ,temuto e odiato da tutti al villaggio,era capace di arrivare quatto quatto,silenzioso e invisibile a poca distanza da una giovane cerva .Chissà se era solo,forse,probabilmente non lo era .
"E pensare che Leif e Sven hanno  strisciato fino a dietro alla cerva senza...O  porca..."
La chioma bionda di Leif spuntava dal limitare della radura a una diecina di metri dalla preda.
"Quei due non l'hanno visto,che cavolo faccio?! Se si ritrovano in mezzo a un branco quelli ci restano secchi! Merda..". Non aveva il tempo di pensare ,se ce n'erano più di uno erano in guai seri soprattutto in tre e separati.Poteva fare solo una cosa.
Afferrò la lancia e saltò al dilà del cespuglio.Incominciò a correre a perdifiato agitando la lunga asta in aria e urlando ai compagni < VIA! >.La cerva si girò e la guardò con occhi sbarrati,poi spaventata tentò di correre via ,ma il lupo e Leif surono più veloci di lei .Leif lanciò la sua lancia mancandola per poco.Il lupo invece ,approfittando dello spavento ,uscì dal suo nascondiglio e le si mise alle calcagna .La cerva spaventata tentò di entrare nel bosco ma Sven sbucò fuori tagliandole la strada.Fu sufficiente per farle cambiare strada .Si voltò disperata verso l'unico punto libero.
< SIGRID!! ORA!!! >urlarono Sven e Lief.
In quel momento però non poteva muovere un muscolo.Si fermò impulsivamente mentre la cerva ,disperata,le correva incontro.Forse sperava di farla finita,meglio morire subito con una lancia in corpo,che essere sventrata dai lupi ancora viva ?
Ma non fu così .Evitò la ragazza ferma d 'innanzi  saltando .Con un solo movimento era saltata tutta la sua altezza evitando persino la punta della sua lancia,lasciandola dietro di se come ostacolo al suo inseguitore.In quel momento iogni parte del suo copo scattò,portò in basso la lancia ,ma non mu abbastanza veloce.Davanti a lei il lupo si era fermato improvvisamente  a cinque metri da lei,preso alla sprovvista dal balzo della sua preda.Ora era lì,davanti a lei.
E la guardava fisso negli occhi,prima sorpreso,poi arrabbiato o meglio,spaventato.Era molto più grosso da come lo aveva visto da lontano.E non era del tutto nero,ma aveva il manto che diventava via via più chiaro,un marrone color terra cruciata sulle gambe.Entreambi i loro occhi chiarissimi,color ghiaccio quelli di lei,e azzurri quelli di lui si incontrarono per un interminabile secondo sospeso tra paura e attrazione.
Quella fu la prima volta in cui,in quello sguardo , non vide la bestia che tutti descrivevano meschina e violenta.Era una cosa del tutto diversa anche dalla povera cerva.Era un qualcosa di enigmatico,attraente ,c'era qualcosa di affascinante in quello sguardo così selvaggio,così indomabile che non potè fare a meno di rivedersi in quello sguardo.
Erano vicinissimi,talmente vicini da potersi specchiare negli occhi.Lei si vedeva negli occhi dell'animale ,e mentre si guardavano  poteva distinguere chiaramentel'immagine del lupo racchiusa nel riflesso di se stessa .Tanto bastò per perdersi nel riflesso dei sui occhi.Nè paura ,nè aggressività apparivano ,tanto che ,quando l'incantesimo si sciolse entrambi si ritrassero indietro più per meraviglia che paura .Per un secondo erano stati l'uno l'immagine dell'altra.
Un secondo,nulla di più,poi il lupo se ne andò velocissimo nel bosco,come la nebbia di quella mattina ,lasciando Sigrid lì impalata.
Persa nel vento aggrovigliato delle sue emozioni nonvide arrivare i suoi compagni.Solo quando la scossero la riportarono al loro presente.
< Sigrid ti senti bene ,tutto a posto?! >Lief l'aveva presa per le braccia e la guardava pallido in volto.Lei annui.
< Per me non stai bene,torniamo a casa! > disse Sven con un filo di voce.Si apprestò a sfilargli la lancia dalle mani quando lei si destò da quel suo improvviso sonno .
< Sven,credo di aver visto qualcosa in quello sguardo .>
Lui la guardò,ma non osò chiedere .Era strano,come avevano fatto a non accorgersi della presenza di un lupo? Perchè quell'animale non aveva mostrato remore nell'attaccarla? Sapeva bene cosa poteva significare trovarsi davanti un lupo ,specialmente affamato e nel pieno di una battuta di caccia.Non sono animali docili per natura ,e se costretti possono diventare peggio dei cani quando attaccano;eppure quella bastia non eveva neanche digrigato i denti davanti a Sigrid.Si erano guardati per un attimo ,lei davanti a lui con la  lancia abbassata mentre lui a pochi passi da lei che se la guardava sorpreso e incredulo.Chissà,forse era stato un caso,uno di quei casi che accadono solo una volta nella vita e ; che viene spontaneo raccontare quando si è vecchi vantandosi con amici,figli e nipoti.Eppure il dubbio che ci fosse qualcosa di più persisteva,anzi, era martellante e spinoso...forse gli dei avevano mandato un segno,un ammonimento,oppure qualche essere magico si stava burlando di loro,o li stava avvertendo.Ma perchè a Sigrid? Spazientito dai suoi stessi dubbi le rispose nell'unico modo possibile:<  Credo che faresti meglio a chiedere ai sacerdoti,loro sapranno darti una risposta . >.
La guardò in faccia,ma non seppe dire se anche lei si stava domandando le stesse cose.Lief invece si guardava intorno nervoso.Scrutava con interesse il bosco,soprattutto il punto dove il lupo era scomparso.Era giovane e ancora inesperto, ma aveva buone potenzialità per diventare un buon combattente: forza invidiabile ,robustezza e grinta ...ma non con la stessa lucidità e fermezza di Sigrid,che poteva rivelarsi difficile da contrastare ,specialmente quando la sua attenzione è rivolta a qualcosa in particolare o quando è talmente presa da un pensiero ,come in quel momento,che la sottraeva dal mondo e la conduceva in un mondo invisibile ad altri tranne che a lei.
Si rimisero in cammino delusi e turbati da quell'incontro.Si erano lasciati sfuggire una preda da sotto il naso ed erano rimasti a guardarsi come stoccafissi incerti sul da farsi.Hilda dal canto suo avrebbe capito,limitandosi a prenderli in giro per tutta la serata.Il ritorno fu molto più veloce dell'andata,fu soprattutto più silenzioso .Nessuno aveva voglia di parlare.Sven era seccato del fatto che avesse perso una bella cerva con tanta facilità ,Sigrid  era rimasta silenziosa chiusa nei suoi pensieri finchè Lief ,probabilmente per riportarla sulla terra non le versò un po' d'acqua sulla schiena.Questo bastò a svegliarla dal suo sonno per maledire Leif che in tanto se la rideva di cuore.Arrivarono a casa per la cena.
I tre consumarono qualche aringa affumicata,pane raffermo e del latte sotto lo sguardo di Hilda che con aveva fatto altro che prenderli in giro fin da quando erano tornati.Le figlie di Sven invece ,Berit di dodici anni e Aud di sette trivellavano di domande il padre e la zia.Sven in un primo momento preferì noi rispondere ,ma poi, riempiendosi il boccale la sua lingua si era sciolta ma non aveva detto niente del lupo.Sigrid invece era assente totalmente.Era ancora dubbiosa sull'accaduto,e poi si stava interrogando sul dafarsi .L'indomani lei e Lief sarebbero tornati al villaggio lasciando Sven e Hilda .Quella sarebbe stata l'ultima volta in cui stavano insieme,e sia Sven che Lief preferirono sorvolare sul discorso del lupo quando Hilda e le figlie facevano domande su un particolare .Hilda invece, dopo qualche domanda senza risposta capì che era inutile fare domande e quindi interruppe le domande delle figlie con un secco "andate a letto che è tardi!"che non accettò repliche.
Dopo quello anche Lief e Sigrid si ritirarono nella stanza datagli per dormire.Era una stanza abbastanza grande,calda e asciutta.Hilda gli aveva dato tutte le pellicce che aveva in casa per evitare che sentissero freddo.Certo,durante la notte si sentiva freddo,ma in quella casa costruita completamente di legno e con un tetto di paglia molto spesso era quasi improbabile che entrasse il gelo del nord.certo qualche spiffero non mancava,ma era più che normale avvertire una certa calura ,specialmente quando si dorme in un letto con il materasso di paglia e con pellicce come coperte.un ora dopo la cena,quando ormai il russare di Sven era diventata l'unica cosa viva nella casa silenziosa Lief osò fare una domanda.Sapeva bene che Sigrid non dormiva e quindi approfittò del momento ; nessuno poteva disturbarli e la loro conversazione sarebbe rimasta nascorsa, come loro in quella stanza , circondati dal più totale buio .Dormivano entrambi ai lati della stanza e Lief dovette girarsi per poterla vedere.Era,come aveva immaginato,sotto le pellicce ,con una mano tra i capelli che guardava il soffitto di legno.Sbisbigliando con estrema delicatezza le domandò:
< Sigrid,cosa intendevi dire  prima con....con ..."credo di aver visto qualcosa in quello sguardo"? >
Lei lentamente si girò verso di lui e lo guardò.Riusciva chiaramente a distinguere i suoi  occhi verdi perfino in quel buio,che gli chiedevano risposte.Poi silenziosamente rispose< Forse ,oggi,ho visto tutt'altro che un lupo >.Sperava che Lief non facesse più domande ,e così fu,lo conosceva bene e sapeva quanto lui potesse comprenderla.Riusciva a farlo persino quando lei non sapeva cosa voleva,quando non riusciva a pensare a niente ma nonostante non smetteva di farlo;come quella volta.Probabilmente neanche  lui aveva capito cosa intendeva,ma cos'altro poteva fare se non confortarla o cercando di starle vicino come poteva?.Soltanto un dio poteva essere lupo e non esserlo allo stesso tempo.E se davvero così era ,non c'era nulla di buono nell'averlo visto.Ma era questo che lei intendeva?Cosa intendeva con quelle parole,perchè l'aveva dette e perchè non faceva altro che ripensare a ciò?
Le domande e i dubbi se ne andarono in punta di piedi ,piano piano,lasciando il posto al sonno .Questo,si insinuò nelle menti,nei vestiti sotto le pellicce e perfino nei capelli pur di infilarsi nei buchi lasciati dai pensieri.Era sempre stato quello il suo lavoro.Doveva farsi strada strisciando nel buio ,silenzioso,quasi come se stesse rubando.E mogio mogio,andando adagio riuscì a coprire gli occhi di Sigrid,lasciando alla notte le sue domande. 
   
 
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