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Autore: Tormenta    17/10/2015    12 recensioni
Di ritorno ad Hogwarts dopo la guerra, Draco Malfoy ha cicatrici troppo profonde per essere quello di sempre. A Harry Potter basta poco per accorgersi che non sa accettare la sua assenza nella propria routine. Dal testo:
«Malfoy» chiamò, con voce cristallina e appena tremolante. [...]
«Che c’è, Potter?»
Harry si lasciò sfuggire una microscopica smorfia soddisfatta: per la prima volta da quando erano tornati ad Hogwarts, Malfoy gli aveva parlato. Era un inizio – di cosa, non lo sapeva neanche lui.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Fuori fuoco'
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I personaggi non mi appartengono. La storia non è scritta a scopo di lucro.

 
Je n'y vois que du feu / en quelques pas seulement / je peux me perdre au loin / si loin dans ma rue
(Dionysos, “Flamme à lunettes”)
 
[Vedo tutto sfocato / in qualche passo solamente / potrei perdermi / lungo la strada]


 
Blurred


~

Prologo
 
 
 

        Harry Potter aveva già visto tante volte l’Espresso per Hogwarts pronto a partire dal binario 9¾. A rigor di logica, quindi, l’atmosfera della stazione, affollata come di consueto, sarebbe dovuta risultare a lui familiare. Ma non fu così.
        Guardandosi attorno, costatò che c’era un nonsoché di diverso nell’aria. Forse si trattava di qualche nota fuori posto nel caos vivace di volti e voci che lo circondava; o, magari, la sensazione era causata dalla consapevolezza che quello sarebbe stato il suo ultimo anno di scuola, e anche il primo senza minacce oscure di sorta – forse. Insomma, chi poteva dirlo? Il fatto che la guerra potesse essere considerata un brutto ricordo, però, faceva ben sperare.
        Accanto a lui, Hermione borbottò qualcosa d’indefinito. Ginny rise e, riscuotendosi dai propri pensieri, Potter fece saettare lo sguardo dall’una all’altra.
        «Che c’è?»
        «Sei sulle nuvole, Harry?» Lo prese in giro Hermione, divertita.
        Non ebbe tempo di rispondere o di reagire in altro modo, perché Molly e Arthur iniziarono a dispensare gli ultimi saluti mentre Ron proclamava che era ora di salire sul treno.
        Prima di recuperare i propri bagagli, Ginny prese Potter per un braccio reclamando la sua attenzione. «Ti senti carico?» fece, piena d’energia.
        Lui non poté che aprirsi in un sorriso. «Certo!» Gli parve l’unica risposta adeguata, a priori dal livello di sincerità.
 
 
        Hermione e Ginny si sistemarono per prime in uno scompartimento vuoto, e Harry, dietro di loro, le avrebbe subito seguite se solo all’improvviso una ragazzina distratta non gli fosse piombata addosso.
        Si trattava di una del primo anno. «Mi dispiace!» Squittì meccanicamente, mentre indietreggiava di un passo e alzava lo sguardo per incrociare il suo.
        «Non preoccuparti». Cercò di essere rassicurante, ma non poté fare a meno di aggrottare la fronte quando vide gli occhietti di lei spalancarsi per quello che sembrava essere stupore.
        «Harry Potter», la sentì proferire sottovoce.
        Per un paio di secondi che parvero infiniti, Harry si sentì profondamente a disagio. Doveva proprio guardarlo in quel modo, come se fosse una strana e mai vista creatura?
        Comunque, la tensione si sciolse in un attimo, grazie alla comparsa di un ragazzo che prontamente prese per mano l’undicenne. «Guarda dove vai!» La rimproverò, per poi morare un veloce «Scusa» in direzione di Potter. E senza aggiungere altro, i due si allontanarono.
        «Tutto okay, amico?» Domandò Ron, lievemente impensierito.
        «Hm― . Sì, certo». Scosse appena il capo, «È solo che mi ha guardato in modo strano».
        «Chi ti ha guardato in modo strano?» La testa di Hermione sbucava dallo scompartimento, per controllare perché i due non fossero ancora entrati.
        «Una ragazzina. Niente di che». Mentre rispondeva, lui e Ron avanzarono e presero finalmente posto.
        Non disse quanto detestava che le persone lo guardassero così. Era capitato diverse volte, anche prima della sconfitta del Signore Oscuro, ma da quando era diventato l’eroe di quella maledetta guerra gli episodi si erano fatti sempre più frequenti. Sapeva che la maggior parte delle persone – e di sicuro la ragazzina di poco prima era tra queste – non lo facevano con cattiveria, ma comunque si sentiva turbato: non voleva essere messo su chissà quale piedistallo.
        Sospirando tra sé e sé, cercò di togliersi quei pensieri pesanti dalla mente concentrandosi sulle chiacchiere degli altri, che avevano iniziato a parlare dell’anno che li aspettava. Per essere precisi, Hermione aveva provato a tirare in ballo l’argomento esami.
        Il discorso, però, venne prontamente fatto virare da Ron: «Non sono nemmeno iniziate le lezioni! Non voglio neanche sentirli nominare, i M.A.G.O.!» Sbottò mentre Ginny rideva. «Parliamo di qualcos’altro. Novità sul nuovo professore di Difesa?»
        Harry saltò su come una molla, interessato. «Sai chi sarà?»
        «No, ma sono curioso».
        «Speriamo sia un buon insegnante», fece Hermione, recuperando un libro.
        «Dopo tutto quello che è successo, mi domando chi possano aver convocato», intervenne Ginny.
        Di colpo, un’ombra oscurò i loro volti.
        Dopo tutto quello che è successo. Quelle parole sembrarono rimbombare nello scompartimento, riportando alle menti dei quattro ragazzi i ricordi con cui stavano disperatamente cercando di imparare a convivere. Per un istante, a Harry parve di sentire di nuovo la cicatrice bruciare, e il suo pensiero volò a Silente, a Piton, a Lupin, e a tutti gli altri. Hermione deglutì e si strinse nelle spalle, sentendosi improvvisamente schiacciata da una non ben definita paura. Ron e Ginny, col cuore stretto, rividero Fred. Anche se quasi facevano finta di niente e, di tacito accordo, non ne parlavano molto, ciò che era accaduto tormentava ancora i loro incubi.
        Andare avanti non era facile, per niente, ma sapevano di doverci almeno provare.
        Il brutto momento passò così come era venuto. Tuttavia, rimasero a lungo in silenzio, chi a leggere, chi a guardare semplicemente il paesaggio che correva veloce dal finestrino.
        Ad un tratto, Potter si accorse che Hermione e Ron si stavano tenendo per mano: inarcò impercettibilmente le labbra all’insù, invaso da una strana contentezza. Poi si voltò piano verso Ginny, che aveva chiuso gli occhi probabilmente per riposare, e decise di imitare gli amici: prese una delle mani della ragazza, intrecciando le dita alle sue. Lei sollevò le palpebre, fissò brevemente lo sguardo sulle loro mani e, ricambiando la stretta, gli dedicò un sorriso. Felice, Harry sorrise in risposta.
 
 
* * *
 
 
        L’aria dello scompartimento stava diventando soffocante, per Draco Malfoy. Ogni respiro era una tortura.
        L’ultima cosa che desiderava era arrivare ad Hogwarts. Eppure, allo stesso tempo, non aspettava altro: tutto, pur di uscire da quello stupido treno che, quasi, gli pareva claustrofobico. Ma, ovviamente, lo straziante viaggio sembrava essere infinito. A peggiorare la situazione c’era il silenzio suo e degli altri, che gli ronzava sempre più forte nelle orecchie.
        Era agitato. Quasi non riusciva a stare fermo: si umettava le labbra, si passava una mano tra i capelli, accavallava le gambe, incrociava le braccia e le lasciava ricadere sospirando. Si sentiva fuori di sé.
        Più di una volta incrociò lo sguardo di Blaise Zabini che, seduto proprio davanti a lui, gli lanciava occhiate interrogative da dietro una copia della Gazzetta del Profeta. Forse aveva notato che nel suo comportamento c’era qualcosa di anomalo, ma non fece domande. Gli altri, per fortuna, lo ignoravano.
        Ad un tratto, Daphne Greengrass e Theodore Nott intavolarono una piccola discussione, parlando quasi sottovoce nel loro angolino. Le risatine della ragazza, incredibilmente, riuscirono a stridere nelle orecchie di Draco in maniera più fastidiosa del silenzio assordante di poco prima.
        Strinse i denti finché riuscì, poi, giunto al limite della sopportazione, scattò in piedi e fece per uscire dallo scompartimento.
        «Dove vai?» lo inchiodò Zabini, attirando l’attenzione generale.
        Per rispondere, si costrinse a gonfiare i polmoni di quell’aria tossica che aveva iniziato a detestare. «Faccio un giro. Ho bisogno di muovermi». Detto ciò, si allontanò senza esitazioni.
 
 
        Era più che convinto di non potercela fare: stava impazzendo per il solo viaggio sull’Espresso, e davvero non aveva idea di come sarebbe potuto sopravvivere ad un intero anno scolastico tra le mura di Hogwarts, con i professori e i compagni che non voleva vedere e lo studio e tutto il resto. Nel tentativo di calmarsi, rallentò appena il passo e inspirò profondamente – se non altro, fuori dalla cabina l’aria era meno opprimente.
        Non ci voleva proprio tornare, in quella scuola. Non dopo i processi che avevano condannato suo padre ad essere rinchiuso ad Azkaban. Non dopo la guerra. Non dopo quello che aveva fatto. Non sentendosi così. Eppure, non aveva scelta. Tanto per cambiare.
        Strinse i pugni e si morse una guancia, facendosi forza. Si disse che, in fondo, era solo un anno. Sarebbe stato lungo, forse, ma era anche l’ultimo, e doveva concentrarsi su quello.
        Si ripromise che avrebbe studiato e nient’altro. Non avrebbe dato peso alle occhiatacce sospettose che gli avrebbero lanciato, né a quello che molto probabilmente avrebbero detto alle sue spalle. Avrebbe finto di essere quello di sempre, camminando a testa alta, perché lui era Draco Malfoy, un Purosangue di tutto rispetto, che non si scomponeva all’idea di essere stato un Mangiamorte, o di aver cercato di uccidere qualcuno, o di aver avuto una paura fottuta per chissà quanto tempo.
        Se lo ripeté mentalmente qualche volta, finché non poté dirsi più o meno tranquillo. Poi, facendo violenza su se stesso ed entrando praticamente in apnea, tornò allo scompartimento.
 
 
» …


 
Angolo di Tormenta

Salve! ~ Sono qui per condividere una storia con voi. Sarà un racconto semplice e senza pretese, che cercherò farcire con quanti più feels possibile ed eventuali spolverate di fluff - perchè è di questo che ho bisogno di scrivere. Se vorrete seguirmi in questo viaggio, mi farà immensamente piacere.

Comunicazioni di servizio e avvertenze (?):
- la storia che voglio raccontare è slow build; cioè, per dirla in modo chiaro, la coppia protagonista (Draco/Harry) non si formerà nel giro di "due" capitoli; potete facilmente immaginare perchè. Lettore avvisato, mezzo salvato: ci vorrà tempo - a me piace pensare che in ogni caso valga la pena aspettare.
- mi impegnerò per aggiornare ogni settimana; in particolare, ogni giovedì
- appuntino sulla citazione in francese: è tratta da una dolcissima canzoncina che potete trovare qui [il link porta a Youtube]. Se volete darmi una mano con la traduzione, fatevi pure avanti. Non mi fido molto di Google e i miei rudimenti di francese sono... beh, rudimenti.

Grazie per aver letto fin qui. Se vi va, fatemi sapere che ne pensate.

T. ♪
 
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Farai felici milioni di scrittori.

(Chiunque voglia aderire al messaggio, può copia-incollarlo dove meglio crede)

 
   
 
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