Dopo tanto tempo

Erano sempre stati amici. Quasi inseparabili.
Avevano passato parecchio tempo da bambini ad allenarsi senza sosta col maestro Muten.
Goku però era sempre stato il migliore, una forza e una capacità di apprendere le arti marziali che avevano qualcosa di sovrumano. Lei e Crilin non erano al suo livello, non lo erano mai stati per quanto potessero impegnarsi.
L’ultima dimostrazione della disparità che c’era tra di loro l’aveva avuta quando Goku aveva sconfitto Al Satan e il supremo lo aveva voluto addirittura con sé per allenarlo.

Lei aveva solo potuto guardare il suo amico di infanzia andarsene per tre lunghi anni.
Era sempre stata legata a Goku, da quando si erano conosciuti erano sempre stati inseparabili, avevano un legame molto profondo, più di quanto ci fosse con il loro compagno di allenamenti dalla zucca pelata, come amava apostrofarlo lei.
La verità era che per lei Goku era più di un amico e un compagno di allenamenti, a lei era sempre piaciuto.
Ora finalmente dopo tanto tempo stavano per rincontrarsi al torneo di arti marziali. Durante quella lontananza si era allenata incessantemente, glielo aveva promesso, non si sarebbe fatta battere da nessuno se non da lui.
Quanto era migliorato? e quanto era cresciuto?
Pensandoci bene lei si era alzata parecchio in altezza, e da una bimbetta tutto pepe era diventata una ragazza alta, esile e longilinea. Forse anche i suoi amici erano cresciuti come lei…
Quel giorno pioveva a dirotto.
Accidenti a quella pioggia e a quell’ammasso di ombrelli…già c’erano migliaia di persone, come avrebbe fatto a trovarli se tutti se ne stavano rintanati sotto quegli scudi colorati e variopinti?
niziò a cercare l’entrata e il punto di iscrizione, presto o tardi sarebbero passati di lì.

Smise di piovere.

Finalmente.

Serrò l’ombrello lilla e proseguì nel suo cammino con il cuore palpitante per l’emozione, non vedeva l’ora di poter rivedere tutti i suoi amici e compagni di avventure! E soprattutto non vedeva l’ora di rivederlo…

E d’un tratto lo vide.

Non poteva sbagliarsi, solo lui poteva avere una pettinatura tanto buffa e singolare. I
niziò a correre con un nodo alla gola.
Goku era lì e c’erano anche Bulma, Laura e il maestro, si sforzò di non piangere mentre li raggiungeva facendosi largo tra la folla.
«Goku!»
Il ragazzo alzò lo sguardo sentendosi chiamare e la vide mentre correva a perdifiato verso di lui. C
ompletamente cambiata nel fisico, ma quegli occhi…. Quelle iridi verde smeraldo erano rimaste le stesse.
Allegre, vivaci, lucenti, talmente profonde e penetranti che avrebbe potuto affogare in esse.
La riconobbe grazie a loro.
Ormai conosceva quegli occhi come le sue tasche, le aveva osservate per così tanto tempo in tutte le loro espressioni che si erano impresse nella sua mente in modo totalmente indelebile.
La ragazza si gettò al collo dell’amico ritrovato.
Era cresciuto così tanto da essere ormai altissimo, anche più alto di Bulma, e lei gli arrivava giusto alla spalla.
Si strinse a lui in un tenero abbraccio aggrappandosi e aderendo al corpo muscoloso di Goku, scolpito da quegli anni di duri allenamenti.
Finalmente poteva risentire il profumo intenso, penetrante con una punta di selvatico, e così rassicurante dell’amico.

Le affondò una mano nella folta massa di capelli dorati saggiandone la morbidezza e le cinse le spalle con l’altro braccio. Quanto le era mancata...solo ora se ne rendeva conto. Quei tre ani passati lontani da lei era stati interminabili, quasi strazianti. Avrebbe potuto separarsi da chiunque, ma non si sarebbe mai più allontanato da lei.
Si sciolsero appena dall’abbraccio e la ragazza lo guardò in viso con gli occhi umidi trovandolo più sorridente che mai. «ti sei fatta grande Miyako, quasi non ti riconoscevo»
«tu sei diventato molto più alto di me! Ti hanno annaffiato?»
Risero assieme ai loro amici e Goku la strinse ancora più a sé comprimendole il viso contro il suo petto muscoloso.

Tutta a un tratto la biondina si staccò atterrita e imbarazzata. Il maestro Muten vedendola così ragazza e così “ben cresciuta” non era riuscito a trattenersi da allungare una mano verso il fondoschiena dell’allieva. «brutto vecchiaccio maniaco pervertito! Non ti vergogni!?!?» si mise a urlare Bulma mentre rifilava un calcio al maestro rompendogli gli occhiali da sole.


Angolo autrice Salve a tutti spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto. Pian piano continuerò la storia. Fatemi sapere se vi piace ;)