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Autore: Diletta_86    17/10/2015    5 recensioni
A volte per non soffrire bisogna solo non guardarsi indietro e buttare il cuore in stand by.
Quello che tenta di fare Gaetano Berardi per non rimanere in balia di un incertezza che aleggia su di lui da troppo tempo.
Questa è essenzialmente la sua storia.
Genere: Azione, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Camilla Baudino, Gaetano Berardi
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza
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Gaetano esce dalle porte scorrevoli dell'aeroporto. L'aria della città è tiepida, esattamente come se la ricordava. Sono passati almeno sei anni, eppure lo sguardo vaga su, nel cielo, a cercare la forma illuminata di un edificio preciso, che svetta su tutti gli altri. Il cupolone stà ancora la. L'uomo sorride, afferrando la sacca con cui è partito. Asciuga una lacrima che ribelle era fuggita dalle ciglia.

Da li era fuggito e li era ritornato. Con niente in mano come al solito, se non una valanga di ricordi che lo uccidevano. Era finita. Era finita perchè lei non aveva saputo scegliere. Codarda fino in fondo. E lui non aveva resistito. S'era voltato ed aveva preso il primo volo. Avrebbe ricominciato, di nuovo. In fondo lo avevano chiamato per una promozione, nei servizi speciali, nome di battaglia " Veleno" , che poi era quello che gli scorreva nelle vene da quel giorno.

Mosse il primo passo, odorando profumi quasi estivi, che la mente ricordava, ma il cuore no. Il cuore era anestetizzato, rimasto a Torino, sepolto sotto la mole.

Basta! Aveva deciso che non ci avrebbe pensato mai più e cosi sarebbe stata. Non era una donnicciola, non più. Digitò tre parole in croce sul cellulare, giusto per avvisare Pasquale del suo arrivo, cosciente che si sarebbe ritrovato il collega sul groppone in meno di cinque minuti se non si fosse fatto sentire con regolarità.

A ben pensarci avrebbe voluto che succedesse. Erano amici da anni ormai, e si ha sempre bisogno di un amico quando si va in missione sotto copertura, serve a ricordarti chi sei.  Non avrebbe potuto nemmeno chiedere ad Eva di mandargli Tommaso, sarebbe stato da incoscienti puntarsi un mirino rosso in fronte a quel modo.

Per fortuna non aveva mai dato via il suo appartamento. Anche se rientrarci era un po’ come fare un tuffo in apnea fino al Titanic. Ma tanto li dentro ci avrebbe vissuto ben poco. Contava di farsi infilare nel caso più incasinato che avessero già a partire dall’indomani mattina.

 

Poggiò le chiavi sulla consolle, lasciò cadere la borsa e si tuffò sul divano. Perché era davvero sfinito. Afferrò una delle bottiglie lasciate in casa dai tempi del millennio, la spolverò con una mano. Bourbon. Bene. Di sicuro il Bourbon non scade.  Lo stappò, facendo cigolare il sughero nel silenzio. Attaccò il primo sorso che bruciava fino allo stomaco come le fiamme dell’inferno. Ma doveva dormire, e se voleva dormire quello era il solo sistema. Pazienza se poi gli incubi lo avrebbero rincorso per quel poco di tempo. Quelli se ne vanno sempre quando sorge l’alba.

 

I bicchieri divennero due e poi quattro, annebbiando i pensieri. L’ultimo pensiero cosciente fu puntare tre sveglie, il cellulare, la sveglia di camera ed il timer della cucina. Forse tutti insieme gli avrebbe sentiti.

 

La nebbia del sogno si dirada. 

Gaetano è di nuovo a casa sua, a Torino.

Di nuovo quella maledetta serata.

Come prevedibile la separazione non è andata a buon fine. Renzo ha tirato fuori dal cilindro l’ennesimo trucco e Camilla non ha opposto resistenza più di tanto. Vuoi per Livietta, vuoi per Camilla Jr. L’ultima nata. E così il castello di carte è crollato. Mesi di insicurezze ritornano a far capolino da dietro la porta dell’inconscio ed è così che le orecchie non ascoltano.

“Camilla ma...”

“Non cambierà niente G. è solo del tempo che scorre.”

 

Raccontala ad un cuore malandato che il tempo scorre. Lui non riesce nemmeno a capire se lei sia seriamente innamorata o se è solo un perverso gioco di letto. Non può reggere altrimenti. Anche perché di tempo non ne ha infinito. Ha ricevuto una convocazione per una promozione proprio quella mattina.

“Non ci credo… tu non cambierai mai… a te le cose vanno bene come stanno: un marito una figlia una nipote ed un amante. Io. Ma io non sono il tuo amante!”

C’era stato poco altro da aggiungere, aveva girato i tacchi e se ne era andato. Accettando l’incarico. Non era neppure passato a casa a prendere il bagaglio, utilizzando quello di emergenza dell’ufficio. Non avrebbe visto null’altro. Esattamente come quando era partito per Milano.

 

Si svegliò di scatto gridando. Una sola parola. Un nome. Camilla. 

   
 
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