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Autore: _Karis    18/10/2015    10 recensioni
In cui Thomas ha una cotta per Brenda, ma si ritrova ad essere il ragazzo di Newt a causa di una scommessa persa - perché Minho lo odia e non tiene minimamente conto dei suoi sentimenti. O forse avrebbe dovuto semplicemente dirgli che odia Newt.
I suoi si definiscono "genitori moderni", Chuck minaccia il suo non-ragazzo con un fucile e Teresa esce con Gally. A quanto pare, la sua vita sta andando a rotoli e Thomas non può farci nulla. O forse sì.
|| Newt/Thomas || Pretend Relationship || HighSchool!AU ||
 
« E ricordate che siete una coppia e che le coppie amano il contatto fisico, tipo mani intrecciate e quelle smancerie lì, si parlano dolcemente e si baciano » rammenta loro infine con un sorriso sadico in volto.
Thomas quasi si strozza con la sua stessa saliva.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Minho, Newt, Newt/Thomas, Teresa, Thomas
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Piccolo avviso di servizio: questo è l’ultimo capitolo. So che avevo detto che ne mancavano due, ma a causa dello studio e di altri svariati impegni l’epilogo sarebbe arrivato dopo millenni e non mi sembrava davvero il caso. Quindi ho deciso di eliminarlo più o meno – nel senso, l’ho drasticamente accorciato rispetto a quello che pensavo originariamente per riuscire ad essere in “orario” con la pubblicazione. In pratica il penultimo capitolo si è trasformato nell’ultimo capitolo+una piccola chiusura. Spero davvero possiate apprezzarlo lo stesso. Okay, chiudo qui. Ci si vede nelle note infondo per gli ultimi ringraziamenti ^^


 

 

 

 

 

#mai mai mai mai

 

 

 

 

 

Alla fine, esitante, decide di premere il pulsante per rispondere. Il cuore gli batte all’impazzata contro il petto, quasi a volerlo sfondare, mentre uno strano calore gli prende lo stomaco.

 « Pronto? ». Si vergogna di quanto la sua voce possa apparire speranzosa e bisognosa all’idea di poter parlare con Newt. La tensione visibile sul suo volto, tuttavia, scompare non appena sente la fastidiosa voce di Minho ridere dall’altro capo del cellulare. E un incredibile delusione lo assale e lo schiaccia, perché ci ha sperato davvero che fosse Newt.

 « Perché mi chiami con il telefono di Newt? » chiede Thomas sprezzante, senza nemmeno provare a nascondere l’amarezza che prova in questo momento. Pensa solo che sia stato crudele farglielo credere, che Newt chiamasse per lui, e poi spezzare subito l’illusione che stesse accadendo realmente.

 « Avevo bisogno di un’ulteriore prova » dice solamente Minho e Thomas non sa di cosa diavolo stia parlando, sinceramente non gli interessa nemmeno troppo. Ora come ora vorrebbe solo riattaccargli il telefono in faccia e riavere indietro il telecomando. Non sa perché non metta giù.

 « L’hai ottenuta? » domanda stancamente, più per circostanza che altro. Sospira pesantemente, dopo aver finito di parlare, e chiude le palpebre per qualche secondo.

 « Beh, sì » borbotta Minho e Thomas rimane in silenzio. Non si dicono nulla per diversi minuti, c’è solo il suono dei loro respiri, poi Thomas si rizza improvvisamente e: « Newt è lì con te? » chiede, non si preoccupa nemmeno di nascondere il desiderio ben presente nella sua voce. Non vuole parlargli direttamente, vuole solo … in realtà, non sa nemmeno lui cosa vuole esattamente.

 « Più o meno – risponde Minho – cioè, io sono in camera sua, mentre lui sta preparando qualcosa da mangiare giù in cucina. Io teoricamente dovrei essere in bagno » borbotta sovrappensiero. Thomas rotea gli occhi al cielo, perché non capisce dove voglia arrivare Minho con quella sua specie di confessione.

 « Ti va di raggiungerci? – domanda all’improvviso – Newt non sa cucinare, nonostante voglia sempre provarci. Potresti portare delle pizze con te. Sonya ed io te ne saremmo eternamente grati, quasi sicuramente anche Newt » blatera sovrappensiero. Thomas si morde il labbro inferiore e: « No. » dice senza nemmeno pensarci. Può percepire il sopracciglio di Minho inarcarsi e un’espressione totalmente contrariata farsi largo sul suo viso, nonostante non sia fisicamente davanti a lui.

 « Hai davvero di meglio da fare? » gracchia Minho, leggermente alterato dalla risposta ricevuta – chiaramente quella che non voleva sentirsi dire.

 « Sto guardando Notting Hill ».

 « Teresa mi ha detto che stai fissando il televisore spento – ride malignamente Minho e Thomas pensa solo che sua sorella è una maledetta ingrata ed una traditrice, perché non può semplicemente lasciarlo in pace a piangersi addosso per la sua stupidità? In fondo, è quello che si merita – Dai, Thomas, tu e Newt dovete parlare per davvero e la pizza è un buon punto di partenza. La pizza è panacea universale, lo sai » ridacchia distrattamente Minho. Thomas respira pesantemente, perché non vuole accettare in alcun modo, ma alla fine, senza rendersene davvero conto, forse perché sa che Minho continuerà a tartassarlo, forse perché in fondo vuole sistemare le cose con Newt, dice di sì.

 

 

 

 

 

È stato imbarazzante: dopo essere arrivato a casa di Newt con quattro cartoni di pizza fumanti – in macchina con sua madre, maledizione, perché non ha ancora preso la patente? – è rimasto alcuni minuti a fissare il legno della porta prima di trovare la forza per suonare il campanello. Sonya ha aperto di scatto e come una furia gli ha preso i cartoni dalle mani, annusandoli a pieni polmoni come se non aspettasse altro, poi ha fatto cenno di entrare a Thomas con il capo e ha urlato che la cavalleria era arrivata a salvarli dalla cucina avvelenata di Newt. Thomas ha percepito chiaramente un grugnito e un urlo di gioia.

Quando è entrato in cucina, Newt l’ha guardato per alcuni minuti, spaesato, poi ha sorriso, inclinando appena il capo verso destra, e Thomas si è sentito un po’ meglio nel vedere le labbra del ragazzo piegarsi in quel modo.

Sonya ha apparecchiato velocemente il tavolo e poi ha consegnato ad ognuno di loro una pizza. Minho l’ha addentata famelico, dopo averla divisa in quattro fette, e ha parlato per tutto il tempo, cercando di coinvolgere nella conversazione i due amici. Il risultato, in ogni caso, non è stato dei migliori: Minho ha continuato a blaterare di tutto e niente per un tempo apparentemente interminabile insieme a Sonya, mentre Thomas è rimasto in silenzio e Newt ha fatto qualche cenno di assenso ogni tanto. Probabilmente la serata sarebbe andata avanti così – con Minho e Sonya a parlare, Newt ad annuire distrattamente e Thomas rinchiuso nel suo silenzio – se Minho non si fosse alzato di scatto e fosse uscito dalla stanza senza alcuna spiegazione, seguito da Sonya. Prima di chiudersi la porta alle spalle, Sonya ha sorriso in maniera rassicurante ai due ragazzi e poi a girato la chiave nella serratura, chiudendoli nella stanza. Per questo motivo, ora Newt e Thomas si ritrovano rinchiusi in cucina, da soli, a fissarsi come due deficienti.

 « Questo è leggermente eccessivo » borbotta Newt tra sé e sé, riferendosi alla porta chiusa a chiave. Thomas non è sicuro che il ragazzo sia in cerca di appoggio o voglia un qualche tipo di risposta, per cui rimane in silenzio. Si morde il labbro inferiore, a disagio, mentre sbatte ritmicamente il piede destro contro il pavimento a causa dell’agitazione.

Newt dice qualcosa, ma lo fa talmente piano che Thomas non è sicuro che delle parole siano effettivamente uscite dalle sue labbra, e poi si scusa con voce insicura per avergli gettato tutto addosso. E Thomas si sente stupido e in colpa perché non è Newt quello che deve scusarsi, ma lui, è lui che non capisce, che dà le cose belle che ha per scontate, che si comporta come una maledetta testapuzzona.

 « No, – dice Thomas senza alzare lo sguardo – no. Avevi ragione tu, su tutto, io … è colpa mia ».  Thomas non riesce davvero a parlare del tentativo di Newt di togliersi la vita, in realtà non vorrebbe nemmeno pensarci, nonostante il fatto lo perseguiti ovunque. La sola idea lo fa stare male, non può credere che Newt – Newt – ci abbia davvero provato.

 « Quindi … – sussurra Newt, insicuro – potremmo provare ad essere amici, nel senso, sul serio questa volta ». Sorride, mentre lo dice, e Thomas pensa solo che no, non può farlo. Non può davvero accettare Ben e vedere che ha quello che lui ha perso, non ne è semplicemente in grado.

 « Io non voglio essere tuo amico » asserisce con tono sicuro Thomas, alzando lo sguardo su Newt, giusto in tempo per vedere il sorriso sul suo volto scomparire, mentre un’espressione ferita prende il suo posto.

 « Pensavo – mormora Newt, martoriandosi le labbra nel processo – pensavo che avessi cambiato idea su di me, io credevo … – la voce gli trema appena e le mani sono in continuo movimento. Ad un tratto si ferma, come ad aver capito qualcosa, e punta lo sguardo ferito su Thomas – Ti piace ferirmi » asserisce con tono flebile. Ed è un’affermazione, non una domanda, Thomas ne è perfettamente consapevole e no, maledizione, dopo tutto quello che è successo, ferirlo è l’ultima cosa che vorrebbe fare. Ora come ora, vorrebbe baciarlo, forse, se non sapesse che è tremendamente sbagliato.

Thomas boccheggia, colto alla sprovvista, mentre Newt si alza e va verso alla porta. La colpisce con i pugni un paio di volte, mentre chiede di farlo uscire e la sua voce è rotta. È deluso, ferito e Thomas non sa cosa fare. Forse, dovrebbe solo trovare un po’ di coraggio e smetterla di pensare. Si alza dalla sedia e si avvicina a Newt. Il ragazzo non lo sente, così, quando Thomas gli prende un polso, sobbalza impercettibilmente. Thomas lo costringe a girarsi in modo tale da poterlo guardare in volto e vede che Newt si è morso il labbro inferiore con tanta forza da farlo sanguinare. E Thomas ha scollegato il cervello, non pensa davvero più – non gli interessa di Ben, né tantomeno del pugno che Newt potrebbe tirargli – e si sporge per premere le labbra su quelle di Newt. Il bacio sa di sangue, rabbia e amarezza, ma è Newt che sta baciando e in qualche modo Thomas sente che può bastargli questo per sentirsi un po’ più felice.

Ha chiuso le palpebre, spaventato dalla possibile reazione dell’altro ragazzo, ma poi Newt ha dischiuso le labbra e ha ricambiato il bacio. Thomas ha appoggiato i palmi sui suoi fianchi per avvicinarlo un po’ di più e i loro nasi hanno cozzato malamente. Newt ha ridacchiato nel bacio e il cuore di Thomas ha perso un battito nel sentire la sua risata leggera. E poi Thomas si allontana improvvisamente.

 « Mi dispiace » dice, passandosi una mano tra i capelli. Newt lo guarda interrogativo per qualche secondo e: « Ti dispiace? – ripete come se non fosse sicuro di aver sentito bene – Ti dispiace avermi baciato? » domanda e nel suo tono è percepibile una punta di esasperazione e amarezza.

 « Cos-? No! – ribatte subito, ma poi si rende conto di quello che ha detto – cioè, sì. Voglio dire, no, nel senso … io, Ben » prova a formulare confusamente, ma tutto quello che gli esce alla fine è un’accozzaglia di parole buttate alla rinfusa senza un vero ordine logico e un grugnito causato dalla frustrazione.

 « Ben? – domanda Newt, incrociando le braccia al petto – Cosa centra Ben? ». Ha lo sguardo confuso e Thomas si sente preso in giro da questa domanda.

 « Sonya mi ha detto che sei uscito con lui – dice – ho pensato che … » borbotta, ma viene subito interrotto da una risata.

 « Ben e io non usciamo insieme – afferma seriamente Newt, ma il sorriso è ancora presente sulle sue labbra. La sua espressione si è fatta appena più serena – Sono andato da lui, perché ti ha picchiato, Tommy, e va bene, è stato sospeso, ma ho pensato di dover mettere un taglio a questa sua gelosia infondata » spiega e Thomas si sente inspiegabilmente felice e più leggero dopo questa informazione. Poi sul viso di Newt torna un velo di incertezza e: « Tu provi qualcosa per me? » chiede, insicuro.

Thomas sorride, vuole essere sincero.

 « Sì, » dice senza nessun tipo di esitazione. Newt abbassa lo sguardo sui propri piedi e Thomas può vedere le sue guance chiazzarsi di un rosso leggero.

 « Tu vorresti stare con me? » domanda e la sua voce appare ancora incerta, nonostante Thomas gli abbia detto che i sentimenti nei suoi confronti sono cambiati.

 « Sì, – ripete, cercando il suo sguardo – lo vorrei, anche se non lo merito » aggiunge sincero. Newt si passa la lingua sulle labbra velocemente, un gesto che è solito fare quando è nervoso, e poi bacia Thomas. Passa le mani tra i suoi capelli, non c’è nemmeno un attimo di esitazione. Le loro labbra si scontrano e si incastrano perfettamente, e Newt passa la lingua sul labbro inferiore di Thomas prima di insinuarsi nella sua bocca. E sorride, ride, mentre si stringe a lui, felice.

Newt si allontana di poco da lui, diversi minuti dopo, tenendo le braccia allacciate al suo collo.

 « Io ti piaccio » dice tra sé e sé, poi con un sorriso accennato sul volto e senza guardare Thomas in viso: « Bene, perché tu piaci a me » aggiunge, più a se stesso che al ragazzo di fronte a lui.

Thomas si ritrova inevitabilmente a sorridere. Gli posa un bacio veloce sulle labbra, dopodiché fa scontrare le loro fronti. Rimangono fermi in quella posizione, finché non sentono un tonfo sordo, come di un capo che viene colpito con uno schiaffo particolarmente forte, e un successivo lamento.

Thomas si districa controvoglia da Newt per avvicinarsi alla porta chiusa e appoggia l’orecchio alla superficie liscia. Newt è vicino a lui e lo guarda con occhi curiosi.

 « Non sento più nulla ». È appena un sussurro, ma Thomas può dire con una certa sicurezza che si tratta della voce di Minho. Scuote la testa, divertito al pensiero che Sonya e Minho abbiano passato tutto il tempo attaccati alla porta per essere sicuri andasse tutto nel verso giusto. Thomas si scopre ad essere grato nei loro confronti.

Con un tono di voce appena udibile dice a Newt quello che hanno fatto la sorella e Minho. Newt inarca un sopracciglio e la sua espressione è un misto di contrarietà e rassegnazione, poi sbatte il pugno contro la porta e: « Pensate di tenerci chiusi qua dentro o ci fate uscire? » urla per essere sicuro lo sentano. Intreccia le dita della mano sinistra con quelle di Thomas, che si morde il labbro nel tentativo di nascondere un sorriso.

 « Solo se quello che vedremo ci piacerà » grida di rimando Sonya. Thomas può immaginarsi benissimo il suo volto e l’espressione beffarda che sicuramente ha. Immagina la sua figura snella appoggiata distrattamente contro il muro  e le braccia incrociate al petto.

 « Sonya » si lamenta Newt, roteando gli occhi al cielo, ma la serratura non scatta.

 « Assicuramelo! » urla Sonya e Thomas percepisce benissimo la risata di Minho. La situazione ha un non so che di comico e familiare, Thomas potrebbe farci tranquillamente l’abitudine.

 « Te lo prometto » assicura al posto di Newt Thomas, mentre stringe la presa sulla sua mano. Newt lo guarda con la coda dell’occhio e si lascia sfuggire un piccolo sorriso.

A quel punto la porta si apre e, prima che se ne rendano veramente conto, Sonya li ha stretti in un abbraccio, facendo cozzare malamente le loro tempie.

 « Finalmente, teste di cazzo! » gracchia, felice, mentre nasconde il volto nell’incavo del collo. Minho sta scuotendo appena la testa e, quando si accorge di avere gli occhi di Thomas puntati su di lui, sorride e: « Ringraziami, pive » ride. E forse, stupidamente, Thomas lo fa, perché gli sembra tutto così incredibilmente perfetto e giusto che quasi fatica a crederci. Almeno fino a quando Newt non lo bacia di nuovo.

 

 

 

 

 

#epilogo

 

 « Neeeewt, – si lamenta Thomas con un tono leggermente infantile – fammi un po’ più di spazio », ma Newt non si sposta di un millimetro, limitandosi a grugnire qualcosa sul fatto che il letto sia il suo. Thomas rotea gli occhi al cielo, mentre si stringe maggiormente contro l’altro ragazzo. Il letto di Newt è sicuramente comodo per una persona, essendo ad una piazza e mezza, ma, quando si tratta di condividerlo, diventa magicamente ingestibile. Questo, in ogni caso, non li ferma dal dormire insieme.

 « Io sono il tuo ragazzo, ho diritto ad una porzione di letto maggiore » sbotta Thomas contro la clavicola nuda di Newt, che ridacchia distrattamente. Thomas mastica un insulto affettuoso tra i denti, prima di iniziare a lasciare una scia di baci lungo il collo di Newt, per passare poi a mordergli il mento e infine ad arrivare alle sue labbra. In qualche modo, Thomas riesce a spostarsi sopra il corpo di Newt, mentre si baciano, ma subito il ragazzo dai capelli biondi mette fine a quello scambio di effusioni.

 « Sarà meglio prepararsi prima che arrivi mio padre, – dice pigramente con la voce ancora impastata di sonno – non è proprio il caso farsi trovare nudi a letto » ridacchia. Thomas sbuffa contrariato, prima di lasciarsi cadere nuovamente al fianco di Newt.

Non gli piace il padre di Newt – o meglio, lo detesta e, d’altronde, ha mille buoni motivi per avere una pessima considerazione di lui. La prima volta che si sono incontrati, l’uomo l’ha cacciato di casa furioso, lanciandogli dietro tutto quello che gli capitava per mano e urlando svariati improperi. Newt ha passato tutta la settimana successiva a scusarsi con lui e Thomas potrebbe aver approfittato un po’ della situazione, richiedendo un numero smisurato di baci fuori luogo.

Ha scoperto, poi, che a Sonya il padre riserva un atteggiamento leggermente diverso da quello che tiene nei confronti di Newt: prima che venisse espulsa dal collegio femminile a causa di una rissa, era la sua bambina preferita, ora invece è una sciagurata ragazzina viziata. Le rivolge ancora la parola, ma con un tono astioso e di rimprovero. Ed è anche per questo che Thomas cerca di portare via sia Newt sia Sonya, quando il padre è in casa.

Adesso Sonya frequenta la scuola pubblica, la stessa del fratello, ed ha iniziato ad uscire con Minho. Newt gli ha confessato che Sonya aveva una cotta per lui da millenni, ma il ragazzo non aveva mai pensato a lei in quei termini, in quanto sorella minore del suo migliore amico. Newt non sa bene cosa sia successo per fargli cambiare, fatto sta che è contento per loro, ma Minho morirà tra atroci sofferenze se prova solo a fare del male alla sua sorellina.

 « Sei un guastafeste » borbotta contrariato Thomas, ma alla fine si alza dal letto. Raccoglie la sua biancheria intima e i vestiti, dopodiché li indossa lentamente. A quel punto il musetto grassoccio di Bacon fa capolino nella camera e il gatto trotterella verso Thomas, alla ricerca di coccole. Thomas sorride all’animale e: « Ciao, mia adorata Palla di Lardo » lo saluta, prendendolo in braccio. Bacon sembra aver rivalutato completamente Thomas e quest’ultimo, nonostante i nomignoli crudeli, si è realmente affezionato al gatto.

 « Ho come la sensazione che Bacon prenderà presto il mio posto nel tuo cuore » scherza Newt, costringendosi ad alzarsi dal letto e a vestirsi a sua volta.

 « Non scherzare, – ride Thomas – Fat-Bacon sa come farsi amare » aggiunge, ma, dopo aver dato un ultimo grattino dietro all’orecchio del gatto, lo posa a terra e si avvicina a Newt per baciarlo. E, mentre lo stringe a sé e lo bacia, non pensa più all’odioso padre di Newt, al fatto che Teresa stia con Gally, al fatto che sua madre sembra volerlo sostituire con Newt, a Ben che lo vuole morto, alle allusioni poco velate di Harriet e alle mille foto che scatta Sonya di loro due, non pensa a niente, perché, quando è con Newt, nulla sembra più avere troppa importanza. Tranne loro due, insieme, tranne Newt. È una sensazione nuova, appagante e avvolgente, lo prende completamente e a volte lo lascia senza fiato, ma gli piace e forse – forse – non può più farne a meno.

 

 


 Ebbene sì, siamo giunti alla fine di questa storia e, wow, sono davvero felice di essere stata in grado di concluderla in tempo e soprattutto del fatto che sia piaciuta a diverse persone ^^ e, a proposito di questo, ci tengo a ringraziare chi ha seguito/ricordato/preferito, chi a fatto “passa parola” e soprattutto chi mi ha lasciato un parere. È soprattutto grazie a voi se la storia ha trovato la sua fine ^^ Se vi va, fatemi sapere cosa ne pensate. Io intanto metto la spunta su “completa” ;)

   
 
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