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Autore: Napee    19/10/2015    9 recensioni
[future!AU dal nono capitolo]
Rin è cresciuta al villaggio con la sporadica presenza del suo "Signor Sesshomaru", ma come si evolverà il loro rapporto?
***
Era da quando l'aveva lasciata al villaggio che lei lo sognava, ogni notte, ogni singola notte, per dieci anni,lei lo aveva sognato.
Sognava il suo "Signor Sesshoumaru" che tornava a prenderla, che le accarezzava il viso come quando era piccola, ed ogni mattino era sempre una tortura doversi svegliare ed interrompere quel dolce idillio.
***
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rin, Sesshoumaru | Coppie: Rin/Sesshoumaru
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
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1.Sogno o realtà?

Il sole stava sorgendo dando inizio ad un nuovo giorno, ma l'ennesimo dei tanti al villaggio.
Già si potevano sentire i passi degli uomini che andavano a lavorare i campi, o le voci delle donne che si recavano al fiume per prendere l'acqua o per lavare i panni.
Rin invece sembrava non avere nessuna intenzione di alzarsi, ancora si rigirava nel futon cercando di prolungare il più possibile il suo sonno reso difficile dalla grande calura che incombeva già di prima mattina.
Una leggera brezza le accarezzò i capelli scompigliandoli leggermente ed andando a donarle un po' di refrigerio.
"Dovresti svegliarti" le sussurrò una voce familiare al suo orecchio.
Sembrava proprio la voce di Sesshomaru, ma lei sapeva di stare sbagliando.. lui non la svegliava mai, non si spingeva mai così vicino al villaggio se non di notte, e poi ormai erano anni che lo sognava o sognava la sua voce, quindi non se ne stupì più di tanto.
Era da quando l'aveva lasciata al villaggio che lei lo sognava, ogni notte, ogni singola notte, per 2 anni,lei lo aveva sognato.
Sognava il suo "Signor Sesshomaru"(che di "suo" aveva ben poco) che tornava a prenderla, che le accarezzava il viso come quando era piccola, ed ogni mattino era sempre una tortura doversi svegliare ed interrompere quel dolce idillio.
"Alzati, Rin" disse autoritaria la voce di Sesshomaru.
Era davvero convincente, quasi le sembrava che lui stesse accanto a lei e stesse cercando di svegliarla.. cavoli, quel giorno era davvero convincente.. ma non abbastanza.
Per far tacere quella voce fittizia, Rin si girò nel futon accomodandosi meglio  per riaddormentarsi.
In barba alla sua coscienza con la voce di Sesshomaru!
Ad un tratto percepì qualcosa di soffice sfiorarle una guancia.
Scacciò via quella sensazione strana strusciandosi la parte interessata con la mano, ma le sue dita incontrarono qualcosa prima della sua pelle, qualcosa di soffice, peloso e setoso..inconsciamente pensò subito alla coda del demone che l'aveva cresciuta.
Magari in quel momento era lì con lei e quella voce che sentiva era davvero la sua.
Al sol pensiero, scattò seduta sul futon credendo che lui fosse davvero lì, magari quella "cosa soffice" era davvero la sua coda, magari lui era davvero lì con lei... per lei.
Si guardò intorno con ansia ed aspettativa, magari lui era lì, magari lui era passato a prenderla per portarla via!
Con suo rammarico, però, scoprì di esser sola nella stanza.
La finestra si era aperta all'improvviso e la brezzettina era entrata così, ma quel contatto soffice non se lo spiegava proprio... liquidò comunque la questione credendo di esserselo immaginato, dopotutto era impossibile che il grande Sesshomaru si spingesse fin nel centro del villaggio per poterla vedere.
D'accordo che per lui era un'umana importante, sicuramente l'unica umana di cui gli importasse qualcosa, ma certamente non lo era poi così tanto da farlo entrare in un villaggio di umani.
Sorrise amaramente a quei pensieri, chissà se sarebbe mai stata la cosa più importante per lui, chissà se mai sarebbe tornato a prenderla.
 
 
Sesshomaru se ne stava appollaiato su di un ramo di un albero al limite del villaggio, ma non troppo lontano da impedirgli la vista della sua Rin.
 
Da quando l'aveva lasciata controvoglia al villaggio si sentiva solo, e per lui che era sempre vissuto girovagando solitario era davvero paradossale.
I primi tempi aveva soppresso quella sensazione stranamente nuova  portandole dei doni pregiati come: libri, spilloni per i capelli o gioielli quando raramente passava dal villaggio.
In quel modo poteva avvicinarsi a lei e starle accanto un giorno intero senza mai però sacrificare i suoi piani per l'accrescimento di potere.
Poi, col passare del tempo, quella sensazione aveva iniziato a riproporsi più frequentemente, tanto che spesso rinunciava ai lunghi viaggi per poter tornare indietro e rivederla il prima possibile.
Non capiva di preciso se fosse solo la nostalgia della sua presenza o proprio la voglia di rivederla, a spingerlo ad intrufolarsi nel villaggio la notte di nascosto, solo per starle accanto e guardarla dormire al suo fianco e magari accarezzare la sua pelle nivea.
 Fatto sta che ,dopo un po' di tempo che andava avanti così, si sentiva troppo dipendente da una bimba umana.
Decise quindi di intraprendere un lungo viaggio che lo avrebbe portato lontano da lei per vari anni, ma dopo pochi mesi di cammino, si era reso conto della sua stupidaggine ed era tornato il prima possibile da lei, da un'umana.
Ma non era un'umana qualunque, lei era la sua Rin, quella dolce bimba che  aveva sciolto il suo gelido cuore... ma per quanto ancora sarebbe stata sua?
Presto o tardi, Rin sarebbe cresciuta e si sarebbe trasformata in una donna pronta per andare in sposa ad un uomo.
A quel pensiero, Sesshomaru si era trovato a sopprimere un ringhio gutturale di disapprovazione.
Il solo pensiero che la sua Rin venisse toccata, o ancor peggio, da un vile uomo gli faceva ribollire il sangue.
Lei, così perfetta, così dolce, non doveva finire ad un insulso umano, benché appartenesse anche lei a quella specie, Sesshomaru la considerava come la più pura delle creature, il più bel fiore del Giappone che non meritava di essere contaminato dalla malvagità umana.
Rin meritava di meglio...e forse fu il suo ego a suggerirgli la risposta, ma a Sesshomaru parve la più giusta.
Rin era una creatura sublime bisognosa di protezione,forse l'unica degna della sua protezione, e forse anche di più ,dato che in passato non aveva mai esitato a mettere a rischio la sua vita per lei.
Forse era davvero lui l'unico degno di proteggerla fino alla fine dei suoi giorni.
Spinto dai suoi pensieri egoistici gli aveva donato il primo kimono quando ancora era una bambina.
Col tempo poi l'aveva vista crescere e farsi donna divenendo ancora più bella, e, incurante di tutto, aveva continuato a donarle i kimono più pregiati e ambiti dell'intero Giappone, conscio comunque di ciò che significasse.*
Anche quella mattina, mentre la osservava attentamente attraverso la finestra aperta, ancora si chiedeva come potesse esser così dipendente da lei.
In principio credeva di provare un affetto fraterno nei confronti della piccola, una sorta di strana empatia,ma poi col tempo qualcosa era cambiato.
Inizialmente credeva che avendole donato il primo kimono, il suo gesto non fosse che l'ennesimo tentativo di proteggerla dal mondo, ma poi ,però, col passare del tempo, forse si era abituato all'idea di prenderla in moglie dato che non gli sembrava un'idea poi così assurda,dopotutto era pur sempre la sua Rin e non un'umana qualunque.. ma adesso?
Rin era una giovane donna, pronta per prendere marito e lui aveva già monopolizzato la sua vita senza curarsi minimamente di lei o dei suoi sentimenti.
Aveva accettato il kimono, dunque erano fidanzati fin da quando lei aveva dodici anni, ma a quel tempo forse non sapeva il significato del suo gesto, magari adesso era innamorata di qualche suo coetaneo e stare con lui era l'ultimo dei suoi desideri.
 
Non appena la vide uscire dalla capanna, Sesshomaru spiccò il volo diretto al luogo dove aveva abbandonato il suo fedele Jaken.
Non voleva ancora vederla, non era il momento giusto, prima doveva far chiarezza nella sua mente e nel suo spirito.

 
 
* lo sapranno anche i muri, ma è sempre bene chiarire.
In Giappone, quando un uomo regalava un kimono (o la stoffa per il kimono..momentaneamente non me lo ricordo xD) ad una donna,in verità  la stava chiedendo formalmente in sposa, e se la giovincella accettava il dono, automaticamente accettava anche le nozze.

 
 
Buon salve!!
Lo so, lo so.. sto già scrivendo un sacco di storie, sono sempre in ritardo con gli aggiornamenti e che faccio? ne scrivo una ex novo..
Sono pronta per un'altra fustigazione sulla pubblica piazza T_T
Ma comunque..Vi è piaciuto come inizio? *^*
L'ho scritta di getto, quindi se c'è qualche strafalcione grammaticale vi prego di farmelo notare e provvederò a correggerlo quanto prima :D
Alla prossima..
Un bacio!!


Piccola Anteprima
1 "Non sapevo che saresti tornato... non così presto almeno!"
2 "Prima o poi sarei tornato, qui c'è la mia famiglia"
  
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