20/10/2015
4 recensioni [Che cosa c’è in un nome? Quella che noi chiamiamo rosa, anche chiamata con un’altra parola avrebbe lo stesso profumo soave.]
Cit-William Shakespeare.
[Dare un nome alle cose è la grande e seria consolazione concessa agli umani.]
Cit-Elias Canetti.
[I nomi sono una chiave importante in quello che il valore della società. Gli antropologi riconoscono il nome come uno dei metodi principali per imporre un ordine alla percezione.]
Cit-David S. Slawson.
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Four.
Un nome, intriso di rancori, un inganno che, anziché nascondere la realtà dei fatti, la racconta in maniera distorta.
Sono quattro lettere costituenti di una maschera ben congegnata, atta a non celare il volto, bensì l'anima. E il cuore.
Il cuore di un ragazzino che batte con passione, seguendo la cadenza dettata dalle emozioni forti, dalle paure che offuscano il coraggio, dai sogni adolescenziali, dalla vita che gli riferiscono i suoi sensi.
Il cuore di un mostro che rincorre un ritmo impetuoso, anormale, morto nella sua vitalità. Segnato da vuoti incontenibili, deformato dal peso degli errori commessi -tanti, troppi-, dalle domande lasciate aperte, dalle porte chiuse e dalle parole non dette, sfregiato dall'ira e dai sensi di colpa.
Rio.
Sono solo tre simboli alfabetici allacciati tra loro che portano alla denominazione di tante persone. Tre tasselli incastonati come in un puzzle, tre chiavi che aprono tre rispettive casseforti del loro spirito.
Merag.
Un piacevole intreccio di lettere dal significato enigmatico. Un vocabolo nostalgico, appartenente al passato, tuttavia mai rimosso dai ricordi.
Ci sono tante Rio e tante Merag nell'universo, ma solo una è sia Rio che Merag.
Uno solo è l'ibrido che mantiene la caratteristica impetuosa di un fiume in piena di Rio e l'ambiguità di Merag, due peculiarità che racchiudono al loro interno una personalità forte e decisa ma al contempo fragile ed emotiva; due risvolti della stessa medaglia frastagliata da vecchi rancori e nuove difficoltà. Complessità di amare, di comprendere, di lasciar correre, di accettare.
Ma è davvero così intricato accettare le scuse, dimenticare i fatti, pensare al futuro?
Cathy.
A volte è un diminutivo, altre un nome proprio che in greco è associato alla purezza. Purezza di cuore, di animo, di pensiero, di etica. Un nome accomunato a degli individui che presentano le medesime caratteristiche.
O almeno così dovrebbe essere.
Una delle tante ragazze che calza il suo nome vacilla nell'incertezza di questa unione.
Si può per caso definire pura una persona corrosa dall'invidia, dispettosa, vendicativa, violenta e presuntuosa?
No.
Di limpidi in Cathy ci sono solo gli occhi; delle iridi che ostentano la timidezza, la bontà e la generosità.
Ma questo è solo ciò che si scorge all'apparenza, quello che un comune individuo riuscirebbe a leggere manifestamente nella loro chiara superficie. Se si raschia più a fondo cosa si trova?
Sporcizia.
Una lordura nascosta per bene fra le pieghe del suo animo, lontana dagli sguardi indagatori di tutti.
Cathy è marcia, marcia dentro, infangata fino alla radice, pregna di frustrazione a causa di una continua sofferenza che le ha mangiato l'infanzia, spezzato la pubertà e demolito l'esistenza.
Vittima di una disastrosa piega degli eventi, succube di un amore non corrisposto che la sta lentamente uccidendo dentro e con come unica compagna la solitudine, Cathy trascorre una vita senza pilastri a cui appoggiarsi, desideri da realizzare, appigli a cui aggrapparsi. A proposito di questi ultimi, forse uno c'è, ma è debole quanto lei e non riuscirà mai a sorreggerla del tutto, l'unica cosa che potranno fare sarà sostenersi a vicenda.
Shark.
Nient'altro che uno scudo, una necessità, una scelta obbligata, un'arma a doppio taglio. L'unica soluzione rimasta dal sapore amaro della crudeltà e dall'odore acre della ferocia, ma con anormali sprazzi vogliosi di redenzione.
Reginald.
Un appellativo, dalle parvenze aristocratiche, soffocato dal passato e ucciso dal presente, un'identità, persa in un momento di crisi e mai ritrovata.
Un desiderio, contornato da una richiesta d'aiuto, riconoscibile inizialmente in un sussurro flebile, ma col tempo divenuto un urlo muto che aggredisce il cuore.
Poi una costante ricerca: ricerca di se stessi, della verità lontana e che continua sfuggire, di un faro che illumini la strada, di una guida, di una certezza, di una stabilità.
Sì, una stabiltà: un punto fermo in un costante caos di frammenti di vita nomadi che si scontrano in contrasti di ideali, orizzonti, angosce senza fine.
E quella pesante urgenza di crescere e maturare in un mondo che i bambini li divora senza pietà. Shark se ne è accorto e ha agito di conseguenza. Reginald al contrario avverte l'urgenza di divertirsi, sperimentare, lasciarsi tutto alle spalle, rinascere, vivere. O meglio, di iniziare a vivere dopo tanto tempo perso, per davvero però.
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Piccole spiegazioni prese da qui e qui:
Rio: un nome maschile che ha origine dalla cultura spagnola. Rio significa fiume.
Cathy: un nome femminile che ha origine dalla cultura greca. Cathy significa puro.