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Autore: Chocolate_senpai    20/10/2015    0 recensioni
Siamo in una nebbiosa Londra di fine ottocento. Non sentite anche voi il brusio della folla? L'odore del fumo? Lo scalpiccio dei cavalli che trainano un'elegante carrozza? Questa si sta fermando, davanti all'indirizzo 221 B di Baker Street.
Un altro esperimento comico colpisce altri miei amati personaggi, in un insieme di indagini, taccuini, ispettori, cadaveri e cappelli a cilindro, sui quali svetta, con una buona dose di autostima, il più grande investigatore di tutti i tempi.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Cap 2: L'arma del delitto


Erano già passati un paio di giorni da quando in città si era sparsa la voce di un terribile avvenimento. Un uomo era stato trovato morto sulla porta d’ingresso della sua abitazione, in un lago di sangue.

Da due giorni Holmes girava in tondo nello stesso punto della stanza, dove oramai si era formata una buca, fumando una pipa al minuto. Di tanto in tanto deviava dal suo abituale percorso fino al cassetto della scrivania, si tirava su una manica della giacca e faceva … bè … quello che tutti possono immaginare.

Anche quella mattina chiamò la signora Hudson una decina di volte, ogni volta come se stesse per morire, solo per avvertirla di non preparare la cena per lui.

All’undicesima chiamata, la padrona di casa si fece dare un calmante da Watson per la tachicardia.

Il terzo giorno dal delitto, un Holmes piuttosto deperito, con la barba incolta e i capelli scompigliati, entrò nella stanza di Watson spalancando la porta, che sbatté contro un mobiletto facendo cadere la bacinella dell’acqua per la toeletta mattutina.

- Watson! Si sbrighi!- Disse solo, ed uscì calpestando la pozzanghera che si era formata a terra.

Per il dottore non fu difficile individuare la posizione di Holmes, seguendo le orme umidicce che passavano dal pavimento sulla spalliera del divano, sulla ringhiera delle scale e sul soprabito dello stesso Watson, che era, sfortunatamente, caduto a terra.

Il dottore, che dalla fretta aveva afferrato solo la giacca e le scarpe, e aveva indossato il tutto sopra il pigiama a righe regalatogli da sua moglie, il tutto abbinato in maniera veramente molto virile, prese al volo la carrozza prenotata da Holmes, buttandosi addosso alla vettura in corsa.

 

Dopo cinque minuti erano arrivati sulla scena del crimine. Holmes scese elegantemente dalla carrozza, mentre Watson si sistemò meglio il pigiama  cercando di renderlo il più presentabile possibile, dato che il soprabito gli era volato via durante la corsa.

Holmes entrò nella casa come una furia, intravedendo Lestrade che lo salutava dalla soglia della porta e sorpassandolo con incredibile abilità, lanciandogli addosso il cappello ed il soprabito.

- Lestrade!- Annunciò con aria solenne, alzando un dito al cielo.

- Avete già spostato il cadavere?-

- Beh, certo, ma … -

- Ah!- Esclamò Holmes, puntando il sopracitato dito contro l’ispettore.

- Avete commesso un errore – Concluse, ignorando il fatto che fossero passati tre giorni dal delitto e che sarebbe stato un problema lasciare un corpo in putrefazione sui gradini di una villetta a schiera.

- Ma, signor Holmes … -

- Dov’è l’arma del delitto?-

- Non c’è nessuna arma, l’uomo ha sbattuto il capo sui gradini … -

- Eccellente!- Esclamò lui di nuovo, facendo una piroetta per poi puntare i suoi occhi su Watson, guardandolo con uno sguardo un po’ folle, per la verità.

- Watson!-

- Mi dica Hol … -

- è evidente che l’arma è stata rubata!-

- Ma le ho detto che … -

- Chi è stato il primo a trovare il cadavere?-

- L’agente Smith … -

- Lestrade!-

L’ispettore si mise sull’attenti di scatto, rendendosi conto in seguito che, in effetti, era lui quello che doveva comandare lì.

- Dov’è ora l’agente Smitd?-

- Veramente è Smith, comunque suppongo sia incentrale-

All’improvviso Holmes afferrò il soprabito e il cappello, che l’ispettore aveva consegnato a Watson, ancora in pigiama, ed uscì di scatto dalla porta, incitando il dottore a darsi una mossa.

- Vada immediatamente dall’agente Shimd e lo arresti!-

- Ma come … -

- Elementare, caro Watson! È evidente che è stato Smitty ad occultare l’arma del delitto –

- Le ho detto che si chiama … -

- Non mi interessa come si chiama – Concluse Holmes, prendendo la carrozza e spronando Watson a salire con un agile scatto della sua gamba ferita.

- è lui il colpevole. Il caso è chiuso –

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