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Autore: marple92    20/10/2015    4 recensioni
Lettere .
Un vecchio cd.
Le scarpette di Livietta.
Un vecchio portachiavi a forma di osso .
La foto dell’ecografia della piccola Camilla.
E poi vede un foglio piegato in quattro.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Camilla Baudino, Gaetano Berardi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CURA DI TE
 
 
L’orologio appeso al muro ha appena battuto nove rintocchi e la casa  non ti è mai sembrata così vuota come in questo momento, da quando Livietta ha dato alla luce Camilla e si è trasferita in pianta stabile da te, non hai più avuto l’occasione di ritrovarti seduta sul divano a rilassarti con potti che, sdraiato sulle tue gambe, si bea delle tue carezze sul suo capo. Ti sei ormai abituata al pianto della piccola, ai suoi versetti che sembrano voler intavolare dei lunghi discorsi, al rumore del suo carillon quando è ora della nanna e alla musica tecno che i suoi genitori le fanno ascoltare durante la pappa. E adesso che hai l’occasione di goderti un po’ di silenzio ti manca quella confusione che scandisce le tue giornate e sei costretta a ripensare che quella felicità che ti gira intorno non ti rende del tutto completa, ti senti realizzata come mamma e come nonna, ma non come donna.
Accarezzi la testa di potty, felice di ricevere tutte per se le tue coccole e sospiri guardando le lancette dei secondi dell’orologio che scorrono incessanti senza colpo ferire e senza alcun ripensamento. “Beate loro che non hanno ripensamenti” pensi tra te e te.
“L’ho fatto stare male Potty” sussurri suscitando un guaito del tuo fedele amico che sembra concordare con te. Ti lecca la mano quasi volesse incoraggiarti e tu continui quella profonda riflessione .
“ Gli ho detto che volevo stare sola e che volevo essere una donna single e libera . Ma ero confusa Potty , confusa e si... anche lusingata dalla corte di Renzo e di Michele. Mi sono sentita di nuovo una ragazzina - sibili mentre il tuo fedele cagnolino scodinzola provando a convincerti che per lui lo sei comunque- ma lo so che per te lo sono sempre -rispondi- ma non è così, non era la corte serrata a farmi sentire una ragazzina e non lo erano nemmeno gli intrugli omeopatici che mi ha prescritto l’omeopata, era lui e le emozioni che mi faceva provare, il suo modo di stringermi e di amarmi, le emozioni che mi tirava fuori, il suo modo di farmi essere me stessa sempre. Con lui mi sentivo bella anche in pigiama ”.
Ti esce un sospiro quasi rassegnato e sai che questa volta non basta suonare al suo appartamento e chiedergli scusa.
“Beh potrei farlo ...”sussurri guardando Potty che scappa dal divano abbaiando quando arriva davanti alla porta di casa tua
“e che gli dico Potti?Scusa sono una stupida?! Beh in effetti sarebbe un inizio” sibili intavolando una discussione con te stessa e il cane abbia, quasi infastidito da tutte le ipotesi che ti fai invece di agire e per la prima volta ti ringhia contro.
Alzi le mani al cielo e afferri le chiavi diretta alla sua porta.

Una volta li hai contati i passi che dal tuo appartamento portano al suo, sono dieci. Esattamente dieci passi e una porta ti separano da lui, ma la distanza fisica è niente rispetto al muro che hai messo tra di voi con una semplice frase e sai che non basta un sorriso per buttarlo giù.  
Questa volta è diverso, questa volta non ti tirerà dentro senza darti modo di aprir bocca, questa volta gli devi delle spiegazioni e dato il suo silenzio degli ultimi giorni, non sei neanche sicura che queste spiegazioni lui voglia ascoltarle. E non puoi biasimarlo, l’hai mollato davanti ad una macchinetta del caffè, davanti al tuo ex marito. Meriteresti l’ergastolo, pensi.
Potti che ringhia e gratta davanti la sua porta ti riporta alla realtà costringendoti ad accorciare quella breve distanza e a suonare il campanello e il tuo cuore inizia a battere forte come se da quella porta dipendesse tutto il tuo futuro.  Ti chiedi se quando aprirà la porta sarà felice di vederti o se ti caccerà via, se avrà la sua solita camicia azzurra o se sarà a petto nudo, se ti accoglierà e ti farà entrare o se ti costringerà a parlare sul pianerottolo.
Ma non succede nulla.
Magari è sotto la doccia. Pensi.
E allora risuoni.
Ma niente.
“ Non è destino potty” sussurri pronta a tornare indietro, ma le porte dell’ascensore si spalancano ed esce lui con in mano due buste della spesa e le chiavi strette tra i denti.
 E tu rimani li con la bocca aperta e gli occhi spalancati alla ricerca di qualcosa da dire che non suoni in modo terribilmente scontato. Ma cosa puoi dire ad un uomo a cui hai ridotto il cuore alla stregua di coriandoli? Eppure in questo momento vorresti prendere i singoli pezzi e incollarli ad un uno.
5 giorni senza vederlo e sentirlo e ti chiedi come hai fatto e a giudicare dalla sua reazione anche lui non deve essere stato meglio di te, la camicia è sgualcita, gli occhi sono segnati da profonde occhiaie  e anche i suoi riflessi non sono dei più lucidi e le chiavi che cadono a terrà provocando un rumore sordo ne sono testimoni.
“Cercavi me?” ti chiede serio come se fossi un’estranea, come se fino a qualche giorno prima in quella stessa situazione non ti avrebbe afferrata e baciata fino a toglierti il respiro.
“Posso offrirti un vermut?” il tuo è un sibilo ma lui non risponde perchè incapace di decidere se fidarsi ancora una volta o entrare a casa sua e chiudersi la porta alle spalle.
E tu ti perdi ad osservarlo, non potendo fare a meno di notare quanto sia diverso, non c’è davanti a te l’uomo allegro e spensierato che hai sempre conosciuto, ha perso la sua malizia e i suoi occhi sono spenti.
Ed è colpa tua.
Solo colpa tua.
Deglutisci fissandolo in attesa di una risposta che non arriverà e allora ti muovi incerta verso di lui, lentamente, col il cuore che batte forte nel petto e l’insicurezza di una ragazzina alle prese con il suo primo amore.
Apri le braccia e lo guardi con gli occhi che diventano lucidi “voglio prendermi cura di te” sussurri.
“Mi hai distrutto Camilla” sussurrano le sue labbra  sul tuo collo mentre le tue braccia accarezzano le pieghe della sua camicia all’altezza della schiena.
“Ho dovuto farlo- sussurri -dovevo perderti per capire che sei diventato una parte di me” concludi socchiudendo gli occhi.

Ti prendi degli attimi per raccogliere le idee, alla ricerca delle parole giuste da dire, più volte negli ultimi giorni hai pensato ad un discorso da fargli, ma adesso che lui è tra le tue braccia ancora incapace di prendere una decisione tra mandarti a quel paese o tenerti con sé, non ricordi una singola sillaba di quel meraviglioso discorso che ti era preparata. E allora li, immobile, ancora per un po’.Respiri il suo profumo  e lui respira il tuo, riesci a sentire le sue narici che aspirano la parte alta del tuo collo e un brivido ti corre lungo la schiena regalandoti un piacevole solletico.   I tuoi occhi si velano di lacrime come i suoi,  gli prendi il volto tra le mani e lo guardi fisso negli occhi, capendo che è arrivato il momento di giocare a carte scoperte  “devo modificare la mia precedente dichiarazione commissario” sibili trattenendo un sorriso.
“io ... voglio bene a Michele perché è stato il mio primo amore e rappresenta un passato felice- inizi a dire bloccando il suo polso per evitare che si allontani – voglio bene a Renzo, nonostante tutto, perché mi ha dato Livietta e anche venti anni di matrimonio che non posso rinnegare. E non rimpiango niente di quello che ho fatto, perché tutto mi ha portato a questo momento, in pigiama e a piedi nudi su un pianerottolo davanti a te che tieni ancora i sacchetti della spesa e mi guardi come se fossi matta – continui a dire interrompendo il suo tentativo di fermarti- Rifarei tutto, ogni singolo errore e ogni singola azione perché mi sta portando qui, a dirti che mi sono innamorata di te” sussurri a voce talmente bassa che dubiti ti abbia sentito, ma ogni tuo dubbio viene spezzato dal fracasso che fanno i suoi sacchetti quando finiscono a terra.
La tua mano è ancora sul suo polso e i suoi occhi stanno guardando i tuoi, sta indagando per capire se gli stai mentendo ancora una volta, se ancora una volta vuoi illuderlo per poi abbandonarlo.
“Se non ti fidi ti capisco ma  c’è una cosa che devi vedere” sussurri indietreggiando verso la porta di casa tua. Gli tendi la mano ma lui rimane fermo.
E quando dicono che il cane è il migliore amico dell’uomo devi convenire che hanno ragione perché Potty si avvicina alla sua caviglia e lo morde abbaiandogli contro e facendolo istintivamente camminare verso casa tua.
E’ spaesato, te ne rendi conto.
“scusa la confusione” sussurri indicando i giochini di tua nipote sparsi sul tappeto e il trasportino lasciato quasi vicino alla porta “aspetta qui un attimo” .
“aspetta un attimo?! Sono dieci anni che la aspetto”.  Si lascia sfuggire l’uomo e dal brio della sua voce capisci che non tutto è perduto.

Mentre sei in camera non puoi vederlo, ma a giudicare dal rumore che fanno le sue scarpe di vernice sta camminando nel tuo salone e sta osservando le foto, sai già che si soffermerà sulla foto di te incinta di Livietta immaginando come saresti oggi con un pancione che porti dentro una vostra creatura. Quando torni da lui con una scatola infatti lo trovi con quella foto in mano, ti siedi sul divano e lui si siede sulla poltrona lontano da te .
“guarda che non ti mangio eh” gli ricordi provocatoria prima di sederti  sul braccio della poltrona dove è seduto lui e gli posi sulle gambe quella che è la tua scatola dei ricordi.
“questa è la mia scatola dei ricordi –gli spieghi- l’ho riaperta l’altro giorno quando ho incontrato Michele e ne ho approfittato per fare un po’ di spazio e inserire qualcosa di nuovo” togli il coperchio e lo inviti a guardare le ultime cose aggiunte...
Lettere .
Un vecchio cd.
Le scarpette di Livietta.
Un vecchio portachiavi a forma di osso .
La foto dell’ecografia della piccola Camilla.
E poi vede un foglio piegato in quattro.
Gli sorridi incoraggiandolo e lui lo apre e finalmente un sorriso compare sulle sue labbra.
“Era giusto che questo stesse qui, tra le cose di famiglia” sussurri occupando il posto che sulle sue gambe è appartenuto fino a pochi secondi prima alla tua scatola.
E poi avviene tutto in un attimo, circondi il suo collo con un braccio e sfiori le sue labbra con le tue, lasciandoti andare ad un sorriso rilassato.  
“ Confessa professoressa” ti sussurra ritrovando il suo cipiglio

“Ti amo...!”dici sicura guardandolo negli occhi, giochi con il colletto della sua camicia, liberando alcuni bottoni e posi una mano sul suo cuore “tanto” aggiungi alla tua precedente dichiarazione.

“queste sono aggravanti” sibila serio e professionale fermando le tue mani e immobilizzando i tuoi polsi dietro la schiena
“e allora mi avvalgo della facoltà di non rispondere” replichi a tono dando vita ad uno dei vostri soliti battibecchi
“ e allora sta zitta!” sibila e queste sono le vostre ultime parole.

Intanto quel foglio complice di tutto cade a terra e il disegno di una stella da sceriffo con al centro un uomo e una donna, scivola sul pavimento attendendo di essere risistemato nella scatola dei ricordi. E’ il disegno di Tommi che ha trovato la sua cornice perfetta in quella scatola perché finalmente c’è un nuovo inizio che merita di essere ricordato.




Angoletto : 
Potrei scrivere mille cose, ma se siete arrivati a leggere qui significa che avete letto la mia storia e allora vi dico grazie per avermi dedicato questi cinque minuti. 
Il finale della fiction mi ha un pò lasciato l'amaro in bocca, non mi aspettavo certo una proposta di matrimonio ma speravo che il finale aperto ci desse almeno un qualcosa su cui fantasticare in attesa della prossima stagione. 
Sarei felice se vi andasse di commentare questa storia e spero di non aver deluso le vostre aspettative. 
Un abbraccio! 


 
  
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