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Autore: theuncommonreader    21/10/2015    3 recensioni
"Nessun patto fra l’uomo ed il lïone,
Nessuna pace tra l’eterna guerra
Dell’agnello e del lupo, e tra noi due
Nè giuramento nè amistà nessuna,
Finchè l’uno di noi steso col sangue
L’invitto Marte non satolli."

Iliade, Libro XXII, vv. 331-336
Una double-flash sugli ultimi istanti di vita di Ettore, dagli occhi dell'uomo e del leone che lo ha ucciso.
I. Il leone:
Non ignora, Achille, dove lo condurrà il sentiero bagnato dal sangue di Ettore, volgare sangue privo di icore, sangue di eroe. Da tutta una vita la segue, quella strada, e quello non è che l’ultimo tratto.
Morirà: sulla terra brulla o oltre le mura di Ilio.

Scritta in occasione dell'event "Drabble Days 16-17 ottobre 2015" indetto dal gruppo FB "We are out for prompts".
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Achille, Altri, Patroclo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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l'uomo WE ARE OUT FOR PROMPT-  DRABBLE DAYS 16-17 OTTOBRE 2016

Titolo: l'uomo

Personaggi: Ettore; Achille; Andromaca. Ettore/Andromaca.

Prompt © Kuma Cla: Iliade, Ettore, l'ultimo ricordo.


OoOoOoOoOoO

La vita cola via dal foro sul suo collo.

Il sangue, semplice sangue di uomo [1], spruzza, caldo e rosso, dalla grossa arteria lacerata, abbeverando la terra lo ha visto crescere. Gli occhi ciechi di Ettore fissano Achille dalla visiera dell’elmo, lo sguardo chiaro ancora pieno di furia insoddisfatta; paiono trapassarlo, ma in realtà già non distinguono più i contorni del suo viso; il corpo è oltre il tentativo disperato di aggrapparsi alla vita, ma è scosso dai conati che paiono doglie, pronto a partorire l’anima.

Lo spirito di Ettore, nella morte imminente, è stranamente quieto.

La forza gli sfugge una goccia alla volta, e ogni fatica della sua esistenza troppo breve, piuttosto che ancorarlo a terra, lo libera, lo innalza lontano. Oltre le mura di Ilio, Ettore vola nella reggia, raggiunge il tàlamo nuziale dove Andromaca – più giovane, più felice – dorme, il corpo sottile sotto il lenzuolo, i ricci sparsi attorno alle spalle.

E’ gonfio, il suo ventre; di quel figlio che prima di Astianatte [2] aveva promesso di allietare le loro esistenze, promesso a vuoto. Sorride, Ettore, troppo considerato per sfiorare la spalla esile della sposa, persino ora che  - curiosamente – sa di trovarsi a un passo dall’ultimo viaggio.

Non posa la mente sulle opportunità perdute, sui suoi rimpianti: un’eternità di ricordi lo attende, negli Elisi, felice e infelice assieme; ora, quell’ultimo dono di Eirene [3], lo sfrutta appieno per imprimere nelle iridi la forma di lei, il lieto passato che sarebbe potuto essere.

Nella morte, solo un attimo, Ettore si concede di sognare. E non sono le lacrime di rabbia del Pelide, che incombe su di lui, a bagnargli le guance, ma quell’ennesima, estrema rinuncia, mentre, con un ultimo respiro, accetta l’abbraccio del Fato.

 
OoOoOoOoOoO

NOTE:

[1]: A differenza di Achille, Ettore non ha origini divine. 

[2]: Ho immaginato che, durante il matrimonio, Andromaca avesse affrontato più di una gravidanza,  l'unica delle quali andata a buon fine sia quella di cui è frutto Astianatte.

[3]: La dea della pace.

   
 
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