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Autore: marinrin    21/10/2015    3 recensioni
[ Benvenuti al Grand Hotel~ ] [ RaMasa | Paring a sorpresa ( eh eh eh ) ]
[ AU ] [ Slice of life | Comico | Sentimentale ] [ Perché tutti vogliamo un Kariya cameriere ♥ ]
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« Domani devo partire per un viaggio di lavoro. » Ammiccò, portandosi la prima polpetta alla bocca.
Ne gustò il sapore, enfatizzando su come l’uso della salsa per farli rosolare fosse a dir poco straordinario.
Dannazione, avrebbe dovuto fare il cuoco da grande, altro che belle arti!
Il diciottenne mancò un battito.

« Masaki, tu ti occuperai dell’Hotel in mia assenza. »
« Cheeee?! »

Spero vi piaccia ♥
Genere: Comico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Celia/Haruna, Kariya Masaki, Kirino Ranmaru, Sorpresa, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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11 Grand Hotel

バーエリア- Bāeria|Bar Area 

Meeting after school on the rooftop
    This heart of mine just beating like crazy
    Hearing the sounds of you coming up the stairs
    It makes my body tremble
    The two of us facing each other…
    Dreaming Chu Chu
 ~

 
 
 


 


~~

24 Giugno, venerdì, ore  19:30
 
Sospirò scocciato dopo l’ennesima - maledetta - rampa di scale.
Non che non fosse abituato a camminare ma, certamente, il fatto che qualcuno avesse vomitato in ascensore impedendone l’utilizzo, non era certo motivo di vanto per un albergo.
Seriamente, dove diavolo erano finite le donne delle pulizie?
Kyousuke invece, dietro di lui, non dava segno di minima stanchezza nonostante portasse anche la valigetta non esattamente ‘leggera’ del suo ‘nuovo cliente’.
Valutò seriamente l’idea che fosse un’androide o giù di lì, un robot.
Non parlava mai, ti guardava gelido e probabilmente non era neanche il massimo della compagnia da avere in uno schifo di venerdì sera passato a lavorare mentre tua madre è a farsi la bella ai vita ai tropici.
“ma vaffanc-

Le iridi d’oro lo fulminarono, bloccando totalmente il filo del suo arduo discorso mentale; rabbrividì.
Ci mancava solo che adesso potesse anche leggere nel pensiero, dannazione.
D’altra parte il ragazzo dall’aspetto femmineo non sembrava minimamente toccato dalla cosa e, anzi, camminava tranquillamente – un po’ annoiato, ma si, camminava.


Ora, le possibilità erano due: o qui erano diventati tutti iper-resistenti, oppure doveva riprendere gli allenamenti.
Optò per la seconda dopo una triste presa di coscienza.

 
Finalmente, al terzo piano eccola lì, la stanza 111 - una delle più lussuose per giunta – adibita in poco più di dieci minuti da Beta stessa ( doveva ammetterlo, era stata davvero velocissima ).
Con orgoglio, cercando un po’ tra le tasche (era sbadato negli ultimi tempi ), riuscì finalmente a trovare la chiave.
Lo scricchiolio di quest’ultima nella serratura, ridestò entrambi i giovani dietro di lui che si misero sull’attenti; spalancò la porta.
La camera era meravigliosa, ben illuminata e davvero – davvero - gigantesca.
Agli occhi di Kariya quel lusso era davvero una novità, mancò davvero poco all’emozionarsi di fronte a quella brillantezza.
L’intera sala era stata messa a lucido, persino i pomelli del gigantesco letto a baldacchino brillavano quasi di luce propria.
Il finestrone grande si affacciava sul lato sud dell’hotel che dava vista sulla metropoli in tutta la sua grandezza e sulla la meravigliose torre d’acciaio.
Le tende erano di seta, glielo aveva detto Aoi stessa, spiccavano eleganti lungo le pareti color panna; il tutto era curato nei minimi dettagli.
Il pavimento era magnifico: si trattava di piastrelle di marmo perlato con alcune rifiniture a forma di camelia lungo i bordi.
I mobili, curati e ordinati, erano in ciliegio e rendevano la stanza più piena.
Qualche tocco moderno veniva sfoggiato qua e là, come i grandi lampadari pendenti e un parquet montato nella sala relax, completo di riscaldamento automatico. 
Inutile dire che la parte che ora stava osservando era solo una delle tre.
Neanche il suo cliente mancò di scorgere quella nota di stupore e quasi si ritrovò a sogghignare, sperando che l’altro non l’avesse notato.
Ma gli occhi di Kyousuke dietro l’avevano raggelato.
Dannazione, quel ragazzo metteva i brividi in tutti i sensi della parola; ritornò ad osservare Masaki, completamente smarrito.
La verità era che Kariya non era scandalizzato tanto dalla stanza, ma dal fatto che sua madre aveva avuto ‘buon gusto’ nell’ arredarla.
Cioè,  casa loro era cosa più informe mai creata, con accozzaglie di colori di vario genere e quant’altro, mentre qui invece c’era solo classe e stile.
Si riprese di colpo, ricordandosi che, ora, doveva comportarsi in maniera più matura, con modi meno infantili.
Arrossì impercettibilmente, sorridendo; il maggiore intanto si era già accomodato insieme al facchino.
Insomma, aveva fatto la figura del salame.
Kirino si guardò intorno entusiasta, voltandosi poi verso l’azzurro con aria compiaciuta: prese subito a buttarsi sul letto.
E Kariya stava rosicando, e anche tanto.
 « Bene, se le serve altro chiami pure. »
Tentò di svignarsela al più presto, rischiando quasi di sbattere contro il mobiletto, ma proprio nel memento in cui gli sembrò di udire l’alleluia nel suo cervello, ovvero quando stava per uscire da quella stanza, la voce cantilenante del rosa lo fermò.
« Vorrei la cena in camera. »
L’azzurro sbuffò contrariato, appuntando su un taccuino –alias foglio a caso che aveva ritrovato in tasca- quello che il rosa aveva richiesto, osservando di tanto in tanto l’orologio da polso.


 
« Ah… Dimenticavo. »
« Mh..? »
« Voglio che sia tu a portare tutto. »



 
Kariya sbiancò, un attimo di completo terrore con l’aggiunta di millemila domande tutte rigorosamente senza risposte.
No, cioè. Fermi tutti.
Stava chiedendo a lui, il direttore, di venirgli a portare la sua stupida cena in stanza?
Ma con chi credeva di parlare, col suo cameriere personale o cosa?
« Ma anche no. »
« Cosa? »
« Mi ha sentito, è un no. »
« E perché mai? Non è forse il vostro compito assistere i clienti? »
Kirino lo guardò sconcertato, avvinandosi tanto da essere ad un palmo dal naso da kariya, che d’altro canto rimase impassibile, quasi statuario.
Kyosuke, in tutto questo, era rimasto in disparte ma ora si sentiva vagamente in ballo: se fosse successo qualcosa in sua assenza, la Otonashi l’avrebbe ucciso sicuramente, e non ci avrebbe messo molto ad occultare il suo cadavere.
Tentò di ricomporsi – nonostante la sua mente  terrorizzata dall’idea di un’Haruna stile Terminator – posizionandosi dietro l’azzurro, come a dargli sostegno, gesto che non passò inosservato al neo direttore.
« Il nostro compito è si quello di donare benessere ai nostri clienti, ma entro certi limiti. »
Ranmaru venne fulminato; tentò di sostenere lo sguardo, ma stavolta Masaki glielo impedì.
Iridi color oltremare contro iridi color miele.
‘Determinazione’ era l’unica parola adatta a quel genere di occhiata.
Il rosato sbuffò divertito, ricambiato dal ghigno acido dell’altro; nessuno dei due demordeva.
Si stavano davvero divertendo, tuttavia la cosa non poteva durare per molto perché, Masaki  lo sapeva, non poteva permettersi il lusso di lasciare il bancone alla reception scoperto a lungo.
Tirò un sospiro in direzione del femmineo – che lo fissava in modo ambiguo.
« Le verrò a portare solo un caffè. »
Il volto di Ranmaru si illuminò; Kariya arrossì.
 
Si dette mentalmente dell’idiota.

 
~~
 
Ore  20:10

Come previsto, l’ordine della cena era stato ricevuto e subito i cuochi si erano messi al lavoro.
Beta stessa si era presa la briga di portare il vassoio colmo di leccornie al rosa, buttando la scusa del ‘al cliente migliore, la cameriera migliore’.
Insomma, uno dei suoi ragionamenti senza senso che agli occhi di Kariya sembravano vere buffonate di protagonismo.
Intanto un odorino delizioso prese a diffondersi nell’Hotel e, anche solo annusando, poté constatare che proprio come gli aveva detto Hiroto tempo prima, Midorikawa cucinava in modo impeccabile.
Per un attimo rimase sovrappensiero, incantato da quello sciame di delizie che gli pareva danzassero di fronte ai suoi occhi.
Gli sembrava di vedere pollo al forno e sushi che facevano un allegro girotonto, e la cosa non era tanto normale.
D’un tratto una faccia nuova gli si parò davanti e mancò davvero poco che cadesse dalla sedia, facendo la sua seconda - epica -  figura di cacca di una sola giornata.
Tossì tentando di mascherare la tensione.
Il ragazzo con cui stava per avere a che fare sembrava, subito a prima vista, poco più grande di lui.
Capelli cioccolata, riccioluti, occhi nocciola incastonati in un viso abbastanza delicato ( che si stesse per formare anche il club dei femminei dopo quello delle capigliature ambigue? ) e una carnagione mediterranea; in volto era stampato un sorrisetto quasi beffardo.
Dietro di lui un –probabilmente- coetaneo dalle iridi ametista, albino, lo fissava quasi gelido.
Nonostante ciò, fu il primo a parlare, sorprendo lo scorrere di riflessioni del diciottenne.

 
« Vorremmo sapere se fosse disponibile una stanza, media classe, singola.»
« Per entrambi non credo ch-»
« Solo per il mio amico qui, io sono già di Ina-cho »

Il castano sorrise, mettendolo in soggezione – ci mancava solo quella -, aumentando la goffaggine di Kariya nel cercare disperato l’elenco delle camere singole.
Dove diavolo erano finiti gli archivi?” Si ritrovò a pensare, cercando maldestramente nei cassetti della scrivania.
Mai una volta che sua madre fosse ordinata, almeno al lavoro però pensava che sarebbe stata in grado di essere più sistemata, e invece niente, come al solito.
Per un attimo la immaginò uscirsene con la sua solita frase: ‘nel mio disordine trovo tutto, tesoruccio di mamy’ e seriamente mancò poco che finisse per fare a pezzi tutte le carte contenute nei cassettoni.
D’altro canto, poté percepire la tensione tra i due giovani che attendevano: doveva sbrigarsi.
Finalmente dopo cinque buoni minuti – ringraziò la sua buona stella di non aver fatto andare via i clienti – trovò il famigerato taccuino (  che era praticamente incastrato nelle pieghe di due libroni ).
« Uhm, abbiamo ancora libera la 119, è una camera abbastanza spaziosa, e la 118 che è un po’ più piccola ma comunque confortevole, » Proferì poi, sfogliando le pagine « inoltre non c’è una grande differenza di prezzo tra le due. »aggiunse.
I più grandi si scambiarono un’occhiata fugace, terminata con un nuovo –sfolgorante – sorrisetto del più maturo.
« La 119 va più che bene, grazie.»
« Per quanto tempo? »
« Direi una settimana e mezza… Però potrei trattenermi un altro po’, quindi meglio quindici giorni. »
Kariya lo guardò un po’ sorpreso,  ‘mister sorriso’ era molto indeciso se restare o meno, a quanto aveva capito.
Sospirò, appuntando quindi il prezzo ( grazie a Dio c’era la tabella con il listino ) e i giorni; dopo aver fatto qualche conto – viva la calcolatrice - , finalmente prese a guardare negli occhi il suo cliente.
 
« Nome…? »
« Takuto, Shindou Takuto. »
 
 

 
 ~~

 
Dopo aver lasciato il castano sotto la supervisione del facchino - un ragazzo inquietante a suo parere -  e averlo salutato degnamente, Evan era finalmente pronto a ritornare a casa, dove sicuramente i suoi gli avrebbero fatto una bella strigliata per non aver risposto al cellulare.
Fece per aprire il portello ma venne praticamente strattonato all’indietro.

 
« Saryuu! »
 
Riconobbe immediatamente quella voce e, di scatto, si voltò verso l’interlocutore con un meraviglioso sorriso stampato il faccia; tentò di abbracciarlo, ma lo sguardo contrariato del ragazzo verdino lo fece rinsavire.
Erano pur sempre in pubblico, avrebbe dovuto pensarci.
Si limitò quindi a prendergli la mano, un gesto tanto infantile e goffo quanto puro e dolce.
Il giovane, d’altro canto, ricambiò la piccola stretta, arrossendo leggermente e puntando le iridi in quelle ametista del maggiore.

 
« Hai un minuto, Fey? »



~~

 
Ore  21:20

Aveva fame, tantissima maledetta fame.
Il fatto è che non poteva muoversi più di tanto e, in più, andare a mangiare significava perdere più di mezz’ora di tempo.
Ora che ci pensava, c’era qualcosa che gli sfuggiva; grattò istericamente la superficie legnosa, perdendosi in un mare di riflessioni finché, eureka, non gli venne in mente.

Giusto! Doveva portare il caffè, come promesso, a quel cliente sfacciato!



~~

 
 
Aveva provato più volte a chiamare i due dipendenti del bar, ma non aveva ricevuto risposta.
Male, un pessimo segno; decise di andare a controllare e come aveva previsto non c’era nessuno.
In aggiunta la domanda reale, ora, era come usare quelle dannate macchinette.
Non avendo cose del genere non sapeva davvero da dove cominciare: neanche aveva capito, dopo le millanta occhiate allo strumento, dove inserire le cialde.
Irritato, prese a divincolarsi, sbattendo ripetutamente il pugno sul tavolo; quando quei due sarebbero tornati li avrebbe di certo ammazzati.
D’un tratto, una lampadina si accese nella testa di Kariya: quell’oggettino posato accanto a quella diavoleria faceva proprio al caso suo:  così dopo aver macinato i chicchi, trovata una macchina da caffè, la mise a bollire, controllando che il liquido scuro e denso non si bruciasse.
Per rendere più interessante il tutto aggiunge qualche bolla di latte, per potervi disegnare.
Abbozzò lo schizzo del simbolo della Soren, rimanendo inconsciamente a disegnare per dieci buoni minuti.
Mise infine qualche biscotto, riposto accuratamente in piattino di ceramica bianca e cerulea, vigilando che tutto fosse in ordine.
Aggiunse in fine un rametto di campanelle azzurre ( realizzate in pasta di zucchero – il suo stomaco soffriva- probabilmente da Midorikawa ), in modo da dare al vassoio un po’ più di vitalità.
Sorrise soddisfatto, per poi iniziare a pregare in ostrogoto antico che no, non conosceva, quindi erano parole sparate alla cavolo - affinché niente si rompesse per le scale lungo la sua dura salita verso il secondo piano.
Passo dopo passo, occhiataccia dopo occhiataccia – certo che borbottano subito come oche i dipendenti, eh -, fù finalmente di fronte alla porta; chiese gentilmente il permesso per entrare.

 
« Prego, venga pure. »
 
La voce intimidatoria dell’altro lo spaventò.
Con decisione si fece coraggio e aprì la porta –spalancandola – trovandosi davanti ad uno spettacolo raccapricciane.
Era tutto in disordine, come se fosse passato un uragano.
A Masaki mancò un battito per la rabbia, ma si trattenne; Ranmaru se n’era palesemente accorto.
Con non la chance si avvicinò all’imbambolato azzurro e, prima che potesse agire, gli strappò via dalle mani il vassoio.
Il rosato prese la tazzina di caffè, notando immediatamente il logo.
Non poté evitare di sgranare gli occhi, osservando curioso.
« E’ spettacolare… » Pigolò poi, con un fil di voce, rigirandosi tra le mani l’oggetto.
Kariya si ridestò da suo sonno dogmatico, focalizzando la sua attenzione sul ragazzo con una mera nota di soddisfazione.
« Però ora bevilo si raffredderà »
Incitato, ne prese un sorso e mancò poco che urlasse.

 
« E’ delizioso, il miglio caffè che io abbia mai bevuto! »
« D—Desho? Hmp. »

 
Gli occhi del maggiore si fecero quasi a stella tanto che erano vividi; in pochi secondi lo bevve tutto sotto gli occhi estasiati di Masaki che se la stava credendo, e anche tanto.
Poi d’un tratto, gli prese le mani pregandolo quasi in ginocchio.
« Ti prego, potresti prepararmelo anche domani mattina? »
Kariya d’altro canto era rimasto pietrificato; si rese conto della situazione e avvampò di botto.


 
« Ecco io, ehm, c-cioè, l-lei - »
« A questo proposito, siamo quasi coetanei, hai 18 anni se non erro, quindi direi che possiamo anche darci del tu… Sempre se ti va, intendo. »

 

Ricambiò con un sorriso, lasciando che le iridi acquamarina si scontrassero nuovamente con quelle miele del giovane di fronte a se che, tuttavia, lo fissò completamente spaesato.
Un’altro ‘hmpt’ riecheggiò nella stanza, seguito dal voltarsi di Masaki.
« Fa un po’ come ti pare, ma lasciatelo dire, sei davvero un deficiente. »
Ranmaru tentò di obbiettare contrariato, ma l’altro si richiuse subito la porta dietro di se.
Sospirò - ridacchiando leggermente - per poi buttarsi sul morbido lettone.
Sorrise ancora una volta; si sarebbe sicuramente divertito.
 
 
~~
 
 Ore 22:40, Casa Otonashi

Era a pezzi, oltre che sconvolto, ed aveva una fame del cavolo.
Fortuna che suo zio era riuscito a tornare per dargli il cambio, in modo che potesse finalmente rincasare e godersi un pasto decente.
Buttò le chiavi sul divano, disfacendosi di tutta quella roba: giacca, pantaloni e cravatta finirono a terra senza la minima cura, seguiti da scarpe e valigetta.
Era completamente fradicio a causa delle raffiche di vento e acqua durante quello pseudo temporale; questo voleva dire che avrebbe dovuto riscaldarsi al più preso o farsi direttamente una doccia.
Optò per la seconda visto che così avrebbe potuto anche darsi una ripulita.
Al termine si premurò di indossare un pigiama - che consisteva in una semplice maglietta a maniche corte verde ( con sopra una specie di dinosauro sgangherato ) ed un pantaloncino azzurrino-.
Finalmente in cucina, iniziò ad armeggiare con i fornelli, concludendo col prepararsi una buona ciotola di ramen che, inutile dirlo, divorò in pochi attimi.
Era talmente esausto che non riuscì neanche ad accendere il portatile per vedere la sua adorata Yumio ( nella ventiquattresima puntata della terza stagione di Yume Yume Dash ).
« E dire che oggi avrebbe dovuto combattere contro Miru Miro. » Piagnucolò stancamente, ormai sprofondato nelle coperte.
Vabbeh, infondo c’era pur sempre quell’angelo di Hikaru che probabilmente, visto che li scaricava, gli avrebbe tranquillamente passato l’episodio.
Il problema era solo Atsushi e il suo spoilerare; pregò la sua buona stella ( per la seconda volta) che il viola se ne dimenticasse.
Fece per addormentarsi, ma un pensiero lo folgorò.
Una sorta di flashback di Kirino che gli prendeva le mani tra le proprie.
Arrossì di botto coprendosi interamente con le lenzuola.
 

 
« Stupidi senpai che fanno cose assurde »
 
 

 
Messaggio ricevuto da Ahawe, 24:27
“ Buonanotte goccino di mamma <3 “
 
 
Ahawe, 24:29
“ Come mai non rispondi?”


Ahawe, 24:31
“Dove sei?”


Ahawe, 24:37
"Con chi sei?"


Ahawe, 24:40
"Cosa stai facendo? Non ti starai drogando, nè fumando, vero?!"


Ahawe, 24:42
"VERO?"



Ahawe, 24:45
“Oh mio Dio! Mio figlio sta diventando un delinquente! 

 
Ahawe, 24: 53
"Guarda che chiamo la polizia eh!"


Ahawe, 01:05
"Kariya!" 
KariKary, 01:10
“ Haruna stavo riposando, è l'una di notte e non siamo in uno schifo di film.”

 
Ahawe, 01:13
"Ah..."


 
 
 
“Mamma va' a dormire che è meglio.”
Invio messaggio in corso...

 
 
 

Angolo autrice.

Ma buonsalve! Oggi SONO AD ORARI DECENTI! :D 
E allo stesso tempo sono in ritardo ahahahaha...
ah.
#sparatemicheèmeglio
MI STATE MANDANDO MALEDIZIONI, IO ME NE ACCORGO, LO SAPETE, NO?
In ogni caso questo capitoletto avrei dovuto pubblicarlo la settimana scorsa, ma c'è stata un'alluvione fortissima e siamo stati tutti occupati a pulire le case dal fango.
Non potete immaginare cosa è successo alla mia città, è orribile vederne le condizioni.
Vi chiedo scusa, ma davvero non sono riuscita a pubblicare prima TAT
IN OGNI CASO MI SIETE MANCATI MIEI TESORIH LETTORI/RECENSORI <3 (X2)
( Mi perdonate, vero? cvc *le lanciano macaron, computer, gatti -wut )


Gnew, ho pubblicato un po' di fretta e forse - spero di no - potrei aver lasciato qualche picculo picculo erroruccio, che sistemerò sicuramente entro fine settimana-
SI, IL CAPITOLO E' PIU' LUNGO, VE L'AVEVO DETTO! uVu

Anyway spero che questo quarto capitolo vi piaccia <3

Stavolta ha fatto la sua entrata in scena mister sorriso riccioluto Takuto, yay!
Abbiamo visto Kariya alle prese con Kirino che non è certamente miss gentilezza LOL
Inoltre scopriamo storie romantiche segreteH huhuhu benvenuti ad una nuova puntata di beautiful
AH, poi beh... Haruna è... è, beh, semplicemente Harunamadreapprensivaproteggicrybabys

1) I nomi dei due bodyguard dello scorso capitolo: Akio/Caleb ( bonazzo nella serie di Ina Go, *A* oh ) e 
Kabeyama / Jack Wallside.
2) MASAKI MAID NON L'HO ANCORA POTUTO METTERE, APPARE NEL PROSSIMO CAPITOLO, NON UCCIDETEMI TAT ( Il fatto è nche poi sarebbe stato troppo veloce, e odio fare le cose di fretta, gnew ewe )
3) Masaki è FAN SFEGATATO di anime e manga, soprattutto di YUME YUME DASH, inventato abilmente da me su due piedi in una notte /?/ piena di scleri a random.
4) Yume Yume Dash è tipo un'anime stile Pretty Cure, di cui la protagonista si chiama appunto Yumio ( ma io si che ho originalità, vero? XD ), che ha il difetto di mettere sempre 'dash' alla fine delle frasi, è puccia ma anche scema lol ( IL RESTO DELLA TRAMA NEL PROSSIMO EPISODIO CAPITOLO ) <--- PREPARATEVI, CE NE SARANNO DELLE BELLE EH

Mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate, un commento è sempre più che gradito!
Conto su di voi!

 
Lasciate una piccola recensione: salverete tanti pinguipandanicorni (???)
Donate all'associazione facciamo avverare i sogni di Kariya
 Per fargli mettere il vestitino corto stile Pretty Cure, ovviamente 
 
 
 
   
 
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