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Autore: ArashiStorm    21/10/2015    0 recensioni
[Tales of Graces f]
[Richard x Sophie] [spoiler per la fine del gioco]
Gli occhi dei due si incrociarono. Quelli di lei erano gonfi e lucidi, le lacrime scendevano con grandi goccioloni, in cascate che illuminavano il volto nell'oscurità della stanza. Il giovane Re si mosse per istinto, portò le mani guantate ad asciugarle il volto e notò come lei chiuse gli occhi al suo tocco, come un gattino quando viene accarezzato e non sa se la cosa sia piacevole o no.
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Proviamo ad uscire dal writer block...
Grazie a Alister per il betaggio nonostante la tesi in corso.

Fandom: Tales of Graces f
Paring: Richard x Sohpie

Spoiler per la fine del gioco. Buona lettera.


Semplicemente Emozioni



I ministri erano tutti riuniti quella mattina. Richard aveva indetto l'assemblea per poter ridefinire le nuove legislazioni che aveva intenzione di introdurre a Barona nei prossimi mesi. Ora che era finalmente arrivato un periodo di pace, era anche giunto il momento di abbandonare i combattimenti per potersi dedicare, con ancora più passione, alla prosperità del regno. In cuor suo si sentiva felice di avere dalla sua parte il popolo, che lo sosteneva insieme ai ministri nei cui occhi, anche oggi, poteva leggere la sua stessa determinazione nel lavorare per il bene di tutti i cittadini.
Le proposte e gli interventi erano stati molteplici e tutti volevano dire la loro, Richard ascoltava le varie voci, ma ad un certo punto sentì un rumore che si stagliò sopra tutti gli altri. I consiglieri si zittirono nel momento stesso in cui sentirono battere al grande portone della sala del trono. Il sovrano prese parola, invitando chiunque fosse dall'altro lato ad entrare.
La porta si aprì lentamente e una guardia entrò con passo marziale portando la mano alla testa in segno di saluto.

«Vostra Maestà, chiedo perdono per l'interruzione, ma è ormai parecchio tempo che una giovane ragazza chiede di poter essere ricevuta. Ho fatto presente che Vostra Mestrà era occupato in un'importante riunione, ma la ragazza non vuole saperne di lasciare il castello prima di aver potuto parlare con Voi.»

Richard sbattè gli occhi sbigottito. Erano poche le ragazze che conosceva che si sarebbero presentate da lui con una tale richiesta e il giovane Re si rese conto, mentre attraversava la grande sala, di star sperando di sapere chi tale ragazza fosse.

«Vostra Maestà...» tentò Dalan alzandosi dalla sua sedia in tentativo di fermare l'uscita del nipote.

«Torno subito, non preoccupartevi.» rispose con un sorriso per poi rivolgersi verso la guardia per farsi fare strada.

Il soldato guidò Richard fino all'entrata del castello dove aveva lasciato la ragazza in attesa, ma quando giunsero lì non v'era anima viva.

«Beh?» chiese il Re con una punta di irritabilità.

Il soldato prontamente si inchinò «Vi porgo le mie scuse Vostra Maestà, ma vi assicuro che l'avevo lasciata qui, che piangeva...»

A quel piccolo particolare Richard si scosse. Prese il soldato per le spalle e lo strinse con fin troppa forza «Come piangeva? Era per caso una ragazza con lunghi capelli viola?» chiese con preoccupazione e irruenza nello stesso tono.

Il soldato annuì, deglutendo vistosamente, sicuramente preoccupato per la sua posizione e, per certi versi, anche per la sua incolumità. Re Richard irritato non era certo un ricordo che portava a bei pensieri.

«Dannazione» imprecò il sovrano sottovoce, lasciando andare il soldato che cadde a terra con un sospiro di sollievo. Era Sophie, pensò. Ma perchè presentarsi qui da sola, senza Asbel o senza che lui le avesse affidato una scorta? ...No, ok, questo era un interrogativo di facile risoluzione... Sophie sapeva badare benissimo a se stessa... ma parliamo pur sempre di Asbel, non avrebbe lasciato partire sua figlia se non per un motivo importante. Che fosse successo qualcosa a Lhant, o peggio, ad Asbel stesso?

Non era il momento di andare nel panico. Se Sophie era venuta qui per lui, non se ne sarebbe andata via prima di ottenere il suo scopo, lei era sempre stata così, dritta al punto verso ciò che si prefissava. Ma allora dove poteva....

Richard si diede dello stupido nello stesso momento in cui le sue gambe cominciarono a correre verso l'interno del castello. Un sorriso sulle labbra che non venne ignorato dalle varie cameriere ed inservienti che incrociò nella sua corsa. Tutte lo salutarono, così come fecero tutte la varie guardie, ma solo le donne arrossirono vistosamente. Il sovrano però non ci fece caso, aveva una sola metà in testa e quando raggiunse quella porta solitaria ai limitari del castello prese fiato prima di girarne la maniglia lentamente.

Entrò facendo silenzio, ma nonostante il buio della stanza la vide subito, Sophie era seduta con la schiena contro il muro, attorno a lei le varie casse di legno ammassate così come le avevano lasciate loro due l'ultima volta che erano stati li mesi e mesi fa. Il corpo, ora cresciuto rispetto a quella volta, era raggomitolato su se stesso, le gambe trattenute dalle braccia e schiacciate verso il petto. Il volto era nascosto nelle ginocchia e i lunghi capelli viola, non più legati in codine, cadevano ad incorniciare tutta la figura, sempre comunque minuta, della ragazza.

Richard si avvicinò piano ma gli bastò fare due passi per sentirne distintamente il pianto sommesso. Il sorriso sul suo volto si spense. Si avvicinò di più, inchinandosi vicino a lei.

«Sophie...» tentò con voce leggera. Lei si scosse di colpo alzando la testa. Era raro vederla così presa di sorpresa. In quel luogo aveva davvero abbassato la guardia a livelli fin troppo pericolosi.

Gli occhi dei due si incrociarono. Quelli di lei erano gonfi e lucidi, le lacrime scendevano con grandi goccioloni, in cascate che illuminavano il volto nell'oscurità della stanza. Il giovane Re si mosse per istinto, portò le mani guantate ad asciugarle il volto e notò come lei chiuse gli occhi al suo tocco, come un gattino quando viene accarezzato e non sa se la cosa sia piacevole o no.

«Sophie...» tentò nuovamente accompagnando le parole ad un sorriso. «Che succede? Volevi vedermi?»

Lei annuì e poi gli si avventò addosso, tremante. Richard ne fu sorpreso e dovette usare una mano per mantenere la stabilità e non cadere all'indietro. La sentì stringerlo forte, lui ritrovò l'equilibrio e cercò di tranquillizzarla accarezzandole la schiena con delicatezza.

«Che succede, Sophie?» chiese nuovamente quando notò che il tremore della ragazza fosse almeno un po' scemato.

«Asbel e Cheria non mi vogliono più bene!»

Richard rimase basito a dir poco. Quella era la cosa più improbabile dell'interno universo. Era più probabile che Pascal avesse deciso di cominciare a fare un bagno ogni giorno piuttosto che quello... Doveva sicuramente esserci una spiegazione. Il sovrano cominciò quindi ad indagare.

«Perchè dici così?» chiese continuando ad accarezzare la schiena di Sophie.

«Cheria è sempre chiusa in camera e.... Asbel quando non deve lavorare è lì con lei..... Non vengono nemmeno più a vedere i fiori al nostro albero..... E .... e quando sono da sola le lacrime che mi ha regalato little Queen  scendono ...scendono...ma non capisco...io non vorrei, ma mi fa male qui ...sul petto» cominciò a dire senza freno prendendo una mano di Richard e schiacciandola sul suo seno.

Il Re arrossì vistosamente, grato per quella lieve oscurità che li avvolgeva. Ripreso possesso della sua mano la portò sulla testa di Sophie, accarezzandola con gentilezza.

Ora era tutto chiaro. Cheria aspettava un bimbo, Asbel glielo aveva fatto sapere qualche tempo prima e facendo due calcoli il parto doveva essere prossimo. Cheria probabilmente in questi ultimi tempi si era fatta più stanca e Asbel, conoscendolo, le sarà stato sempre attaccato per paura che potesse succedere qualcosa a lei o al bambino. In tutto questo quell'ottuso non si sarà reso conto di aver allontanato Sophie dal loro mondo di novità e preoccupazioni. Asbel sa essere sciocco in questo modo.

Richard tirò un lungo sospiro e tentò si spiegare la situazione a Sophie. Lei ascoltava con attenzione e man mano che il racconto proseguiva Richard la sentiva tranquillizzarsi, il respiro più stabile, nessuna nuova lacrima e qualche tentativo di risata quando Richard rimarcava la stupidità dei suoi genitori acquisiti.

«Quindi non è che non mi vogliano più con loro?» chiese quindi quando Richard concluse il discorso.

«Certo che no! Anzi quando nascerà il piccolo vedrai come verranno a cercarti per avere il tuo aiuto» gli spiegò lui con un sorriso quasi intimidatorio.

«Allora mi vogliono ancora bene!» si illuminò lei.

«Certo! Sophie, ricordati che Asbel e Cheria sono le persone che più ti amano a questo mondo e sono sicura che lo stesso è per te»

A quelle parole lei abbassò la testa nascondendo il volto allo sguardo di Richard ormai abituato all'oscurità. La vide muovere la testa a destra e a sinistra in segno di diniego e la cosa lo sorprese non poco.

«Sophie...?» chiese quindi incuriosito quando notò anche le sue piccole mani stringere il tessuto del lungo vestito bianco.

«Io... - cercò di articolare lei incespicando sulle parole - io pensavo che loro non mi volessero più bene anche perchè io ultimamente non penso sempre a loro...»

Richard stette in silenzio, aveva compreso che la ragazza non aveva finito il discorso, ma stava semplicemente cercando il modo di esprimersi al meglio...quindi attese. Quando lei riprese la parola, il sovrano dovette alzare notevolmente la concentrazione perchè il volume si era fatto molto più basso.

«Prima...pensavo che quando Asbel sarebbe morto per me sarebbe stato il momento più triste di tutti...ma poi ho pensato... Ho pensato a quando Lambda ti ha salvato e al fatto che se non lo avesse fatto tu non ci saresti, ecco, io quando penso a questo sento un dolore immenso al petto...così forte che non riesco nemmeno a definirlo, simile a quando il mio programma mi ordinava inconsciamente di uccidere Lambda che era dentro di te...»

Richard a quel punto stava già ringraziando il buio che li circondava per la seconda volta. Certo Sophie ancora non aveva trovato il coraggio di alzare lo sguardo, ma il rossore sul volto di lui era così intenso che era convinto gli fosse arrivato fino alle mani...fortunatamente indossava i guanti, si disse, cercando di calmarsi e di non attizzare false speranze.

Il silenzio calò nella piccola stanza. Sophie continuava a guardare in basso e Richard alzò la testa sospirando sommessamente...infine si decise a chiederglielo...

«Sophie...non è che ti andrebbe di venire a vivere qui al castello con me?»

Lei alzò di colpo la testa, gli occhi le brillavano così intensamente che Richard pensò potessero illuminare la stanza. Ogni volta che la guardava si domandava come quella di fronte a lui potesse non essere una ragazza umana come le altre. Provava emozioni così visibili e così tremendamente umane che era impensabile considerarla un semplice androide.

Le lacrime tornarono a scendere sul pallido volto della ragazza che quando se ne accorse si portò le dita sulle guance.

«Perchè sto piangendo? Non sono triste...» chiese tornando ad alzare la testa mentre allontanava nuovamente le mani dal viso.

Richard sorrise e si sporse verso di lei. Con una naturalezza che spiazzò persino lui le si avvicinò ancora e le asciugò le lacrime con dei piccoli e casti baci vicino agl'occhi. Lei arrossì inconsapevolmente, e quando stava per chiedere perchè sentisse un rumore tanto forte pulsarle nel petto, le parole le morirono in gola nel momento stesso in cui Richard l'abbracciò.

Stettero così per alcuni minuti, l'uno nelle braccia dell'altro con solo il loro respiro nell'aria, assaporando la reciproca vicinanza.
 
«Allora? non ho ancora sentito una riposta...» chiese infine lui spezzando il silenzio.

Lei sorrise nascondendosi ancora un po' di più nel lungo mantello del Re.

«Si» rispose solamente.

E mentre fuori un preoccupato Duca Dalan stava setacciando il palazzo alla ricerca del sovrano, lui nascosto nel suo vecchio forte segreto si sentiva un po' più consapevole che ciò che lo legava all'immortale androide Proto Heis, forse, era qualcosa di più di una semplice amicizia, e si augurava che anche per lei fosse lo stesso...

  
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