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Autore: ichigo_sakura    21/10/2015    5 recensioni
Salve a tutti! Questa FF parla di, ovviamente, Raf e Sulfus! Già, questa storia racconta di come trascorreranno la nostra coppietta il secondo anno di scuola! Cosa succederà? riusciranno a continuare la loro storia in segreto... oppure il loro amore verrà messo alla prova da qualcosa... o da qualcuno? Ma sopratutto "come" trascorreranno l'anno? Beh, insomma: Nuovo anno, nuovi terreni, nuovi amori e nuova storia!! ^^
(è la mia prima FF su Angel's Friends quindi mi piacerebbe avere tanti pareri, ma siate clementi!! ^//^")
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti, Raf | Coppie: Raf/Sulfus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ultimo capitolo di “Terreni”.
Nelle mie storie ho sempre ringraziato alla fine, ma sta volta volevo che fosse più particolare, come lo è stato questo percorso. Probabilmente il percorso più lungo mai fatto scrivendo Fic. Essendo passato un anno, non credevo che qualcuno si potesse interessare ancora, invece sono rimasta felicemente sorpresa del contrario! Non avete idea di quante soddisfazioni, seppur piccole mi abbia dato scrivere questa storia! Grazie mille a tutti, vi voglio bene, grazie per aver portato pazienza e avermi seguito fino ad ora!
Come al solito non dimenticatevi di recensire, ma soprattutto continuate a divertirvi nel leggere <3
 
 
 
 
 
-RAF!- la vidi davanti a me, con gli occhi sgranati per la sorpresa. Non feci a tempo a dirle di andarsene, di scappare che Reina cominciò a gridare.
-NO!!! TU NO. DEVI ANDARTENE!! DEVI MORIRE!- alzò il suo dannato bastone magico, facendo muovere come un abile burattinaio l’inerme Angelie.
Non ci pensai due volte, non ne ebbi tempo, agii e basta. Sfrecciai su di Raf, cercai di rinchiuderla nel mio abbraccio il più possibile. Perdemmo entrambi l’equilibrio cadendo a terra e sperai che questo potesse bastare a farci schivare il colpo.
Non fu così.
-Sulfus! Sulfus… amore mio… ti prego!- Raf continuava a strattonarmi, sentivo la sua dolce voce spezzata dal pianto. Sembrava così distante, come in un bellissimo sogno, che stava per concludersi.
Non appena riuscì ad aprire gli occhi e la vidi in volto, rimasi come folgorato da tanta bellezza. Si, lei era davvero bellissima, se anche fosse stata l’ultima cosa che avessi visto, non me ne sarei andato con dei rimpianti, perché lei era stata con me fino all’ultimo. Ma io non stavo morendo, mi stavano condannando ad una punizione peggiore: se Raf avesse vinto e io lo speravo proprio, noi non ci saremmo mai più potuti vedere, ancora meno di quanto avremmo potuto come personaggi di due fazioni differenti. Perché stavo per diventare un essere umano, prima o poi, a differenza sua, sarei persino morto… in tutte le maniere in cui sarebbe potuta andare la nostra storia, non avrei mai pensato che si concludesse così.
-Raf…- mi sporsi verso di lei, ogni respiro si faceva più pesante, ogni muscolo più rigido. Anche parlare era diventata un’impresa. Le forze mi stavano lentamente abbandonando, sostituite da un lacerante dolore -…Raf… Tua madre…- cercai di spiegarle, ma era troppo complicato, non sapevo come fare, anche perché sentivo che mi rimaneva poco tempo per parlare ancora.
-Io, la vedo… come è possibile? Cos’è successo?- continuava a sussurrare singhiozzando –Cosa ti sta succedendo, Sulfus? Le tue… le tue ali, com’è…?-
-Raf… ascoltami… Reina sta sfruttando il potere di tua ma… ah…- sussultai di dolore –tua madre era un Angel…-
-Cosa? Ma come è possibile? No…- lei incredula, mi spostò un ciuffo di capelli incrostato del sangue di una delle ormai innumerevoli ferite.
-Fidati, amore… è così. Tua madre porta via i poteri sempiterni e la strega li assorb… li assorbe, lei… stai attenta, ti prego!- tossii ancora e ancora, poi tutto divenne confuso e scuro e con la lucente immagine di Raf negli occhi, mi lasciai andare all’oblio.
 
 
***

 
Socchiuse gli occhi abbandonandosi tra le mie braccia inermi. Socchiusi gli occhi, avvicinai le mie labbra al suo orecchio e gli sussurrai: “Non temere, Amore… giuro che troveremo una soluzione a tutto… ti amo”.
Appoggiai il suo corpo inerme sul terreno roccioso, con delicatezza. Scacciai via le lacrime, alzandomi gettai uno sguardo infuocato verso quella donna malvagia.
-TU! Pagherai per quello che hai fatto!- le mie ali erano infuocate dal potere del Fire Fly.
-No, Raf!- Uriè, poco distante da me mi intimò a fermarmi –Non funzionerà! Non devi sprecare energie, ogni colpo che le scagli contro lei lo assorbe, aumentando l suo potere!-
-AHAHAH!!! Si… la tua amichetta ha ragione, forse una volta mi hai sconfitto ed è per questo che all’inizio ti temevo… ma ora so che non potrai fare nulla!!!- Continuò a ridere a lungo.
 
Che nervi!! Se solo sapessi come…
 
-Ehi, angelo! L’ultima volta come avevi fatto a farle il culo?- mi chiese Cabiria impugnando il suo Kodachi, proteggendoci.
-Io…- titubai un secondo.
-Ma certo, eri diventata una Stella angelica!! Così la sconfiggerai!- Uriè mi si avvicinò e mi sorrise fiduciosa.
Reina sembrava tranquilla… forse persino lei sapeva quello che stavo per dire.
-Io… io non so come sia successo…- sussurrai.
-Che cazzo stai dicendo bionda?- Zeno, gravemente ferito, ma ancora in piedi, aveva un tono arrabbiato e sinceramente mi faceva paura, ma non potei sottrarmi alla domanda.
-Non ho idea di come sia diventata una Stella angelica, l’ultima volta!-
Reina rise ancora –E’ ovvio!! Non eri pronta a diventarlo, non sei come tua madre, tu sei figlia mezzo sangue di un angelo e un umano! Per quanto tu possa essere forte, non potrai mai raggiungere il vero segreto dei diretti discendenti delle Sfere angeliche, come Angelie. Per questo usare la tua stessa mammina contro di te, si sta rivelando davvero una scelta saggia…- sorrise a trentadue denti.
 
Discendente delle Sfere Angeliche? Mia madre…? Lei era un angelo di primo livello?!
 
-Se è così… io non riuscirò mai…- cominciai con la voce tremante, presa da un’angoscia che nasceva dall’interno del mio torace, come un fuoco logorante che non si spegneva mai.
-No! Non dire così, non devi crederle! Tu sei potente, Raf e insieme riusciremo a sconfiggerla!- Uriè mi prese per mano ma istintivamente la scacciai via.
-Non puoi capire Uriè! Non posso sconfiggere mia madre… e anche se potessi, non posso ferirla, non potrei mai sopportare di perderla di nuovo ora che finalmente l’ho vista!- mi accasciai sulle ginocchia, mentre Zeno partiva all’attacco.
-Siete inutili!! Non voglio in giro persone deboli come voi, andatevene fuori dal cazzo!- Si gettò di scatto su mia madre, accompagnato dal suo lupo.
-NOOO!!! Non lo fare, ti prego!!- Urlai io senza però muovermi, ero paralizzata.
Lei, Angelie, con occhi come ghiaccio, appena socchiusi, si girò verso il Guardian Devil. Alzò di scatto un braccio, stendendolo davanti a lei e a quel punto fu tutto un fascio di luce. Zeno fu scaraventato dalla parte opposta, in un angolo buio della grotta, dove non riuscii a vedere la sua sorte.
 
 
Mamma… come puoi…?
 
-Raf, smettila di comportarti così! Reagisci, quella non è tua madre! E’ completamente manovrata da Reina… non è più…- Uriè cercava comunque di spronarmi, ma non mi piaceva quello che stava dicendo.
-No! Non ci credo… Io ci devo provare comunque! Non mi interessa, dovesse colpire anche me!-
Mi alzai e a passi prima decisi e poi lenti e timorosi mi avvicinai alla figura circondata da un’innaturale aurea biancastra.
-Cosa vuoi fare? Non ti avvicinare Raf!- Stranamente fu Cabiria a cercare di dissuadermi, mentre Uriè rimaneva immobile. Dalla mia migliore amica riuscii solo a sentire un sussurro: “Mi fido di te”.
 
Quando fui abbastanza vicina alla donna mi fermai. Lei mi squadrava, non sembrava sentirsi minacciata, ma non dimostrava comunque niente. Sul suo volto non traspariva alcun sentimento.
-Mamma… sono Raf… la tua Raf!-
-Cosa stai facendo?- sussurrò Reina incredula, ma sempre molto calma. Non la degnai di risposta.
-Lo so… che non ci siamo mai conosciute, insomma, io non ho memorie di te. Eppure, sin da quando ero piccola, nei miei sogni ho sempre percepito una mano calda che vegliava su di me… una voce dolce che mi sussurrava la buonanotte e un abbraccio forte che mi sollevava nei momenti tristi…- lo sguardo di Angelie si intensificò per un attimo, le iridi inespressive e opache di mia madre sembrarono diventare lucide per un momento e la sua bocca rosata si schiuse per la prima volta emettendo qualche piccolo suono, come quello di un neonato.
-Bi… na… R…- i suoi tentativi vani di cercare di stabilire un contatto con me, mi fecero sussultare e le lacrime cominciarono a scendere salate e calde sul mio volto.
-Piantala!! Non serve a niente parlare con lei, è una mia schiava!!- mi urlò contro Reina –E come mia schiava ti ordino di colpirla!!! Avanti, muoviti serva!!!- continuava a sbraitare, mentre mia madre, lentamente alzava il braccio verso di me.
-STAI ZITTA!- urlai a quella donna malvagia –Mamma, ti prego, dammi retta!- cercai di avvicinarmi ancora di più e così facendo mi accorsi che il suo braccio tremava, come se lottasse con se stessa. –Mamma… quella presenza così importante nella mia vita, sono sicura che fossi tu! Anche se non potevi essermi vicina fisicamente, so che tu ci sei sempre stata per me… se è davvero così… ti prego… ti supplico mamma: ritorna in te e resta con me per sempre!!- mi accasciai su me stessa, a nemmeno un metro da lei, piangendo disperata –Ti prego… mamma, torna da me…-
Angelie cacciò un urlo acutissimo, simile ad un ultrasuono, sentii il mio cuore straziarsi in armonia con il suo dolore. Lei smise di fluttuare in aria e cadde a terra, vicina al lago sotterraneo della grotta. Alzò piano lo sguardo e, finalmente, lo vidi: il vero volto di mia madre. I suoi occhi azzurri così simili ai miei scavavano nel mio animo. Noi non ci eravamo mai lasciate, sin da quando avevo aperto gli occhi la prima volta. Mi sembrò che quel contatto non si fosse mai infranto, lei mi leggeva dentro, lei era sulla mia stessa lunghezza d’onda, lei era la mia tanto desiderata mamma.
-Raf… bimba mia!- mi sorrise alzandosi e io la imitai. Cominciai a correre a perdi fiato verso di lei, ma quando fui abbastanza vicina da poterla finalmente sfiorare, un ruggito potente si mise tra di noi.
-NO! TU NON PUOI SOTTRARTI ALLA TUA REGINA! ANGELIE; RITORNA AD ESSERE MIA SERVA!- sentenziò Reina trascinando velocemente il suo corpo in volo verso mia madre. La afferrò per i capelli e la costrinse a fissarmi –Ora, colpiscila!-
Lo sguardo di mia madre tornò ad essere vitreo e, questa volta, senza indugio, alzò la mano verso di me.
 
No, non lo fare…
 
Ma lo fece. Un fascio di luce mi irradiò completamente, gettandomi nelle profondità del lago.
-RAFFFF!!!- fu la voce di Uriè, l’ultima cosa che sentì, prima di sprofondare nel mio subconscio.
 
Quanto buio… ho freddo.
Mi brucia la gola, sento l fiato che comincia a mancare…  mi fa male.
E’ così, allora, che doveva finire? Mpf… che tristezza.
Se non fosse che sto già annegando, affogherei nelle mie lacrime. Non sono nemmeno riuscita a stabilire un contatto con mia madre, come potevo pensare di sconfiggere Reina? Non sono riuscita a salvare le mie amiche… non sono riuscita ad impedire che diventassero tutti terreni, perdendo lo scopo più grande della loro vita. Non sono riuscita a salvare Sulfus…
Quante cose che avrei voluto fare ancora con te, Amore mio! Oh Sulfus, avrei tanto voluto vivere per sempre al tuo fianco, non importa in che forma, umani, sempiterni… avrei condiviso anche la morte con te! 
Non posso andarmene così, non posso lasciarmi scivolare via la possibilità di avere tutto ciò che ho sempre desiderato: una famiglia con mia madre, con le mie amiche e con te.
No. Non posso arrendermi così!
Cos’è? Cosa significa questo calore? E’ così meraviglioso, mi sembra che mi doni nuova vita, il fiato non mi manca più e intono a me le profondità del lago si schiariscono. È bellissimo.
 
***

 
-Raf…- mi alzai lentamente, ancora senza forze e lo scenario che mi trovai davanti mi fece sobbalzare il cuore.
Uriè piangeva davanti a me abbracciando la sua amica dai capelli rosa. Cabiria guardava davanti a se, senza sbattere le palpebre, immobilizzata. Reina esultava, guardando il lago con un atteggiamento vittorioso. Angelie rimaneva impassibile, ma anche lei rivolta verso le profondità del lago… solo un’importante figura mangava dal quadro. La più importante di tutte.
-Cos’è successo?? Cabiria! Cosa cazzo sta succedendo?? Dov’è Raf?- urlai.
-Lei- si fermò di scatto quasi le avessero strappato via la voce –Lei è morta.-
-No… no, no! Non e possibile!- urlai disperato alzandomi e correndo verso le due donne –Cosa le avete fatto?! Dannata troia!!! Rispondimi!- inveii contro la donna. andarla
-La tua cara Raf… è affondata nel lago per mano della sua adorata mammina! Non è commovente?- rise lei.
D’istinto mi gettai nel lago per andare a recuperarla, ma non riuscivo a scendere nelle profondità, il fiato mi mancava e la pressione mi schiacciava. Odiavo essere così debole.
Finché una luce accecante cominciò ad emergere dall’oscurità e io riemersi con lei.
Fluttuava nell’aria come un angelo, ma senza ali ne aureola. Era bellissima. La luce che irradiava era così pura e calda che mi sentì subito risanato nel profondo.
Uscii dall’acqua  e vidi i miei amici che uno dopo uno si rialzavano, guarivano, si rasserenavano. Non so cosa fosse, ma era come se la sua aura donasse fiducia e felicità.
Illuminata dalla luce emanata da Raf, anche sua madre riprese conoscenza e, girandosi verso Reina l’attaccò, cercando di prosciugarla dai poteri, esattamente come stava facendo raf, per rimetterli ai giusti posti: cioè dentro di noi.
Sentivo i poteri che mi sgorgavano dalle vene, le ferite che si richiudevano e la forza per poter aiutare il mio Angelo.
-Ragazzi, aiutatemi, vi prego!- Angelie si rivolse a noi, ormai tutti completamente ripresi. Non esitai un secondo, mentre gli altri erano perplessi dalla luce e non si mossero.
-DEVILS! Datemi una mano, forza! Dobbiamo fare il culo ad una certa stronza!- li vidi sghignazzare tutti e, mentre si alzavano in volo per colpire la Reietta, anche gli Angel si smossero e cominciarono a scagliare i loro colpi più potenti, finché non ci fu altro che luce e divenne tutto bianco.
-Ce l’abbiamo fatta!- urlò qualcuno notando per primo che della Strega non era rimasta altro che polvere puzzolente. I miei poteri erano nuovamente spariti, ma non mi importava: la mia Raf aveva aperto gli occhi e come un angelo scese fluttuando verso di me, illuminandomi. In quel momento capii quanto cazzo doveva essere bello il paradiso, perché se fosse stato bello la metà di lei, beh… non ci sono parole per descriverlo.
-Raf, amore mio!- mi avvicinai a lei sfiorandola soltanto, mentre lei si appoggiava leggera come l’aria a me. Avvicinò le labbra alle mie, permettendomi di sentire il suo respiro –Sei viva… temevo di averti persa per sempre…- lei sorrise.
-Non ci potremo mai perdere noi due. Siamo legati da qualcosa d’indissolubile- mi sussurrò dolcemente con quella voce così perfetta che alle mie orecchie pareva dolce musica.
-Ti amo- la presi tra le braccia, tenendola sospesa dal terreno e baciandola dolcemente a fior di labbra.
-Ti amo- rispose lei con gli occhi lucidi e le gote infiammate –Non voglio mai più avere così tanta paura di non rivederti mai più!- una lacrima solitaria le marcò il viso, ma io la fermai con un bacio –Non ti lascerò mai più, d’ora in avanti ti sarò vicina per sempre- s’accovacciò tra le mie braccia, annegando il volto tra l’incavo del mio collo.
-Questa è l’unica cosa a cui ambisco- la strinsi ancora un po’, ma sapevo che il mio turno non sarebbe durato ancora a lungo.
-Raf!- Uriè e Dolce la chiamarono e lei, poggiando a terra i piedi per la prima volta da quando era emersa, a passi quasi incerti, andò in contro alle sue amiche, abbracciandole. Ero così felice. Vederla in quel modo era la gioia più grande.
Ma poi il mio sguardo cadde poco più in la e…
 
***

 
-Piccola mia…- quella voce, così dolce, armoniosa mi fece sobbalzare il cuore.
-Mamma…- non volevo piangere ancora, quindi decisi di buttarmi tra le sue braccia e basta, senza starci troppo a pensare.
-Bimba mia! Quanto mi sei mancata, sei diventata l’angelo più bello e così coraggioso… sono fiera di te, piccola Raf!- mi strinse forte tra le sue braccia, come se non avesse fatto altro per tutta la sua vita.
-Da quanto tempo ti aspettavo mamma! Non sai che strazio non sapere da dove venivo, non sapere chi ero ma soprattutto non conoscere l’amore di una madre!- mi lasciai trasportare dal tepore dei suoi abiti e il profumo così nostalgico della sua pelle. Fino a ché non mi staccò dolcemente da lei, per guardarmi in volto.
-Lo so, tesoro! Ho sofferto la tua stessa pensa senza poter stare accanto alla mia bambina e vederla crescere! Ma ora sai chi sei: sei mia figlia, la figlia di una Angel di primo livello, discendente diretta delle alte sfere, questo fa di te una Angel di primo livello e come tale hai ereditato i miei poteri, come abbiamo visto oggi!- mi disse sorridendomi.
-Si!! Raf sei stata grandissima!- le mie amiche mi incitavano avvicinandosi con sguardi sorridenti. Sentii dire persino ad Akuma una cosa tipo “Beh, devo dire che hai scelto l’Angel più tosta di ogni singola Devil di tutto il mondo!” a Sulfus.
-Tuttavia…- aggiunse mia madre –Tu sei qualcosa di più speciale di questo, sei il frutto di un amore puro, come quello che c’è ora tra te e quel bel Devil laggiù!- mi sorrise dandomi un buffetto sulla guancia.
-Cosa vuoi dire?- chiesi stranita.
-Piccola mia, questo ti ha fatto diventare la persona più speciale di tutte. Hai un dono in più!- mi fece segno con la mano di guardare i miei compagni –Non ti sei resa conto che sotto l’effetto de tuoi poteri, per poco tempo, hai fatto tornare tutti Sempiterni? E guardali ora: sono guariti, sono in forze! Se solo ti concentrassi di più…-
-Stai dicendo che posso far tornare tutti come prima?- Non mi rispose, si limitò a sorridere e a spingermi leggermente le spalle, per farmi avanzare verso i miei amici.
Decisi dunque di provarci, li radunai tutti di fronte a me, a semicerchio. Non so come feci, ma senza formule, senza ali, mi bastò solo chiudere gli occhi e sentire il desiderio dei miei amici di voler tornare ad essere quello che gli riusciva meglio e, cioè Custodi e Tentatori. Quando li riaprii davanti a me tutti erano irradiati dalla loro luce brillante e Sempiterna, mentre si alzavano in volo per gioire dei poteri riacquistati.
Una sola persona, però era rimasta ancora Terreno.
-Sulfus… non ha funzionato con te?! Io non capisco!- mi avvicinai a lui incredula. Cosa avevo sbagliato?
-Non ha funzionato nemmeno con te…- mi fece notare lui e, si: era vero.
-Forse non lo desideravate davvero, perché quello che davvero bramate siete voi stessi, insieme, per sempre senza più barriere!- ci sussurrò mia madre sfiorando le teste di entrambi con le mani –Se è quello che desiderate allora è così che dovrà essere!- questa volta si girò verso Sulfus e gli sorrise, sussurrandogli poi –Io voglio solamente che mia figlia sia felice e se sarà un Devil, un Angel o un terreno, non mi interessa. Voglio solo che tu non la faccia soffrire mai- prese la sua testa con entrambe le mani e lo baciò sulla fronte.
-Lo farò… non ne dubiti!- rispose lui mentre mia madre si allontanava, per poi tornare a rivolgere lo sguardo a me –Bene, ora ho anche ricevuto la benedizione di tua madre… posso tenerti davvero con me?- mi chiese sfiorando il suo naso con il mio.
-Si, ora non ci dividerà più nulla! Potremo essere felici per sempre!- sorrisi sfiorando le sue labbra.
-E tu sei sicura di voler passare la vita con un Diavolo come me?- era davvero a un soffio da me e gemetti al solo pensiero del contatto.
 
 
-Non desidero altro…-

 
  
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