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Autore: May be    22/10/2015    2 recensioni
Con gli occhi sgranati indicò il nero condensato di circuiti e stranezze a cristalli liquidi e chiese, il tono di voce forse un po' troppo acuto: « Cos'è questa roba?! »
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Shikamaru Nara, Temari | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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One shot
 
 
 
 
 
 
 
 
 
L'Autunno si era adagiato su Konoha col suo respiro rosso e dorato, facendo frizzare l'aria del mattino ed impigrendo il Sole, che ora attraversava il cielo più frettoloso per tuffarsi nuovamente nella notte. Qualunque animo vagamente poetico avrebbe certamente usato parole simili per descrivere un anonimo giorno di fine Ottobre: ma, grazie al cielo, Shikamaru Nara nemmeno aveva idea del significato di poetico (non faceva parte del suo pacchetto genetico, semplicemente: per fare posto a tutti quei neuroni qualcosa si era pur dovuto sacrificare) e senza alcun dubbio riteneva una fatica immane e soprattutto futile e non richiesta l'utilizzo sconsiderato di aggettivi ad accompagnare parole assolutamente in grado di definirsi da sole.
Piuttosto, quindi, si poteva dire che fosse iniziato quel periodo dell'anno catalogabile come: freddo, foglie cadute umide e mortalmente scivolose attaccate sotto le scarpe, freddo, doversi alzare quando fuori c'era ancora buio contravvenendo a qualsiasi legge naturale, pioggia semi-costante, freddo, raffreddore e malessere permanenti, freddo e tante altre belle cose connesse ad esso.
Ad una sì gioiosa prospettiva si aggiungeva poi l'inizio dei corsi all'Accademia dei mocciosi, il che implicava che a breve altri demoni si sarebbero uniti alla disperata massa di aspiranti chunin che ogni anno non vedevano proprio l'ora di affollare Konoha e creare svariati tipi di calamità e oberare di lavoro il povero team organizzativo - di cui lui, beninteso, faceva parte.
Shikamaru sospirò, affranto: e pensare che avrebbe potuto diventare panettiere, e invece! Ma perché non fare il ninja?, si era chiesto. Chiaramente: in fondo, cosa c'era di male nelle missioni suicide, nei viaggi sfiancanti, nel diventare una figura di riferimento per l'intero Villaggio, nell'assumersi un numero infinito di incarichi diplomat-
« La vuoi finire?! »
Shikamaru sobbalzò, genuinamente spaventato, e riemerse appena dalla morbida e meravigliosamente inglobante poltrona in cui si era immerso qualche secolo  prima per lamentarsi piccato: « Ma se sto pensando! »
« Per l'appunto », commentò Temari sbracata sul divano ad un paio di metri da lui, lo sguardo fisso sullo schermo di un maltrattato computer che teneva appoggiato sulle ginocchia in una posizione di dubbia stabilità: « Percepisco la tua negatività da qui, mi infastidisce ».
Shikamaru sbuffò, tornando a sprofondare tra i cuscini e protendendo le gambe verso il camino acceso, focalizzando il suo quotidiano rimuginare sulle sfighe della vita sulla seccante presenza che ormai da troppo tempo (precisamente, da quando  il rampollo Nara era stato graziato di un piccolo appartamento in cui poter vegetare senza rischiare di perdere lo scalpo) aveva deciso che le locande e gli alloggi dedicati agli ambasciatori non fossero del tutto adeguati alla sua regale persona. Mancavano i maggiordomi, effettivamente: e qua entrava in gioco lui - quando mai aveva fatto l'errore di dare confidenza a quella donna?! Eppure era una tra le Prime Regole Base della Sopravvivenza: mai andare in giro tenendo i coltelli con la lama rivolta verso l'alto, mai alzare gli occhi al cielo mentre tua madre ti fa la predica e mai parlare con sconosciuti o con donne ventaglio-munite e dalla dubbia etica. E a quel proposito... Pensandoci bene erano giorni che la Seccatura trafficava con quel portatile (che ci facesse un portatile a Konoha, poi, era una problematica che non aveva il coraggio di affrontare), ringhiando contro al padrone di casa ogniqualvolta lui si avvicinasse troppo o cercasse di sbirciare lo schermo.
Nemmeno a farlo apposta lo sguardo vacuo di Shikamaru incontrò l'occhiata minacciosa di Temari, e lui si affrettò a zittire i neuroni. Stava quasi per appisolarsi di nuovo, quando sentì che lei ridacchiava piano, la fredda luce azzurrognola dello schermo che le animava gli occhi con un bagliore sinistro.
« Ma si può sapere cosa stai facendo? » osò infine, seccato: certo era positivo che la tiranna si fosse trovata un hobby, ma in qualche modo l'essere all'oscuro dei suoi piani era psicologicamente più devastante che esserne la palese vittima.
Lei lo liquidò con un secco: « Te lo spiegherò quando sarai più grande, Nara »; ma Shikamaru aveva chiaramente scelto di voler porre fine alla sua miserabile vita. Si slanciò in avanti con inaspettata energia, considerato che fino ad un istante prima era stato così impegnato a cuocersi a fuoco lento e stamparsi sulla schiena la fantasia del copridivano, e le strappò dalle mani il computer. Approfittando dei pochi millisecondi necessari a Temari per realizzare l'accaduto studiò velocemente la pagina web aperta; con la coda dell'occhio la vide aggrottare le sopracciglia e piegare quasi impercettibilmente verso il basso un angolo della bocca, chiari segnali che indicavano una molto prossima esplosione nucleare... Ma, incredibilmente, lo sconcerto derivato da ciò che stava leggendo superò persino il terrore.
Con gli occhi sgranati indicò il nero condensato di circuiti e stranezze a cristalli liquidi e chiese, il tono di voce forse un po' troppo acuto: « Cos'è questa roba?! »
Temari si riprese con un gesto secco il maltolto restituendo in cambio un calcio negli stinchi al Nara, e si lanciò nuovamente sul divano impegnandosi a contare fino a mille e fare dei grandi respiri profondi, ignorando il suadente richiamo del ventaglio a così pochi metri da lei. Rilassati, pensò, uccidendolo ora ti priveresti di tutto il divertimento.
« Quella », esordì calma mentre tentava di esibire uno dei suoi migliori sorrisi (diamine se era difficile), « era una fanfiction ».
Shikamaru alzò molto lentamente un sopracciglio, ipnotizzato dal ghigno inquietante (26 anni e non aveva ancora capito di non essere in grado di fingere di sorridere) della furia omicida ad appena un paio di metri da lui. Quelle... cose che aveva letto continuavano insistenti a ballargli davanti agli occhi, tanto da dargli un certo senso di nausea.
Temari sospirò, spiegando con forzata pacatezza: « Evidentemente un numero indefinito di persone col tempo si è stufato di pregare che tu fossi meno pesaculo, che l'Haruno fosse meno lagna, che l'idiota fosse meno idiota o che l'Uchiha si decidesse a prendere degli psicofarmaci o quantomeno qualcosa contro la sindrome premestruale, ed ha deciso di rassegnarsi ed iniziare a fare di testa propria: da qua, una serie infinita di fanfiction un po' su chiunque ». Temari alzò le spalle, incurante dell'espressione di palese shock misto ad orrore dell'ameba accanto a lei, e continuò: « All'inizio sono rimasta abbastanza turbata, è vero: si tratta pur sempre di un mucchio di disagiati con del buon tempo e la strana perversione di volerlo trascorrere ad inventare momenti alternativi della vita di qualsiasi caso clinico che abbia mai avuto più o meno a che fare con questo buco di Villaggio... E vedersi protagonista di simili pagliacciate senza che sia stata chiesta la propria opinione non è esattamente una cosa che si accetta con facilità », concluse a voce più bassa, facendo scrocchiare sovrappensiero le nocche - la tetra immagine di una spina dorsale spezzata attraversò come un brivido la mente di Shikamaru.
Shikamaru che, da parte sua, si limitò a chiudere gli occhi inspirando e cercando di fermare il frenetico fermento dei suoi neuroni: doveva concentrarsi. Forse con uno sforzo mentale avrebbe potuto passare oltre a tutto ciò che aveva sentito fino a quel momento e fingere che fosse tutto normale.
 
Okay, no, non poteva.
« E ne hanno scritte anche su di te? » chiese scettico.
« Chiaro ».
« E cos'è, una guida allo schiavismo? Un decalogo della tortura? Come stanziarsi in casa altrui pur avendo un comodo albergo a disposizione? »
Temari lo squadrò altezzosa, limitandosi a pugnalarlo con lo sguardo per qualche istante: dopodiché sul suo volto si aprì nuovamente un ghigno malevolo.
« Dimmi, Shikamaru... Cosa hai letto esattamente in quella pagina web? »
Il Nara deglutì, iniziando a sudare freddo.
« Niente », mentì.
Temari gli si avvicinò con movimento felino, sedendosi sul bracciolo della poltrona ed orientando il portatile in modo che anche Shikamaru potesse vedere lo schermo; quindi lesse:
« Una delle poche cose che purtroppo Shikamaru aveva imparato dalle donne dispotiche - con una c'era cresciuto e con un'altra ci sarebbe morto - era che le bugie avevano le gambe corte. Molto, molto corte. Fortunatamente la natura spesso e volentieri fa doni atti alla preservazione della specie, umana in questo caso, ecco spiegato un QI molto elevato - oh sì, era certo di avere tutto quel cervello solo per poter sopravvivere alle donne... »*
Il ghigno di Temari si allargò, pieno di crudele malizia, e Shikamaru assunse un colorito molto tendente al porpora - con forse una sfumatura dalla tonalità melanzana, ma poteva anche essere colpa della luce.
« Come avrai notato », cinguettò lei, « parlano anche di te: e c'è da confessare che questi artisti hanno pienamente centrato il tuo carattere, dalla tua tendenza all'autolesionismo alla pigrizia patologica al fatto che i tuoi punti di QI siano lì solo per bellezza - è la cosa più divertente che abbia mai letto! » concluse scoppiando a ridere di gusto.
Shikamaru riuscì ad uscire dalla spirale di autocommiserazione in cui era caduto, appena in tempo per approfittare del momento di debolezza del demone accanto a lui: andò a sfogliare le varie schede aperte alla ricerca di una qualsiasi cosa potesse mettere in imbarazzo la Seccatura - ma sembrava che il mondo provasse un certo sadico godimento nel farlo tribolare anche nell'immaginario. Stava quasi perdendo le speranze, quando trovò qualcosa che lo lasciò decisamente inquietato:
« Perché qua te la fai con Sasuke?! »
Temari riuscì a stento a smettere di ridere e si asciugò teatralmente le lacrime, commentando tra un residuo di risata e l'altro: « Non chiedermelo, non ho capito nemmeno io: credo di essermi lasciata sfuggire anni fa che fosse belloccio... Se avessi saputo cosa ne sarebbe nato mi sarei impegnata in apprezzamenti ad uomini ben più maturi ed aitanti », confessò con finto candore.
Shikamaru alzò un sopracciglio, perplesso: « Belloccio quello là? Se non stessi con me avrei detto che hai cattivo gusto... »
Temari sospirò: « Oh, Shikamaru ».
Per poi lanciargli uno sguardo di compassione mista a rassegnazione e riprendere possesso del computer.
A questo punto, Shikamaru poteva ritenersi adeguatamente offeso: si lanciò sulla tastiera ed iniziò la sua ricerca, cercando nel mentre di non venire decapitato dai tentativi della Seccatura di distoglierlo dal suo intento. Con un sorriso vittorioso trovò quello che stava cercando; si schiarì la gola e lesse trionfante:
«"Oh scusa" borbottò Nara dopo un po’, come se si fosse appena svegliato "hai detto qualcosa? Il mio cervello non capisce il gallinese…"
E rise, soddisfatto…
Temari allargò le narici, e gli occhi le dardeggiarono.
"Gallinese?" chiese, a denti stretti.
"Oh sì, sai" blaterò lui, per poi fermarsi a causa di un enorme sbadiglio "la lingua delle galline, insomma"».**
Fu il turno di ridere del Nara, che con tono strafottente le fece il verso: « E a quanto pare anche la tua irascibilità e la turba mentale (qualunque essa sia) che ti porta a litigare con chiunque sono di pubblico dominio, interessante... »
Temari non perse nemmeno tempo a mettere il broncio, e commentò secca: « Ah, sì, la conosco ». Per poi avvicinarsi all'orecchio di Shikamaru e mormorare melliflua: « Tanto alla fine muori ».
Shikamaru inorridì, scorrendo frenetico la pagina per verificare il finale - ma prima che avesse il tempo di scoprire la sua sorte Temari gli strappò nuovamente l'aggeggio infernale, cercando allegra una qualsiasi altra fanfiction in cui il pesaculo venisse vittimizzato (chissà che non le potesse dare qualche idea).
Trascorsero così quella serata surreale leggendo storie che parlavano di loro, assieme o singolarmente o assieme ad altri personaggi più o meno ortodossi, fondamentalmente deridendosi ed insultandosi a vicenda facendo leva sui difetti reciproci, così abilmente messi in luce da qualche ignoto psicopatico.
E dopo una serie interminabile di « Ah, a quanto pare amano tutti il nomignolo Crybaby anche se lo avrò usato un paio di volte... Dovrei chiamarti così più spesso, in fondo ti rende giustizia », « Ma quale diamine è questo famoso albero sotto cui dormo sempre?! », « Tu sai che se ti scordassi realmente del mio compleanno non avresti nemmeno il tempo per pensare "credo di essermi scordato qualcosa di importante" vero? » o « Ora che ci penso... I tuoi fratelli non sono qua in giro vero? », si erano ritrovati sdraiati sul divano, le braci nel camino che morivano lentamente, a scorrere le fanfiction più per inerzia che altro.
Ne stavano passivamente leggendo in silenzio una scelta a caso tra il mucchio - qualcosa che aveva a che fare con Natale, una delle grandi feste di Ino (che erano un po' un elemento ricorrente, avevano constatato) e la loro relazione super-segreta che rischiava di essere messa allo scoperto, motivo per cui tanto per cambiare stavano litigando in camera della Yamanaka.
Shikamaru era entrato in quella fase della serata in cui la palpebra calava segnando il momento di andarsene a letto ed inaugurare la parte migliore della giornata: il dormire. Stava quindi per alzarsi, quando all'improvviso la sua vista annebbiata individuò uno sviluppo della trama sospetto: anche Temari doveva essere arrivata a quel punto, perché la sentì irrigidirsi. Improvvisamente cauti, proseguirono immersi in un silenzio carico di tensione, reso pesante dal basso ronzio della ventola:
« Shikamaru non rispose subito, preferì rinsaldare la presa sulla vita facendo scontrare il bacino e prenderle il viso con una mano. Passò le dita trai capelli allentando uno dei codini prima di prenderle la nuca e a due centimetri dalla labbra sussurrarle: "Mi sei mancata e… ti voglio ora"».***
Shikamaru tossicchiò nervoso, e Temari chiuse lentamente il portatile:
« Direi che è abbastanza per oggi ».
« Sì, ho avuto questa sensazione anche io ».
 
Qualche minuto dopo, Temari sgusciò di soppiatto nel salotto buio e deserto, ed agguantò lesta il computer: tanto valeva finirla, quella fanfiction. E chissà...
 
 
 
« Seccatura »
« Mh? »
« Ma computer, fanfiction e connessione internet non dovrebbero esistere qua alla Foglia, dico bene? »
« Sì, e allora? », biascicò Temari girandosi su un fianco e tirandosi le lenzuola fin sotto il mento.
« E quindi come spieghi questa giornata? », mormorò turbato Shikamaru.
« Anche questa è una fanfiction, idiota », tagliò corto la sua dolce metà.
Shikamaru si ritrovò a fissare il soffitto, avvertendo un lieve capogiro: se quella era una fanfiction, dov'era la realtà? E se a lui sembrava la realtà, come poteva non esserlo? Esisteva davvero, una real-
 
 
Fine
 
 
BONUS
« Oddio ma ti rendi conto che in un sacco di queste storie te la fai con la tua amichetta? »
« Ma chi, Ino? »
« Ma ci credono davvero? È irrealistico! »
« Ehi, non è così impensabile che io possa piacere a qualcuno! »
« ... Oh, Shikamaru ».
 
 
 
*Citazione da Artifìcio (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2786190&i=1) di DirtyCharity
**Citazione da It's Friday, I'm in love! (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2342472&i=1) di Clahp socia fottiti <3  f
***Citazione da And in the darkness bind them (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2348597&i=1) di michiyo1age
 
 
Note:
Per la serie "a volte ritornano", piccolo omaggio ai cinque anni di vita del gruppo di mosche nere più bello di sempre. Grazie.
PS: riguardo alla storia... Non credo servano parole. Avevo molto mal di testa quando l'ho scritta. E sonno. Boh.
PPS: aggiornate la sezione Naruto che un po' di altre ragazze hanno sfornato delle cosine carine <3
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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