Dieci
passi insieme a te
Primo
passo
Primo
incontro
Il 104° Reggimento
è un raduno di
giovani ragazzi e ragazze che hanno abbandonato le proprie famiglie per
servire
un Re che nessuno di loro ha mai visto. Mikasa si guarda intorno e si
chiede
con quale coraggio – o chissà per quale esigenza
– la maggior parte dei suoi
compagni ha abbracciato la vita militare, quando a casa ci sono
entrambi i
genitori ad aspettarli.
Dal suo punto di
vista, comunque,
questa domanda non ha senso. Arruolarsi è stata una scelta
obbligata, legata
solo ed esclusivamente alla sopravvivenza. La sua e di Eren.
Nonostante sia
costretta alla
convivenza forzata con tanti suoi coetanei, Mikasa non ha amici. O
meglio, non
considera tali neanche le ragazze con cui condivide il dormitorio.
Continua ad
essere diffidente, a fidarsi solo di se stessa, e nessuno, in fondo,
osa mai
avvicinarsi a lei. Perciò, quando una voce alle sue spalle
cerca di attirare la
sua attenzione, se ne stupisce enormemente.
A metà
strada tra i tavoli della mensa
e la porta del refettorio, Mikasa si volta perché ha sentito
qualcuno
chiamarla. Ora davanti a lei c’è un ragazzo e non
uno qualsiasi: è la recluta
con cui Eren litiga sempre – le pare di aver capito che si
chiama Jean. Di
solito ha un’espressione strafottente, orgogliosa, e non
perde mai occasione di
attaccare – più o meno involontariamente
– il giovane Jaeger. Eppure, a lei
rivolge solo un complimento.
-Non ti ho mai
vista prima-, esala.
-Hai dei capelli neri
bellissimi-.
In una frazione di
secondo, cento
considerazioni diverse attraversano la testa di Mikasa: passa dal
chiedersi
cosa Jean voglia da lei al sentirsi lusingata –
perché è la prima volta in
tutta la vita che un ragazzo le parla in quel modo – fino a
domandarsi che cosa
è necessario rispondere in casi come quello.
-Grazie-, gli dice
semplicemente, dandogli
di nuovo le spalle e uscendo sulla scia di Eren, che l’ha
già preceduta
all’esterno del refettorio. Non bada
all’espressione ancora sognante di Jean,
ma dentro di sé sente il cuore sospirare e sbuffare un
soffio di gioia
frammista a timidezza.