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Autore: A_Marauder    22/10/2015    5 recensioni
{Storia partecipante al contest “Let's play TABOO-Old Generation Edition!” di Alyx e Writer96 indetto sul forum di EFP; nona classificata}
Malandrini; anni '30. Hogwarts; stato di New York.
Perché spesso le cose non sono come sembrano e facciamo molta fatica a realizzare che siano cambiate.
Anche Lily ci metterà un po' a capire che, benché sia sempre stata progressista, è rimasta bloccata su un'idea di ormai sette anni prima.
Sarà quando, per lei, una parola cambierà significato capirà che vale sempre la pena di rischiare per amore.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Paciock, Frank Paciock, I Malandrini, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto, Malandrini/I guerra magica
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1 Settembre 1935, Algoe*.

L'estate è già finita e per i ragazzi è il momento di tornare a scuola.

Fuori da Hogwarts, uno speciale istituto di New York, c'è un grandissimo via vai dal parcheggio agli alloggi con un grande trascinarsi di baule e saluti affettuosi.

All'alloggio dei Grifondoro Lily e Alice sono nella camera che dividono con Ann, unica loro compagna di dormitorio a causa dello smistamento e un po' dell'emancipazione femminile, e mentre sistemano gli abiti si aggiornano sulle ultime novità.

“Quindi Sirius ha detto a Frank e agli altri che per ora la smetterà di andare a donne perché ha il pensiero fisso di una?”

“Infatti! Sembra assurdo! Prima James e poi lui!”

“Scusa?”

“James è stato il primo dei due a mettere a posto la testa!”

Lily alza le sopracciglia molto poco convinta.

“Buon pomeriggio fanciulle!” dice Ann aprendo la porta.

“Annie!” dicono le altre due abbracciandola in contemporanea

“Allora di che si parla?” risponde lei liberandosi della stretta appoggiando a terra il suo immancabile zaino in pelle

“Lily sostiene che James non sia cambiato!”

“Ancora? Gioia guarda che siamo all'ultimo anno non c'è più molto tempo!”

“A me non piace! No, no e ancora no!”

“Fase due. Siamo fissi qua.”

“Si Annie, bloccate alla fase di negazione!”

“Ma la volete smettere?!”

“No!!” rispondono in coro

Le tre mettono a posto un po' e si incamminano verso la scuola per ascoltare il discorso di inizio anno che il preside pronuncia praticamente da sempre.

E, puntualmente, la McGranit e Lumacorno sono fuori dall'aula magna a segnare le presenze.

“Ragazze ben tornate” le saluta il loro professore di chimica

“E anche quest'anno i Grifondoro ci sono tutti.. ah no, manca Minus. Sapete qualcosa?”

“Ah si, credo sia malato...” risponde Ann, sotto sotto allegra

“D'accordo entrate”

“Io non ho ancora capito perché ti sta antipatico Peter” dice Lily alla mora

“Io devo capire come ci dividono nelle case.”

“Boh, Lils; sesto senso...”

“Hey, ci sarei anche io” ricorda Alice

“Ti ricordi il test che ci hanno fatto fare insieme alle altre prove per entrare?”

“Si..”

“Quello serviva a smistarci.”

“Si, ma come?”

“Gioia, chiedi ai prof; noi ne sappiamo quanto te” dice Lily

“Ali!” di sente chiamare da un lato di una platea

“Frankie!” risponde Alice andando incontro al ragazzo salutandolo con un castissimo bacio sulla guancia

“Ciao ragazzi! Passato bene l'estate?” chiede Ann sedendosi tra Lily e Remus

“Si; adesso, dopo tre mesi di esercizio ferrato, riesco a improvvisare anche un po' di swing e non solo jazz!”

“Niente male Remus!”

“Grazi rossa!”

“Io nulla, sono rimasto qui con James e il piccolo Mozart -aggiunge Sirius- mentre Frank si godeva il sole della Florida”

“Veramente Mozart...”

“No, Remus; non iniziare subito!” lo interrompe Frank ridendo

James guardava Lily, come sempre negli ultimi sette anni solo che questa volta aveva tenuto un po' troppo lo sguardo su di lei ed era successo l'inevitabile.

Si erano incrociati, i loro occhi, perdendosi gli uni negli altri.

James non si era trovato davanti a una ragazza di provincia; ma una ragazza con dei forti ideali, molto talento e un velo, molto leggero, di solitudine che però era difficile da identificare.

Lily invece in quegli occhi marroni non aveva visto la superbia di un giovane d'ottima famiglia; bensì un grande interesse, una disponibilità a mettersi in gioco come aveva fatto altre volte per gli altri.

Si guardavano come due cervi, che si vedono per la prima volta e devono studiarsi.

Intanto anche Ann e Alice comunicavano con il corpo avendo notato che dopo poco il contatto visivo dei due si era concluso con non poco rossore da parte di entrambi.

“Ragazzi -disse il professor Silente interrompendo svariate chiacchiere nella sala- ben tornati per un nuovo anno ad Hogwarts!”

Come ogni anno c'è la solita solfa: una breve introduzione della scuola ai nuovi arrivati, un commento generale sulla situazione mondiale (abbastanza approfondito e dilungato) su ciò che sta accadendo in Germania: il Nazismo e l'idea di una nuova guerra fanno paura a tutti

“Ma ora non rattristiamoci troppo con questi argomenti; andiamo tutti in Sala Grande a guastare un'ottima cena! Oh, un'ultima cosa. Ricordate che questo sabato sera ci sarà la festa di benvenuto! Detto questo potete davvero andare.”

In meno di cinque minuti i ragazzi sono già tutti nella Mensa; o meglio nella Sala Grande chiamata così ormai da studenti e professori visto che, ironicamente, era anche più spaziosa dell'Aula Magna.

Qui sabato ci sarà la festa che praticamente tutti aspettano.

“Voi che vi mettete?” chiese Remus un po' a tutti

“Vestito”

“Smoking”

“Non lo so” dissero tutti insieme rispettivamente Alice, Frank, Ann e Lily

“A voi due ci penso io” dice Alice alle sue compagne di stanza

“No!” dicono loro contemporaneamente facendo ridere i ragazzi

“E voi due scapoli?” domanda Frank

“Anche Remus è scapolo” puntualizza James

“Ma lui si metterà al solito la coda di rondine per suonare, vero Mozart?” dice Alice

“Rem, hai un nuovo soprannome oltre a Lunastorta!” aggiunge Ann ridendo

“Comunque penso sarò in camicia e pantaloni” continua James

“No Ramoso! Pensa che speravo venissi in mutande!”

“Ha. Ha. Ha. Felpato sei così spiritoso...”

“Eh, modestamente...”

“Ma l'avete vista la McGranit com'era vestita?!” dice Alice tirando fuori la sua indole un po' pettegola

“Si; aveva un abito da uomo!” commenta Remus

“Veramente -inizia Lily- il definire capi d'abbigliamento solo maschili o femminili è molto sessista perché...”

“Lily magari ce lo spieghi un'altra volta. E comunque fatto sta che stava malissimo!”

“Sii! Vedi Ali, voleva imitare la Dietrich alla prima del '32” spiega Ann

“Ma la Dietrich era femminile e sensuale, mentre la McGranit...”

“Di che parliamo?” chiede Sirius ottenendo solo strette di spalle da James e Frank mentre gli altri si sono buttati in un'ardita conversazione.

“Qualcuno pensa di aspettarmi?” chiede Sirius in cortile, una volta finita la cena, con una sigaretta tra i denti.

“Resto io” risponde James mentre gli altri si avviano verso il dormitorio

“Ma voi sapete chi sia?” chiede Lily ai ragazzi

“Si” fanno entrambi

“Si?!” Alice e la rossa sono sconvolte

“Non sto capendo.”

“Ditemi tutto. Ora.” impone lei

Alice le racconta tutto a raffica, mentre Lily cerca di fare pressione su Remus e Frank per sapere il nome di questa fantomatica ragazza.

Sfortunatamente arrivano al dormitorio molto in fretta e si separano senza risposte.

“Annie per te chi è?”

“Lils, non mi esprimerò.”

“Perché?” insiste Alice; ormai sono in camera e si lascia ruota libera ai pettegolezzi

“Sono imparziale, lo sapete” mormora un po' giù di tono

“Ma... -aggiunge recuperando il suo sguardo vispo- Lily dicci, quel contatto visivo con James non significa nulla, oppure si?”

“Tra me e Potter non c'è assolutamente nulla.”

“L'ha nominato” dice Alice con il labiale ridacchiando con l'altra amica

Tra una chiacchiera e l'altra si fa subito tardi e le ragazze si ritirano ognuna nel suo letto, tra le braccia di Morfeo e sogni dolcissimi.

La routine scolastica riprende subito e in men che non si dica arriva il venerdì.

Lily, dopo aver salutato Alice che aveva lezione di latino, si avvia verso l'aula di chimica con Ann.

“Ti ho già detto che non mi piace la gonna?”

“Si, Lils. Però poteva essere peggio” dice l'amica mettendo un po' a posto la sua

“La cosa di Sirius come l'hai presa?”

“Ma come vuoi che la prenda? Dopo sette anni che ha relazioni a destra e a manca uno ci fa l'abitudine...”

“Potresti anche essere tu, lo sai?”

“Lo spero ma non mi illudo.” fa lei sedendosi al banco mentre Lumacorno comincia a segnare gli assenti.

Lily durante tutta l'ora cerca di stare attenta, ma la sua mente tornava continuamente al chiodo fisso di quei giorni; e il bigliettino che Ann riuscì a passarle anche da primo banco non la aiutò per nulla.

James ti sta guardando

L'unica risposta fu una scrollata di spalle, fatta con finta nonchalance visto che arrossiva.

“Avrei voluto ricambiarlo” comunicò Lily a pranzo non specificando il destinatario o l'oggetto o il motivi delle sue attenzioni, ma non ce ne fu bisogno

Frank fece una faccia ma Ann e Alice, che avevano inteso, erano piacevolmente sconvolte.

“Quindi si conclude la fase due?” chiede Alice

“La fase due?” domanda Frank

Non può sapere che parlano delle fasi di un rapporto sentimentale (indifferentemente ragazza/ragazzo o viceversa) non esattamente finalizzato alla sola amicizia: 1) lutto: ovvero quando si evita il possibile partner con scuse spesso stupide, 2) negazione: l'ostinarsi ad, appunto, negare l'evidenza di un certo tipo di interesse verso l'altro/a, 3) accettazione: l'ammettere, finalmente, la natura delle cose e smettere di cercare di auto convincersi di falsità.

Lily apre la bocca ma non fa in tempo a rispondere che Remus si siede al tavolo portando una mezza novità

“Sta per fare qualcosa di stupido.”

“Tranquillo Remus, stavolta non credo gli urlerò contro...” risponde Lily con un sorriso un po' particolare

“Bene! Anche se io parlavo di Sirius...” commenta lui con un sorriso malandrino

Lily non riesce a parlare, di nuovo, che stavolta è proprio James a raggiungerli

“Proprio te cercavo” è la prima cosa che dice lui

“Dimmi, ti ascolto”

“Oh beh, grazie Lily -continua con un po' d'imbarazzo assai piacevole per lui- ma veramente devo parlare con Ann”

“Dimmelo alla fine del pranzo.”

“Ma...”

“James, ero convinta sapessi distinguere un ordine da una richiesta”

I ragazzi si guardano in un modo che lascia sottinteso tutto e niente.

Ultimo ma non meno importante arriva anche Sirius che, stranamente, era in ansia.

Finito di mangiare erano tutti in cortile o per aspettare qualcuno o per sentire qualcosa

“Allora?” comincia Ann guardando James

“Voglio sparire” borbotta Sirius girando la testa dall'altra parte

“Sirius voleva sapere se volevi andare alla festa con lui”

Alice e Lily si aspettavano reazioni come grida, salti per aria o cose così, che lei fa sempre quando cose così accadono a loro, o almeno una faccia sconvolta; invece nulla.

Lei guarda il diretto interessato, che espirando del fumo, e si rivolge al portavoce

“Solo se non accenderà più una sigaretta da qui alla fine della festa.”

Sirius che se la stava riportando alla bocca per aspirare resta bloccato, con la bocca mezza aperta e il braccio a la mano a mezz'aria.

Nessuno si sarebbe aspettato che lui buttasse a terra quel miscuglio di nicotina e catrame spegnendolo in quel momento per prendere l'amica (che forse non considerava proprio come un'amica...) sottobraccio e andare tutti insieme al dormitorio.

Nella camera delle ragazze fu difficile contenere la gioia.

“Che peccato che Marlene e Mary abbiano mollato al quinto anno, si perdono così tante cose...” commenta Alice una volta esaurita l'adrenalina

“Tutta colpa dell'emancipazione femminile!” dice Ann imitando la rossa e scoppiando a ridere con le amiche

“Ora dobbiamo decidere cosa metterci noi tre”

“No Alice, io non vengo”

“Perché no?”

“Ma dai Annie dovrei venire da sola?”

“Si!” dice Alice convinta

“Dove sono finiti tutti i tuoi ideali femministi e le idee progressiste contro la penalizzazione di noi donne? Non lo dicesti tu che possiamo ballare anche senza un uomo?”

“Si, però nessuno mi ha invitata...”

“Nessuno?” commenta Alice

“Qualcuno in particolare o nessuno?” insiste Ann

“James, Forse, sotto sotto mi piace.”

“Aspetta: ridillo.”

“Mi piace James.”
“Oh. Santo. Cielo. Ce l'abbiamo fatta. Dopo sette lunghi anni.”

“Parli di te e del cattivo ragazzo o della rossa e il capitano della squadra scolastica?”

Ann in tutta risposta, ridendo, nasconde il viso nel cuscino.

Durante il pomeriggio delle tre si chiudono in camera e, oltre a mandare all'aria i compiti di chimica e latino, continuano a parlare di cosa mettere, come comportarsi e farsi i capelli il giorno seguente.

“Tu immaginatela quando e se ci sposeremo” dice Ann parlando di Alice

“No. Risparmiamelo finché si potrà.”

Capelli: raccolti, sciolti, lisci, con i boccoli, naturali, fiocco, forcine.

Abito: vestito, gonna (“Ma un pantalone?” “Scordatevelo”), camicetta, maniche lunghe, corte, gonna lunga, al ginocchio, fantasia, tinta unita.

“E poi ci sono altri mille dettagli a cui pensare!”

“Era meglio chimica...” mormora Lily appoggiando la testa al muro.

La sera dopo (senza non pochi problemi d'ogni tipo erano pronte tutte tre.

Ann aveva un abito nero, lungo, con qualche paillette e le spalline sottili, accollato davanti e scollato dietro lasciando libera la pelle candida.

Alice aveva un vestito rosa antico con le maniche trasparenti e, per carità, non sia mai che le caviglie o il decoltè o la schiena siano scoperte!

Lily era stata quasi obbligata a metterne uno (anche se per una volta non era troppo dispiaciuto di sembrare femminile) blu notte che le arrivava sotto il ginocchio e che le valorizzava la vita sottile con un nastro bianco.

La Sala Grande era stata allestita con una specie di palco su cui erano collocati gli strumenti che la banda scolastica avrebbe suonato e con dei tavoli laterali con un piccolo buffet.

Quando le ragazze arrivarono c'era già lì un po' di gente e la prima cosa che fece Lily fu cercare James.

Dopo poco, anche se sia Ann che Alice avevano fatto in tempo a ballare con i rispettivi cavalieri del jazz orchestrato principalmente da Remus al pianoforte, riuscì a vederlo e il loro sguardi si incrociarono.

Aveva i pantaloni blu e una camicia bianca; sembravano coordinati.

Quando lui le sorrise ricambiò felice e distolse lo sguardo.

“Lily, un po' di contegno! Non puoi certo perdere la testa!”

Anche se non erano lì insieme voleva che la invitasse a ballare. Però poteva anche aver invitato un'altra e la cosa le faceva paura. Poteva davvero capire come si erano sentite Ann e Alice in quei anni.

“Hey” un saluto così semplice bastò a farle prendere colore

“Ciao” rispose cominciando a giocherellare con il suo bicchiere di carta

“Come stai?”

“Oh, beh; forse sto impazzendo ma non c'è male, tu?”

“Potrei risponderti che io impazzisco ogni volta che ti vedo; ma ti farei venire il diabete quindi sto bene, grazie.”

Ridono insieme, una risata cristallina, giovane, che scema solo quando i loro occhi si perdono ognuno in quelli dell'altro, di nuovo.

Guardando quelle iridi marrone scuro Lily non poté fare a meno di pensare alla cioccolata che mangiava a Natale da piccola.

“Benché fino all'anno scorso sia stato un idiota se mi fa venire in mente cose belle forse... Oddio Evans, piantala o ti verrà una carie!”

“Balliamo?” fu la parola che destò Lily dai suoi pensieri facendole sembrare di essere in un sogno

“Mh, d'accordo” gli rispose afferrando la sua mano e limitando fortemente l'entusiasmo con uno sforzo non indifferente.

“Pensate di vincere il campionato anche quest'anno?” chiede la rossa dopo un po' per avviare una conversazione

“L'importante non è vincere ma dare sempre il massimo. È meglio perdere essendosi impegnati che vincere senza sforzo.”

“Ma perdere non è comunque bello, non trovi?” rispose lei mentre lui la faceva girare e l'abito si gonfiava

“Dipende. Perdere una persona è orribile, perdere una partita è passabile, perdere la testa è straordinario.”

“Straordinario?”

“Guarda Ann e Sirius -dice girandosi verso gli amici che ridono e ballano felici come pochissime volte in vita loro- sono completamente pazzi, ma felici.”

“Di Ann ammiro il coraggio e di Sirius la volontà, ma erano già pazzi prima. Cioè sanno del rischio che corrono e spero che per loro le cose vadano al meglio.”

“Che vadano al meglio? Guarda che è una cosa davvero bella.”

“Meravigliosa guarda...”

“Si.” replicò lui serio

“Credi davvero sia meraviglioso arrossire ogni volta che ci si guarda, ridere in modo stupido, emozionarsi per nulla, illudersi per tutto e poi rimanere con il cuore spezzato?” risponde un po' alludendo a se stessa e a lui e alle sue paure senza senso

“Pensi davvero che sarei ancora qui se non ne valesse la pena?”

Lily sgrana gli occhi e rimane zitta, non sapendo cosa dire.

Intanto ballavano, senza comunicare, ma in modo perfetto come due parti complementari.

“Voglio svelarti un segreto.”

Dopo questa frase due occhioni verdi si posarono su di lui, curiosi e interessati.

“È proprio quando fai attenzione a non perdere la testa che probabilmente l'hai già persa.”

“Tu più che dirmelo me lo stai facendo provare...”

Un secondo dopo si sono trovati praticamente incollati grazie/per colpa dello swing.

“E questo potrebbe essere solo l'inizio...”

L'unica risposta di Lily al sussurro malandrino è un sorriso dolce, perché in fondo sa che ha ragione.

Perché lei aveva perso la testa, ma non le importava

Ormai perdere aveva assunto un nuovo significato.

 

 

*Città di Carta nel Newyorchese citata da John Green nell'omonimo libro

 

Angolo dell'autrice: Buonsalve a tutti!

La storia, come avrete letto nell'introduzione, partecipa al contest di Alyx e Writ.

Onestamente è stato un travaglio (motivo per cui la storia è arrivata all'ultimo minuto) ma mi ritengo abbastanza soddisfatta.

Spero si capisca l'ambientazione anni '40 e, obv, spero sia piaciuta a quei pochi adorabili dannati che l'hanno letta (dannati per essere arrivati fin qui, non per altro!)

Alla prossima!

Felpata <3

  
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