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Autore: Fast    22/10/2015    5 recensioni
E ' un po' come fare l'amore, non credi? Elementi così diversi... acqua, terra e fuoco che si mescolano tra loro, creando ogni volta qualcosa di prezioso e unico. Un po' come me e te, Kagome....
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Come credi che si senta un uomo, quando la donna che ama lo abbandona, eh, Kagome? Te lo dico io: sente crescere dentro una rabbia incredibile, il cuore si indurisce, e diventa impermeabile ad ogni sentimento. per questo, non apettarti nulla da me: solo rabbia
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-Sono stata solo uno strumento di vendetta nelle sue mani: non mi ha mai amata! Chiedigli dov'era, mentre suo figlio nasceva! Non permetterò che tratti Shin come ha trattato me!-
-Ma non lo farà mai, Kagome! Non vedi che adora il piccolo?-
Già: peccato non ami me....
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Inuyasha/Kikyo
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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É un attimo.

Puoi stravolgere il destino

con un singolo gesto.

 

 

 

Kagome scostò i capelli dalla fronte, mentre un sorriso le si formò sulle labbra non appena posò gli occhi su suo figlio.

 

Con le dita pulì la bocca sporca di briciole, resti della merenda mangiata poco prima.

 

Si soffermò sui tratti delicati del piccolo.

 

Il naso dritto, la bocca carnosa, gli occhi grandi e allungati contornati da lunghe ciglia scure.

 

Con un sospiro spostò una ciocca di capelli ricci e scuri come ali di corvo.

 

Il bimbo si girò a quel tocco familiare, socchiudendo gli occhi e dando inconsapevolmente un tuffo al cuore della madre.

 

Ambrati come quelli di un lupo.

 

Come quelli del padre.

 

-Mamma... tra quanto arriviamo?- bisbigliò.

 

Kagome sorrise -Manca pochissimo, Shin-

 

Il bimbo annuì, chiudendo nuovamente gli occhi ed accoccolandosi meglio in braccio alla madre.

 

Per lui era una cosa nuova, quella.

 

In tre anni di vita non aveva mai preso lo Shinkansen, ed era cresciuto circondato dalla natura delle Dewa Sanzan, nell'Honshu settentrionale, con lei, gli amici.

 

Avevano avuto una vita tranquilla.

 

Lei aveva trovato un buon lavoro, nella sede di un quotidiano nazionale a pochi chilometri da casa.

 

Aveva comprato una piccola casa immersa nei pressi di una cittadina poco abitata.

 

La vita era andata avanti senza intoppi, tra lavoro, l'asilo del piccolo, gli amici, le visite dei nonni, la natura selvaggia che li circondava e proteggeva

 

Fino a una settimana fa.

 

Kagome non poteva credere ai suoi occhi, quando aveva aperto la mail dell'ufficio quella mattina di fine settembre.

 

Izayoi.

 

La madre di quello che era stato l'unico uomo della sua vita.

 

L'uomo che si era approfittato di lei, del suo amore, e che l'aveva tradita nel peggiore dei modi.

 

L'uomo che non aveva mai cercato suo figlio neanche una volta, in quei tre lunghi anni.

 

Poche righe, secche e fredde come il carattere della donna.

 

Lui voleva vederli.

 

Voleva vedere lei e il figlio di cui non si era mai curato.

 

E lei non se l'era sentita di rifiutare, spinta da qualcosa a cui non sapeva dare un nome.

 

Era pronta a tutto.

 

A rivederlo.

 

A rivederlo insieme alla donna per cui li aveva abbandonati.

 

Ad affrontare tutto e tutti.

 

La voce metallica del treno annunciò la loro fermata.

 

-Dai tesoro... ci siamo...- bisbigliò all'orecchio del bimbo, che si stiracchiò assonnato.

 

Kagome sistemò velocemente il piccolo, per poi prendere il trolley e scendere.

 

L'aria fresca della sera la investì, ed i profumi di quel luogo le portarono alla mente talmente tanti ricordi che dovette fermarsi un attimo prima di proseguire.

 

Kyoto.

 

La tradizione, i profumi, i colori.

 

Inuyasha.

 

-Kagome...-

 

La ragazza sussultò, voltandosi verso quella voce a lei nota ma decisamente cambiata.

 

-Sesshomaru- sussurrò.

 

Era diverso, il fratello maggiore di Inuyasha.

 

I capelli neri come quelli del fratello minore erano striati di grigio, gli occhi castani più incavati, segno che aveva perso peso.

 

Una ruga si allungava in verticale in mezzo alla fronte, segno che doveva essere abituato ad aggrottarla.

 

Sembrava invecchiato, tanto.

 

Era davvero diverso dall'uomo affascinante che ricordava.

 

Sesshomaru spostò gli occhi su Shin, placidamente addormentato in braccio alla madre.

 

Un piccolo sorriso si fece strada sulle sue labbra.

 

-E' lui... mio nipote?-

 

Kagome annuì, stringendo appena il piccolo.

 

-Sì. Si chiama Shin-

 

-E' un bel nome. Vieni, ti accompagno-

 

Mentre lo seguiva fuori dalla stazione non poté impedirsi di buttare fuori una domanda che premeva per uscire da quando era arrivato.

 

-Inuyasha? Non poteva venire lui?-

 

Vide l'uomo irrigidirsi appena, mentre apriva lo sportello dell'auto di lusso per aiutarla a sistemare il piccolo.

 

-Ha... ha avuto un impegno improvviso-

 

Kagome annuì.

 

Sicuramente era con Kikyo.

 

La cosa ormai non la toccava più di tanto.

 

Non aveva più venticinque anni, non era più una sparuta ragazzina perdutamente innamorata di un uomo che non l'aveva mai realmente voluta.

 

Mentre sfrecciavano nel buio della notte, nella campagna che circondava Kyoto, Kagome ripensò al passato.

 

Sospirò.

Aveva amato il padre di Shin in un modo così profondo e forte da far male.

 

Ricordava il loro primo incontro...

 

 

 

Fresca di laurea, era appena riuscita ad entrare nello staff di una rivista rinomata.

 

Aveva faticato come una disperata.

 

Lei, ragazza di periferia, nipote di un sacerdote, si era fatta in quattro per arrivare.

 

Aveva lavorato e studiato, per pagarsi gli studi.

 

E alla fine ce l'aveva fatta.

 

L'articolo che le avevano assegnato, un'intervista all'amministratore dell'azienda No Taisho, leader nel settore delle terracotte artistiche di Edo, era vitale per lei.

 

Doveva venirne fuori un capolavoro.

 

Armata di buoni propositi, preparazione, amuleti del nonno e biglietto del treno, da Tokyo partì alla volta di Kyoto.

 

Un mondo meraviglioso, colorato, che sapeva di antico, di tradizione.

 

Il giorno dell'appuntamento, prese un taxi e partì alla volta delle campagne della città, dove si trovavano la casa e le aziende della No Taisho, dove il padrone, il trentunenne Inuyasha, la aspettava per l'intervista.

 

Quando arrivò a destinazione, con la borsa a tracolla, i capelli tirati su in un groviglio scomposto per la corsa che aveva fatto, il block notes in mano, rimase a bocca aperta.

 

Una costruzione antica, tipicamente giapponese, circondata da un giardino meraviglioso si palesava ai suoi occhi.

 

Era primavera.

 

Una fresca, luminosa giornata di sole.

 

Si mise ad osservare ammirata il riverbero della luce sul laghetto, i fiori di ciliegio che si muovevano al vento.

 

Le sembrava di essere entrata in un altro mondo.

 

Un altro magnifico mondo.

 

-Le piace? È antico. Crediamo risalga al periodo Sengoku-

 

Si voltò di scatto, il cuore in gola. Si sentiva come una bimba che fosse stata sorpresa con le mani della marmellata.

 

Davanti a lei, l'uomo più bello che avesse mai visto.

 

Alto, con un viso che sembrava un cammeo cesellato da quanto era perfetto.

I capelli neri come la notte che brillavano sotto il sole, un sorriso meraviglioso e gli occhi più belli di questo mondo.

 

Sembravano d'oro.

 

A lei sembrò di aver incrociato quelli di un lupo.

 

Improvvisamente, si sentì terribilmente sciatta e trascurata nei suoi jeans e nel suo dolcevita nero.

 

Mentre cercava di aggiustarsi i capelli, il block notes le sfuggì di mano.

 

Si chinò immediatamente per prenderlo, e nel farlo sfiorò le dita di quell'uomo.

 

Mani lunghe, forti, calde.

 

-Oh, io... mi scusi, ecco... sono qui per un'intervista, non volevo certo fermarmi come una scem...ehm, volevo dire... non volevo trattenermi qui, ecco-

 

L'uomo, contro ogni previsione, scoppiò a ridere di gusto, mentre l'aiutava ad alzarsi.

 

-Così è lei, la signorina Higurashi! La stavo aspettando! Io sono Inuyasha no Taisho, per lei l'intervistato!-

 

Kagome scoppiò a ridere a sua volta, mentre stringeva la mano che quell'uomo paradisiaco le porgeva.

 

Lui la osservò, un sorriso meraviglioso sulle labbra.

 

Poi le posò una mano sulla schiena, spingendola verso l'entrata.

 

-Mi segua. Intanto, che ne dice di una bella tazza di the?-

 

 

La macchina frenò.

 

Col cuore che le batteva a mille, Kagome osservò l'ambiente, stringendo per farsi coraggio la mano di suo figlio.

 

Era tutto come allora.

 

La stessa casa, lo stesso legno scuro, le stesse lanterne di pietra del viale.

 

Lo stesso meraviglioso giardino che aveva visto i pochi momenti felici di lei e Inuyasha.

 

Deglutendo, si fece forza, stringendo Shin al petto e seguendo Sesshomaru che si era avviato con la sua valigia.

 

Soffiava il vento, quella sera, come la prima volta che era stata li.

 

Tremò, udendo lo scorrere della porta che si apriva.

 

L'aria calda dell'interno li accolse, mentre si toglieva le scarpe.

 

Il legno lucido dell'ingresso, i dipinti appesi ai muri rappresentanti guerre e combattimenti del passato, le preziose ceramiche sapientemente sparse qua e la, il profumo del tatami.

 

Tutto era sistemato per far capire all'ignaro visitatore che si trovasse a transitare in quella casa la potenza di quella famiglia direttamente imparentata con l'Imperatore, antica di secoli, influente come poche.

 

Si fermò di botto, quando entrarono nel salone principale.

 

Izayoi in persona, fasciata in un elegantissimo kimono, li stava aspettando.

 

Il viso, pur sempre bellissimo, era disseminato di piccole rughe.

 

I lunghissimi capelli, d'ebano come quelli dei figli, erano intervallati da strisce grigie.

 

Una volta si era sentita in difetto, davanti a quel viso nobile, altero e perfetto.

 

Ma adesso no.

 

Adesso era una donna matura, realizzata.

 

Alzò la testa, sistemandosi la giacca di pelle e il vestito color prugna.

 

La donna focalizzò subito l'attenzione sul piccolo che aveva tra le braccia, e quegli occhi severi si illuminarono di una luce tenera.

 

-E così... quello è il piccolo?- sussurrò.

 

-Sì, lui è Shin-

 

La donna si avvicinò, fino a trovarsi a pochi millimetri da lei.

 

Le parve di vedere una lacrima far capolino da quegli occhi.

 

-E'... somiglia molto ad Inuyasha-

 

Kagome strinse le labbra.

 

Non sapeva, la sua ex-suocera, quando le facessero male quelle parole.

 

In quell'istante Rin, la carinissima moglie di Sesshomaru, entrò nella stanza.

 

Non era cambiata per niente.

 

Sempre silenziosa, piccola, graziosa, con gli occhi scuri vellutati.

 

-Ciao, Kagome. Come stai?-

 

Si era sempre trovata bene con Rin. Era l'unica in quella casa a non averla trattata come un'intrusa, mentre il resto della famiglia tifava per l'altra, per la donna “giusta” di Inuyasha.

 

-Bene, Rin. Grazie-

 

-Hai davvero un bimbo bellissimo, Kagome- bisbigliò accarezzando la fronte del piccolo Shin.

 

-E' davvero... insomma, escluso l'ovale del viso.... ecco... è Inuyasha. Assomiglia davvero a lui-

 

Eccone un'altra.

 

-Abbastanza- tagliò corto -Piuttosto, dov'è? Mi avevi scritto che era ansioso di conoscerlo, ma non lo vedo. È fuori con Kikyo, per caso?-

 

Un silenzio di tomba scese sui presenti.

 

-Kagome..- iniziò Sesshomaru, quasi esitante -Vedi, lui...-

 

-Che diavolo ci fa lei, qui?-

 

Quella voce...

 

La stessa di tre anni fa.

 

Calda, profonda, capace di toccare le corde più profonde della sua anima.

 

Ma carica di acredine.

 

Con uno sforzo sovrumano si girò.

 

Il cuore perse un colpo.

 

I capelli neri, più lunghi di come li ricordava, ricadevano su quel viso perfetto, evidenziando gli zigomi alti, la bocca carnosa, gli occhi grandi e dorati.

 

Le spalle erano ampie come le ricordava, la pelle abbronzata come al solito, il corpo presentante come tre anni fa, solo molto più magro.

 

Ma la cosa che sconvolse la ragazza quasi fino a farla vacillare, furono le stampelle sulle quali si sorreggeva l'uomo, che avanzava nella stanza zoppicando in modo accentuato.

 

-Inuyasha...- bisbigliò.

 

Cosa era successo?

 

 

 

 

E cos'è successo all'autrice, che ha ancora due storie in corso e sbuca fuori alle dieci e mezza con un affare nuovo?

Ebbene, date la colpa alla mia insonnia, che mi fa venire in mente storie strambe e assurde!

Che dire.... vediamo cosa ne viene fuori, dai!

Come sempre, fatemi sapere!!

A presto!!

 

 

 

  
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