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Autore: Asu chan    23/10/2015    2 recensioni
Cosa succede al decimo anniversario di matrimonio se hai un'amica fidata ma un po' ficcanaso e una moglie volubile, forte e spesso indecifrabile che ti fa sembrare le tue trovate un completo fallimento? Shikamaru Nara ne sa qualcosa... forse.
[5 anni di Black Parade, gente! Tanti auguri! *^*]
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ino Yamanaka, Shikamaru Nara, Temari | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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« Senti, Shikamaru… Cos’hai in programma di regalare alla tua Sabaku, domani? »
L’uomo sollevò lo sguardo dai documenti che stava sistemando per conto del Settimo Hokage, attualmente impegnato in un incontro con gli altri quattro Kage, lanciando un’occhiata distratta alla sua vecchia compagna di squadra in piedi davanti alla scrivania.
« Si può sapere di cosa stai parlando, Ino? Il tuo rapporto l’hai finito, no? Dovresti tornare a casa a occuparti di Inojin. »
La bionda sbatté con forza il palmo della mano destra sulla superficie coperta di scartoffie e il Nara dovette trattenersi dall’alzare gli occhi al soffitto, piantandoli con cura sulle carte in attesa di essere riordinate. Aveva già abbastanza da fare senza che la Yamanaka si intromettesse nei suoi affari personali (cosa che invece era solita fare da sempre, convinta che lui non sapesse tenersi la sua donna).
« Inojin è al campo di addestramento con suo padre, se proprio vuoi saperlo. E comunque come diavolo fai a scordarti del vostro anniversario? Me lo ricordo persino io! »
« Te lo ricordi soltanto tu » la corresse il consigliere dell’Hokage senza abbandonare il suo tono neutro. « Non abbiamo mai festeggiato alcun anniversario finora, dato che siamo sempre entrambi molto impegnati, quindi non penso sia così tragico se continuiamo questa tradizione… »
Stavolta la donna abbatté anche l’altra mano sulla scrivania e si sporse verso l’interlocutore.
« Sei scemo per caso? Cioè mi stai dicendo che Temari ha sopportato questa cosa per nove anni consecutivi? »
A quel punto Shikamaru si sentì costretto a lasciar perdere definitivamente i documenti e a fissare la propria attenzione sull'altra, appoggiando i fogli sulla superficie lignea già stracolma.
« Come ti stavo dicendo, siamo sempre troppo impegnati, quindi “sopportare” non mi sembra proprio il termine esatto » tentò di spiegarle, ma lei era già partita per la tangente.
« Non dire idiozie! È ovvio che una donna si aspetti un certo trattamento dal proprio marito, a prescindere da quanto siano impegnati e indipendenti l’uno dall’altra » sbraitò la Yamanaka. « Mi chiedo come sia possibile che non ti abbia fatto notare niente. »
« Te l’ho detto, siamo- » cominciò il Nara, ma fu nuovamente interrotto dall’interlocutrice.
« Proprio non ti rendi conto, eh?! » ringhiò, zittendolo con veemenza. « Pensavo che te ne avesse parlato, sapendo che tipo è, ma evidentemente ha voluto sorvolare… Ti ripeto che qualsiasi donna ha delle certe aspettative verso il suo uomo e sono sicura che la tua non fa eccezione. Il che vuol dire che finora sei stato un vero disastro di marito » concluse con un profondo sospiro.
Era inutile: benché fossero passati molti anni dalla loro adolescenza, il carattere e l’atteggiamento di Ino non erano affatto cambiati. Dopotutto, il consigliere dell’Hokage non poteva certo negare che, quando ancora erano solamente fidanzati, Temari amava bistrattarlo quando si dimenticava delle date più importanti riguardanti la loro relazione – il che significava spesso.
« Senti, Ino, io devo finire di sistemare queste scartoffie per Naruto: cosa vuoi, di preciso? » cercò di tagliare corto l’uomo, rassegnato.
« Mi sembra ovvio che voglio aiutarti a mantenere saldo e intatto il tuo matrimonio » fece lei, staccandosi dalla scrivania e incrociando le braccia sotto il seno. « Nonostante il tuo fallimento degli ultimi anni, hai la possibilità di rifarti domani, sai? Il decimo anniversario è ancora più importante di quelli prima, quindi con un pensiero come si deve potresti riparare. »
« Donarle il resto della mia vita sposandola mi sembrava un regalo più che adeguato per tutti gli anni a venire » borbottò l’uomo massaggiandosi le tempie.
« Questo è esattamente quello che direbbe un pessimo, pigro marito! » ribatté la bionda. « Anzi, sono sicura che lei, sapendo benissimo che è il vostro decimo anno di matrimonio, ti ha preparato un regalo coi fiocchi. Immagina che figura faresti se, tornando a casa da lavoro, la trovassi in attesa di festeggiare e tu arrivassi perfino chiedendoti che cosa stiate celebrando! »
Una figura di merda! tuonò la voce della donna nella testa di Shikamaru. Iniziava a pensare che, forse, l’idea di Ino non fosse poi così idiota.
« E va bene, hai vinto! » sbottò a mezza voce, esasperato. « Qualsiasi cosa, purché tu la smetta di essere così assillante. » Benché dentro di sé cominciasse a darle ragione, si rifiutava di dirlo apertamente: il ghigno sornione di Temari ogni volta che ammetteva la sconfitta era più che sufficiente, nella sua vita. « Cosa devo fare, secondo te? »
Nonostante tutto, sulle labbra della Yamanaka si dipinse un mezzo sorriso vittorioso.
« L’unico consiglio che ti posso dare è: stupiscila. Fai qualcosa che non fai spesso, o che non hai mai fatto, e la farai felice. Sono sicura che non faticherai a trovare qualcosa da fare » aggiunse, con un’eccezionale mancanza di tatto. « In ogni caso non la conosco bene quanto te, quindi, se pensi che potrebbe non apprezzare, dovresti trovare qualcosa che le piace. »
L’uomo la fissò a lungo in silenzio, poi si grattò la testa con rinnovata esasperazione.
« Che seccatura… »
Ino ridacchiò.
« Sei abbastanza intelligente per trovare la giusta soluzione, adesso che hai capito la situazione. Dato che qui ho finito, me ne torno a casa. Ti saluto, Shikamaru! » trillò la bionda girando sui tacchi e uscendo dalla stanza in un morbido fluttuare dei suoi lunghissimi capelli.
Il Nara fissò i documenti sulla scrivania con amarezza.
« Abbastanza intelligente, eh… »
Ma lui sapeva che tutto il Q.I. del mondo non poteva essere di grande aiuto con una donna come Sabaku no Temari.
 
 
 
Doveva essere cretino.
Disperatamente, totalmente cretino.
Aveva chiesto il permesso a Naruto di tornare a casa prima del solito; aveva lasciato Shikadai proprio da Ino per la serata; aveva apparecchiato la tavola aggiungendo delle candele che la illuminavano di una luce morbida e soffusa e aveva preparato una cenetta al meglio delle sue capacità. Mentre guardava il tavolo imbandito, la percezione della sua idiozia gli piombava sempre più profondamente nella mente. Cosa si aspettava? Che Temari entrasse, vedesse la sorpresa per il decimo anniversario e scoppiasse a piangere dalla gioia? O che gli gettasse le braccia al collo, come in un qualsiasi romanzetto rosa? Figuriamoci. Sarebbe entrata, avrebbe guardato tutto l’insieme e poi gli avrebbe dedicato uno sguardo gelido, commentando su quanto fosse tardi per riparare agli anniversari dimenticati, che lei aveva ignorato con suprema bontà. Oppure gli avrebbe chiesto che diavolo fosse quella roba, se sperava che fosse un regalo adeguato. Sicuramente la cena faceva schifo. Anche il lume di candela era una scelta troppo smielata.
Si grattò la fronte, fissando la tavola apparecchiata mentre tutti i ripensamenti del mondo lo tormentavano. Perché aveva ascoltato Ino? Perché finiva sempre per fare la figura dell’idiota, quando c’entrava Temari?
Forse era ancora in tempo a spegnere le candele, far sparire la cena e riportare a casa Shikadai prima che la moglie tornasse a casa, fingendo che, come ogni anno, lui si fosse dimenticato del loro anniversario. Animato da quella speranza, fece per avvicinarsi al tavolo, ma il rumore della porta d’ingresso che si apriva mandò in frantumi anche quell’ultima illusione di poter evitare l’ennesima figuraccia.
« Sono a casa! Shikadai? » disse la voce della signora Nara.
Il marito si girò come un automa verso l’uscio della cucina e attese che la donna entrasse nel suo campo visivo per studiarne la reazione.
« Shika- » provò a chiamare ancora la bionda, ma la parola le morì in gola quando, finalmente, raggiunse l’entrata della stanza dove il suo uomo, con tanto di tavola imbandita, candele accese e cena pronta, stava aspettando il compiersi del suo destino.
Temari fissò a lungo tutto ciò che era stato preparato per lei prima di posare il proprio sguardo su Shikamaru, che era rimasto immobile in mezzo al locale, tempestato dalle peggiori previsioni e schiacciato dal pensiero dominante che gli rimbombava da un po’ nel cervello: idiota, sei un idiota. La donna, in completo silenzio, gli si avvicinò mantenendo la propria espressione indecifrabile e si fermò solo quando fu separata da lui di una manciata di centimetri. Fu allora che il marito, sull’orlo della disperazione, borbottò:
« Buon decimo anniversario. »
La moglie spalancò leggermente gli occhi, manifestando per la prima volta una certa sorpresa.
Ecco. La sua figura da imbecille era finalmente completa, coronata da quella frase detta senza pensare che rendeva definitivamente chiare le sue intenzioni, quando avrebbe potuto ancora inventarsi una cosa qualsiasi per insabbiare quell’idea balzana nata dall’insistenza di Ino. Nelle strategie, sul campo di battaglia, nella diplomazia, nella burocrazia, Shikamaru riusciva sempre a riflettere con lucidità e mettere in moto tutto il suo considerevole Q.I. e ad escogitare la soluzione migliore. Nessuno era in grado di farlo bene quanto lui e, benché trovasse le sue responsabilità un peso, sapeva che doveva adempierle. Quando si trattava della sua vita sentimentale, invece, il suo quoziente intellettivo sembrava ridursi d’un tratto e perdeva qualsiasi capacità di riflettere e ragionare con calma. Come se non bastasse la difficoltà di gestire i sentimenti, Temari rendeva tutto più complicato. Era in grado di stravolgere la sua mente, di renderlo definitivamente incapace di pensare azzerando quel poco di intelligenza che gli restava.
E quella situazione era la prova: si trovava lì, sotto lo sguardo di sua moglie, sentendosi completamente vulnerabile oltre che un totale idiota, e attendeva impotente che lei agisse.
Dopo un tempo che gli parve infinito, finalmente la donna reagì e, contro ogni previsione, lo baciò. Poi, dopo essersi staccata dalle sue labbra, gli sorrise nel modo solare e genuino che amava e disse:
« Buon decimo anniversario, Shikamaru. »
Questo non era assolutamente previsto. Sconcertato, l’uomo la guardò mentre lo aggirava e si sedeva a tavola, posando il mento sul dorso delle mani. Attese qualche istante, poi inarcò un sopracciglio.
« Be’? Pensavo che mi avresti servito la cena. »
« Credevo che mi avresti preso in giro e mi avresti dato dell’idiota » fece il Nara, incerto.
Temari scoppiò a ridere.
« Vedo che hai grande fiducia nella nostra relazione » esclamò. « Perché avrei dovuto? Proprio ora che ti sei svegliato e ti sei deciso a festeggiare il nostro anniversario? »
« Il punto è proprio questo » borbottò il marito avvicinandosi alle pentole con la cena e portandole in tavola. « Credevo che ti saresti arrabbiata. »
« Di certo non posso dire che non mi sarebbe piaciuto festeggiare i nostri anniversari » confessò la bionda sollevando il piatto per aiutarlo a servirle la prima portata. « Ma ti conosco bene, sapevo che te ne saresti dimenticato e che saremmo stati troppo impegnati per celebrare come si deve, quindi mi andava bene così. »
Shikamaru le lanciò un’occhiata rapida prima di tornare a concentrarsi sul cibo. Era sorpreso dalla profondità e dalla dolcezza dei sentimenti di sua moglie, che proteggeva la sua femminilità e tenerezza sotto una scorza spinosa modellata dal deserto. Era per tutto questo che l’aveva sposata.
Si servì a propria volta la prima pietanza.
« Pensavo fosse un’idea troppo idiota e smielata. »
Gli occhi verdi della donna lo scrutarono per qualche istante.
« è un’idea romantica, invece » lo corresse. « Diciamo che ogni tanto non mi dispiace. Dopotutto è il decimo anniversario, no? »
Sorrise di nuovo e stavolta il Nara non poté evitare di ricambiare.
« Auguri, allora » concluse il marito sedendosi davanti a lei.
Assaggiarono il primo boccone.
« Per essere uno che non cucina mai, non te la cavi malaccio, Nara » sentenziò Temari, accompagnando il giudizio con un impercettibile segno di approvazione.
« Quindi la mia sorpresa ti è piaciuta » si assicurò ancora l’uomo. I loro sguardi si incrociarono.
« Direi di sì » confermò la bionda, inclinando il capo di lato. « Dove vuoi andare a parare? »
« Be’, pensavo che anche tu avessi un regalo per me. »
Gli occhi della moglie scintillarono, ma lei abbassò lo sguardo sul piatto, così da rendere indecifrabile la propria espressione.
« Credevo che donarti il resto della mia vita quando ti ho sposato fosse un regalo sufficiente per tutti gli anni a venire » disse distrattamente, tornando a guardare la propria metà con un enorme sorriso innocente. Poi riprese a mangiare, senza aspettare una risposta, ignorando il fatto che il marito la stesse fissando. Questi sospirò.
Era anche per questo che l’aveva sposata.








A.A.A.
EEEEEE auguri al foruuuuum The Black Parade!!! *^* Sono cinque anni che le splendide fanciulle che ci tramavano passavano il tempo dentro hanno cominciato la loro avventura fino al glorioso canon <3 in realtà sono in ritardo come mio solito, ignoratemi Ma nonostante tuttto, una fanfiction qui e lì ci stanno sempre bene. Soprattutto con i nostri mosconi preferiti, insieme, sposati, con figliasldfjnaklwejn Ok. Ok. La smetto.
Avevo talmente fretta di pubblicare che ho finito di scrivere e ho postato direttamente- perdonatemi obbrobri grammaticali di sorta. ç.ç Spero di ricordarmi ancora come si scrive di queste due meraviglie, era un sacco che non dedicavo loro qualcosa ;___;
Festeggiate con noi! *^*/
   
 
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