Andare avanti

 
 
 
 
 

Nick-Quasi-Senza-Testa stava attraversando le pareti e i muri del castello in lungo e in largo alla ricerca di uno dei più potenti oggetti magici.
Il Barone Sanguinario gli aveva confidato che era straordinario e al tempo stesso terribile. Gli aveva detto queste cose con una tristezza che non aveva mai visto sul suo volto perlaceo. Ma, pur essendo il fantasma di Griffondoro, non aveva avuto il coraggio di chiedergli cosa aveva visto da turbarlo così tanto.
 Non gli aveva chiesto dove Albus Silente l’avesse collocato per fingere indifferenza e per evitare poi di dover dare a sua volta informazioni del genere.
 
La curiosità lo stava divorando, quando finalmente comparve in un corridoio laterale e poi in un’aula in disuso, al cui interno era presente un grande specchio con un iscrizione: Erouc li am otlov li ottelfir non.
L’aveva trovato finalmente; temeva che il Preside l’avesse già fatto portare via dalla scuola, perché, come gli aveva spiegato il Barone, poteva essere pericoloso.
 
Rimase per un attimo incantato a guardarlo senza porsi davanti ad esso, mentre provava a immaginare se il suo più grande desiderio fosse quello di poter partecipare alla caccia senza testa, o essere più autorevole del Barone ed essere rispettato da tutti, perfino da Pix oppure poter di nuovo gustare i suoi cibi preferiti.
Ancora immerso in questi pensieri, fluttuò fino a trovarsi davanti allo specchio.
Inizialmente pensò di non essere riuscito a farlo funzionare, perché vedeva solamente se stesso, ma poi qualcosa cambiò.
 
 Il Nick riflesso non era più contraddistinto dall’alone perlaceo, tipico dei fantasmi, ma riluceva di una luce molto più luminosa e calda.
Ma, soprattutto, il suo collo era integro e il suo volto sereno: non c’era alcun segno della quasi decapitazione che aveva subìto.
Il fantasma rimase per un attimo sorpreso senza capire cosa significasse quell’immagine; ma poi, come un ricordo sepolto nella memoria, venne a galla nella sua mente la risposta.
Quello non era il fantasma di Sir Nicholas de Mimsy-Porpington, ma la sua anima.
Era ciò che sarebbe stato, se avesse avuto il coraggio di andare avanti.
Gli era stata offerta una scelta tra il tornare sulla terra per rivedere i propri luoghi e i propri cari senza però poter appagare i bisogni umani e l’andare oltre e scoprire cos’era il più grande mistero della vita.
Nick ricordò di aver avuto paura e di non aver avuto il coraggio di andare incontro a quella che pensava essere la sua fine, ma che ora si rendeva conto essere la sua nuova vita, al contrario di quella pallida imitazione che aveva accettato.
 
Era il fantasma di Griffondoro da secoli ormai, poiché in vita aveva combattuto terribili creature e molte battaglie, ma nessuno aveva mai pensato a quanto fosse stato codardo nel momento più importante, accettando quella meschina esistenza, pur di non affrontare la morte.
Il Barone Sanguinario l’aveva messo in guardia su quello che poteva mostrargli lo specchio, ma lui non si era minimamente preoccupato.
E ora era costretto a convivere per l’eternità con la consapevolezza che avrebbe dovuto andare avanti.
 
 
 
 
 
Ciao a tutti,
Eccomi tornata con questo breve racconto su Nick-Quasi-Senza-Testa davanti allo specchio delle brame.
L’ispirazione mi è venuta rileggendo la commovente scena tra Harry e Nick alla fine dell’Ordine della Fenice.
Io ho pensato a lungo a cosa potrei vedere nello specchio, ma non ho trovato risposta… e sinceramente forse preferirei non sapere cosa desidera veramente il mio cuore.
Grazie per aver letto la storia,
 
FRASCA