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Autore: _sonder    23/10/2015    1 recensioni
Lato b della raccolta "Su un viso di donna": quattro uomini e la loro lotta interiore sullo sfondo delle stagioni.
#1 Yousuke Tateishi, Primavera;
#2 Ginti, Estate;
#3 Shimada, Autunno;
#4 Decim, Inverno.
| Ispirato al contest Quattro Stagioni - Flashfic, indetto da NeuPreussen sul forum di EFP. |
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Decim
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Tra i denti
I can't understand how this chain reaction
Has brought me to the edge I'm looking down
One more step would it make me free?


N

el cielo di marzo germogliano soffici nubi, cariche di pioggia. Presto sboccerà una nuova sera e i pendolari rientreranno con le membra stanche e un'aria fresca sui visi sfatti. Degli edifici, impiegati e operai porteranno l'incarnato giallognolo e qualche cerchio sotto le palpebre, un tratto di urbano squallore.

Yousuke fissa lo schermo: lancia il joypad a terra, senza celare la rassegnazione nei suoi gesti e l'abbandono ai colori fastidiosi dei personaggi in 3D, alle voci stridule delle pin-up. Senza di lui, il gioco procede e si conclude in un inevitabile game over. La scritta s'ingigantisce sul display, come per denigrare il suo fallimento, e Yousuke emette un sospiro greve.

L'apatia gli intorpidisce le spalle e rende persino il respiro soltanto un inutile sforzo per restare nel mondo. Si corica su un fianco: il pavimento riscaldato gli carezza la pelle e la t-shirt sgualcita. Dal soffitto, la lampada picchia le lenti degli occhiali; le palpebre si chiudono e guardano al passato, nel loro spiraglio che ricorda una porta sbarrata. Yousuke non ha dimenticato quanto siano state inutili le lacrime e come il profumo di sua madre sia svanito, un fiore appassito anzitempo; la forza di piangere, adesso, gli manca e il petto si gonfia d'impotenza.

Delle donne non si fida: delle donne teme la voce autoritaria e le parole bugiarde, che sanno disfarsi di una vita così come l'hanno messa al mondo. Addosso, Yousuke sente scivolare un nome lontano nel tempo: mamma. È un vecchio disegno ingiallito, ritratto nella sfumatura rosea dei ciliegi, nel verde del parco; è una parola che ha smesso di pronunciare, immerso nella consapevolezza di essere un figlio scomodo. Qualcun altro ha raccolto i frammenti del foglio strappato a metà e ha inserito nello schizzo di un bimbo una nuova donna, che della mamma non ha neanche la bellezza.

La primavera dei suoi anni non è una brezza leggera, che accarezza le gemme pronte a schiudersi; è un nido di avanzi e sterpi, di cibo sbocconcellato e lasciato a prendere polvere, di videogame assordanti che non placano la riluttanza a vivere. La confusione vi dimora dentro e ingoia idee, succhia prospettive, sino a lasciare un'ombra sul pavimento e un urlo di traverso in gola.

Nel corridoio, l'estranea attende a mani giunte: ai suoi piedi lascia un melonpan di fronte all'uscio, battendo in ritirata con la speranza nel cuore e un occhio puntato sulla maniglia della porta. Yousuke sa che è solo una trappola per abbindolarlo, per vincere la sua approvazione e nello sguardo guizza una luce di sfida, di aperta ostilità; la mano torna ad accasciarsi, incapace di reggere l'astio come un'arma. Le dita poggiano al suolo, accompagnano il paio di occhiali, perché vedere il mondo è continuo peso. Al sicuro nella miopia, Yousuke raccoglie impressioni di colore, forme stralunate di una casa che non riconosce come sua, di una stagione che non gli appartiene.

La primavera è guerra di resistenza e la finestra di una camera la trincea per un rifiuto estremo ai suoi venti.



Note:
Melonpan o melon pan o meron pan: è uno snack tipico giapponese. Ormai nei konbini si trova confezionato quasi tutto l'anno; tuttavia, è una merenda fresca, che andrebbe preferibilmente consumata come spuntino "primaverile" (difatti è in voga fra le casalinghe con bambini, come dolce preparato in casa). Si tratta di un panino farcito con creme o marmellate, molto leggero, che ricorda visivamente il melone di Cantalupo.
La citazione sotto il titolo è ripresa dalle lyrics dell'ending finale di Death Parade, Last Theater dei Noisy Cells e funge da prompt assieme alla stagione scelta (primavera).
Yousuke Tateishi è un NEET, sigla di "Not (engaged) in Education, Employment or Training"; in sostanza, un esempio di hikikomori.
L'estranea è la madre adottiva che Yousuke non riesce ad accettare come membro della famiglia, nonostante tutto l'amore incondizionato della donna e i suoi sforzi.
Questa raccolta è ispirata al contest "Quattro Stagioni - Flashfic", indetto da NeuPreussen sul forum di EFP.

  
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