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Autore: CHAOSevangeline    23/10/2015    0 recensioni
{ Newtmas | School!AU }
A ricreazione, Thomas realizzò due cose: la prima, che era riuscito a sopravvivere fino a quel momento; la seconda, che Newt aveva tutta l’aria di essere il boss di quella classe.
Non appena gli aveva stretto la mano era stato come se tutti – e ci teneva a sottolineare tutti – avessero deciso di accettarlo nel loro branco.
Da un certo punto di vista Thomas ne era felice, ma dall’altro non poteva fare a meno di domandarsi dove fosse finito.
Genere: Commedia, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Minho, Newt, Thomas, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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#Capitolo 10
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"Come comportarsi da coppietta facendo in modo che nessuno lo noti"


Lui e Newt erano una coppia fissa e Thomas ancora non si capacitava della cosa.
Non si capacitava di come fosse possibile che il mondo avesse assunto delle sfumature tanto rosee dato che a lui, quel colore, nemmeno piaceva.
Però era felice. Troppo felice.
Entusiasta. Troppo entusiasta.
Così euforico che fischiettava addirittura senza rendersene conto, suscitando gli sguardi dei compagni di classe che si erano ormai abituati a vederlo quasi perennemente serio.
Poteva anche concedersi di mostrare un po’ di felicità: l’unica cosa che andava tenuta segreta era la storia tra lui e Newt.
Thomas non aveva mai amato mettere al corrente troppe persone dei propri affari personali, né tantomeno che circolassero voci su di lui: erano due ottimi metodi per darsi in pasto a sguardi famelici di novità, e lui odiava avere lo sguardo altrui puntato.
In più di diciotto anni di vita aveva imparato nascondere bene i propri segreti, pur essendo nonostante tutto un libro aperto per alcune persone.
Il suo ragazzo – oh, come suonava bene pensarlo – era una di queste e fortunatamente possedeva una dose di discrezione quantomeno pari alla sua.
Perciò erano d’accordo. D’accordo sul non voler essere guardati male, né tantomeno sconvolgere Minho.
L’asiatico era una delle persone di cui più temevano la reazione, considerando che non perdeva mai l’opportunità per fare battute su quanto fossero affiatati e su quanto lui sarebbe potuto rimanere solo, senza più avere un trio.
Però ogni tanto Thomas aveva come la sensazione che Minho capisse più di quanto non cercasse di dare a vedere. Il fatto che lo stesse brutalmente battendo a carte studiando le sue espressioni e la sua tattica era un ottimo motivo per esserne sempre più convinto.
Ora di supplenza, già.
Newt non c’era per colpa di un’assemblea con i professori, dove teoricamente si sarebbe dovuto battere insieme ad Alby affinché la loro gita di quattro giorni non diventasse una noiosissima ed approfonditissima visita all’acquario di Thomas non ricordava quale città.
Teresa, invece, era già uscita dalla partita.
Appena una settimana prima Teresa aveva cambiato classe e si era trasferita nella sua, con somma sorpresa di tutti. Era l’unica ragazza lì dentro, ma teneva ampiamente testa a tutti.
Thomas si era stupito per quanto la sua vicinanza non fosse più in grado di provocargli una quantità spropositata di battiti sopra la media, però era felice così: era in sintonia con Teresa ed essere amici non gli sarebbe affatto dispiaciuto.
Forse a Newt un po’ sì, dato che lo sorprendeva spesso mentre la guardava male, ma avrebbe avuto occasione di rassicurarlo in merito.
« Ti leggo dentro, pivello. Sono sicuro al centouno percento che vincerò io. »
Minho aveva sempre quell’innata capacità di dire cose stupidissime con tono di voce quasi solenne.
« Solo centouno? Io lo sono al duecentouno percento. »
Teresa roteò gli occhi in vece di Newt, che a quel punto avrebbe già fatto in modo di far notare ad entrambi quanto senza senso fossero le cose che stavano dicendo.
« Avevo pensato di darti qualche consiglio prima che gli rispondessi, Tom. »
« Non parlare come se non fossi qui, mora. » Lo sguardo di Minho saettò su di lei, scontrandosi con le sue iridi azzurre.
Thomas si chiedeva se si stessero giurando eterna rivalità, se si stessero insultando telepaticamente o una qualsiasi altra interazione non molto rassicurante.
Senza nemmeno distogliere lo sguardo, Minho sbatté con forse un po’ troppa energia le carte da gioco sul banco, chiudendo la partita.
« Comunque avevo vinto, non gli avresti potuto suggerire nulla. »
« Merda! »
Thomas si lasciò sfuggire quell’imprecazione prima di lasciare a propria volta il ventaglio di carte che l’aveva inesorabilmente tradito.
« Non essere triste, Thomas. E poi mettitela via: non c’è due senza tre. La prima umiliazione da parte mia è stata averti preso in giro per il tuo amabile costume da Romeo, ora ti ho sconfitto a carte. La prossima sarà farti vedere quanto il mio tempo nella corsa sia migliore del tuo! »
L’asiatico gli rivolse un sorriso angelico, a cui Thomas non seppe come rispondere: avrebbe voluto dirgli che era un idiota, mostrargli il dito medio e consigliargli un bellissimo posto dove andare.
Optò per l’ultima, pur trattenendosi.
« Sai dove dovresti andare, Minho? »
Se possibile il sorriso di quest’ultimo si ampliò, fino a prima che Teresa si ricoprisse del ruolo di pacificatrice. Sì, dopo aver dimostrato quanto le prese in giro di Minho la facessero ridere.
« Comunque speravo davvero che tu e Newt andaste in scena, Tom. Quello spettacolo era una delle cose che aspettavo di più oltre-… »
« Oltre al ballo? Wow, Teresa! »
Teresa ebbe una nuova occasione per fulminare Minho.
« Oltre alle graduatorie. Non sono così frivola. »
« Che persona triste. »
Già, perché Teresa si era scoperta una ragazza particolarmente intelligente e dedita allo studio. Non che Thomas l’avesse mai creduta stupida; era Minho a farlo, più che altro.
Della recita non si era fortunatamente più detto nulla: le verifiche che occupavano troppo tempo agli attori, i genitori che si erano quasi rivoltati perché erano arrivati fino a scuola per nulla e poi il trasferimento del professore erano solo alcuni dei motivi principali.
Thomas era stato fortunato, dato che aveva anche guadagnato dei crediti, un bacio e un fidanzato.
A proposito di fidanzato, proprio il suddetto entrò in classe, accompagnato da Alby.
Uno sguardo bastò a Thomas per capire che la riunione era andata meglio di quanto Newt non avesse prospettato.
Perché sì, Thomas conosceva per filo e per segno le argomentazioni di Newt, dato che si era dovuto atteggiare da bipolare e impersonare svariati professori per simulare l’assemblea.
“Chiedimi quello che potrebbe chiedermi quella di storia, Tommy.” E poi Thomas gli aveva risposto con un: “Non ho idea di cosa potrebbe chiederti quella di storia, Newt.” E Newt “Sì, ma fai finta di saperlo!”
Era stato un lungo pomeriggio. Lunghissimo.
Quando Newt era con Alby, di solito non parlava mai.
Era “il secondo in comando” lì, stando a quanto aveva spiegato a Thomas il suo ormai primo giorno di scuola. Quel modo di dire era rimasto particolarmente impresso: gli era sembrato di essersi appena arruolato nell’esercito.
Dunque, quando Alby era presente, si occupava lui dei compiti che Thomas aveva visto svolti da Newt i primi giorni, quando per qualche arcano motivo Alby ancora non era rientrato a scuola.
Era un tipo strano, quel ragazzo, e Thomas ancora non capiva quanto e se gli stesse simpatico.
Le notizie che stavano portando dovevano però essere davvero buone, perché Newt si scordò di quale fosse il proprio posto e rubò letteralmente la scena ad Alby, parlando per primo.
« Chi è che andrà in campeggio per una settimana, il mese prossimo? »
Dopo qualche attimo di incredulità, dei cori estasiati si levarono da tutti i presenti nella stanza. Dal corridoio doveva essersi sentito un boato inquietante.
Minho era forse quello che faceva più rumore, ma si trattava di una sua prerogativa. Persino Gally per una volta non stava facendo il sofista e applaudiva: probabilmente anche a lui bastava avere una tenda abbastanza lontana da quella di Thomas, per essere felice.
Gli occhi di Newt si posarono su Thomas, che gli rivolse un sorriso particolarmente raggiante. Già era raggiante per il fattore gita, che equivaleva ad una settimana di scuola persa, figurarsi se poi era Newt ad avere il merito di quella manna.
Se qualcuno avesse guardato Thomas in quel momento l’avrebbe trovato a dir poco sfolgorante.
Comunicati i dettagli fondamentali, Newt si diresse fieramente al proprio posto, accanto a Thomas. Ogni tanto dovette fermarsi per ricambiare qualche pacca sulla spalla, ma riuscì a terminare il proprio percorso in relativamente poco tempo. Era incredibile come gli accordi presi per una gita corrispondessero a qualcosa di più efficace di una campagna elettorale.
« E bravo Newt. »
Minho stava chiudendo la scatola con le carte che avrebbe poi rimesso al suo posto nell’armadio di metallo vicino alla lavagna.
« Suppongo di aver fatto qualcosa di davvero grandioso se ti spingi addirittura a farmi un complimento, Minho. » Il tono di Newt era sarcastico, anche se la sua espressione dimostrava che sì, era felice che per una volta l’asiatico non gli stesse dicendo qualcosa di fastidioso. Il che era sorprendente.
« A proposito, Giulietta, vedi di premere un po’ perché io non finisca in tenda con Gally. »
Ah giusto, ecco il solito repertorio.
Thomas lanciò a Minho uno sguardo che voleva eloquentemente sottolineare la sua stupidità. Comprovata, dato che l’asiatico rispose alla sua occhiata con un’alzata di spalle.
Newt aveva smesso di arrossire fino alla punta delle orecchie per quel soprannome: ormai era quasi come una seconda identità e più che arrabbiarsi coglieva semplicemente l’occasione per rispondere a dovere.
Stando ai calcoli di Thomas, ci sarebbe stata una risposta acida in tre, due, uno…
« Sei sicuro che avrai addirittura una tenda? »
Thomas avrebbe riso più volentieri per quella risposta se solo avesse avuto l’indiscussa certezza di non trovarsi contro Minho. Però anche Teresa stava ridendo, quindi poteva anche lasciarsi andare con la speranza che l’asiatico se la prendesse con lei.
« Ah, ho capito », rispose Minho, un sorrisetto divertito congelato sulle labbra.
Quella frase aveva una connotazione spaventosa, per il tono serio con cui era stata pronunciata. Soprattutto per il tono serio. Quando mai Minho era serio?
« Cosa? »
Thomas sentì il bisogno di incalzarlo affinché proseguisse; era bravo a nascondere i propri pensieri, ma le emozioni un po’ meno.
Per fortuna c’era Newt, che stava mantenendo la calma per entrambi nonostante un palese guizzo dei suoi occhi.
« Tu e Newt non mi volete tra i piedi perché volete starvene soli soletti! »
Perché non gli sembrava che Minho stesse scherzando? Minho scherzava sempre, perché quella volta no? Stava forse cercando di dire loro, velatamente, che li aveva scoperti?
Sicuramente la cosa avrebbe rovinato la loro amicizia, perché Minho si sarebbe sentito escluso e messo da parte.
Thomas si trattenne dall’afferrare la mano di Newt.
« Di certo senza di te la tenda non puzzerebbe. »
Gloria a Newt e al suo sangue freddo. No, Thomas non era certo che Newt avesse il sangue davvero freddo, ma in quel momento la sua risposta era stata encomiabile.
Teresa scoppiò a dire e Minho si lasciò sfuggire uno sbuffo di risata. Newt invece rivolse a Thomas uno sguardo rassicurante, punzecchiandogli di nascosto una gamba con la gomma della matita.
« Thomas, sei sbiancato! Pensavi che Minho dicesse sul serio? »
Teresa fece concentrare l’attenzione di tutto il gruppo su di lui e per un momento, Thomas la odiò.
« Ti pare? »
« No, in realtà l’idea gli faceva troppo schifo », commentò Minho, che intendeva vendicarsi delle precedenti prese in giro di Newt.
Thomas rise, sperò in modo non troppo nervoso.
L’idea che l’asiatico aveva appena bocciato piaceva anche troppo, a Thomas. Ma questo era meglio che Minho non lo sapesse.



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Sono fermamente convinta che il periodo estivo sia capace di farmi dare il peggio di me; come c'è chi va in letargo d'inverno, a quanto pare io ci vado d'estate e mi scordo più o meno completamente del mio account di EFP e del fatto che avrei dei doveri.
Che dire? Finalmente ho ricominciato ad avere delle idee per questa storia e sono abbastanza motivata dall'idea di proseguirla!
Mi mancava scrivere di tutte queste creaturine, lo ammetto.
Spero che nonostante la mia luuuunga assenza vi vada di dirmi cosa ve ne pare della storia, perché ho sempre paura di aver fatto un buco nell'acqua ;;
Colgo anche l'occasione per ringraziare tutte le persone che fino ad ora hanno inserito la storia tra le preferite, le seguite e/o le ricordate. E ovviamente ringrazio tutti coloro che hanno recensito o anche solo letto!
Al prossimo capitolo <3

CHAOSevangeline
   
 
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