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Autore: Lady Moon    25/10/2015    1 recensioni
«Ronald la guardò e sembrò ancora una volta, agli occhi di Hermione, ch'egli avesse fatto uno sbaglio nel puntare gli occhi suoi, come se si fosse perso e avesse preso una direzione inappropriata. Non era quella la via, cosa stava facendo? Poteva trattarsi di solo un'impressione? O magari era quello che realmente Ron sentiva di fare?»
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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The moment of a gaze.

 
Fu così che Hermione si avvicinò a Ron, con aria pensosa e trasognata.
Ronald la guardò e sembrò ancora una volta, agli occhi di Hermione, ch'egli avesse fatto uno sbaglio nel puntare gli occhi suoi, come se si fosse perso e avesse preso una direzione inappropriata. Non era quella la via, cosa stava facendo? Poteva trattarsi di solo un'impressione? O magari era quello che realmente Ron sentiva di fare?

Hermione adorava quello sguardo fisso, e adorava sapere che non solo lei era intenta a "sbagliare strada". Improvvisamente, tuttavia, lei riuscì a deviare il suo percorso, gli occhi in maniera più veloce possibile si spostarono nel vuoto e puntarono in direzioni ignote, da lei non previste, insensate. L'unico obbiettivo di quell'attimo era levare i suoi maldestri occhi da quel che vedevano, non importava come, non importava poi dove finissero.
Non sapeva quegli altri occhi, però, cosa stessero facendo ancora, cosa stessero pensando, erano ancora lì? Si erano smossi a loro volta? Quando non riusciva a saperlo, sperava tanto, infondo, che quelli rimanessero sulla loro strada, seppure errata. Ma chi poteva dirglielo? Doveva fidarsi della voce di Ginny, che quasi concitata le stava narrando che avevano cercato di guardarla? E se si fosse illusa? Se fosse stato tutto ancora una volta una sola impressione?
Era certa solo che aveva incontrato in quei secondi quegli occhi, solo di questo, entrambi gli individui avevano sbagliato e si erano ritrovati sul luogo del delitto, casualmente, o volutamente. 

A Ron piaceva sbagliare? O credeva di non star esercitando alcun male? Cosa celava? 
Hermione, per quanto si dannasse di non riuscire a non farsi scoprire, non si diceva tra sé che non era giusto, lei voleva... voleva vederlo, voleva incontrarlo, e perché avrebbe dovuto rinunciare a quel sogno? Perché non avrebbe dovuto rischiare? Era giusto così. Lo sapeva. Erano i secondi più adorabili ed interminabili che potesse ricevere, un dono. 
Ron... cosa diavolo lo portava a comportarsi così? Cos'erano per lui quei secondi? Coincidenze? Sarebbe mai potuto essere lo stesso per lui?

L'aveva guardata di giá, l'aveva fatto anche dopo, dissimulando o ignorando. Ad Hermione piaceva lo stesso, se solo avesse saputo che era tutto vero, tutto voluto, che anche Ron aveva come il "bisogno" di rincontrare i suoi occhi.
 
                                                                   

:"Hermione, sì, ne sono sicura, ti ha guardata!" - fece ancora Ginny, esausta. Lì, nella sala comune di Grifondoro, c'erano così tante persone da riempirla quasi completamente. Era un pregio, però, Hermione poteva fingere di guardare qualsiasi altra persona anziché lui...


:"Troppo caldo qui. Senti, perché non gli parli?" - sussurra ancora Ginny. Hermione sbuffò. Avrebbe voluto farlo, avrebbe voluto salutare Ron ma da quando era giunto anche lui in sala, dopo di lei, non ci era ancora riuscita. Non si sentivano da giorni, ed Harry immaginava avessero di nuovo litigato. Harry sapeva che quei due erano un caso particolare e unico. 
Ron dopo un po' si avvicinò a lei, Hermione era intenta a parlare con Ginny sul come e sul perché. 

 
:"Ciao, Hermione" - disse lui, ma Hermione era stata chiamata da qualcuno e per sua sfortuna, il saluto più importante e più caloroso per lei non l'aveva sentito. Ginny neanche se n'era accorta, era stata trascinata via da Parvati.


Giunsero le 23:00 di sera, alcune persone nella sala comune erano andate a dormire ed Hermione, Ginny e Ron si erano stavolta spostati - come altri - nella sala grande, non troppo piena.
Hermione si fece coraggio, sapeva che se ne sarebbe pentita, sapeva che non si sarebbe perdonata se avesse evitato di provarci. Doveva scusarsi. L'aveva ignorato un'intera serata. Loro erano amici, non era giusto. Gli avrebbe lanciato un messaggio sbagliato, sarebbe finito tutto male e poi... lei voleva parlargli, infondo. Era arrivato il momento di rimediare, questa volta ce l'avrebbe fatta, avrebbe scacciato via le paure e le sue dannate insicurezze.


:"Ron, mi dispiace di essere stata distaccata... prima, ero... nervosa, anche in questi giorni lo sono stata " - gli disse, respirando a fatica... si stava riperdendo nei suoi occhi.


:"L'avevo immaginato. Hermione, io... ti ho chiamata nella sala comune" - 



:"Cosa?!" - abbaiò Hermione, basita. Ci volle qualche secondo per realizzare quanto fosse imbarazzata, dispiaciuta, amareggiata per questo. Ma che stupida che era stata! Come aveva fatto a non sentirlo? Forse tutte quelle persone non erano state poi così tanto una fortuna.



:"Non preoccuparti" - disse Ron, captando in un momento il disagio di Hermione, la quale improvvisamente fu spinta da una mano invisibile e abbracciò Ronald, come una bambina che cercava di purificarsi dal suo peccato, o che voleva scampare una predica. Ron rimase attonito forse quanto Hermione da quel gesto, ma non disse nulla. Si era rincuorato perché, dopo che Hermione l'aveva ignorato, si sentì deluso, tuttavia già quando Hermione si era dimostrata dispiaciuta, percepì che dentro di lui qualcosa stava cambiando. L'abbracciò anche lui, era come se sognasse.
Hermione, nella bellezza di quell'abbraccio, non era mai stata più felice.
 
   
 
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