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Autore: Axelle_    25/10/2015    1 recensioni
Eleonora si convinse che non avrebbe sorriso mai più.
E smise di parlare, perchè le uniche parole che aveva erano per lui.
E smise di dormire, perchè sognava solo le sue mani che la accarezzavano come una volta.
E smise di rispondere alla sua migliore amica, invidiosa del fatto che lei lo vedesse tutti i giorni.
Poi arrivò George.
~
“Eleonora! Vieni sotto, ti ammalerai!” la richiamò leggermente preoccupato.
Eleonora, soddisfatta, lo raggiunse.
“Maledizione Eleonora” imprecò George vedendola fradicia.
Senza pensarci due volte si sfilò la felpa e la aiutò a infilarla.
“Ti piace proprio la pioggia, eh?” chiese mentre le sfregava le braccia per trasmetterle calore.
Eleonora annuì con un sorriso sbarazzino.
“Rain” sospirò poi George, guadagnandosi un’occhiata confusa dalla giovane.
“Credo proprio che ti chiamerò Rain, d’ora in poi” spiegò, osservando che la pioggia andava via via fermandosi.
Eleonora sorrise, pensando al magnifico pomeriggio che aveva passato e che si era concluso in bellezza.
“Rain again” pregò silenziosamente il cielo, mentre il profumo di George le avvolgeva il corpo.
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, George Shelley, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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10.



Da quel giorno in poi, George non aveva più lasciato Josh da solo neanche per un secondo.
Quest’ultimo dopo aver passato diversi giorni in ospedale per ovvie ragioni, si era accampato a casa del suo migliore amico.
Il bacio non era più stato tirato in ballo, ed entrambi pensavano fosse meglio così.
George lo aveva interpretato come una ricerca di affetto, Josh non aveva più avuto il coraggio di confessarsi.
E poi, c’era Eleonora.
La situazione con lei sembrava essere tornata come all’inizio: sporadici incontri che portavano tornadi di emozioni.
L’unica cosa che avrebbe voluto fare George era stare tra le sue braccia, sentire le sue dita scompigliargli i capelli e le sue labbra accarezzargli la pelle. Ma aveva altro a cui pensare, e si era ripromesso più volte che non avrebbe più lasciato Josh da parte. Era difficile però conciliare le sue cose. Soprattutto dal momento in cui era chiaro come il sole che al suo migliore amico Rain non andava proprio giù.


 


 
“Pizza, Cinese o Indiano?” domandò Josh seduto sul largo divano blu di casa Shelley e avvolgendosi una coperta sulle spalle.
George si sfilò il cappellino dalla testa e lo fissò mentre si ravvivava i capelli che, constatò, stavano crescendo decisamente troppo.
“Che ne dici se, tanto per cambiare, stasera uscissimo?” azzardò.
Josh mollò di colpo la barretta di cereali che stava sgranocchiando e sgranò gli occhi.
A quella vista, George non potette resistere e si arrese come da routine. “Oppure potremmo stare a casa e guardarci la nuova puntata di Law & Order.”
“L’hai detto tu, non io” si affrettò a concordare il moro, tornando alle sue attività e felice di aver raggiunto il suo obiettivo.
George sapeva che l’amico non era ancora pronto ad affrontare nuovamente il mondo esterno. Era troppo fragile, la sua mente era andata completamente in pezzi e rimetterli insieme avrebbe richiesto tempo.
Ma lui stava uscendo pazzo. I giorni iniziavano a confondersi tra loro, tutti uguali, tutti sprecati davanti a qualche programma spazzatura e cibo altrettanto pessimo.
L’unica cosa che riusciva a tirarlo su erano i profondi occhi di Eleonora, che si illuminavano ogni volta che riusciva a farla ridere. Ormai viveva solo di lei, e rispetto al tempo che aveva l’opportunità di vederla, viveva decisamente poco.
“Comunque, dove sei andato?” riprese Josh, questa volta senza voltarsi verso di lui ma smanettando col cellulare.
In realtà, conosceva benissimo la risposta, ma voleva sentirla ugualmente. Quel piccolo dolore che gli trafiggeva il petto ogni volta che sentiva nominare quel nome lo aiutava a rimanere lucido, a ricordare che si sarebbe dovuto tenere stretto George, ma solo come amico. Non voleva neanche provare a pensare come sarebbe il mondo senza di lui un’altra volta. Non poteva rischiare.
“Con Rain.”
Eccolo, pensò Josh. Eccolo quel sorriso che non sarà mai per me, eccole quelle guance scarlatte piene di sentimento e quelle labbra capaci di fargli scatenare guerre.
“Carino. Avete fatto qualcosa di interessante?...”
Di solito erano quelle le domande di routine. Da quel momento in poi Josh cercava di imporsi di ascoltare il suo migliore amico, nonostante il dolore che gli provocavano certe parole.
“Abbiamo parlato” sospirò George ancora sorridente, spaparanzandosi accanto a lui.
“Ho detto interessante.”
“Con Eleonora tutto lo diventa. Riesce a rendere speciale persino una foglia che cade da un albero, un’impronta impressa nella neve.”
Quella barretta stava minacciando di uscire e tornare direttamente al supermercato, pensò Josh.
“Non capisco proprio perché non andiate d’accordo” sbuffò George, imbronciandosi in modo adorabile e scuotendo frustrato il braccio dell’amico.
Josh alzò semplicemente le spalle. “Non abbiamo avuto occasione di parlare normalmente, tutto qua.”
Si pentì di quella frase nel momento stesso in cui finì di pronunciarla.
“Possiamo farla venire qui stasera, allora, se questo è il problema!” con uno slancio George si buttò su Josh, rosso in viso un po’ per l’imbarazzo un po’ per la rabbia.
Non ti azzardare neanche, pensò.
“Ma certo!”
“Vado subito a chiamarla allora” George si dileguò in men che non si dica, lasciando l’altro in preda a se stesso e ai suoi pensieri contrastanti.
Non la sopportava, come non sopportava il pensiero di vederla appiccicata al suo migliore amico.
Ma non voleva deludere George. Questa volta si sarebbe sacrificato per lui.
Sarebbe morto dentro un po’ di più ogni giorno pur di vedere quel sorriso sempre più grande.
 

 


 

 
“Ah, le due persone a cui tengo di più al mondo sotto lo stesso tetto!” esclamò George eccitato come un bambino, aiutando Rain a sfilarsi il cappotto.
Allungò le mani verso di lei e le sistemò i capelli scompigliati dal vento, per poi esitare quando le dita scesero sul suo viso.
In quel momento scese Josh.
“Ehi” salutò Rain imbarazzata, scostandosi lievemente e sorridendo con calore.
“Ehi. Elaine, giusto?”
Squallido persino per me, riconobbe Josh.
George gli lanciò un’occhiata stranita, ma tenne la bocca cucita.
“Ehm, Eleonora a dire il vero. Direi che questo secondo-primo incontro è iniziato meglio dell’ultimo” rise nervosamente la ragazza.
“Non ho la minima idea di cosa tu abbia appena detto” borbottò mortalmente serio Josh, squadrandola dall’alto in basso e facendola sentire a disagio.
“Io chiamo il take-away. Cosa volete?” s’intromise George, ponendosi fra i due e richiamando l’attenzione su di se.
“Italiano.”
“Indiano.”
Risposero all’unisono Josh e Rain, per poi scambiarsi un’occhiata sospettosa.
“Sì, okay” George si mosse nervosamente sul posto, prima di decidere di defilarsi. “Vedo di fare un po’ di pop-corn.”
“Certo.”
“Perfetto.”
“Perché, ehm, non la accompagni in salotto e decidete che film guardare?” insistette George, ricevendo un secco cenno d’assenso da Josh, che non evitò di sorridere un po’ troppo acidamente.
“Pensavo ci fossimo decisi su Law & Order.”
“Oh, io non, ehm, amo molto quel genere di show” rispose Eleonora seguendo il moro un po’ insicura.
“Figuriamoci. Scommetto che tu sei il tipo alla ‘The Notebook’ e ‘Titanic’” rise sarcastico Josh, indicandole poi il reparto dove venivano tenuti i DVD.
“Perché, cosa ci sarebbe di male, comunque?” Rain si mise sulla difensiva, cercando di concentrarsi sui titoli dei cofanetti e non su quelle frasi chiaramente provocatorie.
“George ha sempre detestato quel genere di ragazze. Troppo frivole, dice sempre.”
Rain si bloccò e strinse le labbra per evitare di dire qualcosa di cui si sarebbe sicuramente pentita in futuro.
Si umettò le labbra e cambiò discorso. “Vedo che ti sei ripreso bene. L’ultima volta, in ospedale…”
“George mi ha aiutato.”
Per un secondo, quella maschera di gelo gli scivolò dal viso e passò alla pura verità.
“Sì. Lui è quel genere di ragazzo che… Mette sempre gli altri al primo posto. E’ questo uno dei motivi per cui-“ si bloccò all’improvviso, realizzando cosa stava per confessare a chi.
Ma ormai il danno era fatto.
Quando si voltò con occhi sgranati, Eleonora notò l’espressione contratta di Josh, segno che aveva capito perfettamente come stava per concludersi la frase.
“Non so che intenzioni hai. Ma tu fallo soffrire e io farò soffrire te. Molto, molto lentamente. E mi godrò ogni momento.”
Eleonora tremò all’improvviso come se colpita da un fulmine. Josh era diventato incredibilmente cupo all’improvviso e avrebbe mentito se avesse detto che quelle parole non l’avevano spaventata nemmeno un po’.
Ci mise qualche secondo per schiarire la gola e rispondere.
“Non lo farò.”
Josh sorrise quasi maligno. “Ti conviene.”
George arrivò con le braccia cariche di pop corn e lattine qualche minuto dopo, trovandosi in un’atmosfera silenziosa e tesa.
“Ahem, avete deciso?”
Per fortuna, in caso di necessità Eleonora era proprio una brava attrice.
“Questa serata è proprio adatta a ‘Fight Club’ non trovi?” sorrise lei, tenendo tra le mani la custodia e sventolandola.
“Oh, ma certo! Anche se pensavo avresti puntato su qualcosa di più soft, oggi pomeriggio sono andato apposta a noleggiare qualche film romantico…”
“Oh, non sono il mio genere” Eleonora si strinse nelle spalle, lanciando un’occhiata di nascosto a Josh. Entrambi sapevano che si era appena guadagnato un punto.
“Da quando?” insistette George, infilando il DVD nel lettore e premendo play.
“Da stasera.”
Quando abbassarono le luci, nessuno intravise il sorriso soddisfatto di Josh.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Author’s wall.
Che vergogna. Lo so. E’ passato quanto… un anno?
L’unica cosa che posso dire in mia difesa è che il blocco dello scrittore è una brutta bestia. Ma proprio orrenda.
Però l’importante è vincerla, no?
Per quanto riguarda il capitolo, non ho la minima idea di dove sia uscito. Ho aperto word per scrivere il secondo capitolo di un’altra mia work in progress e improvvisamente sono spuntati Eleonora e George.
Quindi li ho riportati in vita!
Ho ri-dato un occhio ai precedenti capitoli e non mi pare ci siano incongruenze con la storia, ma se qualche dettaglio mi fosse sfuggito vi chiedo perdono.

Molte di voi mi hanno scritto nel corso di questi mesi, chiedendo quando avrei aggiornato e sono felice di potervi soddisfare anche se in ritardo. Spero di non avervi deluso.
Ora, non prometto che i prossimi capitoli saranno regolari ma di sicuro non vi farò aspettare di nuovo così tanto, promesso.
Detto questo, spero di leggere qualche vostro commento!
Ci vediamo al prossimo capitolo,
Axelle.

  
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