Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Dazel    26/10/2015    1 recensioni
In fin dei conti, Eren era pur sempre un adolescente.
Non importava quanto si sentisse uomo [...] perché il suo corpo e la sua mente continuavano ad essere quelli di un bambino cresciuto troppo velocemente. Non c’era da stupirsi, quindi, se si svegliò nel cuore della notte con una dolorosa e pulsante erezione tra le gambe. ♥ RIREN / ERERI ♥
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Eren, Jaeger
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: PWP
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Midnight Dream
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In fin dei conti, Eren era pur sempre un adolescente.
Non importava quanto si sentisse uomo, quanto credesse di essere sufficientemente maturo per uscire dalle mura e affrontare i titani, perché il suo corpo e la sua mente continuavano ad essere quelli di un bambino cresciuto troppo velocemente. Non c’era da stupirsi, quindi, se si svegliò nel cuore della notte con una dolorosa e pulsante erezione tra le gambe.
«Dannazione» gemette sotto voce, strusciando una gamba contro l’altra alla ricerca di un minimo sollievo. Fece un respiro frustrato e si guardò attorno. Tutti stavano dormendo profondamente, stanchi per via della dura giornata che avevano dovuto affrontare. In molti erano morti, ed i sopravvissuti se erano riusciti ad addormentarsi era stato solo perché privi di forza. Eren si vergognò per aver sognato il capitano Levi ed essersi eccitato in una situazione simile.
Si alzò dal proprio letto e camminò nel modo più silenzioso possibile attraverso la stanza, stando attento a non svegliare i compagni. Per quanto reputasse assurdo quello che gli era appena capitato, era consapevole del fatto che distrarsi non avrebbe risolto il problema. L’unica soluzione possibile era darsi piacere e tornare a letto il più velocemente possibile.
Uscì fuori dall’accampamento e si diresse verso il bosco. Il cielo nuvoloso lasciava che i raggi di luna illuminassero il sentiero battuto sporadicamente, alternando momento di buio intenso ad attimi in cui la visibilità era decisamente buona. Eren tentò di non inciampare tra le radici e trai massi che sporgevano dalla terra secca, stando bene attento che non ci fossero giganti nelle vicinanze.
Trovò un buon albero che scelse come punto di appoggio. Non era troppo lontano dall’accampamento, ma nemmeno troppo vicino. Era alla giusta lontananza che gli consentiva di non essere visto né sentito, ma allo stesso tempo tornare velocemente nel caso ci fossero stati problemi.
Appoggiò la schiena contro la corteccia e si lasciò scivolare mollemente a terra. Piegò le gambe al petto e le divaricò, mentre con le mani si abbassava la cerniera dei pantaloni e liberava finalmente il proprio membro da ogni costrizione. Normalmente Eren amava prendersela comoda quando si trattava di donarsi piacere, ma per quella notte si sarebbe accontentato di una cosa veloce e poco elaborata. Non aveva nessuna voglia di stare al freddo, in mezzo ad un bosco ed in piena notte più del necessario.
Non appena sfiorò la propria erezione bollente con le mani, sentì un brivido scuoterlo dalla testa ai piedi. Era così sensibile che non poté fare altro che domandarsi quale fantasia lo avesse ridotto in quel modo. Non riusciva a ricordare con chiarezza il proprio sogno, ma era sicuro che c’entrasse qualcosa con il capitano Levi. Tuttavia i dettagli erano sfuggiti alla sua memoria, e concentrarsi in quel momento non era una cosa troppo facile. Socchiuse le labbra ed ansimò silenziosamente, mentre lasciava scorrere la mano chiusa a pugno attorno alla propria erezione. Levi, Levi, Levi… Qualcosa cominciò a riaffiorare nella sua testa. Il capitano Levi era per qualche ragione sopra il suo corpo e lo stava tenendo contro il materasso, stringendogli le mani ai polsi. La sua bocca stava torturando il suo collo con baci e morsi – e ricordava di aver temuto di trasformarsi in un gigante per quello, ma nel sogno non accadde nulla di simile – e poi un suo polso era stato liberato, e le dita di Levi avevano cominciato a sfiorare e stuzzicare posti del suo corpo che nemmeno Eren aveva mai avuto il coraggio di esplorare. Quel ricordo gli fece provare imbarazzo e disagio, ma contrariamente ad ogni aspettativa riuscì ad eccitarlo ancora di più.
La punta della sua erezione iniziò ad inumidirsi ed Eren aumentò i movimenti della mano. Ormai sentiva di essere quasi giunto al proprio limite, e questo lo rese sordo ad ogni cosa. Si concentrava solo sulle scosse che si irradiavano a tutto il corpo e agli spasmi pre-orgasmici che lo stavano scuotendo. La sua immaginazione era diventata così vivida che gli sembrò quasi di sentire Levi chiamare il suo nome. Non era un sussurro eccitato, né il tono autoritario che il capitano era solito rivolgergli… Sembrava quasi incazzato.
«Jaeger, che diavolo stai facendo?!»
Il sangue gli si raggelò nelle vene. Socchiuse gli occhi e si ritrovò il capitano Levi davanti, senza però avere la minima idea di quando fosse arrivato e da quanto stesse assistendo a quello spettacolino patetico. Se fosse stato in un altro momento, Eren sarebbe arrossito e probabilmente avrebbe cominciato a scavare per seppellirsi da qualche parte, ma ora, con lo sguardo severo di Levi puntato nei suoi occhi, il loro corpi a così poca distanza e la sua mano ancora ferma sul proprio membro, non riuscì a controllarsi e con un ultimo, secco movimento raggiunse l’orgasmo, venendo tra le proprie dita e serrando forte gli occhi.
Prese a respirare velocemente, con la testa annebbiata per via dell’orgasmo e nessuna voglia di riaprire gli occhi e affrontare la realtà. Quando finalmente lo fece, Levi lo stava ancora fissando come se si trovasse davanti ad uno scarto.
«Alcuni dei tuoi compagni sono morti, molti altri probabilmente domani moriranno. Forse sarai tu stesso a morire. Nonostante questo passi le tue nottate masturbandoti?  Sei solo un moccioso.»
Eren parlò prima ancora di decidere se fosse una buona idea o meno farlo. «Non è mia la colpa se il suo corpo ha dimenticato cosa vuol dire essere giovani.»
Non lo vide nemmeno arrivare, ma sentì il calcio di Levi bruciante all’altezza dello stomaco. Le mani del capitano si strinsero attorno al colletto della sua camicia, poi si ritrovò sbattuto contro l’albero alle proprie spalle. Il volto di Levi erano così vicino, e la sua espressione era decisamente adirata. Di solito il capitano si limitava osservare tutti con aria di sufficienza, ma a quanto sembrava, Eren aveva toccato un tasto dolente che era riuscito a farlo alterare.
«Non giustificare la mancanza di giudizio con la giovane età, Jaeger. Cosa avresti fatto se un titano fosse apparso da un momento all’altro? Saresti morto nel più patetico dei modi.»
«Sarei morto col sorriso sulle labbra probabilmente, capitano.» gemette Eren. L’addome gli faceva davvero male. Levi aveva messo parecchia forza in quel colpo, ma non si poteva dire che non se lo fosse meritato.
Il capitano strinse tra le dita i capelli di Eren e li tirò per piegargli il volto su un lato. «Sei solo un moccioso con la lingua troppo lunga.»
«Non sa quanto, comandante Levi.» Soffiò Eren, le parole uscirono fuori come un rantolo seducente. Se ne vergognò, ma non poté farci nulla. Troppe volte aveva desiderato di essere sbattuto da qualche parte dal comandante, e ora Levi era incazzato ed autoritario mentre lo teneva inchiodato ad un albero. Sentì la propria erezione svegliarsi per la seconda volta, quella notte.
Levi lo scrutò. I suoi occhi scuri sembravano potergli rivoltare le interiora, ma sostenne ugualmente i l suo sguardo. Sapeva che si era accorto di tutto, ma attese comunque che fosse il capitano il primo a dire qualcosa. «Sei quel tipo di persona, mh?» domandò, senza pretendere una risposta. Le dita allentarono la presa attorno ai suoi capelli e si allontanò dal corpo di Eren, lasciandolo insoddisfatto. Nelle sue fantasie, le cose solitamente andavano in modo diverso.
«Capitano-» lo chiamò Eren. Il suo tono sembrò una supplica.
«Sei solo un ragazzino.» disse Levi, dandogli le spalle. «Un ragazzino spregiudicato. Torniamo al campo, prima che qualche gigante decida di trasformarci nel suo spuntino notturno.»
Eren sbatté un paio di volte le palpebre e si aggiustò i vestiti. Pensò che avrebbe dovuto sentirsi molto più in imbarazzo di così, perché era stato beccato dal proprio capitano mentre si masturbava ed infine era stato respinto, eppure continuava a sentirsi quasi solleticato da tutti quegli avvenimenti. Sicuramente ci avrebbe fantasticato parecchio, nelle notti a venire.
Camminarono verso il campo in silenzio, senza scambiarsi una parola. Eren stava alle sue spalle e non poteva vedere nulla se non la schiena dritta del capitano, per cui non aveva idea di che tipo di espressione ci fosse sul suo volto – anche se conoscendolo, le alternative non potevano essere poi molte.
Dopo minuti incredibilmente lunghi, Eren trovò il coraggio di parlare di nuovo.
«Cosa intendeva con “sei quel tipo di persona”?» chiese.
Levi girò il volto verso di lui e inarcò un sopracciglio. «Gay.» rispose risoluto. Quell’unica parola fece arrossire Eren fino alla punta delle orecchie.
«Certo che no!» rispose velocemente, forse troppo.
«È bastato che mi avvicinassi per eccitarti, ed eri appena venuto.»
Eren sentì il bisogno di boccheggiare.
«È perché sono giovane. Scommetto che anche a lei da giovane capitava di eccitarsi per qualsiasi cosa, persino per uomini!»
Levi emise un suono stizzito con la bocca. «Certamente. Ma io sono bisessuale, quindi non è una cosa così strana. Uomini e donne per me sono esattamente identici. Sono dell’idea che un corpo sia in grado di donare piacere a prescindere dalle sue forme.»
Eren non era sicuro di aver capito bene, l’unica cosa che si era stampata nella sua mente era che Levi non disprezzava la compagnia degli uomini. Questo gli infuse un po’ di coraggio.
«Quindi per lei fare sesso con un uomo o con una donna non fa nessuna differenza?»
«Esattamente.» Rispose Levi.
«Allora venga a letto con me!» Eren si fermò e lo guardò seriamente. Cercò di darsi un’aria più adulta nel dire quelle parole, e si illuse di avere l’attenzione del capitano quando questo si girò ricambiando con la stessa serietà il suo sguardo. Poi però si lasciò andare ad una risatina divertita e si voltò di nuovo, riprendendo a camminare. «Ho detto uomini, non mocciosi, Jaeger. Riparliamone quando sarai un adulto.»
Entrarono nel campo base e Levi interruppe sul nascere il tentativo di Eren di rispondergli. «Torna a dormire e smettila di comportarti da bambino. Tra poche ore dovremo svegliarci, ci aspetta una giornata dura. Se vuoi essere considerato un adulto, inizia a comportarti in modo maturo.»
Eren non ribatté oltre, non avrebbe avuto alcuna utilità farlo. Si era già reso fin troppo patetico per quella sera, rincarare la dose sarebbe stato solo un atto di sconsiderato masochismo.
Quando tornò nel proprio letto, sentì un senso di insoddisfazione ribollirgli nello stomaco. Cosa avrebbe dovuto fare per essere considerato dal capitano Levi? L’unica consolazione di quella assurda serata, era stata scoprire che il capitano non disprezzava la compagnia maschile. Forse, una piccola speranza c’era anche per lui. Doveva solo scoprire come fare, come smuovere l’integerrimo capitano. Se solo ci fosse riuscito, allora era sicuro che Levi non avrebbe esitato nel fare sesso con lui.
Eren si addormentò poco dopo, con la testa piena di piani – fallimentari – su come avrebbe dovuto provare a far eccitare il capitano, con l’effimera promessa di provarci seriamente, prima o poi.
 
NdA: Ciao a tutti! Ultimamente sto passando un brutto periodo, per cui non sto scrivendo molte fanfiction e sono fuori allenamento. Mi è capitato di guardare questo anime e mi sono innamorata della RiRen (anche grazie a delle doujinshi che ho tradotto su questa coppia e che potete trovare qui https://www.youtube.com/channel/UCA-K6YngUHWIHveZIG4uIbw ) ma non sono sicura di essere in grado di rendere bene il carattere dei personaggi, per questo onde evitare di essere sgridata da fan molto più esperte di me ho messo il tag OOC!
Ho già in mente un continuo per questa oneshot, ma siccome non mi piace fare promesse che non so se riuscirò a mantenere, per ora vi dico che è conclusa così!
Spero vi sia piaciuta… Un bacio, Anastasia.
   
 
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