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Autore: GioTanner    26/10/2015    1 recensioni
“Ognuno merita la morte. -Specificò DeathMask, scrocchiandosi il collo. -Ma non merita di sapere che sta morendo perché è... Destino. Sono cazzate.”
Capricorn abbassò il capo e quasi spuntò un sorriso sul suo volto, se non fosse che gli faceva davvero male muovere i muscoli facciali per le ferite e le escoriazioni: “L'uomo è nato per tradire il proprio destino; - decise di dire, mentre accarezzava il dorso della mano dove risiedeva la Spada Sacra.

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La volontà degli Dei duole saperlo, ma è a tratti più eccentrica di un umano; solo che l'uomo non ha potere mentre le Divinità quel che vogliono più volte ottengono.
E se dopo la sconfitta di Hades una nuova divinità - o forse è meglio dire tre- si destassero per un torto subito sul loro campo: il destino?
-Marie, nuovo cavaliere d'argento di Pyxis e i neo risorti Gold Saints potranno mai scampare alla divinità che pur da sempre fa parte della loro vita? Forse la più difficile da placare poiché in palio c'è la loro stessa sorte?
E c'è forse qualcosa più grande del fato stesso?
Genere: Angst, Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cancer DeathMask, Capricorn Shura, Nuovo Personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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24 Capitolo
Rosa dei venti


Bruceremo.” Fu solo una costatazione e si spense velocemente sulle labbra di Cancer. Il cosmo che li aveva protetti infatti, piano, ritornò al suo legittimo proprietario che l'aveva richiamato a sé.
Non esitò, poiché un cavaliere d'oro aveva la capacità di sentire e riconoscere la potenza delle stelle come nessun'altro. E quello che ora sentiva e riconosceva dinanzi a lui era la costellazione della Bussola, dal chiaro e vorticoso potere. Senza più un legame che la potesse tenere a bada. Una bussola pronta ad indicare il cammino, dritta verso la sua unica direzione.
L'energia argentata e cerulea che proveniva dalla figura di Pyxis era un cosmo potente e istintivo, una volontà che trascendeva dagli insegnamenti e dalla teoria.
DeathMask piegò il capo negando leggermente, ghignò appena, fu quasi felice. Sentiva il cosmo del cavaliere d'argento propagarsi sulla gabbia infuocata e sperò, sperò davvero funzionasse affidarsi per una volta alle sensazioni. Al fidarsi come Atena* gli aveva detto poco prima, al fidarsi del cosmo di quella ragazza che sentiva premere sempre di più: -Fa che sia vero Marie. -Pronunciò il suo nome, lo disse mentre socchiudeva gli occhi. -Non tollero chi mi contesta, ma ancor di più odio chi è debole.”
In un attimo ci fu solo vento.
Un forte ed agitatissimo vento.
Un vento che non proveniva da Jonah, ma da una delle due gabbie di fuoco che Therapon aveva plasmato.
La Dea Atropo, nel corpo di Jonah, si preoccupò osservando da qualche metro di distanza ciò che sembrava manifestarsi come una grande forza d'urto che stava per abbattersi: “Cosa sta accadendo? Non dovevamo sentirli spegnersi lentamente in agonia?” Ma la sua domanda cadde nel silenzio. Anzi, nel vento vorticoso e sfibrante, quasi un rombo di tuono, tanta l'irruenza.
Mel, con la sua polvere argentata, provò ad avvicinarsi, ma fu violentemente sbattuto lui e il suo attacco metri più in là sul pavimento del tempio. Scintillanti granelli ancora a volteggiare nell'aria.
Il cavaliere era ancora spossato dalla lotta contro l'Ariete dorato e, certamente, non s'aspettava una respinta così forte provenire dall'interno della gabbia infuocata.
Le fiamme non scomparvero, ma la gabbia di fuoco si divise prima a metà, poi in quattro, piegandosi alla volontà di un cosmo argenteo e sicuro:
Compass rose!” Un attacco intuitivo e personale. Un attacco dettato dalla volontà di resistere. Che non ricordava il passato: gli insegnamenti con un maestro che sapeva governare Excalibur;
non limitava il presente:
Noth Cardinal Point!” Un attacco che le era stato congeniale, dettato senz'altro dai metodi di apprendimento di Capricorn;
ma che cercava, ostentava, non voleva nascondere la sua essenza: La Rosa dei Venti, colei che conosceva ogni vento; colei che sapeva da dove essi giungevano e germogliavano e da dove essi, inesorabilmente, si sarebbero sfioriti, appassiti, indeboliti.
La Rosa dei Venti, sfondo nella bussola celeste. La Rosa dei Venti, sacro colpo del cavaliere d'argento di Pyxis.

Non voglio morire. Strisciando fra le fiamme di questo inferno. Non voglio morire nel fuoco come Cristian..!- E quelle parole erano dirette ai cavalieri del Destino. Che ora potevano vederla non solo libera dal fuoco di Therapon, Cavaliere del destino Distorto, ma anche scrutarne i tratti del suo viso. Un viso madido di sudore e lacrime, con occhi che puntavano in alto e che non accennavano a chiudersi alla volontà del fato.
-Non calpesterete la mia vita, non così. Se dovrò morire, morirò nell'intento di vivere!”
Cancer non perse tempo e, tenuti gli occhi bassi con le labbra piegate in un sorriso, si diresse fuori dai rimasugli di fiamme che invadevano ancora quel piccolo spazio in cui era stato imprigionato. Pestò le fiamme come fossero sterpaglia e alzò con calma il dito indice in aria per attaccare.

Cosa vuoi fare? Attaccare tutti noi, da solo, mandandoci all'Inferno?” Gli rispose Therapon, con gli occhi sbarrati per aver visto reciso il suo Cube Fire.
Sì, dai, questo era quello che avevo in mente... -Lo sbeffeggiò imprudente DeathMask allungando le parole poi, senza voltarsi, si rivolse a Pyxis: -Marie, va dal tuo maestro. Corri.”
Il cosmo color indaco di Marie si placò, riuscendo a contenere il potere che aveva appena espanso e con gli occhi sbarrati rispose: “Che dovrei fare? È morto.”

Non è morto. Tiralo fuori da lì e poi vedi se è morto.” Detto questo il Cavaliere del Cancro si buttò nella mischia e attaccò Therapon, giusto perché aveva qualche bruciatura di troppo che voleva fargli pagare... Del resto da qualche cavaliere avrebbe pur dovuto cominciare.
Atropo rimase attonita, impigliata in un corpo che ora la detestava, mortificata da quell'imprevisto che non doveva accadere e delusa dal comportamento delle due sue sorelle che sentiva nelle ultime ore vicino alla Dea Atena.
Proprio in quell'istante il fuoco della decima ora si spense sulla meridiana, mentre un altro fuoco, il fuoco di una vita in balia delle fiamme, sopportava il dolore pur di vivere.
Pur di vivere per Atena. E per se stesso, come si era promesso.

Marie si diresse immediatamente verso la gabbia di fuoco dove era stato rinchiuso il Cavaliere di Capricorn: il fuoco era ancora alto e inespugnabile, seppur il suo cavaliere stesse iniziando a cedere sotto i colpi irruenti di DeathMask, al contrario del potere di Mel che s'era affievolito dopo che questi era stato sbattuto contro le mura del tempio.
Per un attimo Pyxis rimembrò il grande Mu quando le disse che stavano giungendo in aiuto i cavalieri di Bronzo: lei era rimasta sorpresa di vedere tutta quella fiducia nelle parole dell'Ariete dorato, vedere come quei cavalieri fossero indice di sicurezza per lui, come una garanzia.
E aveva pensato che era una mezza follia, un po' come se il suo maestro s'affidasse a lei, pur di vincere. Un cavaliere d'oro aiutato da un cavaliere d'argento... insensato.
Eppure era esattamente ciò che stava accadendo, suo malgrado.
Non sentiva più il cosmo dorato di Capricorn, non sentiva più niente. Sperava non fosse morto... lo sperava davvero, ma doveva anche farsene una ragione. Era stato preso alla sprovvista ed era solo... non come lei e Cancer. E anche in due avevano sofferto molto dentro quella gabbia fiammeggiante; ne erano usciti quasi illesi solo grazie al cosmo protettivo di DeathMask e all'attacco che lei aveva imparato a destreggiare per pura sopravvivenza.

Shura, -lo chiamò accostandosi al calore del fuoco a cui era scampata poco prima. -Io non so se siete vivo e se lo siete non mi perdonerete mai. Ma vi tirerò fuori e vedrò con i miei occhi se non posso fare più niente per voi.”
L'irruenza del vento di Jonah era immensa, vorticava all'esterno della gabbia permettendo al fuoco di volteggiare e animarsi come una bestia affamata, ma Marie era riuscita ad abbattere poc'anzi l'attacco di quel mulinello infernale, così strinse i denti e fece leva sul suo cosmo, cercando di far fluire ancora una volta tutta la sua potenza nel colpo più affine a bloccare il turbolento fuoco e a indirizzare il vento dove volesse lei.
Non erano semplice né facile da piegare alla sua volontà l'attacco di Therapon, cavaliere del Destino Distorto. Attacco combinato ad un vento furente e una polvere molesta, però se una cosa era certa quella era che non avrebbe lasciato in balia del Destino il detentore di Excalibur.

Io ce la metterò tutta, se mi sentite sappiatelo, io non vi lascerò! -Gridò mentre le fiamme iniziarono a bruciarle le parti non coperte dall'armatura -Se siete vivo, vi prego... aiutatemi a salvarvi! Per tutto l'onore del mondo io non...-
Marie...”
Il cavaliere di Pyxis non stava piangendo, era talmente concentrata su come tirare fuori da lì il Cavaliere di Capricorn, eppure ebbe un sussulto appena sentì la sua voce.

Marie, hai davvero poca fede in un Cavaliere d'Oro.” Shura s'alzò a fatica dal pavimento rovente e tossì un paio di volte, per il fumo e il poco ossigeno all'interno della gabbia.
Le bruciature sul corpo di Marie divennero più profonde, cicatrici che le sarebbero rimaste per sempre; davanti al volto aveva messo un braccio, proteggendosi così la vista grazie al bracciale dell'armatura che le faceva da scudo fra lei e le fiamme.

Non ho poca fede in un Cavaliere d'Oro, ho poca fede nella speranza. -Obiettò. -Se potete muovervi vi prego usate Excalibur.”
Shura sentì la voce della sua allieva: non imperiosa e razionale, ma non per questo meno giusta e determinata... non era più la voce tremolante e fremente che aveva ascoltato solo poco tempo prima inveire contro le Moire. Quella voce di una ragazza che non sapeva ancora bene dov'era il suo posto e cosa esattamente dovesse fare... in quello stato Marie sarebbe stato un bersaglio troppo semplice per il nemico e Shura s'era allontanato da lei proprio per non farle correre ulteriori rischi in quelle condizioni, combattendo lui al suo posto.
Ora invece aveva contestato le sue stesse parole e non s'era persa in convenevoli, anzi. Il cavaliere socchiuse un attimo gli occhi, come fosse quasi disturbato da questo cambiamento, sospirò e in fine rispose: “Lo avrei anche fatto, ma mi è impossibile usare Excalibur senza essere travolto dalle fiamme.- Spiegò, tossendo ogni tanto e cercando di prendere aria. -Quando Therapon mi ha scaraventato dentro il Cube Fire, il mio cosmo si è messo in funzione latente, aiutandomi a sopravvivere mentre ero incosciente. In funzione latente vuol dire che non è possibile percepirlo perché è una difesa estremamente bassa, istintiva. Ma non posso togliere la difesa per attaccare. Non avrei... tempo.”

Usate Excalibur, -continuò lei. -Reciderò io il vento e la polvere argentea di Mel. Così che non possano aizzare le fiamme contro di voi.”
Shura tacque: avrebbe voluto dirle che azzardava troppo.

Prenderò il vostro silenzio come un consenso: Compass Rose!” Urlò e nuovamente l'attacco della bussola s'abbatte contro gli infiniti granelli argentati e le impetuosi correnti d'aria.
Dall'interno della gabbia Shura sentì un frastuono micidiale, ma non perse tempo perché tempo ne aveva assai poco. Tolse la sua difesa e quasi si aspettò d'esser bruciato vivo: “Excalibur!” La sua amata spada fendette il fuoco come fosse un drappo di velluto rosso.
Excalibur, la nobile spada donata al cavaliere Shiryu del Dragone per causa giusta e fiera: lottare per la salvaguardia della Dea Atena.
Eppure, una volta tornato alla vita, non solo aveva potuto continuare ad essere il Santo del Capricorno e ad allenare la sua allieva, ma per intercessione di Atena e sotto volontà dello stesso Shiryu aveva potuto riprendersi ciò che era suo di nascita, che gli spettava di diritto. Il dono più prezioso offerto sin dall'alba dei tempi al Cavaliere della decima casa per la sua fedeltà alla venerabile Atena.
Capricorn non bruciò, i suoi occhi non videro più il fulgido colore delle fiamme impetuose, bensì le austere quanto per lui rassicuranti mura del suo tempio. Marie era davvero riuscita ad eliminare le protezioni attorno alla gabbia infuocata e questo aveva permesso a Shura non solo di cambiare dalla difesa all'attacco, bensì di non perire nell'intento di tagliare la fiamma viva. Senza il suo aiuto non sarebbe stato possibile: ne doveva dare atto e ne doveva dare merito.
Cercò con lo sguardo la sua allieva, appena la visuale gli fu libera, ma immediatamente una figura gliene impedì la visione: “Ehi, ehi... non così in fretta, cavaliere!” DeathMask aveva improvvisamente abbandonato lo scontro con Therapon e, viaggiando alla velocità della luce, si era frapposto repentinamente fra Marie e il Saint del Capricorno. Alcune bruciature e tagli erano ben visibili sulla sua pelle ambrata, oltre al copioso sangue che continuava a sgorgare da una ferita vicino l'occhio destro.
Marie sussurrò qualcosa al Cavaliere della quarta casa ed egli si distanziò un poco alzando però il braccio sinistro a nascondere il volto del cavaliere di Pyxis: “Tieni gli occhi puntati sulla battaglia, che è meglio.”
Shura inizialmente non comprese, eppure un leggero dubbio gli si insinuò nella testa come un tarlo maledetto. Dubbio che divenne certezza non appena DeathMask, picchiettando un dito sulla faccia, aggiunse: “Non porta la maschera. Marie non porta la maschera.”
Al che serrò i pugni e, quasi come se l'avesse potuta scorgere attraverso il bracciale d'oro dell'armatura di Cancer, istantaneamente chiuse gli occhi e si girò di lato. Non voleva scorgere nessuna sua fattezza, non voleva disonorarla in nessuna maniera: “Chi è stato?”
Marie chinò la testa: “Nessuno.”

È stato uno dei Cavalieri delle Moire? Devono umiliare l'avversario prima di ucciderlo?” Fremeva di rabbia e aveva voglia di fargliela pagare a quegli esseri tanto vili.
No. Non sono stati loro.” Lei non parlava debolmente come si poteva credere, ma Shura in quella situazione divenne sordo e cieco come solo un uomo può esserlo quando non vuole accettare la realtà dei fatti. Gli era successo così anche quando Shiryu gli aveva svelato la verità su Atena e, in un primo momento, aveva risposto al ragazzo che era solo un bugiardo e un traditore.
Mi dispiac-
Il cavaliere del Capricorno non finì la sua frase, poiché Pyxis lo interruppe: “Non dispiacetevi e non compatitemi. Sono stata io a togliermi la maschera e non sono così stupida da richiedere un perdono che non mi accordereste mai. Ma, per favore, ora non offendetemi con i vostri occhi e combattiamo per vivere. Perché solo pensando a questo sono arrivata a tanto.” Gli posò una mano sul coprispalla dorato e Shura dovette farsi forza per non girarsi e guardarla. Non perché fosse curioso o perché volesse rimproverarla, bensì perché ciò che gli aveva appena suggerito erano le parole sconfortanti e dure di una ragazza che non riusciva a riconoscere.
Sentì come se un legame silenzioso si fosse rotto. E non sapeva spiegarsi oltre tutto il dolore fisico che aveva in corpo anche quella amarezza nel cuore, un'altra.

Hai un nuovo attacco. -Sentenziò, osservando il Cavaliere dal potere del vento far schiantare DeathMask sul pavimento di pietra. -È valido. Ricorda di non usarlo due volte sullo stesso nemico.”
Lo so.” Si aspettava un 'Sì, maestro'. Chinò anche lui il capo per un momento e si rese conto che no, non lo chiamava più maestro da quando si erano rivisti.


I cavalieri di Bronzo smorzarono la situazione entrando a passo di marcia nella decima casa. Ognuno, all'interno di quel tempio, ebbe una reazione diversa nel vederseli piombare davanti con tale irruenza: DeathMask, dal basso del pavimento dov'era stato scaraventato, fece una smorfia prima di ricadere a terra con la testa, Shura si ritrovò ad essere rinfrancato dal vedere che Shiryu faceva parte del trio giunto sino al suo tempio e Marie li guardò con la coda dell'occhio, da dietro l'imponente figura del Capricorno.
Al contrario i Cavalieri delle Moire, fra cui Atropo stessa, si infuriarono ancora di più di quegli ospiti inattesi: “Con che diritto dei semplici cavalieri di Bronzo si mettono in mezzo alle faccende degli Dei ancora una volta? Faccende che non vi riguardano!”

Il diritto di riscattarsi da una fine avversa!” Rispose prontamente Shiryu, sincerandosi che Capricorn stesse bene: “Marie, ci sei anche tu!” Esclamò poi, mentre la ragazza andava correndo incontro al Cavaliere di Cancer.

Dovrebbero avere anche il diritto di tacere.” Affermò alzandosi in piedi DeathMask e scrollandosi di dosso il braccio che Marie gli aveva offerto.
Vi rubano la scena?” Domandò lei, guardando da lontano i tre ragazzi.
Per un attimo Cancer si ritrovò ad osservare nuovamente i lineamenti del volto di Marie, fu solo un infinitesimale istante, ma bastò a farlo scattare inclinando immediatamente il capo verso i cavalieri di bronzo:
Che scena vuoi che mi rubino se sto facendo un figurone!- Un ghignò spuntò per l'ennesima volta sul volto tumefatto del giovane. -C'è qualcosa che non va nel Cavaliere del Destino Implacabile. I suoi colpi sono... non so, decisamente fuori portata.” Concluse facendosi serio, tutto d'un tratto. Abbassò il tono di voce che divenne più roco e intimo. Poi si mise una mano fra i capelli, spettinandoseli, come stesse sforzandosi di comprendere qualcosa che ancora gli sfuggiva.
Il Saint della Bussola stava per replicare, se non che, proprio quel cavaliere di cui parlava DeathMask, urlò straziato di dolore accasciandosi a terra.
Therapon e Mel, seppur quest'ultimo fosse abbastanza sofferente, si protrassero davanti al corpo in preda alle convulsioni del loro compagno: “Che ti accade Jonah?- Chiese allarmato il Cavaliere del destino Appagato -Che cosa è successo?”
Ma dalla bocca di Jonah non uscì più solo la sua voce maschile, bensì un raccapricciante duo di voci: la sua e quella della Dea Atropo.
Il corpo divenne un fascio violento e accecante di luce viola e azzurrina, così freddo da emanare gelo tutt'attorno. Il gelo della morte, il gelo dei defunti, il gelo che la Divinità che recideva il filo della vita degli uomini ben amava esibire.

Dovevate portarmi dei morti. E io avrò dei morti.”



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*Atena: nel precedente capitolo DeathMask mormora delle parole e si comprende che sta avendo un dialogo con Atena.

Vorrei darvi una precisazione: Marie spazza via UN colpo. Nel senso che gli altri due cavalieri hanno messo a disposizione la polvere argentata e il vento, ma è il FUOCO (Cube Fire) l'unico attacco. -Di certo mortale se si è da soli e ci si deve proteggere, ma si vuole anche attaccare. (Shura infatti se toglieva la difesa per attaccare... sarebbe schiattato.) Invece siccome la difesa la costituiva DeathMask, l'attacco poteva farlo Marie.
PS: Io penso che Excalibur, la Sacra Spada, sia una e unica. La si possa donare così come una Dea possa ridare il dono al suo leggittimo proprietario. Se no nsiete d'accordo, ditemi pure, accetto pareri!

Il riferimento a Mu e ai cavalieri di Bronzo in cui egli ripone fiducia è nel capitolo 18 – “Non è il momento di fermarsi”.

BUONASERA! Siamo ARRIVATI ad un capitolo a cui tengo terribilmente. Ho fangirlato scrivendo di DeathMask che 'pesta il fuoco', Shura che ricorda Excalibur e poi che si ritrova vedere 'recisa' la sintonia fra allieva e maestro, Marie che a che fare con LA ROSA DEI VENTI ---vento? capite? awh, Atropo ha il corpo di Jonah, detentore del vento... e Marie governa la Rosa dei Venti! Aspettavo così tanto per mostrare tale attacco ♥ (La triade son questo, il prossimo e il prossimo ancora. Perché c'è tutta la battaglia e le frasi/situazioni che ho più ho a cuore per questa storia.) Sono contenta e spero che a qualcuno di voi piaccia!
Se vi fa piacere e volete, lasciatemi una recensione, ne sarei davvero felice ♥
Enjoy,
Giò.

   
 
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