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Capitolo
Rosa
dei venti
“Bruceremo.”
Fu solo una costatazione e si spense velocemente sulle labbra di
Cancer. Il cosmo che li aveva protetti infatti, piano,
ritornò
al suo legittimo proprietario che l'aveva richiamato a sé.
Non
esitò, poiché un cavaliere d'oro aveva la
capacità
di sentire e riconoscere la potenza delle stelle come nessun'altro. E
quello che ora sentiva e riconosceva dinanzi a lui era la
costellazione della Bussola, dal chiaro e vorticoso potere. Senza
più
un legame che la potesse tenere a bada. Una bussola pronta ad
indicare il cammino, dritta verso la sua unica direzione.
L'energia
argentata e cerulea che proveniva dalla figura di Pyxis era un cosmo
potente e istintivo, una volontà che trascendeva dagli
insegnamenti e dalla teoria.
DeathMask
piegò il capo negando leggermente, ghignò appena,
fu
quasi felice. Sentiva il cosmo del cavaliere d'argento propagarsi
sulla gabbia infuocata e sperò, sperò davvero
funzionasse affidarsi per una volta alle sensazioni. Al fidarsi come
Atena* gli aveva detto poco prima, al fidarsi del cosmo di quella
ragazza che sentiva premere sempre di più: -Fa che sia vero
Marie. -Pronunciò il suo nome, lo disse mentre socchiudeva
gli
occhi. -Non tollero chi mi contesta, ma ancor di più odio
chi
è debole.”
In
un attimo ci fu solo vento.
Un
forte ed agitatissimo vento.
Un
vento che non proveniva da Jonah, ma da una delle due gabbie di fuoco
che Therapon aveva plasmato.
La
Dea Atropo, nel corpo di Jonah, si preoccupò osservando da
qualche metro di distanza ciò che sembrava manifestarsi come
una grande forza d'urto che stava per abbattersi: “Cosa sta
accadendo? Non dovevamo sentirli spegnersi lentamente in
agonia?”
Ma la sua domanda cadde nel silenzio. Anzi, nel vento vorticoso e
sfibrante, quasi un rombo di tuono, tanta l'irruenza.
Mel,
con la sua polvere argentata, provò ad avvicinarsi, ma fu
violentemente sbattuto lui e il suo attacco metri più in
là
sul pavimento del tempio. Scintillanti granelli ancora a volteggiare
nell'aria.
Il
cavaliere era ancora spossato dalla lotta contro l'Ariete dorato e,
certamente, non s'aspettava una respinta così forte
provenire
dall'interno della gabbia infuocata.
Le
fiamme non scomparvero, ma la gabbia di fuoco si divise prima a
metà,
poi in quattro, piegandosi alla volontà di un cosmo argenteo
e
sicuro: “Compass
rose!” Un attacco intuitivo e personale. Un attacco dettato
dalla volontà di resistere. Che non ricordava il passato: gli
insegnamenti con un maestro che sapeva governare Excalibur;
non
limitava il presente: “Noth
Cardinal Point!” Un attacco che le era stato congeniale,
dettato senz'altro dai metodi di apprendimento di Capricorn;
ma
che cercava, ostentava, non voleva nascondere la sua essenza: La Rosa
dei Venti, colei che conosceva ogni vento; colei che sapeva da dove
essi giungevano e germogliavano e da dove essi, inesorabilmente, si
sarebbero sfioriti, appassiti, indeboliti.
La
Rosa dei Venti, sfondo nella bussola celeste. La Rosa dei Venti,
sacro colpo del cavaliere d'argento di Pyxis.
“Non
voglio morire. Strisciando fra le fiamme di questo inferno. Non
voglio morire nel fuoco come Cristian..!- E quelle parole erano
dirette ai cavalieri del Destino. Che ora potevano vederla non solo
libera dal fuoco di Therapon, Cavaliere del destino Distorto, ma
anche scrutarne i tratti del suo viso. Un viso madido di sudore e
lacrime, con occhi che puntavano in alto e che non accennavano a
chiudersi alla volontà del fato.
-Non
calpesterete la mia vita, non così. Se dovrò
morire,
morirò nell'intento di vivere!”
Cancer
non perse tempo e, tenuti gli occhi bassi con le labbra piegate in un
sorriso, si diresse fuori dai rimasugli di fiamme che invadevano
ancora quel piccolo spazio in cui era stato imprigionato.
Pestò
le fiamme come fossero sterpaglia e alzò con calma il dito
indice in aria per attaccare.
“Cosa
vuoi fare? Attaccare tutti noi, da solo, mandandoci
all'Inferno?”
Gli rispose Therapon, con gli occhi sbarrati per aver visto reciso il
suo Cube
Fire.
“Sì,
dai, questo era quello che avevo in mente... -Lo sbeffeggiò
imprudente DeathMask allungando le parole poi, senza voltarsi, si
rivolse a Pyxis: -Marie, va dal tuo maestro. Corri.”
Il
cosmo color indaco di Marie si placò, riuscendo a contenere
il
potere che aveva appena espanso e con gli occhi sbarrati rispose:
“Che dovrei fare? È morto.”
“Non
è morto. Tiralo fuori da lì e poi vedi se
è
morto.” Detto questo il Cavaliere del Cancro si
buttò
nella mischia e attaccò Therapon, giusto perché
aveva
qualche bruciatura di troppo che voleva fargli pagare... Del resto da
qualche cavaliere avrebbe pur dovuto cominciare.
Atropo
rimase attonita, impigliata in un corpo che ora la detestava,
mortificata da quell'imprevisto che non doveva accadere e delusa dal
comportamento delle due sue sorelle che sentiva nelle ultime ore
vicino alla Dea Atena.
Proprio
in quell'istante il fuoco della decima ora si spense sulla meridiana,
mentre un altro fuoco, il fuoco di una vita in balia delle fiamme,
sopportava il dolore pur di vivere.
Pur
di vivere per Atena. E per se stesso, come si era promesso.
Marie
si diresse immediatamente verso la gabbia di fuoco dove era stato
rinchiuso il Cavaliere di Capricorn: il fuoco era ancora alto e
inespugnabile, seppur il suo cavaliere stesse iniziando a cedere
sotto i colpi irruenti di DeathMask, al contrario del potere di Mel
che s'era affievolito dopo che questi era stato sbattuto contro le
mura del tempio.
Per
un attimo Pyxis rimembrò il grande Mu quando le disse che
stavano giungendo in aiuto i cavalieri di Bronzo: lei era rimasta
sorpresa di vedere tutta quella fiducia nelle parole dell'Ariete
dorato, vedere come quei cavalieri fossero indice di sicurezza per
lui, come una garanzia.
E
aveva pensato che era una mezza follia, un po' come se il suo maestro
s'affidasse a lei, pur di vincere. Un cavaliere d'oro aiutato da un
cavaliere d'argento... insensato.
Eppure
era esattamente ciò che stava accadendo, suo malgrado.
Non
sentiva più il cosmo dorato di Capricorn, non sentiva
più
niente. Sperava non fosse morto... lo sperava davvero, ma doveva
anche farsene una ragione. Era stato preso alla sprovvista ed era
solo... non come lei e Cancer. E anche in due avevano sofferto molto
dentro quella gabbia fiammeggiante; ne erano usciti quasi illesi solo
grazie al cosmo protettivo di DeathMask e all'attacco che lei aveva
imparato a destreggiare per pura sopravvivenza.
“Shura,
-lo chiamò accostandosi al calore del fuoco a cui era
scampata
poco prima. -Io non so se siete vivo e se lo siete non mi perdonerete
mai. Ma vi tirerò fuori e vedrò con i miei occhi
se non
posso fare più niente per voi.”
L'irruenza
del vento di Jonah era immensa, vorticava all'esterno della gabbia
permettendo al fuoco di volteggiare e animarsi come una bestia
affamata, ma Marie era riuscita ad abbattere poc'anzi l'attacco di
quel mulinello infernale, così strinse i denti e fece leva
sul
suo cosmo, cercando di far fluire ancora una volta tutta la sua
potenza nel colpo più affine a bloccare il turbolento fuoco
e
a indirizzare il vento dove volesse lei.
Non
erano semplice né facile da piegare alla sua
volontà
l'attacco di Therapon, cavaliere del Destino Distorto. Attacco
combinato ad un vento furente e una polvere molesta, però se
una cosa era certa quella era che non avrebbe lasciato in balia del
Destino il detentore di Excalibur.
“Io
ce la metterò tutta, se mi sentite sappiatelo, io non vi
lascerò! -Gridò mentre le fiamme iniziarono a
bruciarle
le parti non coperte dall'armatura -Se siete vivo, vi prego...
aiutatemi a salvarvi! Per
tutto l'onore del mondo io non...-
“Marie...”
Il
cavaliere di Pyxis non stava piangendo, era talmente concentrata su
come tirare fuori da lì il Cavaliere di Capricorn, eppure
ebbe
un sussulto appena sentì la sua voce.
“Marie,
hai davvero poca fede in un Cavaliere d'Oro.” Shura
s'alzò
a fatica dal pavimento rovente e tossì un paio di volte, per
il fumo e il poco ossigeno all'interno della gabbia.
Le
bruciature sul corpo di Marie divennero più profonde,
cicatrici che le sarebbero rimaste per sempre; davanti al volto aveva
messo un braccio, proteggendosi così la vista grazie al
bracciale dell'armatura che le faceva da scudo fra lei e le fiamme.
“Non
ho poca fede in un Cavaliere d'Oro, ho poca fede nella speranza.
-Obiettò. -Se potete muovervi vi prego usate
Excalibur.”
Shura
sentì la voce della sua allieva: non imperiosa e razionale,
ma
non per questo meno giusta e determinata... non era più la
voce tremolante e fremente che aveva ascoltato solo poco tempo prima
inveire contro le Moire. Quella voce di una ragazza che non sapeva
ancora bene dov'era il suo posto e cosa esattamente dovesse fare...
in quello stato Marie sarebbe stato un bersaglio troppo semplice per
il nemico e Shura s'era allontanato da lei proprio per non farle
correre ulteriori rischi in quelle condizioni, combattendo lui al suo
posto.
Ora
invece aveva contestato le sue stesse parole e non s'era persa in
convenevoli, anzi. Il cavaliere socchiuse un attimo gli occhi, come
fosse quasi disturbato da questo cambiamento, sospirò e in
fine rispose: “Lo avrei anche fatto, ma mi è
impossibile
usare Excalibur senza essere travolto dalle fiamme.- Spiegò,
tossendo ogni tanto e cercando di prendere aria. -Quando Therapon mi
ha scaraventato dentro il Cube Fire, il mio cosmo
si è
messo in funzione latente, aiutandomi a sopravvivere mentre ero
incosciente. In funzione latente vuol dire che non è
possibile
percepirlo perché è una difesa estremamente
bassa,
istintiva. Ma non posso togliere la difesa per attaccare. Non
avrei... tempo.”
“Usate
Excalibur, -continuò lei. -Reciderò io il vento e
la
polvere argentea di Mel. Così che non possano aizzare le
fiamme contro di voi.”
Shura
tacque: avrebbe voluto dirle che azzardava troppo.
“Prenderò
il vostro silenzio come un consenso: Compass Rose!”
Urlò
e nuovamente l'attacco della bussola s'abbatte contro gli infiniti
granelli argentati e le impetuosi correnti d'aria.
Dall'interno
della gabbia Shura sentì un frastuono micidiale, ma non
perse
tempo perché tempo ne aveva assai poco. Tolse la sua difesa
e
quasi si aspettò d'esser bruciato vivo:
“Excalibur!”
La sua amata spada fendette il fuoco come fosse un drappo di velluto
rosso.
Excalibur,
la nobile spada donata al cavaliere Shiryu del Dragone per causa
giusta e fiera: lottare per la salvaguardia della Dea Atena.
Eppure,
una volta tornato alla vita, non solo aveva potuto continuare ad
essere il Santo del Capricorno e ad allenare la sua allieva, ma per
intercessione di Atena e sotto volontà dello stesso Shiryu
aveva potuto riprendersi ciò che era suo di nascita, che gli
spettava di diritto. Il dono più prezioso offerto sin
dall'alba dei tempi al Cavaliere della decima casa per la sua
fedeltà
alla venerabile Atena.
Capricorn
non bruciò, i suoi occhi non videro più il
fulgido
colore delle fiamme impetuose, bensì le austere quanto per
lui
rassicuranti mura del suo tempio. Marie era davvero riuscita ad
eliminare le protezioni attorno alla gabbia infuocata e questo aveva
permesso a Shura non solo di cambiare dalla difesa all'attacco,
bensì
di non perire nell'intento di tagliare la fiamma viva. Senza il suo
aiuto non sarebbe stato possibile: ne doveva dare atto e ne doveva
dare merito.
Cercò
con lo sguardo la sua allieva, appena la visuale gli fu libera, ma
immediatamente una figura gliene impedì la visione:
“Ehi,
ehi... non così in fretta, cavaliere!” DeathMask
aveva
improvvisamente abbandonato lo scontro con Therapon e, viaggiando
alla velocità della luce, si era frapposto repentinamente
fra
Marie e il Saint del Capricorno. Alcune bruciature e tagli erano ben
visibili sulla sua pelle ambrata, oltre al copioso sangue che
continuava a sgorgare da una ferita vicino l'occhio destro.
Marie
sussurrò qualcosa al Cavaliere della quarta casa ed egli si
distanziò un poco alzando però il braccio
sinistro a
nascondere il volto del cavaliere di Pyxis: “Tieni gli occhi
puntati sulla battaglia, che è meglio.”
Shura
inizialmente non comprese, eppure un leggero dubbio gli si
insinuò
nella testa come un tarlo maledetto. Dubbio che divenne certezza non
appena DeathMask, picchiettando un dito sulla faccia, aggiunse:
“Non
porta la maschera. Marie non porta la maschera.”
Al
che serrò i pugni e, quasi come se l'avesse potuta scorgere
attraverso il bracciale d'oro dell'armatura di Cancer,
istantaneamente chiuse gli occhi e si girò di lato. Non
voleva
scorgere nessuna sua fattezza, non voleva disonorarla in nessuna
maniera: “Chi è stato?”
Marie
chinò la testa: “Nessuno.”
“È
stato uno dei Cavalieri delle Moire? Devono umiliare l'avversario
prima di ucciderlo?” Fremeva di rabbia e aveva voglia di
fargliela pagare a quegli esseri tanto vili.
“No.
Non sono stati loro.” Lei non parlava debolmente come si
poteva
credere, ma Shura in quella situazione divenne sordo e cieco come
solo un uomo può esserlo quando non vuole accettare la
realtà
dei fatti. Gli era successo così anche quando Shiryu gli
aveva
svelato la verità su Atena e, in un primo momento, aveva
risposto al ragazzo che era solo un bugiardo e un traditore.
“Mi
dispiac-
Il
cavaliere del Capricorno non finì la sua frase,
poiché
Pyxis lo interruppe: “Non dispiacetevi e non compatitemi.
Sono
stata io a togliermi la maschera e non sono così stupida da
richiedere un perdono che non mi accordereste mai. Ma, per favore,
ora non offendetemi con i vostri occhi e combattiamo per vivere.
Perché solo pensando a questo sono arrivata a
tanto.”
Gli posò una mano sul coprispalla dorato e Shura dovette
farsi
forza per non girarsi e guardarla. Non perché fosse curioso
o
perché volesse rimproverarla, bensì
perché ciò
che gli aveva appena suggerito erano le parole sconfortanti e dure di
una ragazza che non riusciva a riconoscere.
Sentì
come se un legame silenzioso si fosse rotto. E non sapeva spiegarsi
oltre tutto il dolore fisico che aveva in corpo anche quella amarezza
nel cuore, un'altra.
“Hai
un nuovo attacco. -Sentenziò, osservando il Cavaliere dal
potere del vento far schiantare DeathMask sul pavimento di pietra.
-È
valido. Ricorda di non usarlo due volte sullo stesso nemico.”
“Lo
so.” Si aspettava un 'Sì, maestro'.
Chinò anche
lui il capo per un momento e si rese conto che no, non lo chiamava
più maestro da quando si erano rivisti.
✾
I
cavalieri di Bronzo smorzarono la situazione entrando a passo di
marcia nella decima casa. Ognuno, all'interno di quel tempio, ebbe
una reazione diversa nel vederseli piombare davanti con tale
irruenza: DeathMask, dal basso del pavimento dov'era stato
scaraventato, fece una smorfia prima di ricadere a terra con la
testa, Shura si ritrovò ad essere rinfrancato dal vedere che
Shiryu faceva parte del trio giunto sino al suo tempio e Marie li
guardò con la coda dell'occhio, da dietro l'imponente figura
del Capricorno.
Al
contrario i Cavalieri delle Moire, fra cui Atropo stessa, si
infuriarono ancora di più di quegli ospiti inattesi:
“Con
che diritto dei semplici cavalieri di Bronzo si mettono in mezzo alle
faccende degli Dei ancora una volta? Faccende che non vi
riguardano!”
“Il
diritto di riscattarsi da una fine avversa!” Rispose
prontamente Shiryu, sincerandosi che Capricorn stesse bene:
“Marie,
ci sei anche tu!” Esclamò poi, mentre la ragazza
andava
correndo incontro al Cavaliere di Cancer.
“Dovrebbero
avere anche il diritto di tacere.” Affermò
alzandosi in
piedi DeathMask e scrollandosi di dosso il braccio che Marie gli
aveva offerto.
“Vi
rubano la scena?” Domandò lei, guardando da lontano i tre ragazzi.
Per
un attimo Cancer si ritrovò ad osservare nuovamente i lineamenti del volto di Marie, fu solo un
infinitesimale
istante, ma bastò a farlo scattare inclinando immediatamente
il capo verso i cavalieri di bronzo: “Che
scena vuoi che mi rubino se sto facendo un figurone!- Un
ghignò
spuntò per l'ennesima volta sul volto tumefatto del giovane.
-C'è qualcosa che non va nel Cavaliere del Destino
Implacabile. I suoi colpi sono... non so, decisamente fuori
portata.”
Concluse facendosi serio, tutto d'un tratto. Abbassò il tono
di voce che divenne più roco e intimo. Poi si mise una mano
fra i capelli, spettinandoseli, come stesse sforzandosi di
comprendere qualcosa che ancora gli sfuggiva.
Il
Saint della Bussola stava per replicare, se non che, proprio quel
cavaliere di cui parlava DeathMask, urlò straziato di dolore accasciandosi a terra.
Therapon
e Mel, seppur quest'ultimo fosse abbastanza sofferente, si
protrassero davanti al corpo in preda alle convulsioni del loro
compagno: “Che ti accade Jonah?- Chiese allarmato il
Cavaliere
del destino Appagato -Che cosa è successo?”
Ma
dalla bocca di Jonah non uscì più solo la sua
voce
maschile, bensì un raccapricciante duo di voci: la sua e
quella della Dea Atropo.
Il
corpo divenne un fascio violento e accecante di luce viola e
azzurrina, così freddo da emanare gelo tutt'attorno. Il gelo
della morte, il gelo dei defunti, il gelo che la Divinità
che
recideva il filo della vita degli uomini ben amava esibire.
“Dovevate portarmi dei morti. E io avrò dei morti.”
- - - - - - - - - -
*Atena: nel precedente capitolo DeathMask mormora delle parole e si comprende che sta avendo un dialogo con Atena.
Vorrei
darvi una precisazione:
Marie spazza via UN colpo. Nel senso che gli altri due cavalieri
hanno messo a disposizione la polvere argentata e il vento, ma
è
il FUOCO (Cube Fire) l'unico attacco. -Di certo mortale se si
è
da soli e ci si deve proteggere, ma si vuole anche attaccare. (Shura
infatti se toglieva la difesa per attaccare... sarebbe schiattato.)
Invece siccome la difesa la costituiva DeathMask, l'attacco poteva
farlo Marie.
PS: Io penso che Excalibur,
la Sacra Spada, sia una e unica. La si possa donare così
come una Dea possa ridare il dono al suo leggittimo proprietario. Se no
nsiete d'accordo, ditemi pure, accetto pareri!
Il riferimento a Mu e ai cavalieri di Bronzo in cui egli ripone fiducia è nel capitolo 18 – “Non è il momento di fermarsi”.
BUONASERA!
Siamo ARRIVATI ad un capitolo a cui tengo
terribilmente. Ho fangirlato scrivendo di DeathMask che 'pesta
il fuoco', Shura che ricorda Excalibur e poi che si ritrova vedere
'recisa' la sintonia fra allieva e maestro, Marie che a che fare con LA ROSA DEI VENTI ---vento? capite? awh, Atropo ha il corpo di Jonah, detentore del vento... e Marie governa la Rosa dei Venti! Aspettavo così tanto per mostrare tale attacco ♥
(La triade son questo, il prossimo e il prossimo ancora.
Perché
c'è tutta la battaglia e le frasi/situazioni che ho
più
ho a cuore per questa storia.) Sono contenta e spero che a qualcuno
di voi piaccia!
Se
vi fa piacere e volete, lasciatemi una recensione, ne sarei davvero
felice ♥
Enjoy,
Giò.