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Autore: Anmami    27/10/2015    5 recensioni
Pseudo-One shot a puntate. Circa 20 pagine per continuare la mia follia del Vive l'Amour!
Quando i morti smettono di camminare ed il mondo inizia una lenta ripresa, le persone non possono far altro che rimboccarsi le maniche e tentare di ricostruire ciò che è stato distrutto ed è proprio questo che ha fatto la famiglia della piccola Judith Grimes, tentare di creare un futuro per lei. Diventata un'adolescente, vive serena e circondata da affetto, ma una verità taciuta a lungo le farà mettere ogni cosa in discussione.
[Beth/Daryl, Glenn/Maggie, Judith/Nuovo personaggio, un piccolo momento Rick/Michonne]
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beth Greene, Daryl Dixon, Judith Grimes, Rick Grimes, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pensavo di non riuscire ad aggiornare entrambe le storie oggi, ma eccomi qui! Vi stuferete di me sicuramente prima o poi! Comunque, epilogo di questa one shot mascherata da mini long.
Ricordatevi che... Love is in the air!!!!
Ciao e alla prossima!
 
Epilogo

Era una fredda ma soleggiata mattina di dicembre.
Tutto era stato organizzato nei minimi dettagli, il delicato vestito di raso bianco faceva bella mostra di sé appeso ad una delle ante dell'armadio ed erano tutti in fermento.
Judith indossava un abito rosso con delle bordature bianche ed essendo in quel particolare mese, non poteva fare a meno di sentirsi una sorta di Mamma Natale.
Non avrebbe mai scelto di vestirsi in quel modo, ma quello non era il suo giorno, quello era il giorno speciale della sua Mamma-Zia.
Dopo la brutta litigata con la sua famiglia aveva passato una nottata intera a parlare con suo padre, le aveva raccontato di Shane, il suo padre biologico, della loro amicizia, della sua morte. Dopo aver ascoltato con attenzione tutta la storia, si era resa conto di quanto fosse stata sciocca, lo sceriffo Grimes era suo padre e lei non avrebbe potuto desiderare di meglio. Prendere quello stupido foglio e farne coriandoli era stato il passo successivo.

Beth in quella fredda mattinata di dicembre era a dir poco raggiante ed era tutto merito della linguaccia lunga di Judith, quindi da quella litigata era venuto fuori qualcosa di buono.
Quando Maggie e Carol aiutarono zia Beth ad indossare il suo vestito, la ragazzina dovette sforzarsi per non piangere.
E dovette sforzarsi anche quando la donna si avviò, al braccio dello sceriffo Grimes, verso l'uomo che la stava aspettando all'altare vestito da pinguino.
Non lo aveva mai visto così e sembrava davvero non essere a suo agio, ma la ragazza si concentrò sulla sua espressione che cambiò improvvisamente appena vide la sposa avanzare verso di lui.

C'era amore in quegli occhi e la ragazza giurò di averli visti, per una frazione di secondo, velarsi di lacrime.
Si era ricomposto subito, ovviamente, ma chi conosceva bene quel testone burbero, sapeva quanto in realtà fosse un cuore tenero.

Sebbene Judith non fosse mai stata ad un matrimonio, era certa di poter affermare che non ce ne fosse stato un altro più bello in tutta la storia del mondo.
Beth era riuscita perfino a convincere il neo-sposo ad aprire le danze con lei, chiaro segno di quanto l'amasse.
Dopo un pranzo piuttosto abbondante, discorsi, balli e quant'altro, la festa proseguì, per pochi intimi, nel salotto della dimora Dixon, accuratamente agghindata per l'occasione dalla nuova padrona di casa.
Naturalmente la ragazza e tutto il resto della famiglia erano da contare tra quei pochi intimi e tra un bicchiere ed una tartina si continuò a festeggiare la coppia ad oltranza.

Non era mai stata troppo socievole, in questo era davvero simile a Mr. Balestra, ma quel giorno decise di fare uno sforzo e di provare a divertirsi.
Zia Beth aveva selezionato accuratamente dei brani musicali per la serata, canzoni che andavano dal melenso al rockeggiante e tutti parevano aver apprezzato le sue scelte.
In casa c'erano circa quindici persone e tutte ballavano, tutte tranne tre.
Lei, suo padre e Michonne.
Con Michonne non aveva mai avuto un gran rapporto, non che non le volesse bene, ma non si erano mai avvicinate molto, non di certo come lei e suo fratello. Carl nutriva una vera adorazione per quella donna.
Judith era sempre stata un po' intimorita da lei, ma quella sera con il vestito rosso simile al suo, faceva decisamente meno paura.
Osservando i frutti della sua ultima operazione da cupido, le venne in mente un'idea, un po' sciocca magari, ma pensò di fare un tentativo.

-Papà… dovresti invitare Michonne a ballare.- affermò convinta.

-Come dici? Michonne non balla.- rispose il padre.

-Beh ovviamente no visto che non ha un cavaliere. Forza sceriffo!- disse dandogli una pacca sulla spalla.

Rick sembrò indeciso per qualche secondo, ma dopo un'occhiata complice a sua figlia, si convinse a fare come gli era stato consigliato… o meglio ordinato.

La donna, come aveva previsto Judith, accettò subito il braccio dello sceriffo e raggiunsero insieme il centro del salotto iniziando a muoversi sulle note di una vecchia canzone di Frank Sinatra.
Erano impacciati, come due ragazzini e la ragazza si ritrovò a guardare quella sua nuova opera con un certo compiacimento.
Michonne sorrideva a suo padre e suo padre sorrideva a lei, forse prendendosi un po' in giro per la sua incapacità come ballerino.
Continuò a guardarli appoggiata allo stipite della porta immaginando quella pelle d'ebano fasciata in un lungo abito bianco come quello che stava indossando Beth. Un matrimonio in primavera sarebbe stato davvero magnifico.


Ballavano tutti, perfino la piccola Annette poggiando i piedini sulle scarpe di Carl.
Restò in disparte ad osservare quella scena e capì di essere fortunata. Era un momento da immortalare, ma non avendo una macchina fotografica, decise di stare a guardarli ancora un po' per poter fissare bene quel ricordo.
Non li aveva mai visti così felici e spensierati, nessuno di loro e la notizia del secondo figlio in arrivo per Maggie e Glenn, fu un ulteriore motivo di felicità.
Suo padre aveva continuato a ballare con Michonne per il resto della serata e stavano ancora ballando quando Judith decise di aver bisogno di un momento da sola dopo una giornata del genere.

Uscì da casa Dixon dirigendosi verso il suo portico e si sedette sulle scale di mattoni, con il naso rivolto verso le stelle.
Il suo giacchetto leggero non era propriamente adatto alle temperature di dicembre, ma cercò di ignorare i brividi che le correvano lungo la schiena. 
Le piaceva stare fuori casa di notte, le piaceva guardare il cielo, studiare le galassie, provare ad unire i puntini luminosi con linee immaginare per creare i contorni di figure fantasiose. Draghi, principesse, automobili, animali.
Ad un tratto si rese conto della presenza di qualcun altro ed un inaspettato calore le avvolse le spalle.
Si ritrovò addosso una giacca da uomo decisamente troppo grande per lei ed alzando il naso si rese conto di chi ne fosse il proprietario.

-Sembri Babbo Natale vestita così, sei ridicola.- disse Daryl sedendosi accanto a lei.

-Beth ha insistito.- fece lei con un'alzata di spalle.

L'uomo scosse la testa ridacchiando e prese anche lui a fissare le stelle.

-Comunque tu sembri un fottuto pinguino!- affermò Judith.

-Sei vestita da ragazza ma dentro sei comunque come il peggiore degli stronzi.- la prese in giro lui.

-Può darsi, ma tu resti comunque un fottuto pinguino.- 

-Beth ha insistito.- spiegò lui.

Da quando aveva preso a pugni Caleb, l'uomo aveva smesso di starle addosso e di seguirla come un'ombra, forse resosi conto di non avere più a che fare con una bambina, ma Judith doveva essere onesta con se stessa ed ammettere che le attenzioni che lui, che tutti loro, le riservavano le facevano un gran piacere, la facevano sentire amata e protetta.

-Daryl?- mormorò la ragazza cercando di attirare la sua attenzione.

Lui rispose con un grugnito, come per chiederle cosa volesse dirgli e darle il permesso di continuare.

-Sai… penso di doverti delle scuse. Quel giorno in cui tu hai preso a pugni l'idiota, ecco… quella frase non la pensavo davvero. Uno stronzo una volta mi ha fatto capire che il sangue non conta un cazzo. Quel giorno ho detto che non sei mio padre, ma non avrei dovuto dirlo perché insomma tu…-

-Lo so Piccola Spaccaculi, lo so.- disse lui scompigliandole i capelli.

Dentro casa l'assenza dei due, come prevedibile, non era passata inosservata e Beth sapeva esattamente dove trovarli.
Si affacciò dalla finestra, mentre anche Rick era intento a cercare sua figlia e li vide.
Seduti sulle scale come al solito, a parlottare tra loro e prendersi in giro.
Quella immagine le scaldava sempre il cuore e più volte si era fermata a fissarli, anche prima che lei e Daryl trovassero finalmente il coraggio per stare insieme. Merito suo.
Restò qualche secondo a guardarli e poi informò lo sceriffo di aver trovato i due fuggitivi.

-Rick, sono sotto al portico.- disse la donna indicando fuori dalla finestra.

L'uomo si avvicinò a lei e diresse lo sguardo verso il punto indicatogli e non poté fare a meno di sorridere.
Amava quei due, lui era il fratello che non aveva mai avuto, lei era la sua bambina. Ripensando al Daryl di un tempo faticava davvero a rivederlo nell'uomo che era diventato e probabilmente quel cambiamento in meglio era da attribuire a quella che lui aveva soprannominato Piccola Spaccaculi.

-Credo che ne avessero abbastanza di tutti questi festeggiamenti.- constatò Rick con un sorriso.

-Oh sì! Hanno resistito fin troppo.- affermò Beth.

-Sono terribilmente simili quei due, testardi, solitari e scontrosi.- disse lo sceriffo.

-Decisamente… sai, qualche mese fa Daryl ha preso a pugni Caleb.- raccontò lei.

-Perché mai l'avrebbe fatto?- chiese lui preoccupato.

-Non si tocca la sua bambina.- spiegò Beth con un sorriso ed un occhiolino.

 
§§§

Quella mattina di agosto tutto era pronto. Il bel vestito di raso bianco era appeso nella stanza da letto e tutta la famiglia era in fermento.
La piccola Judith, diventata ormai una donna, indossò quella vaporosa e soffice nuvola di stoffa e si preparò per il suo giorno. 
Davanti alla porta della chiesa i suoi due papà la aspettavano per condurla all'altare e consegnarla all'uomo con il quale avrebbe passato il resto della vita, uomo che loro avevano imparato ad apprezzare.

-Sembri ancora un fottuto pinguino.- sussurrò la ragazza all'orecchio dell'uomo alla sua sinistra.

 
FINE.
  
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