Anime & Manga > Rossana/Kodocha
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Autore: Alys_90    27/10/2015    7 recensioni
"Li avevo rivisti. Il mio unico grande amore e la mia ex migliore amica. Insieme, di nuovo.".
Sana Kurata, dopo ben otto anni trascorsi a New York, decide di tornare a casa, in Giappone.
Ha scelto di frequentare l'università a Tokyo e di abbandonare per un po' la carriera artistica.
Ma che cosa sarà successo ai vecchi amici? Che strade avranno intrapreso?
Il rapporto tra Akito Hayama, l'amore della sua vita, e Fuka Matsui, l'amica di un tempo, sarà rimasto intatto?
Nuove coppie, nuovi incontri, intrighi d'amore, discussioni e gelosie sono dietro l'angolo!
Questa è la mia seconda Fanfiction su questo meraviglioso manga/anime! Spero vi piaccia! ♥
Dedicata con grande amore a Cristian. ♥
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Fuka Matsui/Funny, Naozumi Kamura/Charles Lones, Sana Kurata/Rossana Smith | Coppie: Akito/Fuka, Sana/Akito
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao! ♥
Ci si legge a fine capitolo! :)


BUONA LETTURA. ♥
E ancora grazie a chi recensisce e a chi legge soltanto. ♥


Osservai attenta la penna blu intenso che tenevo tra le mani, rigirandola continuamente.
Come faceva Evan, il misterioso fratello di Eisen, a conoscere Akito? La sera precedente non aveva fatto altro che fissarmi con quelle bellissime pozze celesti, senza sbilanciarsi più di tanto a parole, tranne per il fatto che era stato un mio grande fan e per la questione Hayama, appunto.
-Hey, Sana! Avanti, rispondi!-. La voce di Hisae e la sua gomitata alquanto dolorosa mi riportarono alla realtà.
-Cosa ..? Com ..-
-Signorina Kurata, sto attendendo pazientemente la sua risposta. Dunque?-
Spalancai gli occhi, consapevole di avere decine di sguardi puntati addosso.
-Ecco .. io .. - farfugliai, posando la penna sul banco.
-Mmm .. le ripeterò la domanda per l’ultima volta, per cui faccia attenzione. Sa dirmi qual è la differenza tra processo di socializzazione primaria e secondaria?-
Il mio cuore cominciò a battere più forte del dovuto e mi mossi impacciata sulla sedia.
Accidenti, avrei dovuto ripassare gli appunti della lezione precedente, soprattutto dopo l’avvertimento del professore su possibili domande fatte alla classe.
-Sì .. Dunque .. -. Mi voltai verso prima verso Hisae, che mi guardava con espressione preoccupata, e poi verso l’insegnate di sociologia. Stava poggiato alla scrivania con le braccia conserte, in attesa della mia risposta.
 
Drin. Drin. Drin.
 
Il suono della campanella fece alzare gli studenti che di corsa si avviarono verso l’uscita e costrinse il professore a ritirarsi.
Tirai un sospiro di sollievo e misi astuccio e quaderno nella borsa.
-Dio mio, Sana! Ma dove hai la testa oggi?!- chiese Hisae, scendendo i gradini dell’aula. La seguii, stringendomi l’elastico della coda.
-Lascia perdere, veramente. In questi giorni mi sta capitando davvero di tutto- risposi.
Hisae si fermò e si voltò, prendendo le mie mani tra le sue. Accennando un sorriso sincero, disse: -Sana, ora devi solo pensare ad andare avanti. Devi costruire un futuro e dedicare del tempo a te stessa. Vedrai che tutto andrò per il meglio-.
Le sorrisi a mia volta. -Lo spero tanto-. Ci dirigemmo verso l’uscita, ma venimmo interrotte dal docente. -Signorina Kurata, aspetti-. Si avvicinò a grandi passi e mi squadrò sospettoso. -Cerchi di essere più attenta e concentrata alle mie lezioni, altrimenti la prossima volta si ritroverà con una relazione da venti pagine da consegnare. Arrivederci-
Lo salutai a mia volta, imbarazzata. Guardai Hisae e senza più alcun dubbio le confermai ciò che le avevo detto pochi minuti prima. -Hai visto? Me ne stanno capitando di tutti i colori ultimamente!- esclamai, avviandomi con lei nel corridoio principale.
-La solita Sana!- strepitò, prendendomi sottobraccio.

*** 

La sala mensa della facoltà era gremita di studenti: chi faceva la fila coi vassoi per il buffet, chi attendeva alla cassa per pagare, chi stava seduto a gustarsi il pranzo e a chiacchierare con gli amici.
-Hai la tessera universitaria per la mensa, vero?- domandò Hisae, prendendosi un vassoio dalla pila.
-Sì, non preoccuparti!- dissi con enfasi, agguantando un vassoio a mia volta. Mi posizionai dietro ad Hisae, servendomi dai grandi piatti da buffet.
-Dunque .. ieri sera com’è andata con Gomi? Mi ha telefonato al suo ritorno dicendo che ti aveva portata in un localino qui in città-
Colta alla sprovvista, dissi: -In che senso?-
Hisae si fermò e scoppiò a ridere. -Come in che senso?! Sana, quel cretino si è comportato bene o ne ha fatta una delle sue?-
Sorrisi, rassicurandola. -Ma no, tranquilla!-. Dentro di me mi sentii morire ripensando al momento in cui Gomi si era lasciato travolgere dal ballo con Avery ed Emi. Dopotutto, però, non aveva fatto nulla di male.
-Gomi è stato fin troppo gentile a preoccuparsi per me. Non sono nessuno per negarti del tempo con lui-
Hisae mi guardò sbalordita. -Sana, ma che stai dicendo? Sono felice che quello scemo del mio ragazzo si preoccupi per qualcuno che non sia lui ogni tanto!-
Dopo quelle parole volevo dire ad Hisae che Gomi era davvero un ragazzo d’oro e che il modo in cui lo dipingeva non gli si addiceva affatto perché teneva molto alle persone che gli erano vicine, compresa lei.
Rimasi zitta a fatica, mentre davamo la tessera alla responsabile delle casse.
-Forza, vieni. Sediamoci in quel tavolo laggiù. Ci sono anche Tsuyoshi ed Aya!-
Mi bloccai, incapace di procedere. Hisae, al contrario, si avviò decisa ma non appena vide che non la seguivo, ritornò indietro e incrociò le braccia.
-Avanti, dimmi che c’è-
-Io .. non so se sono pronta per ricominciare in questo modo-. Accennai con il capo al tavolo in cui Tsuyoshi ed Aya parlavano animatamente, circondati da altri ragazzi e ragazze.
Hisae mi posò un leggero bacio sulla guancia. -Sei sempre nostra amica, Sana. Lo sei sempre stata, perciò muovi quel bel sedere e vieni a pranzare con noi!-
-Ma .. Hisae!-. Scoppiai in una fragorosa risata che fece voltare i tavoli vicini.
Complimenti, Sana! Oggi è proprio il giorno delle brutte figure!
Mi avviai verso la tavolata e mi sedetti accanto ad Hisae e ad un altro ragazzo bruno che non avevo mai visto.
-Ciao ragazze!- esclamò Tsuyoshi con un grande sorriso. Non era cambiato di una virgola: stesso atteggiamento sereno, stessa positività.
-Ciao!- esclamò Hisae.
Io mi limitai ad un timido sorriso, prima di iniziare a mangiare.
Mi sentivo in uno stato di completo imbarazzo. Ritornare a Tokyo e frequentare l’università con i miei vecchi amici, con la compagnia con cui ero cresciuta e all’interno della quale c’era lui, mi aveva fatto tornare alla mente un sacco di ricordi legati all’infanzia. Il lato, per così dire, negativo, stava nel fatto che non riuscivo più a sentirmi a mio agio come un tempo, soprattutto in presenza di Tsuyoshi, il suo grande e fidato migliore amico.
-Allora Sana, come stai? Come ti trovi a frequentare questa facoltà?- mi chiese Aya, addentando un bocconcino di pollo.
Mi irrigidii, ma cercai di mostrarmi il più naturale possibile. -Bene, grazie. È tosta, ma lo studio è la mia priorità ora come ora-
-Capisco. Quindi hai deciso di abbandonare definitivamente la carriera artistica?-
Sorseggiai un po’ d’acqua e risposi: -Bhè .. Diciamo che per il momento il mondo dello spettacolo non mi interessa più-
-E posso chiederti per quale motivo?- intervenne Tsuyoshi, schiarendosi la voce.
-Sentivo che quella Sana non mi rappresentava più. Non ero felice e desideravo tantissimo frequentare l’università, e, per tal motivo, ho deciso di tornare a Tokyo e cominciare una nuova vita-
-È stata la scelta più saggia che potessi fare- disse Hisae, pulendosi la bocca con il tovagliolino.
Abbozzai un sorriso che, però, venne subito smorzato dalla domanda che fece Tsuyoshi: -E lui? L’hai mai pensato in questi otto anni?-
Un silenzio tombale piombò tra di noi, interrotto solo dal chiacchiericcio allegro dei ragazzi al nostro fianco.
Aya diede una forte gomitata a Tsuyoshi, fulminandolo con lo sguardo. Hisae restò con la mano per aria, in attesa di ingurgitare il pezzo di pane che teneva tra le dita.
-Ma ti sembrano domande da fare, idiota?!-. Una voce che ormai conoscevo molto bene mi costrinse a voltarmi.
-Gomi! Che ci fai tu qui?!- strepitò Hisae, alzandosi ed abbracciandolo.
-Ho preso un piccola pausa e ho deciso di venire a salutarvi. Ciao piccola-. Gomi diede un bacio a fior di labbra a Hisae, per poi posarle sulla mia fronte.
-Buongiorno principessa. Come ti senti oggi?-
-Mmm .. bene- mentii, continuando a mangiare il mio piatto di spaghetti in brodo.
Gomi mi guardò di sottecchi e si sedette tra me ed Hisae. -Tsuyoshi hai la sensibilità di un elefante!- esclamò, brandendo una fetta di pizza dal piatto della sua ragazza.
Tsuyoshi mi osservò imbarazzato, proferendo: -Scusami Sana. Davvero, non so che mi sia preso. Quella domanda mi è uscita spontanea e .. -
-Sana perdonalo, ti prego. Non accadrà più- lo interruppe Aya, posando la sua mano sulla mia.
-Figurati, non preoccuparti-. Inclinai leggermente le labbra in modo da archiviare la questione.
 
Trrr. Trrr. Trrr.
 
-Tesoro ti sta vibrando il cellulare- fece notare Aya.
-Oh!-. Tsuyoshi estrasse il telefono dalla tasca dei pantaloni e non appena vide il nome sul display si alzò velocemente, allontanandosi.
-Dunque ieri sera voi due avete fatto baldoria!- gridò Hisae, prendendo Gomi per le spalle e accennando col capo nella mia direzione.
-Bhè .. Diciamo di sì!- proferì lui, grattandosi il capo.
-E nello specifico dove siete andati?-
-In un locale in centro città. Niente di che- sentenziò Gomi, facendomi l’occhiolino.
-Era un localino tranquillo- precisai, facendo una piccola linguaccia a Gomi.
-Capisco! La prossima volta dovete portare anche noi, eh!-
-Hisae sai che non mi piace molto uscire per locali- enunciò Aya, bevendo la sua bibita.
-Oh avanti, Aya! Ogni tanto qualche uscita ci vuole! Non si deve sempre stare a casa a farsi le coccole e a scambiarsi nomignoli carini! Prendi me e Gomi, per esempio .. Da quand’è che non ti chiamo “cucciolotto”?- chiese, rivolgendosi a lui.
-Mai chiamato, piccola-
Scoppiai in risata cristallina, che fece voltare gli studenti accanto a noi.
Aya, rossa in viso, si difese: -Ma a me e a Tsuyoshi piace, quindi .. -
-Non ci credo che vi piaccia solo quello .. Se capisci cosa intendo!- enfatizzò Hisae, portandosi alla bocca la lattina di aranciata.
-Hey, non ti credevo così maliziosa!- esclamò Gomi, guardandola a bocca aperta.
-Allora significa che non mi conosci ancora del tutto!-
-Ragazzi, ragazzi!- Tsuyoshi corse verso il nostro tavolo, agitando entrambe le braccia.
-Amore, che succede?- chiese preoccupata Aya, alzandosi in piedi.
-Si tratta di .. -. Il suo sguardo si posò su di me e in quel momento capii. Akito era arrivato ad Osaka e molto probabilmente aveva deciso di restarci per sempre. Magari Fuka l’aveva raggiunto e aveva capito che era lei la donna con cui avrebbe voluto trascorrere il resto della sua vita.
-Avanti, parla!- lo incitò Gomi, che nel frattempo aveva intrecciato le sue dita tra le mie.
-Ecco .. Non è partito-
Mi si bloccò il respiro e nel mio cuore si aprì uno squarcio di speranza.
-Perché .. ?- chiesi, sentendo le lacrime bruciarmi gli occhi.
-Io .. non lo so .. Non ha voluto dirmi niente. Vuole vederci tutti questa sera a casa sua-
-Come?!-. Gomi strinse ancora più forte la presa nella mia mano. -Vuole vederci? Ma che ha per la testa quel cretino?-
-Veramente .. non ne ho idea. Sembrava amareggiato e .. triste. Non so cosa gli sia accaduto. Stasera lo scopriremo-
Gomi mi osservò e io feci altrettanto. -Ci sarò- dissi.
Volevo conoscere la verità, una volta per tutte.
 
***

La sera stessa, quando salii sull’auto di Gomi, stavo letteralmente tremando da capo a piedi. Per tutto il pomeriggio non avevo fatto altro che pensare alle ragioni per le quali Akito aveva deciso di non partire, ma erano talmente tante che rinunciai subito a quei ragionamenti contorti. Di lì a pochi minuti avrei scoperto ogni cosa e, se da un lato speravo con tutto il mio cuore che avesse cambiato idea sulla nostra relazione e che avesse deciso di stare al mio fianco, dall’altro avevo una paura tremenda che fosse il contrario.
-Ciao Sana .. Sei pronta?- mi chiese Hisae dal lato del passeggero, voltandosi per guardarmi.
Sospirai. -Più o meno .. -
-Hey principessa-. Gomi mi squadrò dallo specchietto retrovisore, mentre ingranava la prima. -Ci siamo noi con te, quindi non devi avere paura. Ok? Se senti il bisogno di andartene da lì, non esitare a dirlo. Capito?-
Mi lisciai gli skinny jeans ed annuii, felice di poter contare su amici così fidati e pronti a non abbandonarmi mai.
Arrivammo alla casa di Hayama in una ventina di minuti e, quando scesi, una valanga di ricordi mi penetrò in pieno petto. Chiusi gli occhi e vidi noi, poco più che ragazzini, stretti l’uno all’altra, prima che io partissi per gli Stati Uniti.
-Sana .. -. Gomi mi scosse appena, catapultandomi nuovamente in quella maledetta realtà. -Tutto ok? Come ti senti?- chiese, portandosi le mani in tasca e osservando la villetta di Hayama.
Feci un profondo respiro, dicendo: -Come se fossi ritornata indietro nel tempo-
-Oh, principessa!-. Gomi mi abbracciò, trasmettendomi il suo calore e facendomi ispirare il suo dolce profumo.
-Forza ragazzi, andiamo. Tsuyoshi ed Aya sono già arrivati- disse Hisae, incamminandosi verso il cancello d’entrata.
Gomi suonò il campanello e tutti e tre restammo in attesa. Poco dopo un Akito dall’aria stravolta venne ad aprirci. Quando gli passai accanto per entrare, la sua fragranza mi inebriò completamente.
-Ciao Hayama- lo salutò freddamente Gomi. Hisae alzò frettolosamente una mano, mentre io sibilai un “ciao Akito” molto flebile.
Piantai i miei occhi nei suoi e vidi solo sofferenza. Lo sguardo gelido con cui mi osservò mi fece accapponare la pelle. Quel gelo sul suo viso l’avevo visto solo quando era un ragazzino ribelle delle elementari, che aveva rapporti instabili con la propria famiglia. Io ero riuscita a sistemare la sua relazione con il padre e la sorella e da quell’istante in poi eravamo diventati amici inseparabili.
-Ciao, Kurata-. Pronunciò il mio nome con una freddezza tale da farmi sentire fuori luogo, a disagio.
Chiuse il cancello e sorpassò me e gli altri per farci entrare in casa.
Non appena misi piede dentro, notai che tutto era rimasto come prima. Il piccolo salotto, la cucina perfettamente in ordine e quel profumo inconfondibile di casa Hayama.
-Ma tuo padre e tua sorella?- chiese Gomi, seguendo Akito in salone.
-Mio padre lavora sempre fino a tardi e mia sorella è ancora fuori città per uno stage lavorativo-
Anche Natsumi, quindi, aveva deciso di trasferirsi ed iniziare una nuova vita.
-Prego, accomodatevi-
Quando entrai nel soggiorno vidi Tsuyoshi ed Aya seduti sul divano e .. e colei che mi aveva portato via quello che di più bello avevo: Fuka.
Lei era lì, seduta sulla poltrona sulla quale stava spesso il signor Hayama, con un sorriso compiaciuto dipinto su quel volto perfetto.
-Ciao ragazzi- disse, muovendo le due dita affusolate in un gesto di saluto.
-Fuka .. anche tu qui?- domandò Gomi, sedendosi sul divano accanto a Tsuyoshi.
-Già. Io ed Akito dobbiamo parlarvi di una cosa-
Il mio cuore ebbe un sussulto, poi un altro e un altro ancora. Era lei il motivo del perché Akito era rimasto. Lui aveva deciso di starle accanto, aveva scelto per la seconda volta Fuka.
Sana, perché sei voluta venire a tutti i costi?! Stupida!
Hayama, in piedi sulla soglia e con le braccia conserte, poggiò lo sguardo a terra per poi posarlo su di me. Ogni volta che quegli occhi ambrati mi guardavano, il mio mondo si dissolveva.
-Dunque, che cosa dovete dirci di così importante?- gridò Tsuyoshi, in preda alla curiosità.
Akito sospirò e raggiunse Fuka. La prese per mano e la fece alzare. Quel gesto, così piccolo ma allo stesso tempo pieno di significato, mi strusse il muscolo cardiaco per l’ennesima volta.
-Io e Fuka .. -
“Siamo tornati insieme” .. Forza, dillo Akito. Sono pronta.
-Oh, avanti! Che succede tra di voi?- sbraitò Gomi, impaziente. Mi poggiò una mano sulla gamba e la strinse piano per farmi sentire la sua vicinanza in quell’attimo di attesa struggente.
- .. aspettiamo un bambino-.
In quel momento tutto ciò che mi ero costruita su di noi si dissolse in pochi secondi. Una scarica di puro dolore si propagò nel mio corpo e feci fatica a respirare. Spalancai gli occhi, che subito si colmarono di lacrime.
-Co .. cosa?- scandì Tsuyoshi, portandosi una mano alla tempia. -State scherzando?-
-Ti pare che io scherzi su una cosa del genere, Tsuyoshi?!- urlò Akito.
-No .. Scusami .. Io ..-
Lui, Aya ed Hisae mi guardarono con espressione angosciata, mentre Gomi si alzò di scatto, prendendo Akito per il colletto e sbattendolo contro il muro.
-Tu .. brutto idiota!-. Hisae scattò in piedi, cercando invano di fermarlo.
Dopo aver realizzato cosa stava per succedere, feci lo stesso anch’io e m’interposi tra di loro. -Basta! Fermi, vi prego .. -
Poggiai una mano sul petto di Gomi, sussurrandogli all’orecchio: -Gomi, fermati .. per favore .. -
Gomi fissò Akito con disprezzo, lasciando la presa e allontanandosi appena. -Sana, andiamo via .. Non voglio che questo mostro ti faccia ancora soffrire. Avanti Hisae, andiamo-
Gomi si avviò deciso verso l’uscita, prendendo il cappotto dall’appendiabiti.
Un’atmosfera imbarazzata e silenziosa si diffuse per l’intera stanza. -Dai Sana, vieni .. - disse Hisae, prendendomi per mano.
Mentre seguivo Gomi ed Hisae una possente stretta al polso mi fece voltare e mi ritrovai ancora quell’ambra dentro.
-Kurata .. Mi dispiace .. davvero .. -. Posai i miei occhi su Fuka, in piedi al centro della stanza, senza alcuna emozione dipinta sul viso.
-Lasciala, cazzo!-. Gomi si scaraventò su Hayama, gettandolo a terra. -L’hai fatta soffrire anche troppo! Devi lasciarla in pace, ok?!-
Hayama, seppur fosse campione internazionale di karate, non accennò a reagire. Era passivo, inerme.
-Fermati, Gomi!- esclamò Hisae.
-No, Hisae, non mi fermerò! Questa specie di uomo si diverte a far soffrire le donne! Hayama, Sana è tornata per cominciare una nuova vita, senza dover sopportare di nuovo il dolore che le hai fatto provare tu scegliendo lei!-. Indicò Fuka con l'indice. -Avevi detto che saresti partito perché il ritorno di Sana ti aveva sconvolto e non volevi compromettere il legame che hai con Fuka, ma a me sembra che tu stia solo giocando con i sentimenti degli altri, in particolar modo con quelli di Sana!-
-Non sto affatto giocando! Se io e Fuka aspettiamo un bambino non .. -
-Oh, certo, non è colpa tua! Ma per favore, Hayama! Ti stai comportando da vero codardo! Guardala!-
Akito mi osservò, mordendosi il labbro. -È stravolta per quello che gli stai facendo passare, ma rimane lo stesso bellissima! Va avanti a testa alta, senza abbattersi. Io gli sto costantemente accanto, così come Hisae e tutti noi! Tu invece che fai per renderla felice?! Eh?! La maltratti e basta, giocando! Non pensavi che questa notizia della gravidanza l’avrebbe distrutta ulteriormente?!-
Cominciai a piangere e mi gettai tra le braccia di Hisae. I singhiozzi mi provocarono un forte dolore al petto ma non ci badai. La sofferenza che mi corrodeva lo stomaco era più grande di qualsiasi altra cosa.
-Ragazzi, non comportatevi da persone immature-. La voce squillante di Fuka interruppe il discorso di Gomi. -Sana appartiene al passato di Akito. Ora ci siamo solo io, lui e .. -, Si portò una mano al ventre.- .. il nostro bambino-.
Gomi scosse il capo, alzandosi. Akito lo imitò e mi guardò per l’ennesima volta. -Kurata .. vorrei parlarti in privato, se possibile-
Mi staccai dall’abbraccio di Hisae, asciugandomi le guance bagnate con l’orlo della manica.
-Sana .. non farlo-. Negli occhi di Gomi c’era preoccupazione e paura.
Mi avvicinai a lui, dicendo: -Tranquillo. Ce la posso fare .. -
Gomi mi abbracciò forte e mi baciò sulla gota arrossata. -Va bene .. però non farti ingannare ancora, va bene? Io e Hisae siamo di là se hai bisogno di noi-
-Ok, grazie-
-Voi che fate?- chiese, rivolto a Tsuyoshi ed Aya. Ancora scossi da ciò a cui avevano appena assistito, acconsetirono a raggiungere lui e Hisae in corridoio.
-Fuka .. -. Akito si diresse verso di lei a grandi passi, posando la fronte sulla sua. -Dammi dieci minuti-
Fuka accettò amaramente. -D’accordo, ma solo dieci, non un minuto di più!-. Mi oltrepassò, non senza rivolgermi un’occhiata di puro odio e rancore.
Non appena tutti se ne furono andati, Akito chiuse la porta, raggiungendomi e stringendomi in un abbraccio da togliere il fiato.
Presa alla sprovvista, gemetti di sorpresa e cercai di divincolarmi.
-Sana .. -
Mi allontanai, appoggiandomi alla parete color bianco sporco. -Akito .. non avvicinarti .. -
Hayama non mi ascoltò e mi bloccò  per la seconda volta in due giorni tra le sue braccia. Posò le mani sul muro e mi costrinse a guardarlo negli occhi. -Guardami, Kurata .. -
Mi alzò il mento con la mano e io lo guardai, mentre una lacrima bagnò la mia pelle già umida.
-Akito .. è finita. Per sempre-
-No, Sana .. Non dirmi questo, ti prego .. -
-Akito .. -. Allontanai la sua mano e subito sentii la mancanza di quel tocco leggere e dolce. -Aspetti un bambino da Fuka .. te ne rendi conto?- dissi con voce tremante.
Hayama mi accarezzò la guancia, asciugando la lacrima che non ne voleva sapere di fermarsi.
 
“Don’t rescue me, don’t rescue me
Take what’s left of me, this grim reality
And the moon shines red tonight
As I pray your heart and seven mind”
 
-Me ne rendo conto, Kurata e non me la sento di abbandonarla, ma .. -
-Akito .. -
-Che c’è?-
-Stai dicendo esattamente le stesse cose che mi hai detto otto anni fa, prima che io partissi .. -
-Sana .. ascoltami. Lo so, sono un coglione, ti ho fatto soffrire troppo e per questo non mi perdonerò mai, però .. tu sei la ragazza che amo. Ti amo, ti amo oltre ogni cosa possibile-.
 
“Call it out to me,
I’m holding on
But my body’s caving in
Call it out to me,
I know I w’ve won,, but it don’t mean anything”
 
Akito Hayama mi aveva detto “ti amo”. Mi aveva confessato il suo amore, senza mezzi termini. Quelle due parole rappresentavo un qualcosa di molto importante per me, un qualcosa che non si dimentica tanto facilmente.
-Ti amo, Sana .. Ti amo, ti amo, ti amo .. -. Mi prese il viso tra le mani e cominciò a posarmi delicati baci sulle labbra. Quella bocca così morbida mi fece perdere il senso del tempo e dello spazio e mi lasciai andare.
 
“It’s blinding me, it’s fighting me
 So I wait ‘til morning comes
And dance in all we could have done”
 
Le nostre lingue si muovevano in un vortice di passione e si cercavano costantemente, senza mai arrestarsi.
-Sana .. -. Akito si staccò piano. -Ho bisogno di sentirti .. di sentire il tuo amore sulla mia pelle-
-Hayama, non possiamo .. -
-Sì, invece .. Mi prenderò le mie responsabilità per quanto riguarda il bambino, ma ti voglio Sana .. Ti voglio per la prima ed ultima volta-
 
“Until the morning time
I’m scared here in the night
Don’t show the best of me
I know the end already
And the sky stays black tonight
As I take your hand and close my eyes”
 
Akito mi strinse per la vita e mi posò soffici baci sul collo. Inarcai la testa, in modo da accogliere pienamente le sue labbra sulla mia pelle.
-Akito, smettila .. Non possiamo farlo-
Hayama si spostò, chiedendomi: -Perché? Perché Sana?-
Girai lo sguardo di lato, in modo da sfuggire al suo, così deluso e disperato.
-Perché .. tu hai Fuka. Hai scelto lei, Akito. Hai preso la tua decisione ben otto anni fa, quindi è ora di smetterla-
-Ma allora .. perché mi baci?-
Si accostò a me e posò la fronte sulla mia frangia scompigliata.
 
“Call it out to me,
I’m holding on
But my body’s caving in
Call it out to me,
I know I w’ve won,, but it don’t mean anything”
 
Le mie iridi perforarono le sue. Un color miele intenso che si unì al cioccolato puro dei miei occhi.
Le sue labbra erano a pochi millimetri dalla mia bocca e quell’esitazione nel baciarmi mi mandò in iperventilazione.
-Avanti, rispondi Kurata-
-Io .. veramente ..-
-Non girarci attorno. So che mi desideri con tutta te stessa. E se mi baci è perchè anche tu provi quello che provo io-
Mi prese la mano e la portò sul suo cuore. Potei sentire distintamente i battiti aumentare sotto il suo petto muscoloso.
-Lo senti? Senti come batte forte?-
Assentii, incapace di proferire una sola parola.
-Batte così per te, Sana. Sono innamorato .. sono innamorato del tuo sorriso, del tuo sguardo, dei tuoi gesti. Sono innamorato di te-
 
“It’s blinding me, it’s fighting me
 So I wait ‘til morning comes
And dance in all we could have done”
 
Sentii gli occhi bruciare ancora più di prima. Grandi gocce salate mi si riversarono sul viso.
-Hayama, mi dispiace ma non posso farlo. È finita. Il nostro rapporto non può andare avanti così. Non puoi avermi per la prima ed ultima volta .. mi fa troppo male questo!-
Mi scansai e mi diressi velocemente verso la porta. Posai la mano sulla maniglia e quando cercai di abbassarla, Akito mi interruppe: -Aspetta!-
Mi voltai di scatto e lui era lì, di fronte a me, il ciuffo biondo disordinato e le labbra rosse per la foga dei nostri baci.
-Prima che tu te ne vada voglio dirti solo una cosa .. -
-Cosa?- chiesi, cercando di trattenere i singhiozzi.
-Non ti dimenticherò mai, Sana. Non scorderò i nostri momenti e nemmeno i nostri sentimenti .. Sappilo .. -
 
“Dance and all we could have done
Show them all what we’ve become
Dance and all we could have done
Show them all what we’ve become”*
 
Dovevo uscire da quella stanza il più presto possibile. Senza degnarlo di alcuna risposta, mi girai ed aprii la porta. Vidi Gomi avanzare veloce verso di me, dicendo: -Sana .. Hey .. -. Posò le mani sulle mie spalle e mi scosse per alcuni secondi.
-Andiamocene via- sibilai, oltrepassando Tsuyoshi ed Aya.
Aprii la porta d’entrata e corsi fuori nel vialetto sino a raggiungere il cancello.
-Sana, aspettaci!- gridò Hisae, raggiungendomi e salendo in macchina.
Prima che potessi aprire la portiera dell’auto, però, Gomi mi prese per un braccio e sottovoce mi chiese: -Principessa che è successo là dentro?-
-Non ne voglio parlare ora, Gomi. Portami a casa e basta .. per favore-
I suoi occhi si addolcirono e mi riservò un piccolo sorriso. -Va bene, principessa. Sappi che quando ti sentirai pronta per parlare, io ci sarò-
-Lo so e per questo ti ringrazio. Ora voglio solo dimenticare questa giornata-
Gomi aprì la portiera e mi fece salire. Quando mise in moto, non potei non dare un’ultima e straziante occhiata alla casa di Akito.
Guardai la finestra della sua camera e la persona che stava dietro a quei vetri lucidi e puliti ghignò, sorridendo.
Hai vinto, Fuka. Ora Akito è tutto tuo.
Mi coricai sui sedili color pece e piansi silenziosamente, esternando ciò che di più doloroso avevo provato in tutta la mia vita.
 
*Jamie McDell -“Moon shines red”

Ciao a tutti/e!
Sono passati quasi tre mesi da quando ho aggiornato l’ultima volta! :/
Mi dispiace moltissimo non aver potuto pubblicare questo capitolo quando avevo detto che l’avrei fatto, ma il pc nel quale lo avevo scritto non ha più dato segni di vita e sono stata costretta a riscriverlo tutto daccapo nell’altro pc! -.- :(
Spero comunque che continuiate a seguirmi perché mi fa un immenso piacere sapere che la mia storia vi piaccia ed emozioni! ♥
Ditemi che ne pensate di questo capitolo :) Il vostro parere è molto importante per me! ♥
Il prossimo capitolo penso di postarlo nell’arco di due settimane! :D
Ci leggiamo alla prossima!
 

Un ringraziamento speciale a chi ha inserito la mia storia tra le preferite, ricordate e seguite. ♥
Un ringraziamento speciale a chi ha recensito. ♥
Un ringraziamento speciale a chi legge soltanto. ♥
 

Un bacione!
 
Alys_90
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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