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Autore: Axia    21/02/2009    8 recensioni
poiler della quarta stagione, ambientata dopo la puntata Sex and Violence [4x14]; una sorta di seguito della mia precedente fiction Evil in the Night.
Dean sfugge la compagnia di Sam e Ruby per imbarcarsi in una serata dai risvolti assai strani con un angelo che gli porterà notizie tutt'altro che gradite.
Genere: Commedia, Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Disclaimer:  i personaggi sottocitati appartengono a Eric Kripke e alla serie Supernatural. Questa opera non ha scopo di lucro.

Avviso: Si tratta della mia prima fiction su Supernatural, scritta dopo la visione e gli avvenimenti della puntata Sex and Violence [ 4x14 ], con numerosi spoiler della quarta stagione. Lettore avvisato mezzo salvato.

Può essere letta anche separatamente dalla fic che l'ha preceduta "Evil in the Night".

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Distraction in the Night

 

 

 

 

 

 

 

 

Dean stava iniziando ad odiare anche il Wyoming.

Per tre semplici ragioni e non tutte direttamente collegate l'una all'altra.

La prima ragione era sottoforma di una voce femminile che si era materializzata al cellulare di Sam circa un'ora dopo che avevano cenato.

Ruby.

Non c'era stato bisogno che Sam tentasse di nasconderlo, era lampante.

Suo fratello aveva chiuso il telefono e si era rimesso a masticare senza appetito la sua insalata, pasto più che mai salutare dopo la caccia di un mannaro che aveva imperversato per le strade di Cheyenne nelle ultime settimane facendo ben dieci vittime.

La seconda ragione per odiare quella fottuta città e anche il fottuto Wyoming era la nebbia mischiata all'umidità.

Una nebbia spessa un palmo, da cui dal nulla era uscita Ruby apparendo sulla soglia della loro stanza d'albergo, forse arrivando con quella specie di macchina rubata ai Trasformers con cui girava quando faceva la donna emancipata e non appiedata.

Dean aveva aperto al discreto bussare senza pensarci, lasciando a metà una pubblicità progresso che guardava in tv da circa mezz’ora senza alcun interesse, e dopo averla studiata da capo a piedi le aveva sbattuto la porta in faccia, sparendo nel bagno giusto in tempo per sentire Sam sbuffare e tornare ad aprire.

Era normale? Cioè, giusto per chiarire le cose almeno con se stesso. Era normale invitare quella tizia proprio in sua presenza? Pareva di si, Sam non ci faceva più nemmeno caso, né una parola né una spiegazione. Si, l’anormale ancora una volta era lui.

La stronza infernale comunque doveva essere entrata e dall'odore...patatine fritte.

Ruby aveva con sè delle patatine fritte. Quella era suonata.

Anche di fronte al lavandino a passarsi dell'acqua fredda sui polsi Dean avvertì quel profumo e gli tornò l'appetito, insieme a una brutta sensazione.

Da quando era tornato dall'Inferno mangiava troppi fritti e aveva sempre freddo.

Grande.

Mitico, davvero.

Non che prima fosse stato un fan del macrobiotico, lui e le carotine non erano mai stati propriamente amici intimi, ma ora si esagerava.

Decise comunque di togliersi dai piedi, l'ultima cosa che voleva era passare la serata con Sam e Ruby. Nelle ultime settimane suo fratello aveva tentato di riportare il discorso sui suoi poteri, come se dopo la faccenda delle sirene e ciò che si erano detti fosse ormai convinto di potersi fare gli affari suoi senza più dovergli alcun ragguaglio sulla sua vita segreta che tanto più segreta non era.

Non che Dean potesse davvero biasimarlo. Sam ormai poteva fare quello che voleva.

Era grande e grosso e se quegli idioti degli angeli non volevano che usasse quel potere demoniaco dovevano solo "purificarlo" o roba del genere. In fondo era anche colpa loro. Se fossero stati guardiani seri e non soldati del cazzo che combattevano quando volevano Azazel non avrebbe distrutto centinaia di famiglie e reso centinaia di bambini dei piccoli...anti cristo o roba simile.

Si lavò la faccia più volte, senza mai staccare gli occhi dal suo riflesso allo specchio.

Era bizzarro, ma ancora più che in sogno i ricordi dell'Inferno gli arrivavano in quelle occasioni. Quando vedeva il suo stesso riflesso. Come se attraverso lo specchio vedesse il proprio vero io.

Lo specchio non mentiva, ecco tutto.

- Aspetti che ti crescano corna e coda?-

Dean imprecò, buttandosi altra acqua gelida sulla faccia.

- Ho già troppa gente che mi appare alle spalle. Vattene da qui.- replicò, asciugandosi e vedendo Ruby ancora lì appoggiata alla porta. Perchè era lì e come aveva fatto ad entrare senza farsi notare?

- Sam è uscito un attimo.- spiegò, come se gli avesse letto nel pensiero.

- E ti ha lasciata qua sola con me.- Dean fece un fischio ironico, gettando l'asciugamano dove capitava per sorpassarla e uscire dal bagno, dritto al letto dove cercò la sua giacca - Che avete in mente?-

- Non sono particolarmente felice nemmeno io, non credere. Non amiamo la compagnia l’uno dell’altro e non è un mistero, però Sam mi ha chiesto un favore personale e non posso rifiutarglielo. Non lo ammetterà mai, ma pensa che parlare con qualcuno che ha vissuto la tua stessa esperienza possa farti bene.-

Wow.

Doppio wow.

Così ora il pazzo sarei io. Lui si sbatte Crudelia Demon e io sono il malato di mente?

La sua espressione doveva essere chiara, perchè Ruby piegò la bocca carnosa in un sogghigno divertito.

Si sedette sul bordo del letto di Sam, guardandolo vestirsi.

- Io esco. Voi fate con comodo.- borbottò lui, sistemandosi il bavero.

- Dean.-

- No.-

Ruby gli sorrise, afferrando il suo sacchetto di patatine e iniziando a masticarne una con calma.

- Dean, forse non scendo giù da un po’ ma ci sono stata per più tempo di te.-

- Ma dai. Con quei due occhietti innocenti non me lo sarei mai aspettato.-

- Sam vuole che...-

Sam vuole un gran cazzo!

Alzò una mano e la mosse con un gesto secco, stroncando quel discorso sul nascere.

- No, no e poi no. Sam non vuole che io parli con te dell'Inferno, lui vuole solo che la smetta di svegliarlo in piena notte per i miei incubi. Bhè, digli di comprarsi dei sedativi o magari sfiniscilo, così dormirà meglio stanotte e non sentirà me che mi lamento.-

La demone arcuò appena un sopracciglio, senza smettere di masticare.

- Mi ha detto che le sirene vi hanno fatto il lavaggio del cervello.-

- Non era lavaggio del cervello, hanno semplicemente liberato ciò che pensavamo. A quanto vedo non sono l’unico a cui racconta stronzate. Pensavo che a una come te...-

- Con “una come me” intendi un demone?-

- Non ti sentirai insultata spero.- la prese in giro.

- Certo che no. Ma la verità ha molte facce.-

- Classica risposta da demone. Di verità ce n’è una sola, tesoro.-

- Ovvero che lui ti ha tradito con me e che tu...hai sprecato la tua anima per uno che non la merita?-

Dean si fermò sulla porta. Il palmo stretto sulla maniglia, lo sguardo verde fisso contro lo spioncino tondo e liscio.

Sentiva Ruby masticare, quel suo visino sensuale e incantatore assolutamente fasullo dritto e puntato alla sua schiena, praticamente in mezzo alle scapole come se stesse cercando di trapassarlo.

- Perchè hai paura dei suoi poteri Dean?- gli chiese, con tono pacato.

- Lo sai.-

- Si diventa demoni solo all'Inferno.-

- E qui sulla terra lasciandosi andare al sangue di quel bastardo di Azazel cosa si diventa Ruby?- le chiese, girandosi appena sopra la spalla, guardandola con la coda dell'occhio - Non sono stupido. Ti ho ringraziato per quello che hai fatto, gli hai salvato la vita e questo devo riconoscertelo. Ma non sono stupido. Tu vuoi qualcosa.-

- Cosa devo fare perchè anche tu possa fidarti di me?-

- Dubito che te ne freghi qualcosa di quello che penso e risparmia gli artigli su mio fratello. Ne ho abbastanza di demoni che toccano qualunque cosa.-

- Preferisci gli angeli allora.-

Stavolta non le dette la soddisfazione di una risposta e varcò la soglia, passando accanto a Sam che tornava senza degnare neanche lui di un fiato. Infilò la macchina e si sedette, sapendo bene che suo fratello era ancora lì, di fronte alla loro camera.

Parlare con Ruby! Puah!

Aveva già discusso sufficientemente con Alastair due settimane prima, non gli servivano altre chiacchiere. Non da una che parlava di torture e morti e intanto mangiava patatine come alla fiera della contea.

Avviò il motore e si immise sull’autostrada 57, uscendo praticamente da Cheyenne.

Se non sbagliava il giorno che erano arrivati aveva scorto una sorta di bettola per motociclisti e gente tosta, roba da entrare armati di uzi se volevi uscirne con ancora tutti i denti in bocca ma ehi!

Lui era pazzo no? Era stato all'Inferno, quindi fondamentalmente il più pericoloso lì in mezzo era lui.

Compiaciuto da quel ragionamento fece per accendere la radio e si ritrovò a far fronte al terzo motivo per cui odiava anche il fottuto Wyoming.

Vide prima il ginocchio, poi tutta la gamba coperta dall'impermeabile e infine imprecò. Pesantemente.

- Cas, porca puttana!- abbaiò, quasi sbandando nella corsia opposta.

L'angelo, come se fosse stato protetto da un'invisibile cintura di sicurezza, non si spostò di un millimetro e lo guardò senza battere ciglio, mentre una musica assurda si allargava per tutto l'abitacolo.

Ci mancava solo Boy George, pensò Dean riprendendo un po’ di calma e cambiando stazione all'istante.

- Allora, non ci eravamo chiariti l'ultima volta? Ho detto che non volevo più averti tra i piedi. Che dovevi mandarmi qualcun altro, anche gli angeli del presepe, non m’importa.-

- Hai lasciato Sam col demone.-

- Si, dalle mie parti è ancora considerato indecente stare a vedere due che scopano, ma se in Paradiso il voyeurismo è accettato allora posso anche tornare indietro. Mi conosci.- rise sarcastico - Sono così devoto e fedele.-

Lo sguardo di Castiel si fece colmo di rimprovero, eppure ugualmente si mise comodo, spostando la sua attenzione allo spazio oltre al finestrino.

Da parte sua Dean trovò quella situazione piuttosto strana. Ma come, arrivava e poi lo ignorava?

- Che diavolo vuoi?-

- Uriel è irritato con me.-

- Ma dai? Gli hai rotto una spadina?-

- Le spade degli Arcangeli non si possono rompere Dean.-

- Era un modo di dire, che cazzo. Solo perché litighi con quell’imbecille, e non ti azzardare a dirmi di portargli rispetto perchè ti lancio fuori dalla macchina in corsa, non vuol dire che tu possa venire da me non appena ti gira.- brontolò l’altro irritato dalla compagnia e anche dalla nebbia - Perchè non ti vuole attorno comunque? Credevo foste culo e camicia.-

- Io non...sono d'accordo su alcuni suoi pensieri sui mortali e su di te in particolare.-

Dean non staccò gli occhi dalla strada. La striscia bianca era tutto ciò che seguiva. Doveva fare così, doveva.

Castiel emise un sospiro.

- Abbiamo avuto una sorta di discussione piuttosto accesa.-

- Spero tu gli abbia spaccato la faccia almeno.-

- Dean, dovresti portargli rispetto sul serio.- seguì Castiel come da copione – Uriel ha molta esperienza, controlla la Terra da prima ancora che il primo di voi camminasse sul suolo, è un onore per me averlo al nostro fianco. Inoltre è un Arcangelo.-

- E’ un coglione. Non so come due tizi tanto diversi possano viaggiare insieme.-

L’angelo si voltò a scrutarlo, la fronte appena corrugata – Pensi che siamo diversi?-

- Se non altro tu non prenderesti a calci un cucciolo sotto la pioggia. O mangeresti di fronte a un bambino affamato. Dico solo questo. Per il resto io e te non ci conosciamo abbastanza.-

Un altro sospiro e Castiel tornò a guardare fuori dal finestrino.

Dalla radio si propagò una canzone d’amore e Dean cambiò nuovamente stazione, usando un livello di forza non necessario che fece sfrigolare l’apparecchio.

Ritraendo la mano la strinse sul volante e per qualche secondo di silenzio, di patetico silenzio, pensò di stringere la carotide di qualcuno. Magari Uriel...magari Sam...o il santarellino lì a fianco, che continuava ad apparire attorno a lui quando voleva nonostante gli avesse già specificato più di una volta e con toni abbastanza alti che non voleva più vederlo.

E forse Cas non gliel’aveva mai raccontata giusta perché lo scrutò con la coda dell’occhio, tutto serio, proprio quella faccia da funerale che metteva su ogni qual volta gli diceva che non credeva nel suo Dio.

- Sto cercando di sistemare le cose Dean. Fra noi due.-

Dean rise al colmo del divertimento, notando per l’ennesima volta in molti mesi che ogni volta quel suono gli usciva strozzato, finto.

Un tempo aveva saputo ridere. Lo ricordava.

Un tempo non avrebbe mai rifiutato un’offerta di pace.

Quand’era diventato così chiuso? Non era più capace di accettare le scuse, le debolezze, persino gli errori degli altri. Forse perché non accettava più nulla neanche da se stesso.

- Fra noi due non c'è niente.- rispose con tono freddo ma cauto - Mi hai salvato il culo dalle fiamme e io ti ho salvato l'osso del collo. Pace e fine. Non serve che tu sia gentile, non lo sei mai stato. In fondo me l'avevi detto, non sei qua per stare appollaiato sulla mia spalla, no?-

A Castiel non sfuggì il sarcasmo, tuttavia tentò di continuare, con difficoltà ma con altrettanto impegno.

Sembrava davvero intenzionato a sistemare le cose, come se una chiacchierata all'alba di mezzanotte potesse fare miracoli. Come se gl'importasse.

Chi capiva gli angeli era bravo.

- Forse adesso ho altri ordini.- lo sentì mugugnare.

- Ma dai. E sarebbero? Cioè, non che me ne freghi qualcosa dei tuoi ordini...-

- Si, questo l'hai specificato più di una volta.-

-...ma il fatto che questi ordini sembrano esserti indigesti mi affascina. Che ti hanno detto dall'alto? Che devi rimettermi sulla retta via? Che devo andare al catechismo? Che devo andare in chiesa?-

- Non è la chiesa che potrà avvicinarti alla fede.-

- Su qualcosa siamo d'accordo.- Dean svoltò a destra, inserendosi su una strada secondaria sollevando una nube di polvere dietro l’Impala - Allora Dio stavolta ti avrebbe detto di riportare la pecora nera dentro il gregge. Wow. Neanche a quest’ordine ti sei lamentato?-

- Ogni ordine dai Cieli è sacro, inoltre non è stato un ordine che ho ricevuto solo io. Credo che arriveranno altri miei fratelli per parlarti oltre a me.-

La frenata fu brusca, secca e violenta. Mancò poco che Castiel finisse fuori dall'Impala e Dean quasi si sfracellò la faccia sul volante, piantando i palmi in avanti per bloccarsi in tempo prima di finire sfigurato.

Un camion dietro di loro quasi li investì, sorpassandoli inferocito e urlando oscenità omofobe.

- Certi umani usano sempre nomi di ortaggi per insultare gli altri uomini.- commentò Castiel beato - Come mai?-

Dean era da un'altra parte.

Da tutt'altra parte. Aveva sentito bene?

- Cos’hai detto prima?- sibilò girandosi verso di lui - Chi è che dovrebbe venire da me?-

- Alcuni miei fratelli.-

- Siamo nel bel mezzo dell'Apocalisse e voi non avete niente di meglio da fare che venire a rompermi le palle con queste cazzate sulla fede?- urlò Dean fuori di sè - Mi rifiuto di vedere altri di voi, tanto siete tutti uguali.-

- Non siamo tutti uguali. Alcuni dei miei compagni potrebbero aiutarti.-

- Con cosa? Con un fratello che sto perdendo a poco a poco? Con un demone che pensa di parlare dell'Inferno con me mentre mangia patatine? Vogliamo parlare dei sigilli che Lilith ha rotto in due settimane? O vogliamo parlare tutti insieme di Alastair in una specie di tour terapia di gruppo? Ecco perché stiamo perdendo, perché voi angeli passate troppo tempo a pontificare!-

- Tu prendi tutto troppo sul serio.- fece Castiel - Alcuni dei miei fratelli comunque sono stati d'accordo con te. Michael ha detto che se non credi sono affari tuoi.-

- Grande. Questo lo conoscerei volentieri.-

- Dean, questo...è l'Arcangelo Michele per voi umani. E' il capo delle nostre truppe.-

- Lui combatte di certo tutti i giorni.-

- Lui va anche a caccia ai confini dell’Inferno e non credo lo vedrai tanto presto.-

- Un dolore atroce per me. Ecco, ci siamo.-

L'Impala si fermò di fronte a un bar di legno, a fianco erano parcheggiate una trentina di moto di grossa cilindrata, camioncini, camion e rimorchi.

Castiel scese con lui, buttando un'occhiata vaga a due tizi che si facevano nella loro macchina dai vetri appannati.

- Andranno all'Inferno, non preoccuparti.- bofonchiò Dean.

- Non si va all'Inferno per aver della semplice fornicazione.-

- Non voglio mai più sentire quella parola pronunciata da te. E se vuoi entrare con me levati la giacca e la cravatta o sentirai altri epiteti simili a vegetali lì dentro.-

L'interno era fumoso e odorava di birra, c'erano tavoli da bigliardo e ragazze che servivano alcolici.

Un juke-box rimandava una vecchia canzone dei Talking Heads.

- Che ci facciamo qua?-

Dean sprofondò al bancone, ordinando una birra - Io bevo. Tu fa quello che vuoi.- un sorso e poi esplose di nuovo - Io non riesco a capire come alcuni dei tuoi amici possano davvero pensare di scendere qui a farmi le paternali!-

Castiel scosse la testa - Non verranno a farti lezione, Dean. Ci sono alcuni, come Uriel...che sono stati troppo qui sulla terra fra guerre e crudeltà per vedere che alcuni esseri umani sono...brillanti. Avvolti di luce. Per Uriel voi siete una specie di virus che infetta questo posto.-

- I virus sono i demoni.- ringhiò Dean - E ok, forse non siamo la razza migliore dell'universo. Io capisco meglio i demoni della gente, è vero, ma non ci meritiamo di friggere tutti in padella per colpa dei sigilli e di Lucifero.-

- E' la prima volta che ti sento parlare così. E' un bene.-

- Al diavolo, per chi mi hai preso? Un maledetto kamikaze? No, non rispondere.- sibilò, vedendo l’espressione soave del compagno - Sai che secondo me dovreste intervenire con decisione. Altro che soldati, se vigilaste meglio come guardiani forse al mondo ci sarebbe meno schifo.-

Dean staccò la bocca dalla birra vedendo l’ombra di un sorriso balenare sul volto di Castiel. Wow, se l’era solo sognato? O c'era qualcosa di vivo lì dentro?

- Cosa sghignazzi?-

- Ho sentito questi discorsi tutta la mattina.-

- Qualcuno lassù pensa che voi angeli dobbiate aiutare di più gli umani? C'è vita intelligente sulle nuvole.-

- Si, Gabriel. Non crede che esista più il libero arbitrio con tanti demoni in circolazione sulla Terra.-

- Questo Gabriel è quello che non scende fino alla Battaglia Finale, giusto?- ironizzò l'altro.

- Quella...non scende perchè lei è il Messaggero. Scende solo quando la sua presenza è necessaria. Sarà lei a venirci ad annunciare quando la Battaglia Finale avrà inizio. E' il nostro tramite con gli ordini più diretti del Padre.-

- Fammi capire, l'Arcangelo Gabriele è una pollastra?-

Pura disperazione, pura esasperazione.

Forse aveva fatto male a chiamare l'Arcangelo Gabriele "pollastra" ma se non altro ora Dean sapeva che c’erano le pari opportunità in Paradiso. E si stava godendo l'espressione depressa di un angelo che sarebbe morto composto e all'inglese magari anche se fosse stato fatto a pezzettini da un frullatore.

- Buono a sapersi.-

- Non credo vedrai mai neanche lei Dean.-

- Questo è un vero peccato.-

- Quello che stai pensando è blasfemo.-

- Hai detto che per il sesso non si finisce all'Inferno.-

- Bevi quella birra e finiscila.-

Tre erano i motivi per odiare il Wyoming.

Ruby nella loro stanza d'albergo, la nebbia e il passare la nottata in macchina con Cas.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dean lo odiava il Wyoming.

Seduto sul cofano dell'Impala nel parcheggio di un bar sgangherato all'una di notte stava giocando a poker con due perfetti sconosciuti. E il suo compagno era un angelo, roba da non credersi. Non ci avrebbe scommesso una cicca su Cas, però quando si era accorto che la sua innocenza sbarellava gli avversari Dean quasi aveva esultato.

Il devoto signore che conteneva Castiel doveva inoltre essere avvezzo alle regole.

- Si, si.- commentò Dean più tardi, contando trecento dollari puliti - Il tuo ospite deve essere un uomo molto retto. Mai visto nessuno bluffare così con le carte Cas.-

- Tu sei più bravo.- si limitò a dire l'angelo.

- Si ma si presume che tu abbia scelto un uomo...come dire...puro? Casto?...Morigerato?-

- Non sai neanche che vuol dire.-

- Certo che lo so. Ma preferisco altre correnti di pensiero. Non finirai nei guai per aver giocato a soldi?-

- I soldi erano tuoi.-

- Ma non è comunque un peccato...il gioco?-

- Le tue lacune nella conoscenza dei comandamenti sono inquietanti.-

- Mai come il tuo apparire quando meno mi servi. E quando meno ti voglio.-

- A volte ti fa bene stare in compagnia.-

- Si, di una ragazza magari.-

- Passi troppo tempo da solo con te stesso Dean.-

- Il mio problema da sempre. Ma sai una cosa? Mi piace e ci sto bene, meglio della compagnia che s’imbuca da sola, comunque.-

Dean finì di contare, vedendo Castiel avviarsi per i fatti suoi - Se torni nel Regno delle Caramelle e delle Bianche Nuvolette dì ai tuoi amici che non voglio vedere nessuno di loro a un raggio di due miglia dal sottoscritto, chiaro?-

- I miei fratelli ci ascoltano.-

- Stalking. E' stalking. E' da malati.-

- Buona notte Dean.-

-...e quando uno si fa la doccia sarebbe carino guardare da un'altra parte Cas!-

Rimasto solo il giovane Winchester sospirò allungandosi sul cofano.

Nottata strana nell'odioso Wyoming ma se non altro era venuto a sapere alcune cosette interessanti.

Certi angeli erano meno sbarellati di quanto credeva e forse Ruby si era levata dai piedi, pensò ringraziando chiunque fosse in ascolto e suo fratello che almeno si era premurato di mandargli un messaggio dal tono preoccupato.

"Torna a casa" diceva Sam.

Quale casa?, si ritrovò a pensare lasciando che il rombo dell'Impala lo riscaldasse.

 

 

 

 

 

 

Quale casa?

 

 

 

 

 

 

 

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