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Autore: _Yumemi_    27/10/2015    1 recensioni
Lei quel giorno era diventata più forte.
Lei era una lama affilata, era metallo lucente.
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Tsukuyo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La carne brucia mentre la lama affilata del coltello incide la pelle bianca e sottile. Le sue mani tremano e le sue dita allentano per un attimo la presa sull'impugnatura. Ma la bambina non si ferma. Prende fiato e spinge con più forza verso il basso in un solco verticale e profondo. Il sangue sgorga copioso, mischiandosi alle lacrime che inevitabilmente hanno iniziato ad uscirle dagli occhi gonfi.

Ma la piccola Tsukuyo sorride, il bruciore alla guancia e alla fronte smorzato dallo sguardo compiaciuto del suo Maestro. Sul volto una smorfia a metà tra un sorriso e il pianto.

Lei quel giorno era diventata più forte: era diventata un'arma, rinunciando ad essere una donna prima ancora di diventarlo.

Lei era una lama affilata. Lei era metallo lucente.

Tsukuyo cammina per le strade sempre pullulanti di Yoshiwara, tra la musica, e il vociare, la folla continua di uomini e cortigiane.

Guarda quelle donne e le vede come fiori, così come sono avvolte nei loro petali fatti di strati su strati di kimoni di seta colorata. Vede i loro occhi grandi e luminosi sbattere le lunghe ciglia per attirare i clienti, sente le promesse di amore e passione uscire dalle loro labbra rosse.

Loro sono belle. Hanno bisogno di esserlo perché era il loro scopo, esattamente come essere il coltello che le protegge è il suo.

Non c'è bisogno che sia una donna. Lei non ha bisogno di essere bella.
Lei è un coltello. E un coltello deve servire il suo proprietario, limitandosi a colpire e tagliare con precisione.

A Tsukuyo è sempre andato bene vivere così, vincolata solo al suo dovere di Hyakka e al legame con Hinowa, ma… Ora qualcosa era cambiato.

Quando guardava se stessa allo specchio la prima cosa su cui posava gli occhi erano le cicatrici sul volto. Non le aveva mai nascoste e le aveva sempre sfoggiate con orgoglio perché erano il simbolo della forza che le aveva permesso di diventare quello che era.

Eppure da qualche tempo si era scoperta rifuggire al loro riflesso. Ogni tanto, guardando il volto liscio e perfetto di una cortigiana, una strana sensazione si insinuava nel suo petto, comprimendolo fastidiosamente.

E in quei momenti quando guardava la propria immagine riflessa non vedeva niente altro se non un viso deturpato. Non c'era più la forza, c'erano solo rinunce e sacrifici. In quegli istanti la sua abilità nel combattere, la sua agilità e la destrezza con le armi non sembravano averle portato nulla.

Si domandava da quando fosse diventata così debole, se era forse stato a causa della liberazione di Yoshiwara o, magari, di colui che l'aveva liberata.
Non lo sapeva. Non riusciva a darsi una risposta sincera per quanto cercasse.

Tsukuyo si sfioró ancora la guancia sinistra con la punta delle dita.

"Io... sono bella?" I pensieri le sfuggirono dalle labbra in un sussurro senza che riuscisse a fermarli. 

 
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La settimana di Halloween
Prompt: Coltello

Buona sera! =D
Come state?
Per prima cosa: IL TITOLO E' PROVVISORIO, mi fa schifo ma questo giro non sono in grado di pensarne uno decente.. ç______ç (e poi ho qualche problema con l'HTML... damn)
Comunque ecco una nuova one-shot, missing moment, senza dialoghi, lentissima, forse un po' noiosa, dove non succede nulla... boh. A pensarci bene non che ne sia soddisfattissima, ma ci ho provato.
Ho scelto questo prompt pensando a Tsukuyo (o forse è il contrario). Spero che vi sia piaciuta. Tsukuyo è un personaggio che ho davvero amato fin da subito e che ho amanto ancora di più con la saga del Ragno. °_________° il suo maestro, e la sua dualità di donna e guerriera... è tutto così bello che non ce la posso fare! Spero di essere riuscita a rendere in minimanparte il conflitto interiore che sento in lei :3
Ringrazio chi ha letto e chi vorrà commentare <3 A presto

-Yume-
  
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