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Autore: Giuliabia    28/10/2015    1 recensioni
Sono passati due mesi da quell'infelice annuncio davanti alla macchinetta del caffè, due mesi in cui Camilla e Gaetano si sono evitati in tutti i modi. Ancora una volta saranno le indagini per un omicidio a riavvicinarli. Ma questa volta Camilla si renderà conto di cosa sta perdendo? E Gaetano sarà disposto a perdonare?
Genere: Romantico, Sentimentale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Camilla Baudino, Gaetano Berardi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Mi manchi
mi manchi
posso far finta di star bene
ma mi manchi
ora capisco che vuol dire
averti accanto prima di dormire”
 
Finalmente l’alba, finalmente poteva smetterla di rigirarsi nel letto ed alzarsi senza sollevare un fiume di domande preoccupate da parte di tutti…l’ennesima notte insonne, ormai un’abitudine da due mesi a quella parte, da quando erano tutti tornati a casa dall’ospedale con la bimba! E meno male c’era la piccola Camilla…quando di notte cominciava a piangere lei volava come una scheggia al suo fianco…vederla la rasserenava e nello stesso tempo le permetteva di interrompere il turbine di pensieri che la tenevano sveglia e la tormentavano senza tregua…giorno e notte…notte e giorno!!! Di giorno faceva di tutto per tenersi occupata eppure bastava un attimo di distrazione e i pensieri balzavano fuori con prepotenza…ma era la notte il momento peggiore, quando tutto intorno era silenzio, nella sua testa urlavano mille domande fino a formare un’unica parola…stupida, stupida, stupida!!!
Dio mio quanto era stata stupida, lei che si era sempre ritenuta tanto intuitiva, quel giorno, in quel maledetto ospedale, davanti a quella maledetta macchinetta del caffè aveva preso la decisione peggiore della sua vita…e aveva perso tutto.
“Voglio stare sola”…forse in quel momento le era sembrato anche di fare la cosa giusta, tanto lui era lì da tanto tempo ad aspettarla, ci sarebbe stato ancora no? Cosa cambiava un giorno, un mese, un anno in più? Ma stavolta aveva tirato troppo la corda…e dopo mesi in cui non era riuscita a dire le parole giuste, appena aveva parlato aveva buttato fuori le parole più sbagliate che poteva trovare “voglio stare sola”.
E adesso sola lo era davvero…non nel senso letterale del termine, anzi. Era circondata da mille persone che avevano bisogno di lei…Livia con le sue ansie da mamma, la piccola Camilla così minuscola ed indifesa, e poi Renzo e il suo bambino…il senso di gelosia per il fatto che Renzo fosse riuscito ad avere da un’altra donna il maschio che tanto desiderava era scomparso ed era sinceramente felice per lui come si può essere felici per una persona che tanto ha significato nella propria vita…gli voleva bene sì, ma non lo amava più, forse da ancora prima di Carmen.
Circondata da tante persone…eppure non si era mai sentita così sola in vita sua perché l’unica persona a cui davvero teneva l’aveva presa in parola ed era svanito dalla sua vita. Lo vedeva certo, nelle lunghe ore trascorse con l’occhio appiccicato allo spioncino della porta, quando sentiva parlare di lui in giornali e tv…Gaetano aveva una sua vita ma non faceva più parte della sua.
D’altronde come dargli torto? Era lei che spavalda aveva annunciato di voler stare da sola, di voler essere una nonna libera ed indipendente, era lei che senza battere ciglio aveva accettato che lui si definisse davanti a tutti “amico adottato”, ed era sempre lei che ancora prima gli aveva detto di non opprimerla, di darle del tempo, di farla sentire libera, era sempre e solo lei che lo aveva piantato in asso per correre da un uomo che non vedeva da trent’anni e che l’aveva portata a mentire come se niente fosse…era lei che aveva liquidato con tre banali parole la persona migliore che avesse mai avuto la fortuna di incontrare, l’uomo che da dieci anni a quella parte era stato, senza quasi che lei se ne accorgesse, il punto focale della sua esistenza.
Lui non aveva nessuna colpa perché non faceva altro che rispettare le sue decisioni…come d’altra parte sempre aveva fatto negli ultimi dieci anni. Tutte le volte che lei sceglieva la famiglia e l’inaffidabile marito lui accettava la decisione e restava al suo fianco, tutto le volte che lei fuggiva da lui, lui ricapitava sempre sulla sua strada e la guardava come se fosse l’unica donna al mondo. Lui c’era sempre stato, tanto che aveva finito per darlo per scontato…e solo adesso che era sparito si rendeva conto di quanto la sua presenza avesse sempre riempito la sua vita.
Si è vero, adesso avrebbe dovuto fare lei il primo passo ed andarlo a cercare…ma le mancava il coraggio, si sentiva impotente e sconfitta, d’altronde cos’altro gli poteva dire? Non poteva pretendere che le cose continuassero come prima, non poteva pretendere che lui fosse il suo amico sempre presente e sempre al suo fianco, non dopo tutto quello che lei aveva detto e fatto…si era buttata tra le sue braccia come una quindicenne alla prima cotta senza rendersi conto, in quel momento di euforia, che quel suo arrendersi avrebbe cambiato tutto tra di loro, si era buttata tra le sue braccia pur sapendo che non era pronta a dire quelle due parole fatidiche e forse non lo sarebbe mai stata…le sentiva premere dentro di sé ma non riusciva a pronunciarle neanche con sé stessa. Mille volte, nelle lunghe ore passate appiccicata allo spioncino per riempirsi gli occhi di lui aveva premuto forte la maniglia della porta, si era immaginata di attraversare il pianerottolo e bussare alla sua porta anche solo per sentire la sua voce…ma…e poi? Lui probabilmente ormai era arcistufo dei suoi comportamenti da adolescente ribelle e viziata e lei gli aveva già fatto troppo male, lui meritava qualcosa di meglio di una donna ferita che non aveva abbastanza amore da dare a chi la amava troppo.
- Mamma vieni ad aiutarmi con la bambina? - Camilla si alzò, un’altra giornata aveva inizio, un’altra giornata senza di lui.
   
 
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