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Autore: DarkFairy12    28/10/2015    0 recensioni
"L'amore arriva all' improvviso. Ti colpisce quando meno te lo aspetti e a volte nemmeno te ne accorgi, per quanto veloce succede."
Hayley si trasferisce a San Diego e non sa cosa l'aspetta. Sa solo che vuole finalmente vivere la sua vita e chissà, forse l'amore folgorerà anche lei.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Chapter 3

 

“Non puoi dirmi che i My Chemical Romance sono una band superata. Vuoi veramente finire in piscina!” esclamo, guardando esterrefatta Zach, che intanto sorseggia la sua birra, annuendo.

“E invece sì. Io ho smesso di ascoltarli parecchi anni fa, quando ho accantonato il mio periodo emo. Non dirmi che sei una di quelle che ancora mette Welcome to the black parade a palla in macchina.” mi fissa, e, notato il mio silenzio, mentre arrossisco imbarazzata, scoppia a ridere.

“Non c'è niente di male! È una bellissima canzone! E anche se ho superato anche io il mio periodo emo, mi piace riascoltarli.” sbuffo, fulminando Zach che mi sorride, divertito. Mastico l'ultimo morso di hamburger, quando la mia attenzione è attirata dai tatuaggi colorati di Logan, che è tornato in giardino. Non mi aspettavo, però, di trovarlo mano nella mano con una bellissima ragazza dai capelli rosso fuoco, anche lei coperta con tatuaggi di colori sgargianti, avvolta in un vestito nero striminzito.

Lei gli scocca una bacio sulle labbra e, sinceramente, la cosa mi infastidisce. Che cazzo era allora quel “pensavo che non ti avrei più rivista”?

“Hey Logan!” sento Zach urlare, alzandosi in piedi.

Signore Iddio! Ce l'hai con me stasera?! Non venire qui! Rimani là!

Quando Logan si avvicina, trascinandosi dietro la ragazza, quasi impreco.

“Hey, amico. Come va?” dico Logan, abbracciando Zach, scambiandosi pacche sulle spalle.

Io distolgo lo sguardo, bevendo l'ennesimo sorso della terza birra della serata. Sento la testa un pochino leggera, ma non sono nemmeno brilla.

“Una di queste sere ci beviamo una cosa insieme, okay? Mi devi raccontare le ultime novità.” dice Logan, per poi andarsene, senza nemmeno salutarmi. La sua ragazza gli si avvinghia di nuovo al braccio e li vedo avviarsi verso il piano di sopra. Rabbrividisco a pensiero di quello che stanno per fare e torno a girarmi verso Zach.

Mi sta fissando, serio.

“Che c'è?” chiedo, sospirando.

Lui scuote le spalle. “Niente. Ti sei incupita. Stavi praticamente accoltellando Ginger con lo sguardo.”

“Chi?!” dico, anche se ho capito di chi sta parlando.

“Niente, niente. Meglio se vado. Ciao Hayley.” Zach si alza e si allontana, lasciandomi da sola, confusa come non mai.

Sbuffo, irritata al massimo, con una voglia di insultare qualcuno e mi alzo.

Mi avvicino a Tara, che sta chiacchierando con alcuni amici di Kyle.

“Ley, ti stai divertendo?” mi chiede, abbagliandomi con un sorriso radioso.

Annuisco, per niente convincente. “Ho un leggero mal di testa, però. È meglio se vado a casa. Tu rimani a dormire qui?” le chiedo, inventandomi una scusa.

“Sì, certo. Sicura di stare bene?” Ma sono veramente così trasparente?

Annuisco, lasciando un bacio sulla guancia della mia migliore amica. “Non ti preoccupare. Sto benissimo. Ci sentiamo domani.” la saluto e me ne vado, prima che possa fare altre domande.

Esco di casa e nel vialetto trovo Logan che sta parlando con quella ragazza di nome Ginger. Tiro diritto, senza nemmeno guardarli, ma sento lo sguardo di qualcuno su di me. Quando entro nell'abitacolo mi concedo di guardare verso di loro e i suoi occhi sono puntati su di me. Non faccio nulla. Ingrano la prima e parto, desiderando solo una bagno caldo e il mio letto.

 

§§§

 

Sono sdraiata a letto, sveglia e vigile, ma senza nemmeno un briciolo di voglia di alzarmi. Sono consapevole di dover uscire da quelle coperte, ma il morale non è dei migliori e mi sono svegliata con un tremendo mal di testa. Non dovevo gufare ieri sera inventandomi quella scusa.

Il telefono vibra per l'ennesima volta, ma non ho proprio intenzione di rispondere. So che è Tara che mi vuole chiedere come sto, ma dare spiegazioni è l'ultima cosa che voglio adesso.

Mi rigiro di nuovo, sotterrando la testa fra i cuscini e il mio stomaco brontola. Sbuffo, ricordandomi che non c'è nulla da mangiare in casa: il mio piano di poltrire a letto tutto il giorno sono saltati.

Mi alzo e raccatto una maglietta bianca e un paio di shorts chiari a vita alta e vado in bagno, rendendomi presentabile: nemmeno con l'umore sotto i piedi sarei uscita fuori di casa impresentabile.

Lego i capelli in una coda alta e mi metto le converse bianche ai piedi, mentre il cellulare vibra per l'ennesima volta, il nome di Tara con la sua faccia sorridente sul mio schermo.

Butto il telefono nella borsa ed esco di casa, nascondendo gli occhi stanchi dietro un paio di occhiali scuri. Il mal di testa è ancora lì, che martella le tempie, ma magari riempiendo lo stomaco mi passa.

Non ho voglia di guidare, quindi decido di camminare a caso. Prima o poi troverò un bar o un supermercato.

Il sole è alto e fa caldo e di solito ciò mi mette di buon umore, ma non oggi, non dopo una serata disastrosa come quella di ieri. In lontananza vedo l'insegna di Starbucks: di solito evito posti simili, preferisco i piccoli bar, ma ho troppa fame per fare la schizzinosa.

Entro, togliendo gli occhiali da sole e ordino un caffè nero, come il mio umore, e un muffin.

La mia borsa vibra e la cosa mi fa impazzire, quindi prendo il cellulare e rispondo.

“Tara, se non ti rispondo è perchè non ho voglia di parlare.” dico, scontrosamente, ma rimango sorpresa quando dall'altro capo del telefono sento una voce maschile ridacchiare.

“Sei lì da solo due giorni e già fai casini?” il mio cuore si scalda quando sento quella voce e sorrido automaticamente.

“Non ce la fai a stare senza di me, vero Joe?” dico, mentre porgo i soldi alla cassiera, prendendo la mia ordinazione.

Mi siedo fuori ad uno dei tavolini, mentre sento di nuovo la sua risata contagiosa all'altro capo del telefono. Me lo immaginavo seduto nel suo studio di registrazione, girando sulla sua sedia girevole. Joe... come descrivere Joe. È la mia persona preferita nel mondo, l'unico che non mi credeva strana e che, oltre a Tara, voleva essermi amico. Joe Kim è il mio migliore amico, il mio compagno di avventure. Immaginatevi un ragazzo coreano, alto, aspetto intimidatorio, ma che, in realtà, è la dolcezza fatta a persona. Eravamo inseparabili, un po' una strana coppia: lui, fissato con il suo sogno di diventare un rapper e un produttore di successo, mentre io, una ragazza con la testa fra le nuvole, nelle cuffie sempre qualche gruppo alternativo. Lui il suo sogno l'aveva avverato, mentre io ero ancora alla ricerca del mio.

“Mi hai scoperto, piccola Ley. Com'è San Diego? Meglio di questa bambagia chiamata Los Angeles?” mi chiede.

“Non ho avuto ancora la possibilità di vivere la città, ma ti farò sapere. A proposito, quando hai intenzione di farti vivo? Mi mancano le nostre chiacchierate.” dico, prendendo un sorso di caffè, che forse è troppo forte e amaro: devo smetterla di prendere il cibo in base al mio umore.

“Prima di quanto credi.”

Sento la sua voce raddoppiata, sia al telefono, che dietro di me. Mi volto di scatto, trovando questo ragazzo, vestito alla moda, grandi occhiali scuri a coprirgli il volto, ma il solito sorriso genuino e contagioso che riconoscerei in mezzo ad un milione di persone.

Senza pensarci due volte lo abbraccio, dovendo mettermi sulle punte dei piedi. Le sue braccia mi avvolgono, cullandomi per qualche istante, la sua risata che risuona intorno a noi.

“Hai intenzione di lasciare la presa?” mi chiede, ridendo.

Io scuoto la testa. “Non ti vedo da più di un anno. Devo ancora rendermi conto che sei qui.” rispondo.

Mollo la presa e lo guardo in faccia, togliendogli gli occhiali dalla faccia. I suoi occhi a mandorla sono vispi e luccicanti come me li ricordavo, ma il suo viso è più..maturo in un certo senso. Non è più il ragazzo con cui guardavo il cielo mangiando caramelle gommose sul tetto di casa mia. Davanti a me c'è un giovane uomo di successo.

“Cosa ci fai qui? Pensavo fossi a LA a fare la bella vita.” dico, sedendomi e facendogli cenno di seguirmi.

Si accomoda di fronte a me, prendendo un morso del mio muffin.

“Volevo farti una sorpresa. In verità, volevo venire qui già ieri, ma Tara mi ha detto che voleva averti tutta per sé e sai com'è lei, meglio non contraddirla. Stavo camminando verso il tuo indirizzo quando ti ho vista entrare qui, cosa che mi ha molto sorpreso. Non sei tipo da Starbucks.” mi racconta, mentre io sospiro.

“Se fossi arrivato ieri mi avresti risparmiato una serata disastrosa. Mi avresti salvata.” dico e inizio a spiegare cosa fosse successo al barbecue. Joe mi guarda serio e attento, come fa sempre, assimilando tutto ciò che gli sto dicendo.

“Non mi piace questo Logan...” sentenzia e la cosa mi fa rimanere di sasso: di solito non dava opinioni prima di conoscere la persona interessata. È sempre stato un ragazzo obiettivo e giusto. “Meglio se ha la ragazza. Ti avrebbe fatto soffrire, come tutti i tuoi ex. Puoi avere di meglio, credimi.” continua, abbozzando un sorriso.

Sospiro di nuovo, ma poi sorrido. “Hai ragione. Lo sai, ero triste prima di ricevere la tua chiamata. Grazie di essere apparso.”

Lui ridacchia. “Io mi chiedo come tu abbia fatto a sopravvivere senza di me fino ad ora.”

 

§§§

 

“Sì, scusa se non ti ho risposto. Lo sai che quando ho bisogno di stare sola non ci sono per nessuno.” dico a Tara, che sbuffa dall'altro capo del telefono.

“Sì, lo so. Ero solo preoccupata. Almeno so che sei un buone mani lì. Ci sentiamo domani, okay?” mi risponde.

“Va bene. Salutami Kyle. Ciao.”

Ributto il telefono in borsa e noto che Joe mi stava fissando.

“Ho qualcosa in faccia?” chiedo, toccandomi il viso.

Lui sorride. “No no, niente. Scommetto che non hai fatto la spesa ancora.”

Rido. “Ma come fai a conoscermi così bene, mi chiedo.”

“Andiamo, dai, che se non fosse per me moriresti di fame.” mi prende in giro, scompigliandomi i capelli.

Camminiamo verso il supermercato e prendiamo un carrello.

Inizio a prendere tutto ciò che mi serve, mentre Joe mi racconta della sua vita a Los Angeles, di quanto le sue basi siano richieste e di come fra poco uscirà il suo primo album.

Stiamo spingendo insieme il carrello, spalla contro spalla, e lo vedo appoggiare lo sguardo sulla mia mano.

“Porti ancora l'anello che ti ho regalato.” indica il piccolo anello di metallo attorno all'indice della mano destra.

“Beh sì...” mi blocco quando lui tira fuori da sotto la maglietta la copia esatta del mio anello, agganciata ad una catenina d'argento. “È il simbolo della nostra amicizia.” aggiungo, sentendo il cuore scaldarsi, sapendo che su Joe avrei sempre potuto contare.

Senza accorgerci andiamo a sbattere contro qualcosa, o meglio, qualcuno.

“Ma che cazz..” il ragazzo si gira e trattengo il respiro quando lo riconosco. “Ciao Hayley.”

“Ciao...Logan.” saluto e sento Joe irrigidirsi. Lo guardo con la coda dell'occhio e vedo che ha indossato la sua facciata da duro, la sguardo di ghiaccio e la mascella serrata.

“Pensavo non avessi il fidanzato...” dice, lanciando un'occhiataccia a Joe.

“Non deve interessarti.” risponde Joe e lo guardo stranita. Non si era mai comportato così con qualcuno che non conosceva.

“Cosa sei? Il suo portavoce?” dice Logan, un sorrisetto di sfida stampato in volto.

“Joe, andiamo dai.” lo prego, trascinando lui e il carrello via con me, lontano da Logan.

Quando ci allontaniamo abbastanza mi fermo e lo guardo in faccia.

“Cos'era quello?” gli chiedo, confusa.

Lui fa spallucce e poi mi sorride. “È solo che conosco i ragazzi come lui e deve starti lontano.”

“So difendermi da sola. L'ho sempre fatto.” ribatto, pronta ad andarmene senza prendere nulla, irritata da tutta quella situazione.

Lui mi ferma per il braccio e mi tira a se, abbracciandomi da dietro.

“Lo so, dai scusa.” mi dice, facendomi subito accantonare tutto. Lo sa che non resisto ai suoi abbracci.

Sospiro, ridacchiando. “Dai, continuiamo la spesa.”

   
 
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