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Autore: Cupo Meridio    21/02/2009    2 recensioni
Alcuni episodi vissuti durante lunghi viaggi notturni in treno. avventure e disavventure nelle carrozze che si muovono trasportando varia umanità. Autobiografico.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In un passato ormai lontano, ho vissuto un periodo della mia vita in cui ho viaggiato moltissimo, soprattutto in treno.
Lunghi viaggi per l'Italia, in quasi tutta la sua lunghezza.
Quasi sempre viaggi notturni, sulle sgangherate carrozze a cuccette dei treni Espressi notturni a lunga percorrenza.   
Durante questi viaggi inevitabilmente sono venuto a contatto con una umanità variegata e composita, e anzi sicuramente col tempo ho finito per farne parte anch'io.
Umanità di gente in movimento, a volte per mestiere, a volte per necessità, a volte per divertimento.
Commessi viaggiatori, studenti fuori sede, militari di leva, operai emigranti, qualche volta turisti.
Pochi per la verità, probabilmente i turisti non gradiscono viaggiare di notte.
Il treno era quasi sempre pieno zeppo, pieno di gente di ceto medio-basso. I treni cuccetta si sa, sono un mezzo ancora abbastanza economico, o per lo meno lo erano all'epoca. Chi aveva i soldi prendeva l'aereo.
E invece a me toccava viaggiare su questi lunghissimi treni affollati, tanto lunghi che arrivati a Milano Centrale più della metà del treno restava fuori stazione.
Il Palermo/Siracusa - Milano diventava talmente lungo per i vagoni che venivano aggiunti durante il percorso, che si rischiava, al capolinea di Milano, di scendere sulla massicciata di pietre fuori stazione, perchè il marciapiede non arrivava fin lì.
Di episodi strani e particolari, durante gli anni di viaggi, ne ho vissuti tanti.
Una volta purtroppo capitò che una donna anziana morì sul treno stroncata da un infarto, fu una cosa raccapricciante.  Il treno fu dapprima fermato col freno di energenza dai suoi compagni di viaggio, presi dal panico.  Treno fermo in una zona di aperta campagna, fuori freddo e buio. Nessuno sapeva cosa fare. Dopo un bel po' si decidono a far ripartire il treno fino alla prima stazioncina, dove c'è una autoambulanza che aspetta, ma nel frattempo la donna è bella che morta. Alla stazione l'equipaggio dell'autoambulanza dice che loro i cadaveri non li trasportano, bisogna chiamare un carro funebre e attendere l'arrivo del magistrato di turno con la pattuglia dei carabinieri. Insomma, si fa l'alba tra le bestemmie di chi maledice la donna anziana per essere morta proprio su quel dannato treno.  Il mondo è pieno di gente stronza.
Qualche altra volta invece, le mie disavventure in treno, ricordate col senno di poi, possono diventare addirittura comiche.  Una volta mi trovavo su un treno affollatissimo, era il periodo di Natale e tutti tornavano a casa per le festività. Mai visto un treno così pieno, moltissimi si erano adattati a viaggiare nel corridoio, seduti sui propri bagagli. Qualcuno, di piccola corporatura, aveva trasformato le mensole portabagagli in brandine a castello improvvisate. C'era gente persino nei bagni.
Nel cuore della notte, un uomo molto anziano e malmesso si affaccia nel corridoio. Si trovava nello scompartimento centrale della carrozza e stava valutando quale potesse essere la toilette più facilmente raggiungibile, girandosi a guardare ora a destra, ora a sinistra.   Il corridoio era strapieno di gente, addossata gli uni agli altri come animali in un carro bestiame. Per di più il pavimento era completamente ingombro di bagagli di ogni sorta: valige, zaini, scatole di cartone, sacchi, cassette di frutta, damigiane di vino.
Il povero vecchio assume un'espressione disperata, sicuramente ha un urgente bisogno di svuotare i visceri e non sa proprio come fare per raggiungere la toilette! Esce già con fatica dal suo scompartimento, chiede permesso, fa intendere con discrezione la sua necessità impellente, tutti si danno da fare per aprire un piccolo varco nella barricata di bagagli e corpi umani stipati in quel vagone.
"Permesso! Permesso! Mi scusi, mi scusi, sa è una cosa urgente...permesso, grazie, mi scusi, permesso..."
Sposta il sacco, tira via la valigia, sveglia il militare che sta dormendo seduto sullo zaino, il volto del vecchio diventa sempre più pallido, inizia a stringersi nelle natiche, i muscoli delle gambe si irrigidiscono, alla fine non regge più: il vecchio se la fa addosso! Dio Santo, il vecchio si è cagato addosso! Un rivolo di merda liquida gli cola giù dai pantaloni, lungo le cosce e poi inizia a sgocciolare sulle scarpe e sul pavimento!
Oddio, che odore! Oddio, che tanfo insopportabile! In quello spazio così ristretto, così affollato di gente, dove l'aria già mancava di suo, ci si mette anche la merda del vecchio cagone!
L'anziano è al colmo dell'imbarazzo, le persone della sua età hanno ancora quel senso di orgoglio e di riservatezza che in una situazione come questa gli procurano una mortificazione gigantesca.
Il vecchio non sa che fare, se andare avanti, se tornare indietro.  Rinuncia, torno indietro, ha le lacrime agli occhi, si lascia per terra una striscia di merda con le impronte delle sue scarpe, tra le bestemmie degli altri passeggeri e l'ilarità di qualcuno.  Che farà una volta tornato al suo scomparto? Si rimetterà a sedere sul culo cacato?  Comunque per tutte le restanti ore di viaggio, un puzzo terribile.
Un'altra volta invece ho viaggiato tutta la notte in una cuccetta a sei posti, tutti occupati naturalmente.
Tra i miei compagni di viaggio un giovane neolaureato che si recava a Milano per un colloquio di lavoro, un anziano che si fermava a Bologna per accertamenti clinici al Rizzoli, e un grosso e grasso operaio "ascensorista" che tornava a lavoro dopo una breve vacanza (uno così grosso e pesante cosa ci fa con gli ascensori, li collauda?).
Durante la notte, l'ascensorista mi dimostrò che non esiste niente di impossibile per l'uomo, per lo meno quando si tratta di "espressioni fisiologiche". Per tutta la notte, disteso supino e imperturbabile sulla sua cuccetta, ci ha propinato un concerto per trio: rutto cavernoso, scorreggia a trombetta e russare con risucchio, tutto insieme appassionatamente! Incredibile, non credevo alle mie orecchie e al mio naso (perchè le scorreggie oltre che rumore, fanno anche puzza!), riusciva a dormire profondamente e allo stesso tempo si liberava di tutti i gas relativi ad una pessima digestione!
E come fai a dormire!    Durante la notte arrivammo a Bologna, l'addetto FF.SS. "cuccettista" venne a svegliare il vecchio che doveva scendere, il quale di soprassalto si svegliò e si rivestì con gran premura.
Troppa premura.  Arrivati a Milano, il giovane neolaureato che doveva sostenere un colloquio per un lavoro importante, fece l'amara scoperta: il vecchio passeggero sceso a Bologna, nella fretta, aveva preso per sbaglio una delle sue scarpe, lasciandogli la sua corrispondente. In poche parole c'era un vecchio che camminava per Bologna con una scarpa nera e una marrone, e lo stesso avrebbe fatto tra poco a Milano il giovane neolaureato! Per giunta con due numeri di differenza!  E sì, sui treni se ne vedono proprio di tutti i colori e...taglie!

  
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