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Autore: frisulimite    22/02/2009    17 recensioni
"The human whose name is written in this note shall become a rubber duck" ATTENZIONE: alte dosi di idiozia, usare con cautela.
Genere: Parodia, Demenziale, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: L, Light/Raito, Mello, Near, Ryuuk
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 12

Amore

Light stava ancora parlando con Dyuck della puntata del Maurizio Costanzo Show appena vista:
-    Il quaderno di questo Shinanatra è finito nelle mani di qualcuno che la pensa come Kira, non ci piove. –
-    Questo l’hai già , Light, e ho già espresso il mio entusiasmo per questa bella notizia… - rispose Dyuck, sconsolato come sempre.
-    Per ora sono l’unico a sapere che questo non è il vero Kira, - continuò Light, passeggiando per la stanza.
-    Se escludiamo me ed L, che a quest’ora avrà già scoperto tutto, allora sì, sei l’unico. – puntualizzò lo Shinanatra.
-    Però, onestamente, non so come abbia fatto a impaperare quei poliziotti, visto che non ne conosceva il nome. – rifletté Light.
-    Questo perché tu non mi ascolti quando parlo: - spiegò Dyuck. – altrimenti sapresti che, insieme al portachiavi con gli Occhi di uno Shinanatra, in cambio di metà della tua vita ottieni anche dei comodi occhiali che permettono di vedere il nome di una persona soltanto guardandola in volto.
Light rimase a bocca aperta, sconcertato da quella notizia.
-    Lo scambio lo puoi fare anche ora, se ti va. – disse Dyuck, dopo un po’, vedendo Light così sorpreso.
-    No, io non lo voglio fare. – rispose il ragazzo, incrociando le braccia e voltando le spalle allo Shinanatra.
-    Va bene, fai pure l’offeso. – sospirò la papera.
-    Dovresti cercare di ottenere il mio perdono! – protestò Light, indignato.
-    Come se me ne fregasse qualcosa. – rispose Dyuck saltellando via.
-    E no! Tu resti qui ad ascoltare le mie conclusioni. – disse Light, afferrando l’impotente paperella e sistemandola sulla sua scrivania. – Stando a quel che dici tu, il tizio ha il fichissimo portachiavi con gli Occhi di uno Shinanatra e gli occhiali in omaggio con questo. Il che lo rende infinitamente più potente di me. Uffa. –
-    Beh, so che per te dev’essere irritante sapere che c’è qualcuno più potente di te, però, visto come si sono messe le cose, L potrebbe anche venire trasformato in una paperella di gomma entro quattro giorni, no? –
-    Però, visto come si sono messe le cose, L potrebbe anche venire trasformato in una paperella di gomma entro quattro giorni. – sentenziò Light come se la conclusione fosse stata tutta sua. 
-    Sei brillante nei ragionamenti… - commentò Dyuck, decisamente sconsolato.
-    E c’è da considerare che questo tipo ha impaperato delle persone normalissime. Non posso permettere che il buon nome di Kira venga infangato. – continuò l’impaperatore, passeggiando per la stanza, mentre la madre gli domandava insistentemente, da dietro la porta, con chi diavolo stesse parlando, e gli diceva che, se voleva davvero far le cose per bene, non avrebbe dovuto esporre i suoi piani ad alta voce quando c’era gente per casa, essendo lui Kira.
-    Light, tu fai la stessa cosa. – intervenne Dyuck, razionalmente. - Impaperi Persone Comunissime che Vivono nel Kanto per sfizio, e costui ti emula in tutto. Anche nell’idiozia. –
-    Io posso, perché sono tanto bellino, lui no. – spiegò Light, tranquillamente, come se l’affermazione fosse ovvia. – In ogni caso, ora devo cercare di entrare nel quartier generale, per sorvegliare sia le mosse di L che quelle del falso Kira. Se questi fosse vicino al farsi beccare, lo impapererei e gli ruberei il quaderno; se si dimostrerà all’altezza del compito, e impapererà L, allora lo guiderò io verso un nuovo, brillante futuro. –
-    Che cosa bella. – disse lo Shinanatra.
-    Ora devo trovare un modo per contattarlo rimanendo in incognito, dopodiché potrò manovrarlo a mio piacimento. – concluse il ragazzo.
-    Sì, come se fosse facile! Quale improbabile, insignificante e stupida forma di vita si farebbe manipolare da te? Siamo realisti, per favore! – gli rispose ingenuamente Dyuck.

Il giorno seguente…

Soichiro Yagami entrò nella camera d’albergo di Ryuzaki (che stavolta era in Germania) con la consueta aria esausta e nervosa, e si diresse verso gli altri investigatori.
-    Com’è andata, capo? – domandò Matsuda, vedendolo arrivare.
Soichiro scostò una sedia vuota e fece per sedersi, quando L urlò:
-    Non tocchi quella sedia!! –
Tutti lo guardarono con aria stupita, poi il detective aggiunse:
-    Era la sedia di Ukita. –
A quelle parole, Soichiro mollò lo schienale e mormorò un “Mi dispiace”, consapevole di aver compiuto un atto imperdonabile, e si accomodò per terra, visto che la sua solita sedia era occupata da Clodoveo.
-    È proprio come pensavi tu, Ryuzàki. – esordì Soichiro.
-    Perché l’accento sull’A, scusa? – chiese Matsuda, un po’ perplesso.
-    Beh, è così che lo pronunciano nel doppiaggio italiano, caro Matsùda. – spiegò il sovrintendente.
-    La prego di lasciar stare gli accenti come sono, signor Yagami. – disse L.
-    Come vuoi, Ryuzàki. – rispose, sorridente, Soichiro, mentre l’investigatore lo guardava con aria truce.
-    Accenti a parte, - continuò L. – ero certo che le cose sarebbero andate come pensavo io. Io ho sempre ragione, ricordatelo. Quindi dovrò apparire in televisione. Che emozione! Ho sempre sognato di farlo! – esclamò, poi, tutto eccitato. – Ma ci crederà che sono L? –
-    Non credo. – rispose Matsuda. – Sei troppo brutto per essere L. –
-    Non rientro nei comuni canoni di bellezza. – protestò Ryuzaki, palesemente offeso. – In ogni caso, farò di tutto perché nonmi creda. Così impapererà i vertici della polizia di mezzo mondo, e io mi salverò. – aggiunse. – Non è mica facile dimostrare che sono L, dopo tutto. E poi, io non ci tengo ad essere impaperato da uno che si spaccia per Kira. –
-    Che si spaccia per Kira?! Cosa vuoi dire?! – urlò Soichiro, come suo solito.
-    Aspettavo questa domanda. – iniziò L.
-    Te l’aspettavi?! Che vuoi dire?! – esclamò Soichiro, sempre più sorpreso.
-    Che l’avevo prevista. Ora, dicevo, avevo capito subito che non si trattava di Kira, e, guardando i video inviati alla Mediaset, ho avuto conferma della mia teoria. Ci troviamo di fronte a un secondo Kira. –
-    Puoi spiegarti meglio? – intervenne Matsuda.
-    Ma certo, non mi aspetto che voi comprendiate subito quel che vi dico. – rispose L. – Per esempio, il primo video, quello che non è stato trasmesso, conteneva degli impaperamenti annunciati, che puntualmente sono avvenuti. Però, quegli impaperamenti sono diversi dai soliti. –
-    Diversi dai soliti?! – urlò Soichiro.
-    Sì, signor Yagami, diversi dai soliti. – ripeté lentamente L. - Si trattava di crimini minori dei soliti, come cantanti in possesso di stupefacenti. Solo le riviste di gossip danno importanza a queste cose. Inoltre, non mi piace il suo modo di agire. –
-    Cosa intendi dire? – chiese Aizawa.
-    Accidenti, ma non capite proprio niente, vi devo spiegare sempre tutto! – esclamò L, stizzito. – Ha cercato di farsi obbedire tramite quel video, minacciando di impaperare degli ufficiali della polizia, in questo modo ha generato solo il panico. Kira, invece, cerca di far accettare le sue idee poco a poco. –
-    Aaaaaah… - fecero gli altri quattro investigatori, fingendo di aver capito.
-    Io credo che il primo Kira, quindi, abbia intenzione di trovare il secondo, magari sfruttarlo per raggiungere i suoi scopi, e infine eliminarlo. – continuò Ryuzaki. – Ma noi dobbiamo arrivare per primi. Se acciuffassimo il secondo, otterremmo sicuramente delle informazioni utili per catturare l’altro. –
L, a quel punto, si aspettava dei commenti, delle domande, ma, ancora una volta, stava sopravvalutando i suoi compagni d’investigazione, che continuarono a guardarlo sorridendo come ebeti. Il detective, allora, decise di rompere quel silenzio che si prolungava ormai da cinque minuti buoni:
-    Signor Yagami, suo figlio può partecipare alle indagini? – chiese, infine.
-    No, Ryuzaki, Light ancora non ha finito i compiti. Quando li avrà finiti, potrà uscire a giocare con te. – rispose Soichiro, facendo cenno di no col dito.
-    Yagami, sbaglio o oggi è più stupido del solito? – domandò L, dopo aver riflettuto un po’ su quella bizzarra risposta. – Ho chiesto se suo figlio può partecipare alle indagini, ed era una domanda che richiedeva una risposta affermativa. 
-    Oh, capisco. – rispose Soichiro, che, in realtà, non aveva capito proprio niente. – Questo significa che non lo sospetti più? –
-    Tutt’altro, - replicò L. – però è un bel ragazzo, e mi piacerebbe averlo qui. – continuò, sorridendo. – Inoltre, ha delle discrete capacità deduttive che potrebbero esserci utili. –
-    … Beh, si è proposto lui stesso di collaborare, quindi non credo ci siano problemi. – rispose Soichiro.
-    Anche per noi va bene… - cominciò Matsuda.
-    Sì, ma a me non importa assolutamente niente della sua opinione, Matsuda. – lo interruppe con tono molto dolce Ryuzaki. – Ah, vi prego di nascondere a Light che potremmo trovarci di fronte a un secondo Kira. –
-    Un secondo Kira? – domandò Matsuda, dimostrando di essere stato molto attento.
-    Sì, ne abbiamo parlato fino ad ora. – sospirò L.
-    Davvero? – chiese Aizawa.
-    Ah sì? – fece Soichiro.
-    Come sarebbe a dire “secondo Kira”? – intervenne Mogi.
-    A me piacciono i crauti. – s’intromise Venceslao.
Ryuzaki fece un profondo respiro, e si preparò a rispiegare daccapo tutto quanto.


Intanto, altrove, una paperella di gomma piuttosto particolare saltellava dietro una ragazza. La papera sembrava piuttosto lo scheletro di una papera, portava degli orecchini, nonostante non avesse orecchie, e, fatto strano, aveva degli strani tentacoli viola sulla testa che le cadevano sull’occhio destro.
-    Senti, - esordì la papera. – visto che ti ho dato il Duck Note, perché non lo usi per i tuoi interessi? .
-    Ma io lo uso per me stessa. – ribatté la ragazza, passeggiando allegramente, mentre quelli che erano vicino a lei si domandavano con chi diavolo stesse parlando. – Io sono d’accordo con Kira, e voglio sapere che tipo è, per questo mi sono trasferita nel Kanto. Ho spedito quei video alla Mediaset solo per farmi notare da lui. –
-    Grazie, Misa, questo lo so benissimo, c’era bisogno di gridarlo a tutti? – domandò la Shinanatra.
-    Certo, così i lettori si fanno un’idea di che tipo sono. – rispose Misa. – Abbiamo già fatto capire a tutti che sono stupida, che sono un’ammiratrice di Kira, che mi chiamo Misa… -
-    … e che sei bionda. – completò la papera.
-    … No, questo non l’avevamo ancora detto, Rem, perché questo è il tuo nome. –
-    Wow, ormai abbiamo dato un sacco d’informazioni, nascondendole in un dialogo normalissimo, cara Misa Amane. –
-    Vero? Quanto siamo abili. – commentò Misa. – Non per niente sono una modella piuttosto famosa in Giappone. –
-    Peccato che vivrai poco. – disse Rem.
-    Già, perché io ho fatto lo scambio degli Occhi, e ora ho questo fichissimo portachiavi, e gli occhiali che mi permettono di scoprire il nome delle persone guardandole in volto. –
-    Che splendida introduzione per due personaggi. Complimenti all’Autore, eh. – concluse Rem.


Nel quartier generale, nel frattempo, L aveva finito di rispiegare la sua ipotesi sul secondo Kira, e pareva, finalmente, che tutti (tranne Matsuda, che non capiva mai niente) avessero capito. Il detective stava dunque spiegando perché Light non doveva essere messo al corrente della possibilità di un altro Kira.
-    Vedete, Light ha delle capacità deduttive straordinarie, - stava dicendo Ryuzaki. – è possibile che, vedendo il primo video, capisca da solo che ci troviamo di fronte a un secondo Kira. –
-    Ma, - intervenne Matsuda. – a parte il fatto che le vittime siano insolite, nulla fa pensare a un secondo Kira. –
-    Caro Matsuda, niente è in grado di farle pensare alcunché. – commentò garbatamente L. – Inoltre, Kira non aveva modo di conoscere i nomi dei poliziotti impaperati davanti alla Mediaset, né il nome di Ukita, e tutto questo mi porta a pensare che Light debba essere arrestato. –
-    Come? – fece Soichiro, sorpreso.
-    Come “come”? Non farnetichi, signor Yagami. – lo zittì L. – Dicevo che dobbiamo mostrare a Light questi video. Se intuirà che esiste un secondo Kira, i sospetti nei suoi confronti si dilegueranno. –
-    Davvero?! – esclamò Soichiro, tutto contento.
-    Certo che no, - si corresse L, ridacchiando in faccia al sovrintendente. – volevo vederla contento per poi disilluderla. I sospetti si dilegueranno quasidel tutto. –
-    E perché mai i sospetti su di lui si dovrebbero dileguare, se fosse lui stesso a suggerire l’esistenza di un secondo Kira? – domandò Aizawa.
-    Non mi aspettavo che voi capre ignoranti capiste. – rispose Ryuzaki. – Il secondo Kira condivide le idee del primo. Se noi mandassimo in onda un falso messaggio di Kira, probabilmente riusciremmo a fermarlo e a impedirgli di impaperarmi. Per questo, se Light fosse Kira, cosa della quale io nonsono assolutamente certo, - sottolineò il detective, con un sorrisetto cattivo. – difficilmente suggerirebbe l’esistenza di un secondo Kira prima che io sia diventato una paperella di gomma. –
-    Quindi se Light non immaginasse che esiste un secondo Kira, allora i sospetti su mio figlio si aggraverebbero?  - chiese Soichiro.
-    No, non possono aggravarsi più di così. –
-    Prego? –
-    No, resterebbero sotto il 5%, - disse L, come se niente fosse. – e chiederò a Light di aiutarci nelle indagini, svelandogli che stiamo seguendo la pista del secondo Kira. Per sicurezza, d’ora in avanti Watari non verrà più qui, ma si fingerà un secondo L in contatto con me di cui nessuno conosce l’identità. Clodoveo, invece, fingerà di essere la mia ragazza. – concluse il detective, sorridendo alla sua scimmietta.
I quattro rimasero in silenzio per qualche secondo, poi Matsuda chiese:
- Chi è Watari? –
L si mise le mani tra i palesemente luridi capelli, disperato per l’idiozia del suo compagno d’investigazioni, poi disse, rivolto a Soichiro:
-    Se Light è d’accordo, gli chieda di raggiungerci il prima possibile in massimo segreto. –
-    Perfetto, - rispose il sovrintendente prendendo il cellulare. – Light ha sempre adorato la Germania. Sarà sicuramente lieto di venirci a trovare. –

Light stava studiando un piano per potersi introdurre nel quartier generale senza aumentare i sospetti, e, per pensare meglio, s'era messo a fissare in faccia Dyuck.
-    Hai degli occhi bellissimi, sai? - disse, dopo cinque minuti, Light.
-    … Beh, grazie. Questo non cambia niente tra noi, sappilo. - rispose lo Shinanatra.
In quel momento suonò il cellulare di Light, e questi prontamente rispose.
–    Un momento, lui aveva distrutto il suo cellulare nel settimo capitolo, e aveva detto che la madre non ne avrebbe mai comprato un altro, quindi com'è possibile quel che sta succedendo? - osservò Dyuck, ignaro delle scomodità che mi avrebbe portato dover scrivere questa scena senza la presenza di un telefonino.
–    Pronto, Light?! - urlò Soichiro, una volta che Light ebbe risposto. - Ryuzàki vorrebbe che tu partecipassi alle indagini. Se t'interessa, siamo in un albergo a Berlino... -
–    … Va bene, adesso basta! - disse L, dopo aver tolto il telefono al sovrintendente. - Sarà meglio che tu venga qui il più presto possibile. E niente polizia! - e interruppe la telefonata.
–    Ma... ma... non mi hanno nemmeno detto l'indirizzo! - protestò Light, anche se L non lo poteva più sentire. - Ma non importa, tutto questo va a mio vantaggio. In questo modo potrò sorvegliare sia la polizia che il secondo Kira. -

Nonostante Light non conoscesse l'indirizzo dell'albergo, una volta giunto a Berlino (era sfuggito alla madre affermando di dover comprare le sigarette), vide una serie di grandi cartelli sui quali era scritto “Quartier generale delle indagini su Kira – Per di qua”, che permisero al giovane giapponese di raggiungere senza problemi l'albergo di Ryuzaki.
–    Che cosa stupida! - affermò Dyuck, una volta raggiunta l'entrata dell'albergo. - Chiunque potrebbe raggiungere questo quartier generale, in questo modo. -
–    Niente affatto, mio caro Dyuck. - replicò Light, con fare esperto. - I cartelli erano tutti scritti in giapponese, e nessuno conosce davvero il giapponese. -
–    E che mi dici dei giapponesi, allora? - domandò Dyuck.
–    Guarda che l'ho capito, Dyuck, che i giapponesi non esistono proprio. - rispose Light, sorridendo.
–    Ma che dici? E allora tu cosa saresti? Un pinguino? - ribatté lo Shinanatra, irato.
–    Credo che ti sorprenderò, mio caro Dyuck. - concluse Light, avviandosi dentro l'albergo, senza smettere di sorridere.

Nel frattempo, Ryuzaki stava dando istruzioni agli altri investigatori su come comportarsi non appena fosse entrato Light:
–    Allora, appena arriva lo dichiariamo in arresto, affermando di aver trovato le sue impronte digitali. Non è necessario specificare dove. Con un po' di fortuna, preso dal panico, si tradirà da solo, dicendo qualcosa come “Non è possibile, io avevo i guanti!”, e allora noi lo acciufferemo! - spiegò L, con aria esaltata.
–    Credevo che i tuoi sospetti su di lui fossero pochi! - protestò Soichiro. Ryuzaki aprì la bocca per rispondere, ma, in quel momento, Light spalancò la porta della stanza con un calcio, esclamando:
–    Bum bum, baby! -
–    Oh, ma per favore! - sbottò Dyuck.
–    Si tratta di una raffinata tattica per conquistare la fiducia di L, Dyuck. -spiegò, sottovoce, Light.
–    Con chi stai parlando, Light? - domandò Ryuzaki, con la sua migliore faccia perplessa.
–    Con nessuno. Cosa ti fa pensare che io stia parlando, Ryuga caro? - rispose Light, dando una forte pacca sulla schiena ad L, con fare amichevole, e ridendo.
–    Tanto per cominciare, ti prego di chiamarmi Ryuzaki, quando siamo qui dentro. - borbottò L, schivando gli abbracci di Light. - E questi tre signori sono Magalotti, Absalonni e Iabarazzi. - disse, indicando prima Matsuda, poi Aizawa e infine Soichiro. - E quello lì... - aggiunse, indicando Venceslao. - … beh... lui è... Venceslao. -
–    Che strani individui lavorano qui! Quello coi baffi ha un'aria proprio tonta! - affermò Light, ridendo a crepapelle.
–    Light, Iabarazzi è tuo padre. - spiegò L.
–    Dici? - fece Light, accarezzando la barba che non aveva. - In effetti ha un'aria familiare, ma io mi chiamo Yagami, non Iabarazzi, quindi non può essere come dici tu. -
L lo guardò con compassione, Dyuck lo guardò come lo guardava ogni volta che diceva qualcosa di stupido, cioè con profondo disprezzo, e, dopo un po', finalmente capì.
–    Davvero astuto. Cognomi falsi. - fece Light.
–    Cosa ti fa pensare siano falsi? Chiunque cascherebbe in questo stratagemma, tanto sono credibili, per dei giapponesi. - commentò Dyuck.
–    Ma, dimmi, Ryuzaki, indagate soltanto in quattro? - domandò, con noncuranza, Light. - Lo chiedo tanto per fare un po' di conversazione, non perché m'interessi per qualche ragione segreta che potrebbe interessarti. -
–    No, c'è anche qualche collaboratore esterno. - rispose L, andando a prendere i documenti riguardanti il caso Kira. - In particolare, ce n'è uno con cui sono in contatto solo io, e che comunicherà con noi soltanto attraverso un computer sul cui schermo comparirà una L uguale a quella usata da me. In questo modo, se, per un malaugurato caso, tutti i membri di questo quartier generale tranne uno dovessero impaperarsi, quell'unica persona salva sarebbe senza dubbio Kira, e questo individuo misterioso di cui nessuno (a parte me, ricordatelo) conosce il nome, né il volto, potrà arrestarlo. -
Light rifletté su quell'ultima affermazione per qualche minuto, poi domandò:
–    Cosa stai dicendo? Stai per caso cercando di farmi capire qualcosa? -
–    Non ho progetti così ambiziosi. - commentò L.
–    Cosa?! - esclamò Light, adirato.
–    Ho detto che non cerco di farti capire niente. - si corresse Ryuzaki.- E ora, lasciamo perdere queste formalità. Inizia a consultare questi documenti, e poi guarda il primo video spedito da Kira alla Mediaset. -

Ora che Light consulta la documentazione, credo sia il momento di approfondire le vostre conoscenze sugli artropodi. Sono animali invertebrati protostomi celomati riuniti nel phylum Arthropoda. Alcune caratteristiche che distinguono gli artropodi sono una cuticola sclerificata che costituisce un esoscheletro poco denso ed elastico, e sufficientemente rigido da proteggere e sorreggere il corpo. L'esoscheletro non contiene cellule: non è quindi in grado di crescere con l'animale e pertanto l'accrescimento avviene per mute. L'esoscheletro non è continuo bensì costituito da placche (scleriti) unite da tratti di cuticola non sclerificata (pleure) che costituiscono le articolazioni (per consentire i movimenti che sarebbero impediti da un esoscheletro rigido continuo). Poi abbiamo delle appendici articolate, da cui il nome del phylum. Le appendici non sempre contengono muscoli, ma sono spesso mosse da dei tendini collegati a muscoli che si trovano nel tronco. Il tipo più primitivo di appendici sono le zampe, che nelle forme più primitive sono presenti in tutti i segmenti. Con la differenziazione, le zampe tendono a rimanere solo nei segmenti toracici. Le appendici delle altre zone del corpo spariscono o si trasformano per assolvere ad altre funzioni.
Durante il tempo occorso per questa piccola, ma necessaria digressione, Light aveva finito di leggere la documentazione, e si accingeva a guardare il video del secondo Kira.
–    Volevo solo far notare che gli artropodi non sono più un phylum solo. - intervenne Matsuda, timidamente, e tutti si voltarono verso di lui con aria sorpresa. - Ehm... ormai sono tre: crostacei, chelicherati e unirami. -
Light ed L si guardarono per qualche minuto, poi alzarono entrambi le spalle, perplessi, poi il primo tornò a guardare il video di Kira.
“Se mi mostrassi disgustato dalla pessima fattura del video, dedurrebbero che io sono Kira?” andava pensando, cercando di ignorare i quattro membri del quartier generale che lo fissavano con insistenza. “Mmh... mi prude la testa... se mi grattassi dedurrebbero che sono Kira? No, è impossibile che capiscano qualcosa da una mia reazione. E se invece fosse proprio quello che L si aspetta? Potrebbe pensare che io, se fossi Kira, non direi nulla di compromettente per paura di destare i loro sospetti, e, non parlando, confermerei la sua teoria! O forse lui ha già previsto questo mio pensiero? Sono in trappola!” Light aveva iniziato a delirare. “Quel maledetto Ryuga ha già previsto tutto! Sono fregato, ora verrò scoperto! È la fine!”
–    Light... - esordì L, sfiorando una spalla di Light, che saltò sulla poltrona gridando:
–    NON SONO STATO IO! -
–    A fare cosa, Light? - gli domandò Ryuzaki.
–    “Lo sapevo, ha previsto tutto, anche questa mia reazione. Ma mi salverò grazie alla mia abilità dialettica.”
–    Cosa? - fece Light.
–    Cosa cosa? - rispose L, perplesso.
–    Dove? - aggiunse Light.
–    Come dove? - chiese Ryuzaki, spazientito. - Cosa farnetichi? -
–    Io?! - esclamò Light, indignato. - Sei tu che non ti spieghi! Cosa vuoi sapere da me? -
–    Voglio sapere cosa ti viene in mente guardando questo video! - rispose L, stizzito.
–    Beh... a me vengono in mente conigli in verdi prati. - disse Light, leggermente imbarazzato.
–    Questo è quel che deduci da quel che hai visto? - chiese L, disperato.
–    Ma certo che no! - rispose Light, colpendo L sulla spalla con l'usuale allegria. - Si tratta solo di quel che mi è venuto in mente nel vedere il video. Secondo me c'è un altro Kira, diverso da quello che conosciamo. Il vero Kira non avrebbe usato quel genere di indiziati per preannunciarne le trasformazioni in paperelle di gomma in diretta. -
–    Lo stesso ragionamento che ha fatto Ryuzaki! - esclamò, stupito, Aizawa, che ogni tanto si sentiva in dovere di parlare per ricordare ai lettori, ai quali non importa proprio nulla, che lui è presente.
–    Inoltre, Kira ha bisogno di volto e nome per impaperare, quindi come avrebbe potuto trasformare in paperelle di gomma i poliziotti andati alla Mediaset? -
–    Bravo, Light, proprio la risposta che mi aspettavo. Tutto secondo i miei piani... - commentò L, unendo le punte delle dita e contemplando Light con aria malvagia. - Ovviamente, io avevo già capito che si trattava di un secondo Kira. -
–    Ah, e così? - fece Light, con la sua migliore aria offesa. - Cercavi di mettermi alla prova? -
–    Niente affatto. Volevo soltanto darti l'illusione che la tua opinione conti qualcosa, qui dentro, cosa che non è vera. Qui tutte le opinioni sono mie. - spiegò L, con molta naturalezza, per poi cominciare a passeggiare su e giù per la stanza con fare militaresco. - Dunque, i nemici da affrontare sono due. Per quel che ne sappiamo, il secondo Kira condivide le idee del primo, ma non è altrettanto furbo. Quindi, se ricevesse un messaggio dal vero Kira, probabilmente ubbidirebbe. -
–    Ma come facciamo a contattare Kira e chiedergli di mandare un messaggio per il secondo Kira? - domandò Matsuda, con estrema serietà. L andò a prendere il microfono che lo metteva in comunicazione con Watari, e ordinò:
–    Sguinzaglia i cani. -
In pochi secondi dei mastini fecero irruzione nella stanza, e si lanciarono all'inseguimento del povero Matsuda, che scappò a gambe levate, cercando scampo.
–    Beh, Ryuzaki, penso che questa sia un'ottima idea. - commentò Light, quando non riuscì più a udire le urla di Matsuda. - Anch'io avevo pensato una cosa simile. Anzi, ci ho pensato prima io! - aggiunse poi, facendogli una linguaccia.
–    Allora, Light, - disse L, sorridendo. - Vorrei che fossi tu a interpretare la parte di Kira. -
–    D'accordo. - rispose Light, tranquillamente. - Datemi un costume da cane. -
L inarcò un sopracciglio, poi spiegò:
–    Intendo: interpretare la parte del misterioso individuo che impapera criminali, personaggi televisivi inutili e persone comunissime che vivono nel Kanto. -
–    E perché dovrei farlo io, eh?! - sbraitò Light, afferrando L e sbattendolo contro il muro. - Ho una faccia da impaperatore, secondo te? -
–     Non ho detto questo, pur pensandolo! - si difese Ryuzaki, sfuggendo alla presa di Light. - Dopo tutto, perché non dovresti interpretare questa parte? Tu non sei Kira, ovviamente. - concluse, sorridendo.
Light abbassò lo sguardo, respirò profondamente un paio di volte, e, una volta ritrovata la pace interiore, affermò:
–    Ma certo, certo che lo farò. Va benissimo. Nessun problema. Perché dovrei avere problemi? Io non ho problemi. -

E, pochi minuti dopo, Light aveva scritto il messaggio da parte del “vero” Kira, che in realtà sarebbe falso, perché è della polizia, ma forse è da considerare vero, visto che l'ha scritto Light, che era Kira. Comunque, Light, una volta concluso il lavoro, passò il testo ad L.
–    Ecco qui, Ryuzaki. - disse l'impaperatore. - Ho cercato d'immedesimarmi in Kira. -
–    Mh, hai fatto un ottimo lavoro, Light, - commentò L, leggendo. - Ma “situazione” si scrive con una sola Z, e si dice “magnanimo”, non “mannianime”e credo che tu volessi usare il verbo “considerare”, non “corroborare” . E poi, se non togliamo la frase “Impapera pure L”, io verrò trasformato in una paperella di gomma. -
–    Ah, guarda, non sono stato io a voler scrivere questo testo! - esclamò Light, offeso. - Correggi pure come credi, visto che tu sei tanto bravo. -
–    Grazie, credo che lo farò. - rispose Ryuzaki. - Voglio dire, sei tanto intelligente, e fai tutti questi errori nello scrivere? Dovrò correggere tutto... -

Ebbene, dopo le dovute correzioni, il messaggio del vero Kira che in realtà è più falso del falso Kira venne inviato.
–    È avvenuta una cosa incredibile! - dichiarò un Giornalista Qualunque (GQ), durante il telegiornale. - È arrivato in redazione un video di un altro Kira, che afferma di essere quello vero. Quale dei due sarà il vero, tra i due? Giudicate voi, guardando il video inviatoci, e ricordate di votare il sondaggio “Chi è il vero Kira?” sul nostro sito Internet. -
E, in quel momento, sullo schermo apparve una fichissima scritta “Kira”, e pochi istanti dopo, si sentì una voce contraffatta:
–    Io sono il vero Kira. Vista l'attuale situazione, non mi resta che dimostrarmi magnanimo verso quest'individuo, considerando il suo gesto come un tentativo di aiutarmi. Tuttavia, trasformare in paperelle persone che non stanno a me personalmente antipatiche è contro i miei principi. Se questo secondo Kira intende collaborare con me, non prenda simili iniziative. Se compirà altre azioni avventate, sarò costretto a giubilare ciò che fa.”
Misa, ovvero il secondo Kira presentato qualche pagina fa, aveva guardato il video con vivo interesse. E con “guardare” intendo solo “guardare”, infatti, presa com'era dalla bellissima scritta “Kira”, non aveva ascoltato una parola di quel che era stato detto. Aveva capito una sola cosa, molto importante, grazie alla quale notiamo la sua immensa sagacia:
–    Kira ha risposto al mio messaggio! - e così esclamando corse a prendere la telecamera. - Registrerò subito un altro video di risposta. -
–    Io mi domando cosa intendesse dicendo che sarà costretto a giubilare ciò che fai. - commentò Rem, che, come Dyuck, dimostrava un'intelligenza decisamente superiore a quella dell'umano seguito.

–    Ryuzaki, non dicevi che avresti corretto tutti gli errori? - domandò Light, ridacchiando come un matto, gli occhi e i cappelli rossi come sempre.
–    Ma è quel che ho fatto, Light. - rispose L, tranquillamente. - Non c'è nemmeno un errore. -
–    Come lo spieghi quel “giubilare” al posto del mio “giustiziare”? Non c'entra niente! - osservò Light, sempre molto allegro.
–    Ah, certo, “sarò costretto a giustiziare ciò che fa” ha senso, secondo il signorino! - esclamò L, irato. - Se permetti, sta molto meglio il verbo “giubilare”, in quel contesto! -
–    Magari stava meglio il verbo “giudicare”? - intervenne Matsuda.
–    TACI, MATSUDA! - urlarono insieme L e Light, e il poveretto andò a sedersi su una poltrona in un angolo della stanza, in silenzio.
I due avrebbero certamente continuato l'interessante dibattito su quale tra i due verbi sbagliati sarebbe stato meglio utilizzare in quel video, se Watari, attraverso il computer, non li avesse interrotti.
–    È arrivata la risposta del secondo Kira. - annunciò. - Vi invio subito il video. -
E, infatti, pochi secondi dopo la L sul computer fu sostituita dalla glitterosa scritta “Kira”.
–    Grazie della risposta, Kira. - disse la ben nota voce contraffatta del secondo Kira. - Farò come mi hai chiesto. -
–    Ha funzionato! - Che tonto! - commentarono Aizawa e Matsuda.
–    “Bene, almeno non farà azioni avventate. Tutto secondo i piani.” pensò Light. “Certo, se mi capisse veramente, impapererebbe lo stesso L. Ma mica sono tutti intelligenti come me.”
–    Per fortuna! - esclamò Dyuck, che andava sempre origliando i pensieri di Light.
–    Vorrei incontrarti. - continuò il secondo Kira. - Non credo tu abbia il portachiavi fichissimo con gli occhi di uno Shinanatra, né gli occhiali che permettono di conoscere il nome di una persona soltanto guardandola in volto, ma sta' tranquillo, non ti impapererò. -
–    “Cosa?! È completamente impazzito! Parla di quel bellissimo portachiavi in un video che farà il giro del mondo? Lo vorranno tutti, poi!” pensò Light, sudando. “Accidenti, non voglio imparare che non devo dire “Tutto va secondo i piani”. Ogni volta che lo faccio succede qualcosa di inaspettato e terribile!”
–    Fammi sapere come possiamo incontrarci. - proseguì la voce contraffatta. - Accerteremo le nostre identità mostrandoci a vicenda le nostre Shinanatre. -
A quelle parole, sia Light che L, per motivi diversi, crollarono a terra.
–    Light! Light, stai bene? - domandò Soichiro, mentre Aizawa e Matsuda cercavano di rianimarlo, senza preoccuparsi di L, intrappolato sotto la poltrona e intento a maledire gli astri a lui contrari.
–    Shinanatre? - mormorò L, mentre cercava di liberarsi, invano. - Vuol farci credere che le Shinanatre esistono? -
–    NO! - urlò Light, riprendendosi improvvisamente. - Certo che no! Dev’essere un linguaggio in codice, che solo lui e il primo Kira possono capire! È così! A forza! Non puoi credere alle Shinanatre! - sbraitò, sollevando Ryuzaki da terra e scuotendolo con forza.
–    Ma io non lo credo, infatti! - esclamò L, liberandosi di Light.
–    Oh. - fece Light, sorpreso, per poi ridacchiare nervosamente. - Ma certo... che sciocco! È talmente ovvio che le Shinanatre non esistono! -
–    Ebbene, - disse L, risedendosi sulla sedia, messa nuovamente in piedi. - come faceva intelligentemente notare il nostro Light, le Shinanatre di certo non esistono davvero, come gli asini volanti. -
–    Che ci fa quell'asino a mezz'aria? - chiese Matsuda, indicando un asino che svolazzava allegramente proprio fuori dall'albergo.
–    Matsuda, la smetta di parlare, tanto io non l'ascolterò mai. - lo zittì L.
–    Io credo - intervenne Light. - che la parola “Shinanatra” indichi i loro poteri, e che il secondo Kira, parlando di mostrarsi a vicenda le Shinanatre, intendesse accertarsi delle rispettive identità sfoggiando i loro poteri. -
–    Ci avevo pensato anche io. - affermò L, guardando Light con disappunto. - Ma, siccome hai proposto tu l'idea, mi trovo costretto a dire qualcos'altro. Perciò, io dico che secondo me si tratta di una parola in codice che solo loro due possono comprendere. -
–    Ma è praticamente la stessa cosa che ho detto io! - protestò Light.
–    Lallarallalà! Non ti sento! - cantilenò L, tappandosi le orecchie.
Light lo guardò con odio, poi, quando L finì di canticchiare e di tapparsi le orecchie, gli chiese:
–    Allora cosa avresti intenzione di fare, genietto? Vuoi inviare un altro messaggio al secondo Kira? -
–    No, se la sbrigheranno da soli, ora. - affermò L, tranquillamente. - Sicuramente anche il vero Kira sta seguendo con interesse questo scambio di risposte tra il secondo Kira e quello impersonato da noi. Forse, la prossima volta, sarà lui stesso a rispondere, e noi potremmo ricavare qualche indizio interessante sul suo conto. Inoltre, - e qui Ryuzaki sorrise con aria (secondo lui) furba. - se Kira non rispondesse per niente, e nemmeno noi rispondessimo, probabilmente il secondo Kira cercherebbe di spingere l'altro a fare qualcosa rivelando altri dettagli che Kira preferirebbe tenere segreti, come questa storia del portachiavi fichissimo. -
Light iniziò di nuovo a sudare copiosamente, preoccupato all'idea che il secondo Kira rivelasse qualcosa in un nuovo video, e iniziando a studiare un piano per fermarlo.
–    Per ora, ci limiteremo a vedere cosa possiamo ricavare dai video inviati dal secondo Kira. - concluse L. Poi, dopo aver riflettuto qualche secondo, esclamò, con fare teatrale e indicando un punto imprecisato dietro gli altri membri del quartier generale: - Andate, miei fedeli soldati! -

Intanto, Misa, nel suo ameno, grazioso e sobrio appartamento tutto in rosa e fucsia, si faceva raccontare da Rem come i due Duck Note fossero finiti sulla Terra. La Shinanatra, con una pazienza e una calma che Dyuck decisamente non aveva, aveva spiegato alla povera ragazza com'era andata la questione per cinque volte. Solo in quel giorno, s'intende.  Finalmente, alla quinta spiegazione, Misa sembrò aver capito, anche se non sembrava particolarmente convinta.
–    E così, se uno Shinanatra vuole dare il suo quaderno a un umano, deve averne due, perché non può restare senza. - ripeté la ragazza, mentre Rem, con fare da professoressa, l'ascoltava con attenzione, controllando eventuali errori nel discorso. - Perciò, questo Dyuck ha ingannato il Gran Re delle Shinanatre per ottenerne un altro. Tu hai fatto lo stesso, Rem? -
–    No, - rispose la Shinanatra. - non è così semplice ingannare il Gran Re, nonostante sia vecchio e arteriosclerotico. Devi sapere che io sono una delle poche a sapere come si uccide uno Shinanatra. -
–    Ooooooh... - fece Misa, ammirata. Dopo qualche secondo, domandò: - Per caso si fa bruciandole o mettendole nel forno a microonde? -
–    No, cara Misa, - rispose Rem, pazientemente. - ora tutto ti apparirà chiaro. Devi sapere che nella Vasca... -
La Shinanatra s'interruppe, si guardò intorno con aria perplessa, aspettò qualche secondo, poi ripeté, più forte:
–    Ho detto: devi sapere che! - e attese di nuovo. Poi, stizzita, esclamò: - Insomma! Dove diavolo è il mio flashback?! -
E, a quell'esclamazione così autoritaria, la scena si dissolse, e venne sostituita dall'immagine del mondo delle Shinanatre. Rem e una papera di gomma dall'aria vecchia e rotta stavano davanti allo scarico a scrutare il mondo degli umani.
“Come stavo narrando,” riprese Rem, che adesso ha preso il ruolo di narratore di secondo grado. “nella Vasca da Bagno delle Shinanatre, c'era uno Shinanatra di nome Jealous che se ne stava tutto il giorno a guardare una giovane donna. Da noi ci si annoia molto, sì. Io, che sono buona e giusta, non lo prendevo in giro per questo fatto, ma lo osservavo in silenzio, perché volevo di lasciargli fare le sue scelte, pur sapendo che erano completamente sbagliate e avendo anche molto da dire al riguardo. Il giorno dell'impaperamento di quella ragazza, gli rivolsi la parola:
–    L'impaperamento di quella ragazza è fissato per oggi, giusto? -
–    Sì. - mi rispose, malinconicamente, Jealous. - Ma come è possibile? Come può diventare una paperella di gomma in modo naturale? -
–    Questo in effetti è un bel quesito... - esordii io, ma m'interruppi, visto che lo spettacolo si faceva interessante.
La ragazza, di cui non faccio il nome perché così nessuno potrà mai immaginare di chi si tratti, era in un autogrill. Il piatto che aveva preso, però, era freddo, perciò era andata verso il forno a microonde per riscaldarlo. Aveva inserito il piatto dentro il forno, e stava per farlo partire, quando arrivò un tipo, tenendo in mano del latte in polvere.
Quel tipo dichiarò alla ragazza il suo amore, armeggiando il latte in polvere, ma lei, ovviamente, lo respinse, trattandosi di uno sconosciuto obeso, puzzolente, la bava alla bocca e trent'anni più di lei.
–    Allora ci trasformeremo in papere di gomma insieme! - gridò il maniaco, armeggiando col latte in polvere e il forno a microonde.
A quel punto, Jealous fece una cosa che uno Shinanatra di solito non può fare. Usò il Duck Note. Come ti ho già detto, nel nostro mondo non esistono le penne, per ciò non usiamo il quaderno, ma lui ne aveva ordinata una su Internet, e scrisse il nome del vecchio ciccione bavoso sul quaderno. Ovviamente, visto che ben pochi nel nostro mondo avevano mai utilizzato il quaderno, né lui né io sapevamo che impaperare una persona al fine di allungare la vita di qualcun'altra causa la morte istantanea, perciò non lo fermai, ma mi limitai ad esclamare:
–    Ehi! Che bella penna! -
Il povero Jealous non fece in tempo a ringraziarmi, perché subito si sciolse, e di lui non rimase che un po' di gomma fusa, che finì presto nello scarico.”
–    E ora sai come mai quel giorno ci fu quella curiosa pioggia giallo canarino. - concluse Rem, mentre il flashback svaniva.
–    Oh. - fece Misa, fingendo di aver compreso. - Quindi... quando quel vecchio pervertito s'è trasformato inspiegabilmente in una paperella di gomma, fu grazie a quel Jealous... -
–    Sì. Straordinario che tu abbia capito alla prima spiegazione. - notò Rem, piacevolmente sorpresa. - Quindi, io ho preso il Duck Note di Jealous e l'ho dato a te, pensando che fosse la cosa giusta da fare. -
–    Capisco. - mentì Misa. - Ma... adesso mi spieghi come si uccide uno Shinanatra? -
Rem, con estrema dolcezza, riprese a raccontare tutto quanto, con un altro flashback e tutto il resto. Dopo aver chiarito alcuni dettagli che le erano poco chiari, Misa si sdraiò sul letto, esausta per l'eccessivo sforzo mentale, e ripeté:
–    Quindi per uccidere uno Shinanatra bisogna farlo innamorare di un essere umano, e poi costringerlo a impedire l'impaperamento di questi? Troppo complicato per me. -
–    Non avevo dubbi. - commentò Rem. Il perfido senso dell'umorismo è cosa comune, tra le Shinantre, come illustra il celebre professor Poggibonsi in uno dei suoi tanti manuali sulle Shinanatre.
–    Però ora ho imparato un'altra cosa da insegnare a Kira. - continuò Misa, senza essersi accorta della battuta di Rem. - In tv gli avevo chiesto di pensare a un modo per incontrarci, ma non arriva nessuna risposta... forse devo prendere di nuovo io l'iniziativa... -
–    Allora mi metto ad escogitare un piano per te. E stavolta facciamo tutto come dico io. - concluse Rem, che aveva avuto le poche idee sensate messe in atto da Misa.



Dodicesimo capitolo, dopo mesi. Chiedo umilmente perdono, ma questa parte mi ispira così poco che ho faticato parecchio a scrivere, e non sono nemmeno molto soddisfatto dl risultato. Comunque, spero di metterci di meno col prossimo capitolo.
Beh, al solito, ringrazio tutta la gente che ha recensito il precedente capitolo, sperando che non mi abbiate tutti abbandonato per via del mio ritardo spaventoso ^^
A presto, speriamo!

  
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