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Autore: Moony16    30/10/2015    1 recensioni
30 Ottobre 1981.
L'ultima notte per James e Lily.
L'ultima notte per stare insieme, per sperare in futuro migliore che purtroppo non arriverà mai.
L'ultima notte per amarsi ancora.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Durante l'infanzia di Harry
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Un venticello autunnale scuoteva le fronde degli alberi vicino la villetta buia. A illuminarla, c'erano solo due lanterne al suo ingresso, mostranti facce ghignanti e arancioni: zucche di Halloween pronte per il giorno dopo. Non che qualche bambino avrebbe potuto chiedere dolcetto o scherzetto lì, quell'anno, ma James e Lily le tenevano per il puro gusto di guardarle e ricordare con nostalgia quella festa ai tempi di Hogwarts, quando significava un banchetto prelibato, scherzi durante tutto il giorno e festini clandestini in sala comune di notte , di cui James e Sirius erano puntualmente gli artefici.

La casa era avvolta dal buio e i due dormivano profondamente, le gambe intrecciate e i visi finalmente rilassati dal sonno, dopo tanti, troppi problemi. Solo vent'anni e la morte che pendeva come un'ascia sulle loro teste.

Ma dormivano in quel momento, i respiri si confondevano tra loro, le preoccupazioni sparivano, il silenzio della notte li inghiottiva e faceva sembrare quella casa fuori dallo spazio e dal tempo, impalpabile, impossibile, persino inconcepibile per la mente umana. Li faceva sperare, quando la notte si svegliavano e tutto andava bene, che quella dimensione fuori dalla realtà li avrebbe davvero protetti.

James si mosse nel sonno e un ricciolo moro gli ricadde sugli occhi. La bocca aperta e l'espressione beata lo facevano sembrare quasi innocente. Quasi.

Lily era immobile, rannicchiata contro il petto di lui, i capelli rossi sparsi sul cuscino, la faccia di bambina piena di efelidi, un braccio del marito intorno la vita.

Sarebbero rimasti così tutta la notte, probabilmente era nei loro piani non svegliarsi fino al mattino, ma qualcosa ruppe il silenzio della notte. Qualcosa di decisamente seccante.

Harry piangeva, nella cameretta vicina, e senza quell'incantesimo che li nascondeva probabilmente lo avrebbe sentito tutto il vicinato. Aveva polmoni, il ragazzo, come avrebbero presto sperimentato Vernon e Petunia Dursley.

James mugolò nel sonno e Lily gemette. La donna aprì un occhio e guardò il marito che invece li teneva ostinatamente chiusi.
«tuo figlio piange» osservò con la voce impastata di sonno.

«Mi sembrava di aver capito che fosse tuo figlio, oggi» 
«E a me sembrava che fosse tuo figlio ieri, quando con quella scopa ha distrutto mezza casa» rispose lei di rimando. Si girò sull'altro fianco e aggiunse.
«E sta ancora piangendo» James sospirò.
«La prossima tocca a te, rossa. Non lo dimentico» disse alzandosi con passo strascicante e dirigendosi a piedi nudi verso la cameretta del bambino. Mise una felpa sopra le maniche corte del pigiama, un paio di pantofolone e si preparò ad affrontare il bimbetto di un anno che aveva deciso di non dormire quella notte.
«Non hai sonno stanotte, Harry?» chiese James al bambino, che quando lui era entrato aveva smesso di piangere e aveva invece preso a ridere. La caramella che gli aveva dato prima di dormire non doveva essere stata una buona idea, evidentemente.

Gli si avvicinò e, quando il piccoletto tese le mani verso di lui, lo prese in braccio. Si era fatto pesantuccio, ultimamente.

James lo guardò negli occhi verdi, uguali a quelli di Lily e un'onda d'amore lo investì, insieme alla paura di perderlo. Era una paura più forte che quella di morire, un terrore che gli rodeva l'anima e a volte lo teneva sveglio la notte, a fissarlo, sperando che quella non fosse l'ultima notte insieme alla sua famiglia. I giorni pieni di speranza, si alternavano a quelli in cui non riusciva a guardare Lily negli occhi, per non doverle mostrare tutta la paura che provava.

Non aveva idea che quella era effettivamente l'ultima notte con loro. La mezzanotte era scoccata, ormai era Halloween. Era il 31 Ottobre del 1981.

E James non aveva idea che quella era la data che sarebbe stata incisa sulla lapide sua e della donna che amava. La stessa donna che in quel momento era viva e respirava e dormiva nella stanza accanto. Quella era una delle sue giornate buone, quelle in cui credeva che prima o poi tutto sarebbe cambiato, che avrebbe rivisto la luce e la pace, che avrebbe girato per il quartiere con suo figlio chiedendo dolcetto o scherzetto.

In braccio al padre, il bambino continuava a ridere, tirandogli piano i capelli. James passeggiava con lui avanti e indietro per la stanza, con il sonno che gli faceva strascicare i piedi. E poi, l'illuminazione. Una storia. Di solito funzionavano, con Lily. Lui invece finiva sempre per farlo ridere. Ma avrebbe potuto provare ad essere serio, per una volta.

«C'era una volta »cominciò, indeciso su come cominciare il suo racconto.
«C'era una volta, una bellissima principessa dai capelli rossi come il fuoco e gli occhi verdi come l'erba dei prati. Era buona e intelligente, ma stava sempre con un corvo parlante, di nome mocciosus. E poi c'era un cavaliere, coraggioso, leale e audace proprio come un leone. A cavallo di un destriero forte e possente, con il mantello castano scintillante» James sorrise, pensando alla sua scopa da corsa.
«E il cavaliere aveva tre amici fantastici, che lo aiutavano in ogni cosa. C'era un principe, Felpato, rinnegato dalla sua famiglia per la sua eccessiva bontà» di questo, forse si sarebbe potuto discutere. Certo Sirius non era un santo, ma come avrebbe potuto descriverlo altrimenti?
«C'era un saggio e colto dottore, che però aveva un piccolo problema peloso. Gli amici lcercavano di aiutarlo con questo problema, avevano sempre provato ad essergli vicini. Ma forse al dottore questo non bastava - disse James, ripensando a Remus. Sia lui che Sirius avevano avuto il sospetto che fosse lui la talpa. Per quanto gli costasse ammetterlo, era palese che tra loro ci fosse un traditore e quello che avrebbe avuto più motivazioni per passare al lato oscuro era proprio Remus. Voldemort prometteva libertà ai lupi mannari, mentre nel loro mondo a stento Remus era riuscito ad entrare a scuola.
«E poi c'era il giullare, che aiutava tutti con una parola di conforto o con una risata, quando ce n'era di bisogno, che però non era altrettanto forte  come gli altri. I tre lo trattavano come un fratello minore da proteggere. Si chiamava codaliscia» James ripensò a Peter. Non avrebbe saputo come altro descriverlo, ma davvero era convinto della sua bontà. Avrebbe dato la sua vita anche per lui. Ed era convinto che lui avrebbe fatto lo stesso, tanto che gli aveva affidato la vita.

Harry aveva smesso di ridere e adesso lo osservava, come colpito dalle parole stranamente serie del padre.

«E c'era anche un drago, un drago enorme e potentissimo che voleva uccidere tutte le belle principesse, solo perché non erano draghi come lui. Il cavaliere, Ramoso si chiamava, subito insieme a molti altri si unì allo stregone buono, per cercare di uccidere il drago. Ma mentre tutti studiavano per  diventare abbastanza forti, il drago diventava sempre più potente e cercava servitori. La cornacchia, che stava con la principessa, presto ne fu irretita, ma lei, troppo buona, neanche se ne accorse, almeno non subito. Fu il cavaliere a farle capire la realtà e lei lo odiò per questo, all'inizio - James pensò all'episodio del suo quinto anno, quando Lily aveva smesso definitivamente di parlare con Piton. Era convinto tutt'oggi di aver fatto la cosa giusta ma nel modo sbagliato.
«Il cavaliere però, nella sua armatura scintillante, credeva di essere un re. E questo una principessa non può tollerarlo. Fu così che il cavaliere rinunciò a una parte del suo orgoglio, basato su niente, per avere la principessa tanto amata, e finalmente ammise che non era un re, ma solo un cavaliere»
«Allora i due si sposarono, ma non ebbero subito il loro lieto fine. Infatti il drago, saputo che il loro figlio sarebbe stato la sua distruzione, decise che avrebbe dovuto ucciderlo, a tutti i costi. La principessa e il cavaliere furono costretti a nascondersi dalla furia del drago per proteggere loro figlio. Ma poi lo stregone trovò il drago e, dopo una lunghissima battaglia, finalmente lo uccise. E il cavaliere e la principessa poterono vivere per sempre felici e contenti insieme a loro figlio, ed ebbero altri bambini, e morirono soddisfatti molto, molto vecchi, circondati dai loro nipoti, salutando la morte come un'altra avventura da affrontare.

Quando finì, Harry stava già dormendo. L'ultima parte non era per il bambino, ma per lui. Sospirò e ripose il figlio nella culla, coprendolo bene con le coperte. Una lacrima gli sfuggi dalle ciglia, che prontamente cacciò via. Non poteva piangere. Ce l'avrebbero fatta.  Guardò suo figlio un'ultima volta, mentre un'altra ondata d'amore lo investiva e gli ridava la forze per combattere.

Raggiunse la sua camera da letto e, con un balzo, fu addosso a sua moglie, che si svegliò di soprassalto.

«James!» lo rimproverò con voce acuta.
«Ho addormentato Harry. Ora voglio una ricompensa»disse, un sorrisetto malandrino stampato sul viso, mentre il suo corpo premeva su quello della rossa. Lei si girò.
«Sto dormendo. Torna domani» James non si mosse da un millimetro. Piuttosto, si avvicinò al suo collo, baciandole quel punto che lui sapeva fosse strategico.
«Sono due giorni che Harry mi rovina la festa. E domani è Halloween: non avrai tempo per me, streghetta» disse tra un bacio e l'altro. Lily mugolò, in un verso a metà tra la lamentela e il piacere.
«James, dai. Lasciami dormire»
«Puoi scordartelo, Evans» James non smetteva di baciarla, ma insieme alla voglia di girarsi e ricambiarlo, le sue parole avevano suscitato in leiun fastidio dovuto all'orgoglio. Non voleva dargliela vinta. La sua antica abitudine di contraddirlo in tutto veniva a galla nei momenti meno opportuni.
«Ho detto no, James» disse alzando un pizzico la voce. Lui si ritrasse all'istante e Lily si girò per guardarlo meglio. Aveva messo su una faccia da cane bastonato che avrebbe fatto pena a chiunque.
«Ok … allora vado … vado a mangiare qualcosa in cucina. Buonanotte» aveva gli occhi nocciola bassi e i capelli ricci gli ricadevano sul viso. La maglietta bianca slabbrata che usava come pigiama gli cadeva larga addosso, così come la tuta grigia. Ma lei lo trovava dannatamente sexy lo stesso. Lui si girò e lo sguardo di lei fu catturato dal suo lato b. Lily si morse il labbro indecisa.
«James?» lui si fermò ad un passo dall'uscio.
«Si?»
«Torni a letto con me?» chiese lei simulando un'aria innocente. Lui si girò, un sorriso sornione in viso.
«Hai chiarito che vuoi dormire, mentre io voglio mangiare. Dammi un motivo» lei alzò gli occhi al cielo.
«Lo sai. Hai fatto quella faccia. Di nuovo» con "quellla faccia" Lily intendeva quella da cane bastonato. Quella a cui non avrebbe mai saputo dire no, nonostante l'orgolio smisurato. E poi, cercava solo una scusa per poter arrendersi dignitosamente, e questo lui lo sapeva.
«Che ha che non va, la mia faccia?» chiese lui sempre sorridendo.
«Niente. Non ha niente che non va. È questo il punto» disse lei con voce improvvisamente dolce. Fu allora che lui, sempre sorridendo, tornò a letto.

Non avevano idea che quella fosse la loro ultima notte d'amore. Credevano di essere al sicuro, si fidavano di quell'amico, pensavano di avere ancora del tempo a disposizione. E si amavano per l'ultima volta come se fosse la prima, si ripetevano che si amavano, si chiamavano, si cercavano in un contatto che non riusciva a saziarli del tutto. Non ne avevano mai abbastanza l'uno dell'altro. E chissà, se sarebbe nata un'altra vita da quell'unione. Chissà come sarebbe stata la loro vita.

Si amavano su quel letto, incuranti del resto del mondo. Inconsapevoli di avere meno di ventiquattro ore di vita a disposizione.

Non immaginavano neanche quello che avrebbe dovuto passare quel loro figlio tanto amato, il frutto della loro unione, il bambino per cui avrebbero dato qualsiasi cosa. Non sapevano che sarebbe stato trattato per dieci lunghi anni alla stregua di un servo, estraneo nella stessa casa in cui viveva, disprezzato da tutti e senza un briciolo di amore. Lui, che portava addosso i segni di un amore così forte da fermare anche il mago più potente di sempre. E probabilmente non avrebbero mai voluto conoscere i pericoli che avrebbe dovuto passare e i dolori che avrebbe dovuto subire. Non avrebbero voluto sapere che avrebbe camminato volontariamente verso quella che credeva essere la sua morte.

Loro semplicemente si amavano, su quel letto.

In onore di James e Lily, che per quanto siano nominati pochissimo nei libri e ancora meno nei film, sono una delle mie coppie preferite. Spero che la ff vi sia piaciuta!
Un bacio
Moony16
Ps: felice Halloween!

  
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