Serie TV > The Walking Dead
Ricorda la storia  |      
Autore: Blakie    31/10/2015    7 recensioni
«Mi fai provare?».
«Tua sorella mi ammazza, scordatelo!».
«Mia sorella non è qui. Ho quasi vent'anni, dovrò provare prima o poi!».
«E perché devo essere proprio io a fartelo fare?! La tua prima ubriacatura, la tua prima sigaretta... Non credevo di avere un'influenza così pessima su di te».
[Daryl x Beth]
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beth Greene, Daryl Dixon
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Cigarettes
 

Non si erano ancora rivisti da quando Daryl, poche ore prima, era tornato da una delle sue missioni con Aaron.
Quando le perlustrazioni erano brevi e coprivano poche miglia, come quella volta, Beth era solita andare ad attenderli – intorno all'ora approssimativa in cui i due reclutatori contavano di tornare – davanti ai cancelli di Alexandria. Rimaneva lì, a chiacchierare con Eric e con chi copriva la guardia finché, sollevata, non udiva il rombo in avvicinamento della moto di Daryl e, più indietro, il rumore che segnalava il furgone di Aaron.
Quel giorno, a differenza di tutte le altre volte, Beth non li aveva aspettati alle mura, perché era stata impegnata coi bambini a scuola, dalla mattina al tardo pomeriggio.
Mentre era ancora lì con loro, guardava fuori dalla finestra, spesso senza accorgersene.
A Samantha1 non sfuggì lo sguardo assente della ragazza.
«Stanno bene. Sta bene».
Beth si riscosse e si voltò verso la giovane donna, che le stava sorridendo. «Uh?».
«Daryl e Aaron».
Lei sorrise a sua volta, prestando attenzione alla piccola Claire mentre le mostrava, orgogliosa, il disegno che aveva appena finito.
«Lo so, sono bravi a cavarsela», ne convenne, accarezzando la testolina mora della bambina. E ne era certa, davvero.
Ma quale modo migliore di tranquillizzarsi del tutto, se non quello di vedere coi propri occhi che i due reclutatori – in particolare uno – erano vivi e vegeti?
«Daryl starà sicuramente controllando la moto nel suo garage, ed Aaron si starà facendo stritolare da Eric. Normale amministrazione!».
A Beth sfuggì una risata leggera. «Puoi scommetterci».
Eppure Samantha, quella volta, si sbagliò: Daryl non si stava imbrattando le mani di grasso e olio, ma stava aspettando Beth, appena fuori scuola.
La giovane, infatti, se lo ritrovò davanti non appena uscì da quella porta, finito il turno.
Per pochi secondi, rimase a fissarlo, immobile e con i grandi occhi verdi allacciati a quelli imperturbabili dell'arciere.
Daryl ricambiò lo sguardo con aria interrogativa: ormai era abituato ad essere l'oggetto dell'entusiasmo che esprimeva Beth tutte le volte che lui ed Aaron tornavano dalle spedizioni. Per questo il silenzio della ragazza lo lasciò sorpreso e, a dirla tutta, contrariato. Non lo avrebbe ammesso a voce alta nemmeno sotto tortura, ma tutte le attenzioni che riceveva da lei gli facevano piacere. Le cose tra loro procedevano a rilento: abbracci un po' più stretti, sguardi un po' più lunghi, qualche carezza appena accennata, ogni tanto. Non era molto, ma era stata un'evoluzione naturale del legame che avevano iniziato a costruire da quando si erano ritrovati.
E anche se all'inizio Daryl aveva provato a mantenere le distanze, dopo qualche tempo era stato costretto ad arrendersi. La spontaneità e la gentilezza di Beth – che non si preoccupava minimamente di nascondere i sentimenti che provava per l'arciere – erano difficili da ignorare; i suoi gesti affettuosi, seppur delicati, lasciavano invece segni profondi in ogni parte del suo essere.
Era stata dura ammettere con se stesso che quello che lo univa a Beth era qualcosa che andava oltre ad amicizia, cameratismo o un semplice rapporto fratello/sorella.
Beth non lasciò che la sorpresa la immobilizzasse a lungo; accorciò la distanza che c'era tra di loro, circondandogli la vita con le braccia esili e sprofondando col volto nel suo petto.
«Sei tornato», sospirò, con la voce intrisa di sollievo.
Daryl, che ormai non si irrigidiva più quando la ragazza lo coinvolgeva in uno dei suoi abbracci, le circondò le spalle con un braccio.
«Come sempre», rispose, stringendola appena. Beth non poté far altro che sorridere.
Il cielo rossastro sopra le loro teste stava esplodendo in un tramonto intenso e dai colori caldi, ma il freddo iniziava a farsi sentire. Entrambi non ci fecero caso, perché il calore di quell'abbraccio rimase addosso anche dopo essersi separati.
Come se si fossero già messi d'accordo, iniziarono a camminare fianco a fianco, verso casa di Beth.
Daryl tirò fuori dalla tasca un pacchetto di sigarette praticamente nuovo e se ne accese una. Beth lo guardò con cipiglio contrariato.
«Ne hai trovato un altro».
«Mmmh-mmmh».
«Sarebbe ora che smettessi di portarteli a casa, quando li trovi in giro».
In tutta risposta, Daryl inspirò con gusto e, poco dopo, liberò una nuvola di fumo. «Sarebbe ora che smettessi di farmi la predica».
Beth gli regalò una gomitata affettuosa alle costole. «Ehi! Mi preoccupo per la tua salute!», si giustificò, sorridendo. Lui sbuffò, stiracchiando a sua volta un sorriso.
Il resto della passeggiata proseguì tranquilla, in un silenzio complice che non era altro che la dimostrazione della confidenza che i due, con tanta fatica, stavano riuscendo a costruire.
Non avevano mai avuto bisogno di tante parole: bastava la reciproca vicinanza a fare felice il cuore di Beth e rasserenare quello di Daryl.
Poco dopo, si ritrovarono seduti fianco a fianco come due gatti, sulla porzione di tetto raggiungibile dalla camera della finestra di Beth; si stavano godendo gli ultimi rimasugli di crepuscolo, in prima fila per quello spettacolo della natura.
Per i due, era diventata un'abitudine salire lì sopra, una cosa soltanto loro: si trattava di condividere dei piccoli momenti di serenità, in un posto nascosto e lontano da tutto il resto. Il tetto di quella parte di abitazione era piuttosto regolare e piano, e a Beth e Daryl piaceva nascondersi in quei pochi metri quadrati per parlare in tutta tranquillità. O, a usare il linguaggio sempre posato di Dixon, per “farci i cazzi nostri senza ficcanaso attorno”.
Infatti, la loro sintonia non era sfuggita agli abitanti di Alexandria; a Beth non importava niente di quello che avrebbero pensato gli altri membri della comunità vedendoli insieme, ma era felice di aver trovato un posto soltanto loro. La faceva sentire parte di qualcosa di bello.
Il buio iniziava a calare e, quando Daryl accese un'altra sigaretta, la fiamma prodotta dallo zippo argentato illuminò vistosamente i suoi tratti; l'odore di fumo si diffuse presto e Beth fece una smorfia.
«Ma ti piace davvero il sapore delle sigarette?».
«Mi ci sono abituato».
«Santo cielo, non so se mi fa più schifo questo o l'odore che c'era in casa quando mio padre fumava il sigaro».
«Anche mio padre fumava il sigaro, ogni tanto... Che merda!».
«Vero? Una volta Maggie mi aveva costretta a provarlo. Non credo di essere più riuscita a fare una faccia tanto schifata, ha riso per ore».
Con la coda dell'occhio, Daryl notò che anche Beth stava trattenendo un sorriso in quello stesso istante. Venne da sorridere anche a lui, ma rimase in silenzio.
Silenzio che Beth spezzò poco dopo.
«Mi fai provare?».
La domanda era uscita piano dalle sue labbra: lei non poté credere di averlo detto, e lui non poté credere di avere davvero ricevuto quella richiesta.
In un gesto istintivo, Daryl si tolse la sigaretta dalle labbra e la allontanò con un movimento del braccio. «Tua sorella mi ammazza, scordatelo!».
«Mia sorella non è qui», gli rammentò Beth, alzando gli occhi al cielo. «Ho quasi vent'anni, dovrò provare prima o poi!».
«E perché devo essere proprio io a fartelo fare?! La tua prima ubriacatura, la tua prima sigaretta... Non credevo di avere un'influenza così pessima su di te».
Beth scoppiò a ridere per dissimulare l'imbarazzo provocato da certi pensieri che avevano fatto capolino nel suo cervello, riguardo quante altre prime volte avrebbe potuto viver assieme a Daryl: il primo amore, la prima volta... la ragazza si sentì avvampare. Il tono della sua risata era fin troppo alto.
«Non credevo fossi così bacchettone».
Daryl, in tutta risposta, grugnì. «Senti, io ci ho provato. Fai come ti pare. Vediamo se riesci a fare una faccia ancora più schifata».
A quel punto estrasse il pacchetto e lo zippo dal taschino della camicia, con una mano sola, mentre la sigaretta ancora accesa andava consumandosi tra le sue dita.
Beth, leggermente agitata, afferrò quello che l'arciere le stava porgendo, non del tutto convinta.
Estrasse una sigaretta e se la portò alle labbra, incuriosita dalla novità di quel gesto, dal sapore, dalla forma che le sue labbra sottili avevano intrappolato.
Daryl la guardava, piuttosto divertito. «Prego, devi solo accenderla».
Beth restituì il pacchetto a Daryl e portò l'accendino di fronte a sé, vicino al filtro: provò a far scattare la fiamma, una, due volte. Non ci riuscì.
L'arciere accorse in suo aiuto, prendendo l'accendino in mano e provando a sua volta, ma nemmeno lui ci riuscì.
«'Fanculo, deve essere finita la benzina».
Beth non seppe se sentirsi più contrariata o sollevata.
«Forse riesco ad accendertela in un altro modo, ma devi collaborare», propose Daryl, volendo andare fino in fondo. Si avvicinò al suo volto, la sigaretta ormai consumata fino al filtro, ma ancora accesa. A quella vicinanza improvvisa, Beth non rimase indifferente: si perse a percorrere i tratti dell'uomo con lo sguardo.
«Quando appoggio la mia sigaretta alla tua, inspira. Dovrebbe accendersi».
Beth ormai non si ricordava nemmeno più di cosa Daryl stesse parlando, né perché avesse una sigaretta tra le labbra. Riusciva solo a far gravitare lo sguardo dagli occhi di Daryl alle sue labbra, invitanti; alla sua sigaretta ormai consumata, corta. Ciò che metteva più distanza tra le loro labbra era proprio la sigaretta che lei stessa avrebbe dovuto accendere.
Con un gesto lento, senza smettere di guardare l'uomo negli occhi, Beth si tolse il piccolo cilindro dalle labbra e la sistemò sul davanzale della finestra.
Daryl, che aveva notato quanto si fosse fatto improvvisamente intenso lo sguardo di Beth, non si mosse: quello che riuscì a leggere negli occhi della ragazza era chiaro. Non era di certo nato ieri. Il cuore, dannazione, aveva iniziato a rimbombargli con violenza nel petto, mentre qualcosa gli si agitò nello stomaco.
Avrebbe dovuto fermarla, impedirle di varcare un confine che aveva – più o meno – provato tracciare molto tempo prima, farle capire, e convincersi lui stesso, che tutto quello era fottutamente sbagliato. Lui era troppo grande e lei...
Beth interruppe il flusso incontrollato dei suoi pensieri, afferrando con le due dita sottili il filtro e allontanandolo dalle labbra di Daryl.
Prima di procurarsi una scottatura, Beth si liberò del filtro spegnendolo contro la superficie del tetto. L'arciere non fece in tempo a dire nulla, perché la sigaretta fu subito sostituita dalle labbra rosa e morbide della ragazza.
Beth non controllava più i battiti impazziti del suo cuore, ormai aveva preso il volo. Non ci poteva credere: l'aveva baciato. Aveva accorciato quella distanza minima e l'aveva baciato, non rendendosi minimamente conto di quello che stava facendo.
L'odore del tabacco era forte, ma non le faceva più così ribrezzo, ecco. A malapena lo avvertì, a differenza del brivido che le scosse la spina dorsale quando lui, senza preavviso, fece aderire le dita al suo collo, per avvicinarla e premere di più le labbra con le sue.
Daryl era fin troppo cauto e tutte le sue forze erano volte a concentrarsi e a imporsi di non approfondire quel bacio, in un tentativo disperato di evitare all'ultimo secondo quel maledetto punto di non ritorno. Alla ragazza non sfuggì la fatica con cui l'uomo stava cercando di trattenersi: nonostante il senso di insoddisfazione, sapeva che da quel momento in poi il loro rapporto poteva soltanto evolversi ulteriormente. Quel bacio tenue, leggero... era solo un altro piccolo passo verso quel qualcosa di bello che, ne era convinta, stesse aspettando soltanto loro.
Una nuova prima volta, un passo più vicini.
Beth posò la mano piccola e delicata sulla guancia di Daryl, e si allontanò appena, poggiando la fronte contro la sua.
«La tua faccia non sembra poi così schifata», sussurò lui, col fiato corto.
Abbassò lo sguardo, sorridendo imbarazzata. «Non è stata male, come prima sigaretta».
L'uomo, ancora incredulo per quanto era appena successo, la guardò come se, davanti ai suoi occhi, si trovasse la risposta ad ogni perché. Forse era lei, dopotutto, ad avere una cattiva influenza su di lui, non il contrario. E, si rese conto in quel momento, non avrebbe potuto più far nulla per evitare che fosse così.
Era fottuto.
Daryl, a sua volta, cinse il viso di Beth con una mano, mentre un calore confortante gli si irradiava dal petto e andava ad investire ogni centimetro del suo corpo.
A quel gesto, lo sguardo di lei si riallacciò di nuovo a quello di Daryl. Il cuore di Beth traboccava di un'emozione autentica e cristallina, mai provata prima.
L'uomo si sciolse in un sorriso furbo, le iridi accese da una luce nuova.
«La seconda sigaretta è molto meglio, di solito».

 

__________________

 

 

Angolo autrice.

So perfettamente che dovrei aggiornare la long, e non presentarmi su EFP con una one-shot, ma è stato più forte di me. Mi è venuta l'ispirazione dopo aver trovato questa gif in giro per un blog Bethyl su Tumblr, la mia mente è proprio partita.
Anche se ho inserito Samantha e Claire, questa storia non fa parte di “And we'll be good”, è una semplice shot per la quale mi sono presa qualche licenza poetica, diciamo, inserendo personaggi “miei” :)
Se questa one-shot – abbastanza sciocca, lo so – vi è piaciuta, mi farebbe piacere leggere la vostra opinione a riguardo: anche se non vi è piaciuta, ovviamente :P
Grazie infinite a chiunque capiterà su questa piccola storiella e avrà voglia di leggerla.
Per quel che riguarda la long: non sospenderò affatto la storia, anche se non so quando riuscirò ad aggiornare. Ho già in mente le scene, ma molto spesso o mi manca il tempo o l'ispirazione. Ad ogni modo, vedrò di pubblicare il quarto capitolo il prima possibile, confidando nella vostra pazienza.
E niente, per adesso è tutto!
Un abbraccio e alla prossima!

Blakie

 

 

 

 

 

1Nell'universo “And we'll be good”, la maestra che aiuta Beth con le sue lezioni di musica.

   
 
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Walking Dead / Vai alla pagina dell'autore: Blakie