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Autore: clif    31/10/2015    3 recensioni
Un nuovo anno sta per cominciare ad Hogwarts, ma neanche questa volta sarà una passeggiata per i gemelli Potter…
Un antico e pericoloso mistero sta per tornare alla luce… di nuovo…
Questa volta sarà ancora più difficile per il giovane Harry Potter…
Un mostro che attacca tutti i mezzosangue presenti nella scuola, elfi impiccioni, bolidi assassini e macchine volanti.
Dovrà affrontare tutto questo, e dovrà farlo con un aiuto in meno.
La fiducia della persona che Harry ama di più, verrà messa in dubbio.
Possibile che dietro a tutto quello che succederà durante l’anno ci sia proprio "lei"?
Sequel della storia “Harry e Heather Potter_ la pietra filosofale”
Ambientazione: 2001-2002
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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- Questa storia fa parte della serie 'Harry e Heather Potter'
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Appena la sorella Potter uscì dall’ufficio, accompagnata dalla sua inseparabile amica Caroline, cadde il silenzio. Poco dopo uscirono anche i signori Weasley, per accompagnare in infermeria la loro giovane figlia, ed i due professori che accompagnarono il professor Allock, privo di memoria a causa di un incantesimo.

Rimasero nello studio solamente Harry, Ron ed il preside. Quest’ultimo concesse 400 punti alla casa Grifondoro per il coraggio dei due ragazzi e (anche non era presente) 200 punti a Serpeverde. Inoltre ricevettero tutti e tre un encomio speciale per i servigi lasciati alla scuola.

Una volta che Ron Weasley fu uscito, per andare a raggiungere i genitori e la sorella, entrò nell’ufficio anche Lucius Malfoy. Indispettito che Silente fosse stato riammesso come preside. Al suo seguito vi era, con grande sorpresa di Harry, l’elfo domestico Dobby. Era lui il suo padrone. Allora era stato lui a dare di nascosto il diario a Ginny.

In assenza di prove, però, non potè fare altro che tacere. In compenso, con un sotterfugio, riuscì a far liberare Dobby, donandogli un calzino. Dopo che anche Lucius andò via, a dir poco furioso. Una volta che furono finalmente completamente soli, Harry e il preside parlarono di ciò che era successo nella camera dei segreti. Andando avanti con il discorso, Harry si ritrovò a parlare dell’argomento più doloroso ai suoi occhi.

-Ho notato un certo astio nel tono della signorina Potter, prima che si dirigesse in infermeria- Disse Silente, scrutando il suo giovane studente con uno sguardo penetrante. Harry deglutì a vuoto. Il peso della colpa incombeva ancora su di lui, in ogni caso decise di rispondere.

Spiegò i sospetti che Hermione e Ron avevano avuto su Heather, lo strano comportamento di quest’ultima, e il fatto che alla fine avessero convinto anche lui. Silente rimase in silenzio ad ascoltare il racconto dello studente. Non commentava nulla, ma il suo sguardo si fece mano a mano di rimprovero.

-Sei venuto meno alla tua promessa, Harry. Se non sbaglio, esattamente un anno fa, mi avevi promesso che non avresti mai abbandonato tua sorella- Gli disse con una nota di rimprovero nel tono di voce. Harry fece per rispondere che non l’aveva affatto abbandonata, ma il preside continuò a parlare

-Quando i tuoi amici ti hanno parlato dei loro sospetti tu, invece che provare ad avere un confronto con la tua gemella, la persona che dici di considerare la più cara, hai preferito crogiolarti nel tuo dubbio e poi di evitarla- Continuò Silente. A quel punto Harry non seppe come controbattere. Era tutto vero, non poteva difendersi in alcun modo da quelle parole.

-Adesso cosa dovrei fare?- Domandò Harry. La postura sconfitta. Lo sguardo colpevole basso. Tutto ciò fece intenerire il vecchio uomo, ed il suo tono tornò dolce e gentile.

-Non posso dirti come affrontare la situazione. Però se fossi in te, cercherei di parlarle… mi sembra la soluzione più logica, non trovi?- Gli disse il vecchio preside, con un sorriso comprensivo. Harry annuì, appena più sollevato, ed uscì dall’ufficio. Rimasto solo, Silente si mise ad esaminare il diario del suo vecchio allievo: Tom Orvoloson Riddle.

Passarono i giorni dagli eventi della camera dei segreti. Harry non ebbe modo di parlare alla sorella, quest’ultima girava per i corridoi con la sua inseparabile amica Caroline, oppure con le altre ragazze Serpeverde. In entrambi i casi, le sue compagne  guardavano il ragazzo con un misto di disgusto e rimprovero.

Però vi furono anche delle buone notizie. La professoressa Sprout, con l’ausilio del professor Piton, era riuscita a creare l’antidoto per coloro che erano stati pietrificati dal basilisco. Il tavolo dei Grifondoro scoppiò di gioia alla vista di Hermione Granger e Colin Canon che correvano verso di loro. Oltre loro arrivarono anche Mrs Purr, che saltò in braccio a gazza, e Nick – quasi – senza – testa, che si unì agli altri fantasmi sul soffitto della sala grande.

Arrivò così l’ultimo giorno di scuola. Senza che i due fratelli si fossero chiariti. Nonostante ciò si poteva notare l’atteggiamento di Heather. La ragazza sembrava meno arrabbiata di prima. Nel senso che adesso non era più infuriata a morte, ma era solamente infuriata. Lei non rimaneva ferita dalle cose, preferiva incazzarsi e ferire gli altri.

Quest’anno la coppa delle case fu vinta da Serpeverde, Grifondoro perse di pochi punti ( una trentina), mentre terzo arrivò Tassorosso e in ultima posizione arrivò Corvonero. In compenso, Grifondoro vinse il campionato di Quidditch. Tutto merito del loro formidabile cercatore. Harry Potter, ovviamente.

Arrivò così il momento di salutarsi. I ragazzi iniziarono a salire sull’espresso che li avrebbe riportati alla stazione King Cross. Finalmente Harry si decise a parlare con la sorella. Aspettò che la Greengass si allontanasse, era l’unica compagna rimasta accanto a lei, e si avvicinò a lei. Heather sembrò averlo visto, infatti non si muoveva. Il ragazzo sopravvissuto rimase un attimo in silenzio, voleva trovare le parole più giuste, ma ancora una volta fu l’altro interlocutore a prendere parola.

-So già quello che mi devi dire. E dato che sei l’unico parente che rimane (i Dursley non li conto neanche), sei… diciamo… perdonato. Ma sappi una cosa…- A quel punto si voltò verso di lui e lo guardò negli occhi. lo strato di ghiaccio che solitamente ricopriva superficialmente gli occhi della ragazza era scomparso, sciolto da un intenso calore. Adesso i suoi occhi sembravano incendiati. Harry istintivamente fece un passo indietro.

-… Se dovessi avere altri sospetti e piuttosto che venirmene a parlare preferirai dare ascolto a qualcun altro, ricordati questo: io non concedo facilmente seconde occasioni… sono stata chiara?- Sibilò infine. Harry deglutì terrorizzato, ma fu abbastanza intelligente da annuire. Almeno aveva avuto il suo perdono, per riavere la sua fiducia gli ci sarebbe voluto ancora qualche mese.
-Vuoi venire con noi?- Domandò allora. Riferendosi ai suoi amici Grifondoro. Heather scosse la testa.

-Preferisco rimanere in qualche scompartimento con le mie compagne- Rispose la ragazza. Non aveva alcuna intenzione di rivedere quegli ipocriti degli amici del fratello. Almeno per un po’. Harry annuì e, dopo averla salutata, la lasciò sola per il corridoio del treno.

-Heather!- Una voce femminile e famigliare chiamò la ragazza. Caroline correva affannata verso di lei. Tra le mani teneva stretto un libro nero. Una volta raggiunta l’amica, le sorrise. Decisero di trovare uno scompartimento vuoto: dovevano parlare senza che qualcun altro potesse sentirle. Neanche le altre compagne.

-Avevi dimenticato questo nel mio comodino- Le disse l’amica, porgendole il libro nero. Il libro che il professor Raptor le aveva regalato l’anno scorso. Era pieno di incantesimi e pozioni avanzate. Durante tutto il primo anno Heather aveva utilizzato la camera segreta (ossia la stanza delle necessità) per potersi esercitare senza essere ne vista ne disturbata. Quell’anno invece aveva rivelato il suo segreto a Caroline. Era stato molto faticoso andare ogni notte lì senza farsi scoprire. Soprattutto per via delle misure di sicurezza apportate dopo l’apertura della camera dei segreti.

-Grazie, Caroline. In effetti mi serviva proprio. C’è un solo capitolo che mi manca da studiare e mi  interessa in maniera particolare- La giovane Prince non notò il sorriso maligno comparso sul volto di Heather. La Potter aprì il libro ed andò all’ultimo capitolo, l’unico che non aveva ancora guardato, ed anche quello che le interessava di più.

“Maledizioni senza perdono”.



N.D.A.
Eccoci giunti alla fine di questa seconda storia. ringrazio tutti coloro che l'hanno seguite e recensita, in particolare, kelly95, Anonymous_1592 eThranduil_oropherion che hanno recensito tutti i capitoli.
vi lascio, in attesa del sequel, con un piccolo spoiler:

Le urla di dolore dell’uomo risuonarono per tutta la foresta. Per un solo istante Heather si chiese dove fossero esattamente, a pochi metri da loro vi era il lago nero, ma non aiutava molto l’orientamento dato che il lago era enorme. Peter ansimò dalla fatica. Anche se le scariche erano finite, sentiva ancora il dolore lancinante della maledizione.
A fatica alzò il volto e incontrò lo sguardo della giovane figlioccia. Sentì un brivido lungo la schiena: il suo sguardo era identico a quello di Voldemort. Il suo stesso ghigno sadico, il suo sguardo freddo poco prima di uccidere in modo lento e brutale le sue vittime. L’uomo a terra non potè fare a meno di tremare. Provava paura. una forte e incontrollata paura.

 
  
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