Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: kamony    01/11/2015    13 recensioni
Tutti ci siamo chiesti, credo, che cosa pensasse Levi, quando attonito, tacendo, cammina con lo sguardo perso nel vuoto, mentre l'ignaro padre di Petra, all'oscuro dei tragici avvenimenti, gli confessa i sentimenti della figlia.
Ecco questa è l'introspezione, proprio dalla parte di Levi, che mi sono immaginata io, con i suoi pensieri che si agitano nel suo doloroso silenzio.
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Levi Ackerman, Petra Ral
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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I dialoghi del padre di Petra sono quelli originali, interamente ripresi, dall’anime e si riferiscono all’episodio n. 22 - Il Perdente - 57 Spedizione Fuori dalle Mura (Parte 6) Anche l’immagine di Levi è quella con lo sguardo sbarrato, perso nel vuoto, relativa a questo episodio.

 

Quell’uomo è sbucato da nulla. Ti si è avvicinato e ti parla, ignaro del fatto che sua figlia non c’è. Non è tornata da questa sciagurata missione. La sua vita si è fermata e neppure il suo corpo è tornato indietro per il commiato, da bravo soldato qual era, ha dato l’ultimo contributo alla causa. Anche le sue spoglie si sono sacrificate per il bene comune.
Questa era Petra e tu sai che ti avrebbe accordato il suo permesso se avesse potuto. Con il suo piglio deciso, gli occhi dolci come il miele e la forza incrollabile della sua gioventù che tu, tuo malgrado, le hai rubato consegnandola all’abbraccio della morte, che se l’è portata via senza un’ombra di rimpianto.

*

«Comandante Levi sono il padre di Petra!».
Senti una morsa che ti attanaglia la bocca dello stomaco. Sembra quasi che ti manchi il fiato ma prosegui a camminare. Stringi solo un po’ più forte le redini del tuo cavallo, che docile ti segue.
«Vorrei parlare con lei prima che mi veda».

Tua figlia non potrà mai più vederti

Pensi mentre continui camminare, come se quell’uomo gentile e sorridente non si stesse rivolgendo a te.
«Mi ha mandato questa lettera» ti dice gioviale, forse un anche po’ imbarazzato.

Tipico di Petra

Rifletti mentre non puoi fermarti. Non puoi ascoltare quello che ha da dire questo padre inconsapevole, che ti saltella appresso con aria festosa.
«C’è scritto che lei ha apprezzato le sue abilità a tal punto di permetterle entrare nella sua squadra».

E vorrei non averlo mai fatto

Ti sale alla mente quasi con rabbia. Non avresti voluto scegliere nessuno di loro, perché con la tua scelta li hai condannati a morte.
Intanto continui a camminare spedito e non ti fermi. Così come non puoi rinnegare le tue scelte. Questo lo hai già imparato molto tempo fa. Molte morti fa.
«Aveva intenzione di dedicarle la sua vita» aggiunge l’altro ignaro ed è come se ti piantasse un coltello nel petto e poi te lo rigirasse nelle carni.
Le sue parole fanno male.
Petra ti ha dedicato davvero tutta la sua vita. Per il poco tempo che le è stato concesso ti è stata fedele, utile e preziosa. E continui a camminare sperando che quell’uomo non parli più, che sparisca, che devii dalla tua strada. Che si renda conto che sua figlia non c’è, che non è tornata e mai lo farà, ma lui continua a parlare ed è come se affondasse quella lama fino al manico per straziarti.
«Immagino che sia troppo innamorata per tenere conto di come si sente suo padre» ridacchia imbarazzato il tuo incubo peggiore.
Questo sì che t’incrina qualcosa dentro.
Lo hai sempre sospettato che avesse un debole per te. Tu non volevi saperlo, non volevi vederlo e non volevi capirlo, ma questa cosa non detta, mai sbocciata, ti carezzava l’anima, ti addolciva certe giornate nere ed era un raggio di sole, che filtrava timido e riscaldava un po’ il gelo del cuore. Senza arrivare a sciogliere il tuo cinismo, la sua presenza riusciva comunque a tirare fuori la tua parte migliore. Anche se non parlavi, anche se sembravi distante. Con lei accanto eri più umano.
Continui a camminare mentre lo stomaco ti si contorce e ti manca l’aria per respirare, ti è sembrato di essere rimasto in apnea, quasi a boccheggiare, perché non è facile essere vivo in momenti come questo.
Le sue parole irrompono di nuovo, come schiaffi inaspettati.
«Penso che sia troppo presto per il matrimonio, ha ancora così tante esperienze da fare» aggiunge l’inconsapevole scellerato bucandoti il cuore con uno stiletto affilato.

Era troppo giovane per morire!

Urla qualcosa dentro di te, con una rabbia cieca che rimane afona e poi quieta, soffoca nell’impotenza.
Non l’avresti sposata. Non sai neppure se avresti mai potuto ricambiare quel suo sentimento, di cui solo ora ti rendi veramente conto. Sai solamente che quando hai visto il suo corpo inerme che rotolava via da quel carro, per un tuo ordine, la sua luce si spenta per sempre e una parte di te se ne andata con lei, e con lei resterà.
Ora non lo senti neppure più parlare. Sei come impietrito, come se pelle e carne si fossero tramutati in marmo freddo e duro. Continui a camminare. Un passo dopo l’altro. Il selciato ti restituisce l’eco spiccio dei tuoi passi, che si confonde con lo scalpiccìo degli zoccoli del tuo cavallo. Lo tieni ancora per le redini, ma sembra quasi che sia lui che sorregge te.

Il soldato più forte dell’umanità, procede dritto nella postura, con lo sguardo di ghiaccio, fisso nel vuoto, cammina imperterrito ignorando un padre, la cui figlia, dagli occhi grandi, il sorriso dolce, non tornerà mai più a casa.

Non puoi dirglielo. Non ce la fai. Se il soldato è forte, l’uomo in questo momento è debole. Abbracci il silenzio e cerchi in lui rifugio, prosegui a camminare, mentre nei tuoi occhi quel corpo minuto e senza vita, continua a rotolare via, una due, cento, mille, volte. È una sequenza infinita che non ti da tregua, accompagnata dalle parole di suo padre, che ossessive ripetono come una nenia tragica e crudele, quanto lei fosse giovane, quanto lei ti fosse devota e quanto lei ti amasse…
 

C'era una stella sola e limpida nel cielo colore di rose, un battello lanciò un addio sconsolato, e sentii in gola il nodo gordiano di tutti gli amori che avrebbero potuto essere e non erano stati.

Gabriel Garcia Marquez

 

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Buona domenica a tutti voi!
Ecco un altro dei miei momenti angst!
Era da un po’ che mi frullava in testa.  Stanotte non riuscivo a dormire e mi sono lanciata.
Grazie a chiunque legga, so che l’angst non è un genere che va per maggiore, ma mi piacerebbe molto sapere che ne pensate, se vi va, quindi un grazie particolare anticipato a chi lo farà

Disclaimer: Levi, Petra e tutti i personaggi di SNK (purtroppo) non mi appartengono, ma sono proprietà di Hajime Isayama.

Levi's screen capture and  graphic are by me!

  
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