I dialoghi del padre di Petra sono quelli originali, interamente ripresi, dall’anime e si riferiscono all’episodio n. 22 - Il Perdente - 57 Spedizione Fuori dalle Mura (Parte 6) Anche l’immagine di Levi è quella con lo sguardo sbarrato, perso nel vuoto, relativa a questo episodio.
Quell’uomo
è sbucato da nulla. Ti si è avvicinato e ti parla, ignaro del fatto che sua
figlia non c’è. Non è tornata da questa sciagurata missione. La sua vita si è
fermata e neppure il suo corpo è tornato indietro per il commiato, da bravo
soldato qual era, ha dato l’ultimo contributo alla causa. Anche le sue spoglie
si sono sacrificate per il bene comune.
Questa era Petra e tu sai che ti avrebbe accordato il suo permesso se avesse
potuto. Con il suo piglio deciso, gli occhi dolci come il miele e la forza
incrollabile della sua gioventù che tu, tuo malgrado, le hai rubato
consegnandola all’abbraccio della morte, che se l’è portata via senza un’ombra
di rimpianto.
*
«Comandante Levi sono il padre di
Petra!».
Senti una morsa che ti attanaglia la bocca dello stomaco. Sembra quasi che ti
manchi il fiato ma prosegui a camminare. Stringi solo un po’ più forte le
redini del tuo cavallo, che docile ti segue.
«Vorrei parlare con lei prima che
mi veda».
Tua figlia non potrà
mai più vederti…
Pensi mentre continui camminare, come se quell’uomo gentile e sorridente non si
stesse rivolgendo a te.
«Mi ha mandato questa lettera» ti
dice gioviale, forse un anche po’ imbarazzato.
Tipico di Petra
Rifletti mentre non puoi fermarti. Non puoi ascoltare quello che ha da dire questo
padre inconsapevole, che ti saltella appresso con aria festosa.
«C’è scritto che lei ha apprezzato le sue abilità a tal punto di permetterle
entrare nella sua squadra».
E vorrei non
averlo mai fatto
Ti sale alla mente quasi con rabbia. Non avresti voluto scegliere nessuno di loro, perché
con la tua scelta li hai condannati a morte.
Intanto continui a camminare spedito e non ti fermi. Così come non puoi
rinnegare le tue scelte. Questo lo hai già imparato molto tempo fa. Molte morti
fa.
«Aveva intenzione di dedicarle la sua vita» aggiunge l’altro ignaro ed è come se
ti piantasse un coltello nel petto e poi te lo rigirasse nelle carni.
Le sue parole fanno male.
Petra ti ha dedicato davvero tutta la sua vita. Per il poco tempo che le è
stato concesso ti è stata fedele, utile e preziosa. E continui a camminare sperando
che quell’uomo non parli più, che sparisca, che devii dalla tua strada. Che si
renda conto che sua figlia non c’è, che non è tornata e mai lo farà, ma lui
continua a parlare ed è come se affondasse quella lama fino al manico per
straziarti.
«Immagino che sia troppo innamorata per tenere conto di come si sente suo padre»
ridacchia imbarazzato il tuo incubo peggiore.
Questo sì che t’incrina qualcosa dentro.
Lo hai sempre sospettato che avesse un debole per te. Tu non volevi saperlo, non
volevi vederlo e non volevi capirlo, ma questa cosa non detta, mai sbocciata,
ti carezzava l’anima, ti addolciva certe giornate nere ed era un raggio di
sole, che filtrava timido e riscaldava un po’ il gelo del cuore. Senza arrivare
a sciogliere il tuo cinismo, la sua presenza riusciva comunque a tirare fuori
la tua parte migliore. Anche se non parlavi, anche se sembravi distante. Con
lei accanto eri più umano.
Continui a camminare mentre lo stomaco ti si contorce e ti manca l’aria per
respirare, ti è sembrato di essere rimasto in apnea, quasi a boccheggiare, perché
non è facile essere vivo in momenti come questo.
Le sue parole irrompono di nuovo, come schiaffi inaspettati.
«Penso che sia troppo presto per il matrimonio, ha ancora così tante esperienze
da fare» aggiunge l’inconsapevole scellerato bucandoti il cuore con uno
stiletto affilato.
Era troppo
giovane per morire!
Urla qualcosa dentro di te, con una rabbia cieca che rimane afona e poi quieta,
soffoca nell’impotenza.
Non l’avresti sposata. Non sai neppure se avresti mai potuto ricambiare quel
suo sentimento, di cui solo ora ti rendi veramente conto. Sai solamente che
quando hai visto il suo corpo inerme che rotolava via da quel carro, per un tuo
ordine, la sua luce si spenta per sempre e una parte di te se ne andata con
lei, e con lei resterà.
Ora non lo senti neppure più parlare. Sei come impietrito, come se pelle e
carne si fossero tramutati in marmo freddo e duro. Continui a camminare. Un passo dopo
l’altro. Il selciato ti restituisce l’eco spiccio dei tuoi passi, che si
confonde con lo scalpiccìo degli zoccoli del tuo cavallo. Lo tieni ancora per
le redini, ma sembra quasi che sia lui che sorregge te.
Il soldato più forte dell’umanità, procede dritto nella postura, con lo sguardo
di ghiaccio, fisso nel vuoto, cammina imperterrito ignorando un padre, la cui
figlia, dagli occhi grandi, il sorriso dolce, non tornerà mai più a casa.
Non puoi dirglielo. Non ce la fai. Se il soldato è forte, l’uomo in questo
momento è debole. Abbracci il silenzio e cerchi in lui rifugio, prosegui a
camminare, mentre nei tuoi occhi quel corpo minuto e senza vita, continua a
rotolare via, una due, cento, mille, volte. È una sequenza infinita che non ti
da tregua, accompagnata dalle parole di suo padre, che ossessive ripetono come
una nenia tragica e crudele, quanto lei fosse giovane, quanto lei ti fosse
devota e quanto lei ti amasse…
C'era una stella sola e limpida nel cielo colore di rose, un battello lanciò un addio sconsolato, e sentii in gola il nodo gordiano di tutti gli amori che avrebbero potuto essere e non erano stati.
Gabriel Garcia Marquez
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Buona
domenica a tutti voi!
Ecco un altro dei miei momenti angst!
Era da un po’ che mi frullava in testa.
Stanotte non riuscivo a dormire e mi sono lanciata.
Grazie a chiunque legga, so che l’angst non è un genere che va per maggiore, ma
mi piacerebbe molto sapere che ne pensate, se vi va, quindi un grazie
particolare anticipato a chi lo farà ♥
Disclaimer: Levi, Petra e tutti i personaggi di SNK (purtroppo) non mi appartengono, ma sono proprietà di Hajime Isayama.
Levi's screen capture and graphic are by me!