Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: Akemichan    01/11/2015    6 recensioni
Franky/Robin - romantico/fluff - varia lunghezza e vario genere
Raccolta di storie dedicate a questa coppia, con il filo conduttore del "ti amo"
#1: Franky è un inventore incompreso dal suo paese, ma la notte di Halloween la sua più grande invenzione prenderà vita, facendogli vedere le cose in modo differente [Coppelia!AU - Halloween fic]
#2: A Franky scappa una dichiarazione improvvisa, nel momento meno opportuno. O in quello migliore? [Fluff]
[Storia partecipante al Contest "Per ogni kanji un pacchetto di sorprese" indetto da Mokochan sul forum di EFP]
#3: La maledizione ha trasformato Robin in un'assassina, ma ci sono persone che non potrebbe mai uccidere [Supernatural!AU Demone!Robin drammatico]
[Storia partecipante al Contes Sky or Abyss indetto da Soulkiller sul forum di EFP]
#4: In un mondo in cui si sogna la vita della propria anima gemella, Franky si annoia. Robin, invece... [Soulmate!AU]
[Soulmate Day organizzato dal Naruto&One Piece Forum]
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Franky, Nico Robin | Coppie: Franky/Nico Robin
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'Sei'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Halloween

 
Prompt: Franky/Robin, non avrebbe mai pensato che ad Halloween la sua creatura avrebbe preso vita


Anche essere super aveva i suoi problemi.
Questo pensava Franky, osservando dalla finestra del suo maniero il paese che si stava preparando alla festa di Halloween.
Si era sempre chiesto perché nessuno degli abitanti paresse apprezzarlo. Franky non era uno sbruffone, ma non poteva negare a se stesso che la definizione di "super" gli si addicesse. In un periodo in cui l'agricoltura era ancora il lavoro più redditizio e il cavallo il mezzo di locomozione più utilizzato, le sue invenzioni erano avanti mille anni.
Già solo il fatto che fosse sopravvissuto a un incidente mortale semplicemente ricostruendo il proprio corpo con parti meccaniche avrebbe dovuto farlo assurgere alla nomea di genio, di inventore che poteva rivoluzionare il mondo.
Invece, ben lungi da esserlo, gli altri abitanti tendevano a evitarlo, a considerarlo un outsider e ad additarlo come esempio negativo per i bambini: era importante studiare e trovare un lavoro e una famiglia, o si sarebbe finiti a vivere soli in un triste maniero, come dei pazzi.
Franky non si era certo perso d'animo e si era dedicato a creare sempre più invenzioni che potessero aiutare la popolazione nelle faccende quotidiane. Eppure, nulla sembrava essere apprezzato.
La gente aveva continuato a utilizzare i pozzi disseminati nella città, invece di utilizzare la fontana che aveva costruito davanti a casa sua, che permetteva anche di produrre acqua frizzante o cola.
Le coperte e il camino erano le maniere più semplici per scaldare una casa, nessuno che si fosse interessato alla sua stufa che funzionava con energia elettrica dopo essere stata caricata con una manovella.
E il cingolato che aveva creato per poter raggiungere facilmente i campi per il lavoro era stato snobbato in favore dei vecchi carri di legno trainati da buoi o cavalli.
Eppure Franky era certo che le sue invenzioni fossero rivoluzionarie. Non aveva senso fare solo semplici miglioramenti, bisognava essere super in quello che era il proprio talento. Quindi non aveva la minima intenzione di dare ragione al Fessoburg che gli diceva che le invenzioni andavano bene, ma dovevano essere più attinenti a ciò che serviva alla gente.
Un cingolato rovinava i campi, per quanto figo fosse. Nessuno era interessato all'acqua frizzante. E la manovella era più scomoda che tagliare la legna. Erano invenzioni geniali, ma inutili. Da freak.
E Franky capì che non gli dispiaceva essere considerato tale, perché voleva comunque continuare a fare le cose a modo suo, da pirata libero. Se prima o poi qualcuno l'avrebbe apprezzato, sarebbe stato per il suo essere.
Super, appunto.
Halloween non aveva fatto eccezione, né dall'una né dall'altra parte. Franky aveva addobbato il suo maniero in modo spaventoso, con finestre che si aprivano per far spuntare zombie robot, ragnatele su cui si muovevano luci scure che dovevano sembrare ragni, sangue finto che di tanto in tanto scivolava sulle mura facendo apparire scritte minacciose.
E forse era effettivamente troppo spaventosa, perché nessuno si era ancora avvicinato. E dire che aveva preparato biscotti appositamente per consegnare ai bambini, e allo stesso modo contro misure per eventuali scherzi. Un peccato che sarebbero andati sprecati.
Visto che nessuno suonava alla sua porta, Franky si recò nel suo laboratorio per continuare a lavorare sulla sua invenzione. Era un progetto che aveva immaginato per tutta la vita: un robot in grado di agire da solo, in completa autonomia. Non proprio un'intelligenza artificiale, perché non era ancora certo di poter creare dei sentimenti, ma qualcosa di molto simile.
Franky aveva già creato dei macchinari robot, come la casa addobbata per Halloween dimostrava, ma erano solo macchine, che eseguivano un compito prestabilito in eterno. La sua nuova invenzione sarebbe stata autonoma in tutto e per tutto, e avrebbe adeguato il suo comportamento agli stimoli esterni.
Fino a quel momento, i suoi sforzi erano stati vani, ma Franky non demordeva. Aveva raccolto abbastanza energia elettrica dai fulmini del temporale della settimana scorsa per tentare ancora. Collegò i fili al corpo metallico senza vita, la Battle Franky 32, e abbassò la leva per passargli l'energia che serviva a dargli vita.
Di solito, una volta terminato il crepitio dell'elettricità, il laboratorio tornava silenzioso e la Battle Franky restava senza vita, solo un po' bruciata e quindi inutilizzabile (non per niente era già arrivato alla numero 32). In questo caso, invece, il crepitio divenne un rombo e poi il laboratorio esplose in un lampo di luce.
Franky venne scagliato nel corridoio e atterrò contro il muro, attutendo l'esplosione e la botta grazie al suo corpo metallico.
«Wow...» mormorò, un po' confuso per quello che era successo, e poi gattonò fino all'entrata del laboratorio.
Era tutto distrutto, almeno quello che poteva vedere tra il fumo, ma una silhouette si stagliava al centro della stanza. Possibile che ce l'avesse fatta? Balzò in piedi e si avvicinò, rimanendo perplesso da quello che succedeva.
La sua idea di robot era simile a quella di se stesso, un enorme gigante con armi e tutto. Non ricordava di averlo costruito per essere identico a Nico Robin, la proprietaria della libreria alla periferia del villaggio. Né di averla vestita con un abito nero attillato adatto a Halloween perché decorato con ragnatele.
La Robin Robot si guardò attorno, con uno sguardo a metà fra il perplesso e il disgustato. Poi il suo sguardo si spostò su di lui. «Salve.»
«Non ci credo... Ce l'ho fatta! Ho costruito un super robot!»
«Robot?»
«Esatto. Ti ho creata io, grazie al mio genio. Per altro, sappi che sei dotata di missili direzionali che partono dal petto, razzi per il volo e puoi emettere raggi laser dalla bocca.»
Robot Robin fece un passo avanti. «No, grazie. Non farò mai qualcosa di così imbarazzante.»
Per quanto Franky non capisse cosa ci fosse di imbarazzante dei raggi laser, che a lui parevano una figata pazzesca (non per niente poteva emetterli anche lui), era troppo eccitato dall'idea che la sua invenzione fosse effettivamente indipendente come l'aveva pensata.
«Fammi un rapido calcolo: 2345 moltiplicato per 43529 diviso per 20.» Doveva verificare che il programma funzionasse in ogni parte.
Robot Robin lo guardò alzando un sopracciglio. «Non vedo perché dovrei farlo.»
«Be', in effetti...»
«Però, se vuoi, posso dirti l'elenco degli imperatori romani dal primo all'ultimo.»
Impressionante: il suo robot era talmente avanti che decideva da solo le materie che gli interessavano!
«Quindi...» Robot Robin passò una mano sopra uno dei macchinari di Franky, che servivano a pulire i corridoi dell'enorme maniero. «Io sarei una tua creazione?»
«Esattamente. E ti chiami Battle Franky 32.»
«Che brutto nome.»
«Non è vero!» protestò Franky, ma poi pensò che in effetti era più adatto a come aveva progettato il robot la prima volta che non al risultato. «Be', che ne diresti di... Robin?» Certo, non voleva pensare che cosa avrebbe detto la vera Robin, ma probabilmente anche lei lo considerava un freak e da quel momento probabilmente un maniaco.
«Già meglio» convenne Robot Robin. Era arrivata in cucina, per la sua esplorazione, e ammirò i pacchettini con dentro i biscotti a forma di zucca che aveva preparato. «Che cosa sono?»
«Oh, be', oggi è Halloween e mi piaceva l'idea di dare ai bambini qualcosa di artigianale. Non sono un gran cuoco, però...»
Robot Robin fece un piccolo sorriso. «Halloween... Nonostante le sue origini pagane in riferimento a maledizioni e esorcismi, non si può negare che sia diventato ora nient'altro che un modo per divertirsi» commentò. «Chissà se un giorno le vere streghe decideranno di vendicarsi di noi.»
«Mi piacerebbe incontrarla, una vera strega» si disse Franky. «Vorrei vedere se è più forte la loro magia o la mia tecnologia. Sarebbe una super sfida.» Ed era indubbio che le streghe sarebbero state freak tanto quando lui.
«Non sta suonando nessun bambino, alla porta» disse poi Robot Robin, dopo avergli riservato un sorriso divertito.
«Già, e non credo succederà.»
Robot Robin si guardò intorno, individuò una borsa e iniziò a infilarvi i sacchetti con i biscotti dentro. «Non ha senso sprecarli, usciamo a diamoli noi ai bambini» gli propose, notando che la stava guardando. «Non volevi provare a incontrare una vera strega?»
In effetti, poteva essere una buona idea. Franky non aveva l'abitudine di uscire, dato che la maggior parte delle volta la gente lo costringeva a rientrare in fretta, ma voleva sperimentare come si sarebbe comportata la sua creazione in una situazione simile.
«Sì, andiamo!» esclamò.
L'intero paese era in festa ed erano davvero in pochissimi a non essere travestiti; persino i genitori, o i negozianti, o gli anziani del villaggio avevano qualcosa per festeggiare. Si respirava un'aria a metà fra il divertimento e la paura. Certo, il suo maniero rimaneva il più spaventoso, ma non c'era male nemmeno nelle case degli altri.
I bambini, che di solito venivano trascinati via dai genitori quando osava uscire di casa, ora lo guardavano con gli occhi spalancati, ammirati. «Che figata di costume!»
«Ma veramente questa sarebbe la mia faccia...»
Robot Robin ridacchiò, ma in realtà Franky non era offeso. Un attimo dopo, era lì che si bullava del suo corpo da cyborg, mostrando ai bambini i suoi capezzoli brillanti, o lasciando che gli toccassero il naso per cambiargli pettinatura. Alla fine, trasformò le sue gambe in cingolati e trasportò un gruppo di bambini in giro per la piazza a velocità folle.
Robot Robin guardò le sue trasformazioni con sguardo apatico, quasi disgustato, ma poi sorrise. I bambini si stavano divertendo un sacco e lo stavano adorando. Lentamente, si avvicinò per consegnare loro i pacchetti dei dolci, per poter essere coinvolta in quel momento di gioia.
«Grazie, signora strega!» la ringraziarono tutti.
«Adorerebbero anche te, se mostrassi loro i tuoi razzi» gli fece presente Franky.
«No, grazie.» Poi lo afferrò per il ciuffo di cappelli blu e lo tirò giù, in modo da fargli evitare un uovo che era stato lanciato nella sua direzione.
«Ehi!» protestò Franky, in direzione di un gruppo di ragazzi più grandi che, forse, vergognandosi di chiedergli un passaggio, cercavano di colpirlo e lo deridevano da lontano. Allungò il braccio e puntò il palmo nella loro direzione: un attimo dopo, li schizzò con un getto d'acqua lanciato a tutta forza dal centro della mano. «Se volete la guerra, l'avrete!»
«Dai!» cercò di fermarlo Robot Robin, ma sorrideva.
«E ora, prendete questo» continuò Franky, lanciando questa volta i suoi sacchettini con i biscotti che aveva preparato. «Attacco magico dei dolcetti di Halloween!»
I genitori, invece di lamentarsi per quella pioggia improvvisa che aveva inondato i loro figli, ridevano e apprezzavano che venissero fatti scherzi l'uno verso l'altro, finché restavano non pericolosi, e allo stesso tempo potevano mangiare dolci tanti quanto volevano.
«È strano» commentò Franky, quando lui e Robot Robin ripresero la passeggiata, allontanandosi dalla piazza e dal centro della festa. «Per la prima volta, sono stato accettato dal villaggio. Anche per le mie invenzioni.»
All'inizio, Robot Robin non disse nulla, poi fece una riflessione importante. «Forse noi freak possiamo uscire solo per la notte di Halloween.»
Ed era una riflessione normale, per un robot, ma lei assomigliava in tutto e per tutto a Robin la Libraia, e appariva come una persona normale, a differenza sua e al suo corpo da cyborg. E Robin la Libraia era una persona normale, no?
Franky alzò lo sguardo e scoprì che si trovavano nella via della libreria. E se Robot Robin si fosse scontrata con Robin la Libraia? Forse sarebbe accaduta una strana congiunzione astrale e una delle due si sarebbe autodistrutta. Franky era indeciso se impedirlo o se voler scoprire il risultato di qualcosa di così strano.
Prima che potesse impedirlo, però, Robot Robin aveva già aperto la porta della libreria ed era entrata. Franky la seguì e si rese conto che era la prima volta che vi entrava. Era un negozio piccolo, scuro, con tutte le pareti completamente occupate da librerie stipate di libri. E a giudicare dalle copertine, erano libri molto vecchi. E dai titoli, decisamente eccentrici. Non quelli che si leggevano di solito.
«Mi piace questo posto» affermò. La preoccupazione per l'arrivo di Robin la Libraia non era scemata, ma era stata un attimo messa da parte per l'impressione di familiarità che aveva provato entrando.
«Davvero?»
Franky annuì. «Mi ricorda casa mia. Un posto strano, che per le persone normali non è adatto, ma che rispecchia una personalità. Qualcuno che si comporta come preferisce, senza omologarsi.»
«Qui non ci sono laser o razzi» gli fece presente Robot Robin. «Solo libri vecchi che nessuno vuole comprare.»
«Nessuno compra le mie invenzioni» replicò Franky, con un piccolo broncio. «Forse io e la proprietaria di questo posto siamo molto diversi» continuò. «Ma sento che potremo andare d'accordo.» Poi tornò a guardare la sua invenzione. «Se poi assomigliasse a te, credo che sarei decisamente in grado di innamorarmi di lei.»
Robot Robin alzò leggermente un sopracciglio. «Sì, sono d'accordo, siamo molto diversi, ma potremo andare d'accordo» affermò infine. «Era un po' presto per una dichiarazione, però... grazie.»
Franky la fissò, con la bocca spalancata, capendo. «Sei Robin la Libraia?» esalò.
Robot Robin la Libraia fece un piccolo sorriso, incrociando le braccia. «Sei un genio, ma non abbastanza per creare un androide. Ti ci vorranno ancora degli anni.»
«Perché allora hai fatto finta fino a questo momento?»
«È Halloween» alzò le spalle lei. «Travestirsi è d'obbligo, no? Per ora, sono il tuo robot.»
Franky scoppiò a ridere. «Hai ragione, è Halloween, e tu mi hai giocato un bello scherzo» commentò. «E visto che abbiamo stabilito che è la nostra sera, che ne dici di continuare a divertirci ancora per un po'?» E gli porse il braccio.
«Certamente» Robin sorrise e si appoggiò a lui. «Peccato però che questo tipo di evocazioni possa essere fatto una volta all'anno.»
«Inventerò un sistema perché ci si possa incontrare sempre» rispose allora Franky, perché ora che aveva conosciuto la vera Robin, difficilmente ci avrebbe rinunciato. «E dato che è Halloween, posso anche travestirmi da uomo romantico e dirti che mi sono decisamente innamorato di te.»
«Non avevamo detto che era un po' presto per le dichiarazioni?»
«Non avevamo detto che possiamo incontrarci solo una volta all'anno? Meglio approfittarne.»
E, a braccetto, tornarono in piazza a scherzare e divertirsi come persone normali, perché a Halloween tutti erano freak come loro due.

***

Akemichan parla senza coerenza:
Ehm... In realtà questa storia non avrebbe dovuto essere pubblicata. Sì, insomma, era prevista nel ciclo delle "sei" anche la raccolta Frobin, ma non ero ancora riuscita a scriverla e quindi era proprio in progress progress, anche perché fino a questo momento le storie venivano pubblicate una dietro l'altra fino a concludere la raccolta, e quindi aspettavo di averle concluse tutte. Poi però c'è stata la challenge sull'EFP Fandom Group, ho letto i prompt, m'è venuta l'ispirazione e questo è il risultato. E' solo la prima delle sei, le altre sono ancora solo nella mia mente quindi non so quando riuscirò ad aggiornare (e la prossima delle "sei", com'era previsto, sarà poi la raccolta Sabo/Koala) ma sì, in futuro verrà conclusa e intanto beccatevi l'anteprima.
Che poi non so quanto bella sia quest'anteprima. Con tutte le cose che avevo da fare, non ho avuto il tempo di pensarci per bene e quindi magari fa schifo XD Tra l'altro questi due li amo ma non me li so gestire, perché, boh, sono così semplicemente perfetti in canon che non vedo cosa riuscirei ad aggiungerci oltre. Però volevo partecipare, dato che era il primo evento organizzato, e così spero che non faccia proprio schifo schifo schifo.
Come al solito, mi trovate sul blog, sll'OPS, su facebook, su ask, su tumblr e su twitter. Alla prossima :)

 
   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: Akemichan