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Autore: NightWatcher96    01/11/2015    3 recensioni
Spesso le malattie ritornano e talvolta più forti di prima. Mikey è stato un bambino colpito dalla leucemia infantile, si sa... ma sarà in grado di sconfiggere il vecchio nemico adesso che è molto più forte? Sequel di "My Peace of Heart"
Genere: Azione, Fluff, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Raphael Hamato/ Raffaello, Splinter
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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N/A  Prima di cominciare, vorrei gentilmente consigliare la lettura accompagnata da una canzone che amo, ossia "I Try" by Simple Plan. E' perfetta, a mio parere, per questa lunghissima One Shot suddivisa in vari capitoli. Potrà sembrarvi l'ennesima storia fluffosa ma ho deciso di scriverla per capire cosa provano coloro che sono i Prescelti dei mali incurabili. E' molto più dettagliato sia in termini medici (non sono una dottoressa, ma amo la medicina!) sia nelle cose che affronteranno gli Hamato. A proposito, c'è anche una buona dose di Azione, quindi, buona lettura!
Dedico questa fic a tutti coloro che mi seguono, in particolare a LaraPink777, Helen_The_Dark_Lady, CartoonKeeper 8, Gru e infinite...



Protezione.
Che buffa parola, a volte. In altre, poteva davvero fare grande differenza e per Raphael Hamato, fiero ninja di quasi vent'anni di giovinezza il significato era proprio il secondo verso la sua famiglia. O meglio, verso un piccolo fratellino chiamato Michelangelo.

Dall'ultima volta che aveva pescato l'album dei ricordi nello sgabuzzino a soqquadro per le consuete pulizie di primavera, la sua mente aveva sempre riprodotto scene terrificanti come specchio del continuo terrore che a distanza di anni Mikey potesse essere di nuovo preda della leucemia.

Raph ricordava chiaramente lo scatolo polveroso nascosto sotto tanti altri di Donatello; all'interno, infatti, aveva pescato un bianco referto medico proprio del suo fratellino rimbalzante.
Era stato scritto al momento del ricovero di Mikey e giorno per giorno erano stati segnati migliorie o peggioramenti fino all'attimo infernale della crisi respiratoria.

Ma non sarebbe stato il referto in sé ad alimentare, se non far nascere, l'idea di una ricaduta nel focoso della famiglia Hamato bensì una nota in grassetto stampata all'ultima pagina, appena sopra la firma del maestro Splinter quando Mikey fu dimesso.
 

"Il bambino è un soggetto ad alto rischio di contrarre nuove infezioni dalla Leucemia Linfoblastica Acuta. Si prega di accertarsi con controlli vari ogni anno."
 

Anche adesso che Raph si dondolava sulla sua amaca con le mani dietro la nuca e gli occhi spalancati nel buio, verso il soffitto, ripensava a quella stringa dannata. Sorgeva spontaneo chiedersi da quanto tempo, se non anni, Mikey non si sottoponeva a specifici controlli.

Forse per dimenticanza o per l'abitudine di vederlo sano e forte. O per mancanza di denaro, altra intensa ipotesi e brutta bestia. Come per gli umani, anche la loro famiglia lottava quotidianamente contro la scarsità dell'unico salvadanaio custodito da Donatello.

I fondi non bastavano neanche per un solo giorno, purtroppo.

Raphael improvvisamente sospirò e si alzò dall'amaca, stringendo meglio il nodo della maschera proprio dietro alla nuca. Pensare a Mikey gli aveva fatto venir voglia di vederlo...
 

Trovarlo non fu così difficile.
Il piccolo ninja era spaparanzato sul divano, con un sacchetto di patatine ancora stranamente integro e l'aria assonnata. Il tutto prima di cena.
"Mikey a quest'ora dovrebbe essere ai fornelli..." pensò Raphael, spalancando gli occhi. "Vuoi vedere che... la malattia...! NO!".
Spinto dal pensiero terribile, si piazzò giusto davanti alla televisione ma così facendo si guadagnò solo un ringhio proveniente dalla gola di Mikey.

"Mi stai oscurando il film... togliti...!"- borbottò con evidente malumore.

Raphael obbedì ma solo perché il suo istinto fraterno gli chiedeva di accomodarsi accanto al fratellino e fissarlo intensamente, alla ricerca anche del più piccolo segno di ricadute.

Con un tale sguardo intenso addosso, il piccolo Mikey non poteva fare a meno di spostare l'attenzione dalla tv a Raph e mantenere, così, il contatto visivo senza troppa fatica. Quel momento sembrava un gioco dove il meno forte avrebbe ceduto abbassando gli occhi!
Contrariamente a questo pensiero, ciò non avvenne affatto e la sfida si concluse in un pareggio.

"Mikey, ti senti... bene?"- chiese Raph, con fare vago.

"Sì, perché me lo chiedi?".

"Beh, solitamente a quest'ora sei ai fornelli."- spiegò il rosso, palpandogli la fronte.

Mikey sbatté semplicemente le palpebre, nella più totale confusione; da quando suo fratello si preoccupava della sua salute? C'era forse qualcosa che non andasse? O semplicemente i Kraang avevano scambiato il cervello di Raph con qualcuno di più zuccheroso?

Fermo dell'ultima ipotesi, Mikey balzò in piedi e fissò trucemente un Raph sbigottito.
"Dì un po'... tu chi sei?"- borbottò con sfiducia.

Al che, Raph roteò gli occhi con esasperazione e lo abbracciò semplicemente, tirandogli le corte codine della maschera arancione. Il giovane Michelangelo gridò nella sorpresa di quel gesto ma subito scoppio a ridere e si accoccolò il più possibile contro il petto possente del fratello maggiore.

"Mi vuoi bene, vero?"- chiese il minore.

"Nient'affatto!"- replicò sarcastico il secondogenito.

Per il più piccolo questa risposta fu migliore di tante parole cariche d'affetto. Raph era fatto a modo suo e non riusciva a esprimere i suoi sentimenti con facilità, eccetto per la rabbia, da sempre sua unica compagna di vita.

Comprendere cosa volesse dire dietro a bruschi gesti anche mal interpretati o parole sempre a sfondo di minaccia, era una sfida del tutto piacevole, dove il trofeo era semplicemente l'intuizione dell'emozione contenuta in ogni sua singola parola.
 

"Il bambino è un soggetto ad alto rischio di contrarre nuove infezioni dalla Leucemia Linfoblastica Acuta. Si prega di accertarsi con controlli vari ogni anno."
 

Raph, però, si tese come una corda di violino... la frase di Mikey non chiedeva silenziosamente di piangere per lui, vero? Il bambino era forte e sano, giusto?
"Mikey, da quand'è che non facciamo più dei controlli sulla tua salute?"- domandò di getto.

Ancor prima che il piccolo potesse rispondere con una delle sue, un altro fratello lo anticipò: Donatello era entrato in quel momento con le mani sporche di olio per motori. Probabilmente aveva trovato piacevole dedicare tre ore allo Shell Raiser, in veste di meccanico.
"Direi che oggi fanno sette anni."- rispose con nonchalance.

Dal dojo, neanche fosse stato telecomandato, sopraggiunse Leonardo. Il suo corpo brillava di sudore sotto ai fasci colorati della tv accesa nel salottino e il suo viso, per una volta, appariva stanco dal troppo allenarsi. Testa dura, il leader.
"Come mai quest'insolita domanda?"- formulò Leo.

Parlare o non davanti al più lentigginoso della famiglia? Raphael era davvero indeciso sul da farsi, purtroppo.
"Beh... ecco..."- farfugliò, avendo cura di non guardare nessuno.

"Per la leucemia!"- esclamò, d'un tratto, Mikey. "Vero?".

Donatello e Leonardo si tesero alla menzione della malattia che era riuscita quasi a strappar loro il fratello eternamente bambino ma non profferirono alcuna parola. Dopotutto, era Raph a dover rispondere, giusto?

"A dire il vero, durante le pulizie di primavera ho trovato un referto medico, dopo l'album di foto e mi sono chiesto da quanto tempo Mikey non si sottoponeva a un check-up accurato".

Donatello spalancò gli occhi, indietreggiando un po'; era troppo tempo che non si preoccupavano più del loro adorato fratellino, ormai troppo presi da una vita quasi perfetta e priva di malattie.
"Dimmi una cosa Raph..."- soffocò tremante. "Che cosa c'era scritto nel referto?".

A malincuore, il mutante dalla maschera rossa rivelò la maledetta stringa che senza fermarsi un instante gli ronzava nella mente.
A sentire quella frase, il gelo piombò nella stanza.

Il giovane Mikey, sinceramente, non comprendeva esattamente il motivo delle facce sbiancate con bocche e occhi sbarrati come gallerie e per questo sbatté una sola volta le mani e sorrise ampiamente.
"Non so voi, ma io non mi faccio tanti problemi. La malattia è stata battuta con il trapianto del midollo osseo ed io non sono stato più male. E' obsoleto quel referto".

Un lampo di rabbia attraversò lo sguardo bordeaux di Donatello: il suo fratellino non aveva affatto compreso la pericolosità della malattia che anni addietro erano riusciti a sconfiggere per un soffio.
"Tu non lo sai, Mikey... ma i bambini che sono stati malati di leucemia, se colpiti a distanza di tempo, possono non essere così fortunati. Non vuoi capire che la malattia di cui stiamo parlando potrebbe attaccarti in un momento qualsiasi e aggravarsi in poco tempo? Non hai mica capito che tu per noi sei troppo importante e mai e poi mai vorremmo vederti soffrire in un letto d'ospedale, vero?"- mitragliò Donnie, in un crescendo di voce.

La parte finale era un rimprovero in piena regola e un'esplosione di tristezza non certamente passata inosservata al piccolo Mikey, ora ammutolito.
Non pensava che i suoi fratelli prendessero tanto seriamente la sua situazione...
Mikey abbassò lo sguardo e senza dire una sola parola si ritirò in cucina, affinché affogasse un po' di risentimento per essere stato quasi rimproverato nella cottura di un po' di pasta.

La giovane tartaruga non si accorse degli sguardi addolorati dei suoi fratelli rivolti al suo guscio sfumato ai bordi dalla luce bianca della cucina e nemmeno del silenzio glaciale piombato dopo lo sfogo di Donatello.
A quest'ultimo furono necessari tre minuti affinché comprendesse cosa gli avesse provocato rabbia, dolore e angoscia messi insieme: il disgusto gli serrava la gola, una morsa di colpevolezza attanagliava lo stomaco, gli occhi si riempivano di calde lacrime che mai sarebbero rotolate sulle guance davanti alla famiglia.
"Forse ho esagerato..."- mormorò, infine, carico di sensi di colpa.

"No. Anche Mikey lo sa e ha voluto scherzare per alleggerire la tensione."- rispose Leo.

L'unico a non concordare era solo Raphael: continuava a fissare intensamente la parte del corpo di Mikey fra il lavello e l'angolo cottura che non era stata offuscata dalla tendina color salmone collocata al posto di una semplice porta.
"Tu non lo sai... ma ci preoccupiamo per te..." fu il suo ultimo pensiero.
 
  
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