Serie TV > Grey's Anatomy
Ricorda la storia  |      
Autore: FloxWeasley    02/11/2015    5 recensioni
“Siamo gli unici in tutta New York senza un costume? Per questo ci guardano male?” chiese ad un tratto Addison, alzando un sopracciglio con aria annoiata quando un gruppo di adolescenti zombie li superò fissandoli come se fossero stati loro ad avere sangue finto sparso su tutta la faccia.
“Non mi guarderebbero male se sapessero che sarò il medico che gli eviterà il coma etilico” fece Derek con il sorrisetto di chi la sa lunga.
“Sai cosa? Se fossimo usciti di casa senza farci la doccia, così com'eravamo appena svegli... allora sì che nessuno ci avrebbe guardato male” ridacchiò la giovane.
“Terrificanti, senza dubbio...” le fece eco con una risata lui, posandole un bacio sulla tempia.
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Addison Montgomery Sheperd, Derek Sheperd
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Di specializzandi esausti, costumi di Halloween e turni da ventiquattro ore

 

 

Addison aveva sempre avuto il sonno molto più leggero di quello di Derek.
Per questo – la prendeva in giro lui – alla Scuola di Medicina non era mai riuscita ad addormentarsi a lezione, cosa che invece lui aveva fatto tranquillamente durante la maggior parte delle ore di ostetricia e ginecologia, e per questo il forte scampanellio che era risuonato nell'appartamento non aveva avuto alcun risultato sul sonno del giovane, che dormiva ancora come un sasso.

Mugugnando nel cuscino Addison rotolò su un fianco, aprendo stancamente un occhio per controllare l'orario dalla sveglia sul comodino: per qualche secondo restò immobile, troppo stanca e confusa per capire se fossero le 6.48 del mattino o del pomeriggio.

Di certo il clima nella stanza non aiutava: le tapparelle erano abbassate e la camera da letto era immersa nella più totale oscurità, tranne per il bagliore della sveglia luminosa, rendendo impossibile la deduzione del momento della giornata. Per quanto ne sapeva, fuori da quella stanza poteva anche esserci l'apocalisse e loro non se ne sarebbero accorti.

Addison aveva optato per rimandare la questione ad un momento di maggiore lucidità, quando il campanello suonò di nuovo e lei si ritrovò a spalancare gli occhi per la seconda volta nel giro di un paio di minuti; dopo uno sbuffo spazientito decise però che in quel momento non era in grado di alzarsi, quindi fece l'unica cosa che le venne in mente: cominciò a tirare calci al fidanzato per svegliarlo.

“Derek...”
“...”
“Derek, il campanello”
“...”
“Hanno suonato il campanello”
“... Addison, torna a dormire” brontolò alla fine lui nel cuscino, girandosi dall'altra parte come se niente fosse.
“Ma sono le sei e cinquanta, chi suonerebbe a quest'ora del mattino?”

Per qualche attimo non ebbe alcuna risposta, quindi sferrò un altro calcio al giovane.
“Derek!”
“Mhm” mugugnò quello in risposta. “È sera, Addison. La sera di Halloween. Saranno i bambini che fanno Dolcetto o Scherzetto” Rotolò verso di lei e le passò un braccio attorno alla vita, stringendola a sé. “Torna a dormire” concluse, affondando il naso tra i suoi capelli.

La risposta sembrò soddisfare la ragazza, che per qualche minuto restò in silenzio a cercare di rimettere insieme i pezzi: lei e Derek avevano staccato alle otto del mattino dopo un turno di 24 ore e – a giudicare dal camice che aveva ancora addosso – si erano buttati a letto senza nemmeno cambiarsi.


Dio, essere specializzandi era un vero inferno. Anche se vivevano insieme, lei e Derek si vedevano molto di più in ospedale che nel loro appartamento e spesso capitava che si incrociassero sulla porta di casa, uno che entrava e l'altro che usciva. La tapparella della camera da letto non veniva alzata da quasi una settimana, visto che c'era sempre dentro uno dei due e a dormire.


A quel punto Addison era quasi riuscita a riprendere sonno per la seconda volta, ma un pensiero l'aveva colta all'improvviso e riportata di forza nella veglia.

“Derek” ricominciò allora a chiamare il fidanzato, girandosi verso di lui per svegliarlo in modo meno brusco. Gli passò una mano tra i capelli scuri e gli accarezzò una guancia, avvicinandosi per baciarlo gentilmente sulle labbra. “Derek, tesoro, non ti sveglierei di nuovo se non fosse necessario, ma...”
“So che ti preoccupa che ci lancino uova contro la porta, Addie, ma credimi se continuiamo a dormire penseranno che non ci sia nessuno o che siamo morti, le luci sono tutte spente” la interruppe lui. “E ora dormi”.
“Non è questo, tesoro. È che abbiamo un altro turno che comincia alle otto”.

Nessuna risposta, poi un brontolio soffocato: “Stai scherzando”
“No” fece lei con un sospiro, costringendosi infine a calciare via le coperte e a mettere i piedi giù dal letto alla cieca. “Ma se ti consola domani dovrebbe essere il nostro giorno libero”.
E sbadigliando si diresse in bagno.
“Non mi consola” borbottò Derek, la testa ancora affondata nel cuscino.

La risata cristallina della fidanzata lo raggiunse dal bagno insieme al rumore dell'acqua che cominciava a scorrere nella doccia. “Nemmeno a me. Ma se venissi in doccia, magari...”
Ci fu qualche attimo di silenzio, ma infine anche lui si trascinò fuori dal letto e dentro il bagno con passo pesante.
“Satana”.

 

Quaranta minuti dopo Derek aspettava la fidanzata nell'ingresso, infilandosi una vecchia giacca di camoscio mentre parlava ad alta voce per farsi sentire nell'altra stanza: “Non ti mancano le feste di Halloween della Columbia?”
“Da morire” si sentì rispondere dal salotto. “E ancora non posso credere che tu abbia acconsentito a travestirci da Luke e Leila, all'ultimo anno. Pensavo che il periodo nerd della mia vita sarebbe rimasto confinato al liceo, quando Star Wars era la mia alternativa alle feste di Halloween”.

Derek ridacchiò e mentre si sistemava il colletto si avvicinò ad una foto appesa vicino alla porta, raffigurante la coppia durante un altro 31 Ottobre: Addison, travestita da Mary Poppins, teneva sotto braccio un Derek pieno di cenere che mostrava lo stesso sorriso aperto di Bert, lo spazzacamini.

“È stato divertente, ma ho preferito l'anno di Mary Poppins e Bert. Almeno non erano fratello e sorella” rise, prima di dare un'occhiata all'orologio e alzare gli occhi al cielo. “Se non ti muovi faremo tardi alla notte più folle dell'anno in pronto soccorso”.
“Ci sono” lo tranquillizzò lei con un sorriso, avvicinandosi per rubargli un bacio mentre faceva sbucare i lunghi capelli rossi, ancora un po' umidi, da un cappello scuro. Derek rispose con il suo solito sorriso impertinente e si avvicinò alla porta, ma proprio in quel momento il campanello suonò. I due si immobilizzarono, lanciandosi un'occhiata dubbiosa.

“Che facciamo?” bisbigliò Derek.
“Fingiamo di non essere in casa? Non so se abbiamo delle caramelle” replicò Addison, guardandosi intorno con aria colpevole: non voleva essere ricordata come la donna che aveva negato dolci ai bambini.
“Siamo in ritardo, ci vedrebbero uscire comunque tra due minuti e faremmo una pessima figura”
“Allora tu tienili a bada mentre cerco qualcosa da dargli” ordinò lei, svanendo in cucina mentre Derek apriva finalmente la porta.

“Dolcetto o Scherzetto?” fecero in coro due bimbi vestiti da romani, una mamma-Cleopatra e una che assomigliava spaventosamente a Morticia Addams, per mano una bambina con le trecce scure e l'espressione molto simile a quella della piccola Mercoledì.
“Buonasera!” li salutò con un sorriso lui. “Ehi, niente scherzetto per favore... so che Mercoledì di solito non va sul leggero quando si parla di scherzi... abbiate solo un attimo di pazienza, stavamo uscendo giusto adesso quindi...”

“Ecco qua!” esclamò allegramente Addison, comparendo accanto a Derek con una manciata di caramelle colorate tra le mani e cominciando a distribuirle nei sacchetti dei bambini.
“Grazie” fecero quelli in coro.
“Buon Halloween” sorrise loro la giovane. “Giuro che non ho idea del perché avessimo quelle caramelle in casa. Potrebbero essere dei precedenti proprietari, per quanto ne so” aggiunse poi a bassa voce mentre li guardava allontanarsi lungo il marciapiede, l'aria vagamente colpevole.
Derek ridacchiò piano e girò la chiave nella toppa.
“Vorrà dire che ce li troveremo in Pronto Soccorso questa notte per avvelenamento”.
Scesero le scale, Addison prese sottobraccio il fidanzato e insieme si avviarono lungo la strada affollata.


“Nostra figlia non si vestirà mai da Mercoledì Addams. Quella bambina mi rende nervoso” confessò ad un tratto Derek, ripensando al gruppetto di poco prima. La giovane rise e strinse la mano nella sua, sorridendo tra sé.

La naturalezza con cui il ragazzo parlava dei loro futuri figli le scaldava il cuore come poche altre cose: non erano ancora nemmeno sposati – e con i ritmi dell'ospedale la data continuava ad essere rimandata – ma per lui sembrava non avere importanza, perché i bambini erano compresi nel suo disegno di vita fin da ragazzo (“Ne voglio almeno una dozzina” scherzava sempre, al che immancabilmente lei rispondeva “Sul mio cadavere!”).
Alla fine di ogni discussione concordavano su due o tre, al che lei gli ricordava che visto il passato della famiglia Shepherd probabilmente sarebbero state tutte femmine, e allora immancabilmente Derek proponeva di sfornare marmocchi finché non fosse nato almeno un maschio.
Addison rideva e scuoteva la testa, ma la verità era che l'idea di una famiglia numerosa come quella di Derek le piaceva: il calore che si respirava quando erano tutti insieme era molto diverso dal clima in cui era cresciuta lei, nonostante il bel rapporto che aveva costruito con Archer.

“Io propongo di nuovo Leila e Luke. Per dei bambini è ancora più adorabile” ridacchiò lei.
“Oh, per questo io ho mille idee da riciclare. Ho portato Amelia a fare Dolcetto o Scherzetto finché non ho compiuto vent'anni, quindi ne ho viste di tutti i colori”. Addison lo guardò incuriosita.

“Deve essere stato divertente”
“Non l'hai mai fatto?” le chiese lui sgranando gli occhi per la sorpresa.
“No” rispose quella con un'alzata di spalle e un piccolo sospiro. “Bizzy diceva che travestirsi e andare ad elemosinare in casa d'altri era da poveracci”.
“Avrei dovuto immaginarlo” fece Derek scuotendo la testa al pensiero della sua futura suocera: un tipo particolare, senza dubbio, ma non nel senso buono del termine. Ancora non si capacitava di come Addison avesse potuto uscire così, semplice e affettuosa, da una famiglia come la sua.
“Beh, ci rifaremo. Non ti preoccupare” le sorrise poi, baciandola fugacemente sulle labbra.

Continuarono a camminare in silenzio per un po', indicando di tanto in tanto qualche zucca intagliata storta sui gradini di una casa o un fantoccio che avrebbe dovuto sembrare spaventoso ma che faceva soltanto apparire un po' esaltato chiunque l'avesse appeso fuori dall'ingresso, e beccandosi le occhiatacce di mummie, streghe e vampiri vari.

“Siamo gli unici in tutta New York senza un costume? Per questo ci guardano male?” chiese ad un tratto Addison, alzando un sopracciglio con aria annoiata quando un gruppo di adolescenti zombie li superò fissandoli come se fossero stati loro ad avere sangue finto sparso su tutta la faccia.
“Non mi guarderebbero male se sapessero che sarò il medico che gli eviterà il coma etilico” fece Derek con il sorrisetto di chi la sa lunga.
“Sai cosa? Se fossimo usciti di casa senza farci la doccia, così com'eravamo appena svegli... allora sì che nessuno ci avrebbe guardato male” ridacchiò la giovane.
“Terrificanti, senza dubbio...” le fece eco con una risata lui, posandole un bacio sulla tempia.
Turno da ventiquattro ore, il vostro peggiore incubo!”
“Altro che zombie...”

Ridacchiarono insieme e Addison si strinse contro il fianco di lui, posando la testa sulla sua spalla.
“La notte di Halloween in Pronto Soccorso non può essere peggio di quella di Capodanno, no?”
“Non saprei, l'anno scorso l'abbiamo scampata... ma mi hanno detto che ci sono molti più incidenti strani e gente vestita in modo folle, mentre a Capodanno sai cosa aspettarti”
“Sarà divertente, vedrai”
“Tu dici?”
“Visto che mi sono dovuto alzare dal letto, lasciami almeno questa speranza...” 





Angolino dell'autrice
Ehilà! Mi sarebbe piaciuto pubblicare per una volta in linea con una festività, ma l'ispirazione per questa storia mi è venuta dopo Halloween, quindi mi tocca farlo con due giorni di ritardo. In realtà non sono una grande amante della festa in sé - anche se da piccola fare dolcetto o scherzetto mi piaceva - ma quello che mi fa impazzire sono le idee strampalate per i costumi, soprattutto quelli dei bambini piccoli o quelli coordinati per le coppie (che sì, sono disgustosamente romantici ma l'idea di Mary Poppins e Bert mi perseguitava).
E Addison e Derek erano d'obbligo, visto che non riesco proprio a togliermeli dalla testa.
(Tra le altre cose ho finito Private Practice, quindi c'è un gran conflitto d'interessi dentro di me perché ADORO Jake e il modo in cui fa felice Addison e soprattutto Henry, sono davvero contenta che alla fine trovi un uomo del genere, ma gli Addek sono gli Addek...)
Ma tornando a noi... spero che anche questo tuffo nel passato dei nostri cari McMarried vi sia piaciuto e vi do appuntamento alla prossima! 
Fra

  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Grey's Anatomy / Vai alla pagina dell'autore: FloxWeasley