Serie TV > The Flash
Ricorda la storia  |      
Autore: ValeryJackson    02/11/2015    3 recensioni
Snowbarry!centric | Presenza di Personaggi della Programmazione Americana | Angst ]
~
«Prenderemo Zoom, d’accordo?» gli promise, con decisione. «So che lo faremo. L’abbiamo sempre fatto. Tu hai sempre vinto, Barry. Questa volta non sarà diverso.»
«E se non ne fossi in grado?» ribatté lui, dando voce ai propri timori.
«Trovo impossibile questa eventualità.»
«E se non fossi abbastanza veloce?»
 
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Barry Allen, Caitlin Snow, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Did you find it hard to breathe?
Did you cry so much that you could barely see?
In the darkness all alone
And no one cares, there's no one there
 

Barry Allen non era abbastanza veloce.
Non lo era mai stato, neanche dopo essere stato colpito da quel fatidico fulmine.
C’era sempre qualcuno un passo avanti; qualcuno la cui prontezza era tale da sovrastare la sua, rendendolo debole, vulnerabile.
Quand’era piccolo, sua madre gli diceva sempre che era meglio avere un cuore buono, che delle gambe svelte.
Ma se quello non fosse bastato?
Quella regola poteva avere senso se detta a quel timido bimbo di undici anni, certo.
Ma per l’uomo che era oggi? Valeva anche per lui?
Valeva anche per Flash?
Un lieve bussare lo distolse dai suoi mesti pensieri. Si trovava ancora al distretto di polizia – nel suo studio – anche se il suo turno era finito già da un po’. Con le mani posate contro il telaio della grande finestra e la fronte aggrottata, scrutava con occhio critico una Central City notturna, che brillando di infinite luci era ignara del destino verso il quale si stava dirigendo.
Zoom era giunto per lui, e il suo scopo era uno soltanto: portargli via ogni cosa.
Era già riuscito, infatti, a rubargli tutto ciò per cui valeva la pena vivere.
Ora era la sua intenzione era strappargli ciò per cui valeva la pena morire.
«È permesso?» domandò qualcuno, prima che una testa facesse capolino dalla porta. Il giovane si voltò appena per constatare chi fosse, nonostante non ne avesse il minimo bisogno. Avrebbe riconosciuto quella voce anche bendato; in fondo, quel tono dolce era uno dei tanti motivi che l'avevano fatto innamorare di lei.
Senza aggiungere altro né aspettare conferma, Caitlin si avvicinò cautamente a lui, i suoi tacchi neri che risuonavano sordi sul pavimento di marmo.
Quando gli fu affianco, esitò per qualche istante. Spostò a propria volta l’attenzione sul profilo luminoso della città, prima di rivolgere al ragazzo un’occhiata comprensiva, rassicurante.
«Come stai?» gli chiese, accarezzandogli teneramente la spalla.
Barry prese un gran respiro, scuotendo piano la testa. «Ho avuto giorni migliori» si limitò ad affermare, al ché lei sospirò brevemente, inclinando di poco il capo di lato.
«Non sei venuto ai Laboratori S.T.A.R., oggi» gli fece notare, gentile.
«Già, io…» Il moro titubò, spostando il peso da un piede all’altro. «Ho avuto molto da fare qui» mentì. «E, ehm…»
«Non devi fingere con me» lo tranquillizzò la ragazza con un sorriso sghembo, per poi passargli una mano tra i capelli. «So che hai molte preoccupazioni, ultimamente. Central City è in pericolo, e tutti contano sull’aiuto di Flash. Ma…» E qui arricciò di poco il naso, in una smorfia. «Anche l’uomo più veloce del mondo ha bisogno di distrarsi» sentenziò. «Cisco ed Iris stanno andando da Jitters. Perché non li raggiungiamo?»
Barry schiuse piano le labbra, pronto a rispondere, ma inizialmente le sue corde vocali non emisero alcun suono. Tutti quelli che amava rischiavano di essere catturati da quel mostro da un momento all’altro; con questa consapevolezza, come avrebbe mai potuto rilassarsi?
Era suo compito difendere i suoi amici; proteggere la sua città.
Un eroe non aveva il tempo di divertirsi.
«Ehi» gli sussurrò immediatamente Caitlin, alla quale non era sfuggito il velo scuro che gli aveva incupito lo sguardo. Intrecciò con fare confortante le dita alle sue, stringendole leggermente tra le proprie nel tentativo di infondergli coraggio. «Prenderemo Zoom, d’accordo?» gli promise, con decisione. «So che lo faremo. L’abbiamo sempre fatto. Tu hai sempre vinto, Barry. Questa volta non sarà diverso.»
«E se non ne fossi in grado?» ribatté lui, dando voce ai propri timori.
«Trovo impossibile questa eventualità.»
«E se non fossi abbastanza veloce?»
La giovane vi ragionò un po’ su, prima di decidersi a rispondere. «Sì che lo sarai» affermò infatti, e fu solo allora che il ragazzo distolse il proprio interesse dai bagliori dello skyline che aveva di fronte per poter incontrare i dolci occhi della mora.
Rilucevano di orgoglio, e di fiducia; lei non aveva davvero alcun dubbio che sarebbe riuscito nel proprio intento. Ed era fiera di lui, la persona al fianco della quale aveva scelto di vivere.
«Io credo in te» gli confessò, e a Barry ci vollero alcuni secondi per poter elaborare quell’idea e lasciarsi sfuggire un rincuorato sorriso.
Era incredibile come quelle iridi color cioccolato avessero il potere di calmarlo, e di fargli credere che sarebbe andato tutto bene. Da quando si era reso conto di quanto profondi fossero i sentimenti che provava per Caitlin, aveva giurato a sé stesso di non permettere a niente e a nessuno di separarli.
Lei lo completava. Gli impediva di arrendersi, di mollare. Gli ricordava cosa volesse dire amare ed essere amati; incondizionatamente, senza costrizioni.
Lei era la ragione principale per cui valeva la pena lottare.
Tra alti e bassi, lei era la sua roccia.
E se Flash poteva vantare un comportamento degno di nomina ed un’infinita bontà, era soprattutto per merito suo.
Senza pensarci troppo il ragazzo si raddrizzò quel tanto che bastava per poterle prendere delicatamente il volto tra le mani e baciarla con dolcezza. Le labbra della ragazza si schiusero leggermente, permettendogli di approfondire quel bacio e di trasmetterle tutta la propria gratitudine, e il proprio sollievo, e il proprio affetto.
Quando si allontanarono l’uno dall’altra, i loro nasi continuarono a sfiorarsi teneramente, mentre con le guance un po’ rosee si scambiavano uno sguardo pieno di complicità.
«Jitters, eh?» ricordò Barry, inarcando un sopracciglio.
La giovane ghignò, compiaciuta. Poi infilò una mano nella tasca della propria giacca a doppiopetto scura. Ne estrasse un mazzetto di chiavi, che sventolò sorniona davanti al viso di lui.
«Guido io» annunciò, e in quel momento il moro si concesse una risata.
Caitlin non aveva mai amato quell'essere scarrozzata a destra e a manca alla velocità della luce.
Prediligeva le cose semplici, ordinarie.
A lei non era mai importato che lui fosse o meno veloce. 
 
Did you break but never mend?
Did it hurt so much you tought it was the end?
Lose your heart but don't know when
And no one cares, there's no one there
 
Zoom li aveva colti di sorpresa, questo c’era da riconoscerglielo.
Aveva fatto scattare gli allarmi dei Laboratori S.T.A.R. proprio quando loro meno se lo aspettavano.
Fronteggiandolo nell’eroica figura di Flash, Barry si stava rendendo conto che quell’uomo – chiunque egli fosse – non si sarebbe mai fatto sopraffare tanto facilmente.
Era veloce, e astuto, e sveglio. Una volpe, che conosceva ogni sua mossa e che si divertiva a prendersi gioco di lui.
«Vediamo cosa sei capace di fare, Flash» lo beffeggiò, con il suo timbro metallico, graffiante.
Il ragazzo strinse i denti, imponendosi di correre ancora di più. Doveva inseguirlo, placcarlo e metterlo finalmente fuori gioco prima che fosse troppo tardi.
Il resto del team osservava il combattimento dall’alto, attraverso gli schermi dei computer nei quali le telecamere di sorveglianza proiettavano ogni cosa. Davano indicazioni al loro leader; contribuivano a contrastare il potere del loro nemico, ma pareva tutto inutile.
Zoom era imbattibile. E sembrava avesse voglia di giocare.
«Barry, dietro di te!» gli urlò Caitlin nell’auricolare, ma l’avvertimento arrivò un secondo troppo tardi, e il giovane velocista fu colpito da un pugno al massimo della velocità, riversandosi al suolo con un lamento strozzato.
«No!» esclamò Iris, prendendo il posto della Snow nell’istante stesso in cui quest’ultima si alzò di scatto dalla sedia, precipitandosi fuori dalla struttura più in fretta che poteva.
«Presto, ha bisogno di aiuto!» intimò Joe a Patty, che non aveva ancora molta dimestichezza in quel campo, ma che sapeva benissimo fare il proprio mestiere: prestare soccorso con l’ausilio di una pistola.
Giungendo nello spiazzo in cui si stava svolgendo la battaglia, i tre rimasero per un attimo pietrificati.
Ma bastò scorgere la mano dell’avversario sollevarsi – pronta a ridurre in poltiglia il cuore di Barry – per convincere i due poliziotti a far fuoco.
Ad ogni rinculo delle loro armi avanzavano con fermezza verso Zoom, ma non ottennero altro risultato se non quello di indispettirlo, attirando l’attenzione su di sé.
Prima che potessero accorgersene, il velocista gli si avvicinò, e con uno spintone fece piroettare in aria il corpo inerme di lui, che battendo il capo contro il suolo perse inevitabilmente i sensi.
La bionda sgranò gli occhi, barcollando all’indietro con aria smarrita; e quando sollevò nuovamente la pistola in direzione del nemico, questa non riusciva a star ferma per via del tremore delle sue mani.
A Zoom bastò un solo gesto, ancor più rapido di un battito di ciglia. E senza capire neanche come, la giovane donna fu costretta a lasciar andare il proprio revolver per portarsi le mani al collo, nella speranza di allontanare quelle del velocista; questo era infatti riuscito a stringere tanto da sollevarla di qualche centimetri da terra.
«Patty!» gridò Caitlin, facendo per correre verso di lei. Ma Barry, che si era appena ripreso dal colpo subìto, glielo impedì.
«Cait, sta indietro!» le impose, e nella sua voce fu palpabile la preoccupazione. Non se lo sarebbe mai perdonato, se anche a lei fosse successo qualcosa, e questo persino Zoom parve notarlo.
Con uno scatto del braccio, scagliò violentemente la Spivot a terra, raccogliendo poi con tutta calma la pistola della detective. Se la rigirò tra le mani, quasi divertito. Poi ne puntò la canna contro la proprietaria.
«Questo è ancora il modo più efficace per spaventare una persona, vero?» ridacchiò, ironico, prima di indirizzare un’alzata del mento al ragazzo, con aria di sfida.
«Vediamo se sei più veloce di un proiettile» lo provocò, e subito dopo fece partire un colpo.
Accadde tutto in pochi secondi: il moro si affrettò a salvare l’amica, e riuscì a portarla via dalla traiettoria della pallottola senza che questa le causasse neanche un graffio.
L’adagiò cautamente a terra, accarezzandole con delicatezza una ferita all’altezza del sopracciglio che però era del tutto superficiale. Si sfilò la maschera dal viso, scrutando quello dell'amica con apprensione.
«Stai bene?» si informò, al ché la bionda annuì, ringraziandolo con lo sguardo.
Poi un ulteriore sparo riecheggiò alle loro spalle.
Barry si voltò, confuso, tornando ad osservare Zoom.
L’uomo non aveva cercato di infierire su nessuno di loro due, e inizialmente il ragazzo si chiese per quale motivo avesse fatto di nuovo fuoco.
Gli ci volle qualche istante per notare che l’arma che aveva in pugno era puntata da tutt’altra parte; e quando capì verso dove, il suo cuore perse un battito.
Caitlin – la sua Caitlin – era ancora ferma nello stesso punto, e all’inizio parve non intuire ciò che stava succedendo. Ma poi chinò leggermente la testa, e fu allora che si rese conto di quanto profonda fosse la lacerazione che il proiettile le aveva causato all’altezza della bocca dello stomaco.
«Non avresti dovuto smettere di correre, Flash» sibilò maligno Zoom, prima di volatilizzarsi con la stessa rapidità con la quale era arrivato.
La scena parve svolgersi a rallentatore. Il giovane Allen giunse dalla Snow nel momento esatto in cui le gambe di lei cedettero, ormai incapaci di sostenere il suo peso. Lui l’avvolse con le braccia, accompagnandola nel suo accasciarsi al suolo.
Terrorizzato ed incredulo, scorse una macchia cremisi espandersi nefasta sulla giacca pastello di lei. E non appena le sue dita sfiorarono il suo torace, tremanti, si imbrattarono immediatamente di sangue.
«No» mormorò, incapace di credere che stesse accadendo davvero. «No, no, no, no, no. Cait, guardami» le ordinò, posandole il palmo dietro la nuca affinché lei obbedisse. La sua voce era vibrante, gli occhi che cominciavano molesti a bruciare.
«Barry?» Quel nome lasciò le sue labbra screpolate in un sussurro così lieve, che il ragazzo a malapena lo udì.
«Sono qui» le assicurò, passandole una mano tra i capelli. «Andrà tutto bene, te lo prometto. Ora ti porto in ospedale e…»
«Non…» lo interruppe la mora, con molta fatica. «N-Non ce n’è bisogno.» Il suo respiro era tanto flebile quanto irregolare; l’ombra di un riso a fior di labbra aleggiò sul suo volto. «Non fa male.»
Calde lacrime minacciarono di rigare il viso di Barry, mentre l’inevitabile lo colpiva come una morsa d’acciaio ad attanagliargli il cuore. «Cait, no. Resta con me» la supplicò, un singulto a sconquassargli il petto. Le accarezzò una guancia, con dolcezza. «Mi dispiace» si scusò poi. «Perdonami.»
«Non preoccuparti» lo tranquillizzò lei, con voce smorzata. Si impose di sorridergli, con fare rassicurante. «È tutto okay. È tutto... tutto perfetto. Sono nelle braccia dell’uomo che amo. Non potrebbe andare meglio.» Le ci volle un’eternità per completare quella frase, ogni parola intervallata da un ansito raschiante. «T-Tu… Tu hai sciolto il mio cuore in modi che non credevo neanche possibili. E non riuscirei mai a ringraziarti abbastanza per questo.»
«Ti prego, non lasciarmi» implorò il ragazzo, nonostante fosse conscio del fatto che quella richiesta era inutile. Premette le labbra contro la sua gelida fronte, baciandogliela e singhiozzando disperato. Caitlin gli posò debolmente una mano sul cuore.
«Lei mi ama, Mr. Allen?» gli domandò, e il giovane si ritrovò ad incastrare le proprie iridi verdi in quelle color cioccolato di lei un’altra – ed ultima – volta. Lì vi lesse solo puro e genuino amore; un sentimento che li aveva legati fino a quel momento, e che avrebbe continuato a farlo per sempre.
«Sì, la amo, Dottor Snow.»
Ed era vero. Non avrebbe potuto essere altrimenti. E questo alla ragazza sembrò bastare.
Esalò un ultimo, breve respiro. Le sue pupille si dilatarono, ma poi furono coperte dalle palpebre che, appesantite, presero a chiudersi lentamente.
Un momento; un attimo in cui il suo capo si adagiò contro la spalla di lui. Le braccia che le ricadevano a peso morto lungo i fianchi, il cuore che arrestava la propria corsa.
Barry invocò nuovamente il suo nome, e stringendola a sé più che poteva prese a cullare il suo corpo ormai privo di vita, dando sfogo al proprio dolore quasi più forte piangesse, più riuscisse a convincersi che tutto quello non era reale.
Ma non fu necessario guardare le espressioni addolorate e sconvolte dei propri amici, per poter capire che non si trattava solo di un orribile sogno.
Per questo si scusò nuovamente con lei. Le chiese perdono per non essere riuscito a salvarla e a proteggerla come invece avrebbe dovuto; per aver permesso a Zoom di farle del male, e di pagare il pegno che al contrario sarebbe dovuto toccare solo ed unicamente a lui.
Le chiese perdono perché sì, se Caitlin Snow era morta era stato per colpa sua.
Lui non era riuscito a prendersi cura di lei come le aveva promesso.
Lui non era riuscito difenderla. 
Aveva fallito.
Non era stato abbastanza veloce. 
 
Did you lose what won't return?
Did you love but never learn?

Angolo Scrittrice
Okay, lo ammetto: sono un mostro. 
Mi odio per aver scritto questa one-shot, ma - ehi! - non biasimatemi. Non so neanch'io cosa mi abbia spinto a scrivere della morte di Caitlin.
Questa storia è nata così, un po' per caso. Una sera ho sognato quella che in pratica avrebbe potuto essere un'intera stagione, e poi il mio snowbarry heart ha preso il sopravvento. 
Che dire? Spero davvero che vi sia piaciuta. Ci ho messo molto impegno per scriverla, perhè volevo che fosse credibile, e sensata, e che riuscisse ad emozionare. 
Mi auguro di essere riuscita nel mio intento, e se così non fosse non esitate a farmelo sapere. 
Mi sono focalizzata principalmente sul timore di Barry di non essere abbastanza veloce. Lo sappiamo, Zoom apparentemente sembra imbattibile; ma se lo fosse sul serio? E se il nostro Flash non riuscisse a proteggere quelli che ama? 
Nella mia mente un po' british le ultime battute suonavano leggermente meglio. L'avevo immaginato come un:
«Do you love me, Mr. Allen?»
«Yes, I do, Doctor Snow.»

Ma alla fine anche in italiano ha il suo perchè, dai.
La canzone è Flares dei The Script. Ho pensato che avrebbe potuto descrivre al meglio la situazione; spero di aver fatto la scelta giusta ahah 
Ho poi voluto aggiungere anche Patty nel Team Flash, perchè sì. Amo il suo personaggio: è dolce, simpatica e molto credibile. Solo che deve mantenere una distanza di tre metri da Barry, ptf. 
Snowbarry is real, bitches. Anche se ci toccherà aspettare un altro paio di stagioni... :c
Oookay, è ora che mi dilegui. 
Fatemi sapere cosa ne pensate, mi raccomando! Complimenti o critiche (costruttive, obv) che siano, tutto è ben accetto. 
Mi auguro col cuore che vi sia piaciuto! 
A lot of feels for everyone! 
Love, 

ValeryJackson

P.s. Se c'è qualcuno di voi che segue la mia altra fanfic "Until the End and Beyond", vorrei annunciare che no, non l'ho affatto abbandonata. Ho attraversato un periodo pieno di impegni, studio e fattori estterni che mi hanno impedito di continuarla, ma vi assicuro che il nuovo capitolo è già in fase di scrittura. Work in progress, come si suol dire. Spero che qualcuno sia ancora interessato a leggerla! 

 
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Flash / Vai alla pagina dell'autore: ValeryJackson