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Autore: chichi_ago    02/11/2015    3 recensioni
l'addio non detto distrugge Gaetano. le parole non dette lo portano a essere una persona che allo specchio non riconosce più.
camilla è convinta di essere libera ma così non è.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Camilla Baudino, Gaetano Berardi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le mani gli tremavano. I brividi di freddo attraversavano la sua schiena. Rimase alcuni secondi con la cartolina tra le mani, immobile.  Afferrò la carta con entrambe le mani e cominciò a strapparla a metà, poi ancora a metà. I pezzi diventavano sempre più piccoli. Quella cartolina stava facendo la stessa fine del suo cuore. Fatto a pezzi e buttato in un cestino.
Prese l’ascensore e ritornò nel suo alloggio. La voglia di andarsi ad allenare era scomparsa del tutto. Aveva solo voglia di sfondare la porta davanti alla sua, di piangere, urlare, capire, forse scappare.
Si sedette al tavolo della cucina. Fissò il vuoto per un tempo infinito. Poi si alzò e dalla credenza prese la bottiglia di whisky.
Aveva bisogno di un bicchiere solo, giusto per rilassarsi e allontanare quei pensieri dalla mente. Ma un bicchiere solo fu palesemente inutile. Ne seguì un altro e un altro. Il livello del liquore nella bottiglia stava calando in modo assurdo  e la sua mente non ne trovava alcun giovamento.
Gli girava la testa. Chiudeva gli occhi e vedeva lei. La vedeva nuda davanti a lui, i suoi occhi scuri lo fissavano. Lui allungava la mano verso il suo volto e lei scompariva nel nulla.
Era ossessionato dai ricordi. Le passeggiate per il centro di Torino, i risvegli al suo fianco, la loro prima volta, il loro primo bacio, il loro primo incontro.
Girava per la casa toccando le pareti su cui baciandolo si era appoggiata. In camera da letto si ritrovò ad accarezzare il cuscino su cui i suoi capelli da troppo tempo non si posavano.

-E stringerò il cuscino fra le braccia mentre cercherò il tuo viso che splendido nell'ombra apparirà.-

Aveva la nausea. A causa dell’alcol ma non solo. Era nauseato dalla situazione che si era venuta a creare. Lui desiderava solo farla felice ma questo non voleva dire inginocchiarsi ai suoi piedi senza dignità.
Si guardò allo specchio del bagno. Le mani appoggiate come supporto al bordo del lavandino. Gli occhi lividi per le lacrime. Il viso quasi bianco a causa della nausea. La bocca impastata. La mente completamente in confusione.
Riuscì solo a capire che si era ridotto molto male questa volta. Erano le 9 di sera e a stomaco vuoto si era scolato un’intera bottiglia di whisky.
La lucidità non durò molto. Seduto per terra a fianco alla porta di ingresso ricominciò a piangere prendendo a pugni il pavimento.

-Mi sento gia sperduto e la mia mano dove prima tu brillavi e' diventata un pugno chiuso, sai.-

Senza neanche rendersene conto poco dopo la vittima dei suoi pugni era la porta di casa di Camilla. In piedi davanti alla porta di lei, con la testa appoggiata al legno, tirava forti pugni uno dopo l’altro.
Camilla stava cenando sul divano davanti a uno dei suoi film preferiti, quando il rumore dei colpi richiamò la sua attenzione. Corse alla porta, guardò dallo spioncino ma era oscurato dalla testa appoggiata lui. Cominciò ad aver paura. I pugni continuavano.
“Chi sei?”
Un pugno.
“Smettila o chiamo la polizia”
Prese il cellulare. Cominciò a digitare il numero.
“Sto chiamando!!!Smettila!!!”
Altri due pugni.
Avviò la chiamata.
Una musichetta cominciò a suonare dietro la porta. Sullo schermo del cellulare di Camilla solo una scritta: Gaetano.
Camilla guardò il suo cellulare, la porta e di nuovo il suo cellulare. La musichetta continuava e lei la conosceva.
Quante volte tra un bacio e l’altro con Gaetano il suo cellulare aveva cominciato a suonare per avvisarli di un nuovo omicidio o di nuove notizie riguardo a un caso.
“Camilla apri questa dannata porta!!”, la sua voce.
“Cosa succede??? Gaetano smettila!Cosa vuoi??”
“Apri per favore.” I pugni si fermarono. Gaetano cominciò a singhiozzare.

-Cattivo come adesso non lo sono stato e quando mezzanotte viene se davvero mi vuoi bene pensami mezz'ora almeno e dal pugno chiuso una carezza nascerà.-

Camilla mise la mano sulla maniglia e lentamente aprì la porta.
Si ritrovò davanti un uomo che quasi non riconosceva. Un uomo distrutto.
Gaetano incapace di reggersi in piedi le crollò addosso ed entrambi caddero per terra nell’ingresso di Camilla.
A fatica Camilla riuscì a mettere seduto Gaetano che a causa dei giramenti di testa continuava a dondolare a destra e sinistra.
Gli appoggiò la schiena contro il muro e prendendogli con le mani il viso e cercando di rivolgere il suo sguardo verso di lei gli fece una domanda con ovvia risposta: “Quanto hai bevuto?”
Gaetano la guardò, non gli sembrava reale ma purtroppo lo era. Purtroppo perché non avrebbe mai voluto farsi vedere da lei così. Purtroppo perché non doveva essere lui a prendere il proprio orgoglio, buttarlo dal precipizio e a bussare alla porta di lei. Purtroppo perché lui non era in grado di ragionare, di calibrare ogni suo movimento, ogni sua parola a causa della sbronza colossale che si era preso.
Gaetano cominciò a parlare. Più che a parlare a sbiascicare parole una dopo l’altra.
“ Sei una stronza Camilla. Tu non mi ami, tu mi vuoi solo distruggere.”
Il volume della voce si alzava parola dopo parola e il tono con cui il suono usciva dalla sua bocca si faceva sempre più duro e sprezzante.
“Sei una capricciosa, pensi di poter trattare le persone come desideri, pensi che le persone non soffrano. Pensi che puoi soffrire solo tu per amore? Guardami. Mi faccio schifo e molto probabilmente faccio schifo anche a te. E’ solo colpa tua se mi sono ridotto a questo. Cosa vuoi ancora farmi? Dopo essermi scappata per dieci anni, esserti concessa a me, avermi trattato come un amico, un amico di letto, un non fidanzato, un amico adottato, dopo avermi detto che non era ancora tempo per noi, dopo avermi mentito per proteggere un tuo ex, dopo avermi mollato come l’ultimo degli stupidi, dopo avermi mandato una dannata cartolina cosa vuoi ancora farmi?”
Gaetano urlava. Camilla in lacrime gli teneva stretti i polsi.
“Ti rendi conto di cosa stai facendo Camilla? Cosa mi stai facendo? Pensi di poter dire ti amo così? Scritto su una cartolina?  Non hai neanche coraggio di dirmelo in faccia, guardandomi negli occhi? Camilla io amavo un altro tipo di donna. La persona che sei diventata ora non la riconosco più. Pensi di poterti far vedere con Renzo, con Michele senza farmi provare gelosia? Come posso non essere geloso quando sei così bella, sensuale, perfetta. Cosa vuoi da me ora? Perché mandarmi quella cartolina! Perchè devi continuare a perseguitarmi?”
“Gaetano …ti prego smettila”
Lei singhiozzava, lui continuava a urlarle tutto il dolore e l’umiliazione provati finchè l’alcol ebbe la meglio. Gaetano vomitò sul pavimento e svenne tra le braccia di Camilla.

-Mi sembrerà di cogliere una stella in mezzo al ciel così tu non sarai lontano quando brillerai nella mia mano.-
   
 
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