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Autore: EdSheeran    05/11/2015    19 recensioni
Dal testo:
Durante l’intero tragitto mi ero preparato ad ogni possibile visione dei miei amici, li avevo immaginati squartati, grondanti di sangue e anche senza qualche parte del corpo..ma MAI mi sarei aspettato di vedere quello.
Derek era seduto sul grande tappeto del salotto, ed era letteralmente circondato da cinque bambini che avranno avuto sei mesi o giù di lì, il suo sguardo disperato si posò su di me e poi sui marmocchi seduti in mezzo alle sue gambe.
-Ti prego, aiutami.- mi supplicò sembrando per la prima volta davvero disperato.
Fu solo quando avanzai verso di lui che riuscii a scorgere meglio i particolari dei visi dei bambini, sbiancando subito dopo.
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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WE ARE FAMILY






Essere un adolescente normale non era mai stato nei miei piani. Così come non avevo mai pensato o voluto una vita normale, per non dire noiosa. Sin da quando ero un bambino, infatti, era sempre stato impossibile tenermi fermo e buono su di una sedia e non c’era alcun modo per convincermi a fare qualcosa che facessero anche gli altri bambini. Io odiavo la banalità, ed odiavo la monotonia: il solo pensare di dover compiere gli stessi gesti, di dover mangiare le stesse cose, e di dover vedere sempre le stesse persone ogni giorno mi causava un attacco di panico. Non sapevo se associare tutto ciò all’ADHD o al semplice fatto che ero troppo sveglio ed intelligente per abbassarmi a certe “normalità”, tuttavia avevo trovato la vita perfetta per me quando il mio migliore amico Scott era stato morso da un lupo mannaro.
Da quel momento la mia vita era stata spericolata, frenetica ed avvincente. Certo, anch’essa aveva i suoi lati negativi: Come il rischio di poter perdere una persona cara, o il rischio di poter morire nel modo più atroce possibile.

Ma tutto sommato a me andava bene così. A chi non piaceva provare il brivido del pericolo almeno una volta tanto?

Io adoravo sconfiggere il male e scervellarmi per trovare sempre un modo per far trionfare il bene e salvare così la città ed i miei amici.
Ma purtroppo qualcuno non la pensava allo stesso modo. Esatto, stavo parlando proprio di quello stupido di Derek, il Sourwolf.
Quell’idiota sopraccigliato che quel giorno mi aveva consigliato (tra ringhi, minacce e sbattimenti contro il muro) di rimanere a casa, perché “è meglio così”.

Tsè! Ingrato! Ero stato IO quello che aveva trovato l’antidoto per distruggere la strega che da qualche giorno stava creando problemi in città. Ed ero sempre stato IO  quello che era riuscito a trovare il suo nascondiglio! Il minimo che poteva fare quello stupido lupo era farmi partecipare alla battaglia!

Ma ovviamente per lui era chiedere troppo. D’altronde io ero solamente lo “stupido umano” che non serviva a niente se non  a fare qualche altrettanto stupida ricerca.
E pensare che ero stato proprio IO, l’ inutile e stupido umano, quello che gli aveva salvato la vita un considerevole numero di volte! E questo era tutta la sua gratitudine?!
 
Basta così. Da quel giorno in poi non sarei più corso in suo aiuto. L’umano aveva detto “basta!”.
 
Mi destai dai miei pensieri quando il mio telefono prese a vibrare contro la tasca, lo estrassi con un sonoro sbuffo. Cacciai una risata isterica quando lessi “Sourwolf” sullo schermo ed il mio primo pensiero fu quello di scagliare l’aggeggio contro il muro..tuttavia mi decisi a leggere il messaggio solo perché ero preoccupato per Scott ed il branco, SOLO per loro.
 
Stiles devi venire immediatamente alla villa, ho bisogno di te.-DH
 
-Merda.- imprecai passandomi nervosamente le mani per il viso.
 
Come potevo non correre ad aiutarlo?? Insomma..poteva essere successo di tutto, i miei amici potevano essere feriti o in fin di vita e..e poi…e poi mi aveva già convinto al suo “ho bisogno di te.”
Digitai un veloce “ok” e mi precipitai fuori casa e poi verso la mia jeep, il cuore che mi martellava pesantemente contro il petto per via dell’agitazione. Speravo solo che non fosse nulla di grave e che non perdessi nessuno dei miei amici.

Una volta raggiunta la villa ormai ricostruita degli Hale, non mi degnai nemmeno di bussare e spalancai la porta in un colpo solo. Durante l’intero tragitto mi ero preparato ad ogni possibile visione dei miei amici, li avevo immaginati squartati, grondanti di sangue e anche senza qualche parte del corpo..ma MAI mi sarei aspettato  di vedere quello.

Derek era seduto sul grande tappeto del salotto, ed era letteralmente circondato da cinque bambini che avranno avuto sei mesi o giù di lì, il suo sguardo disperato si posò su di me e poi sui marmocchi seduti in mezzo alle sue gambe.

-Ti prego, aiutami.- mi supplicò sembrando per la prima volta davvero disperato.

Fu solo quando avanzai verso di lui che riuscii a scorgere meglio i particolari dei visi dei bambini, sbiancando subito dopo.

Un bambino era di carnagione abbastanza scura ed aveva due occhioni marroni molto simili a quelli di un cucciolo abbandonato, la sua testa era piena zeppa di capelli scuri.

-S-Scott?- lo chiamai scioccato, portandomi una mano alla bocca quando questi, sentendosi nominare, alzò il viso verso di me e mi mostrò un sorriso fatto solo di gengive.

Non aveva nemmeno i denti!!

Posai lo sguardo sul bambino aggrappato fortemente alla caviglia di Derek, i suoi capelli ricci erano così lunghi da coprirgli gli occhi, tuttavia non mi fu difficile identificarlo.

-Isaac?- chiamai anche lui che alzò la testa ma non riuscì a vedermi per via dei capelli.-Jackson?- indicai il bambino dai corti capelli castano chiaro e gli occhi furbi e azzurri.-Erica?- indicai questa volta una dolce e bellissima bambina dai lunghi  e boccolati capelli biondi che rise alla mia espressione scioccata.-Boyd!?- sbottai quando vidi un bambino di colore ciucciarsi il pollice con la schiena poggiata contro lo stomaco di Derek.

-Stiles, respira.- mi disse Derek.

-Che diamine è successo!?- sbottai gesticolando ampiamente.-Perché i miei amici sono dei poppanti!?-

-E’ stata la strega.- sbuffò Derek.-Li ha trasformati così per farmi un dispetto.-

-E perché!?-

-Perché ha..ha detto che devo imparare ad essere un bravo Alpha.- disse a denti stretti, lui.-Ha detto che dovevo imparare a prendermi cura dei miei beta.-

-E perché mai ad una strega dovrebbe importare qualcosa su come tratti il tuo branco!?- domandai più confuso che mai.

-Perché a quanto pare la stronza conosceva mia madre.- sbuffò Derek.-E non può accettare che io sia diventato un cattivo alpha.-

Mi accovacciai davanti a lui e posai una mano sulla sua spalla per rincuorarlo, potevo solo immaginare quanto gli avessero fatto male quelle parole. In fondo lui si era sempre impegnato per essere un buon alpha e non aveva mai trattato male i suoi beta, anzi, si era sempre preoccupato per loro.

-Quindi la strega voleva solo darti una lezione.-

-Già.-

-Bene!- esclamai sentendomi già più rilassato.-Significa che questo incantesimo non durerà per sempre. Devi solo prenderti cura dei tuoi beta per un po’.-

-Come faccio ad occuparmi di CINQUE bambini!?- ringhiò Derek.-Non ho mai avuto a che fare con i bambini!-

-Beh, io per un po’ ho fatto da babysitter alla figlia della mia vicina e ti posso assicurare che non è facile come sembra. I bambini sono un’immensa responsabilità e..che c’è? Perché stai ghignando in quel modo?- tremai sotto al suo sguardo che non prometteva niente di bene.

-Sei in vacanza, giusto? Non devi andare a scuola?-

-No, ci sono le vacanze natalizie, perché?- domandai confuso.

-Perfetto. Perché rimarrai qui con me e mi aiuterai ad occuparmi di loro.-

-Coooooooosa!? No! Scordatelo! Questo è un guaio che hai combinato tu! Io non ero nemmeno presente dato che TU non mi hai voluto tra i piedi.-

-Stiles, non te lo sto chiedendo, te lo sto ordinando.-

-Non sono un tuo fottuto beta, non puoi ordinarmi proprio niente.-

-Non hai scelta, Stiles.- sorrise lui.-O mi aiuti a prendermi cura di loro, oppure i tuoi amici faranno una brutta fine.-
 
Mi morsi nervosamente le labbra ed abbassai lo sguardo sui bambini ancora comodamente seduti tra le sue gambe, i loro occhietti passavano continuamente da me a Derek, guardandoci con sguardi innamorati. Il tipico sguardo che i bambini rivolgevano ai loro genitori.

Quella storia non sarebbe finita bene, lo sapevo.
 
-E va bene.- cedetti prendendo in braccio Scott che iniziò a ridere e scalciare dalla contentezza.-Dobbiamo avvisare mio padre, Melissa, Lydia ed Allison.-

-Perché?- domandò Derek guardando con timore Isaac tentare di arrampicarglisi sulla maglietta.

-Perché Melissa ha il diritto di sapere le nuove condizioni di suo figlio.- elencai indicando Scott che strinse la manina intorno al mio indice.-Mio padre può comunque darci una mano e deve sapere perché passerò la maggior parte del mio tempo in casa tua. E Lydia ed Allison possono darci una mano con i genitori di Jackson, di Boyd e di Erica.-

-Ok, ha senso.- annuì Derek.-Chiamali e fai presto.-

-Gentile come sempre.- borbottai tenendo Scott contro il mio fianco mentre con la mano libera mi apprestavo ad inviare un messaggio generale e sintetico alle persone prima elencate.

-Scott, no!- ammonii Scott quando tentò di prendermi il telefono.-Scott, fermo.- dissi con voce severa che però Scott ignorò bellamente, decidendo di continuare a battere la manina sullo schermo del mio telefono.-Derek, tienilo.- sbuffai allungandogli Scott.

-Non puoi posarlo a terra insieme agli altri??- spalancò gli occhi lui, alternando lo sguardo da Scott ad Isaac che si era accoccolato contro il suo stomaco.

-E’ solo un bambino, Sourwolf.- sbuffai posandoglielo in grembo.-Non ti uccide mica!-

-Guada che non ho paura di loro!-

-Certo che no.- ridacchiai nel vederlo guardare Scott con occhi pieni di terrore mentre questi gli dava dei piccoli buffetti sulle guance e rideva.
 
Inviai il messaggio e mi sedetti di fronte a Derek sperando che almeno mio padre e Melissa sarebbero corsi immediatamente in nostro aiuto. Le mie sopracciglia si sollevarono per lo shock quando vidi Jackson allungare le braccine in mia direzione e senza pensarci troppo lo presi in braccio. Lui mi guardò con i suoi occhioni azzurri, reclinando la testa leggermente di lato con fare curioso.

-Hey, credi che loro sappiano chi siamo?- domandai a Derek prima di fare la linguaccia a Jackson che mi mostrò le sue gengive in un genuino sorriso.

-No, non credo.- mormorò Derek cercando di rimanere immobile e di non muovere troppo la bocca dato che Scott ci stava passando il ditino contro.

-Quindi sono dei semplici bambini? Non sanno nemmeno chi sono i loro veri genitori?- domandai allibito.

-Uh-uh.-

-Derek, sei ridicolo, lo sai?- repressi a stento una risata.-Sembri una statua, rilassati!- esclamai colpendogli il ginocchio con un piede.

-Devo mostrarmi calmo o loro mi attaccheranno.-

-Non sono mostri, sono bambini.- roteai gli occhi alla sua drammaticità.-Sono totalmente innocui.-

-Non mi piace il modo in cui mi guarda Boyd.-
 
Abbassai lo sguardo sul bambino appena nominato e lo vidi mentre continuava a ciucciarsi il pollice gonfiando ad intermittenza le guance, i suoi occhietti erano fissi su Derek e lo guardavano con malcelato affetto.
Inarcai un sopracciglio e fissai Derek alla “Sul serio?” ma lui ricambiò il mio sguardo con uno spaesato e impaurito che mi fece quasi tenerezza. Quasi, eh!

Sospirai e poggiai Jackson contro il ginocchio di Derek, il bimbo rilasciò un piccolo lamento deluso ma poi decise di sfogarsi picchiettando le manine contro la rotula del licantropo che ringhiò infastidito ma non si mosse.

-Ecco.- sussurrai piano, prendendo una mano di Derek per portarla dietro la schiena di Scott comodamente raggomitolato contro il suo petto.-Picchietta contro la sua schiena.-

-Perché??- domandò Derek deglutendo a vuoto.

-Ai bambini piace.-alzai le spalle.-Li calma.-

-E’ che..- Derek prese un profondo respiro, come se si vergognasse di proseguire.-Io sono un licantropo e lui è solo un fragile bambino.- disse con voce tremante.-E se gli facessi male??-

-Non lo farai.- lo rassicurai.-Coraggio.- lo incitai prendendo in braccio Boyd.-Oddio, Boyd! Quanto pesi!- risi portandomi il bambino al petto.

Questi nascose la testolina nell’incavo del mio collo ed io presi a picchiettare delicatamente la mano contro la sua schiena per mostrare a Derek come fare. Derek esitò ancora per un po’ prima di imitare le mie mosse, provocando una piccola risata a Scott.

-Visto?- sorrisi a Derek.-Sei bravo!-

-Sarò un disastro in tutto.- mormorò Derek guardando con aria preoccupata tutti i bambini intorno a lui.

-Hey! Non dire così!- lo ammonii con voce severa.-Te la caverai. Ce la caveremo.- lo rassicurai sorridendogli.
 
Stava quasi per ricambiare il sorriso ed io stavo letteralmente morendo dalla voglia di vederlo mentre lo faceva..ma non potetti perché Isaac (ancora comodamente adagiato sul suo stomaco) starnutì così forte da sbilanciarsi all’indietro, verso il pavimento. Non ebbi nemmeno il tempo di gridare o di immaginarmi il cranio spappolato di Isaac sul pavimento che Derek, grazie ai suoi super riflessi mannari, lo afferrò al volo, portandoselo contro l’altra spalla.

Era così strano vedere Derek con in braccio due bambini, era una visione che avrei definito censurabile , perché avevo sempre trovato quest’ultimo indecentemente bello, con i suoi occhi verdi ed il fisico da dio greco..ma vederlo con dei bambini lo rendeva in qualche modo..normale e reale. Derek sembrava così vulnerabile con quei bambini tra le braccia e allo stesso tempo ispirava sicurezza e protezione, come una lupa che protegge i propri cuccioli.

-Mi stai fissando a bocca aperta, Stiles.-

-Oh, io-

-Figliolo! Cos’era quel messaggio!? Cos’è succ…-
 
Fortunatamente per me, mio padre e Melissa fecero il loro ingresso proprio in quel momento, bloccandosi subito dopo con le espressioni più buffe e scioccate di sempre.
 
-Di chi sono questi bambini!?- domandò ingenuamente mio padre, accovacciandosi dietro di me.

-Ma quello è il mio Scott!- esclamò Melissa indicando uno dei due bambini tra le braccia dell’alpha.

-E’ opera di una strega, l’incantesimo dovrebbe durare massimo qualche giorno.- li rassicurai omettendo che tutto quello era successo per via di Derek, non mi andava di mortificarlo maggiormente.

-CHE COSA!?- esclamò una voce femminile alle mie spalle.

Lydia ed Allison erano arrivate giusto in tempo per sentire la mia “abbreviata” spiegazione, e adesso si stavano avvicinando a passo incerto verso di noi.

-Jackson!?- esclamò la rossa quando vide il bambino dagli occhi azzurri giocare a tirare la stoffa dei jeans di Derek.-Come ti ha ridotto quella stronza!?- gli domandò prendendolo in braccio per poi stringerselo al petto.

Allison guardava Scott e gli altri bambini con la bocca spalancata, incapace di emettere alcun suono.

-Posso tenerlo in braccio? Mi manca così tanto tenere in braccio il mio bambino!- sussurrò Melissa con gli occhi fissi in quelli di Derek.

-Certo.- acconsentì immediatamente, Derek, porgendole suo figlio con massima cautela.

Melissa se lo strinse immediatamente al petto e Scott parve calmarsi immediatamente contro le sue braccia, quasi come se avesse riconosciuto il vero tocco di sua madre.
Allison prese Erica, l’unica bambina che non era stata ancora presa in braccio, e lasciò che questa prendesse a giocare con la sua collana, tirandola appena.

-Papà, Derek ha bisogno di una mano con loro.- dissi con espressione preoccupata.

Mio padre sembrava ancora sotto shock per tutto ciò, credo proprio che non si sarebbe mai abituato alle stranezze del soprannaturale, ma comunque annuì alle mie parole e guardò Derek quasi con pietà.

-Buona fortuna ad entrambi.- ci disse.-Ho cresciuto Stiles da solo e so quanto può essere difficile e tragica come cosa.-

-Papà!- esclamai indignato.-Non puoi paragonarmi a cinque piccoli lupi mannari!-

-Hai ragione, tu sei stato mille volte peggio.-

Derek ridacchiò a quelle parole ed io gli avrei volentieri dato un calcio…se non fossi stato troppo preso da quel bellissimo suono.

-Lydia, credo che io e te dovremmo occuparci di Erica.- mormorò Allison carezzando i capelli biondi della bambina tra le sue braccia.

-Perché?- domandò la rossa mentre cullava un quasi addormentato Jackson.

-Perché..beh, Derek e Stiles prima o poi dovranno cambiare i pannolini ai bambini.- parlò lentamente, Allison.-E come pensi la prenderebbe Erica se, una volta tornata normale, scoprisse che sia Derek che Stiles l’hanno vista..nuda?-

-Ma è solo una bambina!!- esclamai super indignato.

-Lo so, ma questo non significa che Erica non potrebbe sentirsi imbarazzata una volta tornata normale.-

-Ma-

-Stiles, ha ragione.- concordò Derek.-Voi vi occuperete di lei, allora, mentre io e Stiles ci occuperemo degli altri.-
 
Oddio, ero diventato padre in un solo giorno!!
 
-C’è solo un piccolo problema che non state valutando.- disse Melissa.

-Cioè?- domandammo all’unisono io e Derek.

-Ci sono delle cose di cui siete sprovvisti, cose per bambini.-

-Giusto!- esclamai colpendomi la fronte con una mano, facendo ridere Boyd.-Sourwolf dobbiamo andare a fare la spesa!- dissi alzandomi in piedi per passare Boyd a mio padre.

-Devo proprio venire anch’io?- sbuffò Derek sollevandosi da terra, continuando a picchiettare la schiena di Isaac.

-Si.- risposi riducendo gli occhi in due fessure.-Non pensare di svignartela dai tuoi doveri.-

Lui sbuffò un’altra volta ma poi passò Isaac a Melissa, colei che sembrava più portata a tenere contemporaneamente due bambini in braccio.

-Andate, ci occuperemo noi di loro nel frattempo.-

Derek si incamminò senza alcun problema verso la porta di casa, quasi come se non vedesse l’ora di andarsene di lì, per me fu già più difficile abbandonare già i bambini..mi sentivo in colpa nei loro confronti e..

-Stiles! Muoviti!-
 
..e sarebbe stato meglio se mi fossi dato una mossa, dato che avevo a che fare con un licantropo non molto paziente.
 


***



Fare la spesa si dimostrò più difficile del previsto. Io e Derek girovagammo per tutte le corsie del supermercato come due dispersi nel deserto, guardandoci intorno con aria spaesata..davanti a noi: scaffali stracolmi di pannolini.

-Secondo te quali dovremmo prendere?- domandai a Derek che stava fermo al mio fianco.

-Non lo so, credo sia uguale.-alzò le spalle, lui.

-Non può essere uguale!- grugnii.-Se le confezioni fossero state uguali, non ci sarebbero state così tante alternative!- sbuffai afferrando due confezioni completamente diverse.-Vedi? Questa qui dice “asciutto assicurato!”, mentre quest’altra dice “delicatezza e morbidezza assicurate!”. Quale prendiamo!?- ripetei al massimo della sopportazione.

-Asciutto assicurato.- indicò Derek.-Se provano a bagnarmi casa, li uccido.-

-Bel modo di trattare i bambini, Derek.-

-Non sono bambini, sono mostri.-

-Sono bambini!-

-Mostri!-

-Bambini!-

-Mostri!-

-Bambi..- mi bloccai quando vidi una signora sulla quarantina guardarci con occhi sbarrati. Forse aveva sentito il nostro discorso.-Sta scherzando!- ridacchiai indicando il musone davanti a me.-Lui adora i bambini, vero!?- dissi a denti stretti, ammonendolo con lo sguardo.

-Li adoro così tanto che me li mangerei a colazione.- sorrise falsamente Derek, riuscendo a far scappare la signora dalla nostra corsia.

-Bella mossa, Hannibal.- sbuffai ironicamente, gettando svogliatamente la confezione di pannolini all’interno della cesta per poi camminare vero la corsia successiva.

-Era solo un modo di dire..- lo sentii borbottare alle mie spalle.

-Un modo di dire raccapricciante, a mio parare.-risposi a tono.-Ma dove sono?- mormorai tra me, sollevandomi di tanto in tanto sulle punte per poter vedere anche sugli scaffali più alti.

-Cosa stai cercando?- mi domandò Derek.

-Salviettine igieniche.- risposi sovrappensiero.

-…e perché?-

-Per pulire i bambini quando gli cambierai il pannolino.- risposi allargando le braccia con fare ovvio.

-Ok, punto primo: Io non pulisco il culo a nessuno. Punto secondo: Sarai TU quello che cambierà i pannolini.-
 
Mi liberai in una risata così chiassosa da attirare l’attenzione dell’intero supermercato, facendo addirittura affacciare delle persone verso la nostra corsia.

-Per favore, illuminami, oh grande alpha.-dissi continuando a ridere.-Per quale motivo dovrebbe spettare a me la “faccenda pupù”  quando sei TU la causa dell’incantesimo!?-

-Perché se non lo farai, ti aprirò la gola con i denti.- sorrise Derek.

-Bene, fai pure.- lo fronteggiai voltandomi verso di lui.-Ma poi chi ti aiuterà con i bambini?- domandai sbattendo amorevolmente le palpebre, sorridendo al suo silenzio.-Esatto, quindi..- esalai lentamente, passandogli le salviettine apposite per i bebè.-Preparati ad affrontare un nemico imbattibile, grande Alpha: La pupù dei bambini.-

Lui per tutta risposta ringhiò e scagliò con rabbia le salviettine all’interno della cesta stracolma di “cose” per bambini.

-Adesso!?- domandò a denti stretti e al massimo dell’esasperazione.

-Adesso ci servono biberon e molte confezioni di latte.- espirai strofinando le mani tra loro.-Andiamo?- gli sorrisi incoraggiante.

-Non mi piace il modo in cui stai affrontando tutto ciò.- borbottò lui incamminandosi verso gli scaffali sui quali si eleggevano svariati tipi di biberon, le cui forme del “ciuccio” variavano in base ai nuovi “studi scientifici” ai quali non avevo mai creduto.-Ma perché dev’essere tutto diverso!?- ringhiò Derek.-Non possono produrre un’unica tipologia di pannolini e di biberon??-

-A quanto pare no.- sospirai.-Dobbiamo vedere la forma della tettina mobile.- mormorai rigirandomi tra le mani i vari contenitori dei biberon, leggendovi attentamente le informazioni.

-La cosa??- domandò Derek scioccato.

-La tettina mobile, Derek.- dissi indicandogli il “ciuccio” attaccato alla bottiglietta.-Dobbiamo vedere qual è la più adatta ai bambini dai sei mesi in poi.-

-Non dire mai più quella parola.-

-Quale? Tettina mobile?-

-Sì, quella.- grugnì Derek.-Sembra una cosa sconcia.-

Rotei gli occhi alla sua drammaticità e inserii cinque bottigline all’interno della cesta ormai strapiena.-Andiamo a prendere il latte, poi penso abbiamo finito.-

-Era pur ora.- borbottò lui, avviandosi verso la “zona frigorifera” del supermercato.-E ovviamente ci sono svariati tipi di latte.- sorrise falsamente Derek.-Quale prendiamo, mammina?-

-Non chiamarmi mai più in quel modo.-lo ammonii puntandogli l’indice contro prima di osservare le etichette delle confezioni di latte.-Allora, ad occhio direi che i bambini hanno sui sei mesi o giù di li.-pensai ad alta voce.-Il che è positivo, dato che è proprio dai sei mesi in poi che in genere inizia lo svezzamento.-

-Stiles, parla la mia lingua, per favore.- sbuffò Derek.

-Dai sei mesi in poi puoi anche non nutrire tuo figlio con latte materno.- “tradussi”.-E quindi puoi usare il latte apposito oppure le tipiche pappette.-

-D’accordo.- sospirò Derek accovacciandosi.-Questo va bene?-mi domandò indicandomi una confezione di latte sulla quale era raffigurato il viso di un bambino.

-Si, credo di si.- annuii.-Prendine abbastanza.-
 
Derek stava riponendo una ad una le confezioni di latte nella cesta, sporgendosi leggermente in avanti per poter recuperare quelle più in fondo. Ecco, facendo quel movimento il jeans di Derek scese leggermente verso il basso, lasciandomi intravedere la parte iniziale della linea che divideva i suoi glutei.
Deglutii a vuoto e mi costrinsi a distogliere lo sguardo da quel punto, spostandolo su una vecchietta che stava tastando distrattamente le confezioni di yogurt con gli occhi fissi sul culo di Derek.

-Ce la facciamo a prendere questi yogurt, signora?- la rimproverai facendola sobbalzare.

La vecchietta sorrise imbarazzata ed afferrò frettolosamente una vaschetta di yogurt per poi scappare letteralmente lontano da me.

-Fatto.- sospirò Derek rialzandosi, ignaro di tutto.-Ora?-

-Ora inizia ad andare a fare la fila.- gli dissi indicandogli la cassa.-Io vado a prendere gli omogenizzati.-
 
Lui, stranamente, annuì e fece come gli avevo detto, lasciandomi non poco sorpreso. Era divertente vederlo così in difficoltà e completamente dipendente da me, forse quell’esperienza mi sarebbe ritornata utile per fargli comprendere il ruolo fondamentale che avevo nel branco.
 
 
-Eccomi!- esclamai correndo in direzione della cassa proprio nell’esatto momento in cui Derek stava per pagare.

-Quanto tempo ci vuole per prendere dei fottuti omogenizzati?- ringhiò Derek, ignorando che ci trovassimo in un luogo pubblico.

-Ho..avuto una piccola discussione con una signora.- ammisi, anche perché non potevo mentirgli per via dei suoi super sensi mannari.

Lui inarcò un sopracciglio a quella risposta e sospirò esasperato, riprendendo a frugare nel suo portafogli.
 
Hey! Non era colpa mia se avevo sentito la vecchia degli yogurt parlare con un’altra signora sullo “spettacolo” che aveva visto poco prima. Non potevo di certo starmene zitto mentre lei spettegolava sul fondoschiena di Derek! Aveva anche una certa età, per la miseria!

-Wow! Ma quanti bambini avete!?- domandò la cassiera con aria stupefatta, osservando la nostra spesa.

-Cinque.-risposi riponendo gli acquisti nella busta.

-Accidenti! Complimenti!- sorrise lei.

-Grazie.- risposi senza nemmeno rendermene conto.-Oh! Aspetti!- esclamai quando ricollegai il cervello.-Non sono nostri!- precisai indicando me e Derek.-Sono i suoi. Soltanto suoi.- precisai indicando questa volta solo Derek.

-Non scappare dai tuoi doveri.- borbottò Derek dopo avermi mandato uno sguardo truce.
 
Nel sentire quella frase, le signore (credo fossero tutte delle mamme) che stavano facendo la fila mi mandarono una lunga occhiata giudicante, prendendomi forse per un padre irresponsabile.

-Sono qui a tentare di far entrare la decima confezione di pannolini all’interno della busta!-precisai ad alta voce per chiarire che non ero IO quello irresponsabile lì.-Non credo di star scappando dai miei doveri.-

-L’altro giorno mi ha lasciato da solo con loro.- raccontò, o meglio, mentì Derek alle signore dietro di lui. Loro scossero fortemente la testa con gli occhi puntati su di me.

-Ma non è vero!!- esclamai indignato.

-Uno dei bambini aveva anche la febbre.- continuò, Derek.

Le signore si lasciarono sfuggire dei mormorii contrariati e dispiaciuti e mi guardarono con occhi ridotti a due fessure.

-Sei un vero stronzo!- ringhiai contro Derek, afferrando la busta con così tanta forza da rischiare di rovesciarne l’intero contenuto a terra.-Pagherai tutto tu!- gli dissi prima di afferrare una confezione di tic-tac riposta accanto alla cassa e mostrarla attentamente a Derek.-E pagherai anche per questa!- esclamai liberandomi in una patetica risata malefica prima di salutare tutti  ed uscire da quello stramaledetto supermercato.

Derek mi raggiunse poco dopo, entrando in macchina con un ghigno compiaciuto sul viso.

-Ti sei divertito abbastanza?- gli domandai mettendo in moto.-Grazie a te adesso tutte le mamme del mondo mi odieranno.-

-Alcune di loro mi hanno anche dato il numero di telefono.- gongolò Derek.-Hanno detto che non ti merito.-

-Questa, poi!- esclamai a bocca spalancata.-Sono io quello che non ti merita!-

-Ho anche detto che ti sei dimenticato il compleanno del nostro primogenito.-

-Ma sei un vero bastardo!!- esclamai lasciando la presa sul cambio marce solo per schiaffeggiargli il braccio.-Siamo genitori soltanto da mezza giornata!-

-Si ma questo loro non lo sanno.- ghignò lui.

-Fammeli vedere.-

-Cosa?-

-I loro numeri di telefono, mostrameli.- ordinai rivolgendo il palmo della mano verso l’alto e flettendo le dita avanti e indietro.
 
Poco dopo sentii Derek poggiarvi sopra dei piccoli pezzettini di carta ed io mi mossi velocemente per aprire il finestrino e gettarli fuori, sotto lo sguardo scioccato di Derek. Lo sentii ringhiare delle imprecazioni e delle minacce di morte, ma non m’importò. Avevo avuto la mia vendetta.

-Rallenta, siamo quasi arrivati.-

-No, non siamo ancora arrivati.- aggrottai le sopracciglia.

-Dobbiamo fermarci a casa tua.-

-E perché?- domandai inarcando un solo sopracciglio.

-Perché devi prenderti il necessario per passare il resto dei tuoi giorni a casa mia.-

-Coooooosa!?- urlai sbandando appena.-No! Te lo scordi!- esclamai scuotendo fortemente la testa.-Ti aiuterò con i bambini ma dormirò a casa mia!-

-Stiles, tu non mi lasci da solo con quei cosi.-

-Sono bambini!- ripetei per la millesima volta.-E sono i tuoi beta!-

-E tuoi amici.-

-Derek, no.- affermai con decisione.-Non verrò a vivere con te. Te lo scordi.-

Mi voltai verso di lui quando non ricevetti alcuna risposta-o minaccia- e strabuzzai gli occhi quando lo vidi guardarmi con un piccolo broncio, il labbro inferiore che sporgeva leggermente in avanti e gli occhi quasi lucidi per il dispiacere.

-Oh mio Dio! Non ci posso credere!- risi istericamente passandomi una mano per il viso.-Derek Hale che cerca di intenerirmi! Mi sei caduto proprio in basso, amico!-

-Non riuscirò mai a passare la notte senza di te.- mormorò lui, la sua voce uscì addirittura addolcita!

-Sembri un malato terminale, lo sai?- sbuffai guardandolo di sottecchi, il suo broncio ancora lì.-Comunque, solo perché tu lo sappia, fai schifo a fare la faccia da cucciolo.- ridacchiai al suo sbuffo frustrato.-Dovresti prendere lezioni da Scott, la sua faccina è infallibile.-

Derek non rispose e sprofondò con la schiena contro il sediolino, mordendosi con rabbia e frustrazione il labbro inferiore. I suoi incisivi erano talmente grandi da essere gli unici denti visibili contro il labbro inferiore, e ciò lo fece somigliare ad un adorabile coniglietto.


Merda..

Avevo sempre avuto un debole per i coniglietti..

E per gli adorabili incisivi di Derek…
 
-Che palle!!- ringhiai sbattendo la testa contro il poggiatesta del sediolino, virando verso casa mia.
 
Il sorriso di Derek non era mai sembrato tanto soddisfatto.
 
 
*******



Quando rientrammo alla villa, l’aria calma con la quale avevamo lasciato i bambini e gli altri si era trasformata in una vera e propria aria infernale. Avevamo sentito le urla dei bambini già dal fondo della strada e quando spalancammo la porta di casa, notammo mio padre, Melissa, Lydia ed Allison sull’orlo di una crisi nervosa mentre tentavano di far calmare i piccoli rossi in viso tanto che avevano pianto.

-Ma che diamine sta succedendo!?- esclamai fiondandomi ad aiutare mio padre che cercava di far calmare Boyd che urlava e scalciava tra le sue braccia.

-Hanno fame.- disse Melissa.-Volevamo dargli qualcosa ma il frigo di Derek è praticamente sprovvisto di latte!-

Mandai un’occhiataccia a Derek che alzò le mani e si giustificò esclamando un: “Mi fa schifo il latte!”.
 
-Ok, ora metto a riscaldare il latte.- sospirai passandomi le mani per i capelli ed avvicinandomi ai fornelli.

Derek sistemò la spesa e poi spostò il mio zaino nell’angolo della stanza per evitare che qualcuno ci inciampasse sopra.
 
-Umh, figliolo.- disse mio padre con gli occhi fissi sul mio zaino.-Che cosa significa?-

-Dormirò qui per un paio di giorni.- risposi armeggiando ai fornelli.

-Sei sicuro?- mi domandò mio padre facendo passare più volte lo sguardo da me a Derek.

-Si, Derek non può farcela da solo.-

-Va bene.- sospirò mio padre assumendo improvvisamente un’espressione dolorante.-Questo bambino pesa così tanto da causare dolori muscolari!- esclamò in una piccola risata, osservando Boyd come se fosse suo nipote.

-Lo dia a me.- gli disse Derek allungando le braccia verso il bambino che immediatamente si sporse in avanti per andargli in contro.

-Wow! Si fidano di te!- esclamò mio padre passandogli il bambino.

-Sono pur sempre il loro alpha.- sorrise Derek lasciando pure che Boyd gli passasse le manine sulla barba.

-Stiles! Così farai bruciare il latte!- mi rimproverò Lydia, l’unica che si era accorta del mio imbambolamento a quella scena.
 
Sobbalzai imbarazzato e mi apprestai a spegnere i fornelli per poi versare il liquido caldo all’interno dei biberon nuovi. Non era colpa mia se non riuscivo a capacitarmi di quanto fosse splendido Derek alle prese con un bambino! Era una visione talmente scioccante e meravigliosa da segnarti a vita!
 
Passai i biberon ad ognuno di loro che si apprestarono a nutrire i piccoletti. Lydia stava mormorando dei teneri complimenti a Jackson..fu davvero strano sentirla chiamare “amore” un bambino..un Jackson bambino..un Jackson bambino che stava ciucciando avidamente da un biberon!
Melissa sorrideva commossa mentre rivedeva suo figlio bere il latte in braccio a lei, gli occhietti fissi sul suo viso. Allison si stava occupando di Erica come se fosse la sua sorellina minore e questa-nonostante stesse bevendo il latte-non aveva ancora smesso di giocare con la sua collana, Derek stava invece nutrendo Boyd con la schiena poggiata contro il muro e le caviglie incrociate, i suoi occhi erano vigili ed attenti, come se temesse di fargli male o sbagliare qualcosa e..forse dovevo smetterla di fissarlo a bocca aperta.
Voltai la testa verso mio padre e lo vidi avvicinarsi ad Isaac che era stato momentaneamente adagiato sui cuscini del divano.

-Papà, fermo!- esclamai togliendogli gentilmente il biberon di mano.-Me ne occupo io, tu torna a casa.-sussurrai dolcemente, notando quanto sembrasse stanco.

-Sicuro?- mi domandò con preoccupazione.

-Sicurissimo.- gli sorrisi incoraggiante.-Ci sentiamo in questi giorni, buonanotte.-

-Notte.- mormorò mio padre lasciandosi dare un bacio sulla guancia.
 
Con sottofondo le voci di mio padre e gli altri che si salutavano e si davano la buonanotte, presi Isaac e mi sedetti sul divano. Non feci nemmeno in tempo ad abbassare il biberon verso di lui che questi subito si avventò sul ciucciotto ed iniziò a bere avidamente,  il nasino e la boccuccia erano le uniche cose che si intravedevano per via dei suoi folti capelli ricci che gli coprivano gli occhi.
Sbuffai una risata intenerita e-dato che avevo entrambe le mani occupate- soffiai contro il suo viso, riuscendo a sollevargli i capelli quanto bastava per scoprirgli gli occhi. Isaac scalciò contento di poter finalmente vedere qualcosa e puntò gli occhietti azzurri sul mio viso, fissandomi incantato.

-Ma ciao!- esclamai con voce ridicolosamente acuta.-Ma che begli occhietti che hai!- gli dissi ridacchiando al suo versetto indistinto.
Sollevai lo sguardo su Derek che distolse velocemente gli occhi da me, riconcentrandosi su Boyd, mentre le altre “donne” mi guardarono intenerite.

-Che c’è?- domandai confuso.

-Ti ci vedo bene, lo sai? A fare il padre, intendo.- mi sorrise Melissa.

-Sul serio? Ma se non ho la minima idea di cosa fare!- risi io.

-Alla fine è tutta questione d’istinto.- mi rassicurò lei, guardando Scott ormai addormentato tra le sue braccia.-Essere un genitore è la cosa più spaventosa e al tempo stesso meravigliosa che si possa provare.-

-Figurati se si sta parlando di ben cinque bambini.- dissi con voce leggermente preoccupata.

-Quattro, ricordi?- mi disse Allison.-Io e Lydia ci occuperemo di Erica.-

-Oh, giusto!-annuii.-Beh, meglio così. Non sono sicuro di saper gestire una piccola mannara.- ridacchiai riportando la mia attenzione sul bambino tra le mie braccia.-Vero Isaac??- domandai riusando di nuovo quella voce, facendolo scalciare contento per aver udito il suo nome.
 
 
*************



-Mi spieghi io e te dove dormiremo!?- bisbigliai per non svegliare i bambini, tutti placidamente addormentati sul grande letto di Derek.

-Avremmo dovuto comprare delle culle.- mormorò Derek.-Mi toccherà aprire il divano-letto.-

-Ok, perfetto.- annuii io, seguendolo nuovamente in salotto.-E tu dove dormirai?- gli domandai osservando ipnotizzato i suoi muscoli flettersi mentre montava il divano-letto.

-Qui.- disse lui, indicando il materasso ai nostri piedi.

-Ok, perfetto.- ripetei io.-Allora io dove dormirò?-

-Qui.- ripeté lui con aria spazientita.

-Dormiremo insieme!?- sbottai prima di tapparmi la bocca e correre ad affacciarmi alla camera di Derek. I bambini dormivano ancora.-Dormiremo insieme!?- ripetei a voce bassa, tornando in salotto.

-Non abbiamo scelta, Stiles.- mi rispose a denti stretti.

-Io non voglio dormire insieme a te!- borbottai incrociando le braccia al petto.-Chi mi assicura che non mi ucciderai nel sonno!?-

-Fidati, Stiles, se avessi voluto ucciderti lo avrei fatto già da tempo.- grugnì lui afferrando le sue cose e dirigendosi verso il bagno.-E credimi se ti dico che oggi mi sono trattenuto parecchie volte.- disse prima di chiudersi la porta del bagno alle proprie spalle.

-E credimi se ti dico che oggi mi sono trattenuto parecchie volte. E gnegnegnegne.- lo scimmiottai io facendogli anche una pernacchia.

-Guarda che ti sento!-
 
Sospirai afflitto e mi lasciai ricadere sul materassino scomodo di quell’odioso divano. Come ci ero finito in quella spiacevole ed assurda situazione!? Volevo tornare a casa mia, volevo dormire nel mio letto e non volevo avere come preoccupazione quella di sfamare e far fare i ruttini a dei bambini che non erano nemmeno i miei! Ero troppo giovane per essere un padre!!
Quando avevo visto Melissa e le ragazze andarsene dalla villa, il panico si era impadronito di me. Avrei dovuto passare le vacanze natalizie insieme a Derek. Insieme a Derek e a quattro bambini!! Non sarei sopravvissuto, questo era un dato di fatto.
Sobbalzai quando sentii il materasso muoversi sotto di me e sollevai la testa per poter vedere Derek sdraiarsi di pancia con addosso solo una semplice t-shirt marrone chiaro e dei ridicoli pantaloncini lunghi fino al ginocchio. Non era per niente giusto che lo trovassi attraente anche conciato in quel modo.

-Hai intenzione di stare lì a fissarmi oppure vuoi andare a metterti il pigiama?- brontolò Derek con il viso premuto contro il cuscino.
 
Come diavolo sapeva che lo stavo guardando!?
 
Borbottai parole insensate e mi accovacciai accanto al mio zaino per prendere lo spazzolino ed il pigiama. Il bagno di Derek era enorme e molto moderno. Fortunatamente il Sourwolf aveva deciso di seguire il mio consiglio(dopo averglielo ripetuto tipo mille volte) di ristrutturare almeno il piano terra della villa, rendendola perlomeno vivibile.
E infatti l’unica parte ristrutturata della villa era proprio il piano inferiore, fornito di: cucina, salotto, camera da letto e bagno. Semplice ma efficace.
 
Controllai un’ultima volta i bambini nella camera di Derek e non potei fare a meno di sorridere quando notai che Derek aveva circondato il letto con le sedie della cucina, girandole così da usare i loro schienali come “barriere” protettive affinché i bambini non cadessero dal letto.


Spensi la luce del salotto e mi orientai alla cieca verso il divano, sbattendo il piede contro lo spigolo di qualcosa che mi fece imprecare a gran voce.
 
-Sveglia i bambini ed userò il tuo corpo sventrato come culla.-

-Oh mio Dio! Sei raccapricciante!- gemetti disgustato ed impaurito, seguendo la sua voce per poterlo raggiungere.-Ma dove diavolo sei!?- bisbigliai disorientato.

-Qui.- sbuffò lui facendo illuminare le iridi di rosso.

-Oddio, smettila immediatamente!- gemetti tremando appena.

-Sto solo cercando di aiutarti, Stiles.- disse lui, facendo roteare le pupille rosse nel nulla.

-Lo so, ma è inquietante vedere questi occhi rossi sbucare nel buio.- mi giustificai arrivando finalmente a toccare il materassino con le ginocchia.
 
Sospirai sollevato e mi lasciai cadere di schiena, chiudendo per qualche momento gli occhi. Quando li riaprii e mi voltai verso di Derek, sobbalzai nel vedere i suoi occhi rossi ancora puntati verso di me.
 
-Mi sembra di essere finito in un film horror.- mormorai deglutendo a stento.-Non mi stupirei se adesso i bambini si trasformassero in alieni o in bambole assassine.-

-Dormi, Stiles.- sospirò Derek, dandomi le spalle.

-Buonanotte anche a te.- ironizzai dandogli a mia volta le spalle, tirandomi le coperte.
 
Derek ringhiò e tirò verso di sé le coperte, scoprendomi mezza gamba. Combattemmo per appropriarci le coperte per un tempo indefinito, finché non sentimmo un pianto provenire dalla camera da letto.

-Grandioso!- esclamò Derek.-Hai svegliato i bambini.-

-Forse li avrai svegliati tu con i tuoi chiassosi ringhi.- gli risposi a tono.-Vai tu.-

-Scordatelo!-

-Io non vedo al buio! Potrei seriamente rischiare di decapitarmi durante il tragitto!-

-Sto iniziando a pensare che non sarebbe poi così una cattiva idea.-

-Che stronzo.-borbottai alzandomi dal materassino.-E solo perché tu lo sappia, non credo che questo sia l’atteggiamento giusto per sconfiggere l’incantesimo.- gli dissi prima di dirigermi a tentoni verso la camera di Derek.

Andai nuovamente a sbattere contro lo stesso qualcosa di prima e questa volta fu il mio turno di trasformarmi in una strega e di mandare maledizioni a Derek. Raggiunsi la sua camera ed aprii lentamente la porta, cercando di non fare altro rumore. Fortunatamente almeno quella camera era illuminata dall’abatjour e quindi riuscii perfettamente a vedere chi fosse il bambino che stava piangendo.

-Isaac, shhh.- mormorai prendendolo in braccio per poi uscire velocemente dalla camera prima che il suo pianto svegliasse anche gli altri bambini.

Tornai in salotto, trovandolo illuminato da una piccola lampada posta accanto al divano, e Derek mi venne immediatamente in contro.

-Cos’ha?-domandò sembrando preoccupato.

-Non ne ho idea.-sospirai continuando a molleggiare sulle gambe per “cullare” in qualche modo il bambino.

-Forse ha fame.-ipotizzò Derek.

-Ma ha mangiato da poco.- aggrottai le sopracciglia.

-Alcuni bambini hanno sempre fame.-

-Ok, verifichiamo.- cedetti, facendo sdraiare meglio Isaac sul mio braccio per poi poggiargli un dito sulle labbra. Isaac pianse ancora più forte e girò la testa di lato, ignorando il mio dito.-No, non ha fame.-

-Come fai a saperlo??- inarcò un sopracciglio, Derek.

-Perché se avesse avuto fame avrebbe preso a ciucciarmi il dito.-

-Come diamine fai a sapere tutte queste cose sui bambini!?-

-Te l’ho detto, per un po’ ho fatto da babysitter.-
 
Derek stava per ribattere, ma Isaac iniziò a piangere ancora più forte..forse perché stufo di non essere calcolato. Le sue grida mi stavano facendo agitare e preoccupare perché, ok, ero abbastanza bravo con i bambini, ma non era di certo un esperto! E se in quel momento Isaac si stesse sentendo male!? Cosa avrei dovuto fare!?

-Stiles.- mi chiamò Derek poggiando una mano sulla mia spalla.-Stai emanando preoccupazione e questo lo agita ancora di più.-

-E’ che non so cosa fare!- esclamai con voce tremante.-Forse ha le coliche e sta soffrendo!- esclamai stringendomelo al petto.

Derek sembrò pensarci sopra prima di allungare una mano e poggiarla contro la schiena del bambino, lasciandola lì per un minuto buono.

-Allora?- domandai in ansia.

-Non riesco a tirargli via il dolore.-

-Quindi sta morendo!?- domandai andando quasi in iperventilazione.

-NO.- rispose immediatamente lui.-Significa che non sta provando alcun dolore.-

-Ma allora perché piange!?- sbottai esaurito. Avevo anche sonno, dannazione!-Isaac, perché piangi?- domandai al bambino che iniziò a scalciare tra le mie braccia.

Derek roteò gli occhi a quella domanda e mi tolse (stranamente in modo cauto e gentile) il bambino dalle braccia, prendendo a camminare per tutto il salotto con il bambino che invece continuava a piangere.

-Giuro che tra poco lo ammazzo.- ringhiò Derek tamburellando una mano sulla sua schiena.

-Forse su internet possiamo trovare un metodo per farlo smettere.- mormorai prendendo il telefono dallo zaino per poi sedermi sul materassino.

-Sei serio??-

-Hai un’idea migliore?- risposi a tono.

Derek per tutta risposta sbuffò e camminò verso il suo lato del “letto”, sedendovisi sopra. Spalancai gli occhi quando improvvisamente non sentii più niente, silenzio assoluto. Isaac aveva smesso di piangere.
Mi voltai velocemente verso Derek e notai che anche lui aveva spalancato gli occhi, si era sdraiato sul letto con la schiena poggiata contro lo schienale del divano ed Isaac era sdraiato sul suo petto con gli occhietti lucidi che guizzavano da una parte all’altra.

-Che significa questo?- sussurrò Derek rimanendo immobile per non far ripiangere Isaac.

-Non ne ho idea.- risposi a voce bassa, riponendo il telefono nello zaino.-Ha smesso di piangere nell’esatto momento in cui ti sei sdraiato.-

Lui annuì anche se la mia non era stata una domanda.-Credo di aver capito quale fosse il problema.-

-Cioè?- domandai al massimo della curiosità.

-Credo che i bambini, nonostante non si ricordino nulla, siano comunque influenzati dalle loro vere vite. Per esempio Scott ha riconosciuto il tocco di sua madre, e Jackson ha riconosciuto la voce di Lydia.-

-E cosa c’entra questo con Isaac?- domandai non capendo dove volesse arrivare.

-La madre di Isaac è morta dopo il parto, mentre suo padre è sempre stato un tipo violento. Isaac non ha mai sperimentato cosa si prova nel dormire “in mezzo a mamma e papà”..e dato che adesso loro pensano che io e te siamo i loro genitori..-

-Vuole dormire con noi.- finii la frase al posto suo, il petto stretto in una morsa.-Piccolino.- sussurrai staccandolo dal petto di Derek per poterlo adagiare sul materassino, giusto in mezzo a noi.-Vuoi dormire qui, mh?-gli domandai togliendogli i capelli dal viso, scoprendogli così gli occhi.

-Lo sai che non può risponderti, vero?- sbuffò Derek.

-Ow, ma quant’è cattivo papà?- domandai ad Isaac, agitandogli la manina contro il braccio di Derek.-Dì “cattivo papà!”-

-Sei ridicolo.-disse Derek tentando di nascondere un piccolo sorriso.-Cosa faccio? La spengo?- mi domandò, poi, indicando la lampada alle sue spalle.

-No, Isaac potrebbe aver paura del buio.- risposi, prima di aggiungere.-E poi ho bisogno di vedere per evitare di schiacciarlo.-

-Non lo schiaccerai, Stiles.- mi rassicurò lui.

-Sono terribile a letto.- gli dissi prima di correggermi al suo sguardo perplesso.-Non in quel senso!- esclamai imbarazzato.-Nel senso che sembro uno tsunami, mi agito continuamente.-

-Durante la notte i miei sensi sono sempre in allerta, quindi stai tranquillo, non ti lascerò schiacciare nostro figlio.- ironizzò Derek, riuscendo almeno a tranquillizzarmi.

-Nostro figlio..- ripetei pensieroso, asciugando con la manica le lacrime dalle guance rosse di Isaac.-E’ stranissimo dirlo.-

-Vero.-

-Però ci poteva andare peggio.- mormorai guardando Derek che aveva ceduto alla voglia di toccare Isaac.-Voglio dire..questo incantesimo non è così male.-

-Dobbiamo solo sperare di non dover avere a che fare con un nuovo mostro.- sospirò Derek.-Non so proprio come poter proteggere sia te che loro.-

-Beh, in tal caso è semplice: Scegli loro.- dissi senza nemmeno pensarci sopra.-Loro sono piccoli ed indifesi, io posso pur sempre usare la mia mazza.- sorrisi incoraggiante.-Da baseball.- aggiunsi quando rividi il suo sguardo perplesso.
 
Lui sospirò rassegnato e si distese meglio contro il materasso per poi tirare le coperte fin sopra al petto di Isaac che girò il viso verso di lui e gli mostrò un sorriso “gengivoso”.

-Allora, credi ancora che siano dei mostri?- gli domandai in un ghigno consapevole, dato che Derek stava sorridendo di rimando ad Isaac.

-Si.- rispose, ovviamente, lui.-Buonanotte.-

-Notte, cuore di pietra.- sbuffai poggiando una mano sul pancino di Isaac per fargli capire che ero lì, vicino a lui, per poi cadere in un sonno profondo.
 
 
 
Quando mi svegliai era già mattino, la lampada accanto al divano era stata spenta e la stanza era interamente illuminata dai raggi solari che trapelavano dalle finestre. C’erano dei rumori che provenivano dalla cucina, tra cui borbottii animaleschi (sicuramente emessi da Derek) e piccoli schiamazzi (ovviamente quelli erano i bambini) , mi recai velocemente in bagno per potermi sciacquare e vestire così da poter aiutare Derek a non uccidere i “nostri figli”.

-Buongiorno!- esclamai contento una volta entrato in cucina.

I bambini-che Derek aveva fatto sedere sul bancone momentaneamente poggiato contro il muro per non farli cadere-squittirono allegri alla mia vista, prendendo ad agitarsi sul posto.

-Fermi!- ordinò Derek puntandogli il dito contro.-O vi stacco la testa dal collo.-

I bambini si ammutolirono solo per un attimo, prima di prendere a ridere tra di loro. Sghignazzai alla faccia scioccata di Derek e mi poggiai con molta non chalance alla sua spalla.-A quanto pare non sono l’unico a non aver paura delle tue minacce.-

-Zitto anche tu.- ringhiò Derek scrollandomi di dosso.-Preparagli il latte.-

-Agli ordini.- sbuffai accennando ad un saluto militare prima di mettermi a lavoro.
 
“Zitto”, “Preparagli il latte”…non solo lo stavo aiutando, dovevo anche essere trattato in quel modo!? Alla fine era sempre la stessa storia con lui, non importava quante volte lo aiutassi, lui non sarebbe mai stato riconoscente. Per lui non ero niente, non facevo nemmeno parte del branco..dunque perché illudersi? Tanto non mi avrebbe mai trattato meglio.
 
-Tieni.-borbottò Derek poggiando una tazzina sul piano cottura.-Ti ho preparato il caffè.-

-Oh.- esalai sbattendo velocemente le palpebre per verificare se me lo stessi immaginando.-G-grazie.- balbettai con le guance leggermente arrossate.
 
Ok, mi aveva preparato il caffè. Non era chissà questa gran cosa , ma era sempre meglio di niente. Poi, ora che ci pensavo..lui non mi aveva nemmeno svegliato quella mattina! Si era svegliato prima di me ed era andato direttamente ad occuparsi dei bambini, lasciandomi dormire. Era stato un gesto carino…
Ok, stop! Basta così! Non mi piaceva la direzione che stavano prendendo i miei pensieri, né tantomeno mi piacevano i sorrisini stupidi che questi mi causavano! Derek Hale era un musone senza cuore che non sarebbe mai cambiato. Fine della storia.

-Credo che dovremmo comprargli dei vestiti.- la voce di Derek attirò la mia attenzione.-L’incantesimo gli ha rimpicciolito quelli che indossavano al momento, ma non possono di certo rimanere per sempre con gli stessi abiti.-

-Si, sono d’accordo.- annuii osservando i bambini che stavano ancora ridacchiando con gli occhi puntati verso Derek.-Oggi possiamo andare in un centro commerciale.- alzai le spalle.

-E i bambini?-

-Giusto.- sospirai riempiendo i biberon con il latte caldo.-Ci serviranno dei passeggini.-

-Te lo scordi che io spenda tutti i miei soldi per queste cose.- e rieccolo, Cuore di pietra.-Questo incantesimo non durerà per sempre, sarebbe uno spreco di denaro comprare quattro passeggini!-

-Non ho detto che dovremmo comprarli.- sbuffai dandogli due bottigliette, tenendo per me le altre due.-Possiamo chiedere in giro.-

-Vuoi metterti a chiedere alle persone di prestarti un passeggino?- alzò un sopracciglio, Derek, reggendo le bottigline a Jackson e Boyd che presero a succhiare avidamente.

-Perché no? Se i figli sono cresciuti, loro che se ne fanno?- alzai le spalle reggendo, invece, le bottigline a Scott ed Isaac.

Dio, sembravamo così domestici.
 
-Accanto allo studio veterinario di Deaton c’è una signora, una vecchia amica di mamma, che aveva due gemelli.- mormorò sovrappensiero, Derek.-Potrebbe avere uno di quei passeggini a due posti..-

-Perfetto!- esclamai entusiasta.-Anche vicino casa di Scott c’è una famiglia che tempo fa ha avuto due gemelli, potrei andare a chiedere lì.-

-D’accordo, ma prima occupiamoci dei marmocchi.-

-Bambini.-lo corressi roteando gli occhi per l’esasperazione.
 
Prendersi cura dei bambini era una faticaccia, per non parlare dei muscoli che ti facevi nel reggerne due in braccio! Un altro paio di giorni così e sarei diventato muscoloso almeno quanto Scott. Però dovevo ammettere che mi piaceva prendermi cura di loro..e mi piaceva farlo insieme a Derek. Non ero ancora abituato a vederlo alle prese con dei bebè, e forse non lo sarei stato mai. Lui era sempre così serio, in ogni singola situazione, ma in quel momento sembrava molto più rilassato del solito. Si lasciava persino toccare la barba per la quale i bambini sembrava avessero un debole!
Era ancora più strano e sfiancante camminare intorno al tavolo della cucina con due bambini in braccio, molleggiando per fargli fare il ruttino, seguendo Derek che faceva la stessa cosa con gli altri due.

Mezz’ora e due braccia molli più tardi, finalmente anche l’ultimo bambino aveva fatto il ruttino. Ora era solo questione di tempo prima che…

-OH MIO DIO!- urlai tappandomi il naso.-COS’E’ QUESTA PUZZA!? OH MIO DIO!- ripetei correndo ad aprire la finestra della cucina.

-E’ Jackson.- ringhiò Derek sembrando sul punto di perdere i sensi.-Cambialo.-

-Te lo scordi! Ne abbiamo già parlato, ricordi!? Spetta a te questo compito!- Non riuscii nemmeno a concludere la frase che Derek mi sbatté contro il muro.

-Io sono un lupo mannaro, Stiles.- ringhiò facendo brillare gli occhi di rosso.-Ho l’olfatto ipersviluppato e non ho alcuna intenzione di morire intossicato per qualsiasi mostro sia uscito dal culo di Jackson!-

-Non puoi fuggire dai tuoi doveri e dalla cacca dei bambini!- ringhiai non rendendomi nemmeno conto di quanto potesse sembrare assurda quella nostra conversazione.-Vuoi spezzare l’incantesimo? Bene! Allora prenditi cura dei tuoi beta senza fare storie!!-

Un rumore per nulla fraintendibile ci fece voltare all’unisono verso Scott che aveva le guance rosse per lo sforzo e l’espressione concentrata: La stava facendo anche lui.
Derek si voltò verso di me con un’aria che andava dall’incazzato nero alla disperazione più totale ed io fui costretto a portarmi le labbra all’interno della bocca per non scoppiare a ridere.
 
-Non sopravvivrò.- mormorò Derek afferrando malamente Jackson per poi poggiarlo sul tavolo.

-Come la fai tragica, mamma mia.- sbuffai prima di gemere inorridito.-Ma che fai!?-

-Lo cambio!?- ringhiò Derek.

-Qui!? In cucina!? Dove mangeremo nei prossimi giorni!?-

-Dove lo dovrei cambiare, mammina!?-

-In bagno, forse!?- sbottai sbuffando e prendendo in braccio Scott.-E non chiamarmi più così.- lo avvisai avviandomi in bagno.
 
Poco dopo Derek mi raggiunse con Jackson in braccio.

…con solo Jackson in braccio.

-Gli altri?- domandai deglutendo a stento.

-Li ho rimasti di là.- alzò le spalle, Derek.

-Ti prego.- lo supplicai con una crisi di nervi alle porte.-Ti prego dimmi che non li hai rimasti sopra al bancone..-

-Qual è il problema!?- sbuffò lui.

-Oh mio Dio, Derek!!- ringhiai passandogli velocemente Scott.-Ma chi ti ha cresciuto? Godzilla!?-
 
Corsi a perdifiato fino alla cucina e il cuore per poco non mi uscì dal petto quando vidi Boyd gattonare fino alla sporgenza del mobile.

-Boyd!!- urlai lanciandomi sul pavimento, scivolando con le ginocchia fino al bancone da dove stava cadendo il bambino, afferrandolo al volo.

Sentii dei passi veloci avvicinarsi alla cucina e poco dopo vidi Derek con tra le braccia Scott e Jackson, lo sguardo preoccupato fisso su di me.-Tutto bene?- mi domandò avendo almeno la decenza di sembrare dispiaciuto.

-Ho appena evitato che Boyd si sfracellasse al suolo.- risposi in tono arrabbiato, prendendo a coccolare Body che stava piangendo per lo spavento.

-Mi dispiace.- ammise Derek.-E’ che..io non ho la minima idea di cosa fare con loro!- sbottò sembrando esasperato.

-Devi soltanto mettere la loro vita ed il loro bene prima di te, Derek.- risposi alzandomi dal pavimento.-Dai, ti aiuto a cambiarli.- sospirai indicando con il mento i due bambini puzzolenti tra le sue braccia.-Ma prima, mettiamo al sicuro questi due tesorucci, vero??- dissi con voce piccola piccola, prendendo Isaac con il braccio libero.
 
Derek abbassò lo sguardo al mio passaggio e ammisi che mi fece tenerezza, in fondo lui poteva sembrare un tipo strafottente e freddo, ma sapevo che in realtà ci teneva ai suoi beta e al suo branco. Non gli avrebbe mai fatto del male di proposito.
Adagiai Isaac e Boyd sul materassino del divano e posizionai i due cuscini in ambo i lati del letto per evitare che rotolassero e cadessero a terra, e poi feci cenno a Derek di seguirmi in bagno.

-Allora, è più semplice di quel che sembra.- spiegai a Derek mentre posizionavo un asciugamano sulla lavatrice. Presi Scott e lo adagiai sull’asciugamano, gli tolsi le scarpine ed i pantaloni, sorridendo al suo scalciare contento. I bambini non stavano mai fermi.-Per prima cosa gli togli il pannolino sporco.-spiegai facendo ciò che avevo appena detto, arricciando il naso per il male odore, mentre Derek addirittura indietreggiò..ma in fondo a lui l’odore appariva più intenso.-Poi lo arrotoli in questo modo.- dissi con voce forzata, costringendomi a respirare dalla bocca.-E lo getti.- dissi gettando il pannolino nel piccolo cestino del bagno.-Poi lo sollevi delicatamente per i piedini e lo pulisci per bene con la salviettina.- dissi pulendo per bene Scott, fortuna che era come un fratello per me o sarebbe stato ancora più imbarazzante.-Avremmo dovuto comprare anche una cremina per evitare che gli si arrossasse il sederino.- pensai ad alta voce.
 
-Non pensarci nemmeno!-
 
Roteai gli occhi alla risposta scorbutica dell’altro e continuai la mia “lezione”.-Poi gli metti il pannolino pulito, così.- dissi spiegandogli come chiuderlo per bene, a volte quei cosi erano davvero difficili da mettere!-E poi lo rivesti.- dissi rimettendogli i vestitini.-Et voilà!- esclamai allargando le braccia.-Adesso tocca a te.- dissi prendendo Scott in braccio per fare spazio a Jackson.

-Devo proprio farlo?-

-Sì.-

Derek guardò me e poi Jackson prima di sospirare sconfitto e posarlo sulla lavatrice. Senza farmi vedere, cacciai il telefonino dalla tasca del jeans e puntai la videocamera su Derek, riprendendo la sua espressione disgustata e concentrata mentre cambiava il pannolino nientedimeno che a Jackson!

-Non devi appallottolarlo, devi piegarlo.-lo rimproverai quando vidi il modo barbaro in cui stava “piegando” il pannolino sporco.

-A che serve piegarlo se poi lo devo buttare!?-domandò Derek a denti stretti.

-A non farlo riaprire nel cestino che poi ti ritroveresti pieno di merda.-gli risposi senza tanti giri di parole.

Derek sbuffò e per un attimo i suoi occhi divennero rossi, ma poi fece come gli avevo detto e piegò il pannolino in modo impeccabile.-Ora puliscilo con la salviettina.-ghignai zoomando sul suo viso.

-Quando tutto questo sarà finito e non mi sarai più utile, ti ucciderò.-

-Sempre se non ti ucciderà prima l’odore della cacca di Jackson.- sghignazzai io.

Derek stava per rispondermi..peccato che fu bloccato da Jackson che scelse proprio quel momento (ed io esultai internamente perché stavo riprendendo ogni cosa!) per fare la pipì..

..pipì che colpì Derek in pieno viso.
 

Derek ringhiò delle imprecazioni e si allontanò immediatamente da Jackson che intanto sorrideva beato, mentre io non provai nemmeno a trattenere le risate. Mi poggiai con la schiena alla doccia per sostenermi, e risi a crepapelle mentre continuavo a riprendere la reazione di Derek che era corso a sciacquarsi il viso nel lavandino.

-SMETTI IMMEDIATAMENTE DI RIDERE O TI AMMAZZO!- ringhiò Derek contro l’asciugamano.

Provai a chiudere la bocca e a bloccare le risate, riuscendo solo a sputacchiarne altre ancora più rumorose. Ad un certo punto un’altra risata si aggiunse alla mia..Scott stava ridendo per via della mia risata e la cosa mi portò a ridere ancora più forte.

-Vi ammazzo. Vi ammazzo tutti!!- ci minacciò Derek indicando sia me che Scott e Jackson.-E a te giuro che te lo taglio!!-

Jackson sorrise ignaro della minaccia appena ricevuta ed allungò le manine in sua direzione.

-Oh mio Dio, con questo video potrò ricattare sia te che Jackson!! Non vedo l’ora di vedere la sua faccia non appena gli dirò che ti ha pisciato addosso!-

-Fai vedere quel video anche solo ad una persona e giuro che ti apr-

-Mi apri la gola con i denti, sisi.- sospirai per niente impressionato.-Ora però finisci di cambiare Jackson prima che prenda freddo.-
 
Derek ringhiò e mi incenerì con i suoi occhi rossi, ma poi fece come gli avevo detto.
 
-Chi è l’alpha, adesso?- sussurrai all’orecchio di Scott che sorrise pur non comprendendo una sola parola.
 
 
 
******************



Stare in macchina di Derek, nella sua macchina, era davvero strano e in un certo senso anche eccitante. Lui era stato nella mia Jeep svariate volte, ma io non ero mai stato nella sua luccicante e costosa Camaro nera, e nonostante l’avessimo presa per motivi pratici ( i passeggini non sarebbero mai entrati nella mia Jeep), non potei fare a meno di sentirmi importante.
 
-Smettila di gongolare.- ringhiò Derek sniffando evidentemente il mio orgoglio.-Se fosse per me nessuno di voi sarebbe qui dentro.-

-Andiamo, papà!- lo derisi dandogli una gomitata scherzosa.- Non puoi trattare così la tua famiglia! Giusto bambini?- domandai girandomi verso i sedili posteriori dove i bambini (seduti illegalmente sui cuscini del divano e legati alla meglio con delle cinture) mi sorrisero di rimando.

-Continua a non piacermi il modo in cui stai prendendo questa faccenda.- borbottò Derek fermando la macchina vicino casa di Scott.-Adesso scendi e vedi di recuperare quel fottuto passeggino.-

-Bruto.-sbuffai scendendo dalla macchina.-Non ci metterò molto, tu nel frattempo cerca di non mangiare i nostri piccoli.-ghignai prima di chiudere la portiera e salutare i bimbi da dietro il finestrino.
 
 
Recuperato il primo passeggino a due posti, ci avviammo verso lo studio veterinario con la speranza di recuperarne un altro. Derek scese dalla macchina dicendomi molto dolcemente (“Prova a muoverti da qui ed userò le tue ossa per costruirgli una culla!!”) di non scendere dall’automobile, ed io annuii obbediente.

Tuttavia, non appena Derek sparì dalla mia visuale ed entrò nella casa della vecchia amica di famiglia, scesi velocemente dalla macchina e corsi a perdifiato all’interno lo studio di Deaton, chiamandolo ad alta voce.
 
Deaton sembrò un tantino disorientato quando vide il branco trasformato in bambini spelacchiati e sdentati, tuttavia la sua espressione divenne più seria quando mi chiese spiegazioni sull’accaduto.

-Ho capito di che tipo di incantesimo si tratta.- mormorò Deaton prima di posare lo sguardo su di me.-E mi spiace informarti che non basterà che Derek si occupi di loro per spezzarlo.-

-Cosa!?- esclamai poggiandomi alla portiera della macchina per cercare un qualche sostegno.-E cos’altro dovrebbe fare Derek??- domandai agitando animatamente le braccia, gesto che fece ridere i bambini.

-Deve prendersi cura di ogni membro del suo branco, e deve capire qual è il suo ruolo.-

-E non lo sta già facendo?- domandai inarcando un sopracciglio.

-Lui forse, ma tu?-

-Io? Cosa c’entro io??- ridacchiai nervosamente.

-L’incantesimo ha colpito tutto il branco tranne te.- m’informò Deaton guardandomi sospettoso.-Il che significa che la strega l’ha rivolto anche a te.-

-Ma se non faccio nemmeno parte del branco!?- sbottai sentendomi pugnalato alle spalle.
 
Quella stupida befana se l’era presa con me senza nemmeno conoscermi!
 
-E questo chi te l’ha detto?- inarcò un sopracciglio, Deaton.

-Nessuno, lo so e basta.- borbottai incrociando le braccia al petto.-Non sono nemmeno un licantropo.-

-Un branco non dev’essere per forza formato da esseri appartenenti alla stessa specie.-

-Quindi tu mi stai dicendo che faccio parte del branco di Derek?- domandai scettico.

-Esatto.-

-E quale ruolo avrei?? Quello dell’umano inutile? Quello del cervello del gruppo? Quale!?- domandai più confuso che mai.
 
-E’ questo il punto. Dovrai scoprirlo per conto tuo. Solo così riuscirete a spezzare l’incantesimo.-
 
-Scusa ma non puoi dirmelo tu e basta??- sbuffai frustrato.
 
Deaton sorrise intenerito ma scosse la testa.
 
Stupido cioccolatino pelato.
 
-Derek non dovrà sapere niente di tutto ciò.- dissi più a me stesso che al druido.-Potrebbe seriamente uccidermi se venisse a sapere che c’entro anch’io in questa storia.-

-Va bene.- annuì,  comunque, Deaton.-Buona fortuna.-

-Grazie.- borbottai salutandolo e tornando in macchina.
 
Quello si che era un bel problema. Ero sempre stato dell’idea di non appartenere al branco di Derek, e questo era anche dato dal comportamento scorbutico che questi rivolgeva specialmente al sottoscritto. Per non parlare di tutte le volte in cui-in caso di pericolo- mi ero sentito completamente inutile e di intralcio…e adesso, “grazie” all’incantesimo di quella strega, avevo finalmente capito che Derek-per una qualche strana ragione- mi aveva riconosciuto come un membro del suo branco.
Il Sourwolf aveva così inconsciamente dimostrato di tenerci a me, di ritenermi importante. Il mio cuore aumentò di battiti per l’emozione che tale notizia mi stava apportando, lui mi era sempre piaciuto un sacco, sin dal nostro primo incontro lo avevo trovato così incredibilmente e misteriosamente attraente da rimanere a fissarlo per un tempo indeterminato a bocca aperta.
Era stata proprio lui la causa del mio “deviamento sessuale”. Avevo sempre avuto il sospetto di essere attratto anche dal mio stesso sesso, ritrovandomi troppo spesso a spiare determinate parti dei ragazzi negli spogliatoi, tuttavia ricevetti la conferma solo quando vidi lui per la prima volta. Per non parlare di tutte le volte in cui me l’ero ritrovato davanti agli occhi senza una maglia che si premurasse di coprirgli l’immensa distesa di muscoli che metteva in subbuglio il mio sistema di salivazione.
Tutti i ragazzi , per via dei loro sensi ipersviluppati, avevano notato la mia purtroppo evidentissima  attrazione nei confronti del loro alpha, ma nessuno (a parte qualche frecciatina di Jackson e vari balbettii imbarazzati di Scott), aveva osato sottolineare la cosa, ed gli ero davvero grato per ciò.

E adesso non ero solo costretto a spendere giornate intere in sua compagnia, ma dovevo anche vederlo alle prese con dei bambini e sapevo esattamente che non ne sarei uscito vivo. Derek era un lupo mannaro dalla nascita, e sapeva usare molto bene i suoi “poteri mannari”, quindi era palese che sapesse della mia attrazione nei suoi confronti,  tuttavia nemmeno lui mi aveva mai fatto notare niente, e non ne sembrava nemmeno disturbato….

Che in realtà gli stesse bene??

Cioè, se gli avesse fatto schifo l’idea che io fossi attratto da lui, non mi avrebbe mai accettato nel suo branco, giusto? E non mi avrebbe nemmeno chiesto di aiutarlo con i bambini, potendo perfettamente chiedere aiuto a Lydia, ad Allison o a Deaton!
Forse lui voleva trascorrere quei giorni con me, voleva prendersi cura dei bambini con me..
O forse aveva sfruttato la mia attrazione nei suoi confronti con la consapevolezza che non gli avrei mai detto di no…

Sì, quell’ipotesi era molto più probabile della prima.
 
Sospirai affranto e mi voltai verso i bambini che avevano preso ad emettere piccoli versetti tristi. Ah, giusto! Loro erano pur sempre lupi mannari e quindi avvertivano le emozioni altrui, in questo caso le mie.

-Sto bene!- sorrisi rassicurante ad ognuno di loro.-Mettiamo un po’ di musica??- domandai ad alta voce, azionando lo stereo.

Storsi il naso quando un’orribile canzone insensata e remixata riempì l’abitacolo, facendo sobbalzare sui propri cuscinetti i bambini dall’udito sensibile. Fortuna che io e Scott per fare gli idioti, avevamo preso l’abitudine di impostare il canale da dove venivano trasmesse a qualsiasi ora le sigle dei cartoni animati al fine di provocare malinconia a chi era ormai cresciuto.

Ridacchiai quando, una volta impostato il canale, i bambini iniziarono a scalciare felici sui cuscini.  Mi inginocchiai premendo il petto contro lo schienale del sediolino ed avvolgendo le braccia attorno al poggiatesta per poter guardare ognuno di loro, erano bellissimi.
 
-Uh, Scott! Te la ricordi questa??- domandai al mio migliore amico che iniziò ad emettere versetti acuti.

Forse Derek aveva ragione nel dire che erano influenzati dalle loro vere vite.
 
-Teletubbies, Teletubbieees.- cantai ondeggiando la testa a destra e a sinistra, facendo ridere i bambini.-Fa-nno- Ciao! Ciaoooo!- esclamai agitando la mano a mo’ di saluto davanti ai loro visi arrossati per via delle risate.
 
-COSA.CAZZO.STAI.FACENDO.-
 
Sobbalzai sul sedile e sbattei la testa contro il tettuccio della macchina quando sentii improvvisamente la voce di Derek ridotta ad un ringhio, segno che era molto incazzato. Mi massaggiai la parte lesa e guardai timidamente Derek che era fermo davanti alla portiera aperta e mi stava guardando con un sopracciglio inarcato. 
 
-Stavo..cantando?- domandai forzando un sorriso.

-Perché.-

-Perché volevo far ridere i piccoli.- ammisi raddrizzandomi sul sedile, dato che Derek stava entrando in macchina.

-Il passeggino?- domandai.

-L’ho già messo nel cofano. Evidentemente eri troppo impegnato a fare il pagliaccio per accorgertene.-

-Sei arrabbiato con me?- domandai tristemente.
 
Non mi piaceva il modo in cui mi stava trattando.
 
-Ti avevo detto di non scendere dalla macchina.- fu la sua risposta mentre metteva in moto.

-Non sono sce- mi bloccai quando lo vidi incenerirmi con uno sguardo.-Ok, l’ho fatto.- ammisi sprofondando maggiormente contro il sediolino.-Ma l’ho fatto per parlare con Deaton, pensavo avrebbe potuto aiutarci.-

-E..?-

-E invece niente.-sbuffai.-E’ stato utile quanto google traduttore.-
 
Derek inarcò un sopracciglio alla mia battuta, non comprendendola, ma dato che non mi andava di spiegargli per la millesima volta cosa fosse internet, incrociai le braccia al petto e mi costrinsi a guardare fuori dal finestrino e non in direzione del suo profilo perfetto. Derek era ancora più attraente mentre guidava, il suo sguardo era vigile ed attento alla strada ed i suoi occhi diventavano inspiegabilmente chiari se colpiti dalla luce del sole, le sue bellissime mani mascoline erano ancora più ipnotizzanti quando stringevano il volante, facendomele immaginare strette a qualcos’altro.. a qualcosa di mio. Per non parlare delle sue braccia in continuo movimento!! Ad ogni sterzata o ad ogni scalo di marce, un nuovo muscolo guizzava da sotto le maniche della sua maglia..e potrei o non potrei aver tentato di contarli, giusto per passare il tempo.
 
-Hai lasciato da solo i bambini.- la sua voce mi riportò alla realtà, costringendomi a voltarmi verso di lui.
 
Grazie tante per mettermi così alla prova, Derek!
 
-Non l’ho fatto.- risposi con calma.-Ho corso fino al suo studio e l’ho trascinato immediatamente vicino alla macchina proprio per non lasciarli da soli.-
 
-Ok.- sospirò dopo un po’, la voce leggermente più addolcita.
 
-Mi hai perdonato?- osai domandare, guardandolo di sottecchi.
 
-Sì.-
 
Sorrisi raggiante e mi rilassai solo in quel momento, poggiando la testa contro il poggiatesta del sediolino.
 
-Dio, ma cos’è questa cosa!?- sbottò Derek cambiando stazione radio.

-No, dai! Ai bambini piaceva!- esclamai dispiaciuto, girandomi per vedere i visi tristi dei bambini.
 
-Te lo scordi che senta certe porcherie.-
 
-Era la sigla dei Pokemon.-
 
-Appunto.-
 
Spalancai gli occhi quando sentii chiaramente le note della canzone “We are family” delle  Sister Sledge, e una parte di me non poté fare a meno di pensare che fosse tutta opera dell’incantesimo che si rivoltava contro Derek per essere stato così cattivo con i suoi beta.
 
“We are family, I got all my sisters with me. We are family, get up everybody and sing..”
 
Guardai Derek di sottecchi e trattenni a stento delle risate quando lo vidi con lo sguardo inorridito rivolto verso il proprio stereo, guardandolo come se lo avesse appena tradito.
 
-Non. Una sola parola.- ringhiò Derek puntandomi il dito contro.
 
Scossi violentemente la testa e feci il gesto di serrarmi le labbra con una cerniera immaginaria.
 
“Everyone can see we're together as we walk on by, and we fly just like birds of a feather. I won't tell no lie, all of the people around us, they say “Can they be that close?” Just let me state for the record we're giving love in a family dose.”
 
Arrossii e mi schiarii fortemente la gola ad alcune parole di quella canzone. Adesso non avevo alcun dubbio che quella fosse opera della strega e del suo incantesimo, perché andiamo!!  Quelle parole descrivevano alla perfezione la nostra situazione attuale, con tanto di frecciatine.
Era normale che le persone che ci vedevano pensavano automaticamente che io e Derek stessimo insieme e che quelli fossero i nostri bambini. E lo scopo dell’incantesimo non era proprio quello di farci apparire e sentire come una famiglia??
 
Ottima mossa, strega.
 
Derek doveva aver fatto il mio stesso ragionamento, dato che borbottò delle imprecazioni e si affrettò a rimpostare il canale di prima, per la gioia dei bambini che si liberarono in piccoli gridi acuti e contenti.
 
-O laaady, lady lady Oscar, tutti fanno festa quando passi tuuu.- cantai battendo la mani a tempo, venendo imitato dai bambini che batterono disordinatamente le manine.
 
Risi guardandoli attraverso lo specchietto retrovisore e mi voltai involontariamente verso di Derek che mi stava ancora giudicando con quelle stupide sopracciglia, tuttavia si tradì con un piccolo sorriso divertito quando Boyd provò a cantare, emettendo versi senza senso e completamente fuori tempo.
 
Sì, mi sarei davvero potuto abituare a tutto quello.
 
 
************************



Avere un “compagno” licantropo aveva i suoi pregi, tra i quali quello della super-forza.  Senza Derek non sarei mai riuscito a montare i passeggini e a sollevarli per salire le scale che conducevano all’ingresso del centro commerciale (“un applauso agli ingegneri che non avevano minimamente pensato alle povere anime con dei bambini piccoli!!”), ma aveva anche i suoi difetti, quali l’attenzione che un uomo poteva attirare nel sollevare due passeggini contemporaneamente e salire le scale. Dovetti incenerire con uno sguardo più di una donna (e di un uomo!!) , visibilmente e positivamente impressionate dalla forza bruta di Derek e dai suoi muscoli sotto tensione.  Almeno i bambini non si erano spaventati nel ritrovarsi improvvisamente sollevati, anzi, avevano riso ad ogni gradino.
 
-Grazie.- mormorai a Derek quando arrivò fino in cima alle scale e posò delicatamente i passeggini a terra.
 
-Nulla.- mi rassicurò lui, non sembrando per niente affaticato.
 
Rimasi a fissarlo con espressione inebetita per un bel po’ di tempo, risultando anche inquietante, ma Derek mi fece riprendere con delicatezza, scuotendomi leggermente.-Entriamo? I bambini hanno freddo.-

-Uh, sì, scusa.- scossi fortemente la testa per ritornare in me.

Afferrai il manico del passeggino in cui vi erano seduti Scott ed Isaac, e camminai accanto a Derek che invece stava spingendo il passeggino con Boyd e Jackson. Tirai un sospiro di sollievo quando, una volta all’interno del centro commerciale, fui investito da una piacevole aria calda che mi tolse i brividi di dosso. Odiavo il freddo e l’inverno, il mio corpo sembrava non riuscire a conservare nemmeno un po’ di calore, e spesso mi ritrovavo con mani e piedi congelati e con il naso gocciolante.
 
-Lì c’è un negozio per bambini.- mi indicò Derek, sfiorandomi la spalla con il suo braccio.
 
Dio…era così caldo!! Ma quanto potevano essere fortunate le persone che avevano come fidanzato un lupo mannaro?? Super-forza, pelle caldissima, muscoli ovunque, coordinazione straordinaria e riflessi perfetti.
…per non parlare della loro resistenza a letto. Scommettevo che Derek sarebbe riuscito a durare per ore durante un rapporto sessua-

-Stiles!- mi chiamò Derek agitando una mano davanti al mio viso.

-Scusa, scusa.- mormorai riprendendo a scuotere la testa.-Andiamo.- dissi aumentando il passo per evitare il suo sguardo preoccupato.
 
Dovevo smetterla di perdermi in certi pensieri quando gli stavo vicino, e dovevo assolutamente darmi un contegno e non sbavargli addosso!! Ma come diamine facevo a controllarmi se lui mi era sempre così vicino??
 
-Stiles?-
 
Ero appena entrato nel negozio per bambini quando sobbalzai per una mano femminile che si era poggiata improvvisamente sulla mia spalla.
 
-Lydia??- strabuzzai gli occhi prima di sorriderle.-Che ci fai qui??-

-Io ed Allison siamo venute a comprare qualcosa ad Erica.- mi informò la rossa, indicando alle proprie spalle Allison che stava facendo agitare in mia direzione una manina ad Erica.

-Uh, anche io e Derek siamo venuti a comprare dei vestiti ai bambini!- esclamai entusiasta, voltandomi verso di Derek che mi aveva appena affiancato con il passeggino.

-Hey.- salutò entrambe. Ovviamente era riuscito a sentire da lontano il motivo per il quale si trovassero lì, quindi non chiese niente.
 
-Qui i prezzi sono altissimi.- sbuffò Allison accovacciandosi per dare una carezza a Scott che le afferrò immediatamente la mano, sorridendo contento.
 
-Non preoccuparti, amore, ho la card.- le fece l’occhiolino la rossa, facendola ridere.
 
-Ehm, mi sono perso qualcosa??- domandai inarcando un sopracciglio al nomignolo che Lydia aveva appena usato.
 
-Sto solo fingendo di essere la compagna di Allison.- ghignò Lydia.-Non so quante persone ci hanno prese per una coppia lesbo!-

-Oh, beh, è successo anche a me e Derek.- ridacchiai imbarazzato.

-Ma voi sembrate una coppia anche senza bambini!- sventolò una mano, Lydia, prima di consegnare la propria carta di credito alla mora.
 
Sentii le mie guance andare a fuoco per quel commento, e mi voltai verso di Derek per vedere quale fosse stata la sua reazione, trovandolo molto concentrato ad osservare i bambini nel passeggino. Oh, beh, almeno non aveva negato nulla.
 
-Andiamo a cercare un negozio più economico?- bisbigliai contro il suo orecchio, mordendomi nervosamente il labbro inferiore.-Non ho così tanti soldi dietro.-

-Tranquillo, pago io.-

-Cosa? Ma non avevi detto che non avresti speso soldi per qualcosa che poi non ti sarebbe servito più?- domandai confuso.

-Ormai siamo qui e non mi va di girare a vuoto per tutto il centro commerciale.- alzò le spalle, lui, incamminandosi verso la sezione dei bambini dai sei mesi in poi.
 
Io invece rimasi pietrificato sul posto ad osservarlo scioccato per ciò che aveva appena detto. Lo conoscevo abbastanza bene da poter affermare che avrebbe girato anche il mondo intero pur di non spendere i suoi soldi per cretinate, eppure eccolo lì, mentre osservava con aria accigliata (per non dire “omicida”) un completino maschile.
 
-Tesoro, cerca di non far fuoriuscire dalla tua bocca quel briciolo di dignità che ti rimane.- sghignazzò Lydia chiudendomi la bocca.

-Eh?- le domandai confuso.

-Puoi essere più ovvio di così?- mi domandò lei.

-Non capisco a cosa ti stai riferendo.- borbottai aggrottando le sopracciglia.

-Alla tua cotta nei confronti di Papàlupo.-  sbuffò con esasperazione, indicandomi la schiena di Derek.

-Io non ho una cotta per…è così evidente?-domandai preoccupato, portandomi le mani alla bocca.

-Ce l’hai praticamente scritto in faccia.- roteò gli occhi, lei.

-Oh Dio.- piagnucolai coprendomi tutto il viso.-Se te ne sei accorta persino tu che non sei una licantropa allora sono davvero patetico!!-

-Nah, sei tenero.- sorrise lei.-E scommetto che gli piaci.-

-Io!? Piacere a-Hahahaha!!- risi fortemente, fingendo di asciugarmi delle lacrime ai lati degli occhi.-Quanto sei spiritosa!-

-Stiles, fidati di me, io ho naso per queste cose.- sussurrò quasi mi stesse rivelando un segreto, toccandosi la punta del naso.

-Come fai a dirlo? Io fino a poco tempo fa ero convinto che mi odiasse!- esclamai allargando le braccia.

-Lui!? Odiare TE!?- questa volta fu il suo turno di ridere.-Ma se sei sempre stato il suo preferito!!-

-Io!? Il preferito  di Derek!?- risi io.

-Ok, smettiamola di ridere ad ogni cosa che diciamo.- sbuffò lei.-Comunque questo spiega perché sono IO il cervello del branco. Tu sei così ritardato da non accorgerti nemmeno delle cose più ovvie!!-

 
Perfetto, se lei era il cervello del branco allora QUALE DIAMINE ERA IL MIO RUOLO!?
 
-Illuminami, allora, capo.- sbuffai ironicamente, incrociando le braccia al petto.

-Derek ha sempre ascoltato la tua opinione. Non importa di cosa si stava discutendo, ogni volta che aprivi la bocca per dire la tua, lui si zittiva e si concentrava su di te.-

-Questo solo perché sa che i miei piani sono infallibili.- borbottai per niente convinto.

-Squadra ogni membro del branco che ti tocca.- disse con aria di sfida.

-Non lo fa.-

-Ohh, fidati, lo fa!- esclamò con una risata isterica.-A volte ringhia anche.-

-Stiamo parlando di Derek, lui ringhia sempre!- le feci notare, mandando un’occhiata a Derek giusto per essere sicuro che non stesse origliando la nostra conversazione.
 
Fortunatamente stava parlando con Allison che gli stava mostrando due completini, alzandoli ed abbassandoli come se si trovassero su di una bilancia..forse gli stava chiedendo un parere. Sorrisi nell’immaginarmi Derek versione consulente di vestiti per bambini.

-Stiles, smettila di scopartelo con gli occhi! Sei in un negozio per bambini, per la miseria!!- sbottò Lydia sventolandomi una mano davanti al viso.
Sbuffai infastidito e tornai a prestarle la mia più totale attenzione.-Continua.-

-Quando litigate, c’è sempre questa frustrazione sessuale tra voi due.- parlò gesticolando piano.-E nessuno di noi rimarrebbe stupito se vi saltaste improvvisamente addosso.-

-Ma che dici!- esclamai ridacchiando.-Tu pensi davvero che uno come Derek, che potrebbe avere tipo..chiunque, voglia saltare addosso proprio ad uno come me!?-

-I gusti sono gusti.- alzò le spalle, lei.-Nemmeno Jackson mi meriterebbe, eppure ci sto insieme.-

-Tu e Jackson siete tremendamente perfetti insieme.-

-Dovresti seriamente aprire gli occhi, Stiles.- sospirò lei.-Così da poter davvero vedere cose che sono sempre state lì, davanti a te.-

-Ci proverò, ok?- sospirai a mia volta.-Grazie.- le sorrisi poi, abbracciandola.

-STILES!- ringhiò Derek facendomi sobbalzare contro la sua spalla.-Vieni ad aiutarmi o no!?-

-Visto? Geloso e possessivo.- bisbigliò Lydia prima di separarsi da me e raggiungere la sua “compagna”.
 
-Eccomi, eccomi!!- esclamai correndo vicino a lui.-Allora? Ne hai scelto qualcuno??-

-Questi.- borbottò accigliato, mostrandomi due completini.
 
Sorrisi divertito quando vidi che uno di questi comprendeva anche un piccolo ed adorabile giubbotto di pelle.-Vuoi vestirli in stile Derek Hale?- ridacchiai.

-Posso perfettamente prenderne un altro.-sbuffò facendo per rimetterlo a posto.

-Nono!- lo fermai aprendo la busta per farglieli mettere dentro.-Mi piace, davvero.-
 
Ed era vero, mi piaceva che volesse vestire i bambini a sua somiglianza. Quasi quasi lo facevo anch’io..

Spiegazzai vari completini con delle felpe, prima di trovarne finalmente uno con una piccola felpa rossa.

-Io voglio questo.- dissi mostrandolo a Derek che sorrise divertito ed aprì la busta per me.-Dovremmo comprargli anche dei pigiamini.- gli dissi spingendo il passeggino verso il reparto notte.-Andiamo.-

Lui stranamente mi seguì senza fiatare.

-Ci sono dei pigiamini meravigliosi!!- esclamò Allison uscendo proprio in quel momento dal reparto, Erica accoccolata contro il suo petto e un braccio stracolmo di buste.

-Vedremo se saranno pigiami degni della famiglia Hale.- scherzai io, carezzando i riccioli di Erica.-Heilà, principessa!- la salutai e lei mi ricambiò con un grosso sbadiglio.

-Se le tocchi i capelli le viene sonno. Purtroppo io e Lydia lo abbiamo scoperto solo alle tre di notte.- sbuffò in un sorriso, Allison.

-Non dirlo a noi.- parlò Derek.-Io e Stiles abbiamo quasi sfiorato le quattro del mattino per via di Isaac.-

-Cos’è successo?- gli domandò Lydia cingendo la vita dell’amica con un braccio, ghignando agli sguardi degli altri. Si stava divertendo davvero tanto a passare per lesbica.

-Voleva dormire in mezzo ai suoi genitori.- disse Derek prima di correggersi.-Cioè, in mezzo a noi.-

-Ahh! I bambini!! Un dono dal cielo.-sospirò teatralmente Lydia.

-Come una cagata di piccione?- ghignai io.-Ouch!!- gemetti quando Derek mi colpì sulla nuca.

-Andiamo.- sbuffò salutando con un cenno della testa entrambe le ragazze.

-Compagno violento, eh?- ghignò una commessa che stava sistemando dei vestiti accanto a noi e che aveva visto e sentito tutto.

Stavo per rispondere, ma Lydia mi precedette.

-Così violento che a volte lui non riesce a camminare per giorni!!-esclamò indicandomi.

-Lydia!!- urlai scioccato mentre Allison si coprì la bocca per non ridere ad alta voce.

-Fortunato, allora.- mormorò la commessa guardandomi con malcelata invidia.

-Beh, sì.- decisi di giocare anch’io.-E deve vedere quando è arrabbiato con me..UGH!- gemetti fingendomi perso in ricordi (che altri non erano se non sogni erotici che avevo fatto su di lui)-Abbiamo dovuto ristrutturare casa per via di tutte le cose che abbiamo rotto nel durante!!-

-Fattelo anche per me, figliolo.- si lamentò lei.-Fattelo anche per me.-

-Me lo farò per tutti quanti.- annuii solenne.-AoAoAo.-gemetti quando Derek tornò indietro e mi afferrò per l’orecchio.
 
Salutai le mie amiche agitando una mano in loro direzione e lessi il labiale della commessa che stava ripetendo “Anche per me, fattelo anche per me” con la mano premuta sul cuore. Le risposi sbattendo il pugno sul petto per poi alzare i pollici in sua direzione e farle l’occhiolino.
 
-Sei l’essere più ridicolo del mondo.- sbuffò Derek lasciandomi andare l’orecchio solo quando fummo davanti ai pigiami per bambini di sei mesi.

-Hai sentito tutto, vero?- ridacchiai imbarazzato, grattandomi il retro della testa.

-Ogni singola parola.-

-Scusa, stavo solo giocando.- sussurrai con le guance rosso fuoco.

-Lascia perdere.- sospirò incrociando le braccia al petto.-Scegli.-

-Tu non vuoi scegliere?- domandai aprendo le maglie dei pigiamini per poter vedere cosa vi  fosse raffigurato sopra.

-Mi va bene ciò che sceglierai.- alzò le spalle, lui.

-Oh, ok.- annuii prendendo ad immaginarmi ognuno dei bambini in quei pigiamini, sorridendo intenerito solo all’idea di farglieli indossare.-ODDIO!- esclamai entusiasta.-QUESTI! ASSOLUTAMENTE QUESTI!- saltellai contento mostrando a Derek quattro pigiamini di colore diversi con però al centro lo stesso disegno: Un cucciolo di lupo con la lingua spiaccicata sul muso e un biberon tra le zampe anteriori.

-Sul serio?- inarcò un sopracciglio, Derek.

-Ti piacciono. Li adori. So che li adori!- lo punzecchiai gongolando.-Prendiamo questi, ti prego! Voglio questi!- lo supplicai sporgendo il labbro inferiore in avanti.

-E questi siano.- cedette in un sospiro stanco, aggiungendoli alla busta.-Vado a pagare, aspettami fuori.-

-Si!! Grande!!- applaudii contento, afferrando entrambi i passeggini per poi dirigermi verso l’uscita del negozio.-E’ il mio sugar daddy!- lo indicai a due signore che avevano visto tutto.

Loro si imbronciarono seccate ed io gongolai interiormente.

Oh, si! Giù le mani, signore! Il fusto è tutto mio!
 
 
Derek arrivò giusto in tempo che mi facessi prendere dal panico nel ritrovarmi in mezzo ad un mare di gente con gli occhi che non si staccavano un secondo dai bambini per paura di perderli o che qualcuno li rapisse.

-Ti va di mangiare qualcosa?-
 
Me lo aveva davvero chiesto?? Voleva mangiare qualcosa con me?? QUESTO ERA..”OH MIO DIO! MA COS’E’ LA VITA!? MI VIENE DA PIANGERE! ODDIO! OH DIO SANTISSIMO! PRENDIMI, DEREK! PRENDIMI ADESS-“


-Ok.- annuii tranquillamente, seguendolo verso un pub.
 
Ci sedemmo ad un tavolo abbastanza isolato, per poter mangiare qualcosa in tranquillità e lontano dalle persone. Derek ordinò, da lupo carnivoro qual era, una bistecca al sangue, mentre io optai per un più digeribile hamburger.

-Senta, le posso chiedere un favore immenso?- domandai alla cameriera una volta che ebbe preso i nostri ordini.

-Mi dica.- mi sorrise lei.

-Potrebbe far scaldare questo per me?- le domandai porgendole una piccola borraccia dove avevo portato il latte per i bambini.-Non voglio darglielo freddo.- mormorai guardando con aria dispiaciuta i piccoli seduti nei passeggini accanto al tavolo.

-Ma certo!!- esclamò lei con voce intenerita.-Glielo farò avere il prima possibile!-

-La ringrazio.- le sorrisi grato.

-Non ci avevo pensato.- mormorò Derek non appena la cameriera se ne fu andata.

-A cosa?-

-A portare il latte. Se non ci avessi pensato tu, sarebbero morti di fame.-

Sembrava quasi si stesse rimproverando.
 
-Oh, beh, io servo a questo, no?- gli sorrisi rassicurante.-Ad aiutarti.-

Lui annuì lentamente ed alzò lo sguardo su di me, riscaldandomi dall’interno.-Grazie.- mi disse con estrema sincerità.

-Eh.- fu tutto ciò che riuscii a dire, dato che ero troppo perso nella sua straordinaria bellezza.
 
 
Mangiammo con calma e con tranquillità, parlando quasi sempre dei piccoli e di quello che avremmo dovuto fare nei prossimi giorni, ogni tanto Derek controllava i bambini che stavano bevendo il loro latte caldo nei passeggini, e sorrideva!!! Per Dio!!
Vederlo rivolgere dei sorrisi ai bambini mi scombussolava talmente tanto da farmi andare di traverso il cibo più di una volta, tanto da farlo ridere per la mia “goffaggine”.
 

Ma si sa, nella vita reale niente è rosa e fiori…

Specialmente l’odore della cacca dei bambini.


Imprecammo all’unisono quando sentimmo quell’ormai inconfondibile odore di pupù appena sfornata, ed i nostri occhi si puntarono inspiegabilmente su Jackson che però sembrava tranquillo. Erano Boyd ed Isaac, questa volta.

-Io Isaac e tu Boyd?- gli domandai posando il resto dell’hamburger che oramai non avrei mangiato più.

-Andata.-
 
 


COSE DA NON FARE QUANDO C’E’ UN’EMERGENZA PUPU’- SCRITTO PERSONALMENTE DA STILES STILINSKI.

N°1. Non mandare al diavolo il cameriere che ti sta gentilmente cacciando via dal pub per via delle lamentele della clientela sull’improvviso mal odore.
N°2. Non sollevare il bambino in stile Raficki la scimmia con Simba del Re Leone, urlando “Non avete mai avuto dei bambini!? Che colpa ha se gli è scappata!?! Insensibili!”.
N°3. Non correre per i corridoi di un centro commerciale urlando: “Emergenza pupù!! Fate largo!!”.
N°4. Non andare mai dritti nel bagno dei maschi, dato che lì purtroppo non troverete l’apposito fasciatoio per poter cambiare i pannolini.
N°5. Non entrare nel bagno delle donne come se niente fosse, anzi, chiarire immediatamente che siete lì semplicemente per cambiare i pannolini ai vostri bambini, oppure queste vi riempiranno di borsate.
N°6. Non importa per quanto tempo tu debba uscire o dove tu sia diretto…non devi MAI dimenticare i pannolini. MAI.
 

-Ho dimenticato i pannolini!!- urlai portandomi le mani tra i capelli.

-CHE COSA!?- ringhiò Derek massaggiandosi la spalla prima colpita dalla borsa di una vecchia.

-Li avevo persino preparati sul comò!!- piagnucolai.-E adesso come facciamo!?-

-Semplice, vai a chiedere dei pannolini.-mi spinse verso due signore che avevano tra le braccia dei bambini della stessa età dei nostri.

-Vacci tu!- sbuffai spingendo lui.

-Tu li hai dimenticati, tu li vai a chiedere.-

-Tu non ci hai nemmeno pensato!-

-Appunto, quindi non penserò di andare a chiederli.-

-Io ho portato il latte!-

 
Ok, non avrei dovuto rinfacciarglielo e farlo sentire ancora più in colpa..ma col cazzo che avrei chiesto dei pannolini a due perfette sconosciute!!
 
-E va bene.- grugnì Derek andando verso le signore, per poi ritornare sui suoi passi.

-Muoviti!- sbuffai rispingendolo verso di loro.

 
Lo spinsi così forte che Derek per poco non finì addosso alle due signore che smisero di parlare tra loro e lo guardarono in attesa. Che poi nel frattempo di quest’attesa se lo stessero mangiando con gli occhi, era un altro discorso.
 
-Scusate se vi interrompo.- mormorò Derek grattandosi il retro della testa ed abbassando lo sguardo. Era la prima volta che lo vedevo così imbarazzato.-Ma ho dimenticato di portare i pannolini di riserva e adesso non so come cambiare i bambini. Non è che voi ne avreste qualcuno da prestarmi?- domandò sollevando lo sguardo solo alla fine della domanda, rappresentando alla perfezione l’espressione di un cucciolo smarrito al fine di intenerirle.
 
Apprezzai davvero tanto che avesse detto di essere stato lui ad aver dimenticato i pannolini, e non “noi”. Ma il mio sorriso di apprezzamento se ne andò a fare shopping per conto suo quando notai lo sguardo d’intesa che si scambiarono le due signore prima che una di queste gli posasse una mano sul petto.

-Ma certo!- esclamò questa con voce morbida.-Quanti te ne servono?-

-Per il momento due. Ma apprezzerei se me ne deste quattro, così almeno ne ho per ognuno di loro.- rispose Derek, indicando i bambini alle sue spalle.
 
Le signore seguirono il punto da lui indicato e si lasciarono sfuggire dei mormorii inteneriti, mentre si avvicinavano ai passeggini come due vipere pronte all’attacco. Afferrai entrambi i manici dei passeggini e li spinsi leggermente verso di me, al fine di proteggerli da un’imminente attacco…
Attacco che però non arrivò, dato che le signore stavano semplicemente accarezzando le guancette di ognuno di loro, riempiendoli di complimenti.
 
Forse era davvero il caso che la smettessi di comportarmi da mammina iperprotettiva. 
 
-Tieni.- le sorrise l’altra donna, dandogli quattro pannolini.

-Grazie.- ricambiò il sorriso, Derek, dandomene uno per poi andare a posare il resto nel cestino sotto ad uno dei due passeggini.

-Sei solo?- domandò la donna più estroversa, quella che prima le aveva poggiato una mano sul petto.
 
Maledizione. Ma cos’avevano le madri single!? Invece di pensare a loro stesse o ai propri bambini, non facevano altro che interessarsi a Derek, guardandolo quasi affamate, come due leonesse che avevano posato gli occhi sulla più succulenta delle prede.
Ed io dovevo semplicemente stare lì a vedere come ci provavano spudoratamente con l’uomo di cui avevo una cotta colossale, senza poter fare assolutamente niente.
 
-Uhm, no.- si schiarì la voce, Derek.-Sto con lui.- sussurrò così a bassa voce che dovetti sporgermi leggermente in avanti per sentire meglio.
 
“Lui” chi!? “Lui” me??!!
 
-Oh.- rispose la signora, la voce dispiaciuta.-Perché i migliori sono sempre gay?-
 
Derek alzò la testa di scatto e la guardò con aria scandalizzata, non aspettandosi quella risposta.
 
-Credo che per “solo” intendesse dire “single”.- bisbigliai al suo orecchio, mal trattenendo un ghigno.

Derek stava per aprire la bocca e darle una spiegazione, ma io lo interruppi.-Perché la nostra razza è nettamente superiore a quella dei vostri “maschi” etero.- ghignai avvolgendo la vita di Derek con un braccio.

Loro storsero la bocca in una smorfia ed annuirono in accordo con me, dopodiché ci augurarono buona fortuna ed uscirono dal bagno delle donne con l’umore che toccava il pavimento.

-Ma quanto ti stai divertendo?- sbuffò Derek quando se ne furono andate.

-Tu non sai quanto!!- esclamai sorridendo, lasciandogli andare la vita molto, moolto lentamente, accarezzandogli delicatamente la base della schiena.-E ora, veniamo a noi.- dissi rivolgendomi ad Isaac, strofinandomi le mani tra loro.
 
Derek non disse niente sulla mia carezza fugace, ma si apprestò a poggiare Boyd sul fasciatoio accanto al mio, guardandomi di sottecchi per ricordarsi tutti i passaggi per cambiare il pannolino. Ridacchiai quando gli passai una salviettina igienica, ricevendo un verso disperato come risposta.

-Andiamo, Sourwolf!- esclamai rivestendo Isaac.-Non è poi così male.-

-Pulire la merda!?-

-C’è di peggio.- roteai gli occhi, dando un bacio sulla fronte ad Isaac che aveva poggiato le manine ai lati delle mie guance.

-Tipo?- inarcò un sopracciglio, lui, tenendo Boyd in modo che avesse il viso rivolto verso di me.

-Tipo pulire il sangue.- gli risposi senza alcuna esitazione.-Abbiamo dei bambini sani che evacuano regolarmente. Cosa vuoi di meglio??- alzai le spalle prima di riporre Isaac nel passeggino.

-Che non mi stordissero con la loro puzza.-borbottò Derek posando anche Boyd.
 
Ridacchiai alla sua espressione corrucciata e gli diedi una spallata giocosa mentre lo seguivo all’esterno del bagno. Erano quasi le sette di sera ed i corridoi del centro commerciale cominciavano ad essere quasi deserti, lasciandoci tutto lo spazio necessario per poter camminare fianco a fianco, cosicché anche i bambini potessero stare tutti e quattro vicini.
Derek rispose alla mia spallata dandomene una abbastanza forte da farmi quasi perdere l’equilibrio, cosa che lo fece sghignazzare divertito. Gli mandai uno sguardo di sfida e trascinai il passeggino verso sinistra, facendolo scontrare leggermente contro il suo; Derek ricambiò il mio sguardo e mi imitò facendo cozzare i nostri passeggini; i bambini che ridevano ad ogni scontro.
Non capii come facemmo a metterci d’accordo con un solo sguardo, eppure, superato l’ultimo negozio, facemmo una corsa..o meglio, una gara, a chi arrivasse per primo alle porte del Centro Commerciale, ridendo insieme ai bambini. Più di una signora ci aveva chiamati “incoscienti” o “padri insubordinati” , ma a noi poco importò, eravamo una famiglia particolare e ci divertivamo con poco. Finché avessimo fatto ridere l’altro ed i bambini, allora tanto bastava.
 
Derek ovviamente arrivò per primo, aspettandomi finché non lo raggiunsi con il fiatone che soffocava le mie risate.

-Ok, per questa volta ti ho fatto vincere.- ansimai lasciando pure che sollevasse entrambi i passeggini e scendesse le scale.-Ma la prossima volta imposterò il turbo e vincerò.-

-Certo.- annuì Derek sorridendo divertito.-Dai, andiamo.- scosse la testa continuando a sorridere in quel modo che mi fece dimenticare persino come mi chiamavo, trascinandomi per un polso quando notò che mi ero nuovamente imbambolato.
 
 
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Erano passati quattro giorni dalla giornata al Centro Commerciale e la situazione non era ancora cambiata. Il branco era ancora interamente trasformato in bambini, ed io e Derek ci eravamo talmente abituati a vivere insieme e a prenderci cura di loro da essere diventati davvero domestici. La mattina lui era sempre il primo a svegliarsi e ad alzarsi, lasciando me nel mondo dei sogni. I bambini di solito si svegliavano verso il suo stesso orario, quindi li trovava sempre già svegli ed attivi, pronti per la colazione. Lui gli toglieva il pigiamino e li vestiva, dopodiché li portava in cucina e li adagiava sui seggioloni (mio padre e Melissa ci avevano prestato i due seggioloni di me e Scott, mentre Derek ne aveva trovati altri due tra le cose di Laura e Cora, rassicurandomi che non gli faceva nessun effetto utilizzarli. Avevamo dato quello rosa a Jackson.), dopodiché preparava il caffè. Era proprio quando la macchinetta iniziava a fischiare che io mi alzavo e mi dirigevo velocemente in bagno, presentandomi in cucina già lavato e vestito, pronto per preparare il latte. Il risveglio era il mio momento preferito, perché i bambini iniziavano a battere le manine e a sorridere non appena facevo il mio ingresso in cucina, accogliendomi con affetto, e Derek gli intimava di fare silenzio con voce morbida e giocosa, sorridendo ogni volta che loro invece facevano più casino. Poi c’erano quegli sguardi..
Derek non ricambiava ancora i miei “buongiorno!”, ma aveva preso l’abitudine di bere il caffè con la schiena poggiata contro il frigo, ponendosi giusto davanti a me e guardandomi da sopra la tazzina, come se fosse contento di avermi anche quella mattina lì con lui; ed io mi scioglievo sotto ogni suo sguardo, arrossendo di certo non per via del caffè caldo. I bambini avevano ormai imparato a reggersi la bottiglietta da soli, tuttavia ero cosciente di non riuscire a smettere di toccarli. Adoravo carezzare le guance piene di Boyd mentre queste erano gonfie di latte, così come mi piaceva toccare la punta del nasino di Jackson ed esclamare un “Boop!”  che lo faceva sempre ridere e sputacchiare il latte ovunque, non c’era giorno in cui non scompigliavo i capelli del mio migliore amico, facendo poi il verso del leone che-come diceva Derek- somigliava più ad una gatta morente, ed avevo chiesto a Lydia di prestarmi un suo codino così da legare ogni mattina i capelli di Isaac.
 
-Stamattina il tuo telefono ha squillato.- disse Derek mentre sorreggeva il biberon ad un troppo pigro (e viziato) Jackson.-Ho risposto, spero non ti dispiaccia.-

-No, figurati.- lo rassicurai mentre raccoglievo i capelli di Isaac verso l’alto.-Chi era?-

-Tuo padre, ci ha chiesto di andare a pranzo da lui.-

-Gli hai già dato una risposta?- gli domandai mentre racchiudevo i capelli di Isaac in un codino alto.

-Gli ho detto che saremmo passati.- alzò le spalle, lui.-Mi era sembrata una buona idea.-

-Hai fatto bene.- lo rassicurai ridacchiando al modo in cui Isaac spalancava gli occhi ogni volta che gli legavo i capelli così da permettergli di vedere.

-Perché gliela fai così alta?- rise Derek, indicando la coda di Isaac.-Sembra un Teletubbies.-

-Ma no! È carinissimo così!- lo difesi io, carezzandogli la guancia.-Isaac, dì “cattivo, papà!!”-

-E’ inutile che cerchi di rivolarli contro di me, io sono il loro alpha.- si vantò Derek.-Non andranno mai contro di me.-

-Ti adorano così tanto che persino la loro pipì ti viene in contro.- sghignazzai ricevendo dei borbottii insensati come risposta.
 
Ebbene sì, anche quella mattina Jackson aveva fatto la pipì addosso a Derek…per le quarta volta.
 

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-E’ permesso!?- urlai aprendo la porta di casa MIA. Finalmente!-Papà??-

-Sono in cucina!-
 
Posai lo zaino che ormai mi portavo ovunque, in cui vi erano:vestitini di ricambio, pacchi di salviettine e di pannolini, copertine e pupazzetti che le donne del supermercato avevano regalato a Derek quando era andato a fare la spesa da solo. Ovviamente Derek non sapeva che all’interno di quegli orsacchiotti vi erano i loro numeri di telefono che io avevo casualmente fatto cadere nel trita carte.
Derek portò i passeggini all’interno della casa, fermandoli al centro della sala da pranzo e si accovacciò davanti ai bambini per poterli liberare dalle cinture di sicurezza.
Quei maledettissimi jeans tendevano sempre a calare quando Derek era accovacciato, lasciando che i miei occhi si crogiolassero nella magnificenza de suo culo.

-Eccoli qui! I miei nipotini!!- le urla di mio padre furono abbastanza forti da farmi distogliere lo sguardo.

-Papà, non sono i tuoi nipotini.- sbuffai sorridendo divertito.

-Ma certo che lo sono! Non è così!? Eh??- domandò mio padre prendendo in braccio niente di meno che Jackson, che rise ed applaudì contento.-Dai un bacio al nonno, su!- lo incitò John, porgendogli la guancia che subito dopo Jackson si premurò di riempire di bava.

-Wow, improvvisamente mi è passata la fame.- borbottai ricevendo una gomitata divertita da Derek.

-John, ho portato i seggioloni.- gli disse Derek.-Dove posso montarli?-

-Oh, certo! Vieni, ragazzo, ti faccio vedere. Stamattina ho spostato tutti i mobili per ricavare un po’ di spazio per i seggioloni!- esclamò mio padre forse un po’ troppo esaltato, porgendomi velocemente Jackson per aiutarlo a montare i seggioloni.
 
Sorrisi con la spalla poggiata contro lo stipite della porta e con Jackson che giocava con i lacci della mia felpa, e mi persi ad osservare Derek che spiegava a mio padre come montare il seggiolone, dato che lui non se lo ricordava più. Mio padre doveva aver detto qualcosa di molto divertente, visto che Derek stava ridendo di gusto mentre lo aiutava montare il seggiolone che mio padre aveva posizionato al contrario.

-Grazie per l’aiuto, figliolo!- esclamò sarcasticamente mio padre.

-Ho Jackson!- mi giustificai penosamente, indicando il bambino tra le mie braccia.

-Fa sempre così anche a casa.- sbuffò Derek sorridendo divertito.-Ogni volta che gli chiedo di aiutarmi a montare i seggioloni, prende uno di loro in braccio per svignarsela.-

-Le mie mani sono fatte per cambiare pannolini e riscaldare il latte, non per montare attrezzi.- mi difesi io, dirigendomi in cucina.-Adesso io e Jackson andiamo a cucinare. Vero Jacky??-
 
Ok, non si poteva cucinare con Jackson in braccio. Quel bambino era riuscito a farmi cadere dalle mani due barattoli di omogenizzati, fortuna che Derek era dietro di me e quindi era riuscito ad afferrarli giusto in tempo.

-Prenditelo tu, per favore.- sbuffai quando Jackson pensò che sarebbe stato divertente mettere il dito vicino alla fiamma.

Derek venne immediatamente in mio soccorso e prese Jackson in braccio, questi iniziò subito a gridare e a scalciare perché voleva toccare la fiamma, e proprio quando iniziai a temere che Derek se lo sarebbe mangiato in un sol boccone…questi iniziò a sollevarlo in alto per poi riabbassarlo, fingendo di mangiucchiargli il collo per poi risollevarlo verso l’alto. Jackson smise immediatamente di fare i capricci ed iniziò ad emettere grida acute e contente, ridendo ogni volta che Derek fingeva di mangiarselo e gli strofinava la barba contro le guance.
 
-Figliolo, lascia, faccio io.- mormorò mio padre uscendo da chissà dove.

-Oddio!- esclamai quando notai che per poco non bruciavo l’omogenizzato.

-Tranquillo, tu inizia ad apparecchiare, ho già messo gli altri bambini sui seggioloni.-
 
Annuii e scappai dallo sguardo indagatore di mio padre che sicuramente aveva già capito tutto. Giusto per aggiungere qualcun altro alla lista di persone che era a conoscenza della mia cotta imbarazzante nei confronti di Derek. Ormai non mi sarei stupito se l’indomani avessi ricevuto una telefonata da parte della mia prozia Berta per chiedermi chi fosse questo Derek.
 
 
**

-Figliolo, mangia prima qualcosa!- mi supplicò per la centesima volta mio padre.

-Non riesco a mangiare se non si sono sfamati tutti.- sbuffai cercando di far mangiare Scott.
 
Io, Derek e mio padre eravamo riusciti a far mangiare tutti quanti, tranne Scott che proprio non voleva saperne di provare a mangiare l’omogenizzato. Melissa mi aveva già preparato al riguardo, a quanto pareva era una guerra iniziata da tempo.

-Scott! Ti prego!- lo supplicai poggiandogli la punta del cucchiaio sulla bocca.-Mangia! Fai auuummm!!- gli mostrai come aprire la bocca e finsi addirittura di masticare.

Scott si tirò indietro ed iniziò a fare delle pernacchie per sottolineare che NO, a lui non piaceva quella roba.

-L’aeroplano, Scott!- esclamai sorridendo.-Guarda l’aeroplano, neeeeowwww.- dissi facendo compiere al cucchiaio una pista immaginaria, sotto lo sguardo perplesso di Derek e mio padre.-Atterra l’aeroplano, atterra!- Scott rise alla mia stupidità ed io ne approfittai per fargli mangiare almeno una cucchiaiata di omogenizzato.
 
Scott chiuse la bocca e mi guardò come se lo avessi tradito, tuttavia poi iniziò a masticare.
 
-Visto!? Sono o non sono un genio??- gongolai con il viso rivolto verso mio padre e Derek prima che Scott sputasse sulla mia guancia ciò che avevo appena cercato di fargli mangiare.
 
Derek e mio padre scoppiarono a ridere per via della mia faccia seccata, e i miei occhi si spalancarono per il terrore quando vidi che Derek aveva il suo telefono puntato contro di me. Mi aveva ripreso.
 
-Stronzi!!-

-Non si dicono queste cose davanti ai bambini, Stiles.- mi rimproverò mio padre, ghignando divertito.

-Vado a scaldare un po’ di latte per Scott.- disse Derek ancora scosso dalle risate prima di prendere Scott e sparire in cucina.
 
Sospirai stanco e mi lasciai cadere sulla sedia davanti a mio padre, ripulendomi alla meglio la guancia con il fazzoletto.-Ti prego, parla.- sbuffai quando notai lo sguardo di mio padre.-So che vuoi dirmi qualcosa da quando sono arrivato qui.-

-Sono solo preoccupato per te, figliolo.-

-Perché?- inarcai un sopracciglio.-Me la sto cavando benissimo, e un giorno riuscirò a far mangiare a Scott dell’omogenizzato.-

-Non mi stavo riferendo a questo.- scosse la testa mio padre.-Ricordi quando da piccolo trovasti quel cucciolo di cane davanti casa?-

-Non me lo ricordare.- borbottai perdendomi nei ricordi.

-Mi supplicasti di tenerlo con noi ed io ti dissi che l’avremmo tenuto solo per qualche giorno, finché non gli avessimo trovato una casa.-

-Sì, me lo ricordo.- sospirai arrendendomi all’idea di dovermi perdere in ricordi spiacevoli.

-Cosa ti dissi quando notai come gli stessi sempre attaccato?-

-Mi dicesti di non affezionarmi troppo perché sapevo che se ne sarebbe andato.-

-Mi hai dato retta?-

-No.-

-E come ti sei sentito quando lo abbiamo dato a quel signore?-

-Una merda.- risposi prima di mandare un’occhiata di scuse ai bambini che tuttavia sembrava non stessero capendo niente..giustamente.

-Ecco, allora te lo ripeterò un’altra volta.- parlò lentamente mio padre.-E spero che questa volta tu mi dia retta. Non affezionarti a questi bambini o alla vita che stai vivendo in questi giorni, perché non durerà per sempre.-

-Io non mi sto affezionando a loro!- esclamai a voce troppo alta per risultare credibile.-Mi sto solo prendendo cura di loro, tutto qui.-

-Stiles, fammi vedere lo sfondo del tuo telefono.-

-Perché?-

-Fallo e basta.-

-L’ho rimasto in macchina.- mentii e mio padre mi guardò malissimo.-E va bene.- cedetti sfilando il telefono dalla tasca dei pantaloni per poi mostrargli lo sfondo.
 
Mio padre guardò prima lo sfondo del telefono e poi me, le sopracciglia inarcate alla “Vedi?”. Ok, potevo o non potevo aver impostato come sfondo del telefono un selfie che avevo scattato dall’alto, stando disteso sul letto insieme a Derek e ai bambini…ma mi piaceva quella foto! Avevamo appena finito di fare il bagnetto ad ognuno di loro, ed avevamo anche dovuto asciugare il disastro che avevano combinato a furia di battere le manine contro la superficie dell’acqua, eravamo distrutti ma anche felici. Nella foto i bambini erano avvolti nelle asciugamani a mo’ di salami (opera di Derek che mi causò una mezz’ora buona di risate), le loro facce paffute erano l’unica parte che fuoriusciva dal tessuto spugnoso ed erano sdraiati in fila accanto a Derek, con le testoline poggiate sul suo braccio disteso in orizzontale sul materasso, io invece mi ero sdraiato di traverso, poggiando la testa sullo stomaco di Derek e tenevo le braccia distese verso l’alto per reggere il telefono e scattare la foto: Il suono del timer della fotocamera era riuscito ad attirare l’attenzione del super udito dei bambini che erano venuti con le testoline rivolte verso l’obbiettivo, mentre sia io che Derek eravamo venuti sorridenti, stanchi, e con i capelli bagnati per via degli scherzi che ci eravamo fatti per far ridere i bambini. Quella foto racchiudeva un momento intimo e bellissimo e…e…

-Stiles.- mormorò mio padre poggiando una mano sul mio braccio quando mi vide sbattere velocemente le palpebre per rimandare indietro le lacrime.

-Hai ragione, papà.- sussurrai asciugandomi gli occhi con il dorso della mano.-Mi sto affezionando a loro e alla nostra finta vita. Devo darci un taglio o non uscirò bene da questa storia.-

Mio padre prese un profondo respiro e strofinò con fare rassicurante la mano per tutto il mio braccio.-Un giorno arriverà anche il tuo momento di avere una famiglia vera.-mi rincuorò.-E lì non dovrai avere il timore di vedertela svanire da un momento all’altro.-

-Ma è..è questa la famiglia che vorrei.- ammisi in un sussurro flebile.-E non voglio aspettare per averla, voglio averla subito.-

-E’ normale che tu dica così.- sorrise, lui.-Quando hai qualcosa che ti rende felice è normale non desiderare nient’altro, ma questo non significa che non potrai avere di meglio.-

-Sì, hai ragione.- mormorai seppur per niente convinto.

-E questo non significa che questo “meglio” non potrai averlo con la persona che desideri.- aggiunse poi, mio padre.

-Cosa!?- domandai scioccato.

-Oh, andiamo! Non crederai mica che non abbia notato il modo un po’ troppo innamorato con il quale guardi una certa persona.-

-Io..io davvero non ti seguo.- ridacchiai prendendo un grande e disperato sorso d’acqua, sperando che mio padre non avesse intenzione di continuare la propria indagine.

-L’ho capito da tempo, sai?-
 
Ma ovviamente lui continuò, guardandomi con benevola tenerezza.
 
-No, non so proprio niente perché non ho idea di che cosa tu stia parlando.- risposi velocemente.-Forse dovrei andare ad aiutare Derek in cucina. È lì da troppo tempo.- ridacchiai nervosamente, facendo per alzarmi dalla sedia.
 
Ma Derek rientrò nella sala da pranzo proprio in quel momento, Scott addormentato placidamente con la guancia spappolata sulla sua spalla.
 
-Scusate se ci ho messo tanto, ma ho approfittato del suo improvviso attacco di sonnolenza per farlo addormentare.- bisbigliò Derek per non svegliarlo.

-Beh, almeno uno di loro è stanco.- borbottai guardando gli altri tre che invece erano fin troppo svegli e stavano facendo un gran chiasso sbattendo le manine sul ripiano del seggiolone.

-Sai cosa facevo quando non ne volevi saperne di addormentarti?- mi domandò mio padre.

-Cosa?-

-Ti portavo al parco.- rispose sorridendo al ricordo.-Ti mettevo sull’altalena e tu ti divertivi un sacco. Ma poi il divertimento ti stancava ed il movimento cullante dell’altalena ti portava ad addormentarti in pochi secondi, ed io potevo finalmente tirare un sospiro di sollievo e portarti a casa.-

-Che figlio tremendo che sono stato.-ironizzai.

-E’ vero, sei stato tremendo.- ridacchiò mio padre scompigliandomi i capelli.-Ma non cambierei assolutamente niente.-

-E ci mancherebbe! Guarda che capolavoro che sono diventato!- mi vantai.-Vero, Derek?- gli diedi una gomitata scherzosa.
 
Lui roteò teatralmente gli occhi e mi coprì il viso con il cappuccio della mia felpa, tuttavia non disse il contrario.
 
-Allora che facciamo? Andiamo al parco?- mi domandò, poi.

-Ma certo! Vengo anch’io!- rispose mio padre al posto mio, mandandomi un’occhiata di intesa.
 
Qualcosa mi diceva che aveva tutte le intenzioni di continuare il nostro discorso.

Quindi vediamo…Derek al parco alle prese con i bambini + discorso imbarazzante con mio padre= Io morto.
 
Perfetto. Proprio perfetto.
 

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Se credevo che avrei dovuto sentirmi minacciato dalle mamme single o pronte a tradire i propri mariti solo nei centri commerciali o nei supermercati, beh, mi sbagliavo di grosso. Perché a quanto pareva il parco era il luogo di ritrovo di tutte le donne della città, tutte con gli occhi puntati su Derek piuttosto che sui propri figli!!
Ringhiai infastidito quando, seduto su di una panchina con mio padre, notai una di loro avvicinarsi a Derek che stava spingendo delicatamente Isaac e Jackson sulle altalene, ridendo insieme a loro. Possibile che non gliene fregasse un cazzo che magari Derek avesse una moglie (o un marito) che lo aspettava a casa!? Il fatto che lui fosse solo in quel momento, non significava mica che lo fosse anche nella vita quotidiana!!
 
-Allora.- la voce di mio padre mi fece sobbalzare sulla panchina.-Vuoi ammettere direttamente che sei innamorato di Derek, o vuoi che te lo faccia dire io attraverso un discorso per niente imbarazzante??-

Ah!! I padri!!
 
-Non sono innamorato di Derek.-ovviamente mentii, perché col cavolo che lo avrei ammesso proprio davanti a mio padre!

-Ok, e che discorso sia.- si mise comodo mio padre, facendo saltellare Scott sulle sua gambe.-Lo sai che non c’è niente di male nell’ammettere di essere innamorato di un ragazzo, vero?-

-Papà, ti prego.- lo supplicai sollevando Boyd affinché potessi nascondere la faccia dietro al suo corpicino.

-Mi sembra di essere stato chiaro quando ti ho detto che non m’importa con chi ti fidanzi, e che ti voglio bene comunque.-

-Si, papà, lo so.- sbuffai roteando gli occhi.-Una volta mi hai persino detto che saresti venuto ad un gay pride con me, più fiero di così si muore.-

-E allora perché non vuoi ammettere di provare qualcosa per Derek?-

-Perché..-mi bloccai mandando un’occhiata a Derek che stava ancora parlando con quella donna.-Perché è Derek, e non c’è futuro per noi.- mormorai a testa bassa.-Lui è sempre stato con tante donne e, anche se fosse bisessuale, non credo che sceglierebbe di stare con me.-

-Eppure ha scelto di stare con te quando è stato colpito dall’incantesimo.-precisò mio padre.

-L’ha fatto solo perché sa che non riuscirei mai a dirgli di no.-borbottai lasciando che Boyd giocasse con le mie dita.-Non è stupido ed è un licantropo, sa perfettamente cosa provo per lui.-

-Beh, tu non sarai un licantropo ma sicuramente non sei stupido.- mi difese mio padre.-Quindi non capisco perché ancora non ti sei dichiarato.-

-Ehm..proprio perché non sono stupido e quindi non ci tengo a fare una figura di merda?- domandai ironicamente.

-Se per te fidanzarti con Derek sarebbe una figura di merda..-

-Quindi tu sei davvero convinto che lui accetterebbe di stare con me? Di essere il mio ragazzo??- domandai allibito.

-Certo! Ho visto il modo in cui ti guarda o il modo in cui tende sempre a starti vicino. Se non è amore questo!-

-Gesù..tu sei persino peggio di Lydia.-borbottai passandomi una mano tra i capelli.-Ma come fai a saperlo da tempo? Voglio dire..Lydia l’ha capito perché vedeva il modo in cui mi comportavo quando c’era lui, ma tu non hai mai visto me e lui rapportarci, insomma.-

-Sono tuo padre, Stiles, ti conosco.- parlò con malcelato orgoglio.-E nonostante certe volte mi fai venire tremendi mal di testa per via del tuo fiume giornaliero di parole, io ascolto sempre. Non mi perdo neanche una singola parola di ciò che dici perché so che è proprio in quei momenti in cui parli senza riflettere, che mi spifferi notizie su di te.-

-Oddio, cosa ti ho detto?- gemetti coprendomi il viso con entrambe le mani.

-Mah, erano più che altro frasi senza senso che però avevano come soggetto Derek.- alzò le spalle, lui.-Non ci ho messo molto a fare 2+2.-

-Frasi tipo??- domandai abbassando leggermente le mani per poter sbirciare mio padre.

-Tipo “Questi cereali sono persino più duri degli addominali di Derek! Papà dobbiamo comprare altri cereali!”, oppure  una volta mentre stavi studiando hai detto “Ho più possibilità di perdere la verginità con Derek piuttosto che prendere la sufficienza in chimica”.-
 
Gemetti frustrato e super imbarazzato e mi scoprii il viso solo per poter mandare un’altra occhiata a Derek. Adesso attorno a lui c’erano ben cinque donne! Maledette.

-Il fatto è..- parlai sotto voce, carezzando la testolina di Boyd.-Il fatto è che all’inizio per me era più facile controllare i miei sentimenti e le mie emozioni, perché non ci parlavamo molto e non facevamo altro che litigare.- mio padre annuii alle mie parole, ormai tutti sapevano che io e Derek litigavamo spesso.-Io ero convinto..o meglio, cercavo di convincermi che lui fosse l’essere più freddo e insensibile del mondo, mi dicevo “E’ bello da morire, ma non ne vale la pena.”, ma in realtà sapevo che c’era di più.- scossi la testa ridendo amaramente.-Avevo capito subito che quella di Derek fosse soltanto una maschera, una facciata, un muro che ergeva per potersi  difendere da altre delusioni, e mi ha dimostrato che avevo ragione ogni volta che mi ha salvato la vita.-

-Ma cos’è cambiato adesso?- mi domandò mio padre.

-Adesso è cambiato tutto!- piagnucolai passandomi una mano sugli occhi.-Ho dovuto vivere sotto lo stesso tetto con lui, l’ho visto dormire, l’ho visto appena sveglio, l’ho visto cucinare…l’ho visto in situazioni in cui nessun altro mai lo aveva visto.- parlai con gli occhi puntati sul sorriso di Derek mentre spingeva i bambini sulle altalene.-L’ho visto sorridere ai bambini, ho potuto assistere al suo cambiamento, al modo in cui le sue spalle sono diventate ogni giorno sempre più rilassate ed i muscoli del suo viso sempre meno contratti. Ho avuto l’immensa fortuna di entrate in contatto con il vero Derek, quello prima dell’incendio. E..- deglutii a vuoto, non riuscendo ad andare avanti.

-E sei passato dal dirti “mi piace Derek Hale” a “amo Derek Hale”.-finì per me, mio padre.

-Già.-sospirai tirando su col naso.-Il suo rifiuto sarà mille volte peggio di quello di Lydia.-

-Sempre se ci sarà questo rifiuto.-ipotizzò mio padre.-Non essere così negativo.-
 
Stavo per ribattere che “le api scelgono sempre i fiori più belli” ed io più che a un “fiore” potevo paragonarmi all’erbaccia, ma le parole mi uscirono sotto forma di imprecazioni quando notai che le donne intorno a Derek erano aumentate e lo stavano toccando, tipo, ovunque.

-Eh no! Non posso ammettere che facciano le gatte morte davanti ai miei bambini!- ringhiai passando Boyd a mio padre.-Torno subito.-

-Fatti valere, figliolo!!- mi incitò lui.

Mi avvicinai alle altalene con passo di marcia e spinsi malamente di lato quelle donnacce, ignorando le loro proteste. Derek si trovava di spalle e stava cercando di scattare delle foto ad Isaac e Jackson, io non sapevo cosa fare per far capire a tutte quelle signore che Derek era mio, così feci la prima cosa che mi venne in mente.
 
Lo abbracciai da dietro.
 
L’intero corpo di Derek si irrigidì improvvisamente, costringendolo a voltare il viso verso chiunque si trovasse dietro di lui, e proprio quando iniziai a credere che mi avrebbe ucciso…lui semplicemente si rilassò.


-Oh, sei tu.- disse con voce leggera, tornando a scattare foto ai bambini.

-C-chi altri doveva essere, se no?- ridacchiai ancora scosso dalla sua reazione.

-Non lo so, le persone in questo parco sembrano un tantino..vogliose.- borbottò lui.

-Ho notato.- dissi poggiando la guancia sulla sua spalla.
 
Guardai con un sopracciglio inarcato e un ghigno straffottente ognuna di quelle donne che non avevano fatto altro che provarci con lui, e che adesso avevano l’espressione più scioccata di sempre, prese alla sprovvista dalla mia entrata.
 
-Come va, signore?- domandai squadrandole una ad una affinché capissero che ero incazzato nero.-Divertite abbastanza con il mio uomo, oggi?-domandai sentendo Derek ridacchiare.

Loro balbettarono delle scuse incoerenti e se la svignarono sotto il mio sguardo accusatorio.
 
Brave, brave, svignatevela!!
 
-Suppongo che tu voglia questi.- mormorò Derek frugando nella tasca del suoi jeans per poi pormi una marea di bigliettini con sopra dei numeri di telefono.

-Maledette!- ringhiai strappandoglieli di mano per poi andare a gettarli nel contenitore più vicino.
 
Derek semplicemente rise alla mia reazione.
 
 
************



 Eravamo da poco tornati dal parco, papà alla fine aveva avuto ragione: i bambini si erano così stancati da crollare non appena li adagiammo sul comodo (beati loro!) materasso del letto di Derek. Scott era stato colui che aveva dormito di più, era da quando eravamo usciti da casa Stilinski che non faceva altro che sonnecchiare, svegliarsi, bere un po’ di latte per poi tornare a sonnecchiare, mentre Jackson era quello che a quanto pareva era più incontinente. Derek non aveva fatto nemmeno in tempo a cambiarlo e a mettergli il pigiama che questi gli aveva nuovamente urinato addosso, e stranamente Derek non gli aveva ringhiato contro, semplicemente aveva sospirato con fare rassegnato per poi andarsi sciacquare. Isaac aveva combattuto per rimanere sveglio come un vero guerriero, cedendo al sonno solamente quando aveva notato che lo avevo adagiato sul nostro letto, per quanto riguardava Boyd, beh, non era un caso che io e Derek lo adorassimo, dato che era colui che non aveva mai dato alcun problema.

-Tutto bene?- ridacchiai quando Derek si infilò al di sotto delle coperte insieme a me e ad Isaac.

-Sto seriamente pensando di tagliarglielo.- borbottò Derek, riferendosi ovviamente all’innaffiatoio di Jackson.

-Sei il suo bersaglio preferito, su questo non ci sono dubbi.-sghignazzai.-Con me non lo fa mai.-

-Ho notato.-sbadigliò Derek, togliendo il codino ad Isaac.

-Oh, giusto.- mormorai passandomi una mano per il viso.-Ho dimenticato di toglierglielo, bravo.-

-Può succedere di dimenticarsi qualcosa se si è stanchi.- mi giustificò, lui.

-Eh già.- sospirai ripensando al magnifico pomeriggio passato sulle giostre con i bambini..avevamo scattato un sacco di foto.

-Non posso credere che tuo padre ha rotto lo scivolo.- iniziò a ridere Derek, coprendosi la bocca con una mano per non svegliare Isaac.

-Oddio, non me lo ricordare, ti prego!- lo supplicai mal trattenendo una risata.-E’ sempre lui! Glielo avevo detto di fare andare me perché lui era troppo pesante, ma NO! “Io sono lo sceriffo, io vado sullo scivolo!”.- cercai di imitare la sua voce intestardita, riuscendo a far ridere ancora più forte Derek.

-Non ci sono dubbi che siete imparentati.-

-Grazie.- sorrisi, perché sapevo che quello fosse un complimento.

-Prego.- mi rispose, infatti.-Beh, buonanotte.-

-Notte.- sussurrai poggiando come sempre la mano sul pancino di Isaac, sentendo poco dopo quella grande di Derek sovrastare la mia.-..Der?- domandai continuando a tenere gli occhi chiusi.

-Mh?- mugugnò lui, già mezzo addormentato.

-..sei felice?- deglutii a vuoto.
 
Dovevo saperlo. Perché io ero dannatamente felice, e sarebbe stato scortese mostrarmi così contento quando in realtà lui stava soffrendo per questa situazione.
 
-Sì.-
 
Aprii gli occhi e mi rispecchiai nei suoi leggermente illuminati dall’abatjour. Mi stava guardando nello stesso modo in cui mi guardava quando beveva il caffè, facendomi sciogliere come neve al sole.

-Bene.- gli sorrisi richiudendo gli occhi.-Allora lo sono anch’io.-
 
 
********************************************************************************



Erano passate ben quattro settimane da quella giornata al parco, e per quanto io e Derek amassimo la nostra nuova vita e la nostra finta famiglia, un po’ sentivamo la mancanza dei ragazzi. Mi mancava da morire scherzare con Scott e giocare ai videogames con lui, così come ad Allison e a Lydia mancavano i propri ragazzi, persino Erica e Boyd sembravano un po’ giù di morale..sentendo sicuramente l’uno la mancanza dell’altra.
Eppure, per quanto gran parte di me mi gridava che era tutta colpa mia se l’incantesimo non era ancora distrutto e che non fosse  giusto che i ragazzi continuassero a vivere sotto forma di bebé, c’era sempre quell’altra piccola parte egoista che mi diceva con voce suadente:”Perché dovresti dire addio a tutto questo? Sei felice, no? Derek è felice, i bambini stanno bene, le ragazze se ne faranno una ragione, e tuo padre potrà finalmente essere nonno! Lascia le cose come stanno e vivi felice e contento!!”
 
A chi dovevo dare ascolto? Alla ragione o al cuore?
 
Con questi due immensi e pesanti punti interrogativi, entrai nel supermercato dove ero stato banato per via delle menzogne di Derek, che però aveva aggiustato tutto fingendosi commosso con le mamme per il mio “improvviso cambiamento”.
Le donne di quel posto mi guardavano ancora con giudizio e circospetto, tuttavia mi lasciarono passare e non mi fecero la ramanzina su come trattare il proprio compagno ed i propri figli. Ormai avevo imparato a memoria le corsie e gli scaffali dove trovare le cose dei bambini, scegliendole senza nemmeno guardare. Salutai con un cenno del capo la signora sulla quarantina che scappava non appena vedeva me o Derek, ancora scandalizzata dalle nostre conversazioni.
Una volta mi aveva persino beccato a provare un tiralatte..lo avevo adagiato sui capezzoli per poi esclamare verso Derek :“Hey, Sourwolf, vuoi un po’ di latte!?” con tanto di movimento inquietante delle sopracciglia. Lei era scappata a gambe elevate, mentre Derek aveva finto per tutto il tempo di non conoscermi.
 
Il mio senso dell’umorismo non era per tutti.
 
Andai nella zona frigorifera dove trovai la solita vecchietta intenta a prendere il suo yogurt, il suo sguardo abbattuto mi fece quasi ridere.

-Mi dispiace, signora, il mio compagno oggi non c’è.- le dissi chinandomi per raccogliere il latte.-Spierà il suo culo un’altra volta.-
Lei mi guardò storto e se ne andò stizzita, mormorando che non c’era più gioia nemmeno nel fare la spesa. Alzai le spalle per nulla impressionato e mi diressi verso gli scaffali degli omogenizzati, trovandovi una bellissima donna intenta a girarsi i barattolini tra le mani.
 
Era davvero la donna più bella che avessi mai visto. Aveva dei lunghi capelli color grigio scuro, una moda del momento che non avrei mai capito, che le stavano divinamente sulla pelle leggermente scura, aveva le labbra piene e colorate di un rossetto scuro, tendente al viola, le sue unghie erano smaltate di nero, ed era vestita con dei semplici jeans neri strappati qua e là, e una maglia lunga bianca con al centro la raffigurazione di un’enorme teschio nero.
Da come era truccata e vestita sembrava un’adolescente ribelle, tuttavia mi dava l’impressione di avere molti più anni di quanti ne dimostrasse.
Aspettai con pazienza che scegliesse uno dei due omogenizzati, mordendomi più volte la lingua per non dirle di darsi una mossa perché avevo anch’io dei cuccioli da sfamare. Lei però si girò improvvisamente verso di me, passandomi gli omogenizzati che di solito sceglievo, incuriosendomi non poco.

-Uhm, grazie?- domandai confusamente, riponendo gli omogenizzati all’interno della cesta.

-Prego, Stiles.-

-Ci conosciamo??- domandai facendo un passo indietro.
 
Ero sicuro di non conoscerla perché..beh, mi sarei sicuramente ricordato di lei! E non era mai positivo quando uno sconosciuto sapeva il tuo nome.
 
-Tu non mi conosci, ma io conosco te.- sorrise lei, mostrandomi dei denti bianchissimi e perfetti.

-Cosa per niente inquietante.- ironizzai.

-Come vanno le cose con i bambini?- mi domandò interessata, girandosi una ciocca grigia tra le dita.

-...tu sei la strega!!- esclamai colpito da un’illuminazione.

-Megan.- mi corresse lei.

-Cosa vuoi da me?- le domandai riavvicinandomi.-Perché hai colpito anche me con l’incantesimo??-

-Perché era da un po’ che vi stavo osservando.- spiegò lei.-Avevo promesso a Talia che avrei sempre tenuto d’occhio Derek, e così è stato. L’ho aiutato parecchie volte a tirarsi fuori dai guai, ed è stato proprio in mezzo ai guai che ho notato la tua presenza. Non importa in quale pericolo Derek si sia trovato, tu eri sempre lì pronto ad aiutarlo.-

Arrossii appena alle sue parole e distolsi per un momento lo sguardo dai suoi occhi neri come la notte.-Ci tengo a lui.- mormorai come se non fosse ovvio.

-Oh, lo so.- annuì lei.-Tu lo sai, tuo padre lo sa, Lydia lo sa, tutto il branco lo sa.- contò le persone sulle proprie dita smaltate.-Ma Derek? Derek lo sa?- domandò fingendosi triste.

-Certo che lo sa! Gliel’ho sempre dimostrato!- esclamai offeso.-Anche adesso lo sto dimostrando, dato che lo sto aiutando con i bambini.-

-Derek allora potrebbe pensare che tu ci tenga a lui, ma non esserne sicuro.-

-Vuoi che glielo dica?- le domandai esasperato.-Perché se è questo ciò che serve per rompere l’incantesimo, lo farò.-

-No, non voglio solo quello.-

-Cos’altro vuoi? Dimmelo e lo farò.- la supplicai.

-Voglio che tu sia sincero con te stesso e con Derek. Parli sempre troppo e non dici mai ciò che realmente pensi.- mi rimproverò lei.-Derek non farà mai la prima mossa con te, e non perché non ricambi, perché fidati..LO FA.- ci tenne a precisare.-Ma ha avuto così tante delusioni da aver gettato la spugna, se tu aspetti a lui e lui nel frattempo aspetta a te, non andrete mai avanti..e mi farete solo incazzare il doppio.-
 
Non riuscivo davvero a capire se fosse più dolce o inquietante.

-Quindi mi stai dicendo che Derek mi ricambia??- le domandai scioccato, indicandomi più volte.-Me? Lui ricambia me?-

-Vuoi che te lo scriva sul pavimento con del sangue??- sbuffò lei.
 
Ok, era inquietante.
 
-O-ok, posso provarci.- borbottai.-Morirò praticamente di infarto, ma ci proverò. Poi?-

-Voglio che tu scopra qual è il tuo ruolo nel branco.-

-Ohhh andiamo!- sbottai esasperato.-Non puoi dirmelo semplicemente tu!?-

-No.- negò lei.-Hai altri tre giorni di tempo, dopodiché il branco rimarrà così per sempre.- disse prima di voltarmi le spalle ed andarsene.
 
Stavo quasi per andarmene anch’io, quando la sua voce mi chiamò ancora.
 
-Eh, Stiles?- disse volgendo leggermente il capo all’indietro.-Io se fossi in te non proverei a far rimanere le cose come stanno.- mi avvisò.

-Perché?- domandai abbattuto, una parte di me stava già pensando di fare proprio ciò.

-Perché così rinunceresti a vivere la tua vera vita, e costringerai anche Derek a rinunciarvi.-rispose prima di virare verso una delle tante corsie e sparire dalla mia vista.
 
Sospirai affranto e mi diressi verso la cassa. Una parte di me era contenta perché avevo appena avuto la conferma (se ci si poteva fidare delle parole di una strega) che Derek ricambiava i miei sentimenti.. ma l’altra parte proprio non riusciva a farsi andare bene l’idea di perdere tutto quello che aveva in quel momento…non volevo perdere i miei bambini.
 
Arrivai a casa verso l’ora di pranzo, trovando Derek seduto ai piedi del divano con i bambini seduti in cerchio con le schiene poggiate sulle sue gambe divaricate; quella posizione mi ricordò la prima volta che lo avevo visto con i bambini..era passato parecchio tempo eppure sembrava ieri…

-Hey!!- salutai contento, facendo sorridere i bambini che distolsero gli occhi dalla tv solo per un momento, prima di tornare a fissarla come ipnotizzati.-Pensavo di averti detto di mettere i cartoni animati.- rimproverai Derek quando notai che stavano vedendo un documentario sui lupi.

-Ci ho provato, giuro.- rispose lui, osservandomi mentre riponevo la spesa al suo posto.-Ma ho raggiunto il limite di sopportazione dopo che Dora l’esploratrice ha chiesto per la millesima volta dove fosse la penna. E la penna era lì! Tra le sue mani!!- esclamò con frustrazione.-Gliel’ho detto mille volte e quella stupida bambina ha fatto finta di non sentire!- terminò in un ringhio animalesco.-Che c’è!?- abbaiò quando vide il mio sguardo scioccato.
 
Non ce la feci…scoppiai a ridere.
 
Credo di non aver mai riso così tanto in vita mia, ero riuscito a fare giusto qualche passo verso il divano prima di riaccasciarmi a terra scosso dalle risate. Strusciai per tutto il pavimento per poi arrampicarmi contro il braccio di Derek e poggiare la fronte sulla sua ampia spalla, bagnandogli la maglietta con le lacrime.

-Oddio! Non ce la faccio!!- annaspai in cerca d’aria, riuscendo solo a ridere di più.

-Bravo, affogati.- borbottò Derek cercando di scrollarmi di dosso.

-Sei così stupido.- mormorai con voce roca per via delle troppe risate, accarezzandogli teneramente i capelli sulla nuca.

-Tu sei quello stupido.- rispose lui, voltandosi per potermi guardare.
 
Dio, i suoi occhi. E lui…
 
Era così bello, etereo. Era come se madre natura avesse dato il meglio di sé per lui, concentrando tutta la bellezza in un’unica persona, affinché questa non avesse neanche un difetto. Anzi, di difetti ne aveva, ne aveva eccome, ma erano proprio questi a renderlo ancora più bello ai miei occhi.
Ed io dovevo davvero credere che questa splendida creatura fosse interessata a me??
 
Come no.
 
Mi destai dai miei pensieri quando notai gli occhi di Derek cambiare colore e divenire improvvisamente rossi.
 
-Cosa c’è?- domandai preoccupato.

-Prendi i bambini e portali in cucina.- mi ordinò alzandosi di scatto, i sensi ed i muscoli in allerta.
 
Non parlai ed obbedii, prendendo i bambini due alla volta per poi adagiarli sui seggioloni e pormi davanti a loro. Sbirciai dalla porta socchiusa della cucina e notai che Derek stava fissando insistentemente la porta di casa, come se stesse aspettando che qualcuno bussasse da un momento all’altro. Sobbalzai quando, effettivamente, il campanello suonò, palesando l’arrivo di un ospite inaspettato.
Spiai Derek aprire la porta e guardare in cagnesco chiunque vi fosse dall’altra parte, aveva persino poggiato un braccio sullo stipite così da fermare qualsiasi sua intenzione di entrare in casa.

-Cosa volete??- domandò facendo brillare gli occhi di rosso.

-Solo un po’ d’acqua.- rispose una voce maschile.-Abbiamo fatto un lungo viaggio e siamo stanchi.-
 
Strabuzzai gli occhi quando notai Derek farsi da parte per permettere a ben cinque uomini di entrare in casa nostra. Ero convinto che li avrebbe cacciati a calci in culo, e invece gli aveva appena dato il via libera!!

Sentii i bambini piagnucolare dietro di me, segno che stavano avvertendo il mio nervosismo. Presi dei respiri profondi e decisi di fidarmi di Derek, ero sicuro che non ci avrebbe mai messo in pericolo.

-Volete la pappa??- bisbigliai ai bambini, forzandomi di sorridere.

Loro non sembrarono ancora convinti del mio improvviso cambio d’umore, ma sorrisero contenti alla parola “pappa”.

-Ok, ora papi vi prepara la pappa.- sussurrai prendendo a riscaldare il latte cercando di non fare troppo rumore.

-Chi sono gli altri che nascondi in casa?- sentii uno degli uomini nell’altra stanza.-Avverto ben cinque cuori battere in quella stanza.- ed immaginai stesse indicando proprio la cucina.

-Ci sono solo il mio compagno ed i nostri figli, lì.- rispose Derek con voce calma.
 
Compagno?? Figli??
 
-E non ce li presenti?-
 
Sentii Derek ringhiare incazzato per poi aprire lentamente la porta della cucina per evitare di spaventare i bambini…e me.
Deglutii a vuoto e mi imposi di tenere la calma, se Derek aveva detto che ero il suo compagno allora mi sarei comportato da compagno, sperando che fosse quello il suo piano.
I bambini iniziarono subito a mormorare preoccupati alla vista degli sconosciuti che altri non erano che licantropi, dato che uno di loro era riuscito a sentire i battiti dei nostri cuori. Mi voltai proprio in quel momento, lasciando intravedere a tutti il latte che stavo scaldando ai fornelli affinché la mia parte di compagno apparisse più credibile, e guardai Derek con sguardo pieno di affetto (e lì non dovetti recitare).

-Amore,loro chi sono? Amici tuoi?- gli domandai sorridendo cordiale ad ognuno di loro.

-No.- rispose Derek non sembrando per niente stupito del fatto che avessi compreso il suo piano.-Sono un branco di alpha in cerca di un po’ d’acqua per il loro lungo viaggio.- marcò bene quelle due parole affinché capissi quanto fossero pericolosi.

-Oh, ma certo!- esclamai con voce leggermente tremante.-Vi preparo subito delle borracce.- li rassicurai chinandomi ed aprendo il mobile posto al di sotto  del lavello per poterle recuperare.

-E’ un umano.- constatò uno di loro, facendomi bloccare sul posto.

-Si, e allora?- domandò Derek non nascondendo il proprio fastidio.

-Non lo hai ancora trasformato?-

-Non voglio trasformarlo.-precisò lui.

-Ma così sarebbe più forte e meno esposto ai pericoli.-

-So cavarmela benissimo anche da semplice umano, grazie per l’interessamento.-bloccai qualsiasi cosa stesse per dire Derek, e fronteggiai quell’alpha indelictato.

-Ha la lingua lunga, a quanto vedo.- ridacchiò un altro alpha, guardandomi in un modo che mi mise i brividi.

-E’ una delle sue tante doti.-mormorò Derek spostandosi leggermente di lato, coprendomi metà corpo con il suo, salvandomi dalla scansione che mi stava facendo il licantropo.

-E questi bambini sono tutti vostri?- domandò colui che fino a quel momento era rimasto in silenzio, guardando con occhi rossi ognuno di loro.

-Sì.- rispose Derek mentre io riempivo i biberon di latte con mani tremanti.

-Anche questo qui??- ridacchiò l’alpha, prendendo Boyd in braccio.
 
Non so nemmeno come diamine avessi fatto a capire che aveva toccato uno dei bambini nonostante fossi di spalle, tuttavia mi voltai velocemente verso di lui e spalancai gli occhi quando lo vidi stringere Boyd al petto, il bambino sembrò irrequieto vicino a lui.
Mandai uno sguardo supplicante a Derek  che sfiorò segretamente la mia mano con la sua, tentando di tranquillizzarmi. Ma col cazzo che stavo tranquillo!! Come potevo starmene buono se un perfetto sconosciuto, nonché licantropo alpha, teneva tra le braccia uno dei miei bambini!?
 
-Ridammi il bambino.- ordinai, quindi, facendo un passo in avanti.

E giurai di aver sentito Derek sussurrare il mio nome con preoccupazione.
 
-Come??- domandò l’alpha, sorridendo divertito al mio comportamento.

-Ho detto ridammi il bambino.- scandii bene, allungando le braccia in sua direzione.

-Stai davvero dando degli ordini ad un aplha!?- domandò lui sembrando più divertito che indignato.

-Sì.- risposi io, flettendo le dita avanti e indietro.-Dammi subito il bambino o giuro che-

-Ok,ok, calma!- esclamò questi tra le risate, allungando Boyd verso di me.
 
Lo afferrai immediatamente e me lo strinsi al petto, sussurrandogli delle rassicurazioni contro la testolina pelata.
 
-Mammina iperprotettiva, eh?-sghignazzò l’alpha, guardandomi con interesse.

-Esatto, quindi se fossi in voi non toccherei nessuno dei nostri figli.-rispose Derek, sorridendo quasi con orgoglio.

-Lui lo avete adottato? O ti ha messo le corna?- ghignò un altro alpha.

-Era il figlio di mia cugina, lo abbiamo adottato alla sua morte.- mentì Derek.
 
Vidi l’alpha guardarlo intensamente negli occhi e Derek non distolse lo sguardo nemmeno per un secondo. Il mio cuore ormai palpitava così velocemente da stordire persino me, e pregai ogni divinità esistente affinché non scoprissero la menzogna di Derek.

-E gli altri tre? Sono vostri?-proseguì l’alpha, cascandoci in pieno.

-Sì.- annuì Derek.

-Caspita! Complimenti!- fischiò questo, guardandoci allibito.-Certo che vi date da fare!!-
 
Non compresi cosa volesse dire e non m’importava nemmeno, non quando gli occhi di Derek tornarono a farsi rossi, segno che qualcosa non andava.
 
-Non siete tutti alpha.- domandò, o meglio, constatò Derek.

-No, infatti.- rispose l’alpha che prima aveva preso Boyd.-Michael è ancora un beta, siamo in cerca di un alpha da fargli uccidere.- disse con estrema calma, indicando il ragazzo alle sue spalle.
 
Nell’udire quelle parole i miei piedi si mossero da soli, quasi come se possedessero vita propria, e mi avvicinai a Derek, ponendomi giusto davanti a lui. Era normale che gli alpha avessero trovato divertente quella mia mossa, dato che mi ero posizionato davanti a lui come se volessi difenderlo, squadrando ognuno di loro.
 
Dovevo sembrare davvero patetico mentre cercavo di difendere un licantropo con la mia banale umanità ed un bambino tra le braccia.
 
-E’ davvero molto coraggioso e protettivo.- si complimentò l’alpha.-Sta’ tranquillo, tesoro, noi licantropi abbiamo delle regole rigide.- tentò di calmarmi, lui.-Non torciamo nemmeno un capello ad un branco che è composto in maggioranza da bambini. E qui direi che di bambini ce ne sono fin troppi.-
 
Oh, ecco perché Derek li aveva fatti entrare ed aveva detto che io ero il suo compagno ed i bambini erano i nostri figli.
 
-Sarà meglio andare.- sospirò l’alpha, afferrando le borracce che Derek aveva riempito d’acqua per poi porgergliele.-Non vogliamo causare altre tachicardie.-sghignazzò indicandomi.-Grazie mille per l’ospitalità, siete una bella famiglia.-
 
Li salutai con un piccolo cenno del capo, continuando a cullare Boyd e a guardare male ognuno di loro come segno di premonizione. Derek invece li accompagnò alla porta e mi diede una piccola spallata rassicurante, come per dire “tranquillo, è finita”.
Posai Boyd sul seggiolone e gli diedi la bottiglietta di latte che afferrò immediatamente e, approfittando del fatto che i bambini sembravano tranquilli e sereni, corsi verso l’uscio di casa dove Derek stava richiudendo la porta alle proprie spalle. A chiudere la porta ci pensai io che mi gettai tra le sue braccia con così tanta forza da farlo barcollare all’indietro e sbattere contro di essa che si chiuse con un sonoro colpo. Le sue braccia furono immediatamente intorno al mio busto, pronte a rassicurarmi e a tenermi al sicuro.

-Ti prego, non far entrare più nessuno!- lo supplicai con voce ridotta a dei singhiozzi.-Ho avuto così paura!!-

-Lo so, mi dispiace.- mormorò contro i miei capelli, massaggiandomi il retro della testa con una mano.-Ma se non li avessi fatti entrare lo avrebbero preso come un gesto di scortesia, e avrebbero attaccato senza pensarci su due volte.-

-Dio..- gemetti arpionandomi alla sua maglia, stropicciandola tra le dita.-Non sapevo se avere più paura che facessero del male ai bambini o a te. Se vi succedesse qualcosa, io-

-Non è successo niente.- mi interruppe lui, la voce calma e rassicurante.-Sei stato bravissimo nell’assecondarmi.-

-E tu sei stato bravo a pensare ad un piano così in fretta.- sorrisi poggiando il mento al centro del suo petto.-Forse non sei così disastroso nel pianificare come credevo.-

-Forse, eh?- sbuffò lui sorridendo divertito.-Dai, andiamo dai bambini.-
 
Non me lo feci ripetere due volte.
 
 
******************************************



-Maledizione, Jackson!!-
 
Risi sentendo le imprecazioni di Derek provenire dal bagno e non ci misi molto a capire a cosa fossero dovute. Mi alzai dal letto dove mi ero sdraiato insieme ai piccoli in attesa che Derek finisse di cambiare Jackson e di prepararsi, quella sera avevamo deciso di andare a cenare fuori.
Ed io ero maledettamente nervoso perché avrei dovuto confessare tutta la verità a Derek.

-Fammi indovinare.- dissi con voce divertita, poggiandomi allo stipite della porta del bagno e osservando Derek lavarsi la faccia.-Ha di nuovo fatto pipì su di te.-

-Lo stronzo ride anche!- sbuffò Derek, indicandomi un Jackson fin troppo divertito.-Lo fa apposta!!-

-Evidentemente lo diverte la tua reazione.- lo giustificai andando a rivestirlo.-E quindi l’ha preso come un gioco.-

-Finché non decido davvero di tagliarglielo.-

-Smettila di brontolare, ti aspettiamo di là.- roteai gli occhi e feci agitare a Jackson una manina in segno di saluto.-Dì “Ciao papà! Ti aspettiamo di là!”-

-Ridiolo, anzi, ridicoli!-
 
Ridacchiai ed uscii dal bagno con il cuore che batteva a mille per l’emozione e la preoccupazione.
 
-Incrociate le ditine per me, piccoli.- sussurrai ai bambini.-Forse stasera è la volta buona.-
 
I bambini sorrisero ed agitarono le braccia…lo presi per un gesto di incoraggiamento.
 
 
***********

Il posto scelto da Derek non era molto lussuoso e affollato, era una semplice pizzeria in periferia della strada, lontana dal centro città ma vicina alla villa; Derek sembrava aver notato la mia agitazione, ma non me lo fece notare, pensando forse che era dovuta alla spiacevole visita di prima.
Ordinammo due pizze con una birra per lui ed una coca per me, e mangiammo solo quando tutti e quattro i bambini iniziarono a bere il proprio latte, permettendoci di rilassarci solo in quel momento.
 
-Posso chiederti una cosa?- gli domandai a bocca piena, ricevendo un cenno d’assenso.-Cosa intendeva dire quell’alpha quando ci ha chiesto se i tre bambini fossero nostri?-

Derek ingoiò a fatica il boccone e mi guardò di sottecchi come se stesse soppesando se dirmi la verità o meno.-Voleva sapere se li avessimo concepiti insieme.-

-Nel senso che uno di noi due dovrebbe averli partoriti?- domandai inarcando un sopracciglio.

-Sì.-

-Ma non è, tipo, impossibile!? Siamo entrambi maschi!- esclamai in una forte risata.
 
Risata che scemò davanti alla sua espressione seria.
 

-Oh Dio, non dirmelo.- mormorai scioccato.-E’ una cosa da licantropi, vero? Potete rimanere incinti!?-

-Il compagno di un lupo mannaro può concepire pur essendo maschio, sì.- rispose tranquillamente lui.

-Ma..come..?- domandai scioccato.

-Quando si è il compagno di un licantropo, il corpo cambia.- spiegò Derek, evitando il mio sguardo.-Sia che si tratti di un altro licantropo o di un semplice umano, il suo corpo inizia a subire dei cambiamenti al fine di agevolare il rapporto sessuale con il suo compagno e quindi..al fine di riprodursi.- terminò velocemente per poi prendere un’enorme sorso di birra.

-E quali sarebbero questi cambiamenti?- domandai improvvisamente interessato.
 
Ed eccitato, ovviamente.
 
-Stiles.- mi supplicò lui.

-Voglio sapere! Ti prego!- lo supplicai mettendo il broncio.

Lui sospirò ed evitò nuovamente il mio sguardo, riprendendo a spiegare.-Mettiamo il caso tu sia il mio compagno.- disse facendo compiere una capriola al mio cuore.-Ad un certo punto, quando sarai, uhm, eccitato.- mormorò spezzettando il tovagliolo accanto al suo piatto.-Il tuo corpo ti manderà dei segnali, segnali che non sono inerenti alla tua natura umana.-

-T-tipo?- balbettai sentendomi le guance rossissime.

-Tipo inizierai a sentire caldo dappertutto.- continuò lui.-Perché il tuo corpo cercherà di indurti in uno stato febbricitante, al fine di rendere l’esperienza più piacevole.-

-Oh, non suona male.-pensai ad alta voce.

Lui annuì e poi continuò.-Poi, il tuo corpo inizierà ad odorare in un certo modo..al fine di attirare l’attenzione del proprio compagno, e infine..-

-Si??- domandai sporgendomi leggermente in avanti per via della curiosità.

-Ti bagnerai in zone in cui non sei abituato a ..bagnarti, ecco.- borbottò arrossendo appena.

-Cioè dove?- domandai ingenuamente.

-Si chiama autolubrificazione, Stiles, stiamo parlando dell’atto sessuale tra due maschi, fai due più due.- sbuffò lui non volendone sapere di  spiegarsi meglio.

-Oh.- fu tutto ciò che riuscii a dire.
 
Inevitabilmente calò un imbarazzante silenzio su di noi, tanto che finimmo di mangiare senza nemmeno degnarci di uno sguardo.

-Sapevo che ti saresti impressionato.- borbottò lui quando pagammo il conto e ci avviammo verso la macchina.-Non avrei dovuto dirtelo.-

-Impressionato? Non sono impressionato.- risposi subito, contento di rompere quell’odioso silenzio.

Lui inarcò un sopracciglio alla mia risposta.

-Ok, ammetto che mi hai preso un po’ alla sprovvista.-ammisi alzando le mani.-Ma non ho trovato niente di male in ciò che hai detto, anzi.-

-Anzi?-

-E’… interessante.-ammisi allacciando la cintura ai bambini prima di sedermi sul sedile passeggero.

-Oh.-
 
 
Arrivammo a casa con i bambini che, grazie ai movimenti cullanti della macchina, erano placidamente addormentati. Io e Derek li cambiammo lentamente e delicatamente, mettendogli i pigiamini stando ben attenti a non svegliarli, dopodiché li adagiammo sul grande letto di Derek che si occupò di riporre le sedie con gli schienali rivolti al materasso, creando le “barriere protettive”.

-Credi che dovremmo staccarli?- bisbigliai a Derek, indicandogli Scott ed Isaac che si erano addormentati tenendosi la manina.

-No, lasciali così.- rispose lui a tono basso.-Forse Scott lo aiuterà a dormire insieme a loro.-

-Ow, è un peccato, mi piace dormire con Isaac accoccolato contro il petto.- ammisi triste.

-Non morirai mica per una notte che passi solo con me.- sbuffò lui, sorridendo divertito.

 
No, certo, piuttosto potrei venire nelle mutande, ma non morire.
 
-Derek.- lo chiamai dopo che passammo qualche minuto ad osservare i visi sereni dei bambini.

-Mh?- domandò puntando gli occhi su di me.

-Non..non te l’ho mai detto, ma..- deglutii a vuoto.-Voglio che tu sappia che ci tengo a te.-
 
Lui spalancò gli occhi e mi guardò con aria meravigliata prima di tentare invano di nascondere un sorriso.-Anch’io ci tengo a te, Stiles.- ammise a bassa voce.

-Davvero??- domandai scioccato.

-Sì, stranamente.- sorrise per davvero, questa volta.
 
Sorrisi a mia volta e gli diedi una piccola spallata affettuosa, riprendendo ad osservare i bambini, sentendoli miei, non importava che non fossero usciti dalla mia pancia (o dal mio uccello), quei bambini erano miei, e lo sarebbero stati per sempre, anche quando sarebbero tornati alla loro forma originale. In fondo avevo sempre trattato i beta di Derek come dei bambini, preparandogli la merenda al termine di ogni allenamento e sgridando Derek quando li feriva troppo durante un combattimento.

Fu allora che mi venne un’illuminazione.
 
-Sono la loro mamma.-bisbigliai incredulo.

-Cosa?- mi domandò Derek non riuscendo a sentirmi per bene.

-E’ questo il mio ruolo nel branco.- dissi rivolgendomi a Derek.-Sono la “Mama Pack.”-

-E tu ora ci sei arrivato?- inarcò un sopracciglio, lui.

-TU LO SAPEVI!?- bisbigliai forte.

-Chi non lo sapeva??- rise lui.

-Uh, io!?- sbottai indicandomi.

-Sei proprio scemo.- rise lui.

-Tu sei lo scemo!- sbuffai spingendolo giocosamente.
 
Lui mi spinse a sua volta ed iniziammo inevitabilmente a ridere, facendo mugugnare infastidito Boyd. Derek mi fece segno di fare silenzio e mi afferrò per un polso, portandomi verso il salotto.
 
Lo seguii nell’ombra, fidandomi ciecamente di lui. Sentendo la sua mano stretta al mio polso, però, ripensai a tutte le cose che aveva detto sul rapporto sessuale tra due compagni, e non riuscii a fare a meno di eccitarmi. Chiunque Derek avrebbe scelto come suo compagno, sarebbe stato molto, ma mooolto fortunato…e probabilmente lo avrei ucciso per invidia e per gelosia.

-Hai acceso il riscaldamento?- gli domandai quando Derek raggiunse l’abatjour e lo accese, illuminando la stanza così da aprire il divano-letto.

-No.- corrugò le sopracciglia, lui, passandomi il mio cuscino.

-E come mai fa così caldo??- domandai prendendo a sventolarmi con le mani.

-Non fa così caldo.-

-Sto sudando!-
 
Lui mi guardò perplesso, ma decise di lasciar perdere e di stendersi a letto. Lo imitai continuando ad agitarmi sul materasso e a sventolarmi, tastandomi la fronte e trovandola bollente.
 
-Merda, devo aver preso la febbre!- imprecai.

-Davvero?- domandò Derek poggiando una mano sulla mia fronte per poi scendere a tastarmi una guancia con il dorso delle dita.
 
Deglutii a vuoto, sentendo la pelle bruciare sotto il suo tocco, ed i miei occhi trovarono i suoi quando lui mi guardò con occhi spalancati.
 
-Cosa c’è?- sussurrai ritrovandomi la voce inspiegabilmente roca.

-N-niente.-

-Derek.- supplicai..o gemetti? Era un gemito quello?

-Il tuo corpo..- mormorò con voce forzata e con gli occhi che diventavano rossi a tratti.

-Cos’ha??- domandai preoccupato, sgusciando fuori dalle coperte per poterlo vedere meglio.

-Sta emanando uno strano odore.- disse portandosi una mano alla bocca.

-Puzzo!?- domandai scioccato, prendendo ad odorarmi.
 
Mi ero lavato pochi minuti fa! Porca miseria!
 
-No, affatto.- rispose Derek..in un ringhio.
 
Mi voltai verso di lui giusto in tempo per ritrovarmelo addosso, il suo corpo che mi pressava contro il materasso e le sue mani che mi intrappolarono i polsi sopra la testa.

-D-Derek?- balbettai agitandomi.

-Com’è possibile?? Non ti ho scelto, non ho voluto farlo.- mormorò lui, guardandomi con occhi rossi e spaesati.

-Di cosa stai parlando??- sussurrai cercando di seguire il filo del discorso.

-Il mio lupo ti aveva scelto da tempo come suo compagno.- ammise Derek facendomi spalancare la bocca per lo shock.-Ma io non gli ho mai dato il via libera. Non ho confermato niente.- adesso sembrava stesse parlando più tra sé che con me.

-Come..- mi schiarii la voce ancora scioccato dalla notizia.-Come avviene questa “conferma”?-

-Con un bacio.- rispose lui.-E’ per questo che, con tutto che l’avrei voluto, non ti ho mai baciato. Non potevo baciarti e lasciare che il tuo corpo iniziasse a subire certi cambiamenti, non quando..-si bloccò ed abbassò lo sguardo.

-Non quando cosa, Derek?- gli domandai piano.-Non quando non ero innamorato di te?- ipotizzai inarcando un sopracciglio.

-Ho sempre sentito quanto fossi attratto da me.- ammise.-Ma questo non significa che tu sia innamorato di te. L’attrazione e l’amore sono due cose differenti, Stiles.-

-Oh, lo so.- risposi serio.-Ed è per questo che mi viene voglia di prenderti a schiaffi perché non è possibile che tu non abbia ancora capito quanto io sia perdutamente innamorato di te!- sbottai sentendomi offeso.

-Sei innamorato di me?- domandò scioccato.

-No, Derek, che dici!?- domandai ironiamente.-Il mio cuore soffre di tachicardia SOLO in tua presenza, le mie mani sudano casualmente solo quando ti sto vicino, e rimango a fissarti a bocca aperta cosicché se mai dovesse esserci una mosca nei dintorni, potrei usarla come merendina!-
 
Lui rimase immobile e scioccato per qualche secondo (che a me parve lungo quanto un anno intero), ma poi sorrise e si chinò a baciarmi, facendomi gemere sorpreso contro la sua bocca. Legò la sua lingua alla mia, e si prese il suo tempo per insegnargli una nuova e lenta danza, facendo mischiare i nostri sapori e le nostre salive. Chiusi gli occhi e mi rilassai sotto di lui, portai le braccia dietro alla sua schiena, carezzandogliela dolcemente da sopra la sottile tessuto della maglietta fino ad arrivare all’attaccatura dei capelli, dove le fermai così da poter spingere maggiormente il suo viso contro il mio.

-Ora ho capito tutto.- sussurrai quando separammo le nostre bocche per riprendere a respirare.

-Cosa?- domandò lui.

-Credo..di aver dato involontariamente la conferma al lupo al posto tuo.- mormorai con aria colpevole, mordendomi con forza il labbro inferiore.

-Mi hai baciato!- esclamò lui dopo qualche secondo di smarrimento.-Quando??- mi domandò non sembrando affatto arrabbiato.

-Tipo..ogni sera?- ridacchiai nervoso.-Aspettavo sempre che ti addormentassi cosicché potessi vederti dormire, ma poi i miei occhi si posavano sempre sulle tue labbra dischiuse e..-

-E mi davi un bacio.-sorrise lui.

-E non me ne pento!- sorrisi cercando di mettermi in una posizione più comoda, riuscendo solo a strusciare il mio inguine contro quello di Derek.

-Sapevo che avresti fatto tu la prima mossa.- ghignò Derek ricalandosi su di me, coprendo interamente il mio corpo con il suo.
 
Non potevo ancora credere di essere lì, sotto di lui, con lui, a spogliarlo e a lasciarmi spogliare. Avevo sognato questo momento così tante volte da non essere ancora sicuro che quello non fosse solo un altro bellissimo sogno che però la mattina mi lasciava sempre con un magone (e con un’erezione). Fortunatamente ci pensò Derek a dimostrarmi che, no, quello non era un sogno, quella era la realtà. Stava succedendo davvero.
Lo vidi togliersi i pantaloni con estrema lentezza e la mia bocca si spalancò per la sorpresa quando vidi che…Oh Dio…

-Non porti la biancheria intima?- domandai flebilmente, non riuscendo nemmeno a parlare.

-Non l’ho mai portata.- ghignò lui.

-Quindi..io ho dormito accanto a te che non indossavi niente al di sotto dei pantaloni!?- sbraitai incredulo. Lui semplicemente ridacchiò divertito ed asserì.-Ugh! Farai meglio a farti perdonare per ciò che hai fatto.-lo “minacciai”.

-Farò molto più di questo.- sussurrò lui, riprendendo a baciarmi.
 
Ansimai contro la sua bocca per via della moltitudine di sensazioni che stavo provando in quel momento: non sapevo se concentrarmi sulle nostre bocche e sul bacio, o sulla sensazione delle nostre pelli completamente scoperte che strusciavano l’una sull’altra. Avvertii una mano di Derek farsi spazio tra i nostri corpi per poi superare la mia erezione, donandole una carezza fugace, e fermarsi giusto sopra la mia apertura. Gli morsi con forza il labbro inferiore quando sentii le sue dita iniziarla a carezzare in movimenti circolari, facendomela formicolare piacevolmente.
Stavo quasi per chiedergli se avesse del lubrificante, quando mi ricordai uno dei tanti mutamenti che avrebbe subito il mio corpo.
Gemetti alla sensazione dell’autolubrificazione, era strano ma piacevole sentire quel liquido fuoriuscire dalla mia apertura, bagnandola insieme alle dita di Derek che le aveva rimaste lì proprio per quello.

-C’è un piccolo particolare che ho evitato di dirti quando stavamo al pub.- confessò Derek, un ghigno malizioso a rendere quel volto ancora più attraente ed eccitante.

-Mh?- gemetti con le palpebre pesanti, riuscendo a malapena a seguirlo.

-La tua apertura non si limita solo ad autolubrificarsi.-

Oh Dio..

-Cos’altro fa?- domandai deglutendo a vuoto.

-Si apre. Per me.- ghignò Derek, premendo due dita contro il mio orifizio che, PORCA PUTT- SI APRI’ DA SOLA!!
 
Spalancai la bocca in un muto gemito quando sentii che più le dita di Derek entravano dentro, più quella si apriva, rimodellandosi intorno a loro. Era una sensazione magnifica e per niente dolorosa. Essere il compagno di un licantropo aveva davvero i suoi vantaggi!

-Derek.- gemetti disperato.-Ti prego.-
 
Ora che sapevo quello, non volevo perdere tempo inutile in preliminari, non quando c’era il rischio che Isaac potesse svegliarsi da un momento all’altro e pretendere di dormire in mezzo a noi.
Derek riscese a baciarmi, e la sua bocca si distese in un ghigno divertito quando mi sentii piagnucolare contro di lui. Aggrottai le sopracciglia, arrabbiato, e lo spinsi con tutte le mie forze, invertendo le posizioni; Derek sorrise interessato e rimase fermo ad ammirarmi ammaliato quando mi posizionai in fretta sopra di lui, prendendogli l’erezione per poterla condurre dove realmente apparteneva: dentro di me.

-Siamo ansiosi, eh?- ghignò.

Ma il suo ghigno sparì non appena accolsi per intero tutta la sua erezione, ed iniziò a gemere forte.

-Dio..essere dentro di te è indescrivibile.- rantolò posando le mani sui miei fianchi.
 
Io avrei tanto voluto rispondergli che anche sentirlo dentro di me era indescrivibile, ma non riuscivo a parlare, non riuscivo ad emettere alcun suono che non fosse un gemito spezzato o un’imprecazione sfiatata. Il mio corpo si era rimodellato alla perfezione contro la sua erezione, e adesso spettava solo a me divertirmi e dirigere il gioco, per una volta.
Mi leccai le labbra ed iniziai a muovermi su e giù, dapprima lentamente, quasi facendoci ammattire, poi però fui preso dalla foga e dall’eccitazione del momento ed i miei movimenti divennero sempre più veloci ed irregolari. La casa sempre così silenziosa di notte, era stata riempita dai nostri gemiti, dai nostri nomi sussurrati e morenti tra le nostre labbra che schioccavano tra loro, e dal cigolio del materassino che seguiva il ritmo degli schiocchi delle nostre pelli. Lasciai che Derek mi tirasse i capelli all’indietro e che mi baciasse e leccasse il collo mentre io non smettevo di saltare su di lui che ormai aveva capito dove si trovasse la mia prostata, ed aveva preso a martellare (per mia somma gioia) sempre nello stesso punto, togliendomi il fiato. Ma purtroppo io ero solo un semplice (e fino a poco fa anche vergine) umano, e sebbene stessi godendo come un matto, presto le mie gambe iniziarono a cedere, non permettendomi di risollevarmi un’altra volta. Piagnucolai con il viso premuto contro il suo collo, e mi lasciai guidare da Derek che uscì velocemente dal mio corpo, e mi fece voltare inginocchiare di lato, pressando una mano sulla mia schiena finché non mi piegai in avanti e mi sorressi alla spalliera del letto.
Sospirai contento quando lo sentii rientrare in me, sentendomi nuovamente completo, e gemetti forte quando iniziò a spingere da subito con forza, avvolgendomi la vita con un braccio e masturbandomi con l’altra mano. Poggiai la fronte sulla spalliera del letto ed osservai il mio corpo da sotto, riuscendo a vedere sia la sua mano che lavorava e pompava la mia erezione, sia il movimento dei suoi fianchi ad ogni spinta. Fu forse proprio quella vista a farmi gemere con ancora più forza, tanto che dovetti mordere la federa del divano per non urlare e svegliare i bambini, per poi arrendermi e riversare tutto il mio piacere sulla sua mano e sulle lenzuola del materassino. Mi accasciai senza forze contro la spalliera del letto, ma mi imposi di mantenere la posizione per lasciare che Derek usasse il mio corpo per raggiungere l’orgasmo, morendo letteralmente dalla voglia di sentirlo venire dentro di me.
Derek venne poco dopo, gemendo in un modo talmente selvaggio ed animalesco da farmi tremare da capo a piedi, e mordendomi piano una spalla. Ci stendemmo sul materasso appagati e soddisfatti, ed io, sentendomi ancora accaldato, decisi di non infilarmi sotto alle coperte ma di lasciarmi avvolgere dalle sue braccia altrettanto calde, ma decisamente molto più forti.
 
Fu solo un secondo prima di chiudere gli occhi, che desiderai di poter riavere la mia vecchia vita affinché sia io che Derek potessimo cominciare a vivere per davvero.
 
*******



 
Mi svegliai il mattino successivo, completamente nudo e interamente sdraiato sopra Derek, altrettanto nudo. Sorrisi raggiante, sentendomi appagato e soddisfatto, e gli presi il viso ancora dormiente tra le mani, riempiendolo di teneri baci.
Lui borbottò delle imprecazioni e poggiò una mano sulla mia bocca per fermarmi dal divorargli la faccia, così presi a baciargli ogni polpastrello della mano, sorridendo ai suoi sbuffi divertiti.

-Non vuoi proprio lasciarmi dormire, eh?-

-Nope!- esclamai in un sorriso, strusciandomi su di lui.-Ho giusto un’idea su come riempire questi pochi minuti che ci separano dal risveglio dei bambini.-

-Mmmh..sembra promettente.- ghignò Derek aprendo finalmente gli occhi.

-E’ un’idea molto promettente.- ammiccai io, prendendo a scendere verso il basso, arrivando a nascondermi quasi sotto le coperte.-Comprende me, te, questo letto, la mia bocca ed il tuo ca-Jackson!?- sbottai spalancando gli occhi.

-Jackson??- domandò Derek confuso.

-MA COSA CAZZO-!?- sbraito Jackson coprendosi gli occhi.-OH MIO DIO, STO PER VOMITARE.-

Derek si alzò di scatto e guardò Jackson..il VERO Jackson imprecare e coprirsi gli occhi…addosso aveva ancora il pigiamino che gli avevamo scelto e che si era adattato al suo vero corpo.

-Hey, cos’è successo? Perché mi sono svegliato tenendo per mano Isaac e vestito in questo modo ridi..- Scott, il VERO Scott uscì dalla camera di
Derek e si bloccò davanti alla visione di me e Derek nudi , l’uno sopra l’altro. Chiuse gli occhi, si diede uno schiaffo e poi li riaprì.-MA CHE DIAMINE!?-

-Scott!!- lo chiamai contento, correndo ad abbracciarlo.-Sono contento di riaverti!!-

-QUALCUNO PUO’ SPIEGARMI PERCHE’ SONO VESTITO IN QUESTO MODO!?- sbraitò Isaac facendo il suo ingresso nel salone.-PERCHE’ HO UN CAZZO DI CODINO!?- domandò indicandosi i capelli legati all’insù.-E PERCHE’ STILES E’ NUDO E STA ABBRACCIANDO SCOTT!?-

-Buongiorno.- mormorò invece Boyd, tranquillo come sempre.

-Ehm..Derek?- domandai rivolgendomi verso il licantropo.-Vuoi avere tu l’onore di spiegare?-
 
Derek gemette e si ridistese contro il materasso, maledicendo la strega ed il suo tempismo.
 
 
*
 
Fu davvero imbarazzante e divertente raccontare per filo e per segno la storia ai ragazzi, che ci ascoltarono a bocca aperta ed imprecando di tanto in tanto. Jackson era arrossito dalla testa ai piedi quando gli avevo mostrato il video dell’ormai scena quotidiana tra lui e Derek, ed aveva borbottato un “Beh, è una cosa da licantropi urinarsi addosso, per marcare il territorio..no?” , “Sta’ zitto, Jackson! Me la pagherai cara!”
Isaac ci aveva ringraziati con un sorriso sincero quando decisi di dirgli che aveva dormito ogni notte con noi, e Scott per poco non sputò un polmone quando gli raccontai di quando mi aveva sputato l’omogenizato addosso.
Boyd gongolò orgoglioso quando sia io che Derek gli dicemmo che era stato un bambino perfetto, e che lo avevamo davvero amato con tutto il cuore.
 
 
 
Una volta finite le spiegazioni ed ognuno tornato a casa propria ,però, fui pervaso da un forte senso d’angoscia che mi fece inumidire gli occhi.

-Stai bene?- mi domandò Derek abbracciandomi da dietro.

-Sì.- risposi flebilmente.-Metto apposto i..i pigiamini.- tirai su col naso, raccogliendo tutte le cose dei bambini che ormai non ci sarebbero servite più..
 
Perché loro non c’erano più.
 
-Mancheranno anche a me.- sussurrò Derek aiutandomi a sistemare le cose.

-Eravamo una bella famiglia.- sospirai.

-Lo siamo ancora.- mi sorrise lui.

-Promettimi una cosa.- gli dissi abbracciandolo forte.

-Tutto quello che vuoi.-

-Quando avrò finito quest’ultimo anno di scuola. Promettimi che faremo un figlio.- lo supplicai.

-Stiles.- sospirò lui, prendendo a carezzarmi la testa.-Ora dici così solo perché ti eri abituato a loro, ma fidati tu non vuoi davvero un figlio.- tentò di convincermi, riuscendo solo a farmi piangere.

-Si che lo voglio.- sussurrai flebilmente.-E tu lo sai, perché puoi sentire il battito del mio cuore mentre ti sto dicendo ciò.-

-Facciamo così.- provò lui.-Dato che potremmo procreare solo nel caso lo facessimo con la luna piena.- disse asciugandomi le lacrime con il dorso della mano.-La decisione spetterà solo a te. Hai ancora un sacco di tempo per poter decidere se un figlio e realmente ciò che vuoi e, quando avrai finito il liceo, se alla prima luna piena sarai ancora convinto di questa decisione, allora vieni da me. Vieni in questa casa, in questa stanza, ed io sarò qui ad aspettarti e a rispettare qualsiasi tua decisione, va bene?-

-Va bene.- sorrisi per poi baciarlo.-Grazie.-

-A te.- sorrise lui.
 
 
 
 
***********************


Era la notte della prima luna piena da quando avevo finito il liceo. Non avevo fatto altro che pensare a quella proposta, in alcuni giorni mi dicevo che non volevo davvero un bambino, in altri invece mi ritrovavo a piangere tanta era la tristezza e la malinconia che mi assaliva nel non avere un bambino da stringere a me ogni notte. Il branco alla fine aveva accettato la notizia dell’unione di me e Derek con dei mormorii per niente sorpresi, tra i quali degli “alleluia!” e dei “Ah, ma perché? Non stavate già insieme??”. Le cose tra me e lui andavano inspiegabilmente bene, certo, litigavamo ancora per ogni cosa, ma almeno adesso invece di sbattermi al muro e basta, Derek mi sbatteva al muro…in tutti i sensi. Un metodo infallibile per fare pace, a mio parere.
Incontrammo anche la strega, qualche giorno dopo che l’incantesimo si fu spezzato, lei non si fermò a parlare con noi, semplicemente guardò le nostre mani unite e ci sorrise, prendendo a camminare per la sua strada. Una parte di me sapeva che in realtà lei sarebbe sempre stata ad osservarci da lontano, e la cosa mi inquietava e rassicurava allo stesso momento.
Mio padre, che mi aveva fatto tutta quella ramanzina, era rimasto per un’ora buona a fissare il vuoto quando gli avevamo detto che i bambini erano “cresciuti”, per poi addirittura iniziare a fare un discorso a Derek al fine di convincerlo a mettermi incinto perché “Io voglio tornare ad essere nonno!”.
 
Ci mancò poco che non lo minacciò con una pistola.
 
 
Comunque sia, le cose andavano bene ora, Beacon Hills era sempre la solita brutta e vuota città che puoi affrontare solo se hai una famiglia (o un branco) dalla tua parte, e quindi io ero pronto, lo ero sempre stato. Alla mia età c’era chi desiderava andar via, fare un viaggio, andare al college, fidanzarsi, in casi estremi sposarsi ,  e poi c’ero io…
 
C’ero io che, a notte fonda e con una luna piena in cielo, stavo aprendo lentamente la porta della villa Hale, per poi richiuderla e camminare a passo spedito nel salone, dove Derek mi stava dando le spalle.
Trattenni il fiato quando lui si voltò verso di me, continuando a mantenere le braccia incrociate al petto e gli occhi puntanti nei miei. Adesso spettava a me dirgli cosa volevo, e se il mio cuore mi avesse tradito allora non si sarebbe fatto più niente, perché Derek mi avrebbe accontentato solo nel caso lo desiderassi davvero.
 
-Cosa vuoi, Stiles?- mi domandò piano e con cautela.
 
Presi un profondo respiro e cambiai il peso da una gamba all’altra, ma poi presi coraggio e parlai. Ora o mai più.-Voglio un bambino.-
 
Derek ascoltò attentamente i battiti del mio cuore e poi….e poi sorrise. Avevo detto la verità, lo volevo davvero, ero pronto, e lui era felice di potermi accontentare.
 

Ora era il nostro momento.
 
 
 
 




FAN ART A CUI MI SONO ISPIRATA:
 
 
 
 
 
BUONSALVE, GENTE!! PREMETTENDO CHE AVREI VOLUTO POSTARE QUESTA OS GIA’ IERI COSI’ DA “FESTEGGIARE” IL MIO ANNIVERSARIO SU QUESTO SITO, EH GIA’, DUE ANNI FA MI SONO ISCRITTA IN QUESTO SITO E NON ME NE PENTO. LE VOSTRE STORIE MI HANNO RALLEGRATO LE GIORNATE, ED HO ANCHE AVUTO L’ONORE DI “CONOSCERE” PERSONE MERAVIGLIOSE CHE CON LE LORO RECENSIONI MI HANNO SEMPRE STRAPPATO UN SORRISO! (:
 
VORREI ANCHE DEDICARE QUESTA STORIA ALL’AMORE MIO, MissObrechlin , CHE NON SOLO IERI MI HA FATTO GLI AUGURI, MA E’ ANCHE UNA PERSONA MERAVIGLIOSA, NONCHE’ MIA FAN NUMERO 1 ! SPERO CHE LA STORIA TI SIA PIACIUTA <3
 
P.S. MI SCUSO PER EVENTUALI ERRORI (CHE SECONDO ME CE NE SARANNO A BIZZEFFE!) GRAMMATICALI O DI DISTRAZIONE, MA SCRISSI QUESTA STORIA TEMPO FA E NON L’HO RILETTA PERCHE’ VADO LEGGERMENTE DI FRETTA (LA MIA VITA NON SI FERMA UN ATTIMO! T_T), SPERO POSSIATE PASSARCI SOPRA! <3
 
 

 
  
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