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Autore: Emmastory    06/11/2015    5 recensioni
Farebury. Un piccolo villaggio dell'Inghilterra dimora di molti abitanti. Nell'anno 1615, si trova ad ospitare la famiglia della giovane Miriel Finnegan, che a causa di una tragedia, perde tutto ciò che possiede, ritrovandosi costretta a nascondere un recondito segreto che dimora unicamente nel suo sangue, ovvero l'essere parte di un'intera stirpe di streghe.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sangue di strega'
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Sangue-di-strega-I-mod
Sangue di strega: Origine magica
 
Capitolo I
 
Radici
 
Una ventenne comune, dai capelli rossi come fuoco e gli occhi di un verde talvolta capace di sfumare nel grigio. Il fisico asciutto, e un sorriso mostrato in ben poche occasioni. Questo è il mio ritratto, ovvero quello di Miriel Finnegan. Agli occhi di uno sconosciuto, potrei apparire come una ragazza normale, una giovane donna, ma per quella che alcuni considerano sfortuna, e altri una sorta di castigo divino, non è così. Sono nata nel villaggio di Farebury, in Inghilterra, e prima che avessi modo di rendermene conto, mi sono ritrovata a dover fuggire, nella parte più nascosta e recondita del mio paese. Un incendio ha distrutto la mia casa, ed io ho perso tutto, ad eccezione dei miei ricordi. Avevo una madre e due sorelle, con le quali condividevo ogni cosa, compresi i segreti più inconfessabili, che nascevano e dimoravano nel mio cuore. Ad ogni modo, sono scomparse dalla mia vita nel giorno della mia fuga, e di loro non mi rimane nulla, eccetto un dono presente nel sangue di noi tutte. L’essere strega. In un’epoca come questa, ove l’inspiegabile e il diverso divengono mistici per definizione, sono costretta a nascondermi dagli occhi degli infidi mortali, pregando ogni giorno perché non scoprano me e il mio vero essere. Non sono che una strega, con una passione per le arti magiche e con dei poteri che risultano talvolta spaventosi. Come poche altre streghe del mio calibro, riesco a teletrasportarmi, e a fare in modo che i miei desideri diventino realtà. Per mia pura sfortuna, non ho ancora imparato a controllarli, ragion per cui, nascondermi ed evitare di creare legami sono le mie uniche possibilità. Come ricordo, le fiamme hanno ridotto ogni mio possedimento in nera cenere, perciò, come se il mio dolore non fosse abbastanza, allo stesso si aggiunge anche la povertà. La mia era una famiglia benestante, ma ora che è stata spezzata come un fuscello, non mi resta nulla. Poco prima di riuscire a scappare, ho avuto modo di racimolare qualche rupia, unica moneta esistente nel mio paese, ma ognuna delle stesse è andata persa quando ho cercato di riavere indietro la mia vita, aprendo un seppur piccolo spaccio alimentare. Ora come ora, lo stesso assorbe la maggior parte del mio tempo, e sempre a causa della mia cattiva sorte, i guadagni sono davvero esigui. Per tale ragione, non possiedo denaro sufficiente per comprare una casa, e non ho scelta dissimile dal dormire su una branda sistemata nel retrobottega. I miei giorni scorrono lenti, e perfino il mio corpo si rivela traditore. I miei occhi, di un pallido verde smeraldo, splendono spesso di luce propria, e questo non fa che insospettire gli umani, che evitano il mio sguardo, o fuggono impauriti. Sui loro volti, si dipingono espressioni di incredulità, alle quali non reagisco in maniera alcuna, limitandomi ad abbassare il capo e sospirare nascondendo il volto. Durante le lunghe notti, ammiro la luna, concentrandomi anche sullo sfavillio delle stelle, e sperando che un giorno, in futuro, io riesca a tornare alla mia libertà, ritrovando la mia famiglia e la letizia che ho perso, ricollegandomi quindi a quelle che credo essere le mie radici. Mentre questo pensiero si aggira nella mia mente, galleggiando come una barca sul limpido mare, una piccola stella splende incessantemente, e sembra parlarmi infondendomi sicurezza. A quella scena, sorrido debolmente, per poi sdraiarmi e provare a dormire, cadendo in una profonda dimensione onirica, e desiderando di non tornare indietro. Sono diversa dagli umani, e gli stessi mi temono, ma una certezza mi è di conforto. Dovrò continuare ad essere me stessa, mantenendo un basso profilo e un comportamento impeccabile. Piccoli accorgimenti ai quali presterò attenzione, al solo fine di intrecciare ogni fibra del mio corpo con il tessuto della società.
   
 
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