Storie originali > Comico
Segui la storia  |       
Autore: Matih Bobek    07/11/2015    0 recensioni
Brevi racconti tratti da esperienze quotidiane che vertono sulla vita nella Capitale, con un occhio di riguardo per le zone periferiche al nord, l'ignoranza e la cafonaggine del romano medio, le lotte con i mezzi pubblici, l'ansia di prendere la macchina per via del traffico. Divertenti, ironiche e irriverenti le storie presentano una grande varietà di temi, trattati con ferma lucidità analitica e un certo distacco. Dalla raccolta emerge il dipinto di una Roma in caduta libera, macera e spenta, specchio della situazione in cui versa l'Italia. La crisi economica e sociale vengono descritte con amara ironia.
Genere: Comico, Commedia, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
    La bellezza dell'Italia risiede nella varietà culturale. Il nostro patrimonio spazia dall'arte alla cucina passando per  lo sport e l'artigianato. Ogni regione offre un microcosmo culturale differente ma che, al contempo, condivide con ciascun altro luogo lo stesso respiro, la stessa natura. L'aspetto che nel tempo ha sempre più attirato la mia curiosità è quello linguistico. Sicuramente, l'ambiente universitario e la facoltà di studi scelta hanno favorito lo sviluppo di tale interesse . E' estremamente affascinante osservare come, da regione a regione, la stessa cosa venga detta in modi e modi differenti. Affascinante sì, ma certe volte, in tutta onestà, rappresenta un problema. Magari si è nel vivo di un' interessante conversazione e la comprensione viene bloccata da una piccola, strana parola. Vorrei dire che questo evento si presenta di rado, ma la realtà è che ogni giorno spunta fuori un termine che io non ho mai sentito.
Ciò accade in particolar modo con la mia amica livornese. Ancora più impressionante è pensare che tutto sommato Roma e Livorno non distano così tanto, eppure, vi assicuro, la differenza si avverte. 
Immaginate quindi una qualsiasi conversazione quotidiana con un'amica intima: si parla del più e del meno; cosa fai oggi, cosa farai domani; hai studiato? Ho fame, ti va di mangiare? 


"Ho una fame! Ti va di mangiare insieme?" 
" Sì dai... dove si va?"
" Mah, andiamo dal cinese?"
" Mmmm, non so... magari una cosa più leggera? Mi è venuta una buzza!"
" Che ti è venuta?" 
" Una buzza, B-U-Z-Z-A!"
" Guarda, puoi fare tutti gli spelling che vuoi, ma io non so che lingua stai parlando"
" Ma dai, come, la buzza... non lo dite voi a Roma?"
" Ma secondo me lo dici solo tu in tutta Italia... che cosa vuol dire in italiano?"
" Tipo pancetta, trippa... a me sembra assurdo che non lo diciate."
" Ti giuro, non l'ho mai sentito, noi a Roma diciamo trippa, panza..."
" E panza ti sembra italiano??"
" Sicuramente più comprensibile di buzza... pare swahili!"
" Ora chiedo alla bimbe, sicuramente mi daranno ragione"
" Ma perchè dovresti chiederlo a delle bimbe, che ne possono sapere loro?"
" Ma no, alle mie amiche!!"
" Hai amiche di dieci anni??"
" Ma cosa stai dicendo, le mie amiche! Le hai anche conosciute!"
" Ma perchè le chiami bimbe?"
" Perchè tu come le chiameresti??"
" Ragazze, semplicemente..."
" Vabbè, lasciamo perdere. Senti, mi sono accorta di aver dimenticato a casa il portafogli, quindi niente ristorante..."
" No ma figurati, te li alzo io i soldi!"
" Come?"
" Te li alzo io, senza problema."
" Perchè dovresti sollevare dei soldi per me??"
" Nooo, intendo, te li presto io!"
" Aaaaah, infatti non capivo..."
" Ma perchè voi non lo dite?"
" Evidentemente no... diciamo ' te li presto' ".
" Che stranezza... pensavo fosse "universale"
" Vabbè, insomma, dove si va??"
" Andiamo al cinese dove siamo andati il mese scorso, ok?"
" Non mi ricordo...è lontano? Perchè ho una galla che mi fa un male..."
" Una galla?? Che sarebbe??"
" Una galla, dai... sul piede."
" Oggi abbiamo più problemi comunicativi del solito."
" Eh ma tu non conosci l'italiano!!!"
" Ma intendi la vescica??"
" Sì esatto, la vescica, la galla...dai, se mi fa troppo male mi prendi in collo"
" Perchè proprio in collo? Non ti posso prendere in braccio?
" A Roma dite prendere in braccio?
" A Livorno dite prendere in collo??
" Certo!"
" Ma non ha senso, una persona la prendi in braccio, non in collo!!"
" Ma in collo suona meglio!"
" Al massimo a cavacecio!"
" A cavache???"
" Cavacecio!! Dai, quando eri piccola i tuoi genitori non ti prendevano a cavacecio?"
" Ma non so cosa voglia dire!!"
" Senti, facciamo che andiamo a mangiare..."
" Aspetta un attimo, prendo la passata in borsa... "
" Perchè ti sei portata appresso una bottiglia di pomodoro??"
" Ma no, che dici!! La passata!! Per i capelli... mi da fastidio la zazzera davanti agli occhi!!"
" Ma sei stata in Kazakistan di recente e hai dimenticato l'italiano?"
" Non ci posso credere! Non conosci la passata????
" Ma nemmeno la zazzera... "
" Dai come lo chiamate quella specie di semicerchio che si mette in testa?"
" Il cerchietto??"
" Cerchietto?!?! Ma che brutto!!"
" Invece passata... per niente fraintendibile! E la zazzera??"
" Dai, i capelli che scendono sulla fronte!"
" Ah, la frangetta!!"
" Che brutti nomi che usi!" 
" Mentre tu prendi la 'passata' io mi aggiusto la cintura chè mi cadono i pantaloni."
" Intendi la cintola?"
" Intendo la cintura, quella che metti per stringere i pantaloni..."
" Io la chiamo cintola... cintura suona proprio male! Comunque, pensavo, se invece di andare al cinese mangiamo un piatto di pasta a casa mia?"
" No dai, non ti preoccupare, non mi va di disturbare..."
" Ma figurati, non peritarti!"
" ...Guarda, non avevo intenzione di farlo perchè non ho la minima idea di cosa voglia dire!"
" Scherzi??? Non dite peritare?? Guarda che è italiano!!"
" Immagino, come buzza, zazzera e cintola!!"
" Controllo sul sito de la Crusca, scommetti che si dice?"
" Controlla pure, ti dirà che è una variante toscana, sicuramente."
" E invece no. Guarda, guarda che dice!!!"
" Io non l'ho mai sentito in tutta la mia vita."
" Pensa che strano, io lo utilizzavo anche da bambina!"
" Senti, me lo posso appuntare un attimo sul post-it?"
" Sì fai pure, non abbiamo fretta. Ti serve un lapis?"
" Come mai parli latino?"
" Lapis... è italiano."
" 'Matita' ti sembrava troppo da poveracci?"
" Ma la matita è quella colorata!!
" La matita colorata è colorata, la matita è la matita. Ma dove le hai fatte le elementari? Al Vaticano?"
" Quanto sei simpatico! Noi parliamo la lingua di Dante, mica come voi..."
" Sei rimasta indietro di qualche secolo però..."
" E come lo chiami allora l'appuntalapis??"
" Se intendiamo la stessa cosa, temperino o temperamatite!"
" Temperino?! Ma che schifo di parole usi!!!"
" Invece un bambino che dice appuntalapis ti sembra normale?"

E questo è, grossomodo quello che accade quando un romano e una livornese dialogano. Quant'è bello l'italiano, quant'è bella l'italia!
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Comico / Vai alla pagina dell'autore: Matih Bobek