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Autore: hiromi_chan    08/11/2015    7 recensioni
Se questa fosse una fiaba (cosa che non è) inizierebbe così: c'era una volta un ragazzo chiamato Merlin. Sì, beh, capisco che già il nome possa far venire in mente robe magiche e simili, ma vi garantisco che non c'è un bel niente di fantasy, in questa storia.
… Anche se abbiamo una mezza specie di bestia e una donna che ha tutte le credenziali per essere definita strega cattiva.

{La Bella e la Bestia retelling; modern!AU}
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Balinor, Galvano, Hunith, Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Note: Sì, mi rendo conto che è piuttosto folle parlare di fiabe natalizie adesso, ma giuro che non era nei miei programmi iniziali pubblicare ora, eh. Per qualche strano caso del destino ho trovato un lavoretto e il mio Dicembre sarà abbastanza impegnato, quindi i miei piani sono stati un po' stravolti e... insomma, ho pensato di pubblicare questa fict a mano mano in piccolissimi capitoli che vi terranno compagnia, se lo vorrete, fino a Natale.

Quello che leggerete è un retelling modern!AU in chiave semiumoristica (leggi, a volte un po' scema) della Bella e la Bestia della Disney. Sappiate che Balinor è iper OOC, lol.


 

 

 

 


~Parte prima~



 

Se questa fosse una fiaba (cosa che non è) inizierebbe così: c'era una volta un ragazzo chiamato Merlin. Sì, beh, capisco che già il nome possa far venire in mente robe magiche e simili, ma vi garantisco che non c'è un bel niente di fantasy, in questa storia.

… Anche se abbiamo una mezza specie di bestia e una donna che ha tutte le credenziali per essere definita strega cattiva. Ma basta fare anticipazioni a sproposito; dicevo, c'era una volta Merlin che abitava a Ealdor, un piccolo villaggio sperduto da qualche parte tra i verdi rilievi di Albion.

Merlin e la sua mamma, Hunith, vivevano un'esistenza pacifica; le giornate erano scandite dall'andirivieni dei clienti di Hunith, che faceva la sarta, e dagli strepiti dei bambini che le suddette clienti a volte lasciavano alle amorevoli cure di Merlin. Sapeva proprio farci coi bambini, lui. Si diceva avesse le mani magiche e la voce di un usignolo (che c'è? Non ridete), e che per questo i pargoli restassero ipnotizzati dai suoi trucchi di magia fai da te, oppure si addormentassero quando lui li cullava.

A Merlin non dispiaceva fare il baby sitter, davvero, anche se avrebbe evitato volentieri la storia del cambiare pannolini.

Il suo vero sogno, però, era diventare maestro d'asilo. Purtroppo aveva dovuto metterlo da parte insieme alle lezioni all'università; la famiglia Emrys (era questo il cognome di Merlin), infatti, non se la passava molto bene economicamente. Tutto ciò che Merlin e Hunith guadagnavano andava a tappare i numerosi debiti lasciati generosamente loro da Balinor. Merlin non ce l'aveva con suo padre, sul serio. Magari non gli sarebbe dispiaciuto vederlo almeno una volta prima che sparisse nel nulla per potergliene dire quattro in faccia, questo sì.

Pensate che Merlin non aveva nemmeno denaro sufficiente per comprarsi uno smartphone scadente; in casa sua circolava da generazioni un cellulare a conchiglia (cioè del tipo apri-chiudi, avete presente?) con lo schermo in bianco e nero. L'avevano soprannominato Kilgharrah, e Merlin ci si era piuttosto affezionato, anche se l'aggeggio aveva la strana abitudine di morire nei momenti meno opportuni.

Come? Dite che Merlin somiglia in modo inquietante alla principessa di una fiaba solo perché vive in un piccolo villaggio, è povero in canna, ha una back story strappalacrime, è docile e ha una specie di aiutante magico?

No, signore e signori, mettiamo le cose in chiaro: dovete sapere che Merlin, nonostante ci sappia fare con i bambini, non è affatto docile. È piuttosto insolente e abrasivo, in realtà, e non gli passa mai neanche per la testa di tenere la bocca chiusa.

Inoltre, per favore, non vi ci mettete anche voi con la cosa di definirlo una donnicciola per degradarlo. C'è già qualcuno che lo farà a sufficienza, nel corso della storia. E poi, non c'è niente di degradante nell'essere una donna.

In ogni caso, con un retroscena simile, capirete bene che quando a Merlin venne proposto di andare a lavorare come donna... cioè, uomo delle pulizie in una villa lontano lontano da casa, egli accettò subito.

Anche se la notizia giunse niente meno che da Balinor.

Un giorno Merlin aprì la porta e se lo ritrovò di fronte, la barba ancora scura e i capelli folti che nascondevano in parte la costrizione del volto.

«Ho bisogno di saldare un debito che contrassi con la famiglia Pendragon anni fa... uhm, una brutta storia su certe rose di contrabbando, non potresti mai immaginare» annunciò Balinor, la voce smorzata e robotica come se si fosse imparato a memoria il discorsino. «Pur lavorando per loro da molti anni, i miei servizi non sono mai stati sufficienti a coprire la somma. Finalmente si è presentata l'occasione per risarcirli: si è appena liberato un posto di lavoro a villa Pendragon e ho detto che sostituirai tu la ragazza che si occupava del mantenimento della proprietà.»

Merlin, che aveva lentamente sgranato gli occhi parola dopo parola, restò immobile per un totale di dieci secondi. Poi sbatté la porta in faccia a Balinor.

«Chi era?» chiese Hunith.

«Papà» disse Merlin, mortalmente serio. Andò a recuperare Kilgharrah, riaprì la porta e lanciò il telefono in testa a Balinor – né l'uno nell'altra si sarebbero rotti, considerando che Kilgharrah era un Nokia.

«Se andrai, non verranno cancellati solo i debiti contratti con i Pendragon» si affrettò a dire Balinor, le mani sopra la testa. «Ho preso accordi con il signor Pendragon e dice che, se resterai lì fino alla fine dell'anno, saremo liberi da tutti gli oneri. Si occuperà lui di sistemare le cose con gli altri creditori.»

«E da dove viene tutta questa generosità?» sbottò Merlin.

«Ero un amico di Pendragon senior. Prima che morisse, dieci anni fa, non ero solo il suo autista ma anche il suo confidente di fiducia, e gli ho sempre riservato la mia lealtà.»

«Almeno a qualcuno l'hai riservata» disse Merlin, premendosi tra le dita il ponte del naso.

D'improvviso, Hunith comparve sulla soglia e gettò addosso a Balinor un secchio d'acqua gelata.

Il giorno dopo, Merlin abbracciò la madre sull'uscio di casa, pronto a partire con suo padre.

«Sicuro di volerlo fare, tesoro?» soffiò Hunith sulla sua spalla. Con la mano intanto accarezzava i capelli alla base della nuca di Merlin, cosa che lui aveva sempre amato. (La sua mamma era la migliore in ambito di coccole, nessuno mai avrebbe potuto superarla.)

«Certo che sono sicuro» rispose lui, «così tu potrai riposarti e io, al termine del contratto, potrò tornare a studiare per poi pulire moccio di marmocchi – ma stavolta verrò pagato di più e chiamato maestro.»

«Prendi questa, prima di partire» disse Hunith, legandogli intorno al collo una delle sciarpine fatte da lei. Era di un rosso brillante. «Ti mette in risalto gli occhi.»

Dopo un'ultima stretta, si separarono. Merlin arrancò nella neve e poi scivolò in auto sul posto del passeggero.

«Qual è la fregatura?» disse quando suo padre ebbe messo in moto. Incrociò le braccia al petto e guardò la strada gelata dipanarsi davanti a loro. «La fine dell'anno è piuttosto vicina. Perché il signor Pendragon junior è disposto a sborsare un quantitativo di soldi abbastanza preoccupante per così poche settimane di servizio?»

Merlin era un ragazzo molto concreto.

«Le condizioni di lavoro sono un po'... particolari» disse Balinor, e Merlin lo squadrò di sottecchi.

«Non è che, da bravo padre degenere quale sei, hai promesso a questo signor Pendragon la mia virtù e il mio corpo?»

La macchina sbandò pericolosamente.

«Ma no» borbottò Balinor. «Il fatto è che lo staff che si occupa della casa viene cambiato periodicamente. Il signor Pendragon vuole intrattenere meno contatti possibili con...»

«I suoi dipendenti?»

«Le persone in generale.»

Merlin sospirò, pensando che solo uno con la sua fortuna avrebbe potuto farsi assumere da un tale misantropo.


 

Continua~

 

 

 

 

   
 
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