Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
Segui la storia  |       
Autore: SaWi    24/02/2009    6 recensioni
Questa fanfiction riguarda i due vampiri di Tsubasa, apparsi durante i capitoli di Acid Tokyo: Kamui e Subaru. Tutta la vicenda si svolge in un futuro prossimo alla morte di Seishiro in X, e dopo l'avventura dei due vampiri ad Acid Tokyo.
È stremato, ha il fiatone. Delle gocce di sudore imperlano la sua fronte. Ogni muscolo duole. Vorrebbe fermarsi, sedersi a terra e riposare, riprendere fiato. Ma non può: deve continuare a cercarlo, sa che è lì, da qualche parte nel buio e ha bisogno di lui.
Ma chi?
Chi ha bisogno del suo aiuto? In quel momento sembra lui il bisognoso di soccorso...
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Altro Personaggio, Fuuma, Kamui, Seishiro
Note: Cross-over | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Premessa: probabilmente, sarà un po’ OOC. Ma, le CLAMP non hanno fatto apparire molto spesso i due vampiri e i due cacciatori, quindi non so proprio molto riguardo a loro T_T mi sono rifatta un po’ ai caratteri di X1999 ma ci sono delle differenze:

Kamui: è meno succube di Fuuma (ma poco), almeno non fisicamente *coffcoff*. È anche più nevrotico del solito XD

Subaru: beh, non so... ovviamente non prova lo stesso sentimento nei confronti del Seishiro di X, ma qualcosa di simile. Anche se qui la sua relazione va oltre al ‘platonico’ e ha anche del desiderio fisico [anche se credo che Suba-chan in X qualche pensierino su Secchan debba avercelo fatto... infondo era un uomo di 25 anni circa e_e].
In ogni caso, e comunque molto sensibile

Fuuma: non è sadico, e questo credo sia importante. È anche più spiritoso, come ho potuto notare dalle puntate di Acid Tokyo.

Seishiro: è meno bastardo che in X. Sempre lo stesso sorriso, ma almeno qui fa notare il suo amore per Subaru [ammesso che in X lo abbia veramente amato. *...*] e si preoccupa per lui. È comunque possessivo nei suoi confronti.


Inoltre, nella storia ci sono citazioni di xxxHolic e di X, e all’interno della storia i personaggi dei vari mondi si incontreranno, in situazioni che non verrò di certo a spoilerarvi e_e
Per le parole giapponesi e per eventuali riferimenti a fatti/tradizioni estranee a Tsubasa vi è un indice a fine capitolo.
Ho già parlato troppo, e dato che sicuramente nessuno starà leggendo le cretinate che scrivo, posso solamente dire che scrivo per semplice passione, per divertimento.






Prologo ~
~ Dreamgazer




Due uomini. Uno più giovane, minuto e dai lineamenti delicati.
L’altro alto e robusto, perfetto nei movimenti, penetrante negli sguardi.
Si incontrano sotto le fronde di un ciliegio impazzito(1).
Il più grande è vestito interamente di nero, un sorriso maligno sulle labbra, un occhio vitreo e spento e un altro marrone e vivo. Entrambi osservano con luce crudele e attenta la creatura davanti a sé, quasi mefistofelici.
Il giovane, invece, è incerto, lo sguardo triste rivolto al terreno, perso nel bianco della neve, morbida e candida. Alza il volto.
Esita, distoglie lo sguardo dall’altro. La testa nuovamente bassa.
Il diavolo avanza, lentamente, verso la figura del ragazzo, della sua preda, dell’anima che deve cacciare. Avanza, passo dopo passo, passi che affondano nella neve bianca che cade insieme ai petali cremisi del ciliegio, che come sangue tingono il bianco di rosso.
Ancora atri passi, sempre lenti e misurati, finché non è a pochi centimetri dal ragazzo. Lo troneggia, senza dire nulla. Sempre quel sorriso perfido in volto.
- Avanti, fallo. –
- N-no...! –
Un sorriso amaro va a cancellare quello demoniaco, quando alza un braccio e lo posa sulla spalla del più piccolo.
Un attimo, e il suo petto è trafitto dagli artigli del giovane.
Un attimo e la linfa vitale gli sfugge, cadendo a fiotti sulla neve immacolata.
Si aggrappa all’altro, mentre cade a terra sulla neve ora rossa del suo sangue.
- P-perché? – sussurra sconvolto il giovane dagli occhi verdi. Le prime lacrime scendono sulle sue guance, cadendo sul volto del più grande che sorregge. La mano ancora nel suo petto.
- Perché... – risponde l’uomo con un fil di voce... – era così... che doveva and-... andare... -
Il ragazzo ritira la mano, quella incriminata del colpo, insieme ai lunghi artigli.
Incredulo.
Spaventato.
- Perché... tu...? -
- Non è sempre la preda... a socc-... soccombe- ... soccombere, Subaru-kun. -
Con un ultimo sforzo, il più grande porta una mano al volto di Subaru, sporcandolo del liquido cremisi.
- Sei sempre... così... dolce. Subaru-kun... boku wa, kimi wo...(2) -
Le ultime parole. Parole udite solo dallo sfortunato giovane.
Il più grande s’accascia definitivamente, la mano scivola a terra.
Il corpo privo di vita.
Subaru piange, tante lacrime vengono versate, numerose le parole non dette.
Parole ora sussurrate al vento.
- Anche io, Seishiro-san... -


Il ragazzo si svegliò di soprassalto.
- No!! non può finire così anche per loro! –
Arrabbiato, si alzò velocemente e si diresse al piano inferiore, senza curarsi di aver svegliato la sua coinquilina, che ora borbottava infastidita.
Nel buio trovò il suo contattatore, lo accese e chiamò.
Un ideogramma apparve davanti ai suoi occhi, una giovane donna dai lunghi capelli neri.
- Yuko-san, avrei una richiesta da farle... -




Capitolo 1 ~
~ Kidnap



È buio. È solo nell’oscurità che lo divora. Un odore tremendo, di morte, risale le sue narici facendogli girare la testa che sembra spaccata in due dal dolore: di certo quel puzzo non lo aiuta a fargli passare il mal di testa.
Agonia.
Fa freddo. Un freddo che si insinua fin sotto i suoi vestiti facendolo tremare.
Paura.
Cammina, mentre con una mano stringe il suo braccio sinistro sanguinante.
Oblio.
È stremato, ha il fiatone. Delle gocce di sudore imperlano la sua fronte. Ogni muscolo duole. Vorrebbe fermarsi, sedersi a terra e riposare, riprendere fiato. Ma non può: deve continuare a cercarlo, sa che è lì, da qualche parte nel buio e ha bisogno di lui.
Ma chi?
Chi ha bisogno del suo aiuto? In quel momento sembra lui il bisognoso di soccorso...
Ma non importa, continua ad avanzare, strisciando la gamba destra. La caviglia fa male, sembra come spezzata; ma non importa, deve trovarlo.
Poi, d’improvviso il suo piede cozza con qualcosa di freddo. Abbassa lo sguardo... era un corpo. Morto.
Grida, grida il suo nome.


Kamui si svegliò di soprassalto spalancando gli occhi d’ametista. Aveva il fiatone, come se avesse corso a perdifiato ed il suo corpo era freddo e ricoperto di sudore. Fissò per qualche istante il soffitto sopra di lui, terrorizzato e sconvolto.
Era solo un sogno, uno stramaledettissimo incubo.
Eppure i vampiri non facevano sogni. A dirla tutta, non avevano nemmeno la necessità di dormire. Lo facevano solo perché la notte passasse più velocemente, lavando i corpi dai pensieri e dal dolore.
Facendo leva sui gomiti il vampiro si mise a sedere, le coperte del futon(3) caddero sulle sue gambe. Si guardò intorno, constatando che quella era la sua stanza – riconoscendo quello strano marchingegno all’angolo della camera, quel coso che non aveva osato spostare, quasi spaventato da quello che sarebbe potuto accadere.
Si lasciò andare un sospiro di sollievo mentre col dorso della mano asciugava il sudore freddo che imperlava la sua fronte.
Era veramente scosso.
Di chi era quel corpo morto nel sogno?
E quale era il nome che aveva gridato?
Stranamente non riusciva a ricordarlo.
Pensieroso guardò fuori dalla finestra aperta; l’aria fresca entrava nella stanza, portando con sé l’odore invitante di sangue umano. Il sole stava sorgendo, era l’alba.
Menomale, dubitava che sarebbe riuscito a riprendere il sonno dopo un tale incubo.
Però, c’era qualcosa che non quadrava... ma cosa?
La stanza... era troppo silenziosa.
Silenzio.
Ancora silenzio... non udiva il respiro familiare del fratello.
Subaru!
Il vampiro girò la testa di scatto, guardando il lato sinistro della stanza dove giaceva il futon del fratello. Il futon c’era, ma il vampiro no.
- Subaru...- mormorò Kamui impietrito. Nei pozzi viola il futon sfatto del fratello.
- Subaru...?- ripeté con voce più alta e ancora roca per il sonno.
Non ottenne nessuna risposta.
Si alzò velocemente e corse scalzo nelle altre stanze della casa.
Prima spalancò lo shoji(4) del bagno:
- Nii-san? – la stanza era vuota e buia, tutto era al suo posto, ma non vi era traccia del fratello maggiore. Senza preoccuparsi di richiudere lo shoji corse nel salone, nella cucina, gridando il nome dell’altro vampiro.
Ancora senza ottenere alcuna risposta.
Merda. Non c’era. Subaru era scomparso.
Si fermò per riflettere.
Era sicuramente colpa di quel bastardo, doveva essere entrato di nascosto e aver rapito il suo Subaru mentre lui dormiva beato. Dannazione! Doveva stare più attento!
Senza perdere un minuto, nemmeno per mettersi delle scarpe, uscì dall’appartamento per andare alla ricerca del fratello.
Sì, da dove avrebbe cominciato però?
Non aveva la minima idea di dove quel cacciatore avrebbe potuto portare la sua metà... non riusciva a fiutare nemmeno l’odore di quell’uomo: eppure quel puzzo di ciliegi(5) era inconfondibile.
Proprio mentre scendeva agile la rampa delle scale per arrivare al piano terra –alloggiavano al secondo piano-, con la mente affollata di pensieri sui possibili luoghi dove suo fratello potesse essere, si ritrovò la persona in questione proprio davanti ai suoi occhi.
Si fermò e fissò l’altro sbattendo più volte le palpebre.
Era proprio Subaru. Era solo e non era ferito.
- Nii-san!! – chiamò Kamui buttandosi addosso all’altro vampiro. Questi lo guardò sinceramente sorpreso, e tentando inutilmente di scollarsi l’altro di dosso provò a chiedere:
- Kamui... ma cosa... –
- Dove eri finito? Quando mi sono svegliato non eri in camera, pensavo che quel cacciatore ti avesse catturato! – disse tutto d’un fiato il più giovane, scostandosi un poco dall’altro per poterlo guardare negli occhi smeraldo. – Non farmi prendere mai più uno spavento simile! –
Subaru fissò per qualche istante il fratello, constatando che era seriamente agitato.
- Non preoccuparti, ero solamente uscito a prendere un po’ d’aria fresca, tutto qui. – esordì per tranquillizzarlo. – Sono tutto intero. – aggiunse poi, specchiandosi in quei grandi occhi ametista.
Kamui sorrise all’altro e stringendolo più forte mormorò:
- Ti proteggerò... -
Parole più dolorose non esistevano per Subaru.
Abbracciò il fratello e nascondendo il volto nella spalla dell’altro sorrise amaramente.
E se non volessi esere protetto?


- Anche se è da poco che siamo giunti in questo mondo dobbiamo lasciarlo al più presto... siamo stati troppo tempo in quello precedente
Quel cacciatore potrebbe raggiungerci da un momento all’altro. -
Era sera, il sole era già sceso dal cielo lasciando spazio alle stelle e ad una luminosa luna crescente.
I due vampiri erano seduti al tavolo della cucina, a decidere il da farsi.
La giornata, a parte il suo brusco inizio, era stata piacevole.
La mattina erano entrambi andati a “mettere qualcosa sotto i denti”. Kamui però aveva preferito digiunare, sicché si sentiva un po’ scombussolato. Il pomeriggio lo avevano passato in tranquillità nell’appartamento, a contemplare il cielo dalla finestra, scambiando ogni tanto qualche parola.
Difatti, i fratelli erano molto silenziosi. Per capirsi non necessitavano di nulla se non un semplice sguardo. Tra loro vi era un legame profondo, stabile, che gli permetteva di condividere ogni sensazione, ogni esperienza. Anche nell’aspetto erano simili: entrambi snelli, minuti. Capelli corvini e grandi occhi luminosi.
Nonostante ciò i caratteri dei due erano totalmente differenti. Il più grande era gentile, pacato e sensibile, mentre l’altro era irascibile, brusco e nevrotico.
Ciò che li accomunava era il dolore, un dolore che si aggiungeva ad un’immensa sofferenza.
Ma anche nel loro dolore erano differenti.
Subaru non aveva mai tentato di nascondere la tristezza che attanagliava il suo cuore. Spesso piangeva, si disperava. Erano rare le volte in cui celava la sofferenza dietro a falsi sorrisi.
Kamui, invece, faceva di tutto per nascondere il suo animo e i suoi sentimenti dietro una maschera apatica. Viveva come dietro a un velo, impenetrabile perfino ai raggi luminosi. I sentimenti vi rimbalzavano, le emozioni fuggivano come da un predatore invisibile. Lo spirito del vampiro era quindi irraggiungibile, indistinguibile. Solo Subaru e quel dannatissimo uomo, riuscivano chiaramente a scorgere la sua anima, le sue vere intenzioni, come fossero un qualcosa di concreto, di materiale.
- Non credo che Seishiro... –
- Non nominarlo. – interruppe Kamui. – Quel cacciatore vuole solamente farti male. –
Subaru preferì evitare quell’argomento che troppo dolore gli causava, e prosegui senza guardare il fratello negli occhi:
- Non credo che lui sia già giunto in questo mondo. Non c’è fretta. -
- Ma non possiamo nemmeno prendercela troppo comoda. Quel tipo potrebbe comparire e portarti via in un batter d’occhio. –
Una parte del cuore di Subaru sperava proprio quello. Desiderava ardentemente che lo portasse via, non importa dove. Il suo corpo gli apparteneva, come la sua anima.
Kamui sembrava proprio non capirlo.
O forse lo capiva, ma non voleva accettarlo.
Non poteva sopportare che qualcuno gli portasse via il fratello.
Non poteva sopportare l’idea che l’uomo potesse anche solo toccarlo.
Nessuno aveva il diritto di strappargli l’anima.
Di allontanare il suo cuore, di rapirlo e di rinchiuderlo in una gabbia.
Come purtroppo già era accaduto.
Subaru non aveva più il cuore.
Gli era stato strappato.
Voleva uccidere quell’uomo.
- Non so se riuscirei a fermarlo, è forte. È più sicuro continuare a scappare. –
Lo avrebbe fatto.
Non importava se l’umano era più forte di lui.
Lo avrebbe ucciso.
Il vampiro dagli occhi di giada lo osservò. Vagò sul volto deciso del fratello, perso in chissà quali pensieri.
Sapeva perfettamente quello che pensava Kamui.
Non sarebbe riuscito a fargli cambiare idea.
Ma non si sarebbe nemmeno arreso.
- Va bene... allora partiamo domani mattina. -
- Ok. –
Ci fu una breve pausa.
- Senti, Kamui... – chiese titubante Subaru – ti senti bene? –
Che domanda sciocca. Subaru sapeva quale sarebbe stata la risposta del fratello, e sapeva che non avrebbe corrisposto alla verità.
- Certo... certo che mi sento bene nii-san... –
La risposta.
Tutt’altro che sincera, sussurrata da quelle labbra con poca convinzione.
A chi voleva darla a bere?
Kamui, da quando avevano lasciato Acid Tokyo, si era comportato in maniera strana.
Terribilmente strana.
Era come se la sua maschera avesse ceduto. Si ritrovava spesso a sognare ad occhi aperti, mentre fissava imbambolato il nuovo mondo dalla finestra del loro appartamento - che avevano trovato quasi subito, appena arrivati in quel mondo.
Sentiva come se una parte del suo cuore fosse rimasta indietro, persa nel mondo passato, catturata da quello stupido cacciatore dagli occhi d’orati.
Percepiva un terribile senso di vuoto nel petto.
Ma come era possibile?
Il suo cuore apparteneva solo ed esclusivamente a Subaru. Non poteva essersi diviso a metà. Non poteva essere stato rubato, non come il cuore del fratello che tanto sbraitava di voler difendere.
Eppure era così.
Era inutile negarlo.
Da quella mattina aveva persino cominciato a sognare.
E lui non sognava mai.
Doveva esserci sicuramente qualcosa di sbagliato in quei giorni.
Forse quello stupido mago biondo(6) gli aveva posto qualche incantesimo.
Bah.
- Dai, andiamo a letto. – proferì, ponendo fine al suo conflitto interno.


***

È buio. Solo buio e ancora buio. Un’oscurità soffocante.
Oblio.
Fa freddo, tanto freddo.
Gelo.
Tutti i muscoli sono contratti dal dolore, la testa spaccata in due dal dolore. La caviglia duole, la trascina senza pensarci. Avanza, continua ad avanzare. Lo sta cercando e deve sbrigarsi o potrebbe essere troppo tardi. Un brivido percorse il suo corpo. Non doveva nemmeno fare certi pensieri.
Terrore.
Poi con il piede cozza contro qualcosa. Qualcosa di duro e freddo. Abbassa lo sguardo.
Un corpo.
Freddo.
Pallido.
Morto. Una pozza di sangue si spande attorno.
È steso supino. La ninfa scarlatta bagna quei corti capelli castano, ora sporchi e attaccati alla fronte. Gli occhi d’ambra sono spalancati. Tetri, senza alcuna espressione.
Spenti.
La bocca, su cui era sempre stampato un sorriso allegro e beffardo, ora è chiusa. Le labbra secche, violacee che non sorridono più. Che non potranno più sorridere.
Un grido di dolore rompe il tetro silenzio, calde lacrime cadono su quel bel volto ormai privo di vita mentre il giovane vampiro si china su quel corpo, disperato, abbracciandolo, senza curarsi del sangue che lo sporca.
È gelato, rigido. Non può essere vero...
- FUUMAA!! -



Si svegliò, gridando quel nome e trovandosi seduto, le lenzuola del futon cadute sulle sue gambe, le braccia tese ad afferrare il vuoto davanti a sé. La fronte bagnata di sudore e il petto che si alzava e abbassava freneticamente, allo stesso ritmo del suo cuore, che sembrava voler uscire fuori dal suo torace.
Ancora quel sogno.
Questa volta però ricordava. Sapeva di chi era quel corpo morto ai suoi piedi.
- Fuuma... – riuscì a farfugliare, con la voce che gli moriva in gola.
Era ancora agitato e terrorizzato. Terrorizzato da quel sogno, dalla possibilità che potesse diventare realtà.
Cosa avrebbe fatto se quel cacciatore fosse morto?
E perché lo turbava fino a quel punto? In fondo, era un semplice umano... per lui contava solo il fratello. Già, eppure perché...?
Girò la testa di scatto, vagando con quei pozzi violacei sulle superfici della stanza.
Fuori era ancora buio.
Nuovamente, mancava qualcosa, qualcuno.
Subaru, dov’era il fratello?
Spalancò gli occhi ulteriormente, se possibile. Questi si tinsero d’oro e le pupille si strinsero, fino a diventare delle fessure feline. Si alzò, continuando a guardarsi intorno, tentando di calmarsi, ma inutilmente.
- Nii-san? -
Possibile che il fratello fosse nuovamente uscito per farsi una passeggiata notturna? Se era così Kamui si ripromise di dirgliene quattro, non poteva farlo spaventare a quel modo ogni notte. Corse nelle varie stanze dell’appartamento, chiamando il vampiro dagli occhi verdi, ma non ottenne alcuna risposta. Come la mattina precedente.
Sarà sicuramente uscito, pensò. Spero vivamente che sia uscito.
Ma dove sarebbe potuto andare a quell’ora della notte?
Era un vampiro, sì, ma girare di notte, da solo, non sapendo dove potesse essere quel cacciatore non era certo una scelta saggia.
Doveva sbrigarsi a trovare il fratello.
Tornò in camera da letto, e si mise le scarpe – incurante delle tradizioni del luogo(7).
Dopo afferrò il cappotto, ma mentre stava per uscire dalla stanza una voce alle sue spalle lo salutò:
- Ciao, Kamui. -
Il vampiro si voltò veloce.
Non credeva ai suoi occhi.
L’uomo che continuava ad occupare i suoi pensieri, le sue notti era lì, proprio davanti ai suoi occhi. Quell’uomo, alto, più alto di quanto ricordava, era lì che lo guardava sorridendo.
Impossibile.
La sua maschera di impassibilità andò totalmente in frantumi.
Il cappotto che aveva tra le mani cadde a terra. Gli occhi riassunsero il colore violaceo e la sua bocca si aprì un poco per lo stupore. Le labbra si mossero, ma non ne uscì alcun suono.
Impossibile.
Eppure l’uomo era proprio lì, a qualche passo di distanza.
I suoi occhi dorati lo scrutavano, come a volerlo spogliare dei vestiti, della pelle, dei muscoli e delle stesse ossa, quasi a scandagliarlo per comprendere i suoi pensieri.
Kamui ricordava come ci si sentiva sotto quello sguardo.
Piccoli animali in trappola, senza vie di fuga da un cacciatore abile e scaltro.
Ricordava bene quel bel volto, con quelle labbra sempre increspate in un sorriso. Dolce, sensuale, accattivante, beffardo, malizioso.
Comunque perfetto.
Passarono attimi infiniti durante i quali i due si fissarono, il più giovane perso sguardo dell’altro. Quando si riprese, un minimo di autocontrollo riacquistato, domandò al più alto:
- Co-cosa ci fai qui? – evidentemente il controllo non era tornato affatto – Come hai fatto a trovarci? -
- Nulla, passavo semplicemente di qui – rispose l’altro affabile – Sai, sembra che io abbia gli stessi gusti di quel Fuuma Drago della Terra.(8) -
Detto ciò avanzò lentamente in direzione del vampiro, che era rimasto senza parole. Ogni passo, ogni movimento perfettamente calibrato, stupendamente elegante.
Si fermò a pochi palmi di distanza dal piccolo che lo guardava con aria interrogativa, nascondendo al migliore dei modi il tumulto interiore.
- Cosa vuoi? – chiese il più giovane bruscamente.
- So dove si trova tuo fratello. –
Risposta semplice, immediata, pronunciata fissando il vampiro dall’alto della sua statura.
Frase che, detta con tale tono, fece arrivare Kamui a conclusioni affrettate.
Si infuriò.
Le unghie delle sue mani si allungarono, divenendo pericolosi artigli. Gl’occhi tornarono a tingersi d’ambra lucente.
- Cosa hai fatto a Subaru?! –
Quando si trattava del fratello non ragionava più.
Se per caso gli fosse successo qualcosa non se lo sarebbe perdonato.
Mai.
La sua domanda, però, non ottenne risposta.
Allora, preso dalla foga della sua rabbia, menò un fendente verso l’uomo che però lo schivò senza alcun problema, lasciando che il colpo finisse rovinosamente contro un tatami(9), squarciandone la superficie.
Kamui non se ne preoccupò, e con maggiore forza si scagliò nuovamente contro il cacciatore.
Ma in realtà lui non voleva combatterlo.
Ferirlo era l’ultimo dei suoi desideri.
Le sue azioni erano come il risultato di una rabbia repressa, un grande dolore lo divorava da dentro.
Sì, tanto dolore, troppa sofferenza che chiudevano il suo cuore in una gabbia di rovi, una gabbia che gli faceva piangere sangue cremisi.
Perché quello stupido ci aveva messo così tanto a tornare da lui?
Perché non era venuto prima?
Questi erano i suoi pensieri.
I pensieri che non voleva accettare.
L’umano, intanto, continuava a schivare i numerosi fendenti con nonchalance, come fosse un’azione che non richiedeva il minimo impegno, la minima importanza.
Inoltre aveva sempre con quel suo sorriso beffardo stampato in volto.
Evidentemente, quei tre anni passati a combattere quel “peperino” avevano avuto la sua utilità. Quasi a confermare questa affermazione, il cacciatore, con un’agile salto, si portò alle spalle del vampiro. Lo afferrò, e lo bloccò fra le sue braccia. Il suo petto contro la schiena del piccolo. - Sempre irascibile vedo, Kamui – soffiò bollente sul collo del vampiro, che sorpreso si lasciò sfuggire un gemito decisamente inconveniente.
- La-lasciami subito! – boccheggiò stizzito, ormai rosso in volto.
- Va bene, va bene! – disse l’altro – basta che non tenti nuovamente di uccidermi. –concluse.
Scherzava. Stava ridendo.
Come lo odiava.
Kamui rispose con un cenno del capo, ritirando gli artigli e sentendosi terribilmente stupido per la perdita di controllo e per il suo comportamento così strano. Ma comunque non meno arrabbiato.
- Calmo, allora – disse piano il cacciatore mentre allentava la stretta attorno al vampiro, che fulmineo si allontanò, tentando di far svanire quel ridicolo colore roseo di cui le sue guance si erano tinte.
Ma cosa gli saltava in mente?
Da quando faceva certi pensieri su Fuuma?
Doveva essere stato quello stupido mago ambiguo... gli aveva sicuramente imposto un quale sortilegio.
Non c’erano altre spiegazioni.
Altre spiegazioni che Kamui avrebbe accettato.
- Allora, non volevi sapere del tuo caro fratellino? -
Quella frase improvvisamente pronunciata da quella voce calda lo riportò alla realtà. Serio si voltò verso l’umano dallo sguardo d’oro.
- Cosa gli hai fatto? – chiese con voce piatta e fredda.
- Io nulla. -
- Dov’è? –
- È stato rapito da un gruppo di umani – rispose il più grande anch’esso serio – sono quasi certo che il loro intento sia quello di bere il sangue di tuo fratello. -
Kamui sbiancò di colpo. Serrò i pugni finché le nocche non divennero bianche.
Non sapeva bene il perché, ma credeva ad ogni singola parola detta dall’uomo.
- Dove sono? -
- In una villa non poco lontana da qui nella campagna a nord. – e indicò alla sua destra.
- Bene. –
Il vampiro afferrò il cappotto che gli era caduto a terra e corse verso la finestra, con l’intenzione di buttarsi fuori, per andare a salvare il fratello. Stava per saltare quando una stretta ferrea sul polso lo bloccò.
- Dove credi di andare? –
Kamui si voltò furioso verso il cacciatore e quasi urlò:
- A salvare mio fratello! -
Con uno strattone si liberò della stretta del più grande ma nuovamente fu trattenuto, questa volta da due braccia che gli cinsero la vita, tirandolo indietro.
- E come, di grazia? – disse il bello dagli occhi dorati – da solo? -
Silenzio.
- Vorrei farti notare che quei tipi sono riusciti a intrufolarsi in casa di due vampiri e che senza farsi notare sono riusciti a rapire tuo fratello, un vampiro, senza che tu ti svegliassi. Sono piuttosto audaci, non trovi? – concluse.
Dannazione.
Fuuma aveva perfettamente ragione.
Ma d’altro canto, cosa avrebbe dovuto fare? Starsene lì, con le mani in mano, mentre suo fratello era in pericolo? Gli avrebbero fatto del male... e se lo avessero ucciso? Solo a quel pensiero Kamui fu scosso da un brivido di terrore. Non avrebbe mai accettato la morte del fratello, sarebbe morto lui, piuttosto.
L’umano sembrò leggergli nel pensiero poiché disse con tono rassicurante, il suo volto poggiato sulla spalla del più giovane:
- Non preoccuparti, non gli faranno del male... per ora. -
- Cosa intendi? – il più piccolo si voltò verso l’altro con i grandi occhi viola lucidi, senza curarsi della vicinanza del cacciatore.
Questi lo guardò apprensivo.
- Gli umani di questo mondo credono che il sangue dei vampiri possa conferire l’immortalità a chi se ne bagna le labbra... ma – aggiunse in fretta poiché l’altro stava per ribattere – solo se questo accade in una notte di luna piena. E mancano tre giorni al plenilunio, abbiamo tempo. – Kamui non si lasciò sfuggire quell’ “abbiamo” ma per il momento decise di non pensarci.
Ora la cosa più importante era il fratello.
In tre giorni avrebbero comunque potuto fargli del male... e se lo avessero fatto sarebbe stata tutta colpa sua.
Solamente colpa sua.
Se fosse stato più attento, non avrebbero rapito il fratello, non avrebbe nemmeno incontrato l’uomo che ora lo stava abbracciando e che lo faceva sentire così dannatamente strano.
Abbassò lo sguardo per nascondere gli occhi che a stento trattenevano le lacrime.
Fuuma sembrò nuovamente intuire il conflitto interno del vampiro -più che intuire, per lui il piccoletto era come un libro aperto- e quindi aggiunse: - Gli umani di qui credono che per tenere a bada un vampiro bastino un po’ di croci e un po’ d’aglio. – strinse a sé Kamui, che non si lamentò, e anzi poggiò la fronte sul petto del più grande, abbandonando le braccia lungo i fianchi. Si sentiva protetto tra quelle braccia.
E sentiva caldo.
Era avvolto da un calore che nemmeno suo fratello Subaru riusciva a ricreare
- Quindi, se tuo fratello non è allergico all’aglio credo non ci siano problemi. – disse ridendo.
Kamui per una volta non si arrabbiò. Decise di rimanere immobile, avvolto da quello strano calore.
Non sapeva come l’umano sapesse tutte quelle cose.
Non sapeva neppure perché e come lo aveva trovato.
Sapeva solamente che ora era lì, che lo stava abbracciando.
Magari, un abbraccio falso, amichevole.
Ma un abbraccio.






Indice:
(1): I ciliegi impazziti sono i ciliegi che fioriscono fuori stagione.
(2): Sono le ultime parole di Seishiro-san di X. Equivalgono a un “io ti” oppure a un “io e tu”. Però, questi due non sono il Subaru e il Seishiro di X.
(3): È il materasso tipico della cultura giapponese. Viene adagiato sul pavimento oppure su reti a doghe apposite.
(4): Le porte scorrevoli tradizionali giapponesi. Fatte prevalentemente in carta di riso, scorrono su guide in legno.
(5): Seishiro-san, in X, è un assassino appartenente a un casato i Sakurazukamori (sakura=ciliegio). Ogni volta che appare lui appaiono i ciliegi, e in Tokyo Babylon, Subaru e Seishiro si incontrano proprio sotto le fronde di un ciliegio, dove l’uomo fa la famosa scommessa che darà inizio alla loro storia. Quindi, anche se in Tsubasa Seishiro-san non ha alcun collegamento con i ciliegi (per ora), ho voluto comunque inserire questo legame.
(6): Si riferisce a Fay.
(7): In Giappone le scarpe vengono lasciate all’entrata della casa. Dentro non si indossano.
(8): Si riferisce al Fuuma di X, il quale mostra un particolare interesse nei confronti di Kamui.
(9): I tatami sono dei pannelli rettangolari di carta di riso affiancati uno all’altro. Costituiscono la tipica pavimentazione giapponese.







________________________________________________________________________________________________
Commentate se siete sopravvissuti nella lettura XD e consigliate per favore, così ho il coraggio di postare ancora, dato che, se ho postato, è solo merito di una mia amica che mi ha costretto XD
PS: cosa raffigura il prologo si capirà solo al finale della storia, con una sclerata totale nell'epilogo u_ù

   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC / Vai alla pagina dell'autore: SaWi