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Autore: AndreMCPro    09/11/2015    2 recensioni
Benvenuto, Soprintendente!
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Vault 184, distaccamento italiano della Vault-Tec
Locazione: Roma
Abitanti iniziali (anno 2073): 300
Abitanti attuali (anno 2294): 162
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Archivio vocale
Data: 28/09/2287
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La nostra csa si è trasformata in un inferno! Negli ultimi due giorni siamo stati decimati da piaghe di ogni tipo: Scarafaggi, Ratti-Talpa, Mirelurk, incendi e chissà cos'altro! E non ultimo, un gruppo di predoni ha fatto saltare la porta, ucciso metà del nostro corpo di guardia e rapito Joseph e David, due dei nostri migliori combattenti. Prima di tutto questo eravamo in 425, nel Vault. Ora, invece... ora non riesco neanche ad avvicinarmi alla lista dei caduti. Mio dio, non siamo neanche la metà di prima... (sospiro). Ma non ho intenzione di arrendermi. Quando la porta sarà a posto saremo di nuovo al sicuro, e allora... (apertura di porta) che cosa...? (rumore di spari)
Il Vault ora è nostro! Uomini! Catturate tutti gli abitanti! E chi oppone resistenza... uccidetelo!
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Fallout New Rome
Cap.1 G.O.A.T.

 
«No, sul serio, devo veramente farlo per forza?» Chiese Joseph, gli occhi –anzi, l’occhio dorato, visto che l’altro era cieco; una disfunzione che aveva da quando era nato- puntati verso il giovane davanti a lui. Joseph era un sedicenne dai capelli neri, altezza media e di corporatura piuttosto robusta. Il suo Pip-Boy indicava un livello di forza pari a 8. Il che, combinato con un carattere piuttosto suscettibile, non era affatto il massimo. In ogni caso, in quanto sedicenne, era in età da GOAT.
«Certo che devi farlo. Il GOAT fa’ parte della nostra vita» Rispose David. Diciotto anni, capelli castani, occhi azzurri. Alto e con una forza nella media, ma molto agile. Era uno degli Esploratori del Vault.
Per la precisione, Vault 184, distaccamento italiano della Vault-Tec. Luogo di insediamento: Roma.
David e Joseph erano praticamente cresciuti insieme, avendo solo due anni di differenza, ed entrambe le loro famiglie erano di origine americana. David aveva imparato molto in fretta a gestire il carattere piuttosto instabile del suo amico, e anche a girargli al largo quando non era di buon umore. E adesso non è che fosse poi così felice di quello che doveva fare…
«Ma perché dobbiamo fare questo stupido test? Non possiamo decidere da soli un lavoro?»
«Non è così facile. Io fino a due anni fa volevo lavorare nell’Impianto di Depurazione. Il GOAT però ha detto che dovevo fare l’esploratore, e ora… Ehi, sono uscito solo due volte fino ad oggi ma se potessi ci passerei gli anni, nella Zona Contaminata!» Si avvicinò ad una vetrina piena di armi di ogni tipo. «E guarda qua!» Aggiunse poi tirando fuori un fucile con la punta fatta di un cristallo verde. «Fucile al plasma. La mia arma preferita!»
«Wow, posso provarla?» Chiese entusiasta allungando la mano verso l’arma.
«No» Rispose secco il castano levando il fucile dal tavolo. «E adesso fila all’esame»
Il ragazzo si allontanò, sbuffando. Proprio quello a cui puntava David, che aggiunse: «Però se vuoi dopo ti faccio fare qualche tiro»
Il volto del sedicenne si illuminò e il ragazzo corse via raggiante.
Joseph aveva una passione sfrenata per le armi, un po’ come David. Il ragazzo si recava al poligono ogni qual volta gli era possibile e, anche se non gli facevano usare armi potenti, si dimostrava sempre sopra ogni aspettativa. Amava anche le spade, ma comunque la sua arma preferita era la Mitraglietta 10mm. Conoscendolo, molto probabilmente il GOAT lo avrebbe assegnato al ruolo di…
«Guardiano principale!» Gridò furibondo Joseph quando tornò, quindici minuti dopo, nelle stanze di David. «Siamo scherzando? Io non voglio stare tuta la vita chiuso qui dentro a controllare che non entri niente dall’esterno! Io voglio uscire!»
«Risultati?»Chiese calmo l’amico.
«Armi leggere, Armi da mischia e Scienza. E hanno pensato bene di assegnarmi alla Porta del Vault!»
«Beh… potevi chiedere una… piccola correzione… no?»
«Cosa?»
«Beh, il GOAT è un ottimo sistema, ma… diciamocelo, non è infallibile.  Se qualcuno si dimostra totalmente contrario ad un dato ruolo gli esaminatori sono autorizzati a variare uno dei risultati»
«Dici sul serio?»
«Certo! Non te l’hanno detto?»
«Ehm…» Sì, ora che ci pensava, ricordava che gli avessero detto qualcosa del genere… ma in quel momento era occupato a provare un fucile d’assalto e non aveva prestato attenzione.
«Datti una mossa, prima che i risultati arrivino dal soprintendente»
«Volo!» Rispose il ragazzo. Meno di dieci minuti dopo tornò con espressione trionfante.
«Guerriero completo! Non uscirò spesso come te, ma almeno non rimarrò chiuso nel Vault per sempre!»
«Fantastico!» Esultò con lui David, per poi prendere il fucile al plasma. «Andiamo a festeggiare, forza!»
Andarono al poligono. David imbracciò l’arma e la caricò con una cella MF. Poi però la tolse e diede sia il fucile che la cella a Joseph, che dopo un paio di tentativi capì come doveva fare.
«Ok» Fece il moro entrando nella cabina di tiro. «Com’è la precisione?»
«Non buona. O meglio, ci vuole molta esperienza per…»
Joseph fece fuoco. Centro perfetto.
«Ma come…»
«Dicevi?» Lo derise. Ma poi fu il fucile a prendere in giro lui: nessuno degli altri colpi andò anche solo lontanamente vicino al centro.
«Come diavolo è possibile?» Inveì il ragazzo mentre il nono fascio di plasma si schiantava addirittura fuori dal bersaglio.
«Te l’avevo detto che non è facile»
«Quanti punti ho fatto?»
«Trentadue»
«Su NOVE COLPI? No, questo fucile a schifo» Sentenziò posandolo.
«Finisci almeno i colpi! Ne hai ancora tre!»
Joseph sbuffò ma riprese in mano l’arma e tornò a mirare. Di nuovo centro perfetto, ma i due successivi finirono a bordo bersaglio. Il punteggio finale fu un misero quarantacinque.
«Tienitelo, fa schifo» Disse restituendo il fucile a David.
«Non è vero! Sei tu che non lo sai usare!»
«Mettila come ti pare» Rispose il ragazzo prendendo una mitraglietta. David invece ricaricò il fucile al plasma e si mise a tirare. A differenza del suo amico, totalizzò 110 punti, di cui sei centri.
 
 
 
I due raggiunsero la mensa a tarda sera. David aveva voluto insegnare a Joseph ad usare tutte le armi che aveva trovato fino ad allora. La sala era deserta, eccezion fatta per Bill, il Mister Handy che lavorava come barista, e tre o quattro ragazzi che alla loro vista fuggirono in dormitorio. A Joseph era stato assegnato un equipaggiamento standard di una mitraglietta 10 mm e una spada a una mano e mezza e il ragazzo si era subito agganciato le armi alla cintura, deciso a mostrarle il più possibile in pubblico, almeno per i primi tempi. David invece teneva in vista solo una pistola al plasma.
I due si sedettero al bancone e chiesero una bibita. Nuka Cola per David, birra per Joseph.
«Adesso posso dirlo con certezza: i fucili non fanno per te» Esordì David.
«Sono troppo lenti per i miei gusti» Ribatté il moro. «Preferisco le armi automatiche»
«Però i fucili sono ottimi per colpire dalla lunga distanza senza farsi scoprire. E usi meno proiettili, indubbiamente»
«A me piace fare casino» Concluse Joseph, per poi ridere insieme al suo amico, che subito dopo bevve un sorso di Nuka Cola.
«Già immagino come andrà a finire: tu che assali un accampamento di predoni e io che ti copro le spalle da una zona sopraelevata»
«Già, sarebbe divertente. Non ne posso più di stare qui dentro!»
I loro Pip-Boy suonarono all’improvviso, e sullo schermo apparve loro una notifica di segnale radio. David si connesse: era la Radio di Sevizio. A parlare era Alessandro, il capo della sicurezza.
«A tutti gli uomini disponibili: recarsi immediatamente al livello del reattore! Invasione di Scarafaggi fuori controllo! Ripeto: recarsi IMMEDIATAMENTE al livello del reattore!»
David scattò in piedi e si voltò verso Joseph. Si aspettava si sarebbe alzato con lui, ma invece era impallidito e stringeva con forza il bordo del bancone.
«Ho capito…» Disse esasperato il castano, per poi estrarre la pistola al plasma dalla fondina e uscire dalla stanza. E mentre correva per i corridoi, disse soltanto due semplici parole:
«Stupida Insectofobìa…»
  
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