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Autore: ohwowlovely    10/11/2015    1 recensioni
5 goffi ragazzi in uno sgangherato minivan in rotta per il Glastonbury festival vivranno le avventure più bizzarre della loro vita, tra cui scappare dalla polizia, infiltrarsi in un lussuosissimo hotel, rischiare la morte (più di una volta) e venir coinvolti in una rapina da Waitrose's durante un pit stop. Con una sognante colonna sonora che va dagli Stone Roses ai The Cure e i Blur, Michael, Calum, Ashton, Tyler e Luke capiranno che non c'è niente di meglio di un viaggio per conoscere se stessi;
L'unica domanda è: come?
Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=6qq0HkR6ma4
Soundtrack: https://open.spotify.com/user/11146695121/playlist/1iYmiG06Hty5uwX5WHTJrN
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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(26)
Acid



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erano successe troppe cose in troppo poco, e Michael si sentiva come se fosse stato lui a ricevere una testata.
Si sentiva turbato, stordito e tanto, tanto stanco. Stanco di mentire, stanco di nascondersi, stanco di questo stupido viaggio e di tutte le conseguenze che stava avendo. 
Accese il telefono procuratogli da Bean, un Iphone le quali crepe facevano intendere fosse piuttosto vecchio, e decise di farla finita, digitando velocemente il suo numero di casa.
Il Michael di qualche giorno prima non avrebbe mai avuto il coraggio di affrontare sua madre con una telefonata, si sarebbe dato del pazzo solo per aver pensato una cosa del genere, ma le cose erano cambiate. Michael non aveva più paura di sua mamma. Michael aveva paura di stare senza di lei. E più di ogni altra cosa, aveva paura di se stesso.
Avvicinò l'apparecchio all'orecchio e sospirò, preparandosi mentalmente un discorso, una spiegazione plausibile da dare a sua mamma una volta avesse risposto, ma non sentiva neanche uno squillo. Aspettò qualche secondo, alzandosi in piedi e cercando della recezione telefonica, sebbene dove si trovasse ci fosse campo, ma nulla, silenzio.
Guardò lo schermo del telefono e vide che la chiamata era stata interrotta, mentre un'indicatore verde lampeggiava ininterrottamente. La scritta su di esso leggeva "Iphone Localizzato".
Michael strinse le palpebre e guardò megliò il telefono, il quale improvvisamente prese ad emettere un fischio, simile al rumore di una caffettiera sul fuoco. 
Il display divenne buio improvvisamente, bloccando la tastiera e facendo cessare il suono, e in quel momento Michael non potè che avere certezze su Bean.
Se lo infilò in tasca e si voltò in direzione dei suoi amici, i quali stavano discutendo di qualcosa alle sue spalle.
-Mike!-fece sollevato Ashton.-Sei qui allora! Ti avevamo perso di vista-
-Non importa-rispose velocemente, tirando fuori il telefono e allungandolo a Bean.-Piuttosto ora siamo ricercati dalla polizia. O almeno, Bean lo è-
Bean sbarrò gli occhi e diede a Michael uno sguardo interrogativo, Ashton e Luke fecero lo stesso.
-Ma che stai dicendo?-esclamò Luke.
-Devi assolutamente portare questo telefono agli oggetti smarriti Bean-Michael ignorò l'amico e si rivolse alla rossa, la quale aveva preso ad arrossire a dismisura.-E credo anche che ci devi delle spiegazioni-
-Non ho nulla da spiegare-rispose, una chiazza rossa le comparì sulla fronte.
-Davvero? Non hai nulla da dire sulla tua lussuosa stanza d'albergo? Tutti quei soldi che hai dietro? Del fatto che non vuoi che i tuoi sappiano tu dove sia?-iniziò a elencare Michael.-O sul fatto che sei una grandissima bugiarda?-
-Smettila!-gridò Ashton aggrottando la fronte.-Finiscila di attaccarla e datti una calmata adesso!-
-Io non mi do una calmata! Abbiamo la polizia alle calcagna a causa della tua pseudo ragazza cleptomane e io non voglio finire in altri guai e--
-Lei non è cleptomane-disse Ashton scuotendo il capo.-Tu non la conosci affatto-
-E perchè, tu si?-disse Michael, Ashton alzò gli occhi al cielo, per poi scoppiare in una risata sottile.
-Non la conoscerò poi tanto bene, ma io l'ho ascoltata. Come ho ascoltato sempre tutti i miei migliori amici e come ho ascoltato anche te durante tutto questo viaggio. E sai che c'è adesso? Che sono stanco delle tue lamentele e le tue paranoie e di darti consigli e appoggio che ignori puntualmente. Sei la persona più egocentrica che io abbia mai conosciuto. Sei tu la causa dei tuoi problemi. Non tuo padre, non tua madre, non Wren, ma tu.-
Michael rimase interdetto, mentre Ashton a braccia incrociate aspettava una risposta dall'amico, ma fra i due c'erano solo scambi di sguardi pieni di rammarico e delusione.
-Per piacere-esclamò Luke stringendo gli occhi e sospirando.-Fatela finita-
-Luke ha ragione-disse Bean, Michael inarcò un sopracciglio e ridacchiando le lanciò il telefono fra le mani.
-Allora tolgo il disturbo-fece, girando sui tacchi nella direzione opposta. La rossa si morse l'interno della guancia e strillò: -Aspetta!-
Michael si fermò di scatto, girando appena la testa speranzoso che Bean stesse finalmente dicendo la verità.
-Michael...-Bean inspirò forte, la bocca schiusa e gli occhi spiritati dalla paura.-...Io...-
Chiuse gli occhi e fece un ultimo respiro:
-...se più tardi ci sei saremo vicino al Pyramid stage.-
Le aspettative di Michael crollarono su di lui come migliaia di rocce dopo una valanga, sotterrandolo sotto cumuli di pura amarezza.
-Non ci sarò-rispose semplicemente, continuando la sua strada solitaria.


Camminava a passo svelto, come si fa quando non si ha fretta ma si ha paura di perdere il pullman, solo che Michael non aveva nessun mezzo da rincorrere, voleva solo allontanarsi il più possibile dagli altri, ma più di tutto dalla sua testa. Non era il tip di ragazzo a cui piaceva "evadere dalla realtà", a Michael piaceva la realtà, la concretezza. Non era un ragazzo profondo, tantoeno solitario o poetico. Queste riflessioni gli fecero capire che lui non stava scappando, bensì che si era perso
E non si era perso solamente nei suoi pensieri, era veramente perso, smarrito in una distesa di verde accanto a un gigantesco garage di Caravan mezzo vuoto. Si guardò attorno, ma gli sembrava solo l'ennesima pianura inglese vista nell'ultima settimana. In lontananza riusciva a sentire le voci delle persone e la musica provenire da qualche stage, ma nelle vicinanze non c'era l'ombra di nessuno.
Si sedette sul terreno umido e iniziò distrattamente a strappare fili d'erba. Per quanto avrebbe voluto distrarsi, non riusciva a togliersi di dosso quella sensazione graviosa e snervante di spavento e colpevolezza. Era tutta colpa sua e delle sue paranoie se tutto era andato a rotoli. Stava vivendo ciò che aveva temuto di più, cioè l'essere in compagnia di se stesso, la persona di cui Michael aveva più paura. Ashton, Luke, Calum e Tyler riuscivano a fargli dimenticare che lui fosse in realtà un qualcuno, quando era con loro lui era semplicemente Michael, il quinto membro della banda, nient'altro. Era strano capire che una persona fosse molto più di una "persona".
Aveva dimenticato com'era essere così soli, assorti nei propri pensieri incapaci di smettere. Cercò di tenersi occupato tirando fuori il telefono e guardando la spia verde sul display, la quale aveva preso a lampeggiare. In preda al panico scaraventò l'apparecchio qualche metro più avanti, grugnendo nervoso e portando le ginocchia sotto il mento, in posizione fetale. Avrebbe voluto che il terreno lo inghiottisse e fatto sprofondare, trasformandolo in concime naturale. Sfortunatamente nulla di ciò accadde, e appena aprì gli occhi si ritrovò sempre nello stesso posto.
Alle sue spalle però avvertì il suono bagnato di scarpe contro il terriccio appiccicoso intensificarsi sempre di più, finchè non si fermò di colpo, sostituito dallo schiarirsi di una gola: "Ehem".
Michael alzò il capo, incrociando lo sguardo di tre ragazzi che lo osservavano curiosi.
-Fratello-esclamò uno, alzandosi le lenti specchiate degli occhiali da sole-Cosa cerchi?-
-Nulla...-rispose intimorito Michael, alzandosi in piedi e pulendosi i jeans.-Stavo solo...passando per qui-
-Certo, certo-risero i tre ragazzi, uno di loro scoprì una dentatura storta e aguzza, come quella di un bambino coi denti da latte.-No sul serio, che stavi cercando?-
-Ve l'ho detto, non sto cercando nu--
-Mdma?- esclamò quello dai capelli biondi e afro, aggrottando la fronte e mettendosi una mano sotto il mento, Michael scosse la testa confuso.
-Qualche pasticca?-continuò il ragazzo coniglio.-Se cerchi ectsasy smettila, la roba che hanno qui fa cagare, ti sballa per due ore e sa di dentifricio-
-Non sono qui per la droga, ma grazie del consiglio-esclamò Michael sorridendo imbarazzato, il biondo assunse un'espressione confusa.
-E allora perchè sei a bushy ground?-
-Bushy cosa?-
-Bushy ground- ripetè il tipo con gli occhiali, aprendo le braccia ampiamente.-Il "deposito"-
Michael si guardò attorno nuovamente, capendo che ci doveva essere un motivo per cui questa zona fosse così desolata.
-Mi...mi sono perso camminando e sono finito qui-rispose facendo spallucce, e il ragazzo biondo gli diede una pacca sulla spalla.
-Amico, tu non ti sei perso. Sei giunto qui per un motivo, anche se inconsciamente-esclamò sorridente.-Sembri giù di morale, come se qualcosa ti stesse impedendo di viverti Glasto'. E' così?-
-Si fratello, hai tutta un'aura negativa attorno a te-quello con gli occhiali da sole iniziò a sventolargli un dito davanti agli occhi, facendo schioccare la lingua più volte.-Non vorrai mica mischiarcela?-
-Che ti turba? Ragazze?-continuò il ragazzo biondo.-Amici rompi palle? Astinenza? Nostalgia?-
-Un pò...un pò di tutto in realtà-rispose Michael, la voce piena di sconforto.-E' che non so come fare. Non so come gestire queste cose, non so come sono iniziate e non so come risolverle. E l'unica cosa che so fare veramente è fuggire e lasciare che mi perseguitino. Ed è solo colpa mia.-sospirò forte, facendo poi una risatina nervosa.-E non so perchè ne sto parlando con tre sconosciuti in un garage di caravan-
I tre ragazzi ascoltavano attentamente le parole di Michael, con la fronte leggermente corrucciata e gli occhi socchiusi per concentrarsi meglio.
-E' meglio che vada ora-esclamò Michael, voltandosi in direzione del festival, ma la mano del ragazzo dai denti storti gli impedì di continuare.
-Fratello, non tornare-disse in tono serio.-Devi capire te stesso, prima di capire tutto il resto-
Michael si girò, sorpreso da come uno sprovveduto tossicodipendente gli stesse dando un consiglio del genere.
-Noi ti capiamo-continuò lui accennado un sorriso-Tu sei confuso, e fragile. E questo non fa altro che ferire te e chi ti sta intorno, perchè non sai come controllarti.-
-Sai perchè ho scelto la droga?- disse, Michael scosse la testa e deglutii.-Perchè è lei a controllarmi-



Michael si accomodò di fianco a Kane, il ragazzo dai capelli afro il quale, aveva scoperto, era il proprietario del vecchio Camper che aveva appena parcheggiato. La loro compagnia non era poi così male, avevano messo un pezzo dei Beastie boys e gli avevano chiesto della sua famiglia, dell'Australia, cercavano di intraprendere una conversazione sulla quale però non riuscivano a soffermarsi per più di cinque minuti.
-Sei davvero un tipo in gamba Michael, comunque- disse Cameron, il ragazzo con gli occhiali da sole.-E mi dispiace dover interrompere questa chiacchierata ma ho una tremenda necessità di pisciare-
Tutti scoppiarono in una risata, mentre il ragazzo spariva nelle porte del caravan.
-Beh Mike-esclamò invece Drake, l'ultimo della banda.-Li conosci i wavves?-
-Mai sentiti nominare-rispose Michael scrollando le spalle, Drake e Kane si guardarono negli occhi e fecero un verso disgustato.
-Ti perdoniamo solo perchè sei simpatico-fece Kane.-Si esibiscono stasera, Sonic stage. Fanno roba super psichedelica e noi ci andremo. Ci stai?-
-Dai ci divertiamo, buttiamo giù qualche blotter di acido e trippiamo di brutto-lo appoggiò Drake, euforico. 
-Siete molto gentili ma non credo sia il caso di..."trippare", per me-esclamò Michael titubante, Drake sbuffò e tirò fuori dal taschino della giacca un cartoncino colorato.
-Non fare il cagasotto! Questi vengono dall'Asia, mi sono costati pure un botto. E guarda!-gli indicò un disegnino raffigurato sul cartone.-C'è un gattino strafatto su questo!-
-Ne hai bisogno, Michael- strillò Cameron dal bagno, aprendo poi la piccola finestrella che dava all'esterno.-Non c'è niente di meglio di un viaggio per scoprire se stessi-
Michael guardò prima loro e poi il cartoncino. Guardò nelle loro pupille schizzate, che gli ricordarono le sue qualche ora prima, quando aveva attaccato Matty. O Bean. O Ashton.
Fece un respiro profondo e strinse gli occhi, cercando di fermare quelle immagini che gli passavano davanti. 
-Io...-esitò qualche secondo, sentendo gli occhi pizzicargli.
-...Voglio quello col gattino strafatto, se vi dispiace-




Non aveva ancora fatto effetto, e dopo un'ora Michael si era spazientito, a tal punto da ingerire un altro blotter. Intero.
Drake, Cameron e Kane risero di gusto, augurandogli buona fortuna e dandogli una pacca sulla spalla, poi in gruppo iniziarono a incamminarsi verso il Sonic stage.
Il cielo del tramonto era sui toni del rosa e del viola, con pochi sprazzi di arancione dovuti alle nuvole che formavano una cappa di umidità sopra di loro, Michael alzò gli occhi per dare un'occhiata, ma nel fare quel movimento sentì la testa diventargli leggera come un palloncino, tanto da sbilanciarsi all'indietro. Mantenendosi la fronte con una mano guardò davanti a se, strizzando gli occhi per mettere a fuoco e vedendo i tre ragazzi essere molto più avanti di lui. Prese a correre, il battito cardiaco così forte da rimbombargli nelle orecchie, e dopo appena tre passi urtò Kane, che ridacchiando gli cinse un braccio attorno alle spalle e gli mormorò:
-Buon viaggio, Mikey-


Il concerto era già iniziato, la gente ammassata contro il palco per avere una visuale migliore. Michael vedeva soltanto un mucchio di teste danzanti creare scie luminose a ogni movimento. Cercò Kane Cameron e Drake girandosi attorno, ma la sua concentrazione veniva messa a dura prova da tutte quelle distrazioni e dalla sua mente alterata dall'effetto dell'allucenogeno. Disse i loro nomi, continuando a cercare invano, mentre la gente lo inghiottiva soffocandolo. Il sudore che gli si stava formando sulla fronte era rovente, e quando fece per asciugarsi col palmo della mano, Michael sentì come se la sua pelle si stesse sciogliendo al tatto. Balzando dal terrore si guardò le dita, ricoperte di brillantini colorati che, tutto a un tratto, si dissolsero completamente. Scosse più volte il capo e sbarrò gli occhi; la folla era bidimensionale e sfocata, come un cartone animato su VHS, e anche Michael si sentiva così. Non percepiva il movimento, pensava le sue ossa fossero diventate di carta per quanto fosse leggero.
Arrendendosi alla ricerca, si avvicinò al palco a ritmo di musica, lasciandosi dietro una scia di colori. Si urtò con una ragazza bionda, la quale aveva stranamente le sembianze di Tyler: stessi occhiali, stessa bocca sottile, stessi occhietti acquosi ed espressione impertinente. quando la ragazza aprì bocca per parlare sentì squittire, come uno scoiattolo, e la cosa lo fece scoppiare a ridere fra se e se. La tipa se ne andò con aria preoccupata, diventando solo un puntino mentre si allontanava. 
La band sul palco iniziò a suonare un altro pezzo, introducendolo con un graffiante assolo di chitarra elettrica che fece saltare in aria il pubblico. Michael fu preso dall'euforia e si gettò nella mischia. I colori dei riflettori erano vividi e lo accecavano, il vociare delle persone lo stordiva. Si accovacciò improvvisamente per terra, giurando di vedere il tetto sopra di lui crollare, al contrario guardò in alto e vide una figura umana scivolare fra le mani di tutte quelle persone esultanti. Si alzò lentamente in piedi, l'azione nel suo cervello si era ripetuta più e più volte a rallentatore, confondendolo ancora di più. Dal palco si lanciò sulla folla un'altra persona, che venne trasportata per tutto il piccolo stage. Michael guardava la scena, mentre nella sua testa si ripeteva quella di Nina al karaoke, qualche sera prima, che lo invitava a saltare. Le due si sovrapposero, il presente e il passato si fusero lasciando Michael fluttuare in uno spazio tempo che non riusciva a identificare. 
Continuò a ballare e saltare, accettando un drink da una ragazza molto carina il quale però non riusciva ad afferrare con le mani. Gli ci passava attraverso come i fantasmi, e ridendo come un pazzo lo afferrò con i denti, versandoselo tutto sul viso e bagnandosi la t-shirt. 
-Se non fossi così a pezzi ti troverei quasi carina ma-ridacchiò e le premette il dito sul naso-Il tuo naso ha un pulsante e non capisco a che cosa funziona-
La ragazza prese a ridere, e Michael socchiuse lo sguardo, non riuscendo a capire il motivo per il quale lo stesse facendo. Poi lei gli si avvicinò all'orecchio, mormorandogli:
-Perchè non salti sul palco?-
-Io?-
-E chi altro?-
Michael si ritrasse, e improvvisamente la ragazza davanti a lui era Nina. Strabuzzò gli occhi più volte, impaurito di chiuderli perchè ogni volta che lo faceva la scena si distorceva e mutava gli spazi. Cercò di dire il suo nome più volte, rendendosi poi conto che stava solo aprendo la bocca, senza emettere alcun suono.
-Va bene-rispose alla fine, facendosi coraggio e battendo le palpebre, la ragazza davanti a lui tramutatasi di nuovo in una figura sfocata.
Annuì più volte, spingendo la gente e saltellando verso il palco; arrivò alle barricate e mise un piede sulla base di essa per darsi una spinta; anche stavolta rivide l'azione miriadi di volte prima di compierla, facendo un grugnito frustrato una volta scavalcato. Saltò sullo stage, muovendo la testa a ritmo della musica che gli rombava nelle orecchie, e guardò davanti a se: La folla gridava il suo nome, era inferocita, con le braccia tese in aria pronte a sorreggerlo. Lo stage si era ingigantito a dismisura, non era più una piccola sala bensì un'arena enorme, e il suo nome riecheggiava ovunque.
Sorrise euforico e si voltò, aprendo le braccia e, lentamente, gettandosi all'indietro.
La caduta fu un momento di pura e immensa beatitudine. Avvenne più volte, avanti e indietro, come se qualcuno stesse guardando dall'esterno il tutto e con un telecomando comandasse l'azione. Ora capiva perchè Nina insisteva tanto al karaoke di farlo saltare, perchè diceva che avere tutte quelle mani lì a sorreggerti era speciale, e ti faceva sentire speciale. Alzò un pugno al cielo, strillando a pieni polmoni e sentendo ogni atomo del suo corpo esplodere, le pareti un kaleodoscopio di colori sgargianti, le mani sotto di lui infinite e invadenti. Chiuse gli occhi e si fece pervadere dall'euforia, dentro le sue palpebre si alternavano immagini psichedeliche a quelle dei suoi amici sorridenti, scene confuse che allo stesso tempo gli riempivano il cuore di gioia.
Almeno finchè non li aprì.
Le mani divennero improvvisaemente più aggressive, tese attorno alla stoffa della sua maglietta, ed erano grinzose e viscide. Spaventato cercò di togliersele da dosso, girandosi e incrociando lo sguardo con quello Jillian. Si chiese cosa ci facesse lì la sua psicologa, intimorito, e voltandosi di nuovo vide invece Luke e Calum acciuffargli una gamba con forza.
-Ma che cazzo fate!?-strillò Michael, i due ragazzi vennero raggiunti da Ashton e Tyler, che avevano l'aria di essere estremamente arrabbiati.-Ragazzi sono Michael!-
I quattro si guardarono negli occhi e risero rumorosamente, le loro voci alterate e più alte di un'ottava.
-Sicuro Ruuri?- esclamò un altra voce, alla sua destra. Era quella di sua madre, Karen, che a braccia incrociate scuoteva la testa, un'espressione di delusione dipinta sul viso.
-Ruuri! Ruuri! Ruuri! Ruuri!- cominciò ad urlare la folla, le mani lo trascinavano sempre più giù, tirandolo in una voragine che si stava aprendo sotto i loro piedi.
Michael si dimenò stringendo stretto gli occhi dalla paura, il respiro bloccatogli in gola la quale era chiusa fra due mani bidimensionali. I suoi amici gridavano quel nome, in lontananza. Vide Wren, Bean, Nina, Matty, suo padre, Jillian e la banda salutarlo con un cenno, mentre veniva inghiottito dalla folla, urtando la guancia contro una superficie gelata e cadendo in un sonno profondo.
 





 
my space;
soundtrack: The eternal- Joy Divison || Post acid-Wavves || Bankrupt!- Phoenix

bon soir
è passato un pò di tempo, mi sono presa una pausa di riflessione. Si come quelle che si prendono i grandi scrittori, così mi alleno.
No scherzi a parte, ho avuto un blocco assurdo. Ma non solo dallo scrivere, un pò da tutto ciò che mi piace fare. Dal suonare, comporre, fare video e persino seguire una serie tv (Diciamoci la verità, AHS era anche una palla, non sono così a pezzi da lasciare in sospeso persino una serie)
Spero questa pausa sia dovuta a aqualcosa, perchè in un giorno ho scritto tutto questo. TUTTO.
aspettavo questo capitolo dall'inizio della storia e ci tenevo uscisse perfetto come me lo immaginavo, consiglio di ascoltare le canzoni consigliate leggendolo, magari non tutte ma a spezzoni, calano molto nella scena.
Spero di tornare presto con il finale e di darvi tante notizie su una nuova storia che sto scrivendo ;) e inoltre volevo dirvi che ci sarò al concerto dei 5sos a Roma il 14 maggio, Halsey il 5 marzo e i the 1975 a Bologna il 13 aprile, se ci siete fate un fischio!!!!
seguitemi su twitter @sonicmuke youtube (ZOE BOWIE) tumblr @kosmicsblues e seguite le playlist su spotify come al solito 
O seguitemi e basta su spotify
sarò il vostro guru della musica
non ve ne pentirete
wink wink
xoxo
Vi adoro
Lu


 
  
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