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Autore: pseudomors    10/11/2015    0 recensioni
Ci pensi mentre sei sola in casa, fa freddo, ti circondi di coperte perché l'amore è troppo distante per poterti scaldare come in altre sere.
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sola, con quelle voci in testa, tutti quei sussurri, la consapevolezza di non essere capace di andare avanti, di non poter ricominciare da zero per l'ennesima volta. Ci pensi mentre sei sola in casa, fa freddo, ti circondi di coperte perché l'amore è troppo distante per poterti scaldare come in altre sere. Ci pensi mentre senti che ti manca, percepisci profondi graffi sparsi per il corpo, sai che potresti sentirti bene solo con lui lì vicino, a sorriderti e a farti sorridere, ad accarezzarti la schiena piano piano, a lasciarti baci sul collo che ti provocano brividi implacabili, a farti il solletico fino all'apice dello stress. Ti manca, lo sai. Non puoi più negarlo a nessuno e soprattutto non puoi negarlo, ancora, a te stessa. Sarà sempre inutile cercare di portare altrove quella certezza: ti manca, senza di lui di senti come in una bolla di vetro con una quantità d'ossigeno facilmente esauribile. Ti manca come ti mancherebbe l'aria, in quel caso. Ti manca come la pioggia a metà agosto. Come il sole all'inizio di gennaio. Come i regali di Babbo Natale sotto l'albero e da aprire solo dopo la mezzanotte, mai prima. Ti manca come la certezza di poter cercare qualcuno e sapere che ci sarà, per te, sempre. Ti manca perché senza ti distruggi e, spesso, nemmeno te ne accorgi. La tua vita inizia a sgretolarsi, piano piano; frammento dopo frammento scivola giù e si polverizza schiantandosi sull'asfalto umido. Tu stessa ti trasformi in un albero in autunno: spoglio, tutte le foglie crollano e resti nudo, esposto, agonizzante. E si nota, sai? Si vede, tanto. Si capisce che qualcosa ti manca, che quegli occhi non brillano più come facevano quando c'era lui a farli illuminare da un momento all'altro. Ha sempre avuto il tuo cuore, lui, più o meno. E ha sempre amato poterci giocare: ascoltare prima il battito, poi aumentarlo, diminuirlo, vederne le reazioni, farlo scegliere. L'ha fatto affezionare, il tuo cuore; così tanto che in continuazione ti torna in mente lui, in ogni sua sfumatura, ne dipende e non può restarne lontano. Forse il tuo cuore lo ama ancor più di quanto lo ami tu. Al tuo cuore manca la sensazione provata nel guardarlo negli occhi, mancano i brividi, gli manca sfidarlo per fargli capire che senza di lui sta perfettamente bene, pur sapendo che senza di lui perde la felicità e basta. Quanto è assurdo dipendere dalle persone? Quanto è stupido amare qualcun'altro più di se stessi? Quanto è idiota fare di tutto per la felicità della persona amata compromettendo la nostra stessa armonia? Quant'è dura farlo sorridere pur sentendo le cicatrici sull'anima riaprirsi, ferirsi di nuovo? Ti aveva promesso che sarebbe rimasto per sempre, te lo ricordi? Ti diceva che ti avrebbe protetta fino alla fine dei suoi giorni, fino a quando tu avresti voluto la sua presenza là e non altrove. Ti diceva che non ti avrebbe lasciata scappare via, per nessuna ragione al mondo, che ogni situazione critica l'avrebbe affrontata e avrebbe cercato di sistemare tutto. Non ti sembravano menzogne, vero? Forse nemmeno per lui lo erano, forse ci credeva ed esagerava solo un po' quello che sentiva. Eppure non ti piace pensarci, quant'è triste? Quanto ti manca? Volevi arrivarci davvero alla fine, tu; con le ginocchia sbucciate, con il cuore sanguinante ma ricucito, con i fili spezzati e annodati ancora e ancora; volevi che la gente vi guardasse e, imprecando, affermasse:"Ancora stanno insieme?". Lui, lui che era la tua luce, il tuo buio, la tua gioia e il tuo dolore. Lui che era una metafora, una di quelle strane, che non comprendi nemmeno dopo tante e tante e tante spiegazioni e riflessioni, una di quelle trite, riscritte, semplici e impossibili. Con lui ti sentivi bene anche se volevi solo stare da sola. Con lui non dovevi mentire: prima parlavi, eri felice e logorroica; poi ti fermavi a fissare il vuoto ed era dolore assoluto e a volte nemmeno ne capivi il perché; lui, invece, le tue motivazioni senza esprimerle a voce le conosceva tutte e non sapevi nemmeno come potesse riuscirci. Lo sentivi anche a occhi chiusi, lui. Lo riconoscevi anche fra una marea di persone ammassate e una benda sopra gli occhi. Tutto ti portava da lui, con il suo profumo, con i suoi capelli, con i suoi sorrisi tanto dolci. E ti chiedi come può ancora mancarti, lui che prima si è preso cura del tuo cuore, ha ricucito le ferite inferte dagli altri e l'ha rattoppato con l'amore... e poi, poi l'ha distrutto di nuovo, rendendolo peggiore di prima, una marea di brandelli, stracci usati e riusati a creare un ammasso abnorme di sangue e dolore. E perché, perché l'hai fatto? Vorresti almeno capire questo. 
   
 
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